Bevacqua, Tavernise e Lo Schiavo: Narrazione di Occhiuto è lontana da realtà emergenziale

I capigruppo della minoranza del Consiglio regionale, Mimmo Bevacqua (Pd), Davide Tavernise (M5s) e Antonio Lo Schiavo (Misto), hanno evidenziato come «la narrazione che Occhiuto fa della Calabria sui media e sui social non corrisponde alla realtà. Periodicamente faremo incontri di questo tipo per rendere conto ai cittadini della situazione reale in cui ci troviamo».

I tre, infatti, hanno discusso a Lamezia Terme di alcuni delle principali criticità che la Regione si trova ad affrontare.

La conferenza è stata introdotta dal capogruppo del Pd Mimmo Bevacqua che spiegato il senso dell’iniziativa ed espresso la propria preoccupazione in ordine all’accelerazione impressa al Senato sull’autonomia differenziata.

«Siamo davanti ad un provvedimento che dividerà l’Italia in due e che verosimilmente sarà approvato senza la definizione e il finanziamento dei Lep, rimanendo così legato alla spesa storica – ha detto Bevacqua –. Un provvedimento che va bloccato e sul quale il presidente Occhiuto continua a fare il gioco delle tre carte. Pe questo invitiamo il presidente a chiarire definitivamente la propria posizione sul tema. Se davvero Occhiuto ritiene che sui Lep si giochi una partita fondamentale per il futuro della Regione, venga in Consiglio e chieda all’intera Assise di diventare protagonista supportando e sostenendo ogni iniziativa a difesa della Regione. Noi ci siamo e ci saremo sempre nel sostenere una battaglia contro questa sciagurata riforma».

«Chiediamo, però, al presidente Occhiuto – ha concluso – di passare dalla parole ai fatti producendo atti formali e sostanziali in difesa di diritti fondamentali dei cittadini, a partire dal diritto alla salute e da quello all’istruzione».

Il capogruppo del M5s Davide Tavernise si è soffermato sulle criticità emerse dall’ultimo giudizio di parifica della Corte dei Conti.

«Rimangono praticamente immutate le criticità sui conti della sanità e sul buco formato negli anni dalle partecipate regionale –ha detto Tavernise – Le riforme del centrodestra annunciate da Occhiuto e rimaste sulla carta non hanno funzionato, anzi due di esse sono finite sotto il focus dei magistrati contabili. Mi riferisco a Sorical e Consorzi di bonifica che rischiano di mettere in crisi il bilancio regionale dei prossimi anni».

Lo Schiavo, invece, ha voluto sottolineare come ci sia «un’opposizione in Consiglio regionale, che vuole dare un contributo serio e responsabile e che cerca di compensare lo strapotere della Giunta regionale».

«Il presidente Occhiuto – ha detto – ama molto la comunicazione diretta con i cittadini attraverso i social e predilige una narrazione dinamica e positiva. Alla stessa, però, non sempre corrisponde la realtà dei fatti e noi abbiamo il dovere di contrapporre a questa narrazione una visione più aderente a ciò che oggi vivono realmente i cittadini calabresi. Riportando il dibattito alla realtà incontrovertibile che emerge dai numeri».

Il consigliere, poi, si è soffermato sul report della Banca d’Italia sull’economia calabrese.

«Ciò che emerge è che dopo la pandemia – ha rilevato – la Calabria subisce un nuovo arretramento della crescita economica, qui più lenta che altrove, che ci riporta indietro a problemi atavici e strutturali. Il quadro non è infatti differente rispetto agli anni precedenti: tasso di disoccupazione altissimo, specie nella componente femminile e giovanile; meccanismi di lavoro precario legati per lo più ai servizi e al turismo stagionale; un’industria che arretra nuovamente; l’export che non decolla. In altre parole: una regione ferma nonostante l’enorme flusso di denaro pubblico frutto dei fondi Pnrr e della programmazione comunitaria, che avrebbero dovuto produrre un moltiplicatore di ricchezza che, nella realtà, non c’è e non produce ricadute positive nell’economia reale».

