Meditans; in diretta web oggi il dialogo Alvisi-Mortelliti sulla Calabria

Nasce nel cuore del Mediterraneo un nuovo format radio televisivo multimediale a respiro internazionale. Nasce a Reggio Calabria Meditans (acronimo di Mediteranean and Italian Native Sense) da un’idea del prof. Mauro Alvisi, scienziato delle scienze sociali, padovano ormai calabrese d’adozione, e il giornalista Raffaele Mortelliti, condirettore di Strill.it.

Le due menti, due anime diverse  del “pensare Mediterraneo”, si sono incontrate per caso e hanno deciso di mettere in piedi  Meditans per parlare del “senso mediterraneo e italiano” che rappresenta tutte le popolazioni degli immigrati italiani nel mondo. Rappresenta tutti coloro i quali si occupano di “Live style Mediterraneo Italiano” e quindi, i calabresi nel mondo, i siciliani nel mondo, campani, pugliesi, i veneti nel mondo, gli italiani nel mondo e parte dalla terra di Calabria perché come dimostrerà “Meditans” è il luogo dove tutto torna alle origini.

Da Reggio Calabria, baricentro della piattaforma e dell’agenda Mediterranea, il Mediterraneo torna protagonista ascoltando le voci di tutti coloro che vorranno partecipare a questo programma, in onda, per la sua prima edizione oggi 7 di Marzo dalle ore 12 alle 15 nei canali ufficiali e si potrà partecipare in streaming, YouTube o in live call.

«È un viaggio – dice il prof. Alvisi –, potete salire a bordo con noi e vi promettiamo di navigare in mare aperto, nel mare Mediterraneo».

Meditans ha un claim che è “Pensieri in libertà vigilanti” perché oggi, c’è bisogno di tornare ad esprimere un pensiero non troppo “politically correct” ma un pensiero divergente, un pensiero critico che si affaccia con una volontà dirompente sul futuro. La prima puntata è dedicata proprio alla Calabria e al passato che verrà perché solo chi ha un grande passato alle spalle, può esprimere con una forza cinetica quella retroazione di rincorsa che poi, porta al futuro. Occorre ritornare alle proprie origini per trovare l’innovazione perché non si può rinnovare a partire dal nulla.

Solo coloro che hanno indossato la pelle del sacrificio estremo di andare in un luogo diverso da quello natio o di origine, portano nel dna le tracce dell’ignoto di terre nuove, solo costoro possono percepire l’enigma del vivere nell’esistenza altrui, di portare il peso.

«Viviamo – chiosa Alvisi – una sorta di mattatoio intellettuale, che diventa a volte mattatoio fisico con la “deportazione dolce”di migliaia di persone che vanno a coesistere coattamente ad altri popoli. La Calabria, negli ultimi tre decenni, è meta finale di eventi legati all’immigrazione straniera diretta verso il nostro Paese. In parallelo sono diffusi gli stereotipi degli anti-italiani all’estero. Si dovrebbe lavorare per la ricollocazione, in un alveo di radici identitarie, di un popolo così antico come quello dell’Italia mediterranea, dove chi vi sbarca ne resta catturato per cultura, bellezza e autenticità di sentimenti.

Porre attenzione poi all’attacco di chi gradirebbe cancellare, annientandola, la struttura collettiva occidentale, e al cedere  ad una coabitazione coatta e confusa con altri popoli e culture. Solo mappando una nuova geografia dei bisogni e delle opportunitá, delle emergenze e delle eccellenze, attivando le “capacitazioni” di trasformare le sofferenze in soluzioni, che i nostri emigrati inascoltati possiedono, si forniranno le basi per una cooperante e intelligente nuova esistenza collettiva. Una nuova aggregazione di pace e integrazione sociale è possibile a partire dalla Concuranza».

Anticipa il prof. Alvisi: «In questa puntata di Meditans, ci concentreremo sull’importanza della Calabria nella regione del Mediterraneo e sulla complessa questione dell’immigrazione.

La Calabria, situata all’estremità dell’Italia, è una regione che gode di una posizione geografica privilegiata nel Mediterraneo. Grazie alla sua posizione strategica, la Calabria ha sempre svolto un ruolo importante come crocevia tra il Mediterraneo orientale e occidentale, ed è stata un luogo di scambi culturali, commerciali e di conoscenza. Tuttavia, la regione ha anche affrontato numerose sfide nel tentativo di gestire l’immigrazione, in particolare quella proveniente dal Nord Africa». (rrc)

QUEL NORD CHE ANCORA DISPREZZA IL SUD
PER COLPA DI VILI E IGNOBILI PREGIUDIZI

di ANTONIETTA MARIA STRATI – Una tempesta tropicale. La si potrebbe definire così la polemica che ha visto protagonisti Pierfrancesco Majorino, candidato presidente alle Regionali in Lombardia per il PD e il M5S e il presidente della Regione Calabria, Roberto Occhiuto. Causa scatenante, le dichiarazioni rilasciate dal candidato che avrebbe detto: «Regione Lombardia non è la Calabria, è una Regione che ha grandi potenzialità, un sacco di gente che si dà da fare, ha tante persone sul territorio impegnate in progetti sociali, culturali».

Dichiarazioni che non sono sfuggite al Governatore, tanto da averlo definito «scemo», sottolineando come «simili personaggi disprezzano il Sud».

