Paolo Bolano, giornalista, regista, autore, innamorato pazzo della Calabria

La sua vera passione, mai sopita, da innamorato che non s’arrende mai, è la Calabria: Paolo Bolano, giornalista, regista, autore, nella sua lunghissima carriera ha sempre messo la Calabria al centro dei suoi interessi, e non ha ancora perso il vizio di indagare, provocare, stuzzicare con i suoi interventi, promuovere iniziative per difendere e valorizzare la sua terra e, soprattutto, i giovani che vede, disperatamente, sempre più numerosi andare via. L’ultima sua fatica, ancora in fase preliminare, è un docufilm che farà discutere: ovviamente riguarda la Calabria, e nello specifico si occupa dei figli dei boss, molti degli invisibili che hanno rinnegato la mafia e cambiato il loro nome per ricostruirsi un futuro. «Le colpe dei padri non devono pagarle i figli» è il tema centrale del nuovo lavoro di Bolano che sta raccogliendo materiale inedito sui “figli di mafia” e studiando la documentazione sull’affido forzato (del Tribunale dei minori di Reggio) dei figli dei ‘ndranghetisti. «C’è una storia di sangue, di dolore, di morti, ma c’è anche – dice Paolo Bolano – un filo di speranza che va sostenuto e alimentato. Lontano dal retaggio del malaffare, si forma e cresce la coscienza civica, diventa naturale il rifiuto della violenza, il rigetto di una vita che non si desidera vivere, sulle orme di parenti ‘ndranghetisti».

Bolano non è nuovo ai documentari: nel 1980 rappresentò l’Italia al Festival di Cracovia col suo mediometraggio Violenza (Primo Premio del Ministero del Turismo e dello Spettacolo per regia e sceneggiatura) e il suo ultimo Terroni di periferia (2018) è stato trasmesso da Sky. Ma si perde il conto dei filmati realizzati in Calabria e nel mondo, che vengono trasmessi in più occasioni in Canada e negli Stati Uniti. E pochi sanno che la regia del lunghissimo documentario RAI sul processo di Catanzaro (per la strage di piazza Fontana) porta la sua firma.

Bolano rappresenta una figura di intellettuale che la Calabria non ha mai onorato come dovuto: è stato con Nuccio Fava (poi diventato direttore del TG1) uno dei primi calabresi assunti in RAI, a Roma; ha esordito nel cinema facendo l’aiuto regista nel kolossal Mosè, firmato centinaia di video-inchieste per le più popolari rubriche RAI (A come Agricoltura, QuattroStagioni, AZ, Di Tasca Nostra), lavorando per tutte e tre le testate giornalistiche RAI, per chiudere come caporedattore e coordinatore del TG2 per otto anni prima della pensione. Ma i giornalisti non vanno mai in pensione: sono decine i docufilm dedicati alla Calabria realizzati in questi ultimi anni e non è mancato l’impegno, accanto ad Antonio Salines, col Teatro Belli di Roma a programmare, organizzare e dirigere numerose iniziative di spettacolo di grande respiro nella nostra regione. Attualmente sta lavorando, sempre con Salines, all’adattamento e riduzione teatrale de L’eredità dello zio di Fortunato Seminara, l’indimenticabile scrittore di Maropati. Il teatro è un’altra sua passione: nel 1985, con Santo Strati, ha diretto e prodotto Il Boudoir del Marchese de Sade, nello script originale di Roberto Lerici, proponendo da precursori con uno straordinario tv-film un nuovo e originale modo di “leggere” il teatro attraverso le telecamere: non una ripresa “statica” della scena, ma un attento e partecipato racconto filmico dell’azione teatrale, accentuato da un montaggio-video di valenza cinematografica, quando ancora non c’erano le magie attuali della computer-grafica applicata al video.

Paolo Bolano è anche un formatore in ambito di giornalismo e regia televisiva: ha organizzato e curato numerosi corsi destinati ai giovani, per i quali ha scritto il manuale Operatore Media, un libro che ha tracciato con largo anticipo le figure professionali oggi più richieste: giornalisti in grado di usare tutti i media e operatori multimediali con competenze giornalistiche.

