Consigliere supplente: ritirato il provvedimento a Palazzo Campanella

È mancato l’accordo in Consiglio regionale, già nella fase di discussione durante la riunione dei capigruppo, per varare il provvedimento che istituisce il “consigliere supplente” a coprire il posto del consigliere che diventi assessore. Anche se la maggioranza aveva i numeri per votare la norma, si è preferito rinviare pur tra i mugugni di Fratelli d’Italia (rimane così fuori l’attuale sindaco di Locri Giovanni Calabrese) e vari maldipancia in tutta la minoranza. 

Sull’iniziativa legislativa per introdurre l’incompatibilità fra consigliere regionale e assessore, il presidente del Consiglio regionale Filippo Mancuso, ha riferito all’Aula la decisione assunta nella riunione della maggioranza che ha preceduto la seduta.

«La proposta legislativa – ha detto il Presidente Mancuso – dei gruppi di maggioranza, finalizzata a introdurre – anche in Calabria così com’è stato tranquillamente fatto in altre Regioni – l’incompatibilità tra lo status di consigliere regionale e quello di assessore, poggia su solide basi costituzionali e statutarie.

«È una proposta che non comporta alcun aggravio di spesa, tantomeno un sovvertimento delle norme dello Statuto regionale, perché, qualora fosse approvato, il provvedimento legislativo non modificherebbe la previsione statutaria di 30 consiglieri e di 7 assessori che, infatti, rimane inalterata.

Si tratta, infatti, di una proposta di legge che, introducendo la figura del consigliere – supplente, attua un principio fondamentale dello Stato di diritto e delle democrazie liberali: l’incompatibilità tra lo status di consigliere regionale e quello di assessore.

Tutto ciò, per distinguere nettamente la funzione di controllo e vigilanza, tipica del consigliere regionale, da quella gestionale che spetta all’assessore.

Tuttavia, pur essendo la proposta condivisa all’unanimità da tutta la maggioranza, proprio per affrontare, con maggiore serenità e in una logica di sistema le problematiche istituzionali, si è convenuto – nel corso di una riunione del centrodestra – di  riproporre, nei prossimi mesi, alle Commissioni competenti e all’Aula, l’iniziativa legislativa che introduce la figura del consigliere-supplente assieme a una serie di altre modifiche dello Statuto e del Regolamento, con l’obiettivo fondamentale di migliorare l’architettura istituzionale della Regione, per renderla più trasparente, democratica ed efficiente.

Ribadendo la giustezza politica e legislativa del provvedimento che intendiamo rinviare, auspico che tutte le forze politiche presenti in Aula, sui temi istituzionali e sulle questioni di più stringente attualità, si adoperino, per recuperare, nella fisiologica dialettica maggioranza-opposizioni, i tratti della leale collaborazione e della responsabilità, requisiti indispensabili per garantire alla Calabria realistiche prospettive di futuro».  (rrc)

DEVASTARE UNA PIAZZA PER FARE “EVENTI”!
RC: INTERVENGA IL MINISTRO SANGIULIANO

Il progetto di “devastazione” di piazza De Nava, a Reggio, non trova ostacoli, anche perché l’Amministrazione cittadina, anziché tenere conto dello sdegno di gran parte della popolazione, rimane inerte di fronte all’idea di “un spazio ampio in cui tenere mostre ed eventi folcloristici” (come si legge nella relazione della Sovrintendenza). La Fondazione Mediterranea e il Comitato civico Piazza De Nava tentano un’ultima carta, coinvolgendo il neo ministro alla Cultura Gennaro Sangiuliano, con una lettera aperta che non potrà non trovare accoglienza. Non si “distrugge” una storica piazza per farla diventare un “non luogo” (come il sociologo francese Marc Augé definisce gli spazi non identitari, non relazionali e non storici). E se l’invito alla mobilitazione popolare (non violenta e intellettualmente onesta) fino a oggi non ha trovato grandi riscontri, vista l’apatica indolenza dei reggini per difendere le proprie cose, serve allora tenere alta l’attenzione contro un obbrobrio urbanistico e antistorico che trova la sola giustificazione nell’eventuale perdita del finanziamento ottenuto. Si parlava di ristrutturazione, nei fatti è prevista, invece, la demolizione devastatrice di una piazza storica, cara ai reggini, prospiciente al Museo dei Bronzi. Piazza che – ove andasse a termine l’esecrabile progetto – finirà col perdere la propria identità e ospitare, nella migliore delle ipotesi, le bancarelle di pipi e papate e di saddizzu e cianfrusaglie made in China. Roba da far scendere, inorridito e incazzato, lo spirito di Giuseppe De Nava dall’alto del basamento che ospita la sua bella statua realizzata da Francesco Jerace nel 1936. De Nava, ministro reggino del Regno, amatissimo dai reggini, che promosse la ricostruzione della città dopo il catastrofico terremoto del 1908, si sta rivoltando nella tomba.  (s)

LA LETTERA APERTA AL MINISTRO SANGIULIANO

Ill.imo Sig. Ministro, le scriventi organizzazioni di Reggio Calabria, Fondazione Mediterranea e Comitato Civico per la tutela e valorizzazione di piazza De Nava, anche recependo l’orientamento sul tema di altre strutture associative locali e nazionali (Fai, Legambiente, Italia Nostra, ecc) oltre che di quella comunemente definita come società civile, conoscendo la sua sensibilità verso i temi della salvaguardia paesaggistica e architettonica, si permettono di disturbarla per una questione che a loro avviso, pur geograficamente periferica, è centrale per gli interessi di un Paese “antico”, come l’Italia, e per un Ministero, come il suo, che l’antichità intende tutelare e proteggere per una sua ottimale fruizione anche attraverso interventi di restauro e riqualificazione.
Questa premessa è d’obbligo perché a Reggio Calabria dalla Soprintendenza è stato programmato un intervento che, impropriamente definito come di “restauro e riqualificazione”, nella realtà è di “demolizione” della storica e centralissima Piazza De Nava per edificarvi al suo posto uno “spazio ampio” in cui tenere “mostre ed eventi folkloristici”.

