di GIUSEPPE FOTI – Il nostro personale pensiero della vita morale dovrebbe fornirci strumenti utili per trattare e rispettare le fragilità nel giusto modo. La maggior parte delle persone dovrebbe, con responsabilità, occuparsi della cura degli altri, attribuendo a ciò il giusto valore. Questi ultimi concetti, negli ultimi decenni, sono stati fonte di ricerca e di studio per rivendicare il valore etico e politico legato alla cura.
La cura, così banalizzata perché ritenuta solo un sentimento, una predisposizione d’animo o semplicemente un insieme d’azioni, oggi potremmo dire che è un valore capace di allargare i propri confini, di rinformare la vita politica e sociale e di poter essere accorpata agli altri valori liberali, come i diritti, mostrandosi pienamente compatibile. Molto si è scritto e si scriverà in tal senso, ma la differenza la farà sempre l’attenzione e il pragmatismo d’intenti che si attribuiscono a certi concetti, che paradossalmente rivestono un ruolo essenziale nella società e sostengono la vita stessa.
Quello che vorrei richiamare all’attenzione della politica, e non solo, è che il cambiamento di paradigma, inteso come condotta pratica, è possibile solo se si dà valore al concetto di responsabilità e ci si attiva per essa. La responsabilità verso chi è più fragile, che non chiede attenzioni paternalistiche, ma piuttosto il riconoscimento del proprio diritto di cittadinanza che si basa su forme mature e laiche di solidarietà.
Dalle nostre parti, sfortunatamente, siamo ancora fermi in attesa che la politica, che sembrerebbe affetta da atonia morale, si occupi concretamente della questione e si attivi a sostegno delle fasce più deboli.
Non bastano, a mio avviso, vista la mia esperienza diretta da educatore psichiatrico, proclami o egocentrismi di vario genere, e ancor meno serve demandare certi compiti a burocrati che hanno esclusivamente una visione tecno economica, misurabile con indicatori di crescita e reddito.
La disabilità ha bisogno di “senso di responsabilità” che guarda oltre le frontiere tradizionali del vivere comune e che di conseguenza propone una dimensione dove la diversità è ricchezza e non limite. Vorrei che il sociale nella nostra città superasse lo sguardo individualistico, pensasse ad unirsi e ad avere la capacità di riformarsi a beneficio del prossimo. La vulnerabilità, sappiamo bene, deve costituire il fondamento di base delle scelte sociali e politiche, partendo dalla premessa antropologica che tutti siamo fondamentalmente vulnerabili.
Alla relazionalità, anch’essa sottostimata, va riconosciuto il valore terapeutico e sociale perché attraverso essa l’individuo aderisce al mondo della vita e ne fa parte. Il filosofo Martin Heidegger scrisse in merito «il linguaggio è la casa dell’essere e nella sua dimora abita l’uomo».
Mi chiedo e vi chiedo, perché non intraprendere un confronto su tali questioni? Dobbiamo ammettere che la nostra comprensione su certi temi è ancora limitata, parziale e basata su una mentalità e una prassi esclusivamente medica che è sempre stata poco abituata a leggere la dimensione esistenziale dell’uomo e le sue complessità. Il punto di partenza per una riforma della cura non può tralasciare il fatto che ogni soggettività va guardata nella sua complessità e che prima di pseudo tecnicismi di forme di riabilitazione omologanti e categoriali, va ricercata la capacità di saper ascoltare le fragilità di ogni individuo e il suo rapporto con la vita.
Ogni fragilità è una condizione preziosa che ci accomuna e che ha poco a che fare con gli ideali di perfezione che il mondo di oggi ci fa credere reali. La malattia è quella condizione umana di fragilità che ci fa assumere un ruolo di sospensione da ciò che è la norma e con essa troviamo una sorte di “fascio di luce nelle tenebre” che nella crisi illumina la verità e ci consegna la chiarezza della vita.
La cura (responsabilità-attenzione-empatia) verso ogni forma di diversità, e non solo, potrebbe essere in ogni ambito della vita sociale e politica un modello di ispirazione che offrirebbe una prospettiva democratica inedita, a mio avviso rivoluzionaria e che necessita impegno. (gf)
[Giuseppe Foti è responsabile settore psichiatrico Cisl Fp]
«In Calabria è quasi completamente inesistente il voto di opinione, ma sono i candidati particolarmente competitivi a muovere il voto». È quanto ha rilevato il prof. dell’Università della Calabria, Roberto De Luca, nel corso dell’incontro di analisi sui dati elettorali svoltosi a Lamezia e intervistato dai giornalisti Pasqualino Rettura e Maria Scaramuzzino.
Per il prof. De Luca, infatti, «le elezioni in Calabria si vincono prima del loro svolgimento perché, alla luce della legge elettorale che prevede solo la possibilità del voto congiunto, vincono le coalizioni con candidati consiglieri in grado di intercettare il maggior numero di consensi» e che la capacità dei candidati di muovere il voto «spiega perché alcune liste, in alcune circoscrizioni o in singole città, riescono ad avere anche tre o quattro punti in più rispetto al dato regionale della stessa lista».
«Impossibile per un centrosinistra, in ordine sparso – ha spiegato – vincere di fronte a un centrodestra unito, con liste formate da candidati in grado di raccogliere un gran numero di consensi. Il dato sull’astensionismo in Calabria preoccupa, benché abbiano concorso diversi fattori: la pandemia, il fatto che si sia tornati a votare meno di due anni dopo le ultime elezioni regionali, il silenzio dei media nazionali sul voto in Calabria rispetto all’enfasi posta invece sulle elezioni comunali in importanti città italiane».
Sul voto a Lamezia, De Luca registra come «preoccupante il fatto che, nel giro di dieci anni, sia calata drasticamente l’affluenza al voto dei lametini. Se prendiamo come riferimento il secondo turno delle elezioni comunali, tra il 2010 e il 2020 l’affluenza si è praticamente dimezzata. Dato che si conferma anche alle ultime elezioni regionali, con il dato sull’affluenza di Lamezia quasi tre punti sotto il dato regionale».
