Il 29 settembre a Pizzo l’assemblea regionale di Cisl Calabria

Il 29 settembre, a Pizzo, alle 9.30, a Palazzo della Cultura, si terrà l’assemblea regionale organizzativa di Cisl Calabria, dal titolo Guidiamo il cambiamento, i cui lavori saranno conclusi dal segretario nazionale Luigi Sbarra.

«Per un sindacato radicato nel Paese e nelle realtà territoriali, aperto al futuro come la Cisl – ha dichiarato Tonino Russo, Segretario generale della Cisl calabrese – è fondamentale cogliere i cambiamenti nel mondo del lavoro, nella vita delle comunità, nella società. Cambiamenti che coinvolgono persone, famiglie, generazioni, giovani, pensionati e chiedono di essere interpretati perché un sindacato possa svolgere in maniera efficace e incisiva il proprio compito di rappresentanza degli interessi legittimi dei cittadini».

«Le assemblee organizzative regionali e nazionali saranno per la Cisl – ha spiegato ancora – per le federazioni di categoria e per la confederazione nel suo insieme, l’occasione in cui mettere a fuoco i mutamenti sociali, guarderà alle strade che si aprono e al modo di percorrerle sulla base di tre parole chiave: identità, partecipazione, innovazione».

Il sindaco di Pizzo Calabro, Sergio Pititto, porterà in apertura dei lavori il saluto della Città all’assemblea Cisl. (rvv)

Oggi su Linea Verde (Rai1) si parla di Pizzo, Soriano e Mongiana

La Calabria oggi in evidenza su Linea Verde, la popolare trasmissione di Rai Uno in onda alle 12.20. Beppe Convertini illustrerà il suo viaggio nell’entroterra Vibonese, alla scoperta di Pizzo e Soriano Calabro, invece, Peppone Calabrese parlerà delle antiche ferriere borboniche della Mongiana.

Prima tappa quella sulle tracce dei Fenici che per primi portarono la vite di Zibibbo lungo la costa e che oggi è diventato un vino Igp grazie alla passione e all’impegno di Giovanni, un giovane viticoltore che con tenacia ha voluto salvaguardare una tradizione millenaria. Poi sarà la volta di Soriano Calabro dove si confronterà con un glorioso passato che ha visto sorgere uno dei più grandi e potenti conventi domenicani d’Europa, ancora oggi l’immagine di San Domenico in Soriano è meta di pellegrinaggi.

Le antiche ferriere borboniche della Mongiana era una vera e propria industria di cui sono rimaste pochissime tracce, La restanza è il filo conduttore di Convertino e Calabrese, restanza intesa come ciò che resta di un passato ma anche come storie di chi sceglie di restare e investire nella propria terra. Convertino e Calabrese incontreranno poi una famiglia dedita alla coltivazione delle fragole, un gruppo di amici che decide di far nascere una start – up di artigianato orafo nel loro piccolo paese di origine, che rischia di spopolarsi, e poi anche Stefano Caccavari che a San Floro, attraverso un crowdfunding,  ha ridato vita all’ultimo mulino a pietra della Calabria.  E ancora un giovane allevatore di capre e un musicista che ha composto la sua opera ispirandosi proprio al suono dei campanacci. Si parlerà, naturalmente anche delle le specialità tipiche del Vibonese come la ndjua, i fileia e i mostaccioli. (rrm)

70 anni fa la tragedia ferroviaria tra Pizzo Calabro e Vibo Marina: 9 morti e 23 feriti

di PINO NANOIeri, mercoledì 17 novembre, in Calabria, per iniziativa della Pro Loco di Vibo Marina si è ricordata una delle tragedie più pesanti della storia ferroviaria calabrese, il crollo del ponte della Littorina Mediterranea-FCL. Era esattamente il 17 novembre 1951. La tratta ferroviaria era quella che collegava Mileto a Vibo Marina. 