PIAZZA DE NAVA IERI E OGGI
L’antico di cui si parla, nella città di Reggio, non è solo quello relativo alle vestigia dei suoi antichi fasti greci e romani ma, avendo subito nel 1783 e poi ancor più nel 1908 devastanti terremoti che ne hanno stravolto la struttura primaria, è anche quello della sua ricostruzione in stile liberty e razionalista della prima metà del trascorso secolo, basato sullo schema urbanistico illuminista di fine Settecento.
Le sue strade e le sue piazze del centro, come quella intitolata a Giuseppe De Nava, che della seconda ricostruzione fu uno dei principali mallevadori insieme all’allora sindaco on. Giuseppe Valentino, rappresentano un unicum urbanistico che, pur in parte devastato dalla speculazione edilizia degli anni Sessanta e dall’inettitudine amministrativa di una classe politica non all’altezza dei suoi compiti, mantiene comunque una sua coerenza ed eleganza.
La citata piazza De Nava, antistante al Museo Archeologico Nazionale del Piacentini e chiusa alle spalle da un coevo palazzo di Camillo Autore, è stata concepita nel Ventennio con una sua esemplare razionalità a raccordo tra i palazzi e le strade con il loro caratteristico basolato lavico. Il tutto costituisce un insieme coerente e concluso che ne fa un salotto cittadino, per come anche elogiato nel 1936 dallo scultore Francesco Jerace, autore della statua a De Nava che vi troneggia.
Nella piazza confluiscono tre stili architettonici: l’Umbertino, dell’impianto classico ottocentesco; il Liberty, del basamento della statua; il Razionalista, della cintura che delimita l’area. Quest’ultimo motivo architettonico, tipico della ricostruzione reggina nel Ventennio, lo si ritrova a poche centinaia di metri sul sagrato della Chiesa di San Giorgio e a piazza del Popolo, ex Federazione, oltre che in Provincia, come nella pineta di Gambarie.

IL PROGETTO DI DEMOLIZIONE
In progetto nasce in seno alla Soprintendenza reggina, che definisce l’intervento “Piazza De Nava – Restauro e riqualificazione per l’integrazione tra in Museo Archeologico Nazionale e il contesto urbano”, spacciando per restauro un intervento demolitivo che della struttura originaria della piazza non lascia assolutamente nulla, radendo a zero e spianando tutto ad eccezione della statua del De Nava (che in alcuni rendering appare peraltro mutilata della parte liberty del basamento). Il risultato finale dovrebbe essere un “non-luogo” alla Marc Augé: uno “spazio ampio” in cui tenere “mostre ed eventi folkloristici”.
Il progetto, oltre a essere debolissimo dal punto di vista culturale ed estetico, lo è anche da quello operativo: è risaputo che nel sottosuolo della piazza, poche decine di centimetri al di sotto del piano di calpestio, sono presenti tombe di epoca ellenistica, la cui presenza è documentata. Visto che il progetto prevede la creazione di una fontana a zampilli di fronte l’entrata del Museo e un palo d’illuminazione alto una ventina di metri, va da sé che si dovrebbero fare scavi incompatibili con le citate presenze.

IL RUOLO DELLA SOPRINTENDENZA
Un’articolazione periferica dello Stato, o meglio alcuni funzionari al suo interno, tradisce in maniera plateale la sua mission di protezione e tutela demolendo una storica e centralissima piazza cittadina in offesa alla storia cittadina, alla memoria collettiva e all’identità dei luoghi. La Soprintendenza, pur non esistendo un solo testo di architettura e urbanistica che avalli un simile concetto di restauro: 1) rintraccia la fonte di finanziamento; 2) elabora il progetto; 3) rimuove i vincoli paesaggistici e ambientali; 4) segue l’iter progettuale; 5) esprime la direzione dei lavori. Tutto senza che nessuno possa intervenire.

IL RUOLO DELLA POLITICA
La politica reggina, con voto unanime del Consiglio Comunale del 31 gennaio del 2022, si è espressa a favore di un rinvio dell’apertura del cantiere per dar modo di ascoltare associazioni cittadine ed eventualmente operare alcune modifiche progettuali che salvaguardino la storia cittadina e l’identità dei luoghi. Ma il sindaco f.f. non ha dato seguito ai deliberati, probabilmente condizionato dagli indirizzi datigli dal Sindaco sospeso per la legge Severino (condannato anche in appello per abuso d’ufficio), favorevole alla demolizione della piazza.
Il ministro Franceschini, investito del problema, non si è voluto esprimere (non si vuole credere per solidarietà di partito col sindaco sospeso), affidando alla Segreteria regionale il compito di rispondere alle nostre obiezioni. Ma il progetto era stato avallato e fatto proprio dalla Segreteria Regionale del Ministero: questa come avrebbe potuto essere oggettiva nel valutare il proprio operato?
Più volte richiesta, un’interlocuzione tra la cittadinanza e la Soprintendenza è stata sempre negata, sì che si è concretizzato un vulnus democratico di grandi proporzioni: un esiguo gruppo di persone (il Sindaco sospeso, il Sindaco f. f., il progettista, il Soprintendente, il Segretario regionale del Ministero, una docente universitaria in pensione), affermando di “avere le carte a posto”, in oscure stanze ha deciso il destino urbanistico della città e alla cittadinanza non ha dato possibilità alcuna di intervento (sulla questione è tuttora aperto un procedimento penale)

COSA SI CHIEDE
Ill.imo Sig. Ministro, illustrata sinteticamente la questione (i dovuti approfondimenti sono negli allegati alla presente lettera aperta), si chiede un suo autorevole intervento per operare una pausa di riflessione che consenta, analizzato con più attenzione il progetto e sentita sul tema la cittadinanza, di porre le modifiche progettuali necessarie e sufficienti al rispetto della storia cittadina, della memoria collettiva e dell’identità dei luoghi.

La lettera è firmata da Vincenzo Vitale, presidente della Fondazione Mediterranea. (rrm)

REGGIO CALABRIA, UNA CITTÀ CHE BRILLA
MA IN NEGATIVO IN TUTTE LE CLASSIFICHE

di CLAUDIO ALOISIO – Ultima per Avvenire nella ricerca presentata in collaborazione con la Scuola di Economia Civile, al 95° posto nello studio realizzato da Italia Oggi con l’Università La Sapienza e al 101° nel più recente rapporto del Sole 24 Ore. 

Quest’anno, come lo scorso e l’altro ancora, sin da quando ho memoria, Reggio Calabria brilla in negativo in tutte le classifiche che analizzano la qualità della vita valutando diversi parametri: ricchezza, infrastrutture, servizi, sicurezza, opportunità lavorative, ambiente, cultura e innumerevoli altre categorie che caratterizzano, appunto, la qualità della vita di una comunità.

Le difficoltà che emergono da queste analisi non sono solo di Reggio, ovviamente, ma della Calabria, regione fanalino di coda in pressoché la totalità delle graduatorie e, più in generale, del Meridione che si trova da sempre escluso dalle prime venti o trenta posizioni. Il problema a mio avviso, quindi, non è nell’accuratezza di tali studi che può tranquillamente essere messa in discussione se ci si sofferma a considerare la posizione dell’uno o dell’altro territorio, ma in ciò che i dati contenuti in essi ci consegnano in termini tendenziali.