«Non deleghiamo ai tecnici la discussione sulla legge elettorale, nazionale e regionale, ma discutiamone perché ci siano sistemi elettorali in grado di valorizzare la rappresentanza. Più mortifichiamo la rappresentanza, più i cittadini continueranno ad allontanarsi dalle urne», ha affermato il professore Silvio Gambino nel suo intervento sottolineando la necessità di interpretare «il bisogno diffuso del voto di tanti cittadini che si esprime in un non voto».
Sullo Statuto e la legge elettorale regionale, il professore Walter Nocito ha parlato di una legge elettorale calabrese «scritta su misura, dalla maggioranza e dall’opposizione, per favorire i grandi portatori di voti e impedire il ricambio nel consiglio regionale calabrese».
«Un sistema che favorisce il feudalesimo politico – ha aggiunto –. Ma questo non è l’unico sistema elettorale possibile. Ci sarebbe la possibilità di un sistema elettorale con voto disgiunto oppure un sistema maggioritario con collegi uninominali, che ostacola i ras delle preferenze e incentiva i candidati a stabilire una relazione diretta con il proprio territorio».
Tra gli interventi, Rosario Piccioni, già candidato al consiglio regionale e consigliere comunale, ha avviato un’analisi del voto a Lamezia, soffermandosi sul dato dell’astensione alle ultime regionali, con tre punti in meno in città rispetto al dato calabrese sull’affluenza, sottolineando la significativa differenza dei risultati elettorali all’interno della stessa città. Una legge elettorale, quella calabrese, che per Rosa Tavella ostacola e nei fatti impedisce la partecipazione creando un ulteriore danno alla salute della democrazia calabrese.
Vivace il dibattito seguito agli interventi dei tre docenti, concluso con l’impegno a proseguire la discussione avviata nei prossimi mesi per riflettere sulle dinamiche in atto e le prospettive della società calabrese. (rcz)
di PINO NANO – Lella Golfo, storica fondatrice e presidente della Fondazione Marisa Bellisario, entra nel dibattito politico nazionale a muso duro, alla sua maniera di sempre, da vecchia e imperdonabile passionaria della politica italiana, e dalle colonne della newsletter della Fondazione manifesta la sua “rabbia” contro un sistema politico che è ancora molto lontano dal pianeta femminile.
E, intanto, lancia il grande Raduno Donne e Potere il prossimo 29 e 30 ottobre all’Auditorium di Roma.
Non usa mediazione alcuna Lella Golfo, nel commentare il dato elettorale di queste ultime ore. Dice con fermezza: «Sono state due settimane intense, tanto lavoro e persino poco tempo per seguire quella politica che è la mia passione insanabile. Non credo di aver perso molto a giudicare da quelli che sono i primi risultati che si intravedono».
Delusa, fortemente delusa la vecchia leader delle donne imprenditrici italiane
Due sole notazioni per non scendere nei giudizi politici che non mi competono. La prima è indipendente dai risultati e riguarda l’assenza quasi totale di donne dalla competizione elettorale. Poche, pochissime, in alcuni grandi città addirittura assenti nelle liste dei candidati con qualche chance per vincere. Aspettiamo la conta dei voti, i turni di ballottaggio ma ho la netta sensazione che queste amministrative sanciranno un passo indietro in tema di presenza femminile in politica.
È la regola spietata del “maschio al comando” sempre e comunque?
Abbiamo fatto passi giganteschi alla guida delle aziende e il Pnnr promette di farcene fare altrettanti sul fronte dell’occupazione e della conciliazione, ma la politica continua a tirare i remi in barca, a dare continui schiaffi alla modernità, a rimandare il necessario cambio di passo. Noi, come sempre, abbiamo fatto la nostra parte dando spazio alle candidate iscritte alla Fondazione ma senza un impegno serio da parte dei partiti, il rischio è di continuare a parlare di democrazia dimezzata.
Qual è stata l’altra nota dolente della campagna elettorale appena conclusasi?
La seconda notazione credo sia legata a filo doppio alla prima: queste elezioni hanno confermato in maniera drammatica il disinteresse degli italiani alla politica. L’astensionismo sarà certamente uno dei temi caldi delle prossime settimane. E io spero vivamente che se ne parli, che i partiti si interroghino su quale distanza siderale li divide orami dalla gente, anche quando in ballo c’è qualcosa di assai concreto e vicino come l’amministrazione delle proprie città. È un brutto segnale per la democrazia.
Ma la Fondazione Bellisario vedo che non si ferma mai?
Siamo una bella generazione, e io sono davvero orgogliosa di annunciare che il 29 e 30 ottobre si terrà la 21ª edizione del nostro Seminario internazionale Donna, Economia & Potere. Restiamo a Roma, dove si erano tenute le primissime edizioni e per ripartire alla grande abbiamo scelto l’Auditorium Parco della Musica “Ennio Morricone”.
“Donna, Economia e Potere”, una bella provocazione?
Il titolo l’ho “rubato” al Presidente Mario Draghi: quando durante l’Assemblea di Confindustria in un discorso applauditissimo ha usato l’espressione «il gusto del Futuro», ho capito che era un prestito lecito, perché riassumeva la nostra visione: ottimismo e pragmatismo, perché per costruire qualcosa di bello bisogna avere passione e idee, guardare al domani con la concretezza di chi non sa stare al mondo se non rimboccandosi le maniche.
Sul blog della Fondazione c’è già il programma di massima di questo nuovo happening delle donne che più contano nel Paese.
Ci sarà come sempre la presenza istituzionale e poi i temi di più pressante attualità, guardando al futuro. Economia della conoscenza: Sviluppo, Transizione, Digitalizzazione” e “Donne & Intelligenza Artificiale saranno gli argomenti al centro delle due tavole rotonde mentre il sabato metteremo in scena B-Factor: fattore Bellisario, un format per dare visibilità e opportunità a 15 startup innovative, che si “esibiranno” in cerca di sostegno economico e suggerimenti pratici da parte di imprenditori, manager ed esperti.
