RIFORMA PORTUALITÀ, IL SUD DIVENTERÀ
IL PIÙ GRANDE HUB DEL MEDITERRANEO

di ERCOLE INCALZA – In più occasioni, in questi anni, ho ricordato che la riforma della portualità era presente nei programmi dei Governi Renzi, Gentiloni, Conte 1, Conte 2, Draghi e dell’attuale Governo; cioè era ed è un obiettivo annunciato dal 2015 e rimasto solo un atto programmatico o meglio una semplice buona intenzione.

Ha ragione il Presidente di Federlogistica, Luigi Merlo, nel ritenere che il punto di partenza della riforma debba essere il ruolo e le funzioni dell’Autorità di Sistema Portuale e dei suoi Presidenti ma questo processo deve, a mio avviso, portare alla formazione di un assetto societario e, al tempo stesso, di una rivisitazione sostanziale sia del numero delle Società e quindi dei relativi sistemi portuali, sia dell’inserimento, in ogni sistema, degli interporti strettamente interagenti.

Inoltre, tra i vari ruoli va considerato uno in modo particolare, mi riferisco alla dimensione industriale dei porti e alla rappresentanza, nella governance dei singoli porti, degli enti territoriali. Un porto è diverso da un aeroporto e da una grande stazione ferroviaria? Ad avviso di chi scrive la risposta giusta dovrebbe essere “non dovrebbe”. Ma al momento il porto, come realtà industriale, vive l’eccezionalità di essere ancorata ad una distinzione sbagliata tra l’interesse strategico e pubblico delle politiche che hanno ad oggetto i porti ed il porto come impianto industriale.

Di seguito prospetto, quindi, una prima ipotesi di questo nuovo impianto della offerta logistica portuale ed interportuale del Paese:

Sicuramente non ho inserito dei nodi logistici, sia portuali che interportuali, e mi scuso in partenza di possibili dimenticanze ma ritengo che i sette sistemi rispettino quanto già proposto sia nel Piano Generale dei Trasporti approvato nel 1986, sia nella apposita Legge del 1987 che riconobbe la validità di una simile scelta; una Legge che però non fu mai resa operativa.

Ebbene, queste sette realtà possono diventare Società per Azioni con una maggioranza pubblica del 51%; una maggioranza delle azioni pubbliche controllate da un unico organismo facente capo a quattro Dicasteri (Ministeri dell’Economia e delle Finanze, Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, Ministero delle Imprese e del made in Italy, Ministero della Difesa).

Una tale proposta contiene una serie di convenienze: si offre una articolata sommatoria di realtà portuali ed interportuali ad un organismo come la Società per Azioni che, in base ad una misurabile autonomia gestionale, è in grado di dare vita a forme di concorrenza e di integrazione funzionale con altre realtà nazionali ed internazionali; si consente all’Amministratore Delegato della Società di produrre Piani Economici e Finanziari (Pef) organici e misurabili; si consente alla partecipazione pubblica nelle sette Società di rappresentare, in modo sistematico e motivato, gli interessi e le strategie dello Stato nella gestione della offerta portuale ed interportuale del Paese; un interesse che può anche essere garantito da una Società o da un apposito Dipartimento composto dai Dicasteri prima richiamati (Ministeri dell’Economia e delle Finanze, delle Infrastrutture e dei Trasporti, delle Imprese e del made in Italy, della Difesa); si creano le condizioni per una trasparenza non solo delle gestioni dei singoli Hub ma anche di un misurabile quadro di introiti. In fondo prendono corpo vere forme innovative di Partenariato Pubblico Privato (PPP).

È solo una proposta, senza dubbio discutibile, ma spero possa essere una possibile base di un confronto concreto e costruttivo; una proposta di riforma che, per la prima volta, consente al Mezzogiorno di disporre di cinque sistemi portuali su sette, consente al Mezzogiorno di diventare il più grande Hub dell’intero Mediterraneo. (ei)

Presentato il Bilancio di Sostenibilità 2023 del Porto di Gioia Tauro

L’Autorità di Sistema portuale dei mari Tirreno meridionale e Ionio si è dotata, per il terzo anno consecutivo, del Bilancio di Sostenibilità, relativo all’esercizio 2023.

Nell’ottica di un’economia sempre più integrata e sostenibile, l’Ente, guidato dal presidente Andrea Agostinelli, coinvolto nell’implementazione di interventi infrastrutturali avanzati, con particolare attenzione alla tutela ambientale e all’ottimizzazione delle risorse, si è posto l’obiettivo di trasformare il sistema portuale in un hub logistico di eccellenza, in grado di favorire lo sviluppo economico sostenibile del territorio e di contribuire alla competitività del sistema Paese. 