L’Italia è sempre più divisa, il gap tra Nord e Sud lungi dal ridursi, si amplia creando, di fatto, le condizioni perché coesistano cittadini di serie A e di serie B con gli stessi doveri ma differenti diritti. Questo scenario, indegno per una società che ama definirsi civile, ha nella sua genesi diverse motivazioni, esogene, endogene, antropologiche, culturali e storiche che, sicuramente, non possono essere banalizzate da sintesi spesso viziate da preconcetti, strumentalizzazioni o sterili piagnistei che tendono a nascondere l’abbondante polvere che produciamo sotto il tappeto.

Come collettività, dobbiamo assumerci le nostre responsabilità che sono tante e pesanti, ad iniziare dal lassismo, dalla rassegnazione, dall’inazione, dal non voler metterci la faccia “sporcandosi le mani” e agendo in prima persona nel tentativo di cambiare le cose. Troppo spesso ci limitiamo a lagnarci senza nulla fare, non avendo neanche la capacità di esprimere una classe dirigente minimamente adeguata non tanto e non solo a governare i processi ma anche e soprattutto a tutelarci lì dove si prendono le decisioni.

Come spiegare altrimenti la vergogna di un federalismo che contribuisce, anno dopo anno, a rendere ricchi i più ricchi e poveri i più poveri. Che avrebbe dovuto essere cooperativo divenendo invece competitivo, generando così aberrazioni come quella della “spesa storica” che ancora oggi, al di là delle belle enunciazioni, continua a far sì che si dia di più a coloro che hanno già molto e di meno a chi non ha nulla? Com’è potuta passare una modifica costituzionale di tale portata senza che i nostri rappresentanti in parlamento si opponessero strenuamente, facendo fronte comune superando le distinzioni di appartenenza politica e indossando unicamente la maglietta di un Mezzogiorno bistrattato e umiliato? 

Ed ora si giocherà la partita del Regionalismo Differenziato, un’altra perversione normativa che, ove venisse messa in atto, darebbe il definitivo colpo di grazia ai territori meridionali. 

Non possiamo continuare con il refrain trito e ritrito di “piove governo ladro”. Non possiamo neanche aspettare che venga qualcuno a salvarci. Dobbiamo impegnarci tutti, in prima persona, per la crescita della nostra terra mettendo competenze e capacità al suo servizio, dandoci da fare per diventare gli unici artefici del nostro destino. Dobbiamo ritrovare l’orgoglio di essere una comunità, fieri di considerarci reggini, calabresi, meridionali. Perché non siamo secondi a nessuno anche se da secoli tentano di farcelo credere.

Altrimenti niente cambierà, anzi, la situazione peggiorerà ulteriormente e continueremo a leggere classifiche e studi che certificheranno la distanza sempre più ampia tra due Italie una delle quali, stante così le cose, non avrà più la forza e la capacità di risalire la china. (ca)

(Claudio Aloisio è il Presidente di Confesercenti Reggio)

CROTONE ULTIMA PER QUALITÀ DELLA VITA
DATI IMPIETOSI, LA CALABRIA PENALIZZATA

di SERGIO DRAGONE Una Calabria immobile, ferma, stagnante, senza alcun segnale di ripresa. Il divario con le aree più dinamiche del Paese si accentua e i modelli di Regioni come l’Emilia Romagna e il Trentino-Alto Adige appaiono sempre più lontani e irraggiungibili. 

Il quadro che emerge dal rapporto 2022 sulla qualità della vita nelle province italiane (si faccia attenzione, i dati presi in esame sono del 2021 e si riferiscono alle province e non alle città), redatto dal quotidiano economico Italia Oggi in collaborazione con La Sapienza di Roma, è impietoso. 

Le cinque “sorelle” calabresi occupano stabilmente le ultime posizioni della graduatoria generale, ma quel che colpisce è appunto l’assenza di elementi che facciamo pensare alla ripresa. Quattro province continuano a galleggiare tra l’83esimo posto di Catanzaro e la 107esima casella di Crotone, mentre Reggio Calabria affonda di ben undici posizioni. Se non è stagnazione questa!

La narrazione di una Calabria che ha svoltato, che sta riducendo il gap con il centro-nord e che si sta lasciando alle spalle l’interminabile stagione del sottosviluppo, appare quanto meno ottimistica, un tantino azzardata e molto lontana dalla realtà. Siano più prudenti i nostri governanti prima di parlare di “svolte epocali” e semmai utilizzino questa indagine come strumento per intensificare la loro azione.

Più che un divario con le prime (Parma, punteggio 1000; Trento, punteggio 987; Bolzano, punteggio 976 e Bologna, punteggio 928) si può parlare di un baratro assolutamente incolmabile. In poche parole, la qualità della vita delle prima in classifica è più di tre volte più alta di quella delle province calabresi.

Avvilente anche la rappresentazione grafica che vede la Calabria quasi tutta in blu (qualità della vita insufficiente) con la sola provincia di Catanzaro in rosso (scarsa qualità della vita).

L’indagine condotta dai ricercatori della Sapienza ha tenuto conto di 9 “dimensioni”, 9 elementi di valutazione che, analizzati uno per uno, dimostrano la quasi inesistente dinamicità della Calabria.

Ne tenga conto la classe politica calabrese che, se da un lato fa bene a spargere ottimismo, dall’altro non può fingere di ignorare una realtà che appare davvero dura.

Ma andiamo ad analizzare, sia pure a grandi linee, i numeri che emergono dall’indagine di Italia Oggi.

Abbiamo detto delle 9 “dimensioni” prese in esame. La “dimensione” più significativa è quella denominata “Affari e lavoro” che vede in testa province ricche come Bolzano, Trento, Bologna con l’incursione di distretti più piccoli come Fermo nelle Marche e Cuneo in Piemonte. Le calabresi, ovviamente, arrancano nelle ultime posizioni, con particolari punti di crisi nelle tabelle “tasso di occupazione” e “tasso di disoccupazione”.

Meno drammatica la situazione nella “dimensione” dedicata all’Ambiente. Qui due province calabresi, Cosenza e Catanzaro, mantengono posizioni minimamente accettabili, rispettivamente la 59esima e la 65esima, mentre Reggio Calabria ha registrare un tonfo di quasi 30 posizioni.  

Più articolata la situazione nella “dimensione” dedicata ai Reati e alla Sicurezza, dove la provincia di Cosenza occupa una posizione piuttosto tranquilla (35) e preoccupano invece la provincia di Catanzaro che perde 6 posizioni, quella di Reggio Calabria che ne perde 11 e soprattutto quella di Crotone che ne perde addirittura 30.

Nella “dimensione” dedicata alla Sicurezza Sociale, la Calabria va decisamente meglio, anche perché uno degli elementi tenuti in considerazione dai ricercatori è l’incidenza dei morti per Covid. Qui Crotone è addirittura sesta, seguita da Catanzaro all’8° posto. Notevole il balzo di posizioni di Cosenza che passa dall’88 al 23 posto.