Come sempre, daremo vita a un confronto paritario e sfidante, da cui far emergere proposte concrete da portare all’attenzione delle istituzioni, del Governo e dell’opinione pubblica. E, poi, la novità del format “B-Factor” perché il cambiamento passa anche dalle giovani imprenditrici, ragazze di talento che hanno buttato il cuore oltre l’ostacolo e che vogliono costruire qui, nel loro Paese, la loro idea di futuro”.
Onorevole Lella Golfo, vedo che va avanti come una vera macchina da guerra…
La pandemia non ci ha fermate ma “caricate”. È stato un periodo di riflessione e oggi che il protagonismo femminile e il binomio Donne & Potere hanno dimostrato di essere una delle chiavi di volta per la ripartenza, noi siamo ancor più pronte a scendere in campo.
Cetty Scarcella, viceresponsabile nazionale dei Giovani di Cambiamo!, ha ribadito come «la sfida per il nostro tempo è farsi interpreti di una politica autenticamente popolare che non rinunci alla competenza e alla concretezza del fare», e che «la politica locale deve essere responsabilizzata e aggregata in un patto unitario che abbia come riferimento la nazione».
Per la Scarcella, infatti, che si è soffermata ampiamente sul concetto del “coraggio del fare” che trova ampio spazio nella sopracitata Carta dei Valori di Coraggio Italia, il nuovo movimento politico fortemente voluto da Luigi Brugnaro, Giovanni Toti, Marco Marin e Gaetano Quagliariello, «dobbiamo riscoprire l’idea pedagogica della politica, proprio come nello sport. C’è bisogno di coinvolgere i giovani per mettere in campo le migliori energie. Nel pubblico l’impegno deve essere sempre massimo, con perizia e passione perché lo si fa per un bene collettivo, per un servizio ai propri concittadini che si fidano di chi li rappresenta».
«Si tratta – ha spiegato – di quella fides pubblica di cui parlavano i Romani, che non consente superficialità. Meritocrazia, impegno, competenze, obiettivi da raggiungere, talento, responsabilità: sono queste le parole che devono circolare nella nuova politica. Le persone di buona volontà e una gestione onesta dell’Amministrazione fatta con lo spirito del buon padre di famiglia possono dimostrare che, assieme e uniti, le cose possono cambiare. Ovviamente in meglio. Per questo Coraggio Italia sarà sempre una squadra aperta, inclusiva, pronta al confronto, e, soprattutto, determinata a far vincere i propri valori».
«I principi ed i valori sanciti dalla Carta dei Valori – ha proseguito la Scarcella – mi hanno spinta ad investire, con maggior vigore, tutte le mie energie in un progetto in cui credo fortemente. Da cittadina, le cui priorità sono il bene collettivo e la tutela del nostro territorio, ritengo importante un impegno in prima persona e la necessità di sviluppare competenze specifiche da poter utilizzare, successivamente, per la crescita. Oggi assistiamo ad un’approssimazione e ad una quasi totale assenza di programmazione e progettualità. Noi giovani abbiamo il dovere di acquisire le basi di una buona amministrazione in quanto, solo avendo una visione a 360°, potremo applicare in futuro le giuste competenze per cambiare il nostro Paese».
«La mia passione per la politica – ha concluso la viceresponsabile nazionale dei Giovani di Cambiamo – trova un forte riscontro nella storia delle donne in politica. Non tutti sanno quanto la nostra regione abbia contributo alla storia dell’Italia con le sue donne. Come non citare una delle prime donne sindaco, Caterina (Ketty) Tufarelli Palumbo, eletta nel lontano 1946 e Maria Elisabetta Alberti Casellati, attuale presidente del Senato e prima donna nella storia italiana a ricoprire la seconda carica più importante dello Stato dopo quella del Presidente della Repubblica. La Casellati è di origini calabresi in quanto il padre, Vincenzo Alberti, è nato a Palizzi, piccolo centro della città metropolitana di Reggio Calabria. Indimenticabile, altresì, la figura di Jole Santelli, primo Presidente donna della Regione Calabria, emblema di un amore viscerale per il proprio territorio e di cui, purtroppo, non abbiamo potuto apprezzare in pieno le straordinarie capacità e qualità». (rrm)
di FRANCO CACCIA – La data del voto per il rinnovo del consiglio regionale della Calabria non è stata ancora formalizzata. Sebbene in forte dubbio, l’ipotesi di tornare alle urne il prossimo 11 aprile resta ancora in piedi, ma probabilmente si voterà il 9 giugno. A fronte di ciò, da partiti e movimenti politici, vecchi e nuovi, arrivano segnali solo in merito a tattiche di posizionamento. Del tutto assenti contenuti e proposte per comprendere la direzione di quale idea di Calabria propongono i diversi schieramenti per i prossimi anni. La politica non può e non deve limitarsi a gestire il presente ma, in particolar modo nella nostra regione, deve assumersi la responsabilità di essere strumento per la costruzione e la condivisione di un progetto di futuro, ambizioso e concreto, in cui tutti si riconoscono e tutti s’impegnano per realizzarlo.
Come intendono, i diversi schieramenti, invertire la tendenza e fare della Calabria una regione ricca di opportunità? Un tema di così vasta portata deve vedere, tuttavia, un impegno corale e multidisciplinare. Al confronto sul cosa e come fare è chiamata anche la sociologia, scienza preziosa per la produzione di conoscenze non solo su bisogni e criticità del presente, ma anche sulle progettualità possibili per valorizzare risorse e le opportunità disponibili nei territori. Consapevole che il cambiamento non basta pretenderlo ma che bisogna costruirlo, di seguito la sintesi di un possibile sviluppo della Calabria centrato sulle 5 T: Talento- Turismo- Tecnologia- Territory-care- Tempo.