Presentato ai propri stakeholder attraverso la fotografia dettagliata delle iniziative, dei progetti e dei risultati conseguiti nel corso del 2023, in relazione alle proprie performance economiche, sociali e ambientali, il Bilancio di Sostenibilità nasce dall’esigenza di “rendicontazione della sostenibilità”, ovvero dalla rendicontazione delle diverse attività svolte dall’Autorità e dei risultati raggiunti da differenti prospettive, economico – finanziaria, ambientale e sociale. 

Si tratta, quindi, di un documento in cui sono stati evidenziati tutti gli interventi attivati dall’Autorità per potenziare le infrastrutture portuali e la loro sicurezza e favorire le sinergie con il territorio, al fine di rafforzarne il ruolo di supremazia ormai assunto nel Mediterraneo. 

Tra le principali iniziative assunte dall’Ente vi è un sistema di governance particolarmente attento alla tutela del lavoratore, alla lotta alla corruzione, all’antiriciclaggio, al reclutamento del personale, alla digitalizzazione, alla destinazione d’uso di nuovi spazi e al controllo delle emissioni delle navi. 

Grande motivo di orgoglio è il porto di Gioia Tauro, primo porto di transhipment d’Italia, con un andamento dei traffici in costante crescita, che ha chiuso il 2024 con un record di movimentazione di 3.940.447 teus, nonostante la minaccia rappresentata dagli effetti distorsivi della direttiva europea Ets e dalla crisi del mar Rosso. 

E, in egual misura, lo sono anche gli altri scali di competenza: Corigliano Calabro, Crotone, Taureana di Palmi e Vibo Valentia Marina che costituiscono delle piattaforme logistiche in un continuo e rapido sviluppo, in piena integrazione con i tessuti sociali ed economici del territorio. 

«In questi anni, nella nostra politica di governance – ha dichiarato il presidente Andrea Agostinelli – le strategie e le azioni posti in essere dall’Autorità portuale sono state basate sulla ricerca di soluzioni più idonee ed eco-sostenibili, per coniugare una sempre maggiore competitività degli scali e contestualmente una vivibilità delle città, sviluppo economico e tutela dell’ambiente». 

«Un ringraziamento speciale – ha concluso il presidente Agostinelli – va al personale della Autorità di Sistema Portuale che, con specifiche competenze, ha messo al primo posto la sostenibilità, e a tutti i portatori di interesse con i quali costantemente dialoghiamo per un incessante miglioramento delle procedure. Un connubio di forze e un lavoro sinergico che ha portato alla realizzazione del Bilancio di Sostenibilità relativo all’esercizio 2023». (rrc)  

Il Porto di Gioia Tauro da record: Ha movimentato 3.940.447 teus

Il porto di Gioia Tauro ha appena chiuso l’anno tagliando il suo massimo traguardo, registrando una movimentazione di 3.940.447 teus, andando di gran lunga oltre i 3.548.827 teus del 2023, con un incremento del 11%.

Per il porto di Gioia Tauro, l’anno appena concluso è stato segnato da tante sfide superate, prima tra tutte la minaccia rappresentata dalla direttiva europea Ets che, nel creare una distorsione della concorrenza di mercato, penalizza i porti mediterranei destinati al ”transhipment” favorendo i concorrenti scali della sponda africana. 

Una minaccia che non ha scalfito le ottime performance dello scalo calabrese, uscito indenne anche dalla crisi internazionale dei traffici marittimi dovuta all’instabilità geopolitica del mar Rosso, che ha costretto gli armatori a circumnavigare l’Africa pur di raggiungere il porto di Gioia Tauro, che continua così a manifestare costanti trend di crescita nell’ultimo quinquennio.

Nel 2024, il porto di Gioia Tauro ha puntato alla diversificazione dei suoi servizi portuali. A luglio scorso è stata infatti inaugurata la banchina di ponente, dove sarà predisposto il futuro bacino di carenaggio, tracciando così la strada per l’avvio della manutenzione e delle riparazioni navali per le navi che fanno scalo nel porto gioiese.

Poco prima della fine dell’anno, ad ottobre hanno fatto ingresso in porto le ultime due gru di banchina, in grado di servire le grandi navi oceaniche di futura generazione da 25 mila teus, dotando così lo scalo di un qualificato parco macchine che, complessivamente, si compone di 25 gru di banchina, tre gru mobili (Mhc), oltre alle centinaia di straddle carrier, segnale tangibile dei cospicui investimenti del terminalista Mct.