Agli italiani, anzi ai calabresi nel mondo, ha dedicato numerose inchieste giornalistiche e nelle prossime settimane sarà in Portogallo per un docu-film sui tantissimi italiani che hanno scelto (per ragioni fiscali) di andare a soggiornare in quel Paese. Bolano vive tra Roma, Reggio e il mondo: la sua città d’origine gli ha ispirato un pamphlet (L’urlo di Reggio) che costituisce il manifesto di un ideale movimento di popolo che chiede a gran voce che si riapra una nuova “questione meridionale”. «Ma non quella di Giustino Fortunato, dello ‘sfasciume pendulo sul mare’ – avverte Bolano – ma un impegno che tenga conto del Mediterraneo, la vera grande risorsa di tutti i Paesi che vi si affacciano. È nel Mediterraneo la soluzione al sottosviluppo e alla mancata crescita e la Calabria – non dimentichiamolo – è proprio al centro: la posizione ideale da cui far partire iniziative di cultura, conoscenza e lavoro. La Magna Grecia è nata qui, la sua tradizione millenaria è il solco su cui imbastire il processo di rinnovamento e sviluppo di questa terra. Bisogna crederci». (rrm)

“La Calabria che vogliamo” chiama a raccolta a Polsi per cercare il cambiamento

Giuseppe Nucera
Giuseppe Nucera

Si tiene domenica 15 settembre a Polsi, davanti al Santuario della Madonna, un incontro-dibattito sul futuro della regione, promosso dall’Associazione La Calabria che vogliamo. Il luogo è stato volutamente scelto per indicare la frattura col passato e la cattiva reputazione di vicinanza alla mafia che, ancora oggi, viene alimentata da stampa e politici di corte vedute. L’insediamento del nuovo Governo offrirà lo spunto per discutere di progetti e di richieste da avanzare all’esecutivo e al nuovo ministro per il Sud, Peppe Provenzano.
Uno dei coordinatori di La Calabria che vogliamo, Giuseppe Nucera, ex presidente degli industriali reggini, a questo proposito ha chiesto un «vero cambio di passo» rispetto all’azione portata avanti in questi anni dalle politiche a sostegno del Mezzogiorno.

La Calabria che vogliamo

«Adesso basta – ha dichiarato Nucera – con le solite promesse a vuoto e le inutili passerelle di ministri, buone solo per farsi immortalare su qualche rivista. Siamo stanchi delle solite chiacchiere a vuoto e non siamo disposti ad accettare un ‘Lezzi bis’ per il Mezzogiorno. Nel programma del nuovo governo Conte si legge, per l’ennesima volta, di un ‘piano straordinario di investimenti per la crescita e il lavoro al Sud’. Così come ‘accelerare la realizzazione di progetti strategici, tra loro funzionalmente connessi, di valorizzazione dei territori, utilizzando al meglio i Fondi europei di sviluppo e coesione’. Non giudichiamo l’azione del neoministro Provenzano, che ha appena giurato al Colle, ma non possiamo non constatare che nel programma vi siano le solite belle parole di facciata»

«Per dare davvero una scossa al Sud, e nella mia Calabria nella fattispecie – ha sottolineato Nucera – bisogna puntare, ad esempio, sull’Alta velocità Salerno-Reggio Calabria, così come sulla riproposizione di un’opera fondamentale, il Ponte sullo Stretto, e a valorizzare l’area industriale Zes di Gioia Tauro». (rp)

“Liberi di scegliere” (contro la ‘ndrangheta): su La Stampa il modello del Tribunale di RC