Talento – Trattenere i giovani e frenare la fuga dei cervelli è una priorità. Molto devono fare le istituzioni preposte alla formazione(scuole-università), ma altrettanto devono fare gli amministratori locali. Fare dei nostri territori dei luoghi in un cui ognuno possa avere la possibilità di riconoscere e far crescere il proprio talento, comporta investimenti mirati con cui realizzare, anche a livello intercomunale, spazi polivalenti e opportunità per la pratica delle diverse discipline sportive ma anche per altre espressività artistiche quali la musica, il ballo, la danza, il cinema. E’ auspicabile altresì che nei diversi comuni, anche di piccole dimensioni, si sperimentino percorsi per la condivisione intergenerazionale di conoscenze ed esperienze.
Turismo – Le tante potenzialità del settore richiedono una nuova organizzazione dell’offerta che dovrebbe essere sempre più comprensoriale ed intersettoriale. L’obiettivo è mettere il turista nelle condizioni di conoscere molte più cose del nostro territorio e di fruire delle specificità dei luoghi: gastronomia ed artigianato. È altresì necessario un piano del settore che punti ad intercettare nuove forme di fare vacanza: turismo delle radici; terza età; turismo salutare e sportivo. Fondamentale la scelta di valorizzare gli 800 Km di costa con la costruzione, in luoghi strategici, di moderni e funzionali porti turistici.
Tecnologia – Il Recovery Plan destinerà ingenti risorse economiche ad interventi per la digitalizzazione e l’innovazione tecnologica. Potrebbe essere questa l’occasione per recuperare i ritardi accumulati e dotare l’intero territorio delle infrastrutture necessarie a far funzionare al meglio i servizi pubblici nonché a sostenere la domanda di sviluppo delle imprese private. Molto importanti nei prossimi anni risulteranno anche gli investimenti in tecnologia legata all’economia green.
Territory-care – Incentivare e qualificare l’offerta di servizi territoriali per la cura della salute dei cittadini è diventata un’urgenza. Spazio a servizi capaci di assicurare una più efficace prevenzione ed in grado di favorire l’adozione di stili di vita salutari, causa principale della qualità di salute delle persone. Fondamentale incentivare servizi di prossimità, quali i servizi per la cura a domicilio per persone anziane, sole e fragili. Si tratta di sostenere una certa idea di salute e di dignità della persona, ma anche di dare spazio ad un sistema di offerta che rappresenta uno dei principali bacini occupazionali dei prossimi decenni.
Tempo – Le idee ed i progetti camminano con le gambe delle persone. La storia insegna, vedi tempi e modalità di ricostruzione del ponte Morandi di Genova, che è la volontà la variabile decisiva. La politica e classe dirigente del territorio deve riuscire a fare, “presto e bene”, quanto necessario per rilanciare l’immagine e la qualità di vita della nostra regione. Nei prossimi anni la Calabria sarà chiamata a giocare una partita decisiva. Questa volta dobbiamo però puntare ad un solo risultato: la vittoria.
Restando nella metafora, le partite si vincono nella logica del gruppo e della squadra. Non è neutrale però la qualità dei componenti. Al netto delle reazioni istintive per il colore della maglia attuale, avere un giocatore come Ronaldo rappresenta un punto di forza importante per il buon esito delle sfide. Ai partiti ed alle forze politiche il compito di selezionare una classe dirigente adeguata al ruolo ed alla comunità civile la responsabilità di controllare e partecipare. Il tempo della delega è finito, la Calabria, il suo futuro, ha bisogno dell’apporto dei calabresi. (fca)
L’improvvisa scomparsa di Jole Santelli, presidente della Regione Calabria, ha sconvolto la Calabria, e non solo. Tantissimi i messaggi di cordoglio che stanno arrivando da personalità della politica e non, che hanno voluto dedicare un pensiero e un ultimo saluto a «una donna coraggiosa e forte».
Primo fra tutti, il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che ha ricordato Jole Santelli come «una figura rappresentativa del partito di cui era dirigente, e al tempo stesso consapevole che le istituzioni sono la casa comune, il luogo del confronto e del dialogo: con questo spirito ha lavorato intensamente con i colleghi presidenti di Regione e con il governo nazionale in questi mesi così impegnativi di contrasto alla pandemia».
«Desidero esprimere il cordoglio più profondo e i sensi della mia vicinanza – ha proseguito il Presidente della Repubblica – ai familiari, agli amici, a quanti con lei hanno condiviso l’impegno politico e istituzionale, e a tutta la comunità calabrese, che pochi mesi fa l’aveva scelta come presidente della Regione».
«Jole Santelli, prima donna a ricoprire il ruolo di presidente della Regione Calabria, si è distinta per la tenacia del suo temperamento e per la combattività che sapeva esprimere nell’azione politica e di governo. Ha affrontato con coraggio la malattia, con la quale – annota Mattarella – era costretta a convivere».
«Non si è arresa – ha concluso il presidente Mattarella – ha voluto fortemente portare il proprio contributo alla vita sociale e anche per questo ha meritato stima e apprezzamento. È stata deputato, senatore, sottosegretario alla Giustizia e al Lavoro. Da sempre impegnata sui temi dello sviluppo della sua Regione e del Mezzogiorno».
A Palazzo Madama, per ricordare la presidente Santelli, è stato osservato un minuto di silenzio, e la presidente del Senato, Elisabetta Alberti Casellati, ha dichiarato che «desidero ricordare una grande donna che oggi ci ha prematuramente lasciato: Jole Santelli. Jole Santelli è stata per tutti noi una grande testimonianza di coraggio e di servizio alla comunità».
La presidente Casellati, infatti, ha ricordato che la Santelli è stata eletta alla «Camera per quasi vent’anni, portando avanti le idee di un progetto liberale, moderato e cattolico che l’ha sempre contraddistinta. L’impegno politico, l’amore per la sua terra sono stati suoi compagni di viaggio anche nell’esperienza di prima donna Presidente della Calabria. Una esperienza che ha saputo onorare continuando a lottare per ciò in cui credeva, con quella forza straordinaria, con quella determinazione e passione civile che le grandi donne sanno esprimere».
Anche alla Camera dei Deputati è stato osservato un minuto di silenzio, e il presidente Roberto Fico, ha annunciato che la prossima settimana si terrà una commemorazione in aula.