Molto male invece nella “dimensione” dedicata all’Istruzione e alla formazione, dove tutte e cinque le calabresi sono collocate in fondo alla classifica. È un dato che non sorprende anche perché trova autorevole conferma in tutte le statistiche dell’Istat e del Ministero dell’istruzione. È un terreno su cui bisogna recuperare molto in Calabria.

Nella “dimensione “dedicata alla popolazione si registra, come prevedibile, una crescita in graduatoria delle province calabresi, stante la crisi demografica delle regioni del Centro-Nord.

Spicca nella “dimensione” dedicata al Sistema Salute la performance di Catanzaro che si piazza sul podio, ottenendo la terza posizione assoluta, migliorando di un posto rispetto al 2021. Un caso che si spiega con la concentrazione nel Capoluogo di molti posti/letto e una dotazione tecnologica importante. Significativa la crescita della provincia di Reggio Calabria che scala ben 17 posizioni rispetto al 2021.

Molto dietro, nella “dimensione” dedicata al turismo e al tempo libero, tutte le province calabresi, ad eccezione di Catanzaro che galleggia a metà classifica. Stupisce l’ultimo posto di Crotone se si tiene conto delle enormi potenzialità turistiche di quell’area della Calabria.

Infine la “dimensione” dedicata a Reddito e Ricchezza che vede tutte le province calabresi sotto l’80° posizione. È l’indice più preoccupante sotto l’aspetto economico e il divario con le prime della classe è imbarazzante.

In conclusione, pur presentando questa ricerca molti aspetti quanto meno opinabili, ci troviamo di fronte ad un panorama piuttosto fosco della realtà socio-economica della Calabria che si inserisce a sua volta in una più complessa articolazione del benessere nel nostro Paese. Non c’è solo il divario nord/sud, ma emergono nuovi divari tra le aree metropolitane e quelle più piccole, a vantaggio delle prime. Resta comunque un interessante elemento di riflessione per la classe dirigente calabrese costituita non solo dal Governo regionale, ma anche dal sistema delle Istituzioni pubbliche, dai rappresentanti parlamentari, dal mondo delle imprese e del sindacato. (sd)

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LA VALUTAZIONE DEL SOCIOLOGO TONINO PERNA

Il prof. Tonino Perna, già vicesindaco di Reggio, ma soprattutto sociologo, ha analizzato sul Quotidiano del Sud i dati emersi dall’indagine di Italia Oggi.

«Certamente – ha scritto il prof. Perna – la “qualità della vita” non è misurabile come non lo è la felicità. I testi sulla felicità percepita dia popoli mi hanno fatto sempre sorridere per l’assoluta ingenuità e presunzione di poter misurare ciò che non lo è, di voler comparare ciò che non è comparabile. Comunque, con tutti questi limiti, questa ricerca è preziosa, soprattutto se andiamo ad analizzare alcuni dati incontrovertibili. Entrando nel merito diciamo subito che il quadro complessivo che ci viene presentato è l’immagine di un Paese in cui le diseguaglianze sociali e territoriali crescono ancora. Su 107 province italiane 35 appartengono al Mezzogiorno e rappresentano circa il 34% della popolazione residente a livello nazionale, e circa il 30 % della popolazione presente. La distanza tra questa parte del nostro Paese e il Centro-Nord si è accentuata. Nella graduatoria finale nei primi 63 posti ci sono solo province del Centro-Nord! Nelle ultime venti province ci sono solo quelle del Mezzogiorno ad esclusione della province dell’Abruzzo, Molise, Basilicata e parzialmente della Sardegna. Quindi registriamo anche una divaricazione all’interno del Mezzogiorno, con alcune aree che tendono  stabilirsi su parametri più vicini al Centro Italia. Crotone, come ormai è noto, compare ancora una volta all’ultimo posto, mentre la provincia 

catanzarese si conferma la migliore della Calabria. Al di là delle divaricazioni nel reddito pro-capite quello che più colpisce è lo scarto in altri settori. Colpisce in particolare lo scarto esistente per quanto riguarda la voce “istruzione e formazione”». 

Secondo quando scrive il prof. Perna «L’Italia, come emerge da questa ricerca, è un Paese complesso, articolato, dove non sempre la linea di demarcazione è quella Centro-Nord/Mezzogiorno». (rrm)

(Nella foto il prof. Tonino Perna)

DECISIONE, LAVORO, IMPEGNO E DEDIZIONE
LA RICETTA PER VEDER RINASCERE REGGIO

di EMILIO ERRIGO – Quando si vogliono raggiungere degli obiettivi, conseguire dei risultati economici e sociali, conquistare una posizione strategica, riqualificare un ambito territoriale esteso, riorganizzare uno o più processi, rinnovare una organizzazione complessa pubblica e privata, c’è sempre una spinta motivazionale che genera energie positive e benefiche, direi pure appaganti.

L’irrequietezza interiore che alimenta il moto perpetuo di coloro i quali, dentro il proprio corpo per la naturale presenza di elementi di chimica, biologia e fisica, hanno dentro la scatola cranica la cinematica neuronica costantemente attiva, in contrapposizione con coloro che hanno fatto del proprio cervello una grassosa massa cerebrale, spinge i primi a fare e tentare di fare bene quel che fanno, per finalità altruistiche e senza nulla chiedere o pretendere da alcuno, mentre collocano i secondi, i cosiddetti grassosi cerebrali, generalmente impegnati nella ricerca di occupare posti di potere ben remunerati.

Comprenderete da soli che la pubblica opinione riserva agli irrequieti naturali benefattori seriali, il loro consenso e umana gratitudine per le opere di bene fatte, mentre a coloro i quali utilizzano i loro cervelli e i propri neuroni, al solo fine di trarne esclusivo profitto economico personale, il più esteso e prolungato se non denominabile disprezzo, sicuramente il più grande dissenso personale.

Che la Città di Reggio Calabria, ora denominata Metropolitana, sia naturalmente bella e solare e tanto altro ancora, non è un fatto e accadimento umano spiegabile, ma un dono del divino creatore, che l’ha voluta così!

Leonida Repaci ha dedicato alla sua e cara terra natia una lode immensa!

Quello che è da attribuire agli esseri umani, un tempo chiamati “Itali”, e loro discendenti diretti e indiretti, parenti e affini, sono le opere visibili e invisibili.

Limitando il nostro ragionamento alle sole buone azioni visibili e percepibili dalla vista, udito, olfatto, gusto e tatto, non possiamo certo dire che la nostra bellissima amata, e troppe volte ingiustamente criticata, Reggio Calabria, sia inguardabile e irrespirabile, tutt’altro è cara, bella, visitabile e godibile in tutti i 7 sensi fino ad oggi conosciuti.