«A settant’anni esatti da quell’incidente ferroviario, avvenuto nel tratto tra Pizzo Calabro e Vibo Marina, a causa del crollo del ponte Ciliberto e che arrecò tanto dolore e laceranti ferite, ancora aperte oggi – dice il medico scrittore Enzo De Maria che alla tragedia ferroviaria di Vibo-Pizzo ha dedicato l’ultimo suo saggio storico – vorremo contribuire ad onorare le persone, le famiglie e le comunità di appartenenza, conservare la memoria dell’evento e fornire stimoli per eventuali approfondimenti e ricerche per una piena giustizia, per il dovere della verità. Crediamo, inoltre, che questo piccolo lavoro possa inserirsi in quel processo di mantenimento dell’identità locale, in una prospettiva di crescita e di stimolo all’impegno civile per salvaguardare in ogni tempo il bene comune».

Ma di tutto questo parla I ponti non dovrebbero crollare mai, racconti e documenti sul disastro ferroviario della Littorina Mediterranea-FCL nella Calabria del 1951, 134 pagine, Editore Meligrana, scritto appunto dal medico-scrittore Enzo De Maria. Il saggio ricostruisce e rimette finalmente a fuoco i dettagli assolutamente inediti di una delle tragedie ferroviarie più drammatiche degli anni 50 in Calabria. Era la mattina del 17 novembre 1951, e alla fine il bilancio fu davvero molto pesante, 9 morti e 41 feriti. 

Ricorda ancora il medico-scrittore Enzo De Maria: “Che tenerezza quel pezzetto di umanità in cammino, in una notte fredda, su un piccolo treno del Sud! L’automotrice “Emmina M1-36” della ferrovia Mediterranea-FCL, partita con il buio da Mileto quel sabato 17 novembre 1951, avanza lentamente su piccoli binari, nel fragore del suo motore diesel. Accoglie a bordo umili persone fermandosi in stazioncine e caselli. Il suo compito è arrivare all’alba al porto di Vibo Marina, prima dell’apertura delle fabbriche, in tempo per la coincidenza con i più grandi treni elettrici delle Ferrovie dello Stato che collegano Vibo a Reggio o a Napoli. Quel trenino, però, a Vibo Marina non vi giungerà mai!”.

I 9 passeggeri deceduti nel disastro ferroviario vennero accolti nella Chiesetta della “Madonnella” di Vibo Valentia. 

Enzo De Maria ne ricorda i nomi di  ciascuno: Carbone Giuseppe di anni 31 di Delianuova carabiniere scelto alla stazione CC di Rombiolo, Vero Berardo di anni 35 di Sorbo San Basile residente a Vibo Valentia insegnante, Gradia Clementina di anni 45 di Vena Media, casalinga (accompagnava la figlia insegnante), Mazzitelli Francesco di anni 44 di Vena Media operaio del Cementificio, Comito Michele di anni 39 di Vibo Valentia operaio del Cementificio, Fresca Giuseppe di anni 36 di San Costantino Calabro operaio del Cementificio, Mamone Francesco di ani 31 di Vena Media, operaio del Cementificio, Francolino Giuseppe di anni 28 di Vibo Valentia insegnante deceduto durante il trasporto in Clinica Banna; Cichello Antonio di anni 34 di San Costantino Calabro, operaio del Cementificio, in gravi condizioni decedeva a S. Costantino dopo alcuni giorni. Chiarella Gregorio di anni 44 di Vena Media, operaio del Pastificio Gargiulo di Vibo Marina ricoverato in gravi condizioni per diversi mesi alla clinica Teti di Sant’Onofrio.

Una stele commemorativa è stata posta in Contrada Sant’Andrea presso la piazzola di sosta Strada Provinciale 95, Vibo Marina-Pizzo, adiacente al ponticello ex tracciato delle ferrovie, proprio per ricordare le vittime di quel disastro. 