«Siamo profondamente scossi – ha dichiarato il presidente Fico – per la prematura scomparsa di Jole Santelli, presidente della Regione Calabria ed ex parlamentare. Anche a nome della Camera dei deputati voglio esprimere la più sentita vicinanza ai suoi cari. A loro va in questo momento il nostro pensiero».
Il Premier Giuseppe Conte ha espresso il suo cordoglio per la scomparsa della presidente Santelli: «una perdita dolorosa! La scomparsa di Jole Santelli è una ferita profonda per la Calabria e per le Istituzioni tutte. Il mio pensiero commosso e le più sentite condoglianze ai suoi familiari».
Anche Silvio Berlusconi ha espresso il suo cordoglio: «Jole lascia davvero un vuoto incolmabile nelle nostre anime. Era un’amica sincera, intelligente, leale, era una donna appassionata, una combattente tenace. Mi è stata vicina anche nei momenti più difficili. Non aveva paura di nulla, neppure della malattia e della sofferenza. Come pochi altri aveva saputo mettere nell’impegno politico generosità, intelligenza, cultura, aveva affrontato senza esitare sfide difficili in Parlamento, al Governo, in Forza Italia, fino all’ultima bella battaglia che l’aveva portata alla Presidenza della sua Regione».
Anche il leader della Lega,Matteo Salvini, ha voluto dedicare delle parole alla Santelli: «andarsene a soli 51 anni, dopo aver lavorato per la tua gente, con il sorriso, fino a poche ore fa. La Calabria e l’Italia ti abbracciano Jole, una preghiera per te e un pensiero alla tua famiglia, ai tuoi amici e a tutta la tua comunità. Buon viaggio cara Jole».
«Siamo sconvolti dalla notizia della scomparsa del presidente della Regione Calabria, Jole Santelli – ha scritto su twitter la leader di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni –. Ci lascia un’amica, una donna coraggiosa, un politico fiero e orgoglioso delle sue idee, che ha combattuto per la sua terra. Condoglianze alla famiglia da parte mia e di tutta Fdi».
Domenico Tallini, presidente del Consiglio regionale della Calabria, ha dichiarato che «un destino crudele ha fermato per sempre il coraggio, la passione e il sorriso di Jole Santelli, la prima donna nella storia chiamata a governare la Calabria».
«Voleva essere – questo il ricordo del presidente del Consiglio regionale della Calabria, Domenico Tallini – il sole di questa terra che amava smisuratamente, al punto da sfidare anche le avversità più dure».
«Jole non sarà una meteora – ha concluso Tallini – il suo nome, resterà scolpito nella storia recente della nostra regione come esempio di donna coraggiosa e lungimirante che sognava una Calabria dai mille colori. Ciao Jole».
«Persone come la nostra Presidente non si scordano mai. Possiamo perdere la presenza, la voce, ma non l’esempio che ci ha lasciato e ciò che abbiamo appreso. Esprimiamo le più sentite condoglianze a tutti i familiari della nostra presidente Jole Santelli» si legge in una nota da parte dei dirigenti e di tutto il personale del Consiglio regionale della Calabria.
Profondo il dolore espresso dall’ex presidente della Regione Calabria, Pino Nisticò, legato da sincera amicizia alla Santelli: «Dobbiamo pensare a una grande iniziativa che commemori e ricordi alle future generazioni questa donna straordinaria e coraggiosa, che ha affrontato con fierezza e determinazione la sua terribile sfida contro un male spietato».
Nicola Zingaretti, che ha ricordato Jole Santelli come «una donna tenace e appassionata, che ha combattuto a lungo. Alla sua famiglia e alla comunità che rappresentava, a tutti i suoi concittadini, vanno il nostro pensiero e la vicinanza dei democratici».
Anche il ministro delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali, Teresa Bellanova, ha scritto su twitter che «la morte della presidente della Calabria, Jole Santelli, ci lascia sgomenti. Ci siamo conosciute anni fa in Commissione Lavoro e pur nelle diversità politiche abbiamo collaborato in modo sempre costruttivo. Sono vicina alla famiglia e ai colleghi di Forza Italia per questo lutto».
Francesco Boccia, ministro per gli Affari Regionali, si è detto «sconvolto dalla scomparsa di Jole, ara amica e rappresentante straordinaria e appassionata del sud. Ci siamo confrontati anche con determinazione ma senza far mancare mai il rispetto reciproco. Non posso credere di non poterla piu vedere al nostro tavolo».
«È una perdita incolmabile per la Calabria – ha concluso il ministro Boccia – per il mezzogiorno e per l’Italia intera. Sono vicino alla sua famiglia, a tutto il centrodestra e, soprattutto, a tutti coloro che le volevano bene».
«Una notizia che sconvolge tutti – ha scritto su Twitter il ministro degli Esteri Luigi Di Maio –. La mia vicinanza alla sua famiglia, ai suoi cari, a chi l’ha sempre amata e la amerà per sempre». Su Twitter anche il cordoglio di Vito Crimi, capo politico dei 5S.
Cordoglio anche da parte parte del ministro per il Sud, Giuseppe Provenzano: «Sono stati mesi di leale collaborazione istituzionale, pur nella diversità di idee politiche. Una donna forte e generosa. Mancherà».
«Di fronte a questa triste notizia non ci sono parole. Ho conosciuto Jole prima ancora che fosse eletta in Parlamento e ho avuto modo di apprezzare le sue qualità umane e la sua combattività. Sono sinceramente dispiaciuto per la sua immatura perdita», scrive l’ex governatore della Calabria Mario Oliverio.
Profonda commozione è stata espressa da Marcello Anastasi, capogruppo in Consiglio regionale di Io Resto in Calabria: «il dolore impedisce di esprimere a parole quanto sgomento abbia suscitato in noi tutti la notizia della scomparsa della presidente della Regione Jole Santelli, una giovane donna che aveva assunto con coraggio e determinazione il gravoso compito che i calabresi le avevano affidato e il cui nome resterà certamente nella storia di questa regione».