Un «cretino – ha detto ancora Occhiuto in un video su Facebook – perché non sa che anche la Calabria, come la Lombardia, ha tante opportunità, tante possibilità, e ha tante persone che vanno a lavorare e che meritano rispetto. Meritano anche il suo rispetto, lui non lo sa perché evidentemente è proprio un cretino. Quindi, Majorino, come dicono i miei amici lombardi, lascia stare la politica, va a lavurà».

Una polemica che si è spenta quasi subito, con le scuse da parte del candidato lombardo: «volevo chiedere scusa per una espressione che mi è uscita un po’ infelice, questa mattina, in una trasmissione televisiva, in cui parlavamo delle difficoltà della Regione Lombardia. Ho detto che la ‘Lombardia non è come la Calabria’. Ed è sembrato quasi che mi potessi riferire ai cittadini calabresi, alla loro voglia di fare, ai loro talenti. Amici calabresi, davvero, scusate. Non intendevo assolutamente offendere la vostra creatività e forza. Anzi, credo che Lombardia e Calabria debbano collaborare ancora di più per buone politiche di sviluppo, buone politiche culturali, buone politiche sulla sanità per tutti. Detto questo, ho sbagliato e, quindi, chiedo scusa».

Scuse che sono state accettate dal Governatore, sottolineando che «per me la polemica si ferma qui».

«Certo – ha chiosato – non so se le scuse di Majorino saranno accettate anche dai tantissimi calabresi che vivono e votano in Lombardia».

Polemica finita? Forse, ma bisogna fare i conti dei danni dopo la tempesta. A ricordare a Majorino che in Lombardia ci sono «tantissimi Calabresi, tantissimi meridionali, che hanno fatto grande la nostra terra», è Licia Ronzulli, presidente dei Senatori di Forza Italia, sottolineando come «se oggi  la Lombardia è la regione più produttiva del Paese, la locomotiva d’Italia, è anche grazie a chi ha lasciato la sua terra, i suoi affetti, le sue radici, per venire qui a dare una mano e a renderci orgogliosi di ciò che siamo e di ciò che possiamo esibire anche all’estero».

Non ci va leggero nemmeno Giuseppe Mangialavori, presidente della commissione Bilancio alla Camera e coordinatore Fi della regione Calabria, evidenziando come «il candidato Majorino ha perso una ottima occasione per tacere. Il suo paragone è infausto, vergognoso ed offende non solo i calabresi ma tutti gli italiani».

«Majorino – ha detto Mangialavori – mostra di non conoscere la splendida realtà della regione Calabria, che non solo vanta un patrimonio artistico e culturale che tutto il mondo ci invidia, ma un tessuto imprenditoriale di tutto rispetto, menti capaci, lavoratori dediti e laboriosi che hanno fatto grande anche la regione Lombardia e non solo. Non basta ora chiedere scusa e dire ho sbagliato, troppo facile. Così come è troppo facile stracciarsi le vesti contro l’autonomia differenziata, in nome di una Italia unica e indivisibile, e poi lanciarsi in paragoni che di fatto svelano il vero pensiero della sinistra».

«La regione Calabria – ha concluso Mangialavori – ha grandi potenzialità, così come molte regioni del Sud. Con il progetto di autonomia differenziata che il centrodestra vuole mettere in atto, avrà risorse e mezzi per esprimerle appieno. Questa è la differenza tra noi e loro».

Non si sprecano nemmeno i commenti sotto ai video del Governatore e del candidato lombardo di tanti calabresi. Un utente commenta: «siamo stanchi, come meridionali, di essere in continuazione insultati ed offesi nei vari programmi televisivi!». Un altro ancora, dicendo di essere un calabrese che vive in Lombardia, scrive: «più che la boutade di majorino mi sconvolge il pattume per le strade quando torno in Calabria. Ma quando andare alla cittadella non vedete lo schifo sulla due mari? C’e tanto di cui vergognarsi nella nostra bistrattata terra».

Francesco Filippo, rivolgendosi al presidente Occhiuto, pone una riflessione: «Majorino poteva evitare di dire certe cose e magari perderà dei voti per questo perché ha offeso la Calabria e i Calabresi e tanti vivono in Lombardia ma il punto secondo me è proprio questo, perché tanti calabresi vivono o si curano al Nord, purtroppo devo dire che quello che ha detto Majorino lo pensano in tanti, ma lui l’ha detto. Bisogna invertire la rotta far cambiare idea a queste persone con i fatti, mi auguro che lei Presidente possa riuscire in questo faccia in modo che i calabresi siano orgogliosi della Calabria ovunque essi siano».

Antonietta Pastore, dal Piemonte, scrive: «Quel “signore” non sa che il motore della Lombardia sono i tantissimi e bravissimi uomini e donne del sud che hanno lasciato il cuore a casa loro e portato braccia e cervello al Nord. Quanti lombardi originari del posto vivono e producono lì e quanti i meridionali di varie generazioni? Il PD continua a fare bellissimi regali agli altri partiti, anche a quello dei non votanti. Abbiamo capito in tanti che devi essere “speciale” per stare nel PD, sebbene con qualche sparuta eccezione».

Questa bagarre tra Majorino e Occhiuto ha acceso, ancora una volta, i riflettori sui temi più critici della Calabria: l’emigrazione, la sanità in frantumi, il poco lavoro e una pessima reputazione.

Proprio nei giorni scorsi, all’insediamento della Giunta dei Calabresi nel mondo, il prof. Mauro Alvisi ha relazionato sul tema La tutela reputazione della Calabria.