In flessione invece il segmento “automotive” gestito dal terminal Automar, che ha riportato una flessione del 17% rispetto al 2023, movimentando complessivamente 306.329 autovetture nei propri piazzali.

L’anno si è infine concluso con la nascita dell’impresa portuale, ai sensi dell’art.17 – comma 5 – della legge 84/94, attraverso la sottoscrizione all’unanimità del relativo regolamento di gestione e del piano economico e finanziario tra l’Autorità di Sistema portuale dei mari Tirreno meridionale e Ionio, la MedCenter Container Terminal e le imprese portuali ex art. 16 (Sea Work Service, International Shipping e Universal Services), una società a responsabilità limitata che avrà per oggetto la fornitura di lavoro temporaneo ai terminalisti e alle imprese ex art. 16 e 18, legge 84/94. 

Con lo sguardo agli altri porti si prospetta un importante futuro per tutti gli scali del Sistema attraverso una mirata programmazione di lavori infrastrutturali. In particolare, nello scalo di Vibo Valentia Marina sono stati destinati 20 milioni di euro per l’adeguamento statico della banchina Bengasi, che così continuerà a garantire i traffici commerciali da e per l’adiacente area industriale di Porto Salvo.  

Stessa attenzione è stata rivolta allo sviluppo del porto di Crotone, che il prossimo 28 febbraio vedrà l’inaugurazione dei lavori di sviluppo integrato nel Porto Vecchio, mirati alla riqualificazione urbana e alla pedonalizzazione di aree portuali con l’obiettivo di sviluppare le attività crocieristiche, il turismo nautico e le attività sportive, in un contesto architettonico di pregio assoluto. Per non dire del nuovo insediamento industriale localizzato nel porto commerciale, che ha prodotto in pochi mesi più di 100 assunzioni.

«Un bilancio certamente molto positivo – ha dichiarato il presidente Andrea Agostinelli – che evidenzia le straordinarie capacità di resistenza di questo porto rispetto a fattori esterni che avrebbero potuto pregiudicare la nostra “performance”, anche e soprattutto grazie alla fiducia e agli investimenti dei nostri terminalisti».

«Non c’è alcun dubbio – ha concluso – che il 2025 ci porterà altri grandi risultati, anche se in questo momento non posso nascondere la delusione dovuta al naufragio del progetto industriale di Baker Hughes nel porto di Corigliano, dovuto a cause ormai fin troppo note. Una delusione che comunque non può influenzare un trend di sviluppo e di nuove progettualità che coinvolge tutti i porti del nostro Sistema». (rrc)

Il vescovo Alberti in visita al Porto di Gioia Tauro

Il Vescovo della Diocesi Oppido-Mamertina-Palmi, monsignor Giuseppe Alberti, ha fatto visita all’Autorità di Sistema portuale dei Mari Tirreno meridionale e Ionio, accompagnato da don Gildo Albanese, cappellano del porto di Gioia Tauro, per incontrare il presidente Andrea Agostinelli e i dipendenti dell’Ente. 

Nel dare il benvenuto, il presidente dell’Autorità di Sistema portuale ha evidenziato l’importanza della visita pastorale organizzata per rinvigorire, ulteriormente, il senso di comunità portuale tra i suoi collaboratori.

E a loro si è, così, rivolto il Vescovo della Diocesi Oppido-Mamertina-Palmi nel sottolineare la bellezza dell’essere comunità, «purché – ha detto monsignor Alberti – non ci si limiti ad una celebrazione ristretta ad un solo giorno perché sarebbe riduttivo».

«Mi piace questo concetto di comunità portuale – ha aggiunto – perché credo sia una scommessa quotidiana, uno spirito e un modo di collaborazione necessario a sostenere, anche, l’attività lavorativa di un’azienda. La capacità di coordinare e di valorizzare le potenzialità e le competenze di ciascuno per metterle in condivisione, penso sia la chiave giusta per raggiungere risultati importanti».

«Che poi tutto questo diventi, anche – ha proseguito – esperienza comunitaria acquisisce un valore aggiunto, che ci fa sentire persone e non numeri, che offrono un contributo fondamentale all’intero gruppo».  

Nell’impartire, quindi, la benedizione, il vescovo Giuseppe Alberti ha detto: «Vi auguro che il Natale, attualmente impoverito, riprenda la sua forza originaria nel suo pieno messaggio universale, affinché possano sparire le guerre e le ingiustizie».

