Si ritira Maria Antonietta Ventura dopo le indagini su un’azienda collegata

Ritira la candidatura a presidente della Regione Calabria la top manager del gruppo Francesco Ventura Costruzioni Ferroviarie, Maria Antonietta Ventura, indicata dall’ex premier Giuseppe Conte e dal segretario dem Enrico Letta con il parere favorevole del ministro Roberto Speranza (Art.1). Un’interdittiva antimafia che ha colpito un’azienda collegata al suo gruppo ha suggerito un «passo di lato per evitare – ha detto la Ventura – che vicende, che – lo sottolineo con forza – non mi riguardano personalmente, possano dare adito a strumentalizzazioni che nulla avrebbero a che fare con il merito della campagna elettorale».

In un comunicato la manager esprime con amarezza e dolore la scelta di ritirarsi. «Avevo deciso di raccogliere l’invito a candidarmi a Presidente della Regione Calabria e condurre una battaglia fiera e leale, a viso aperto, con parole chiare e proposte concrete per ridare dignità alla Calabria e orgoglio ai calabresi». La Ventura ha voluto sottolineare la necessità di questa scelta: «Ho la responsabilità di tutelare le oltre 1.000 famiglie dei lavoratori diretti e indiretti relativi alle aziende del mio gruppo. L’impegno sociale e civico a tutela dei calabresi proseguirà, con ancora maggiore determinazione, nelle forme che da sempre porto avanti».

Secondo le prime notizie circolate ieri sera, un’azienda pugliese, collegata al Gruppo, e nella quale figurano le sorelle Marcella, Maria Antonietta e Alessandra Ventura e la madre Angela Raffaelle Perrone, ha ricevuto dal prefetto di Lecce un’interdittiva antimafia.

Un primo commento è venuto dal Presidnete di Italia Viva Ettore Rosato e dal sen. Ernesto Magorno candidato Presidente alla Regione Calabria: «Il ritiro della candidatura di Maria Antonietta Ventura dalla corsa alla presidenza della Regione Calabria – hanno dichiarato Rosato e Magorno – apre scenari nuovi e urgenti che meritano un’immediata reazione da parte delle forze riformiste e di cambiamento che vi sono nel centrosinistra regionale. È una scelta che rispettiamo e comprendiamo. Ora è il momento della responsabilità, del confronto e della ricerca di una soluzione che possa essere credibile agli occhi dei calabresi. Da tempo chiediamo al Pd un’attenzione alle vicende calabresi, ci stiamo spendendo sui territori a stretto contatto con le comunità e abbiamo percepito da subito la condizione di sbandamento del centrosinistra. Ora qualcosa è cambiato.
Ecco perché Italia Viva invita tutte le forze riformiste e democratiche che hanno a cuore le sorti della nostra regione a un ragionamento condiviso che punti a dare speranza alla Calabria, a mettere a disposizione le energie che essa esprime, a partire dalla rete dei Sindaci e degli amministratoti locali, autentici talenti di una terra che crede in se stessa, che riesce a fornire servizi e a tenere stretto il legame con le comunità. Crediamo sia arrivato il momento di una discussione franca e autentica tra tutte le forze che si ritrovano nel campo riformista e social democratico, per indicare ai calabresi una proposta politica coraggiosa e competitiva. Soprattutto vincente. Da tempo invochiamo un cambio di passo, la necessità che sulla Calabria non si giochino partite per curiosi equilibri nazionali, ma si lavori per un nuovo orizzonte per le elezioni regionali e soprattutto ora chiamiamo all’appello la Calabria migliore a ragionare insieme e a trovare una strada di emancipazione e innovazione per la nostra terra». (rp)

Elezioni regionali / Art. 1 critico con la Ventura, candidata del centrosinistra

Il coordinamento Area Centro di Articolo Uno (Movimento Democratico e Progressista) critica quanto apparso sui media relativamente all’incontro tra la candidata del centro sinistra Maria Antonietta Ventura e la coalizione che dovrebbe sostenerla. Pino Greco e Ivan Marra contestano le informazioni diffuse alla stampa su questo incontro: «Scusate – scrivono in una nota –, ma chi erano i soggetti dell’incontro? In rappresentanza di quale partito o Movimento erano presenti? Quali sono i temi trattati e qual è il manifesto politico che la Candidata ha proposto? Semplici domande che non ci saremmo posti se, sulla nota stampa fossero apparsi nomi ed argomenti.