«A nome mio e del gruppo che rappresento – ha concluso – esprimo profondo cordoglio e sincera vicinanza ai suoi familiari. La Calabria perde la sua guida, una figura importantissima che si è sempre contraddistinta per il rispetto e la lealtà istituzionale. E’ dunque necessario che tutte le forze politiche comprendano quanto sia difficile il periodo che abbiamo davanti e si impegnino affinché sia contraddistinto dalla pacificazione sociale e dal lavoro improntato esclusivamente ad affrontare i tanti problemi che quotidianamente gravano sui cittadini».
«È un momento di profonda commozione – ha dichiarato Nicola Irto, consigliere regionale del PD alla notizia della scomparsa prematura della Santelli – e di grande dolore per tutta la Calabria. Siamo tutti sconvolti e provati sul piano umano».
«La presidente Jole Santelli – ha proseguito Irto – non stava bene, ma ha lottato fino all’ultimo, con grandissima dignità e coraggio, contro un destino avverso che ha affrontato a viso aperto. Il suo modo di affrontare la malattia, reagendo e combattendo, è stato un grande esempio. Adesso non ci sono parole. Solo rispetto, silenzio e dolore. Addio Jole, la terra ti sia lieve».
«Jole – ha proseguito – rappresentava la speranza del riscatto di una terra che amava appassionatamente, l’idea di un Mezzogiorno che ha in sé stesso la dignità e la forza di essere protagonista del futuro, di guardare all’Europa e al mondo.
Ai suoi cari, a tutti coloro che l’hanno conosciuta, stimata, amata voglio esprimere il mio cordoglio più sentito e più profondo.Il loro dolore è anche il mio».
Il consigliere regionale del PD, Luigi Tassone, ha ricordato la presidente Santelli come una «persona determinata e coraggiosa, pronta a portare fino in fondo le proprie battaglie. Ci ha diviso la visione politica ma ci ha unito lo spirito di far crescere e cambiare la Calabria».
«La notizia della scomparsa di Jole Santelli – ha concluso – lascia dolore e tristezza nei calabresi ed in tutti coloro che l’hanno conosciuta. Ai suoi familiari ed alle persone a lei vicine vanno le mie più sentite condoglianze».
Cordoglio è stato espresso anche dal consigliere regionale del Partito DemocraticoLibero Notarangelo, che ha ribadito come «davanti alla solennità della morte non ci sono steccati ideologici, divergenze politiche, sterili discussioni sul modo di governare la nostra regione che amava moltissimo».
«La presidente Santelli – ha aggiunto – ha saputo trasformare in vitalità incosciente il dolore, e in coraggio la pressione e la preoccupazione per un percorso in salita, complicato dalle incognite della malattia che ha combattuto fino alla fine ha sfidato la sorte con il sorriso. Alla famiglia prima di tutto, che amava tanto e dalla quale era amatissima, la più sincera vicinanza».
«Addio Presidente, il Tuo ricordo, le idee e la Tua generosità rimarranno indimenticabili. Il cuore è pieno di tristezza, ma anche di profonda gratitudine. La tua presidenza è stata breve ma intensa! Un soffio, un sorriso, una corsa. Le più sentite condoglianze alla famiglia» si legge in una nota del consigliere regionale della Lega, Pietro Molinaro.
Anche il consigliere regionale Francesco Pitaro, del Gruppo Misto, ha espresso cordoglio: «mi spiace profondamente. Le parole dinanzi alla morte valgono niente. Ma una cosa voglio dirla, sulla scorta delle interlocuzioni che ho avuto con lei e per averla vista, nonostante la sofferenza che si portava dentro, disponibile all’ascolto, affabile e sorridente: l’on. Jole Santelli ha affrontato la malattia con un coraggio e una tenacia davvero encomiabili. Ha reagito al dolore a testa alta difendendo strenuamente il diritto alla vita».
Il consigliere regionale e capogruppo della Casa delle Liberà, Giacomo Pietro Crinò, ha ricordato la presidente Santelli come «una donna determinata e passionale, che credeva fortemente nelle sue idee. Una donna che combatteva con forza per le sue convinzioni. Di lei avevo e continuerò a nutrire immensa stima. La scomparsa della Santelli è una perdita grave per tutti, per la Calabria, per gli amici, gli avversari politici, per la famiglia, per tutti quelli che le hanno voluto bene».
«Il suo impegno, la sua militanza politica – ha aggiunto – l’esperienza nelle varie Istituzioni, legata allo sviluppo socio-economico della Calabria, saranno ricordati da amici e avversari politici. Jole Santelli ci mancherà molto. Ai familiari il mio cordoglio e la mia vicinanza, assieme a quella del Gruppo che presiedo in seno al Consiglio regionale della Calabria».
«In poco tempo hai reso la ‘Calabria Protagonista’, così come era il tuo sogno» ha scritto il senatore di Forza ItaliaMarco Siclari, ricordando la presidente Santelli.
«Hai dimostrato – ha proseguito – di essere una vera combattente, lavorando a favore della Calabria, senza perdere un attimo di tempo. Adesso, la Calabria avrà una combattente in più che affiancherà e aiuterà i calabresi in ogni momento della giornata. Voglio ricordarti così. Tutti al tuo fianco. Ciao Jole, ti voglio bene».
Anche il deputato del PD, Antonio Viscomi, ha espresso dolore per la «morte improvvisa, inaspettata, dolorosa di Jole Santelli».
«Incapace di immaginare nella fredda immobilità della morte la sua gioiosa vitalità e il suo sorriso – ha proseguito il deputato Viscomi – sempre capace di trasformare l’agire politico in un incontro tra persone. E’ sempre stato così: in Parlamento, al Ministero, al Comune e da ultimo in Regione. Pronta ad ascoltare e a ricercare soluzioni quanto più condivise possibili, attenta al merito delle persone e sempre ancorata ai valori solidi della democrazia liberale. Ora è il momento di stringersi al dolore della sua famiglia, alla quale esprimo il più sentito cordoglio».