«Questo mio pensiero – ha concluso – che potrebbe sembrare utopico, deve invece essere una sorta di provocazione quotidiana delle nostre comunità, in modo che  possa nascere qualcosa di nuovo tra noi e nella nostra società». (rrc) 

Al Porto di Gioia lo stoccaggio del materiale per il Ponte

Il Porto di Gioia Tauro è stata scelta come sede di stoccaggio di materiali per la costruzione del Ponte sullo Stretto. Lo ha reso noto l’Autorità di Sistema Portuale, esprimendo soddisfazione per la proficua sinergia intercorsa con la Autorità Marittima ed il team della società Stretto di Messina, coordinato dall’ing. Valerio Mele, nel tentativo coronato da successo di rispondere pienamente alle esigenze di accosto e di  spazi di deposito e lavorazione per la costruzione di un’opera strategica per la Nazione, e la necessità altrettanto imprescindibile di salvaguardare l’operatività del porto commerciale evitando la diminuzione delle banchine commerciali e dei piazzali assentiti alla logistica dei contenitori.

La società costruttrice del Ponte, infatti, secondo un cronoprogramma ufficiale fino al 2032, utilizzerebbe le aree a sud ovest del bacino di evoluzione portuale, ed anche una parte delle aree retrostanti al terminal containers, al netto delle recenti acquisizioni operate dal terminal contenitori e previ accordi con il Consorzio Regionale per le attività produttive, titolare delle aree.

Il progetto originario del collegamento stabile tra la Sicilia e la Calabria individuava Gioia Tauro come porto di stoccaggio dei conci prefabbricati e delle bobine dei cavi per la costruzione del Ponte e costituiva una sensibile interferenza con la operatività portuale, dovuta all’ormeggio delle navi che trasportavano tali materiali presso l’accosto “alti fondali” della banchina di levante in concessione a MCT SpA e la interruzione della continuità logistica dovuta al   passaggio di tali materiali verso aree retrostanti non in concessione. 

Nel corso della Conferenza dei Servizi che il Ministero delle Infrastrutture e Trasporti ha promosso in data 16 aprile 2024, questa Autorità di Sistema Portuale aveva depositato un congruo parere, sottolineando l’impatto negativo e le dannose interferenze di tale progetto con le attività dei soggetti terminalisti, MCT in primis, e della operatività portuale in genere.

Si descrivevano, cioè, le potenziali conseguenze negative che la “revoca” anche di una piccola parte di concessione del terminal contenitori e la interruzione della continuità logistica avrebbe potuto comportare sulla economia del porto. 

Nel contempo è stata fornita una proposta risolutiva, anche in esito a sopralluoghi ed incontri con i tecnici della società “Stretto di Messina Spa”, consistente nella infrastrutturazione della parte sud del bacino di evoluzione e l’utilizzo per le aree di stoccaggio delle aree retrostanti. 

La soluzione proposta da questa Autority, di concerto con la locale Capitaneria di porto, è stata accolta e successivamente confermata nel corso di una recente interlocuzione con il costruttore, avendo sciolto la Autorità Marittima la riserva sulla assoluta non interferenza con l’attuale bacino di evoluzione delle navi. 

Tale soluzione ha riscosso, inoltre, il compiacimento dei terrminalisti MCT e Automar, impegnati ormai da un quinquennio nel rilancio del transhipment nello scalo gioiese, con nuovi investimenti nell’equipment portuale e nuovi record commerciali. 

Una lettera personale recapitata nei giorni scorsi al presidente Agostinelli testimonia la soddisfazione dell’armatore MSC per la soluzione che soddisfa da una parte le esigenze del costruttore, evitando nel contempo dannose interferenze alle operazioni del terminal. (rrc)

Porto di Gioia, Senese (Uil) incontra Agostinelli

Promuovere una tavola rotonda, a livello regionale con il coinvolgimento delle Istituzioni politiche, intorno ai temi dell’interporto di Gioia Tauro e delle reti di connessione fra i vari porti della Calabria. È la proposta avanzata dalla segretaria generale di Uil Calabria, Mariaelena Senese, nel corso dell’incontro, al Porto di Gioia Tauro, con il presidente dell’Autorità di Sistema portuale dei mari Tirreno meridionale e Ionio, Andrea Agostinelli.

Nel dare il suo assenso all’iniziativa, presentata dalla segretaria generale Uil Senese, il presidente Andrea Agostinelli ha, altresì, aggiunto che, in quella sede, presenterà la bozza del Documento di pianificazione strategica di sistema (DPSS) che sarà approvato dall’Autorità portuale nelle prossime settimane.