«Per troppo tempo si è raccontata una narrazione distorsiva e lesiva di questa straordinaria e antichissima terra. Tanto da farne un clichè disforico, di luoghi comuni tendenti al vilipendio del popolo calabrese in Italia e nel mondo», ha detto Alvisi, focalizzandosi, poi, sulle «fascettature che influiscono negativamente sulla reputazione della nostra regione: La Calabria è ultima in Italia per alcuni indicatori quali, ad esempio, le infrastrutture. Sarebbe più semplice ovviare ai problemi collegando la viabilità interna, senza abbandonare il progetto cardinale del ponte sullo Stretto».

«Per non parlare, poi, del fuoco amico – ha rilevato Alvisi – cioè tutti i conterranei che purtroppo cadono nel gossip facile del discredito della terra d’origine, diffondendo leggende lesive sulla Calabria. I media, in particolare, internazionali, nazionali e perfino locali drammatizzano spesso morbosamente e in modo eccessivo sui problemi locali».

Ma non sono solo questi il problema. L’esempio lo ha dato proprio il candidato Majorino, con la sua infelice uscita. E non importa che abbia chiesto scusa, perché le sue parole sono la rappresentazione perfetta del pensiero lombardo, della maggior parte del Nord, che vede il Meridione come una colonia da sfruttare, un frutto da cui spremere fino all’ultima goccia per poi buttarlo via. Bisogna smetterla con questo pensiero. Bisogna smetterla con la narrazione sbagliata di un Sud che non lavora e che non è laborioso. Tanti politici ed esponenti hanno detto, tante volte, che «il Sud può fare da traino all’economia del Paese». E poi uno ci crede. Ma poi arrivano queste dichiarazioni e tutto scoppia come una bolla di sapone.

Prendendo in prestito le parole dello scrittore e giornalista Pino Aprile, «io mi sono stufato di sentir parlare colpe e dei demeriti del Sud». (ams)


NESSUNA INDULGENZA, SCUSE DA RINVIARE AL MITTENTE

Gran parte dei nostri attuali politici (si fa per dire…) non manca ogni giorno di deliziarci di “perle” che ispirirerebbero almeno un sorriso, se non fossero terribilmente il segnale di un decadimento totale della classe politica. Lo scivolone di Majorino non si può cancellare con le pronte scuse offerte dall’insensato (e dilettantesco) politicante di turno, perché è ora di pretendere dalla classe dirigente un minimo di serietà e di sobrietà nei discorsi, a qualunque titolo e su qualsiasi tema. È facile parlare a vanvera sapendo poi di potersene uscire con “scusate, n’è scappato”. No ,questa volta ci permettiamo di suggerire nessuna indulgenza perché prendano nota tutti gli oppositori del Sud (purtroppo ce ne sono a valanga) che la Calabria, i calabresi, ma tutto il Mezzogiorno, non ci stanno più a subire e sopportare insulti frutto di preconcetti che si pensavano superati e sepolti dall’intelligenza dei cugini del Nord. Invece, la mamma dei cretini è sempre incinta. E se ne renderà conto Pierfrancesco Majorino, alias signor “perdifacile alle elezioni”, quando farà i conti, in Lombardia, con un milione e ottocentomila calabresi che vivono lì e hanno portato ricchezza e prosperità alla “sua” terra e che si sono sentiti umiliati e offesi da un signor nessuno. (s)

S’insedia a Germaneto la nuova Consulta dei Calabresi nel Mondo

Oggi pomeriggio, martedì 7 febbraio, alle 14.30, in videoconferenza mondiale, è convocata la prima riunione della Consulta dei Calabresi nel Mondo della presidenza Occhiuto, un organo previsto dallo Statuto della Regione, per troppo tempo trascurato e non adeguatamente valorizzato. La ex Consulta dell’Emigrazione, voluta dalla legge regionale 8 del 2018, oggi diventata “dei Calabresi nel Mondo” e che qualcuno vorrebbe trasformare in “all’Estero”, era nata per dare “centralità a tutte le iniziative tese a diffondere la conoscenza della cultura italiana, con particolare riferimento a quella calabrese, quale strumento per la conservazione dell’identità culturale della terra d’origine, con particolare riguardo alle attività di informazione e comunicazione sulla realtà storica, economica, sociale, turistica e culturale della regione Calabria”. E per conseguire tale obiettivo conta su un’ampia rappresentanza mondiale di calabresi che vivono fuori della regione.

La compianta Jole Santelli aveva intuito il potenziale di tale organo, valutando bene la forza dei suoi testimonial “gratuiti” sparsi in ogni angolo della terra. La sua repentina scomparsa ha ritardato l’attività della Consulta nominata (però, su disposizioni lasciate dalla stella presidente Jole) durante il periodo del cosiddetto “interregno” del vicepresidente ff Nino Spirlì.

Il nuovo presidente Roberto Occhiuto non ha sottovalutato il valore di quest’organo, guardando però alla necessità di ricreare la reputazione della Calabria nel mondo. Per questo, la nuova Consulta si muoverà proprio su questo indirizzo: ridare immagine positiva della Calabria e dei suoi figli. Non per niente, Occhiuto ha chiamato a introdurre la prima seduta di oggi il prof. Mauro Alvisi, docente universitario e massimo esperto di livello internazionale di studi reputazionali, dopo i saluti istituzionali della vicepresidente Giusi Princi e del dirigente Generale del Dipartimento Transizione Digitale e Attività Strategiche Tommaso Calabrò. Interverranno anche il dott. Vincenzo Ferrari Dirigente del Settore “Rapporti con le Autonomie Locali e loro aggregazioni, Affari Generali ed Istituzionali, Comunicazione Pubblica e Istituzionale” e l’avv. Annalisa Mazzei, Responsabile dell’Unità Operativa “Ufficio Emigrazione”.