Un riposizionamento strategico della Cittá di Reggio Calabria, per convinzione di chi scrive, si rende necessario e urgente, in ragione dell’esistenza di tutti i presupposti naturali, di fatto e diritto, che fanno stagliare con contorni netti e precisi, tutti gli elementi caratterizzanti i sensori di crescita economica potenziale.

Appare evidente che in assenza degli indispensabili sensori, moltiplicatori economici a lievitazione finanziaria attiva, poco o nulla si può pensare di fare, sopra e sotto il territorio provinciale e regionale, ambito marittimo, fondo e sotto fondo marino, utilizzando parte del sovrastante spazio aereo.

Che fare del territorio e della umana gente ed esseri viventi, presenti nel Comune della Città Metropolitana di Reggio Calabria?

Ritenete in fede voi cari Concittadini, che si possa fare e fare ancora del bene a favore della nostra Città della Calabria? Se le risposte sono entrambi a somma positiva, allora significa che avete compreso tutto, di contro mi spiace ma devo scriverlo, non avete inteso e capito, degli emeriti nulla di nulla!

Il territorio costiero, il mare, i monti e l’aria, della Città Metropolitana di Reggio Calabria, sono una fabbrica di generabili ricchezze pubbliche e private, basta saperle scoprire, individuare e valorizzarle. Vi state domandando e chiedendo, come fare, dove andare, a chi rivolgersi? A voi e noi stessi! La ricchezza risiede dentro l’anima e il corpo di ogni donna reggina e uomo reggino, non altrove. Nil difficile volenti! Fare e trasformare l’inguardabile in bello a vedersi, occorre decisione e molto lavoro, impegno, dedizione, costanza, determinazione, buona volontà, lungimiranza e anche un crescente senso di ottimismo. Produrre energie interiori positive, non è una impresa impossibile da realizzare, basta volerlo. Occorre innanzi tutto, cooperazione tra i consociati, rispetto reciproco, solidarietà umana, onestà intellettuale, tanta fede e credo nel possibile a farsi. Come ritenete voi di spiegare ai vostri figli e nipoti, perché sulle coste e mare dell’Adriatico, c’è l’industria del turismo marittimo, ambientale e balneare, che ogni anno genera ricchezza generale, mentre a Reggio Calabria e provincia, parrebbe che il sole, mare, le coste, le fiumare, le colline, sentieri , montagne, il verde, l’acqua pura, potabilissima e salutare, minerale e termale, gli agrumi, il profumo e derivati del bergamotto, i fiori di gelsomino e arbusti di ginestra profumata, i prodotti alimentari genuini e tipici della Calabria, da come ci si comporta sembrerebbe non avere la consapevolezza, come se questi beni preziosi per la crescita economica non solo provinciale, non esistessero?

Perché accade tutto questo?

Non mi direte certo per colpa della malavita e la criminalità, perché non ci credo affatto è una scusante che non regge più, in quanto il controllo del territorio a cura delle Forze di Polizia c’è e si vede, con giornalieri azioni preventive e repressive.

L’Autorità Giudiziaria, mi risulta che non si risparmia in rischi e pericoli, pur di assicurare la e alla Giustizia giudiziaria, coloro che si rendono responsabili di reati.

Spiegate ai vostri giovani figli e nipoti, perché accade tutto questo, come mai allontanatosi dalla nostra Reggio Calabria, quasi tutto è possibile?

Lontani da Reggio Calabria, si diventa più intelligenti e colti? Una infusione corporea di intelligenza creativa?

E dai! Abbiate il coraggio di dire la verità ai vostri giovani figli e nipoti, il silenzio omertoso, spesse volte connivente e la mala fatica personale, ha bloccato e sta continuando a fermare la crescita economica e lo sviluppo umano dei giovani, adulti, piccoli, ragazzi, donne e uomini, grandi medi e grandi adulti, una volta in tempi non molto lontani, chiamati con profondo rispetto, cari nonni e vecchi.

E il valore indelebile dell’amicizia sincera, della pacca (botta) sulla spalla a un amico più sfortunato, l’aiuto a un compagno di scuola povero, da invitare spesso a pranzo a casa vostra, con la scusa di svolgere assieme i compiti assegnati, i giochi di comitiva, all’oratorio, al campo di calcio costruito d’estate nel greto delle fiumare, con i consueti incontri domenicali di calcio pomeridiani, dove sono andati a finire?

Riqualificare per esemplificare una o tante aree un tempo produttive, come Ravagnese, San Gregorio, San Leo, Pellaro, Bocale, Lazzaro, Capo dell’Armi, Saline Joniche e via camminando, viaggiando e navigando, in direzione Jonica e Tirrenica, per scoprire e valorizzare l’esistente bellezza della Calabria, bellezze e paesaggi questi, descritti nella loro unicità, da tanti viaggiati stranieri provenienti da ogni parte più lontana del mondo.

Mi piange il cuore, nel vedere a due passi da Ravagnese e San Gregorio, un tratto di spiaggia denominata sabbie bianche, ora abbruttito dalla ruggine incalzante, dei piloni in ferro di pessima qualità, immersi nell’acqua una volta limpida e trasparente acqua, deturpata dai blocchi di cemento posizionati senza un fine concreto ultimo, per la realizzazione della prevista banchina Approdo Aeroportuale Mezzi Navali Veloci, che dovrà chissà in quale anno, trasferire via mare, da e per la Sicilia e Calabria, da e per il Aeroporto dello Stretto, (c.d. della incuria e vergogna), i passeggeri in arrivo e partenza a e dall’Aeroporto Reggio Calabria.

Andate a vedere come sono state impiegate tutte le risorse finanziarie pubbliche per realizzare il Porto-Approdo, la Stazione Ferroviaria Aeroporto Ravagnese, opere pubbliche che devevano e devono senza altro ritardo, essere completate e rese fruibili alla collettività, della Calabria e della Sicilia, turisti in transito compresi. Ma come fare se l’unica strada di accesso al mare e Stazione fs Aeroporto, dal costruito svincolo Anas Aeroporto è inspiegabilmente ancora bloccata e intransitabile per motivi ancora sconosciuti?

Occorre poco, anzi pochissima, sana e buona volontà da parte dei Cittadini, i quali devono credere fermamente nel valore della legalità e Giustizia, rivolgendosi con fiducia e diritto, al caro e attento signor Prefetto, Autorità Territoriale di Governo, al Presidente e Assessori della Regione Calabria, al Presidente e Consiglieri eletti, del Consiglio Regionale.

A seguire per far valere i vostri e nostri, legittimi interessi e esercitare i vostri diritti, dopo aver rappresentati i vostri e nostri bisogni pubblici e privati.