In un’atmosfera di sinergica collaborazione, il presidente Andrea Agostinelli ha illustrato le caratteristiche infrastrutturali del porto di Gioia Tauro, primo porto di transhipment d’Italia, in costante crescita dei traffici portuali. 

Nonostante, infatti, la crisi internazionale del Mar Rosso e le possibili ripercussioni determinate dagli effetti distorsivi della direttiva europea ETS, lo scalo calabrese chiuderà l’anno con una previsione di movimentazione che toccherà i 3.900.000 teus. 

Con lo sguardo, naturalmente, all’occupazione, il porto di Gioia Tauro rappresenta il punto di riferimento di numerosi lavoratori calabresi, grazie ad un’occupazione di circa 1600 dipendenti diretti e 3000 nell’indotto. 

Nel contempo, il presidente Andrea Agostinelli ha aggiornato la neo segretaria generale della Uil, Maria Elena Senese, in merito alle riunioni in corso con i Terminalisti e le aziende portuali di Gioia Tauro per la costituzione dell’azienda portuale ex art. 17 legge 84/94, al fine di fornire manodopera in caso di picchi di lavoro, dove confluiranno i 50 iscritti all’Agenzia portuale, in scadenza il prossimo 31 dicembre, e dove potranno essere, ulteriormente, iscritti altri addetti fino ad un numero massimo di 100 unità, e per la quale vi sono ampi margini di accordo tra le parti. 

Il presidente Agostinelli: Porto di Gioia Tauro il più importante ma con alcune precarietà e rischi

«Gioia Tauro, dopo dieci anni, è come un figlio, il più importante porto nazionale, con infiniti margini di crescita, ma nello stesso tempo è un Colosso di Rodi, con alcune precarietà ed alcuni rischi». È quanto ha detto Andrea Agostinelli, presidente dell’Autorità di Sistema portuale dei mari Tirreno meridionale e Ionio, partecipando alla “Bilaterale sullo shipping Italia-Malta”, organizzata dal Propeller Port of Naples e Malta Maritime Summit, evento a cadenza biennale gemellato con la Naples Shipping Week, l’evento dedicato all’economia del mare in programma fino al 5 ottobre.

«Il problema della forza-lavoro e le sue evidenti ripercussioni sulla sicurezza dei luoghi di lavoro – ha spiegato Agostinelli – ad esempio. Gli integrativi per gli artt. 16 che non si firmano, l’avvicendamento degli organici del terminalista MCT e il problema dei picchi di lavoro e della costituzione della Impresa ex art. 17.  E poi le Tasse di ancoraggio, parte delle quali restituite agli armatori, mentre a Malta c’è un sistema di detrazioni fiscali ben più significativo. Il cold ironing, per il quale stiamo ancora aspettando l’ultima e decisiva tranche di finanziamento».

«Siamo noi come Autorità di Sistema – ha aggiunto Agostinelli – che mettiamo 35/40 milioni di euro annuì dai nostri bilanci per ristrutturare 5 porti, o per costruire nuove banchine, l’ultima inaugurata due mesi fa, e voi capite che tutto questo non può’ bastare, quando il privato investe somme assai più ingenti. Abbiamo un progetto definitivo e lungimirante per allargare l’imboccatura del porto, da 285 a 400, e soprattutto alla quota di -20, da appena 165 a 290. E il finanziamento?».

«Quindi – ha concluso – capirete che la palla passa necessariamente al Governo, alla sua riforma dei porti, ma per quanto mi riguarda, soprattutto alla sua volontà di mantenere e sviluppare la leadership di Gioia Tauro nel segmento del transhipment».

L’intervento del presidente Andrea Agostinelli è stato accompagnato, in conclusione, dalla proiezione di uno un cortometraggio, un piccolo capolavoro, che riproduce il porto, le sue navi – le più grandi al mondo – e i suoi dintorni, la costa calabrese tanto famosa per il suo storico e mitologico passato, arricchito dalle musiche inedite del maestro Ennio Morricone, concesse gentilmente dai suoi eredi». (rrm) 

Al Porto di Gioia Tauro al via lavori di elettrificazione della banchina di Levante

Sono partiti i lavori di elettrificazione della banchina di Levante del porto di Gioia Tauro, i cui lavori sono stati affidati alla ditta Saet Spa e consentiranno l’elettrificazione di un tratto di banchina che ha un’estensione di circa 640 metri e dovranno essere ultimati entro il 7 marzo 2026.