Alvisi parlerà della tutela reputazionale della Calabria. Seguirà un intervento del sen. Basilio Giordano (dal Canada)  su idee e suggerimenti della comunità cananadese, e, quindi, una relazione del prof. Lino Potenza su “L’evoluzione della Consulta e dei rapporti tra Regione ed Associazioni negli anni”. Concluderà la sessione preliminare il prof. Agostino Miozzo parlando della “nuova Regione Calabria” che “si riapre all’Europa e al mondo: un percorso difficile ed una scommessa da vincere”.

Alle 16.30 l’insediamento ufficiale dei 43 Consultori nominati dal Presidente Occhiuto, la loro presentazione pubblica e quindi il voto per la costituzione del Consiglio Direttivo che dovrà scegliere il Vicepresidente della Consulta.

A norma di legge, la Consulta doveva essere costituita 60 giorni dopo l’insediamento del Presidente: è un ritardo che i fatti potranno far dimenticare facilmente. L’importante è utilizzare il potenziale straordinario costituito da oltre sei milioni di calabresi che vivono fuori della regione e che, orgogliosamente, aspettano di poter fare la loro parte per sentirsi non solo utili ma anche più vicini alla propria terra. (rcz)

Mauro Alvisi presidente del Centro Studi Multidisciplinare e Osservatorio sulla Disabilità

È nato, con la nomina alla presidenza di Mauro Alvisi, il Centro Studi Multidisciplinare ed Osservatorio sulla Disabilità, le povertà e il disagio sociale dell’Associazione Nazionale Invalidi del Lavoro e Disabilità Diffusa.

Obiettivo del Centro Studi, quello di unire e coinvolgere risorse umane, intellettuali e grandi competenze scientifiche. Compito di alto profilo e impegno sociale, perché dovrà cercare di suscitare il necessario interesse della comunità, calamitando anche l’indispensabile sostegno economico intorno ad un obiettivo di studio e di ricerca.

Scopo di tale Organo è anche quello di avere funzioni consultive e di supporto tecnico e scientifico non solo per Anildd, ma anche per tutte le altre Associazioni ed Organizzazioni etico sanitarie di riferimento, non escluso quale organo consultivo per le Istituzioni governative. Infatti, tra le attività che sono demandate, citiamo l’elaborazione delle possibili politiche nazionali in materia di disabilità, povertà e disagio sociale, con la finalità di far evolvere e migliorare l’informazione su tali gravosi e pressanti argomenti.

Nel contempo, tra l’altro, il Centro Studi Multidisciplinare vuole fornire un contributo di sostanza al miglioramento del livello di efficacia e di adeguatezza delle politiche sin qui adottate, al fine di dare valido supporto alla Sanità Nazionale, offrendo e creando appositi Progetti Obiettivo sulla disabilità, le povertà e il disagio che diano quindi vita a programmi Ecm per dirigenti ed operatori, attivazione di linee di ricerca sulla partecipazione attiva delle persone con disabilità comunque subite. Non di meno, la programmazione di eventuali ed opportune campagne pubbliche sulla Convenzione Onu, sulla dignità, uguaglianza di opportunità, partecipazione, inclusione.

Tale compito è affidato quindi al Centro Studi Multidisciplinare e Osservatorio sulla Disabilità e principalmente, al prof. Mauro Alvisi, di recente salito alla ribalta delle Scienze Sociali con il suo Trattato Generale della Concuranza, il nuovo paradigma dell’intelligenza collettiva cooperante. Con la nomina del 29 agosto ne assume la Presidenza, sostituendo e allargando nella multidisciplinarietà del nuovo organo l’encomiabile lavoro svolto in precedenza nel Centro Studi Anildd, dall’ing. Mario De Santis che termina per fine mandato, a cui va il plauso e riconoscimento della nostra Associazione e Comunità Scientifica, per il lavoro svolto. Il prestigioso incarico, conferito all’unanimità dal Consiglio Direttivo di Anildd è stato, quindi, ratificato ufficialmente dal Presidente Nazionale ing. Pasquale Marasco e dal Vicepresidente Nazionale dott. Alfredo Ponzo, nei giorni scorsi.

Confermati il Vicepresidente prof. Enzo Ungaro Cutini ed il Consigliere dott. Pietro Battipede. Il Prof. Alvisi potrà contare, inoltre, su di una squadra di scienziati e specialisti nei vari campi di riferimento, che hanno già inoltrato le loro candidature e manifestato la propria disponibilità ed interesse a far parte dell’organico del Centro Studi.

Nel ringraziare il Prof. Alvisi per aver aderito all’alto spirito sociale e volontario del Centro Studi Multidisciplinare, accettandone la Presidenza, così come per l’etica ed il senso “dell’altro”, inteso come nostro prossimo, insito in Anildd e nel suo messaggio Statutario, il presidente e la Giunta Esecutiva desiderano confortarlo sulla certezza del loro totale apporto e vicinanza, anche in vista delle importanti sfide che certamente non mancheranno nell’ambito del suo mandato. Anildd esprime quindi la sua fiducia al nuovo Presidente, al Vicepresidente ed ai Consiglieri, augurando nel contempo di vivere una esperienza entusiasmante, arricchente e motivante.