Su La Stampa di oggi una pagina dedicata al progetto del Tribunale dei minori di Reggio sull’affido dei figli di ‘ndraghetisti per toglierli dall’ambiente malavitoso. Un affido per offrire un futuro. Due servizi, a firma di Giuseppe Legato, illustrano com’è nato il progetto (nel 2012) e come diverse madri, ma anche ex-ndranghetisti abbiano poi avuto parole di gratitudine nei confronti del giudice (Roberto di Bella, presidente del Tribunale dei minori di Reggio) che ha preso la difficile decisione. Un provvedimento che si è ripetuto per sessanta volte, ha ispirato una fortunata e apprezzata fiction televisiva, e ha dato il via – scrive Legato a «un rivoluzionario orientamento giurisprudenziale che muove da quest’assunto: indottrinare un figlio alla sub-cultura mafiosa equivale a maltrattamenti in famiglia. Oppure da questo: “I comportamenti tenuti da un padre affiliato all’associazione criminale sono in tutta evidenza inconmpatibili con la funzione educativa che orienta i suoi poteri/doveri”. per i giudici, il logico corollario “è la decadenza della responsabilità genitoriale”».

Il giornalista Giuseppe Legato ha intervistato, inoltre, il magistrato Giuseppina Latella che ricopre funzioni direttive al Tribunale dei minori di Reggio. «Molte donne – chiede Legato – si stanno rivolgendo al tribunale per chiedere di andare via dai contesti mafiosi insieme ai figli. Perché è la donna motore  di questa nuova speranza?» Rsiponde la Latella: «Le donne, nei contetsi mafiosi, hanno sofferto tantissimo: per . i lutti, per gli omicidi dei loro fratelli, perché vivono matrimoni a metà: hanno i mariti in carcere per anni. Alcune di esse hanno vissuto il carcere in prima persona».

Una bella pagina di giornalismo, che i calabresi dovrebbero leggere. (zc)

Le politiche spaziali del Mediterraneo, a Reggio tra innovazione e tradizioni

Oltre 100 delegati provenienti da tutti i paesi del bacino del Mediterraneo hanno preso parte a Palazzo Campanella ai lavori del quarto Forum internazionale dello Spazio che ha visto la Città Metropolitana di Reggio Calabria fra i promotori dell’importante evento planetario, accanto alla International Astronautical Federation, all’Agenzia spaziale italiana, all’Università “Mediterranea” di Reggio Calabria ed al Consiglio regionale della Calabria.

Il Presidente del Consiglio regionale Nicola Irto, alla vigilia dell’incontro si è detto «onorato di poter accogliere in Calabria una prestigiosa platea di autorità internazionali, che potranno finalmente conoscere il vasto patrimonio naturalistico, archeologico, artistico e culturale della nostra regione».
«Guardiamo al Mediterraneo con attenzione e fiducia – ha dichiarato Irto – nella consapevolezza che quest’area costituisce uno dei quadranti cruciali per le sorti del pianeta per ragioni geografiche, politiche, economiche ed antropologiche, alla luce del proprio ruolo di cerniera tra l’Europa, l’Africa e l’Asia. In questo quadro, assumono particolare valore i contenuti del Forum riguardo alle politiche spaziali, che assolvono a delicate funzioni e a interessi strategici delle nazioni, e che possono contribuire al miglioramento delle condizioni di vita dell’umanità».
Il presidente del Consiglio regionale ha rivolto un particolare ringraziamento «all’Università Mediterranea, con il magnifico rettore Marcello Zimbone e il prof. Carlo Morabito, che auspico, assieme agli altri atenei calabresi, possa svolgere una funzione sempre più importante in questo campo della ricerca, esaltando la propria vocazione geografica di apertura verso il ‘Mare nostrum’. Ed è motivo di particolare soddisfazione registrare come all’interno dello IAF, la Federazione astronautica internazionale, il ruolo di vicepresidente sia ricoperto da Gabriella Arrigo, una grande personalità reggina, responsabile delle relazioni internazionali dell’Agenzia Spaziale Italiana. A lei va la mia profonda gratitudine per il prestigio che conferisce con il proprio lavoro alla comunità calabrese e all’Italia nel mondo».