L’Autorità di Sistema portuale dei Mari Tirreno Meridionale e Ionio, infatti, ha consegnato i lavori di cold ironing del lotto I, prevalentemente dedicato agli ormeggi di navi porta containers.

Il progetto si inserisce all’interno della politica portata avanti dall’Ente, guidato dal presidente Andrea Agostinelli, che, nel rispetto della normativa europea, punta alla riduzione dell’impatto ambientale sulle attività portuali. In particolare, l’obiettivo principale degli interventi di cold ironing ruota intorno all’annullamento integrale delle emissioni locali durante l’ormeggio ed è, quindi, particolarmente interessante per i porti che spesso si integrano in contesti urbani.

Dopo aver sperimentato la fattibilità dell’intervento con i lavori di cold ironing eseguiti lungo la banchina Ro-Ro, si procede ora alla sua estensione per l’intero canale, attraverso l’installazione di prese mobili per assicurarne l’alimentazione delle portacontainers.

Il finanziamento di questo primo tratto di banchina trova copertura finanziaria attraverso il Decreto Ministeriale 101 del 13 aprile 2023 recante l’integrazione all’elenco degli interventi infrastrutturali in ambito portuale, sinergici e complementari al Piano nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr), attraverso il quale l’Autorità di Sistema portuale dei Mari Tirreno meridionale e Ionio ha ottenuto il finanziamento dei lavori del primo lotto della banchina di Levante per un importo di 18.370.000 euro, inserito tra i finanziamenti del Piano Nazionale Complementare (Pnc).

Si tratta di una prima parte di investimento, che dovrà essere seguita da un ulteriore finanziamento di 90 milioni di euro al fine di garantire l’intera elettrificazione dell’intero canale portuale. 

ALLA CALABRIA SERVONO 62 MILIARDI
PER REALIZZARE LE OPERE STRATEGICHE

di ERCOLE INCALZA La Regione Calabria è una delle Regioni del nostro Paese in cui è davvero difficile anticipare interventi che non trovano, nel tempo, una misurabile e concreta realizzazione. È una Regione che per molti anni ha ricevuto assicurazioni nella realizzazione di un centro siderurgico a Gioia Tauro, dopo il fallimento di tale ipotesi ne ha vissuto un altro con l’impegno del Governo a realizzare una centrale a carbone per lEnel.

Fortunatamente, grazie alla intuizione dell’architetto della Cassa del Mezzogiorno Alessandro Di Loreto e del fondatore del Gruppo Contship Italia Angelo Ravano, si trasformarono le finalità del nodo in un impianto logistico portuale. Ma accanto a questo esempio ce ne sono altri che sono rimasti o veri fallimenti programmatici o hanno accumulato, nel tempo, ritardi davvero inimmaginabili. Cerco di ricordarne alcuni solo a titolo di esempio: Il caso della Liquichimica a Saline Jonica. Una illusione programmatica davvero incomprensibile con investimenti realizzati, con forze lavoro coinvolte e tutto finito nel nulla; Il caso della Strada Statale 106 Jonica. Il progetto di adeguamento dell’asse viario nasce intorno agli anni ’60 e prevedeva una rilettura integrale dei circa 500 km di tracciato. Dopo praticamente oltre sessanta anni si sono completati solo alcuni segmenti. Grazie alla Legge Obiettivo sono in coso i lavori del Terzo Megalotto (Roseto – Capo Spulico) di circa 38 km per un importo di 1,3 miliardi di euro e, grazie all’intervento del Presidente della Regione Occhiuto, si sono ottenuti ulteriori 3 miliardi di euro per realizzare un altro lotto. Per completare l’intero percorso occorrono circa 9 miliardi di euro. Un asse che attualmente ricopre i primi posti nella classifica nazionale della incidentalità stradale.

Il porto di Corigliano è rimasto per ora solo l’unico porto peschereccio-commerciale dell’alto Ionio cosentino pur disponendo di due darsene, di una superficie del bacino portuale di 1,3 milioni di metri quadrati, con piazzali di 270.000 metri quadrati e con una profondità dei fondali di 12 metri. In realtà gli investimenti erano stati fatti per offrire alla Regione la possibilità di un suo ruolo strategico nell’affaccio sullo Jonio ed ora il Presidente dell’Autorità di Sistema Portuale dei Mari Tirreno Meridionale e Ionio Ammiraglio Agostinelli sta cercando di costruire le condizioni per un rilancio adeguato di tale impianto portuale congeniale con le sue reali potenzialità; L’asse ferroviario Jonico Reggio Calabria – Taranto lungo 472 km è a semplice binario. Il 30 agosto 2018 iniziarono i lavori di elettrificazione della linea, a partire da Sibari in direzione di Melito di Porto Salvo, con la previsione di concluderli nel 2023: in seguito tale data è stata posticipata al 2026. Mi fermo qui perché penso sia sufficiente per descrivere la limitatezza della offerta ferroviaria su un’area così vasta del territorio calabro; Il completamento dell’autostrada Salerno – Reggio Calabria avvenuto solo grazie alla Legge Obiettivo dopo oltre trenta anni di ritardi nell’avanzamento dei lavori e con un susseguirsi di blocchi sostanziali nelle coperture finanziarie.