«La manifestazione – sottolinea lo stesso Presidente della Pro Loco di Vibo Marina – si è avvalsa del patrocinio del Comune di Vibo Valentia e della Provincia, ma con noi hanno collaborato moltissimo anche la Pro Loco di Pizzo Calabro, l’Istituto Amerigo Vespucci di Vibo Marina e la Parrocchia Maria Santissima del Rosario di Pompei di Vibo Marina».

Come dire? Un appuntamento che valeva la pena di non perdere. 

(Presenti alla cerimonia: il presidente della Provincia di Vibo Valentia Salvatore Solano, il Commissario Straordinario di Pizzo Antonio Reppucci, l’Assessore alle attività produttive del  Comune di Vibo Valentia Domenico Francica, il viceprefetto Maria Rosa Luzza, Il Colonnello Alberto Catone comandante del Roan Calabria Guardia Finanza, il Comandante della Stazione navale GdF di Vibo Marina Paquale Caiazza, il Comandante della polizia Municipale Michele Bruzzese, il tenente dei Carabinieri Veronica Pastori, l’Ufficiale Lucio D’Amore della Capitaneria di porto, il Comandante dei Vigili del Fuoco caserma di Vibo Marina, Il dirigente Scolastico Maria Salvia dell’Istituto Comprensivo Statale A. Vespucci di Vibo Marina, il presidente della Pro Loco di Pizzo Vincenzina Perciavalle, il vice-parroco don Gerardo Furlano, Giuseppe Bulzomì storico delle ferrovie con il gonfalone  della Federazione Maestri del Lavoro Consolato di Vibo Valentia, il vicepresidente dell’Associazione Ferrovie in Calabria Domenico Palazzo, Giuseppe Conocchiella portavoce del Forum terzo Settore Vibo Valentia; inoltre i consiglieri comunali Lorenzo Lombardi e Silvio Pisani, rappresentanti di varie Associazioni del territorio. (pn)

70 anni fa la tragedia del disastro ferroviario a Pizzo Calabro

di PINO NANO – Oggi mercoledì, 17 novembre, per iniziativa della Pro Loco a Vibo Marina si ricorda una delle tragedie più pesanti della storia ferroviaria calabrese, il crollo del ponte della Littorina Mediterranea-FCL. Era esattamente il 17 novembre 1951. Questa mattina una stele commemorativa verrà posta in Contrada Sant’Andrea presso la piazzola di sosta Strada Provinciale 95, Vibo Marina-Pizzo, adiacente al ponticello ex tracciato delle ferrovie, per ricordare le vittime di quel disastro.

«La manifestazione – sottolinea il Presidente della Pro Loco di Vibo Marina, Enzo De Maria – si avvale del patrocinio del Comune di Vibo Valentia e della Provincia, ma con noi hanno collaborato moltissimo anche la Pro Loco di Pizzo Calabro, l’Istituto Amerigo Vespucci di Vibo Marina e la Parrocchia Maria Santissima del Rosario di Pompei di Vibo Marina».

A settant’anni esatti da quell’incidente ferroviario, avvenuto nel tratto tra Pizzo Calabro e Vibo Marina, a causa del crollo del ponte Ciliberto e che arrecò tanto dolore e laceranti ferite, ancora aperte oggi – dice il medico scrittore Enzo De Maria che alla tragedia ha dedicato l’ultimo suo saggio storico – «vorremo contribuire ad onorare le persone, le famiglie e le comunità di appartenenza, conservare la memoria dell’evento e fornire stimoli per eventuali approfondimenti e ricerche per una piena giustizia, per il dovere della verità. Crediamo, inoltre, che questo piccolo lavoro possa inserirsi in quel processo di mantenimento dell’identità locale, in una prospettiva di crescita e di stimolo all’impegno civile per salvaguardare in ogni tempo il bene comune».