«Non è difficile elaborare progetti e proporre percorsi politici se si conoscono le problematiche calabresi e se ci si confronta con i territori seriamente. Ci rendiamo conto però che ormai non si cerca di salvare neanche la forma, figurarsi la sostanza.

«È vero, non sarebbe difficile battere la Destra se soltanto il Candidato fosse la sintesi di un confronto vero tra le forze di Sinistra, del Centrosinistra, dei Movimenti, delle forze ambientaliste, delle Associazioni, del Mondo Cattolico e delle forze sociali e rappresentasse la voce unanime e accorata dei territori.

«Purtroppo, a oggi la realtà è ben diversa e le scelte non appartengono ai calabresi ma a ristretti gruppi che cercano con ostinazione di incastrare un mosaico senza tasselli. Voci responsabili hanno chiesto di arrestare questa deriva, di fermarsi, di confrontarsi e mettere da parte decisioni calate sulla testa di tutti.

«Noi non ci stanchiamo di chiedere la riapertura della discussione. Non ci stanchiamo di chiedere che prevalgano gli interessi collettvi e non quelli personali. Fermatevi, si sta distruggendo un patrimonio e la sconfitta questa volta avrà le sembianze di una pesante e severa punizione. Noi non vogliamo essere e non saremo complici di questa tragedia che avrà conseguenze sul futuro della nostra gente». (rp)

PRIME PROIEZIONI: LA SINISTRA VA A PICCO
CENTRO-DESTRA PERDE 7 PUNTI, E DEMA…

di SANTO STRATI – Il malumore del popolo della sinistra continua a crescere sulla scelta di Maria Antonietta Ventura a candidata del pd-5 Stelle: ovviamente non è in discussione la figura della top manager (già presidente di Unicef Calabria) bensì si contesta il metodo adottato a Roma per designare la candidatura. Da ultimo c’è la protesta di un cospicuo gruppo di sindaci a partire dal sen. Ernesto Magorno (che si candida per Italia Viva a presidente della Regione) per finire alla Città Metropolitana di Reggio dove sei primi cittadini di area pd hanno contestato la scelta romana: Caterina Belcastro (Caulonia) presidente dell’assemblea dei comuni della Locride, Giuseppe Campisi (Ardore) presidente del comitato dei sindaci della Locride, Giuseppe Alfarano (Camini), Vincenzo Valenti (Bivongi), Daniela Arfuso (Cardeto) e Domenico Penna (Roccaforte del Greco), coralmente, hanno parlato dell’«ennesimo errore politico nel metodo e nel merito» con un preciso attacco alla dirigenza regionale dem «sono tutti senza coraggio e incuranti degli interessi dei cittadini calabresi e del partito».

Diversa la situazione nel campo avversario dove oggi, alle 11 a Lamezia Terme, Matteo Salvini e Antonio Tajani (di persona) e Giorgia Meloni (in telecollegamento) “coroneranno” ufficialmente la candidatura di Roberto Occhiuto, alla presenza di Licia Ronzulli in rappresentanza dei Berlusconi, e di tutti i parlamentari calabresi, sindaci e amministratori dei partiti della coalizione di centro-destra.  La quale si presenta con un candidato unitario, premessa di una vittoria pressoché scontata.

Ma è possibile, a tre mesi dalle elezioni (data probabile domenica 10 ottobre) tracciare uno scenario di cosa succederà alle urne? Calabria.Live, in esclusiva, ha commissionato e propone i risultati di uno studio basato esclusivamente sui flussi (non sulle intenzioni di voto), simile a quello presentato in occasione delle elezioni al Comune di Reggio (ampiamente confermato dai risultati). È ancora presto, lo scenario, soprattutto a sinistra, è ancora da definire, ma come prime indicazioni lo studio di Calabria.Live permette di farsi un’idea abbastanza chiara delle tendenze dei prossimi esiti elettorali.