Siete convinti che cosi facendo e comportandovi, non otterrete esiti positivi, non abbiate timore a scrivete e inviare le foto delle Opere Pubbliche, Aeroportuali, Ferroviarie, Mercatali, Poruali, Stradali ancora incompiute o irrealizzate, al Presidente della Repubblica, del Senato, della Camera, ai Signori e Signore Ministri e Sottosegretari di Stato.

Solo così o anche così agendo e procedendo, otterremo Legalità e Giustizia, riposizionando strategicamente la Città di Reggio Calabria, sicuro che il silenzio assordante, l’inerzia e l’indifferenza, non hanno portato e non porteranno mai, alcun beneficio alla nostra amata Reggio Calabria e carissimi Reggini tutti.  (ee)

(Emilio Errigo è nato a Reggio di Calabria, docente universitario di diritto internazionale e del mare, Generale in ris. della Guardia di Finanza)

(Courtesy photo: Oreste Arconte)

Presentata la terza Rassegna Giornalismo Agroalimentare e Agroindustriale Pro Sud

È stata presentata, al Museo del Bergamotto di Reggio Calabria, la terza edizione della Rassegna Giornalismo Agroalimentare e Agroindustriale Pro Sud,  promossa dalla Fondazione ITS 2011 (Famiglia Florio di Calabria) e in programma dal 23 al 26 novembre.

Obiettivo della kermesse, proporre Reggio Calabria, per il Sud Italia,  come teatro di una manifestazione di rilievo nazionale e internazionale, unica nel suo genere, sul mondo dell’agroalimentare, della comunicazione e del giornalismo di settore.

Protagoniste di questa tre giorni, al Museo del Bergamotto e del Museo dei Cibo, la Basilicata, Calabria, Campania, Puglia e Sicilia e le loro produzioni tipiche dallo spiccato legame con il territorio e dal carattere fortemente identitario e, tutto ciò che sarà presente nella Rassegna, è stato cercato tra le eccellenze del Sud, testato e selezionato, tenendo conto dei prodotti alimentari e dell’artigianato, in grado di stimolare nuove esperienze per il palato, l’olfatto ed in particolare  la memoria, solleticando ricordi atavici delle tradizioni, che rappresentano al meglio il forte legame tra una comunità e le sue radici.

Il programma prevede incontri con i Consorzi e le Organizzazioni di Categoria, appuntamenti con gli Its della Calabria e spazio alle Istituzioni e alla Consegna di Premi, a giovani talenti degli Istituti Alberghieri, a talentuosi giornalisti e consorzi d’eccellenza, che si sono distinti per aver valorizzato i prodotti agroalimentari del Sud Italia.

Si parte mercoledì 23 novembre al Ristorante Zefiro di Bagnara Calabra, con un menù di degustazione e dedicato all’evento, curato dal noto chef Antonino Gramuglia. Durate la cena, sfilata, primo atto, Il tipico interpretato dai gioielli del Maestro Gerardo Sacco.

Si prosegue giovedì 24 novembre, con Una ricetta per i social, una gara gastronomica tra gli Istituti Alberghieri della Calabria, in programma nella “Sala Scuola di Profumeria” dalle 9 alle 13; alle 10, nel Salone “Gerardo Sacco”, il convegno Its chiave di accesso al mondo del lavoro, promosso dalla Fondazione Its 2011 (Famiglia Florio di Calabria). Alle 13, il Laboratorio esperienziale a cura della Confraternita del Bergamotto e del Cibo di Reggio Calabria. 

Alle 20.30, al Ristorante Piro Piro di Reggio, lo chef Marco Maltese realizzerà un menù degustazione ad hoc con la birra artigianale al bergamotto di Reggio Calabria. Durate la cena, sfilata, primo atto, Il tipico interpretato dai gioielli del Maestro Gerardo Sacco.

Venerdì 25 novembre, alle 16, nel Salone “Gerardo Sacco”, sono in programma le eccellenze agroalimentari del Sud, che saranno raccontati da esperti e da produttori assistiti dalla stampa specializzata. Alle 19, il laboratorio esperienziale  a cura della Confraternita del Bergamotto e del Cibo di Reggio Calabria. 

Sabato 26 novembre, alle 17, nel Salone “Gerardo Sacco”, ci sarà la premiazione di tre Consorzi, tre giornalisti e una Cooperativa in quanto eccellenze del settore agroalimentare. A cura dei premiati, inoltre, si terranno dei laboratori esperienziali. Alle 21, il laboratorio esperienziale  a cura della Confraternita del Bergamotto e del Cibo di Reggio Calabria. (rrc)

 

 

Il Vescovo Fortunato Morrone ha incontrato i volontari del Servizio Civile di Agape

Il vescovo di Reggio Calabria-Bova, Fortunato Morrone, ha incontrato i volontari del Servizio Civile di Agape.

L’incontro, svoltosi nella sede del Centro, è stato molto emozionante, organizzato con l’obiettivo di fare conoscere al presule l’esperienza del progetto Reggio Solidale, un percorso  che vede dieci volontari coinvolti all’interno dei centri di accoglienza Casa Reghellin per donne in difficoltà, casa don Italo per ammalati di Aids, la Cooperativa Soleinsieme di donne in difficoltà, Arteinsieme per giovani con disabilità nonché all’interno del centro di ascolto per madri sole e nel servizio  affidi e assienza legale della Marianella Garcia.

Un progetto inserito nel programma promosso dal Mo.V.I. – Movimento Italiano del volontariato che coinvolge 59 associazioni in 12 Regioni, 24 Provincie e 36 città italiane, nonché in Senegal in percorsi di educazione alla cittadinanza attiva ed alla solidarietà. Hanno contribuito all’arricchimento di queste esperienze altre due volontarie che prestano servizio alla Piccola Opera Papa Giovanni, anche questa esperienza molto forte e coinvolgente.

L’incontro si è svolto c/o la sede del Centro che è stata anche la casa di Don Italo Calabrò il quale è stato negli anni settanta uno dei promotori del servizio civile all’interno della Caritas Italiana. Una scelta che è stata definita esemplare perché dava e dà ai giovani la possibilità di incontrare il mondo della fragilità e della sofferenza e di riscoprire i valori della fraternità e dell’accoglienza

La volontaria Chiara ha illustrato il progetto che ha come obiettivo soprattutto quello di favorire l’accoglienza ed il reinserimento sociale di persone in condizione di disagio e di donne vittime di violenza attivando percorsi di autonomia. A seguire gli altri volontari, Maria Teresa, Abigail, Alice, Francesca, Eleonora, Danilo, Andrea, Ilaria, Federica, si sono poi alternati nel racconto al vescovo delle esperienze forti e significative che stanno vivendo all’interno dei vari servizi che hanno permesso loro di toccare con mano storie di sofferenza ma anche di riscatto di donne che hanno deciso di riprendere in mano la propria vita e quella dei figli per costruirsi un futuro diverso.