«Siamo orgogliosi – ha detto il presidente Irto all’assemblea dei delegati del Forum – che i vostri lavori si svolgano qui, nel baricentro geografico del Mediterraneo, in una città e una regione che ambiscono ad assumere un ruolo sempre più centrale nelle dinamiche geopolitiche e strategiche di quest’area del mondo. Viviamo la giornata odierna con la consapevolezza dell’importanza dei temi oggetto del Forum, con l’emozione di poter essere testimoni del processo di sviluppo delle politiche spaziali della comunità internazionale, ma anche con la ferma volontà di rinsaldare i sentimenti di amicizia che legano i popoli del Mediterraneo. La Calabria è terra dalla storia millenaria, che affonda le proprie radici umane, culturali e scientifiche nella Magna Graecia; ed è motivo di particolare orgoglio ricordare che proprio sulle coste calabresi del Mare Jonio nacque e si sviluppò la scuola di Pitagora, che lasciò un segno indelebile nella storia delle scienze, anche astronomiche, e dunque dell’umanità. In ossequio alla nostra storia, auspichiamo che i lavori odierni siano forieri di un’implementazione delle politiche dello spazio per i Paesi del Mediterraneo, in direzione della diffusione delle tecnologie spaziali applicate al miglioramento delle condizioni di vita dell’uomo, delineate nell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile. Siamo convinti che dal dibattito emergeranno spunti preziosi a favore della “Blue economy” e, soprattutto, crediamo fortemente nella funzione cruciale che dovrà essere esercitata, negli anni a venire, dall’Università e dalla Ricerca. La società della conoscenza è il principale strumento di cui l’umanità dispone per far fronte alla crescente complessità del mondo in cui viviamo, nel quale i cambiamenti climatici, lo sfruttamento eccessivo delle risorse naturali e gli eccezionali fenomeni migratori in atto costituiscono fonti di instabilità e di tensione rispetto alla pacifica convivenza tra le Nazioni.
Tutto ciò richiede ai Governi uno sforzo straordinario per individuare soluzioni in grado di assicurare e promuovere un nuovo ordine mondiale, fondato sulla pace, sulla libertà e sul rispetto reciproco tra i popoli».

Il sindaco Giuseppe Falcomatà, in apertura dei lavori, ha celebrato le peculiarità di Reggio Calabria descrivendo una città «ricca di storia, cultura e tradizione». Quindi ha ribadito la forte volontà dell’Ente nel voler organizzare quella che rappresenta una grande occasione per la città e per la regione intera: «È da un anno che ci stiamo lavorando intensamente perché sappiamo che il Forum internazionale dello Spazio, dopo Nairobi e Buenos Aires, approda a Reggio offrendole una grande vetrina internazionale. L’occasione dà sì lustro al territorio, ma soprattutto ci ricorda qual è e quale deve continuare ad essere il ruolo dell’Italia e di Reggio che rappresentano la prima, la più antica e la più importate porta di accesso sul Mediterraneo in Europa. Noi rivendichiamo questo ruolo consapevoli che il Mediterraneo debba rappresentare un luogo di contaminazioni fra culture, di scambi commerciali e di solidarietà fra esseri umani. L’auspicio, quindi, è che attraverso la cooperazione internazionale e l’uso delle nuove tecnologie, la nostra città possa recuperare il suo antico protagonismo di centralità nel Mediterraneo e, allo stesso modo, l’Italia possa tornare a rappresentare quel faro che è sempre stata in Europa».

Una forte sinergia istituzionale ha reso possibile il raggiungimento di questo importante obiettivo che rilancia Reggio nel panorama internazionale delle scienze e della cultura: così Jean-Yves Le Gall, presidente dell’International Astronautical Federation, che ha descritto l’appuntamento reggino come «pietra miliare del lavoro che si sta portando avanti».

Il presidente dell’Agenzia spaziale italiana, Giorgio Saccoccia, ha poi sottolineato «la grande ospitalità ricevuta» ribadendo come la Città Metropolitana di Reggio Calabria, insieme alle altre istituzioni coinvolte, «stia chiaramente offrendo un contributo importante alle attività spaziali».