Il centrodestra, pur perdendo circa 7 punti rispetto al gennaio 2020, manterrebbe comunque un consistente vantaggio di 17 punti sull’alleanza PD-Cinquestelle che, a sua volta, prenderebbe meno voti di quanto i due partiti abbiano preso in autonomia nelle ultime regionali. Exploit di De Magistris che con un potenziale 12-14 %, sfonderebbe nettamente lo sbarramento ed entrerebbe in Consiglio regionale. Probabile delusione per le liste di Tansi, che arretrerebbero di due punti a tutto beneficio di DeMa, e per quelle di Magorno di Italia Viva che raccoglierebbe un insignificante 1%.

Lo studio sui flussi elettorali in vista delle Regionali di ottobre non è assolutamente un sondaggio e non tiene conto della popolarità e del consenso dei candidati presidente, ma viene condotto con modelli matematici sui risultati storici e sull’andamento dei sondaggi sui partiti nazionali.

Si tratta della stessa modalità di indagine – proposta lo scorso fine agosto – che ha anticipato, con sorprendente precisione, i risultati elettorali delle ultime Comunali di Reggio Calabria. Dati da prendere, ovviamente, con le classiche pinze per via del notevole tempo che ancora ci separa dalle urne (più di tre mesi) e da sempre possibili novità negli schieramenti. Sono quindi da considerare come indicatori di tendenze, sia pure consolidate dai numeri, che potrebbero anche registrare cambiamenti da qui al prossimo ottobre.

La sintesi dello studio

Centrodestra 48-52%

Il centrodestra, capeggiato da Roberto Occhiuto di Forza Italia in ticket con il leghista Nino Spirlì, si attesterebbe in una forbice tra il 48 e il 52%, punto medio di caduta 50%, circa 7 punti in meno rispetto a quanto conseguito dalle liste della Santelli nel 2020 (57,13%), ma comunque sempre più che sufficiente per una larga vittoria.

Nel dettaglio, il primo partito della coalizione si confermerebbe Forza Italia, grazie all’effetto traino del candidato presidente Occhiuto, con una forbice tra l’11 e il 13%, seguito da Fratelli d’Italia tra il 10 e l’11 che, a sua volta scavalcherebbe, una Lega in forti difficoltà valutata tra il 6 e l’8% (4-5 punti in meno rispetto al 2020). La lista del Presidente potrebbe toccare il 7%, mentre l’Udc confermerebbe il 6%, così come la lista Casa delle Libertà, sia pure in lieve flessione. Esordio non esaltante per Coraggio Italia che non andrebbe oltre 1,5%, anche se potrebbe conseguire un risultato più alto grazie a robuste candidature.

PD/Cinquestelle/Leu  32-34%

L’alleanza guidata dall’imprenditrice Maria Antonietta Ventura si attesterebbe tra il 32 e il 34%, 3-4 punti in più di quanto raccolto da Pippo Callipo. Ma l’analisi – che registra una fuga di consensi dei dissidenti Cinquestelle verso De Magistris – porta alla conclusione che tale percentuale è inferiore a quella raccolta in autonomia da PD e Cinquestelle nell’ultima tornata elettorale.

Nel dettaglio, il PD si confermerebbe primo partito in Calabria con il 13-14%, i Cinquestelle attestati tra il 5 e il 6, una lista Leu e Socialisti potrebbe toccare il 2%, la lista Ventura Presidente il 7, Democratici e Progressisti il 5.

DeMa/ Primavera della Calabria

Le liste di Luigi De Magistris, trainate dalla popolarità televisiva del sindaco di Napoli, potrebbero essere la sorpresa delle elezioni regionali di ottobre. Il potenziale è tra il 12 e il 14%, portato anche dai dissidenti dei Cinquestelle, da Sinistra Italiana che svuoterebbe Leu, dal movimento Primavera della Calabria di Anna Falcone.

Tesoro Calabria-Tansi

La perdita di candidati e l’occupazione dell’area del dissenso da parte di De Magistris porterebbe ad un ridimensionamento delle liste di Tesoro Calabria e Tansi che furono la sorpresa nelle ultime regionali. Per le liste dell’ex capo della Prociv, la stima è tra il 3 e il 4%.

Italia Viva

La lista di Italia Viva, guidata dal senatore Ernesto Magorno, non andrebbe oltre l’1%, sia in considerazione dei sondaggi nazionali che danno il movimento di Matteo Renzi poco oltre il 2%, ma anche per il fatto che IV ha accusato tutta una serie di defezioni sul territorio calabrese.