Di tutto questo parla I ponti non dovrebbero crollare mai, racconti e documenti sul disastro ferroviario della Littorina Mediterranea-FCL nella Calabria del 1951, 134 pagine, Editore Meligrana, scritto appunto dal medico-scrittore Enzo De Maria. Il saggio ricostruisce e rimette finalmente a fuoco i dettagli assolutamente inediti di una delle tragedie ferroviarie più drammatiche degli anni 50 in Calabria, era la mattina del 17 novembre 1951, e alla fine il bilancio fu davvero molto pesante, 9 morti e 41 feriti. 

«Che tenerezza quel pezzetto di umanità in cammino, in una notte fredda, su un piccolo treno del Sud! L’automotrice “Emmina M1-36” della ferrovia Mediterranea-FCL, partita con il buio da Mileto quel sabato 17 novembre 1951, avanza lentamente su piccoli binari, nel fragore del suo motore diesel. Accoglie a bordo umili persone fermandosi in stazioncine e caselli. Il suo compito è arrivare all’alba al porto di Vibo Marina, prima dell’apertura delle fabbriche, in tempo per la coincidenza con i più grandi treni elettrici delle Ferrovie dello Stato che collegano Vibo a Reggio o a Napoli. Quel trenino, però, a Vibo Marina non vi giungerà mai!».

I 9 passeggeri deceduti nel disastro ferroviario – ricorda ancora il medico scrittore – vennero accolti nella Chiesetta della “Madonnella” di Vibo Valentia. 

Enzo De Maria ne ricorda i nomi di  ciascuno: Carbone Giuseppe di anni 31 di Delianuova carabiniere scelto alla stazione CC di Rombiolo, Vero Berardo di anni 35 di Sorbo San Basile residente a Vibo Valentia insegnante, Gradia Clementina di anni 45 di Vena Media, casalinga (accompagnava la figlia insegnante), Mazzitelli Francesco di anni 44 di Vena Media operaio del Cementificio, Comito Michele di anni 39 di Vibo Valentia operaio del Cementificio, Fresca Giuseppe di anni 36 di San Costantino Calabro operaio del Cementificio, Mamone Francesco di ani 31 di Vena Media, operaio del Cementificio, Francolino Giuseppe di anni 28 di Vibo Valentia insegnante deceduto durante il trasporto in Clinica Banna; Cichello Antonio di anni 34 di San Costantino Calabro, operaio del Cementificio, in gravi condizioni decedeva a S. Costantino dopo alcuni giorni. Chiarella Gregorio di anni 44 di Vena Media, operaio del Pastificio Gargiulo di Vibo Marina ricoverato in gravi condizioni per diversi mesi alla clinica Teti di Sant’Onofrio. (pn)

MATTARELLA, UNA FESTA TRA I CALABRESI
OGGI LA SCUOLA RIAPRE, IL PAESE RIPARTE

di SANTO STRATI – Una grande festa di giovani, ragazzi e ragazze in rappresentanza della scuole italiane, ma soprattutto i ragazzi di Calabria che sentono il “loro” Presidente partecipe di un evento che significa soprattutto ripartenza. Come ha detto il ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi, la scuola riapre, il Paese riparte.

La giornata di ieri significa soprattutto scuola “in presenza” dopo mesi di sacrifici, rinunce, drammi con una didattica a distanza (dad) non assistita tecnologicamente in modo particolare nelle regioni meridionali, un’esperienza per molti versi traumatica che certamente avrà ripercussioni nella formazione dei nostri ragazzi. Lo stesso presidente Mattarella ha evitato di parlare dell’inaccettabile divario nord-sud che marchia vergognosamente la scuola in Calabria e nelle regioni del Mezzogiorno, né dei cervelli in fuga: il segnale importante è stata la scelta di Pizzo Calabro – in una scuola che ha formato e forma uno straordinario capitale umano – e quindi la presenza in una Calabria dimenticata da Dio e dagli uomini (politici) dove – lo ha sottolineato il Capo dello Stato – la rete è praticamente inesistente in molti territori. Servono investimenti nella scuola – ha detto il Capo dello Stato – per costruire nuovi istituti e per ampliare la formazione: la cultura e la conoscenza costituiscono la base del futuro che i nostri giovani hanno il diritto di sognare. Occorre basare sul merito la crescita, perché la scuola insegna a essere italiani in quanto è il primo strumento di integrazione e coesione.