«Il dato politico è che questa mancata crescita non è più una congiuntura – ha detto ancora – non è una parentesi momentanea: il governo del centrodestra va avanti ormai da quasi cinque anni, quindi oggi chi governa deve assumersi la responsabilità di prendere atto della situazione reale della nostra regione, leggendo i dati in maniera oggettiva. E i dati dicono che c’è una grande sofferenza economica, che si è indietro sulla spesa del Por, che c’è un livello occupazionale drammatico con un tasso di disoccupazione al 16,8 per cento. Cosa farà la maggioranza? Chiederà il contributo all’opposizione o continuerà a ritenersi autosufficiente?».

«Sull’Autonomia differenziata, infine – ha concluso – è chiara la richiesta a Occhiuto che noi da tempo facciamo: vuole rappresentare la sua parte politica o la sua regione e i suoi concittadini? Ce n’è abbastanza affinché parta una grande mobilitazione della società civile, dei corpi intermedi calabresi, in una regione che deve necessariamente cambiare davvero passo a partire dal riconoscere la realtà delle cose oltre ogni narrazione e propaganda». (rcz)

 

L’impegno politico di Ada Bastone (M5S) per la sua Calabria e i suoi giovani

di MARIACHIARA MONACOLei è Ada Bastone, una giovane donna con tanti sogni nel cassetto e una forte passione per la politica. Di Carfizzi, un piccolo paesino albanofono in provincia di Crotone, ha iniziato a muovere i primi passi tra i vicoli delle sue mura amiche:  «L’interesse per la cosa pubblica a Carfizzi si respira costantemente, e anche se cerchi di rimanere più defilato, finisci sempre per ritrovarti a dibattere con chiunque – sorride – c’è uno scambio generazionale costante, anche in famiglia la politica è stata sempre all’ordine del giorno».

Poi il trasferimento a Rende, gli anni dell’università e un nuovo mondo tutto da scoprire con la tenacia e la determinazione di sempre.

«Il mio impegno si è concretizzato proprio qui – afferma – ho deciso di unirmi alle battaglie del Movimento 5 stelle, perché quelle stesse battaglie sono sempre state un po’ le mie».

In una nazione che sta perdendo giovani, soprattutto nel Mezzogiorno, (nel 2056 si prevede che le regioni del Sud perderanno circa 1 abitante su 4), ragazze come Ada rappresentano linfa da custodire e da difendere, indipendentemente dallo schieramento politico. Perché quando si parla di diritti non ci sono bandierine che tengano.

«Ho immaginato com’è dover vivere in un territorio dove il 30% della popolazione è anziana, ultrasettantenne, e mi sono chiesta come invertire questa tendenza – ha continuato – non c’è una ricetta miracolosa per arginare questo fenomeno, ma abbiamo il dovere di garantire ai ragazzi il diritto a restare e soprattutto il diritto a tornare, spingendo la classe politica a volgere lo sguardo verso le nostre istanze».

Perché giovani che parlano ai giovani, non è uno slogan, ma una relazione che si costruisce passo dopo passo, tra un passato a tratti da dimenticare e un futuro tutto da scrivere.

«Con il nuovo corso e la guida del presidente Conte, è previsto un radicamento più capillare nei territori, anche quelli più marginalizzati – afferma – così facendo ci verrà data la possibilità d’incidere sul presente producendo la nostra personale alternativa».

Un disegno politico ampio, ambizioso, che Ada, come tanti altri suoi coetanei ha deciso di abbracciare. E se la cercate, la troverete con i suoi giornali sottobraccio, nelle manifestazioni o nei gazebo, a sostenere misure come il salario minimo:   

«Domenica 8 ottobre c’è stato il firma day, una giornata importante, perché in tutto il paese i cittadini hanno dimostrato che vogliono questa misura. Al governo non c’è nessuna apertura, e la preoccupazione è che il testo vada nel dimenticatoio. Eppure questa misura rappresenterebbe un’opportunità di riscatto sociale, soprattutto al sud dov’è molto più ampia la forbice delle diseguaglianze».

Perché non importa dove ti trovi, se a Roma o in una piccola piazza di una piccola provincia. L’importante è seguire la stella polare, perché solo lei ti riporterà a casa.

E la seconda casa di Ada è Rende: «Siamo noi giovani i protagonisti, anche qui, dove si è costituito il gruppo territoriale di cui faccio parte, guidato da Domenico Miceli. Questo processo è appena partito e proseguirà parallelamente al percorso nazionale, nato a giugno con la presentazione della nuova giovanile».