Il prof. Alvisi, infatti, ha già presentato un cronoprogramma del suo impegno istituzionale, che sarà ispirato dal nuovo paradigma della Concuranza, di cui è autore. Infatti l’Osservatorio e Centro Studi, intende, sotto la sua conduzione affrontare questi temi chiave:

  1. Interfacciamento con il Ministero del lavoro, della salute e delle politiche sociali, dell’istruzione e dell’Università e della Ricerca Scientifica per tutte le problematiche e/o progetti anche formativi, da realizzare nell’ambito di riferimento
  2.  La promozione di studi e ricerche sulla disabilità, le povertà e il disagio sociale e familiare, cause e prevenzione in Italia e all’estero;

  3. La pubblicazione di un rapporto biennale sull’andamento del fenomeno della disabilità, povertà e disagio sociale, e sullo stato di attuazione della normativa europea, nazionale e regionale su tali argomenti

  4. La pubblicazione di un bollettino periodico di informazione e promozione di altre iniziative volte alla diffusione della conoscenza della disabilità, povertà e del disagio, della relativa forma e possibilità di associazionismo, al fine di valorizzarne il ruolo di promozione civile e sociale

  5. L’approvazione di progetti sperimentali e/o elaborati, anche in collaborazione con gli enti locali, o altre associazioni per fare fronte a particolari emergenze sociali e per favorire l’applicazione di metodologie di intervento particolarmente avanzate, d’intelligenza collettiva cooperante

  6. La promozione di scambi di conoscenze e forme di collaborazione fra le associazioni di promozione sociale italiane e fra queste e le associazioni straniere. Assicurando, altresì, il coordinamento ed integrazione delle politiche sanitarie con le altre politiche di interesse della disabilità, povertà e del disagio, coinvolgendo anche organizzazioni di famiglie, interessate all’argomento. Tali argomenti saranno sviluppati nei settori più critici ed in particolare: sociale – abitativo – educativo – occupazionale – rispetto, integrazione ed inserimento della persona

  7. La definizione di possibili linee guida in materia di diagnosi e presa in carico delle persone con patologie psichiatriche e disabilità intellettiva relazionali e di accesso alle strutture sanitarie di base e specialistiche e ospedaliere per rispondere appropriatamente anche alla loro vulnerabilità e comorbidità

  8. Nel contesto generale della sanità Nazionale, la creazione di appositi Progetti Obiettivo sulla disabilità, la povertà e sul disagio, che dia vita a: programmi Ecm per dirigenti e operatori, attivando di linee di ricerca sulla partecipazione attiva delle persone con disabilità o disagio sociale anche a seguito di traumi e violenze fisico-neurologiche, a ciò che le riguarda e sul sostegno tra pari, programmazione di eventuali ed opportune campagne pubbliche sulla Convenzione Onu, sulla dignità, eguaglianza di opportunità, partecipazione e inclusione anche con ricerca e sensibilizzazione di  partner pubblici e privati interessati

  9. La applicazione di sistemi di armonizzazione/riunificazione dei servizi e dei trasferimenti (in ambito e contesto progettuale mirato), che assicurino la ricomposizione delle misure, la trasversalità degli interventi, l’unitarietà dei programmi e la coerenza degli obiettivi (a partire dalla effettiva attuazione del progetto di cui all’art. 14 Legge 328/00) previa ridefinizione dello stesso ai sensi della Convenzione Onu, anche in accordo con le altre Associazioni del settore

  10. Nel contesto medico-sanitario, in ambito della disabilità e del disagio, applicazione Legge 38/2010 “Disposizioni per garantire l’accesso alle cure palliative e alla terapia del dolore” anche al di fuori delle condizioni di malattia oncologica, con attenzione alla prospettiva di qualità di vita
  11. Predisporre ed organizzare, con cadenza biennale o triennale, una conferenza nazionale sulla Disabilità, le Povertà e il Disagio Sociale, alla quale partecipino i soggetti istituzionali e le associazioni interessate

Normativa di riferimento

  • L. 460/97 Riordino della disciplina tributaria degli enti non commerciali e delle organizzazioni non lucrative di utilità sociale
  • L 383/2000 Disciplina delle associazioni di promozione sociale
  • L. 675/96 Tutela delle persone e di altri soggetti rispetto al trattamento dei dati personali
  • D. Lgs. n. 196/2003 “Codice in materia di protezione dei dati personali

Attività di riferimento

  • Il sostegno delle iniziative di formazione e di aggiornamento per lo svolgimento delle attività associative nonché di progetti di informatizzazione e di banche dati nei settori disciplinati dalla presente legge, sempre negli ambiti di riferimento della Disabilità e del Disagio sociale
  • Nella tenuta e nell’aggiornamento del registro (nazionale) degli eventi, cause, modalità, statistiche, concause, determinate o determinanti nell’ambito della Disabilità e del Disagio

  •  L’ideazione e sostegno delle iniziative di formazione e di aggiornamento per lo svolgimento delle attività associative nonché di progetti di informatizzazione e di banche dati nei settori inerenti, e disciplinati dalla presente legge. (rrm)

NON C’È TURISMO SE MANCA REPUTAZIONE
IN CALABRIA IL FUTURO RICOMINCIA DA QUI

di MAURO ALVISI – La mia discesa qui in Calabria ha inizio quasi sei anni fa a Catanzaro, quando chiamato dalla municipalità e dai maggiorenti calabresi tenni, quale massimo esperto internazionale, una riuscita conferenza sul marketing e la valorizzazione del territorio, tutta incentrata sul Critical Success Factor della reputazione, questa misconosciuta. 