È stato bello vedere in televisione tanti ragazzi festosi, allegri, consumati attori padroni della scena, per nulla intimiditi dalle telecamere (a qualcosa i social sono pur serviti) a mostrare la parte più bella del Paese: questa “meglio gioventù” che ha creduto di poter tornare a scuola in presenza e, soprattutto, il riconoscimento a quanti lavorano nella scuola (circa un milione e mezzo) che non hanno mai chiuso le porte degli istituti, operando senza soste per far sì che per dieci milioni di studenti si potessero, com’è avvenuto ieri, riaprire le scuole. Ed è stato suggestivo vedere gli spettacoli preparati dai ragazzi insieme con i loro insegnanti: c’è passione civile, voglia di raccontare e raccontarsi, di condividere storie ed emozioni, perché la scuola è soprattutto crescita di relazioni sociali. La scuola non fornisce solo il bagaglio culturale per la professione futura, ma soprattuto forma i cittadini di domani. E quanto si è visto a Pizzo Calabro, mentre solcava il mare davanti alla scuola la stupenda nave scuola Amerigo Vespucci, permette di essere più che ottimisti: questi ragazzi sono straordinari e meravigliosi, senza distinzione di aree geografiche, ma uniti dalla stessa suggestione e dall’orgoglio di esserci e di essere protagonisti.

«Oggi – ha detto Mattarella – è un giorno speciale, di speranza e di impegno per l’intero Paese. Quest’anno a essere speciale è l’anno che comincia. Voi tornate tutti in aula. Dopo le tante sofferenze la ripartenza delle scuole è il segno più evidente della ripartenza dell’Italia. Con le scuole ripartono e si riallacciano i fili che si erano interrotti, anzitutto lo studio, ma anche le relazioni e le amicizie, e questo trasmette energia a tutta la nostra Comunità nazionale. La scuola è ossigeno della società, il suo funzionamento è specchio di quello del Paese, abbiamo una scuola di valore, grazie agli insegnanti, al personale, agli studenti, sappiamo che ci sono aspetti che vanno migliorati, soffriamo ritardi antichi, inefficienza, diseguaglianze, non mancano le capacità per superarle. Nella scuola che riparte bisogna dare continuità alla formazione digitale, la società ha bisogno di crescere nelle conoscenze digitali, l’intera società, non solo alcuni ambiti ristretti. In alcuni territori la rete non arriva o arriva male, con le risorse dell’Ue si può correggere questa inaccettabile situazione».

In buona sostanza, la scuola – ha detto Mattarella – «non riguarda solo voi che la frequentate: il suo funzionamento è specchio di quello del Paese. Abbiamo una scuola di valore grazie alla dedizione del personale e all’impegno di voi studenti». Il Presidente ha sottolineato che «Ci sono state assunzioni di insegnanti e personale Ata, molte aule sono state adeguate, sono stati realizzati interventi strutturali. Tutte risorse impiegate per avere una scuola più moderna, per rendere più sicuri gli edifici scolastici: investimenti “doverosi” ma che dovranno assumere continuità.

Non è mancato un riferimento alla pandemia: «Ha causato tanto dolore, ancora conduce a morte decine di nostri concittadini ogni giorno, ha creato povertà nuova, ha ridotto le opportunità; i giovani, i ragazzi, i bambini hanno pagato un prezzo molto alto. Non dimenticheremo quello che è accaduto. Ma non dobbiamo neanche perdere il ricordo delle esperienze positive che sono derivate dal comune impegno, dal coraggio, dalla solidarietà che tanti hanno dimostrato. E il mondo della scuola è stato un esempio di passione civile e solidarietà».