In realtà questi esempi da soli (ne potrei aggiungere tanti altri) portano ad una conclusione: la Regione Calabria non può, in alcun modo, cascare nel triste equivoco di credere in annunci e in promesse non supportate da fatti e da riferimenti oggettivi.

Ho voluto fare questa lunga premessa per tentare di chiarire quali siano le reali certezze sulla realizzazione dell’asse ferroviario ad alta velocità – alta capacità Salerno – Reggio Calabria.

Appena diventato Presidente della Regione Roberto Occhiuto ha chiesto ed ottenuto: Una accelerazione dei lavori della prima richiamata strada statale 106 ed una copertura di un altro lotto del valore di circa 3 miliardi di euro; piene garanzie sul mantenimento dei 10 miliardi di euro inseriti nel Piano Nazionale Complementare al Pnrr; L’avvio dei lavori del primo lotto Battipaglia – Romagnano dell’asse AV – AC Salerno – Reggio Calabria per un valore di circa 2,2 miliardi di euro.

Ebbene, pochi giorni fa abbiamo potuto leggere il seguente comunicato stampa: «La Commissione Via del Ministero dell’Ambiente e della sicurezza energetica ha dato disco verde alla realizzazione di due lotti del progetto ferroviario AV – AC Salerno – Reggio Calabria per un importo di 9 miliardi di euro».

Senza dubbio il lavoro della Commissione Via è stato non solo encomiabile ma è avvenuto in un arco temporale davvero ristretto. Fin qui quindi tutto positivo; ora però dovremmo avere delle certezze su una serie di altri elementi che allo stato ci vedono ancora lontani da un reale avvio dei lavori. Intanto occorrerà ancora ricevere il previsto Parere del Ministero dei Beni Culturali e poi dovranno prendere corpo le fasi legate alla gara di appalto. Ma proprio questa fase necessita di un chiarimento; occorre conoscere in modo dettagliato: Quanto consta l’intera opera da Salerno a Reggio Calabria: la stima attuale è circa 30 miliardi di euro; Quanto è il valore del lotto Battipaglia – Romagnano i cui lavori sono già partiti: 2,2 miliardi di euro con Fondi Pnrr; Quanto è il costo della tratta approvata dalla Commissione Via: la stima oggi è di circa 9 miliardi di euro.

Questo chiarimento penso sia obbligato perché del valore globale di circa 30 miliardi di euro la copertura ormai garantita è quella legata ai fondi del Pnrr pari, come detto prima a circa 2,2 miliardi di euro, mentre gli interventi relativi ai 9 miliardi di euro ultimamente approvati dovrebbero essere garantiti dalle risorse inserite nel Piano Nazionale Complementare al Pnrr. In tale Piano infatti erano previsti, per tale finalità, 10 miliardi di euro, un importo questo che è stato oggetto di una riformulazione in quanto il Pnc aveva gli stessi vincoli temporali del PNRR e quindi essendo l’intervento ancora in fase istruttoria avremmo rischiato di perdere le risorse. È proprio questa rivisitazione va chiarita per poter, davvero, contare su una reale disponibilità, sin dal prossimo anno, quando cioè disporremo di tutte le autorizzazioni nell’avvio concreto delle opere.

Poche settimane fa ho elencato sinteticamente il quadro degli interventi che dovrebbero essere realizzati in Calabria nel prossimo quinquennio; riporto di seguito tale quadro: Il completamento e la messa in esercizio delle dighe presenti nella Regione (in Calabria ci sono 24 grandi dighe, alcune non completate altre non sono adeguatamente utilizzate); La realizzazione dell’asse ferroviario ad AV – AC Battipaglia – Reggio Calabria; La riqualificazione funzionale dell’asse ferroviario jonico per renderlo omogeneo alla rete nazionale (le caratteristiche attuali sono davvero pessime); La realizzazione del Ponte sullo Stretto; La realizzazione del completamento integrale della strada statale 106 Jonica; La realizzazione di un impianto retroportuale del porto di Gioia Tauro; La realizzazione di un sistema integrato di impianti interportuali con nodi chiave a Corigliano e Castrovillari; La riqualificazione funzionale degli aeroporti di Crotone, Lamezia e Reggio Calabria; La rivisitazione, di intesa con la Regione Basilicata, delle via di accesso e degli impianti interni al Parco nazionale del Pollino