Con la voce sicura, e gli occhi lucenti di chi ama quello che fa, continua: «Il dialogo con deputati, senatori, portavoce locali, ma anche con i vari rappresentanti dei gruppi territoriali, è sempre molto diretto. Anche il confronto con i giovani di tutta Italia mi ha fatto capire che ci sono delle differenze, ma i disagi hanno più o meno gli stessi connotati».

Scopriamo che da poche ore è stata nominata referente giovane del gruppo territoriale di cui fa parte, la chiusura di un cerchio magico, dopo anni di battaglie: «Collaborare a stretto contatto con i diversi rappresentanti territoriali, e con il coordinatore provinciale Giuseppe Giorno, sarà molto avvincente. L’obiettivo è quello d’incrementare il numero di ragazzi/e nel gruppo territoriale, e iniziare a prendere contatti con realtà associative, organizzazioni o enti, che operano nell’ambito delle politiche giovanili».

Ma qual è il suo sogno politico? 

Glielo chiediamo, e dopo averci pensato un po’, confessa: «Il mio sogno è quello di rompere veramente il soffitto di cristallo, coinvolgendo le classi sociali meno abbienti, i giovani e soprattutto le donne».

Un empowerment che non sia lo specchio di un uomo solo al comando, (simbolo di un patriarcato ancora in auge), ma di un sistema collettivo, dove si può e si deve avere voce in capitolo.

Non si può predire quel che sarà, ma una cosa è certa: con la pazienza e la dedizione si possono ottenere buoni risultati. Proprio come la goccia che scava la pietra, non con la forza, ma con la perseveranza. (mm)

Il M5S: Governo punta su opere sbagliate in Calabria

Iportavoce del Movimento 5 stelle eletti in Calabria hanno ribadito come il Governo punti sulle opere sbagliate nella regione.

«A che serve collegare Calabria e Sicilia – hanno chiesto – col mega progetto del Ponte sullo Stretto se la viabilità interna alle due regioni di fatto è inesistente? La domanda assume ancora più rilievo nel momento in cui il Governo boccia il tracciato che da Praia a Mare taglia all’interno fino a Tarsia, bloccando ogni prospettiva sull’alta velocità».

«Non è un mistero – hanno proseguito – che l’orografia della nostra regione sia complicata. Ma non riusciamo a scorgere un impegno da parte del ministero ai Trasporti per ovviare a queste problematiche nel tentativo di far diventare la Calabria una regione normale».

«I dati in nostro possesso parlano chiaro – hanno spiegato – per la realizzazione del ponte sullo stretto di Messina servono 12,5 miliardi. La Regione Sicilia contribuirà con il 10% del totale, 1 miliardo presi dai fondi sviluppo e coesione 2021-2027 e 200 milioni da quelli 2014-2020 (cioè fondi estrapolati dai Por con tutto ciò che significa: meno bandi, meno interventi sul sociale). È probabile, a questo punto, che venga ripetuta in Calabria una operazione simile».

«La Salerno-Reggio Calabria, 207 km di ferrovia ad alta velocità – hanno illustrato – costerebbe più o meno la stessa cifra del Ponte, 12-13 miliardi. Al momento però sono previsti solo i 2 miliardi per il primo lotto Battipaglia Romagnano, presi dai fondi del Pnrr, con un impegno a fare il raddoppio della galleria Santomarco tra Paola e Cosenza sebbene non esista alcun programma di investimento per la realizzazione dell’opera».

«Il che –hanno continuato gli esponenti pentastellati –pregiudica anche il futuro del porto di Gioia Tauro: senza alta velocità e senza passaggio di merci da Tarsia per l’Adriatica il porto resterebbe solo di transhipment e l’occupazione limitata alla sola area del porto escludendo ogni prospettiva di sviluppo per la Calabria».

«Non vogliamo entrare nel dibattito – hanno  concluso – su quale sia il miglior tracciato per l’alta velocità ferroviaria ma è necessario sottolineare che il servizio attualmente offerto agli utenti diventa ogni giorno più scadente. Caso emblematico il tempo di percorrenza del Frecciargento Reggio Calabria-Roma che ha subito un aumento di ben 20 minuti». (rcz)

Orrico e Tavernise (M5S): Contrari a riforma voluta da Occhiuto sui Consorzi

La deputata del M5s, Anna Laura Orrico e il consigliere regionale Davide Tavernise hanno ribadito che «il Movimento 5 stelle è contrario al testo voluto dal presidente della Regione Calabria Roberto Occhiuto riguardante la riforma dei Consorzi di bonifica rispetto alla quale neanche tutta la maggioranza che lo sostiene pare essere d’accordo».