Infine, la considerazione che deve muovere la politica: «La scuola non è un capitolo accessorio: è assolutamente centrale in un piano di ripartenza. Le conoscenze e la cultura delle giovani generazioni costituiscono il volano migliore per il domani di tutti voi – ha detto rivolgendosi ai ragazzi –. Senza impegni concreti, senza assunzioni di responsabilità – ha sottolineato il Capo dello Stato – non può esserci cambiamento. Lo tengano a mente i futuri governanti della Calabria: investire nella formazione significa scegliere la strada giusta, per andare più veloci, nella crescita e nello sviluppo che non sono poi così impossibili, e offrire condizioni e prospettive di vita a chi vuole studiare, lavorare, crescere e invecchiare nella propria terra. Dimentichiamo di tutti gli anni perduti, indietro non si può tornare, è ovvio, ma guardare a un domani migliore si può. È questo il senso del messaggio che lancia dalla Calabria e lascia in Calabria Mattarella. Grazie, Presidente. (s)

IL DISCORSO INTEGRALE DI MATTARELLA

 

PIZZO (VV) – Da domenica il simposio italiano sui sistemi evoluti per basi di dati

Dal 5 al 9 settembre, a Pizzo Calabro, è in programma il 29esimo Italian Symposium on Advanced Database Systems, (simposio italiano sui Sistemi Evoluti per Basi di Dati), il principale evento annuale italiano di ricerca sui database.

L’evento è patrocinato dall’Università della Calabria e dal Dimes, Dipartimento di Ingegneria Informatica, Modellistica, Elettronica e Sistemistica dell’Unical, dal Miur, Ministero dell’Istruzione e della Ricerca, dall’Università degli Studi Federico II di Napoli e dal Dipartimento di Ingegneria Elettrica e delle Tecnologie dell’Informazione dell’Unina.

Pizzo, dunque, diverrà teatro di cultura per dissertare su temi che regolano le nostre vite, che hanno segnato la svolta del terzo millennio anche se spesso sembrano eclissate dalla incredibile praticità dei fenomeni. Un forum di incontro per discutere, incontrare e scambiare esperienze tra tutti coloro, sia nel mondo accademico che nell’industria, che sono interessati ai sistemi di database e a tutta la loro vasta gamma di applicazioni. Una vetrina per disquisire e diffondere la cultura, la scienza, il confronto ma anche per essere ispirati da panorami mozzafiato unici al mondo.

67 autorevoli nomi tra docenti e professionisti del settore si alterneranno durante la conferenza i cui temi trattati saranno: Dependencies and Data Inconsistency, Query Processing and Question Answering, Cybersecurity and Privacy, Knowledge and Ontologies, Knowledge and Ontologies, Machine 1 Learning and Data Mining, Data Integration, NoSQL and Storage, Learning Paradigms, Network Analysis, Deep Learning, Seminar on Reminiscence of TIDB 1981.

Gli atenei e Università italiane coinvolte, oltre all’autoctona Università della Calabria, sono: Università di Modena e Reggio Emilia, Università di Milano, Università di Bologna, Università di Brescia, Università di Padova, Sapenzia Università di Roma, Università della Basilicata, Politecnico di Milano, Università Roma Tre, Università Aldo Moro di Bari, Università di Cagliari, Università di Verona, Università Mediterranea di Reggio Calabria, Università di Salerno, Università degli Studi di Bari, Politecnico di Torino, Politecnico di Bari, ICAR-CNR Rende, Università dell’Insubria, Università di Padova, Università di Genova, Università di Catanzaro, Università Federico II di Napoli, Università Milano Bicocca, Eurocom (Francia), Università di Bergamo, ISTI-CNR Pisa, ISTAT, Università Politecnico delle Marche, ICT-SUD. Le cinque giornate vedranno non solo il territorio di Pizzo Calabro protagonista ma anche la magica cornice di Tropea, Borgo dei Borghi 2021, che ospiterà il parterre.