Ogni volontario ha raccontato la sua esperienza facendo capire come il volontario è fondamentale nell’aiuto e cura delle persone più fragili che chiedono soprattutto amicizia e compagnia ma tutti hanno sottolineato come sono state le persone definite fragili ad accogliere loro diventando maestri di vita. 

Dopo avere ascoltato tutte le esperienze   il vescovo Morrone ha concluso con una provocazione. «Cosa ne farete di questa esperienza? Ha quindi augurato loro che le relazioni che hanno vissuto continuino a fare parte della loro vita, per portarsele dentro per sempre – ha detto il vescovo Morrone –. Che possano incidere nelle loro scelte future per dare Speranza lì dove saranno chiamati a vivere. Le occasioni ci fanno Amanti, per diventare persone che Amano la vita. Aggiungendo che tutto questo ci viene dal Vangelo, dalla Rivelazione, un velo che si apre e si mostra un volto, il volto di Dio che Amante della vita e questa vita la promuove continuamente. Ha quindi augurato loro di essere contagiosi, della contagiosità bella che ama la vita, quella che ti viene dopo aver incontrato delle persone».

I giovani hanno ringraziato per la visita il vescovo perché sono usciti da questo confronto arricchiti e pronti a testimoniare le belle esperienze che questo progetto che ha anche offerto loro la possibilità di contribuire a   ridare voce e dignità a chi fa più fatica. All’incontro erano presenti Don Antonino Iaccino, assistente spirituale dell’Agape, Nella Restuccia responsabile della casa Reghellin, Alessandro Cartisano associazione Abaki e presidente regionale MOVI, Alfonso Canale membro della Caritas, Giusy Nuri presidente della sartoria Soleinsieme, Nuccio Vadalà, membro di Arteinsieme, Giuliano Quattrone, redattore del giornale online Nem (nessuno escluso mai), Lucia Lipari avvocati Marianella Garcia, Mario Nasone presidente di Agape ha espresso l’auspicio che si parli di più da parte delle agenzie educative e dei mezzi di informazione del servizio civile, una delle poche opportunità che si danno oggi ai giovani per fare esperienze formative importanti anche per il loro futuro lavorativo e sociale. (rrc)

 

REGGIO – Il 18 novembre si presenta il libro di don Francesco Cristofaro

Il 18 novembre, a Reggio Calabria, alle 17.30, nelle Librerie Paoline, è in programma la presentazione del libro Lo sguardo di Gesù. Pagine di Misericordia di don Francesco Cristofaro.

A dare il via alla presentazione sarà l’Arcivescovo Mons. Fortunato Marrone, dell’Arcidiocesi di Reggio Calabria. Prestigiosa la presenza del Presidente dell’Istituto Nazionale Azzurro Cav. Lorenzo Festicini che modererà l’evento. Lo Sguardo di Gesù (introdotto dalla prefazione del Cardinale Angelo Comastri, Vicario Generale Emerito di Sua Santità per la Città del Vaticano), è scritto da una brillante penna, teologica; ed è, per l’appunto, un saggio molto fruibile, di piacevole lettura, soprattutto perché mette a risalto l’amore che Nostro Signore ci dispensa quotidianamente. 

L’opera, che si suddivide in tre parti, è davvero un libro da non perdere. Nella prima parte, sono presentati dei racconti ricavati dal Vangelo. Nella seconda, l’autore porta alla luce alcuni importanti scorci della sua vita, soffermandosi sul suo cammino col mondo della fede e della spiritualità. La terza ed ultima parte, contiene le preghiere da lui composte.

La figura di Gesù, nel libro, assume, come anticipato, un ruolo di primaria importanza, quella stessa della fede che può arrivare ad aprire la porta del cuore.  I passi, invece, tratti dal Vangelo mettono in evidenza principalmente quelle pecorelle smarrite che, ad un certo punto, hanno trovando la salvezza della parola del Signore. (rrc)

REGGIO – Il workshop formativo “Non si jetta nenti”

Al via, a Reggio Calabria, al Community Lab Impronte a Sud, il workshop Non si jetta nenti, organizzato dall’Associazione Culturale Fare Eco in collaborazione con il Consorzio Macramè.

Il workshop, rivolto ad aziende, ad enti pubblici e del terzo settore, ma anche ad associazioni ed operatori dell’usato formali e informali, ad artigiani e tecnici manutentori/riparatori, rientra all’interno delle attività previste dal progetto Rete del Riuso “Non si jetta nenti” – Reggio Calabria, prodotto con l’assistenza finanziaria dell’Unione Europea nell’ambito del Programma Eni CBC per il bacino del Mediterraneo, grazie al supporto della Fondazione di Comunità di Messina. Il progetto della rete del riuso ha come obiettivo quello di creare una rete cittadina locale di centri integrati per il riutilizzo dei beni di consumo durevoli e non durevoli, al fine di intercettare quella quota parte di oggetti/prodotti ancora in buono stato prima che diventino rifiuti.

All’interno di questo processo la formazione di una rete è fondamentale. Una rete di persone, professionisti, di tutte le età, provenienti da tutti i settori, con un interesse comune in materia per lavorare insieme affinché vengano raggiunti degli obiettivi sostenibili.

Ma perché un workshop sull’economia circolare e sul riuso?

  • Per dare una possibilità a chi non può formarsi altrove, di farlo sul nostro territorio, con esperti del settore, sarà infatti presente il vice presidente della cooperativa Sociale “Cauto” di Brescia, Luigi Moraschi, che presenterà le attività decennali che portano avanti, per sviluppare dei “modelli di economia sostenibile e di condivisione per scambiare beni, tempo e competenze generando prossimità”.
  • Per creare un’opportunità di presentazione e confronto con realtà sociali differenti per valutare pro e contro e creare nuove sinergie.
  • Per allargare la rete sociale, ambientale, oltre i confini regionali.
  • Per definire e stabilire un protocollo per la rete del riuso.
  • Per avviare processi di economia solidale per la partecipazione e la condivisione delle risorse.

Il programma della due giorni formativa, prevede vari interventi di realtà locali, assieme a quella di Fare Eco e Macramè, soprattutto di quelle esperienze portate avanti da anni, come ad esempio la Coop. Rom 95, la sartoria sociale Soleinsieme, l’associazione Pandora e il Banco Alimentare.

A livello nazionale, oltre la presenza della cooperativa Cauto, vi sarà in collegamento Danilo Boni, referente di Zero Waste Italy per la mappatura del riuso, riparazione e upcycling. Varie saranno le opportunità di discussione con gli esperti e i partecipanti, tramite anche gruppi di lavoro, per capire come poter applicare un modello di attivazione comunitaria attraverso il metodo del lavoro di cooperazione, tra più soggetti.