«La riforma in questione – hanno detto – appariva sì necessaria ma non doveva essere portata avanti nella direzione voluta dal governatore. Riteniamo infatti che, come già sostenuto pubblicamente, sia sbagliato sia il metodo, oggi in Consiglio regionale verrà presentato un testo blindato su cui Occhiuto ha posto la fiducia, sia il merito considerato che non apporterà reali benefici al mondo agricolo calabrese. Non si può piegare il funzionamento delle istituzioni democratiche alle spicciole dinamiche, o alle presunte urgenze, di maggioranza prendendo decisioni che mortificano il ruolo della massima assise regionale e delle Commissioni che la affiancano».

«Sarebbe stato auspicabile – hanno concluso Orrico e Tavernise – un percorso condiviso con tutte le forze politiche, che evidentemente non c’è stato affatto, e, in particolar modo, un maggiore ascolto delle esigenze dei lavoratori. Insomma, l’ennesima occasione mancata da Occhiuto visto che le problematiche legate agli Enti consortili rimarranno quasi certamente tali». (rrc)

Contratto tirocinanti, il M5S: Ora più risorse da Governo e Regione

I parlamentari del Movimento 5 Stelle Riccardo Tucci, Elisa Scutellà, Anna Laura Orrico e Vittoria Baldino, esprimendo soddisfazione per l’emendamento approvato «che mette la parola fine al calvario di migliaia di persone appartenenti alla platea dei tirocinanti calabresi degli enti locali», hanno auspicato un aumento, in futuro, delle risorse sia da parte del Governo che della Regione Calabria.

«Con questo provvedimento inizia un percorso che consentirà a più di 4000 lavoratori di uscire dallo stato di invisibilità», hanno ricordato i pentastellati, aggiungendo che «l’emendamento consente d’inquadrare i tirocinanti nel settore delle politiche di accoglienza migratoria, nel comparto burocratico del Piano nazionale di ripresa e resilienza o nell’ambito della cura idrogeologica del territorio».

«Più dettagliatamente in tema di emergenza migratoria – prosegue la nota – grazie a questo emendamento le amministrazioni comunali saranno autorizzate, anche in deroga alle facoltà assunzionali, nei limiti delle risorse finanziarie a loro assegnate, ad inquadrare nelle relative piante organiche, anche in sovrannumero, i tirocinanti rientranti in percorsi di inclusione sociale rivolti a disoccupati già percettori di trattamenti di mobilità in deroga, realizzati a seguito dell’Accordo Quadro tra la Regione Calabria e le parti sociali del 7 dicembre 2016, già utilizzati dalle predette amministrazioni comunali ed in possesso dei requisiti per l’accesso al pubblico impiego, previo superamento di prova selettiva».

«Gli inquadramenti dei tirocinanti – hanno sottolineato i parlamentari 5 stelle  – potranno essere finalizzati altresì all’attuazione dei progetti del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) e degli adempimenti connessi, nonché a fronteggiare l’emergenza idrogeologica, rispetto al personale che negli anni ha acquisito adeguata esperienza lavorativa e competenza necessaria all’attuazione degli interventi previsti nei predetti progetti. Per la copertura dell’onere sostenuto dai comuni per le assunzioni è autorizzata la spesa di 2 milioni di euro per l’anno 2023 e di 5 milioni di euro a decorrere dall’anno 2024».

«I comuni interessati alla procedura – hanno concluso gli esponenti pentastellati – dovranno comunicare al Dipartimento della funzione pubblica entro il 31 luglio prossimo le esigenze di personale strettamente necessarie all’attuazione delle finalità di cui sopra». (rcz)

CORIGLIANO ROSSANO – L’evento “Verso Sud – La strada per crescere non è l’autonomia” del M5S

Domani pomeriggio, alle 18, a Corigliano Rossano, nella sala Ex delegazione comunale, si terrà svolgerà l’evento del Movimento 5 Stelle Verso Sud – La strada per crescere non è l’autonomia differenziata con la partecipazione dell’ex presidente della Camera dei Deputati, Roberto Fico.