Anche il senatore di Italia Viva e sindaco di Diamante, Ernesto Magorno, ha definito la morte della Santelli «un giorno di dolore per tutti noi calabresi».
«Jole Santelli, nonostante tante difficoltà – ha aggiunto – ha guidato la Calabria nel complicato periodo del Coronavirus e il suo lavoro è stato riconosciuto a livello mondiale. Un pensiero ai suoi cari».
Il Movimento 5 Stelle ha voluto esprimere «il nostro cordoglio e ci stringiamo, con affetto e commozione, intorno alla sua famiglia e a tutte le persone a lei care. Oggi è una giornata di grande dolore per tutta la Calabria».
Cordoglio anche per i deputati del Movimento 5 StelleFrancesco Sapia, Giuseppe d’Ippolito e Paolo Parentela, che hanno dichiarato che «ci addolora la scomparsa prematura della presidente della Regione Calabria, Jole Santelli, cha stava con forza e coraggio stava lottando contro un brutto male».
«Davanti alla notizia, che tocca nel profondo la Calabria e la politica italiana – hanno proseguito i 5 Stelle – ogni parola può essere inadeguata, insufficiente. Esprimiamo la nostra vicinanza e il nostro affetto ai familiari, ai collaboratori e a tutte le persone vicine alla presidente».
«Ricorderemo – hanno concluso i parlamentari M5S – lo spirito combattivo, esemplare, con cui la presidente Santelli ha affrontato la sua vicenda personale».
«Hai lottato senza mai risparmiati portando sempre nel cuore l’amore per la tua Calabria. Riposa in pace Jole» scrivono su twitter i Giovani di Forza Italia Lazio.
«Con Jole – ha dichiarato Fiammetta Modena, senatrice di Forza Italia e membro della commissione giustizia – se ne va una protagonista vera e autentica della storia di Forza Italia. Jole era figlia di Forza Italia e di Forza Italia si sentiva essa stessa parte integrante e fondamentale. Ma Jole era anche una colonna portante del dipartimento giustizia del Movimento, conosceva il diritto e si di ritto si nutriva ogni giorno, educata e cresciuta nel cuore di grandi studi legali».
«La sua esperienza legale – ha proseguito la senatrice – ha, poi, segnato la vita stessa del dipartimento giustizia di Forza Italia, lei stessa protagonista di primo piano di mille decisioni importanti sia in Commissione giustizia sia come sottosegretario a Largo Arenula. Quando le chiesero di candidarsi alla guida della regione sapeva di essere ammalata, ma la sua tempra di condottiera instancabile l’aveva convinta che non poteva tirarsi indietro. Ed è andata avanti fino all’ultimo. Iole aveva una forzae un coraggio di insegnamento per tutti. Sono tanto pochi 51 anni per lasciarci, siamo tutti profondamente addolorati. Forza Italia perde una bella anima».
Anche Wanda Ferro, deputata di Fratelli d’Italia, ha espresso il suo cordoglio: «iIl suo amore per la Calabria sembrava essere più forte di ogni cosa. La sua volontà determinata di cambiare questa terra, di renderla protagonista, le ha consentito di sfidare la malattia, la sofferenza, la stanchezza. Con il sorriso, spesso con l’approccio ironico di chi ha il cuore sereno e le mani libere, sempre con la forza e il coraggio di una vera combattente. Nella politica e nella vita privata, se mai possono essere in qualche modo separate».
«Con Jole – ha proseguito la Ferro – abbiamo condiviso tante battaglie politiche, sempre dalla stessa parte, ma per me è stata soprattutto un’amica. Abbiamo condiviso gioie e difficoltà, ed ho sempre ammirato la sua forza d’animo, la sua voglia di vivere, il suo essere autentica, libera, incurante dei giudizi e delle apparenze. Una donna che, nonostante tutto, ha voluto offrire tutta se stessa, ogni sua energia, alla rinascita di questa nostra terra. Senza risparmiarsi mai. Il dolore è profondo, ma nel cuore di ciascuno resta vivo il suo sorriso, la gioia di un’ultima danza insieme alla sua gente».
«A nome mio e di tutta la comunità del Partito Democratico della Calabria – ha dichiarato StefanoGraziano, commissario regionale del Partito democratico della Calabria – esprimo il più sentito cordoglio ai familiari di Jole Santelli».
«Rendiamo omaggio a una donna delle istituzioni – ha proseguito l’on. Graziano – che, nonostante combattesse da tempo contro il male del secolo, aveva scelto di continuare a lavorare per i suoi concittadini e per la sua regione. Che la terra le sia lieve».
L’on. Eugenio Sangregorio, ha espresso «profondo cordoglio per la prematura scomparsa dell’on. Jole Santelli».
«La Calabria – ha aggiunto – perde una figlia prestigiosa che ha saputo esprimere fin da giovanissima la sua passione per la politica arrivando a ricoprire cariche di alto livello come parlamentare e sottosegretario di Stato, e da ultimo come presidente della nostra regione».
«Come calabrese, e ancor più come cosentino – ha concluso – mi sento particolarmente addolorato in quanto, oltre ad una brava politica Jole è stata una grande donna che ha sempre rappresentato al meglio la forza ed il carattere delle donne del Sud, con lo spirito e la determinazione che la distinguevano».
Anche il presidente del Consiglio comunale di Catanzaro, Marco Polimeni, si è unito al cordoglio, ribadendo come la prematura scomparsa di Jole Santelli «rappresenta una grave perdita per il mondo politico e istituzionale all’interno del quale, a diversi livelli, ha lasciato il segno con una presenza forte, coraggiosa e autorevole. Dopo tanti anni in Parlamento, l’elezione alla guida della Regione Calabria aveva rappresentato una svolta importante, oltre che il coronamento di un percorso personale portato avanti sempre in prima linea».