Anche il pranzo, sarà occasione per promuovere, progetti territoriali come “Aniti Beer” la birra della mutualità del consorzio Macramè, ed i prodotti forniti dalla pizzeria “Spaccanapoli” del circuito Reggio libera Reggio.

I lavori della prima giornata si concluderanno nel pomeriggio con la plenaria conclusiva alla presenza del Sindaco f.f. Paolo Brunetti.

Mentre la mattinata di domenica 6 novembre sarà dedicata alla diretta web sulla pagina facebook dell’associazione Fare Eco per la presentazione dei risultati e delle proposte attuative all’amministrazione Comunale e alla cittadinanza, e che vedrà concludere il tutto con la sottoscrizione del protocollo per la rete del riuso cittadina. (rrc)

Piazza De Nava Reggio: anche il Premio Nosside contro la demolizione

Anche il Premio Mondiale di Poesia Nosside, che ha sede a Reggio Calabria, ha aderito al Comitato di tutela di Piazza de Nava, per richiedere un restauro conservativo ma opponendo una fortissima reistenza al progetto di demolizione.

Il prof. Pasquale Amato, apprezzato storico e docente reggino, presidente e fondatore del Nosside, ha espresso chiaramente i motivi del dissenso con la Sovrintendenza e le amministrazioni cittadine: «Occorre soltanto un restauro conservativo e migliorativo, senza stravolgere e cancellare l’impianto originario del dopo 1908, che rappresenta l’anima, il cuore e la memoria del popolo reggino ed è patrimonio storico e culturale di una delle città più antiche d’Europa».

In sei punti, il Presidente del Nosside spiega in una nota le ragioni del dissenso:

1. Il Premio Nosside (giunto nel 2022 alla sua XXXVII Edizione con la partecipazione di poeti di 104 Stati del mondo), Progetto Culturale di ispirazione universale nato e organizzato a Reggio Calabria, ha aderito al Comitato per salvare un Bene storico, culturale e artistico, patrimonio del popolo reggino. Ha espresso così la volontà di non sottrarsi a un dovere civico del mondo culturale, in coerenza con la missione che anima il Nosside sin dalla sua fondazione: l’impegno in difesa di tutte le lingue e culture del mondo – e in particolare di quelle a rischio di estinzione – di fronte all’imposizione di un pensiero unico e di una lingua unica che schiacciano le identità storiche, linguistiche e culturali dei popoli.

2. Il Premio Nosside rileva che in tutto il mondo e soprattutto nell’Occidente intriso della cultura dell’agorà di origine ellenica, le Piazze sono considerate da millenni un patrimonio collettivo appartenente alle comunità, con una forte impronta simbolica che testimonia la storia e la memoria di un popolo. Citiamo tra i tanti un caso emblematico in Europa: nella  seconda Guerra Mondiale, su ordine di Hitler, la Piazza centrale di Varsavia (Rynek Starego Miasta) venne rasa al suolo come spietata rivalsa della Rivolta della Città durata 60 giorni nell’estate del 1944. Ebbene, quella Piazza venne ricostruita integralmente, compresi i Palazzi che la attorniano riedificati con lo stesso stile e gli stessi colori del tempo della loro costruzione, in quanto testimonianze e simboli di un periodo di storia del suo popolo. Per rispettare al massimo l’impianto urbanistico e gli edifici si ricorse ai dipinti dell’artista italiano Bernardo Bellotto, realizzati dal 1768 al 1780. 

3. Il Premio Nosside evidenzia che il progetto di demolizione della storica Piazza De Nava va purtroppo in direzione opposta: è contro la storia e l’identità del popolo reggino. Fu pensata e edificata sulle macerie di un Rione popolare abbattuto dal catastrofico terremoto del 28 dicembre 1908, che distrusse il 95 % degli edifici pubblici e privati. Si decise nel 1911 (col Piano di Ricostruzione di Pietro De Nava) di prolungare verso Nord il Corso Garibaldi e di costruire una Piazza che fungesse da salotto di ingresso al Corso. Alle sue spalle venne edificato, su progetto di Camillo Autore, il Palazzo dell’Ente Edilizio, istituito per gestire la ricostruzione con Legge dello Stato nel 1914 su proposta dell’on. Giuseppe De Nava. Dopo la sua morte nel 1924 la Piazza venne intitolata a lui come maggiore esponente politico reggino, più volte Ministro e decisivo per la ricostruzione. Nel testamento egli donò la sua splendida Villetta in stile Liberty al Comune con l’obbligo di intitolarla a Pietro De Nava e di destinarla esclusivamente a sede della Biblioteca Civica. Con una sottoscrizione popolare il popolo gli volle dedicare un Monumento, affidandolo al grande scultore polistenese Francesco Jerace. Il monumento, inaugurato nel 1936, fu collocato di fronte al Museo della Magna Grecia voluto da Paolo Orsi, progettato da Marcello Piacentini e iniziato a costruire nel 1932. Alla base della statua l’artista pose due fontane di stile liberty a forma di conchiglie e al centro un grande bassorilievo in ricordo del sisma del 1908 e della ricostruzione.

4. In sostanza, Piazza De Nava non è soltanto un salotto elegante in armonia con il Museo, il Palazzo dell’Ente Edilizio e l’inizio del Corso. Ma è soprattutto un concentrato di simboli, di memorie e di testimonianze, un luogo denso di significati per il popolo reggino e oggetto di ammirazione per i visitatori della Città e del prestigioso Museo Archeologico, i cui Beni Identitari sono i Bronzi di Riace che con i due Bronzi di Porticello costituiscono la Sala Archeologica più importante del mondo.

5. Questo insieme armonico, che rappresenta l’anima, il cuore e la memoria del popolo reggino, sta per essere violentato e demolito, offendendo il patrimonio storico e culturale di una città che è tra le più antiche d’Europa e ha regalato il nome all’Italia. Aspetto ancora più grave è che l’autore dell’atto (con il titolo di “Restyling per avvicinare il Museo alla Città” come se ci fosse un muro che ostruisce l’entrata all’edificio) è il Segretariato Regionale dei Beni Culturali della Calabria, che ha come compito istituzionale la difesa dei Beni Culturali e artistici e non la loro distruzione.

6. Il Premio Nosside ritiene pertanto che sia imprescindibile fermare l’avvento delle ruspe distruttive e indifferibile concordare con la Cittadinanza un “Restauro conservativo” che migliori e renda ancora più bella la Piazza, senza stravolgere e cancellare l’impianto originario con la rottura della sua armonica funzione di Salotto pubblico rispetto ai Palazzi di Piacentini e Autore e all’ingresso del Corso. 

Sulla scorta di queste solide ragioni il Premio si renderà parte attiva sia con iniziative proprie che partecipando ai momenti e atti del Comitato Civico di tutela per Piazza De Nava. (rrc)