All’evento saranno presenti: il sindaco di Corigliano Rossano Flavio Stasi per i saluti istituzionali; le deputate Vittoria Baldino ed Elisa Scutellà; l’eurodeputata Laura Ferrara e il consigliere regionale Davide Tavernise. A moderare l’incontro la deputata Anna Laura Orrico.

Questa autonomia differenziata è destinata solo ad aumentare fortemente il divario tra Nord e Sud. Sono in gioco diritti, risorse e principio di uguaglianza. L’evento vuole così essere occasione di informazione e confronto con cittadini, forze produttive e rappresentanti istituzionali del territorio per tenere alta l’attenzione e perché siano neutralizzate le drammatiche conseguenze che questa riforma potrebbe produrre. (rcs)

M5S: Faremo tour con Roberto Fico per spiegare insidie e pericoli di autonomia differenziata

I parlamentari del M5S in Calabria, hanno annunciato una serie di incontri, insieme a Roberto Fico, sul tema dell’autonomia differenziata per «discuterne le conseguenze in termini pratici e quanto influirà sulle nostre vite».

«Abbiamo chiamato questo piccolo tour che si articolerà in due fasi – hanno spiegato – Verso sud, la strada per crescere non è l’autonomia differenziata, poiché riteniamo che il percorso intrapreso dal governo Meloni con la forzatura di una riforma così complessa e così poco condivisa possa condurre verso condizioni di svantaggio per il meridione e non sia positiva per la coesione del Paese».

«Ne parleremo con il presidente del Comitato di Garanzia del M5S ed ex presidente della Camera Roberto Fico – prosegue la nota – in modo da analizzare le dinamiche di quella che ai più appare come una secessione camuffata delle regioni settentrionali dal mezzogiorno. E ci confronteremo con cittadini, associazioni, sindacati, forze produttive e amministratori che vogliano dare un contributo di idee per rilanciare una controproposta rispetto al disegno di legge voluto dal ministro Calderoli e dalla sua maggioranza».

«Il primo ciclo di appuntamenti – annuncia la nota –, cui parteciperanno anche tutti gli eletti del Movimento 5 stelle in Calabria e gli attivisti, si terrà il 3 e 4 marzo e toccherà Cosenza, Vibo Valentia e Roccella Jonica; il secondo, invece, arriverà a Corigliano Rossano, Crotone e Catanzaro il 14 ed il 15 aprile»

«Siamo, quindi, certi che – hanno concluso – l’iniziativa sarà utile per approfondire adeguatamente i rischi e le insidie di un’autonomia differenziata che questo governo ha pensato bene di affrontare con un salto nel buio». (rrm)

Anna Laura Orrico: giovedì a Rende il M5S in piazza contro le mafie

Le parlamentari del M5S Anna Laura Orrico, Elisa Scutellà e Vittoria Baldino, l’eurodeputata Laura Ferrara ed il coordinatore regionale Massimo Misiti hanno annunciato l’adesione del Movimento 5 stelle all’iniziativa Insieme contro le mafie promosso da organizzazioni sindacali, associazioni del territorio e studenti e scenderà in piazza con loro, a Rende, il prossimo 24 novembre.

«Il contesto in cui viviamo – affermano in una nota – è pericolosamente oggetto degli appetiti della criminalità organizzata che mira ad infiltrare e manovrare il tessuto economico, sociale ed istituzionale del nostro territorio e le numerose inchieste portate avanti dalla magistratura, in questi ultimi mesi in modo particolare, nella provincia e nell’area urbana di Cosenza, testimoniano un pericoloso stato di allerta.

Crediamo – proseguono – che sia necessario prendere posizione e contribuire alla costruzione di un argine al malaffare che sia soprattutto culturale e che sia corroborato innanzitutto dalla partecipazione dei cittadini. Ci auguriamo, in questo senso, che tanti cittadini liberi possano essere con noi in piazza ed intervenire perché abbiamo bisogno di rieducare le nostre comunità all’interesse verso la cosa pubblica ed il bene comune.