Infine, Giuseppe Valditara, a capo del Dipartimento di Alta Educazione e Ricerca del Miur, fra le altre cose, ha dato rilievo alla «sinergia istituzionale che palesa come il bene comune sia al centro di tutto». (pa)

 

Premio Simpatia a Reggio: il 10 settembre la festa delle eccellenze calabresi

Incontriamoci SempreUltimi preparativi, a Reggio, per la 13.ma edizione del Premio Simpatia della Calabria, ideato dall’instancabile Pino Strati con l’associazione da lui presieduta Incontriamoci Sempre. È un premio destinato ai calabresi che onorano con la loro vita, il loro lavoro, il loro impegno, la loro attività, il luogo che li ha visti nascere. È un modo di manifestare il profondo senso di gratitudine dei calabresi ai conterranei che hanno saputo (e sono tanti, in ogni parte del mondo) conquistare un ruolo significativo nelle istituzioni, nella cultura, nella scienza, nel giornalismo, nella gastronomia, nella società, senza mai dimenticare la propria calabresità, anzi facendone importante motivo di orgoglio. Per questo il Premio Simpatia merita attenzione non solo in Calabria, o a Reggio dove si tiene, ma ovunque ci siano calabresi, singoli o comunità, che non dimenticano la propria terra vantano con fierezza le proprie origini.

Del resto, l’Associazione Incontriamoci Sempre (per il volontariato) è la conferma costante di cosa possa fare l’impegno e l’amore per chi ha bisogno da parte di un gruppo di entusiasti e innamorati della propria terra e delle proprie origini: produrre cultura e favorire conoscenza e, soprattutto, scambi e incontri tra “gente comune” e “personaggi”, mettere a fuoco problemi sociali e ambientali e andare in cerca delle soluzioni, offrire socialità e amicizia in un disegno di condivisione che, senza ombra di dubbio, fa onore. Hanno preso una stazione ferroviaria in disuso e l’hanno trasformata in un vivace e attivissimo centro culturale, stimolano iniziative per i meno abbienti, i bambini meno fortunati, sollecitano solidarietà e, insieme, favoriscono la crescita sociale, senza protagonismi e con la modestia e l’umiltà dei grandi. Una bella realtà che trova il suo momento di maggiore aggregazione nella consegna degli ambiti riconoscimenti di fine estate, simboleggiati da un grande cuore colorato, opera di Natino Chirico, artista internazionale originario di Reggio, e concretizzati in raffinate creazioni del maestro orafo Michele Affidato, un altro calabrese che ha conquistato vette straordinarie ed è conosciuto ed apprezzato in tutto il mondo.

Natino Chirico

Quest’anno i premi sono sei, ad altrettante personalità che rappresentano, degnamente, quella vasta eccellenza targata Calabria: Enzo Romeo, caporedattore del TG2, vaticanista e autore di numerosi saggi, è originario di Siderno; Pierfilippo Crucitti, medico e direttore di Chirurgia toracica al Campus Biomedico di Roma è nato nella Capitale dall’illustre genitore calabrese Francesco, conosciuto come il chirurgo del papa, che operò quattro volte Giovanni Paolo II dopo l’attentato di Alì Agca e vanta un nonno ferroviere proprio a Reggio; Filippo Cogliandro è uno chef straordinario di Lazzàro (RC) che i lettori di Calabria.Live conoscono bene: ha incantato con la sua cucina il Principe Alberto di Monaco e riesce con la sua creatività a rendere unico ogni piatto, affascinando anche il gourmet più raffinato; Stefania Rota, amministratrice silana del Salumificio San Vincenzo, un’azienda che ha conquistato il mercato internazionale per la qualità dei suoi prodotti gastronomici; Fabio Taverna, di Taurianova, maestro pasticcere, artigiano del torrone, che ha saputo unire passione e creatività per realizzare un prodotto dolciario tipico della Calabria, conquistando i mercati internazionali; Pietro Cozzupoli, urologo di Reggio, notevole figura di scienziato al Grande ospedale Metropolitano di Reggio, esperto di robotica applicata alla chirurgia laparoscopica.