Ci ero passato prima di sguincio in due differenti occasioni. Nell’estate del 1990 per una vacanza estiva a Scalea, ospite onoratissimo di una famiglia di luminari della medicina veneta, originari del luogo (che poi realizzai essere quasi un’enclave napoletana nelle prime propaggini calabresi). Per la verità non felicemente percepita. Poi nel 2004, quando nell’allora governo Berlusconi collaboravo, quale esperto per la valorizzazione del territorio, con la Presidenza del Consiglio dei Ministri. In carico al Ministero Affari Generali (che reggeva il siciliano Enrico La Loggia) e a quello degli Esteri, condotto da Franco Frattini. Furono però due straordinari personaggi locali, che per ragioni di privacy ribattezzo qui Madonna dei Girasoli, straordinario esempio dell’accoglienza e della concuranza calabrese e il Superdon, un generoso Paperone e a pieno diritto un accademico della strada (come gli piace definirsi) a convincermi che avrei dovuto piantare tende qui. 

Oggi nel Decisions Lab (il Laboratorio della Scienza delle Decisioni, all’Università Mediterranea di Reggio Calabria), insieme a tanti eccelsi talenti della ricerca, mi occupo di performetrica (metrica delle performance dei sistemi complessi), e in particolare della misurazione e certificazione della reputazione. Dei territori, delle istituzioni, delle organizzazioni, delle imprese, dei manager e di ogni identità individuale e collettiva.

Napoleone parlando dell’attacco alla reputazione affermava fosse come una batteria di cannoni al tiro, quando ne senti il rumore sei già sotto bombardamento. Oggi l’intero ecosistema e sociosistema delle relazioni e delle interconnessioni a valore aggiunto, o se preferite l’economia della fiducia, o come la chiama il Pontefice Francesco L’economia del Noi, si basa essenzialmente sul patrimonio reputazionale di cui si gode e di cui si può dar prova inconfutabile, certificandolo. Gli economisti e gli analisti finanziari più accreditati sostengono addirittura che ad ogni incremento parziale del ranking e/o del sentiment reputazionale percepito corrisponda, in modo direttamente proporzionale, un incremento sensibile del volume quanti-qualitativo delle performance sociali ed economiche di un territorio, di un brand, di ognuno di noi. Esiste oramai un’ampia letteratura di casi a suffragio universale di questo postulato, non più teorico. 

Abracalabria. Chiamai così il mio intervento nel giugno del 2016 a Catanzaro, seguito più tardi da un riuscitissimo convegno di Confindustria Reggio, presieduta allora dal vero pioniere dell’incoming turistico calabrese, Giuseppe Nucera, replicato poi anche al Senato della Repubblica. Già il turismo. Risorsa ipertrofica di questa terra, una miniera d’oro di proporzioni inestimabili e per larga parte ancora tutto da estrarre. 

A Falerna Marina (CZ) ieri, nella splendida cornice del resort di Villa Ventura, si è tenuta la giornata di chiusura della partecipata tre giorni sugli Stati Generali del Turismo in Calabria. A tracciare le linee generali e programmatiche finali del Piano di Sviluppo Turistico Sostenibile della Regione, si sono alternati sul palco Fausto Orsomarso, Assessore Al Turismo e al Marketing del Territorio e Roberto Occhiuto, Presidente della Regione. A margine dell’incontro le due figure apicali hanno risposto ad alcune mie domande, focalizzate sul tema baricentrico della reputazione calabrese, o come lo chiamava la compianta e amata Jole Santelli il riscatto reputazionale della Calabria.

– Assessore Orsomarso Dai lavori di questi riusciti Stati Generali sono senza dubbio emersi alcuni punti di forza e di debolezza della regione e forse anche qualcosa che minaccia la buona riuscita del Piano in via di definizione?

«Non vedo alcun tipo di minaccia a parte quella che potrebbe sorgere dal non attuare tutto lo straordinario scambio con gli operatori e con i media che ricaviamo da questa esperienza aperta di dialogo e concertazione. I punti di debolezza della Calabria sono andati calcificandosi negli anni, quasi per l’inerzia della non azione che ha connotato la gestione della cosa pubblica. Il turismo per questa terra è un fattore determinante per lo sviluppo futuro, per gli indicatori economici di crescita, la nascita e il mantenimento dell’impresa turistica e commerciale, la creazione di nuovi posti di lavoro I punti di forza della Calabria vanno fatti tutti conoscere e riconoscere. Quasi come se fossimo all’anno zero. L’esperienza di governo con Jole Santelli mi ha lasciato moltissimo sul piano umano e professionale, quella con il Presidente Occhiuto, per quanto già impostato nei primi sei mesi, promette di essere davvero capace di trasformare questa terra. Come ha sostenuto il Presidente nel suo intervento, il suo stile di conduzione è eterarchico e libertario. Da spazio alle iniziative dei diversi assessorati. Incita a moltiplicare le iniziative, spendendo la sua grande autorevolezza a Roma come a Bruxelles e nel mondo. Un gioco di squadra. Questa riuscita kermesse del turismo, può diventare un appuntamento ricorsivo. Per decidere occorre ascoltare gli stakeholder. Nessuno escluso».