«In questi pochi mesi – ha aggiunto – nelle vesti di presidente della giunta regionale, Jole Santelli aveva dimostrato un grande senso di responsabilità nella gestione dell’emergenza covid con l’obiettivo, messo al primo posto, di salvaguardare la comunità calabrese dai rischi di un’epidemia non ancora superati. Nel riconoscere le sue innate doti politiche e la sua spiccata sensibilità, le più alte rappresentanze della politica e delle istituzioni regionali e nazionali hanno espresso il proprio cordoglio unanime e trasversale».
«In questo giorno di lutto – ha concluso – anche il Consiglio comunale di Catanzaro si stringe attorno al dolore dei suoi familiari e, di concerto con tutti i Capigruppo, la seduta dell’assise prevista per domani è stata rinviata ad altra data».
Anche Ivan Cardamone, assessore alla Cultura e coordinatore di Forza Italia, unitamente ai colleghi di giunta e consiglieri del Gruppo, ha espresso il proprio cordoglio per la scomparsa del Presidente della Regione, Jole Santelli.
«Era stata la prima donna – si legge in una nota – a diventare presidente della Regione, una sfida che sembrava impossibile e che, seppur per pochi mesi, è diventata realtà in un territorio difficile come la Calabria. Jole Santelli se ne è andata scrivendo delle pagine di storia politica importanti per la nostra regione, dopo aver rivestito per anni il ruolo di parlamentare e amministratore sempre con forza e intraprendenza. Anche nei momenti più difficili, Jole ha continuato a mettere davanti il bene della propria regione, affrontando con coraggio i problemi dell’emergenza covid e mettendoci la faccia per difendere gli interessi dei calabresi a livello nazionale».
«Senza paura – prosegue la nota – ha ricoperto il delicato incarico di Governatore con l’impegno e la volontà che l’hanno contraddistinta durante tutto il suo percorso istituzionale. La Calabria, e non solo, piange la sua scomparsa e ad esprimere le proprie condoglianze sono tante voci, anche di espressione politica opposta, che oggi si uniscono per ricordare la sua figura e il suo esempio».
Giuseppe Nucera, presidente de La Calabria che vogliamo, ha ricordato come «alle ultime elezioni regionali, io in prima persona e tutto il Movimento ‘La Calabria che vogliamo’ abbiamo sostenuto con entusiasmo e convinzione la candidatura di Jole Santelli, diventata la prima Governatrice della nostra Regione».
«Oggi – ha proseguito Nucera – siamo tutti sconvolti dalla prematura scomparsa di Jole, che stava affrontando con forza la battaglia contro un male. È un giorno triste per tutta la Calabria, senza distinzione di appartenenza politica. La nostra Regione aveva iniziato un percorso di rinascita e cambiamento sotto la guida combattiva della Santelli, proseguirlo sulla scia da lei tracciata sarà il modo migliore per renderle onore. Esprimiamo le più sentite condoglianze alla famiglia per la perdita. Ciao Jole, la terra ti sia lieve».
Il segretario regionale di Italia del Meridione, Nicodemo Filippelli, si è unito al dolore per la prematura scomparsa della governatrice Santelli.
«Un giorno triste per l’intera Calabria – ha dichiarato – che oggi si è svegliata senza la sua presidente ma soprattutto senza una sua donna coraggiosa che ha lottato fino alla fine contro il suo male. Come movimento politico abbiamo sostenuto la sua candidatura, un impegno il suo travolto subito dall’emergenza pandemia affrontato con determinazione e con la passione di chi ama la propria terra. La storia la ricorderà come la prima donna presidente della Calabria, a noi il ricordo della sua caparbietà e di chi ha lasciato questa terra troppo presto, un sentimento condiviso senza distinzione da tutto il mondo politico. Come segretario regionale IdM esprimiamo le nostre più sentite condoglianze alla famiglia e alle persone a lei più care e ci stringiamo a loro in un abbraccio profondo».
Antonino Minicuci, che si è unito anche lui al cordoglio, ha ricordato la Santelli come una donna «determinata, combattiva, ironica ma, sopratutto, innamorata della Calabria».
«È cosi che ricordo Jole Santelli – ha aggiunto – la cui prematura scomparsa mi rattrista enormemente. Con sincera lealtà aveva sostenuto la mia candidatura a Sindaco di Reggio Calabria, garantendomi collaborazione. Soltanto poche settimane fa ci confrontavamo sulle enormi potenzialità della nostra terra, oggi mi trovo addolorato a dare l’addio al Presidente della Regione Calabria. Un percorso iniziato pochi mesi con entusiasmo e forza di volontà fa viene bruscamente interrotto dal destino avverso».
«La lezione che Jole Santelli lascia a tutti noi è quella di una donna che ha fatto del coraggio il proprio tratto distintivo. Il coraggio di affrontare a viso alto e senza paura la malattia. Il coraggio di credere in futuro migliore e diverso per la Calabria. L’insegnamento che ci lascia dovrà essere la stella polare che guiderà il rilancio della nostra terra, è il modo migliore che abbiamo per ricordarla. Ciao Jole, ci mancherai».
Per il massmediologo Klaus Davi, «la morte della presidente della Calabria Jole Santelli è una perdita immensa. Il suo impegno politico ma anche nella società civile per le donne è stato acclarato e continuo in tutti questi lunghissimi anni. Era un politico vero, legato al proprio territorio da un affetto profondissimo, amata dal popolo Calabrese, rispettata e sempre attenta alle esigenze delle donne. Questa morte, apparentemente avvenuta in solitudine, lascia veramente l’amaro in bocca».
«Colpisce, naturalmente – ha aggiunto – in primis i familiari e chi era vicino a Jole ma colpisce anche tutti coloro che stimavano il suo operato e l’apprezzavano, a prescindere dal credo politico. In una terra, la Calabria, dove lo Stato spesso è solo una comparsa, dove imperano le massomafie anche nelle istituzioni facendo il bello e il cattivo tempo, lei era riuscita a portare una luce. Una luce che per esempio si era fatta molto viva durante la gestione magistrale di tutta la vicenda del lockdown. Perdiamo un grandissimo politico e perdiamo una grandissima donna». (rrm)
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