Fin qui le proiezioni basate sui flussi di voto delle precedenti consultazioni regionali. La sensazione è che, salvo interventi improvvisi (e salutari) la sinistra consegna il governo regionale nuovamente al centro-destra. L’ipotesi di fantapolitica di una ritrovata (?) e inaspettata unità delle varie forze progressiste e riformiste per un’intesa su Anna Falcone Presidente con un ticket di vicepresidenza assegnata a De Magistris ha fatto inorridire il cosiddetto “popolo della sinistra”, ma a conti fatti (Francesco Boccia aveva fatto un pensierino su De Magistris) non ci sono alternative.

La figura dell’attuale candidata della coalizione pd-5 Stelle Maria Antonietta Ventura è politicamente scialba se non del tutto opaca e non dovrebbe stupire un’eventuale rinuncia da parte sua nel giro di una decina di giorni, non appena avrà verificato il vuoto di consensi che si andrebbe a formare intorno al suo nome. La via d’uscita è puntare su un candidato di rottura che non può essere De Magistris (sarebbe uno smacco per il pd ortodosso) ma allo stesso sindaco di Napoli che sta mietendo consensi in crescita (comunque insufficienti a garantire il risultato) occorre offrire una via d’uscita onorevole: o la vicepresidenza della Regione o un importante ruolo politico “compensativo”. In quest’ultimo caso, il probabile ritiro di De Magistris aprirebbe a una vicepresidenza “partitica” di peso: chi meglio di Nicola Irto?, che – ricordiamolo – porta in dote 12mila e passa voti personali. Difficilmente l’ex presidente del Consiglio regionale – in uno scenario del genere – potrebbe continuare a voler restare fuori (ha comunque garantito tutto l’appoggio al candidato scelto da Roma).

Rimarrebbe il nodo della presidenza: l’idea del “sindaco” della Regione avanzata dal sen. Magorno è suggestiva e apprezzabile, ma i pd non convergerebbero mai sull’attuale sindaco di Diamante. Il prof. Enzo Ciconte che ha sparato a zero contro Enrico Letta e Giuseppe Conte in un’intervista sul quotidiano Domani è fuori dai giochi. E non ci sono all’orizzonte personalità di partito in grado di coagulare le forse di sinistra in un’armata (variegata) in grado di far preoccupare la coalizione di centro-destra.

In questa ipotesi (del IV tipo, irrealizzabile con l’attuale dirigenza), però, i numeri di una sinistra “unita contro il bis del centro destra” sarebbero molto vicini a quelli della coalizione guidata da Roberto Occhiuto e un tale (pressoché impossibile) raggruppamento potrebbe stimolare al voto migliaia di astensionisti delusi. E allora? Mentre si aspettano colpi di scena che non mancheranno, qualche nostalgico della sinistra che fu guarda con malinconia al progetto di fantapolitica Falcone/De Magistris-Irto e pensa come sarebbe bello che, una volta tanto, sulle discordie, i dissapori e gli odi personali prevalesse il buon senso e la ragionevolezza. Per il bene della Calabria e dei calabresi. (s)

 

 

 

 

 

 

Conte e Letta scelgono l’imprenditrice Maria Antonietta Ventura per la Regione

di SANTO STRATI – Alla fine la strategia (suicida) del Callipo-Bis ha prevalso e l’ex premier Giuseppe Conte e il segretario dem Enrico Letta (con la “benedizione” di Roberto Speranza – art. 1) hanno scelto di contrapporre alla candidatura – unitaria – di Roberto Occhiuto un’esponente della cosiddetta “società civile”: l’imprenditrice paolana Maria Antonietta Ventura. Ai più sconosciuta, pur guidando un’azienda di forniture ferroviarie di 700 dipendenti, e attuale presidente regionale di Unicef Calabria. Una scelta che non ha, in alcun modo, tenuto conto del territorio ratificando la sensazione dei più che il pd (e la sinistra) in Calabria o viene rifondato o è finito.