– Sul tasto della reputazione il presidente ha battuto non poco. Lei pensa che la Calabria abbia ancora un problema reputazionale in atto?

«Io sostengo che qui dentro la nostra terra e lì fuori nel mondo si conosca ancora in minima parte cosa sia questo straordinario territorio. Penso che una narrazione distorta e stereotipata della Calabria sia responsabile di un percepito non corrispondente ai valori e ai voleri dei calabresi tutti. Sono oltre sei milioni i Calabresi nel mondo. Possono essere una straordinaria opportunità per il turismo delle radici. Si pensi a cosa accadrebbe se un 10% di loro decidesse di scegliere la propria terra natale come destinazione frequente. E ognuno di loro e di noi è anche ambasciatore di grandi valori. Quelli che fanno di questa terra e di questa nostra gente un’eccellenza mondiale per capacità di accoglienza. Quindi la reputazione si costruisce con gli atti di ogni giorno. Però se poi non esce una corrispondente narrazione delle virtù, una comunicazione efficace e attrattiva si finisce per essere schiacciati dal luogo comune più becero, penalizzando interi comparti strategici, come il turismo e la valorizzazione del territorio».

Un bilancio quindi più che positivo di queste giornate di lavoro a Falerna?

«Più che positivo lo definirei a tratti sorprendente. La Calabria ha davvero voglia di riscatto, di ripartenza. Gli operatori del turismo ne sono la prova. Non lasceremo nulla di intentato nel piano pluriennale che stiamo andando ad attuare a breve».

Le parole del Presidente Roberto Occhiuto, raccolte a caldo, sono cariche di pragmatismo liberale. Ha chiuso ricordando quanto apprezzi le critiche, da dovunque, chiunque e comunque provengano «mi sono da stimolo competitivo – sottolinea- come un’esortazione adrenalinica a dare il meglio sempre».

– Presidente Occhiuto, la sua giunta da lei sferzata, è molto attenta al tema della reputazione della Calabria. Un tema fondamentale del diverso racconto che questa terra merita verso se stessa e la sua gente, verso l’Italia e verso il mondo. Una componente davvero rilevante per le ricadute che riguardano da vicino l’industria turistica regionale. Quanto è fondamentale a suo giudizio poter dichiarare e certificare che la reputazione del territorio è in crescita, è positiva, con dati euforici e non disforici come spesso vengono associati alla Calabria?

«La Calabria intanto va misurata. La reputazione si costruisce nel tempo. C’è una reputazione erronea e del tutto fuori luogo, che nasce da autolesionismo portato alle volte all’ennesima potenza. Un racconto disforico davvero sproporzionato e alcune manovre che vanno concertate bene in cabina di regia. Se per esempio si considera questo evento felice degli Stati Generali del Turismo, che definirei anche di spessore culturale come tanti nostri beni ed eventi, un attrattore culturale che poi non si contestualizza e prosegue in un turismo organizzato diventa un risultato deprimente, una mossa sbagliata e inefficace. I lavori di Falerna non sono stati una mera occasione di autocelebrazione. Abbiamo passato ore e ore ad analizzare i punti di debolezza, le carenze strutturali, le manovre correttive di rilancio, Tutto questo poi organizzato bene, raccontato bene e sempre meglio si trasforma nella maturità di una reputazione complessiva dei luoghi, borghi, città e attrattive del territorio calabrese quali destinazioni elettive del turismo nazionale e internazionale. Cito quale esempio Tropea, città di duemila abitanti con un’ottima reputazione e una eccellente qualità dei servizi turistici resi al visitatore. Tutta la Calabria è orientata verso la crescita. Il turismo ha una notevole incidenza sul nostro PIL e noi possiamo anche raddoppiare questo risultato». 

– L’economia della reputazione ha dimostrato la diretta connessione tra i Key Performance Indicators del sentiment reputazionale percepito di un territorio e la relativa capacità attrattiva e performante dello stesso. Uno studio del 2015, solo sette anni or sono, dimostrava che alcuni presunti fattori di negatività reputazionale si controvertivano nella percezione pubblica internazionale della Calabria. Come ad esempio la sorpresa di essere tra le eccellenze assolute per capacità di accoglienza del turista. Non crede che una misurazione certificata della reputazione calabrese, mettendosi nel ventaglio di altre aree turistiche competitrici che già la posseggano, possa essere un valido punto d’origine per l’attacco e la difesa reputazionale? Un supporto tecnico al lancio distintivo di un nuovo storytelling?

«Ci stiamo lavorando e possiamo continuare a lavorare sempre in questa direzione strategica. Abbiamo dei Paesi target sui quali concentrare maggiormente la percezione di buona reputazione. La Calabria all’estero è spesso poco conosciuta o misconosciuta. La reputazione della Calabria, anche quella nazionale, è in via di progressivo miglioramento. Lo abbiamo visto anche qui, in questi giorni. Sono le dimensioni del renderlo noto, del raccontarlo diffusamente che vanno allargate. Dobbiamo investire, anche se è ovvio che non dobbiamo né possiamo strafare perché non possiamo creare una domanda superiore alla risposta, alla capability dell’offerta proponibile e sostenibile. Alcuni nostri territori non sono ancora pronti a superare quel 6% di presenze straniere complessive che sono assolutamente migliorabili. Per dirne una anche solo la capacità di rispondere in inglese o nella lingua del visitatore rappresenta un indubbio fattore di successo».