Ci auguriamo inoltre, – concludono Orrico, Scutellà, Baldino, Ferrara e Misiti – che l’iniziativa rappresenti l’inizio di un percorso, animato dalle stesse forze sane del nostro territorio che manifesteranno giovedì, indirizzato al confronto ed al dibattito su tematiche che interessano tutti e che devono appartenere a tutti come lo è la lotta alle mafie, alle discriminazioni, l’impegno verso la giustizia sociale».  (rp)

Sanità, Tavernise e Baldino (M5S): Occhiuto riporti gli imboscati in corsia

Il capogruppo in Consiglio regionale del M5S, Davide Tavernise, e la deputata del M5S, Vittoria Baldino, hanno chiesto al commissario ad acta, Roberto Occhiuto, di verificare insieme alle Asp «quanto personale assunto per le corsie è finito ad archiviare documenti o a svolgere altre attività amministrative. Il M5S è pronto a fare la sua parte, è allo studio infatti una proposta di legge regionale per riportare in corsia gli imboscati».

«A quanto ammontano i medici, gli infermieri, gli ausiliari – hanno chiesto i pentastellati – gli imboscati della sanità calabrese negli uffici amministrativi o adibiti a mansioni diverse da quelle per cui sono stati assunti? Se il 4 novembre 2021 con delibera, il Consiglio dei Ministri ha nominato il presidente Occhiuto quale commissario ad acta per la sanità calabrese, con, tra gli altri, il compito prioritario di ricondurre i livelli essenziali di assistenza sanitaria agli standard di riferimento è inaccettabile a distanza di quasi un anno, come ha denunciato il servizio giornalistico de “Le Iene” andato in onda nell’ultima puntata, continuare ad assistere imperterriti alla pratica vergognosa degli imboscati».

«I dipendenti delle aziende sanitarie – hanno ribadito – non possono essere adibiti a mansioni diverse da quelle per le quali sono stati assunti, nel rispetto della categoria e del profilo professionale di appartenenza. La Calabria non può continuare ad essere considerata una regione di ingiustizie e speculazioni di ogni sorta. Anche da questo passa la credibilità di una regione che vuole rialzarsi. Il m5s continuerà a dare un contributo fattivo ma intransigente su ogni tipo di ingiustizia». (rrc)

REDDITO DI CITTADINANZA, TRA POLEMICA
ELETTORALE E SOSTEGNO PER I PIÙ DEBOLI

di PIETRO MASSIMO BUSETTAVoto di scambio o grido di dolore? Il reddito di cittadinanza continua ad essere un tema centrale rispetto all’andamento della competizione elettorale.

In molti lo ritengono uno strumento che è stato utilizzato in modo perverso da un raggruppamento politico senza scrupoli. Il Movimento Cinque stelle lo difende a spada tratta sfidando chiunque voglia eliminare una misura che, sostengono, ha salvato molti dalla povertà in un periodo particolarmente difficile, prima caratterizzato dalla pandemia ed ora da un aumento dell’inflazione che sta erodendo molti dei redditi degli italiani e delle pensioni, soprattutto quelle più basse. 

La cosa più facile é dire che incoraggia molti a scegliere di non lavorare, perché è molto più comodo avere un sussidio, che ti arriva mensilmente, piuttosto che faticare per avere un salario decente. E poiché tale strumento è utilizzato prevalentemente nelle regioni del Mezzogiorno il pensiero conseguente é che i meridionali sono nullafacenti, scansafatiche, e per essere completi aggiungerei anche mandolinari e mangia spaghetti. Completando la serie di luoghi  comuni che individuano le popolazioni dello stivale. 

Peraltro lo strumento ha colpito  pesantemente una certa imprenditoria del Nord che era abituata, soprattutto per i lavori occasionali e stagionali, ad avere tutta la manodopera che serviva loro. Ed in molti casi avere manodopera bianca e che parla in italiano è molto più comodo che  averla nera e che balbetta la lingua. Ma ha disturbato anche molta imprenditoria del Sud, abituata ad avere una massa disponibile che pressava  sul mercato del lavoro e che invece con tale strumento è venuta meno. 

Il tema è diventato di quelli dirompenti soprattutto perché  le forze politiche, che ritengono che tale strumento vada abolito o perlomeno pesantemente modificato, si sono convinte che abbia indirizzato il voto di molti elettori verso il Movimento5S, adesso partito, che del suo mantenimento ne ha fatto un cavallo di battaglia della campagna elettorale. 

Mentre dall’altra parte il Movimento 5S sostiene che è un loro merito aver saputo interpretare le esigenze di una popolazione marginale, che versa in stato di grande bisogno. Certamente non si può nascondere che alcune volte lo strumento può incoraggiare alcuni, abituati a vivere di espedienti, mettendo insieme reddito  di cittadinanza e lavoretti in in nero, a rinunciare ad un vero lavoro strutturato.