La serata, martedì 10 settembre, al Foyer del Teatro Comunale Francesco Cilea di Reggio sarà condotta da Marco Mauro e Giovanna Scarfò e prevede anche una sfilata di gioielli del maestro orafo Michele Affidato. Il galà chiuderà con un imponente buffet di prelibatezze e sapori di Calabria, (con la partecipazione di Accademia Gourmet, Callipo, Caffo, Serfunghi, Salumificio San Vincenzo, Attinà & Forti, Vini Tramontana, Romanella, Consorzio Motta, Mulinum San Floro e Bottiglieria 2010 Pellarese), incluse le squisitezze dolciarie dell’Associazione Pasticceri Artigiani di Reggio (APAR) guidata dall’insuperabile maestro pasticcere Angelo Musolino. L’allestimento floreale è di Eurofiori.

L’ingresso è gratuito, occorre, però, ritirare gli inviti a Reggio presso l’Associazione Incontriamoci Sempre (alla Stazione FS di Santa Caterina) o presso il bar-pasticceria La Mimosa (piazza S. Anna). (zc)

LA PRIMA EDIZIONE DEI PREMI “BERGAMOTTO DI REGGIO CALABRIA”

Quattro i primi riconoscimenti assegnati dal neo-costituito Comitato per il Bergamotto di Reggio Calabria in occasione della serata dedicata alle eccellenze reggine, lo scorso 31 agosto, al Museo dei Bronzi di Reggio Calabria con il prof. Pasquale Amato. Premiati il direttore del MArRC arch. Carmelo G. Malacrino, lo chef Filippo Cogliandro e i pasticceri Angelo Musolino e Davide De Stefano. Il Premio è un’originale e raffinata anfora di ispirazione greca interamente realizzata in legno di Bergamotto di Reggio Calabria, lavorato a mano dall’artigiano Enzo Barbaro.

Il Comitato è nato con lo scopo di tutelare e valorizzare l’esatta denominazione del principe mondiale degli agrumi: Bergamotto di Reggio Calabria.

Premi Bergamotto di Reggio Calabria

Bergamotto di Reggio Calabria: Premi e un Comitato per difenderne la denominazione

Una magnifica serata al Museo Archeologico di Reggio dedicata alle eccellenze mondiali della Città metropolitana, i Bronzi e il Bergamotto di Reggio Calabria, con una seguitissima conversazione dello storico prof. Pasquale Amato, introdotto dal direttore del Museo Carmelo Malacrino e dal presidente del CIS Loreley Rosita Borruto. Nel corso dell’ormai tradizionale incontro di fine agosto, giunto alla quarta edizione, è stato presentato inoltre il Comitato per il Bergamotto di Reggio Calabria, un’associazione non-profit che ha lo scopo di tutelare e promuovere la denominazione originale.

Maria Pinneri, Pasquale Amato ed Angelica Cuzzola
Maria Pinneri, Pasquale Amato ed Angelica Cuzzola

Se per le varie tipicità della Calabria si usa indicare l’origine (nduja di Spilinga, Caciocavallo di Ciminà, cipolla rossa di Tropea) perché c’è una certa riluttanza tra produttori e distributori a sottolineare che si tratta di Bergamotto di Reggio Calabria? Non esiste altro bergamotto autentico (cresce solo nella fascia costiera da Scilla a Monasterace) e – pare opportuno – la sua denominazione completa “Bergamotto di Reggio Calabria” deve essere un orgoglio di chi lo produce e di chi lo commercializza.
In questa ottica, il Comitato per il Bergamotto di Reggio Calabria ha consegnato, nel corso di un’affollatissima serata sulla splendida Terrazza del Museo dei Bronzi i primi riconoscimenti a chi si adopera per tutelare e valorizzare.