– Quali sono, per amore di sintesi, le tre cose importanti che lei porta a casa da questi Stati Generali di Falerna?

«Non si tratta di una sola manciata di cose o mosse ma di un programma integrato che presenteremo, a partire dalla massima rassegna turistica che è imminente, ovvero la BIT di Milano. È una strategia di penetrazione del mercato nazionale e estero, dotata di una serie di strumenti e investimenti correlati, di comunicazione e marketing territoriale e diversificazione dell’offerta turistica, anche in un’ottica destagionalizzante».

– Quindi è un piano che qui avete sottoposto al contributo e al giudizio degli operatori turistici regionali?

«Certamente. L’istituto del dialogo è funzione imprescindibile del governo di una regione. In ogni comparto. Queste giornate, grazie a questa nuova piattaforma, hanno consentito a tutti di scrivere il futuro del turismo a breve e medio termine».

Un ultima domanda Presidente. Qual è lo scenario maggiormente minaccioso per il turismo regionale, da evitare assolutamente?

«La minaccia si esprime solo nei termini della competizione. Attiene al mercato e al saper sempre starci al meglio. Riguarda l’efficacia e l’efficienza degli operatori che vendono servizi. La regione Calabria non può sostituirsi al mercato. Può favorirne in ogni modo la libera espressione imprenditoriale, aumentando i fattori endemici di attrattività. Non ci sono pertanto minacce precostituite. Va posta al cento la cura e l’attenzione per il fruitore di vacanze ed esperienze culturali e ricreative e affaristiche del nostro territorio. Il turismo è mutato negli anni, come suggerisce il titolo degli Stati Generali, i turismi sono variegati e molteplici come i target e le nicchie che li riguardano. Il turismo culturale, quello delle origini, quello religioso e quello termale rappresentano canali di domanda e offerta a volte verticali a volte interconnesse. Bisogna pertanto investire oculatamente le risorse per attrarre i flussi turistici adeguati».

Se si volesse seguire il fondamento filosofico del sillogismo, che prevede che a due premesse certe e accettate se ne possa postulare una terza, quale logica conseguenza delle prime due, dovremmo allora affermare con certezza come in assenza di una certezza reputazionale opponibile al rumore della comunicazione e dell’informazione fake driven sulla Calabria, non si possa davvero difendere il patrimonio identitario e valoriale del suo eccellere, a volte inconsapevolmente, in così tante aree. Né tantomeno predisporre un programma di ingegneria reputazionale, ossia un piano di life time reputation, che consente di attenzionare tutte quelle emergenze reputazionali che discendono da una narrazione lesiva e schiacciata del territorio, come associabile al crimine organizzato, cosa che offende e mistifica la vera natura della gente di Calabria. 

Non vi è valore certo dimostrabile senza una certa reputazione rappresentabile scientificamente. Oggi è possibile certificarla a livello europeo e quindi nel mondo. Facendola riconoscere da Accredia in questo Paese e dalle Nazioni Unite attraverso l’UNAI, United Nation Academic Impact, l’organizzazione dell’ONU per l’impatto scientifico delle pratiche scientificamente rilevanti e certificabili. Si tratta infatti di ricollegarsi allo schema Bloomiano della conoscenza. Il Sapere è funzionale al saper Fare solo quando si raggiunge il Saper Essere con il Far Sapere. Con la marcata differenza da dichiararsi una volta per tutte. 

L’era della pubblicità e della notorietà sta lasciando il testimone a quella della reputazione e del societing, dell’intelligenza collettiva cooperante, quella concurante e mai più noncurante. È curioso osservare che la buona o eccellente nomea, un diverso e forse più elegante termine di appellare la reputazione, sia l’anagramma dell’antico etimo medioevale e rinascimentale di monea ovvero moneta. Guarda caso per onomatopea etimologica molto simile all’inglese money, il caro vil denaro. Più chiaro di così. 

La reputazione, per lanciare un’ultima metafora o se si preferisce semantica iconica rappresentativa, assomiglia molto ad una notissima vignetta del grande Mordillo, scomparso prima della pandemia, nel 2019. Un suo memorabile soggetto vede una clessidra, dove nella parte superiore sono seduti una coppia di turisti sotto l’ombrellone, piantato sulla sabbia di un’assolata spiaggia estiva. Nella parte inferiore della clessidra, l’invaso va, ad insaputa dei due bagnanti, riempendosi della stessa sabbia, per naturale caduta della stessa, facendo presagire a chi osserva quale sarà la loro prossima destinazione. Eccola qui la metafora perfetta. La reputazione è quella sabbia mobile dove il turismo pianta i suoi ombrelloni. A che serve un bello spot, una comunicazione d’impatto, se il tempo scorre e la sabbia non viene fermata? 

[Mauro Alvisi, docente universitario al Decision Lab dell’Università Mediterranea di Reggio Calabria, è uno dei maggio esperti internazionali di reputazione]

Incontro mondiale online su nutrizione, biodiversità e agricoltura

Incontro online a livello mondiale oggi pomeriggio sulla piattaforma Facebook di Agrintour , coordinato dal prof. Mauro Alvisi del Decisions Labs dell’Università Mediterranea con la partecipazione di numerosi Paesi dell’America Latina (Argentina, Uruguay, Brasile). Il tema è la grande bellezza che unisce il  mondo: focus sulla nutrizione, l’agricoltura e la biodiversità. Il collegamento è previsto, in diretta alle16, ora italiana, su www.facebook.it/agrintour.it. (rrm)