Lo ha rimarcato anche l’ex presidente Mario Oliverio che ieri ha tenuto una conferenza stampa all’Hotel T di Feroleto Antico: «c’è un disagio larghissimo nel centro-sinistra, nella base del Pd, negli amministratori locali. Un disagio che si coglie a piene mani e determinato da una deriva nella quale il centro-sinistra è come se fosse irrilevante. Questa situazione è nata con le elezioni politiche dello scorso anno ed è andata avanti progressivamente smembrando  il campo delle forze democratiche e progressiste riformiste». Al di là del nome – rispettabilissimo – Oliverio, come gran parte della base, ha contestato il metodo seguito, senza alcuna consultazione della base.

In buona sostanza, è evidente che la Calabria, per i vertici romani di PD e Cinque Stelle, è una prova generale di accordo tra due anime della sinistra che hanno governato insieme e che – disperatamente – stanno cercando quel punto di incontro che le amministrative di Roma e Torino hanno seriamente messo in discussione. La verità è che siamo messi male in Calabria, dove il Partito democratico sconta tre anni di commissariamento e Letta “subisce” le indicazioni di Conte, il quale – con tutto il rispetto e la stima che merita – “decide” per i calabresi scavalcando persino la rappresentanza (in libera uscita) dei pentastellati calabresi. Una ex compagine di tante anime, ciascuna con idee e obiettivi diversi e di difficile convergenza. Eppure, è così.

Al di là della stima dovuta a una persona di specchiata correttezza e onestà, pare evidente che la coalizione di centrosinistra abbia deciso di correre verso il precipizio: la Ventura non ha lo spessore politico in questo momento necessario per compattare o ricompattare la sinistra e le sue tante anime divisive, né ha la notorietà necessaria (che invece Pippo Callipo aveva) per raccogliere consenso tra gli indecisi e la grande platea degli astensionisti delusi e insoddisfatti della politica. È una scelta che consegna una vittoria pressoché a tavolino al centro-destra, che, peraltro, affida a una personalità di grande rilievo – Roberto Occhiuto – la futura guida della Regione, concordando per un’obbligata unitarietà che fornisce compattezza e, soprattutto, i numeri necessari per conquistare Germaneto. Certo, qualche mal di pancia sull’opzione di rinnovo della vicepresidenza a Nino Spirlì circola nella coalizione e il rischio di perdita di consenso (il facente funzioni non è molto amato da Forza Italia e Fratelli d’Italia) c’è, tanto che l’ex presidente del Consiglio regionale Mimmo Tallini lo ha invitato a capeggiare una lista nella coalizione di centro-destra e quindi contare le preferenze ottenute. Ma non è questo il problema, Spirlì sarà semmai la prima “rogna” che dovrà affrontare – in caso di vittoria – Roberto Occhiuto, per rispettare gli accordi della coalizione con Salvini.

È la sinistra, che in Calabria ha avuto sempre una tradizione di grande rilievo, che sta in grande affanno. La dispersione di voti tra pd-5 Stelle (questi ultimi in termini numerici contano quasi niente), De Magistris, Tansi e Magorno significa abdicare anzitempo alla vittoria (sicura?) del centro-destra. Eppure la soluzione – che farebbe venire grossi mal di pancia – c’è ed è più semplice di quanto possa apparire. La portavoce di Primavera di Calabria, Anna Falcone, invisa a molti dirigenti dem, sta facendo campagna elettorale per De Magistris. La sua storia e la sua appartenenza alla sinistra sono alla luce del sole: è oggi la spina nel fianco dei dem, ma sarebbe una scelta in grado di mettere qualche brivido al centro destra. L’ipotesi è suggestiva e ci permettiamo di illustrarla: la sinistra dovrebbe candidare alla Regione la Falcone, offrendo la vicepresidenza a De Magistris, in modo da creare una coalizione coesa (anche Tansi non potrebbe non accettare di impegnarsi per evitare il bis del centrodestra a Germaneto), con il ritiro di tutte le altre candidature (Magorno, in primis). Fate due conti e datevi una risposta. Ragionevolmente una coalizione di sinistra capeggiata da una figura che è “politicamente esposta” e piace a donne, giovani e militanti delusi di una sinistra in via di dissolvimento, avrebbe bei numeri e potrebbe persino raccogliere voti trasversali. Se le menti pensanti del Pd solo facessero un piccolo esercizio di logica, dimenticando dissapori e divergenze, in nome di una compagine unita dal solo obiettivo di impedire la ripetizione della vittoria del centro-destra in Calabria, forse sarebbe tutto più facile. Ma è una pia illusione.  (s)