La verità però è che di lavori che abbiano una dignità sufficiente per essere chiamati tali,  nel Mezzogiorno, ve ne sono pochi e che le esigenze di un mercato del lavoro asfittico, nel quale l’offerta dei lavoratori sopravanza pesantemente la domanda delle imprese, sono sempre estremamente limitate.

Il macigno dell’esigenza della creazione di un saldo occupazionale di oltre 3 milioni di posti di lavoro,  per arrivare al rapporto popolazione occupati dell’Emilia-Romagna,  sta sempre lì ad incombere per dare quella spiegazione del fenomeno che molti non vogliono comprendere. Se ogni anno vi sono 100.000 persone che abbandonano la realtà del Sud, con un costo per le varie casse regionali di oltre 20 miliardi, considerato che ogni individuo per essere portato alla scuola media superiore  costa 200 milioni, è evidente che la realtà meridionale è più complessa di quanti la vogliano semplificare con stereotipi che sarebbe l’ora di abbandonare. 

E che invece la capacità di affrontare le difficoltà che la vita presenta é forse molto più grande nei ragazzi del Sud di quanto non abbiano coloro che evitano pure di  andare all’università, perché tanto il lavoro lo trovano facilmente dopo le scuole medie superiori. Tra parentesi non bisogna dimenticare che moltissimi di coloro che emigrano ogni anno, per  il primo periodo, che spesso non si limita a pochi mesi,  vengono aiutati pesantemente dalla famiglia, con rimesse importanti perché la remunerazione che percepiscono non è sufficiente per mantenersi fuori casa, cosa che provoca il primo salasso. 

 Il secondo si verificherà quando i genitori compreranno loro la casa nella periferia milanese. La gente del Mezzogiorno é in cerca di una forza politica che lo rappresenti, che si prenda carico di una problematica che dal 1860 è diventata sempre più irrisolvibile.

Stanca di vedersi utilizzare come colonia dove si può catapultare la Brambilla animalista a Gela, come la Fascina semi moglie a Marsala,  cerca, delusa  da molti partiti che dichiarano di volersene occupare solo a parole, qualcuno che la rappresenti adeguatamente e che possa contrapporsi ad una Lega che porta 100 rappresentanti nel Parlamento italiano, e ad un partito unico del Nord, nel quale si inserisce anche Bonaccini del PD, che vuole quell’autonomia differenziata che in assenza dei Lep, dei quali non si parla più, possa consentire ai bambini di Reggio Emilia di avere quei servizi che quelli di Reggio Calabria non riescono nemmeno a sognare. 

Per questo quello che viene dal Mezzogiorno e che andrebbe adeguatamente interpretato é un grido di dolore, una richiesta di aiuto, ma anche un moto di rabbia, perché ormai in tanti si sono stancati di essere sudditi, non di un re, ma di una realtà nordica che indirizza risorse, investimenti, infrastrutture, servizi in generale solo verso una parte.

E che al momento opportuno fa carte false per non perdere l’investimento della Intel, che porterà tanti posti di lavoro in un Veneto che non ha nemmeno il capitale umano da impiegare nelle fabbriche. 

Quando Conte dice a Renzi di provare a scendere tra la gente, senza la sicurezza che lo protegga, in modo assolutamente sbagliato perché  è sembrata una minaccia, evidenzia che il Sud è diventato una polveriera e che il pericolo che il bisogno possa portare a delle reazioni scomposte  é immanente.  

D’altra parte anche il segnale di Cateno De Luca, che oltre ad avere poco meno del 30%, non essendo supportato da alcun partito alle elezioni regionali siciliane, riesce a portare due rappresentanti nel Parlamento nazionale dà la dimensione di un disagio che non può essere ridotto alla questua di un popolo mendicante. 

Ma non mi pare che tali chiavi di lettura siano comprese da una realtà nazionale che continua il suo percorso, minacciando con Zaia di far saltare la formazione del nuovo Governo se non si procede immediatamente con quell’autonomia differenziata che sarà un ulteriore passo verso la secessione di fatto di una parte del Paese, che apre un panorama che potrebbe portare a  scenari non prevedibili. (pmb)