Di questo rilevante elenco di interventi allo stato sono disponibili solo le risorse destinate alla realizzazione del Ponte sullo Stretto, una quota di 2,2 miliardi per un tratto, non in Calabria, della Battipaglia – Reggio (la tratta Battipaglia – Romagnano) e 3 miliardi per un ulteriore tratto della Strada Statale 106 Jonica. Invece, effettuando un’analisi dettagliata delle reali esigenze legate ai nove atti strategici prima riportati scopriamo che il valore globale si attesta su un importo di circa 62 miliardi di euro; occorrono, ripeto, 62 miliardi di euro altrimenti continuiamo ad inseguire disegni teorici che, al massimo, arricchiranno i programmi dell’attuale e delle prossime Legislature.

Lo so non è facile assicurare un volano così rilevante di risorse ma è necessario, da subito, disporre di un Piano Fonti – Impieghi, articolato e garantito nel tempo, da cui si evinca, chiaramente, che ci sono tutte le condizioni per evitare un ulteriore tradimento delle aspettative di questa Regione chiave del Paese.

Il Presidente della Regione Occhiuto, a mio avviso, non solo è convinto di un simile approccio metodologico ma finora ha fatto sempre valere la logica della trasparenza e della ricerca sistematica di tutte le possibili coperture finanziarie (Fondi privati, Fondi europei, ecc.) per offrire un impianto pianificatorio coerente alle esigenze di una realtà territoriale ricca, da sempre, di potenzialità e priva, da sempre, di una adeguata e funzionale offerta infrastrutturale. (ei)

Al Porto di Gioia Tauro firmata concessione demaniale marittima con Automar

L’Autorità di Sistema Portuale dei mari Tirreno meridionale e Ionio ha sottoscritto, con Automar, la concessione demaniale marittima per un’area di 40mila metri quadrati.

Sottoscritta dal presidente dell’Autorità di Sistema portuale dei Mari Tirreno meridionale e Ionio, Andrea Agostinelli, e dal presidente di Automar Spa, Costantino Baldissara, commercial, logistics & operations Director Grimaldi Group, l’autorizzazione concessoria rientra in un programma complessivo di interventi di sviluppo dell’intermodalità e della sostenibilità ambientale dello scalo calabrese. 

L’atto segue quanto già definito nell’Accordo di Programma Quadro, firmato in occasione del Let Expo di Verona del 9 marzo 2023, tra l’Autorità di Sistema portuale calabrese e il terminalista Automar, interessato da uno spiccato sviluppo delle proprie attività. 

Si tratta di un tassello inserito in un percorso di crescita, collegato, nei fatti, ad una organica politica di sviluppo determinata dalla maggiore presenza del Terminalista a Gioia Tauro e reputato necessario per accompagnare l’incremento dei volumi di traffico di trasbordo degli autoveicoli, già registrato nel corso del biennio 2022/2023 e tuttora in continua espansione. 

Attraverso l’Accordo di Programma, sottoscritto nel 2023, è stato infatti pianificato un complessivo incremento delle superfici in capo ad Automar, organizzato in diversi interventi concessori che sono stati, altresì, approvati nel corso della riunione del Comitato di Gestione dello scorso 31 luglio, dei quali l’attuale sottoscrizione ne è parte integrante. 

In ossequio alla vigente variante del Piano Regolatore portuale, l’area oggetto della concessione ha un’estensione di circa 40 mila metri quadrati, ricade nella zona dell’Interporto, posta a breve distanza dal terminal Automar, e sarà utilizzata come superficie di deposito delle vetture in transito. 

Al fine di poterla rendere operativa, saranno eseguiti i lavori di pavimentazione, recinzione, raccolta delle acque meteoriche e illuminazione, ritenuti necessari alle operazioni di stoccaggio delle autovetture, e saranno eseguiti dalla Società terminalista. 

Complessivamente, si tratta di un percorso definito con l’obiettivo di sostenere l’implementazione dell’attività di Automar nello scalo calabrese, che ha già visto l’aumento della forza lavorativa, concretizzata in circa 50 assunzioni, e che determinerà un consistente aumento dei volumi con relativa diversificazione delle operazioni. (rrc)