Ad ospitare l’evento sarà il Tui Magic Life Calabria, l’inglese sarà la lingua ufficiale della conferenza. (rvv)

PIZZO (VV) – Al via raccolta fondi per costruire un campetto da basket

Realizzare, a Pizzo Calabro, un campetto da basket. È questo l’obiettivo della raccolta fondi su GoFundMe promossa da Alexander Famà, dell’Asd Olympia Pizzo, che ha spiegato come «purtroppo il movimento cestistico locale da più di un lustro non ha un luogo dove possa continuare a crescere».

«Prima della pandemia – hanno scritto – non avevamo ben chiaro come la disponibilità di spazi aperti dove praticare sport fosse così vitale, ora questa consapevolezza ci spinge a chiedere aiuto per la creazione di un campetto che possa avvicinare bambini e adulti al mondo dello sport. Il nostro intento, è quello di trovare una zona del paese da rivalutare dove realizzare un campo accessibile a tutti. Da qui il nome del progetto ‘PizzoPlayGround’. La scelta potrebbe ricadere proprio su uno spazio ormai abbandonato a se stesso quale la ‘stazionina’ in Via Nazionale, nei pressi della scuola media A. Anile. Proprio l’istituto scolastico – proseguono – ne trarrebbe giovamento».

«Chiaramente – hanno concluso – questo comporta un impegno economico non indifferente e se c’è una cosa che il Basket ci ha insegnato è che siamo una grande squadra, una grande comunità e non conosciamo nessun’altra comunità se non la nostra, che ha i mezzi per capirci e sente le nostre stesse emozioni, a cui chiedere una mano, anzi un assist, perciò siamo qui a chiedervi una mano».

In due giorni la campagna ha superato le 150 condivisioni e i 3.300 euro. Si può raggiungere al link https://it.gf.me/v/c/gfm/realizziamo-un-sogno-un-campetto-per-pizzo. (rrv)

L’alta velocità si deve fermare anche a Vibo: l’appello del Comune

«Vibo, con il suo porto e le sue bellezze, non può essere tagliata fuori dall’alta velocità», ed è per questo che la Giunta Comunale, guidata dal sindaco Maria Limardo, ha deliberato affinché la stazione di Vibo-Pizzo diventi una fermata dell’alta velocità, che «sarebbe un ulteriore e indispensabile passo avanti per far uscire la Provincia di Vibo Valentia dal cronico isolamento, sia stradale sia ferroviario, in cui si trova da decenni. Una situazione che di fatto ha limitato lo sviluppo territoriale e crea enormi disagi per chi viaggia».

Una scelta necessaria per la Giunta, in quanto «tale collegamento contribuirà, innegabilmente, al rilancio dell’economia del settore turistico della Calabria e del Sud Italia», sopratutto se si considera che in Calabria «cresce l’esigenza di una mobilità sostenibile e di un miglioramento nella qualità ed offerta del servizio ferroviario», e che un territorio come quello vibonese la comunità può e deve trarre dall’impulso all’attività turistica nuova linfa economica, e che, in tale ottica il territorio è idoneo all’accoglienza dei flussi durante tutto l’anno».

Nel territorio vibonese, infatti, particolare rilevanza assumono i comuni costieri, di Vibo Valentia Marina, Tropea, Pizzo Calabro, Briatico, Ricadi, Nicotera e particolare riguardo a Vibo Marina, che ospita uno scalo portuale in cui si trova non solo un porto commerciale di rilevanza economica nazionale, dotata di un approdo turistico/diportistico che ospita circa 1000 posti barca, ma anche un collegamento veloce da e per le Isole Eolie, meta altrettanto ambita dai turisti.

Da ciò, si può dedurre l’importanza del porto vibonese che, ponendosi al centro tra quello di Salerno e quello di Reggio Calabria, assume in modo naturale una particolare rilevanza turistico commerciale che non può permettersi l’esclusione da collegamenti ferroviari importanti come quelli attivati sia da Trenitalia che Ntv Italo e che, al tempo stesso, rappresenta un forte richiamo per i passeggeri che decideranno di scegliere il collegamento ferroviario e quindi tale da giustificare, anche sul piano della valutazione economico finanziaria da parte dei suddetti gestori, una fermata che non necessita di deviazione e/o costruzione di nuove tratte.

«Si tratta – si legge nella delibera della Giunta – di cogliere una storica occasione di crescita economica condivisa anche con la vicina Regione Sicilia e le Isole Eolie che avrebbe grande ricaduta positiva sullo sviluppo turistico e quindi occupazionale dei territori».

Sulle basi di ciò, il Comune di Vibo si impegna a «mettere in atto tutte le azioni ritenute opportune e necessarie per il raggiungimento dell’obiettivo di cui in premessa sensibilizzando la Regione Calabria, il Ministero delle Infrastrutture e la Deputazione Nazionale e Regionale; di coinvolgere le altre istituzioni comunali del territorio mediante un incontro o una conferenza aperta che veda anche la presenza e la partecipazione delle forze economiche e sociali e di tutte le associazioni; di riferire il prima possibile, in sede di Consiglio Comunale circa le azioni intraprese e delle risposte fornite alla amministrazione; di convocare celermente un Consiglio Comunale congiunto con i Consigli Comunali della costa e con quello di Lipari interessati alla fermata ferroviaria di Vibo-Pizzo». (pa)

 

 

ELEZIONI / Callipo incontra i candidati di Io resto in Calabria: No al trasformismo

L’imprenditore Pippo Callipo candidato governatore della Calabria per la lista Io resto in Calabria con il sostegno del Partito Democratico e dei Democratici Progressisti, ha incontrato a Pizzo Calabro i candidati della sua lista, e ha ribadito loro la necessità di fare in Calabria «una rivoluzione dolce! Dobbiamo portare in ogni territorio le idee che abbiamo e che sono in parte sintetizzate nel nostro programma politico, ma occorre anche parlare chiaro. Noi ce la stiamo mettendo tutta per archiviare i metodi della vecchia politica clientelare e lo stiamo facendo con coraggio e mettendoci la faccia. Ma gli elettori devono aprire gli occhi e riflettere: solo noi calabresi possiamo risolvere i nostri problemi ed essere artefici del nostro destino».

I candidati hanno espresso una forte e coesa convinzione sul progetto di Callipo che «ha saputo imprimere il rispetto dei concetti di novità e trasparenza nella compilazione delle liste che lo sosterranno nella corsa verso la Cittadella». Secondo i candidati, « L’operazione, assolutamente nuova nella storia del regionalismo calabrese, adesso deve indurre i calabresi ad assumersi le loro responsabilità nella scelta che dovranno fare il 26 gennaio. Da un lato il volto di un imprenditore di successo internazionale che intende trasformare la Regione in un ente finalmente utile per i cittadini e, dall’altro, un’aggregazione tenuta insieme dal desiderio di occupare spazi di potere e che si avvale di numerosi collezionisti di “consenso-assistito”. Da un lato il desiderio di ridare alla Calabria voce e ruolo nello scenario nazionale attraverso progettualità puntuali che sappiano fermare la fuga dei nostri giovani e una serrata battaglia per la legalità, dall’altro un insieme di volti ben noti ai calabresi che ripeteranno le gesta fallimentari di esperienze di centrodestra (e per qualcuno di centrosinistra). Un assembramento che per di più ha ceduto ingloriosamente alle imposizioni della Lega che vorrebbe fare della Calabria una riserva di caccia del Nord».
«Ci muoviamo lungo le direttrici – hanno detto i candidati di Io resto in Calabria – indicate dal presidente Sergio Mattarella nel discorso di fine anno. Convinti che per risalire la china, e colmare il gap con il Nord, il Sud e la Calabria debbano liberarsi del trasformismo più spavaldo e di ogni forma di gattopardismo». (rp)