Filippo Cogliandro e Pasquale Amato durante la premiazione
Filippo Cogliandro e Pasquale Amato durante la premiazione

Il “Premio per la promozione del Bergamotto di Reggio Calabria, Senza se, senza ma, senza alibi e senza omissioni” in questa sua prima edizione è andato allo Chef Filippo Cogliandro, al Maestro gelatiere Davide Destefano, al Direttore del Museo Carmelo G. Malacrino e al Maestro pasticcere Angelo Musolino. Il Premio consiste in una pregevole anfora di ispirazione greca interamente realizzata in legno di bergamotto di Reggio Calabria dall’artigiano reggino Enzo Barbaro.
La serata si è conclusa nella maniera più dolce con la degustazione di prelibati dolciumi al Bergamotto di Reggio Calabria, Principe Mondiale degli Agrumi, preparati e offerti dai Pasticceri artigiani reggini dell’APAR. Il prossimo appuntamento del Comitato sarà sabato 14 settembre con un Evento all’interno del II Festival del Gelato Artigianale di Reggio Metropolitana “Scirubetta”.

La visione futura di Reggio, il sindaco Falcomatà scommette sulla ricandidatura

Si è chiusa a Reggio con l’intervento del sindaco Giuseppe Falcomatà la “quattro giorni” di S’intesi, sul Lungomare Falcomatà, un evento politico sul tema Visione Futura. La Città di oggi e di domani. Si è trattato di un confronto corale, con un’ampia partecipazione, che ha offerto l’opportunità al sindaco uscente di presentare il suo programma politico, forte di un’articolatissima coalizione pronta a ricandidarlo e supportarlo unitariamente alle prossime elezioni comunali,

L’intervento di Giuseppe Falcomatà – dopo un commosso saluto al “superprefetto” Luigi De Sena scomparso quattro anni fa – ha rappresentato anche l’occasione giusta per un primo bilancio riguardo alla kermesse politica. «La città – ha detto il sindaco Falcomatà – dimostra una grande sete di partecipazione, di conoscere, una gran voglia di confrontarsi e di proporre: e, consentitemi di dirlo, non era affatto scontato ottenere un risultato simile dopo cinque anni d’amministrazione. Siamo molto contenti – ha aggiunto Falcomatà – anche della circostanza che quest’iniziativa abbia destato interesse e curiosità pure fra gli addetti ai lavori, anche rispetto a critiche mosse a questa ‘quattro giorni’».

«Questa – ha detto il primo cittadino di Reggio – è una grande dimostrazione che la nostra è una grande ‘famiglia’ unita: una famiglia di partiti, movimenti, liste civiche, gruppi che hanno sposato questa battaglia nel 2014, battaglia che da allora in avanti s’è arricchita di altri partiti, liste, movimenti e gruppi che abbiamo incontrato, che ci hanno accompagnato nel percorso e coi quali scriveremo insieme il prossimo Manifesto politico, quello 2020/2025. Tra i nuovi arrivi ci tengo a salutare l’arrivo del partito dei Verdi, la presenza di chi rappresenta quel mondo civico che ci dà la dimensione del senso d’appartenenza alla città e ci dice, sostanzialmente, che al netto dell’appartenenza a questo o a quel partito politico l’amore per la città viene sopra qualsiasi altra cosa, e dunque che è possibile, anzi che in qualche misura noi tutti ‘dobbiamo’ partecipare alla vita politica cittadina, a prescindere da quelle che sono poi le nostre appartenenze politico-partitiche, se crediamo in un progetto d’amministrazione della città. Questi cinque anni, però, si sono retti anche sulle gambe di donne e uomini, consiglieri e assessori comunali che con grandissimo sacrificio hanno superato tutte le difficoltà anche di chi si trovava alle prime esperienze all’interno di un’istituzione pubblica».

Tutti i consiglieri e gli assessori sono saliti sul palco, a stare anche visivamente accanto al sindaco Falcomatà, perché «tutte le partite si perdono o si vincono per colpa o per merito della squadra, senza alcun ‘uomo solo al comando’. E noi, queste partite, le abbiamo affrontate tutte insieme».

Significative anche le parole spese dal primo cittadino sulla ‘qualità’ della partecipazione: «Alla manifestazione hanno preso parte centinaia d’associazioni, anche con i dovuti ‘distinguo’: qualcuno ci ha ringraziato per le cose fatte, la stragrande maggioranza delle associazioni ci ha chiesto di fare di più. Ecco, io rispetto a questo rilancio: voi ci avete chiesto ancor maggiore coinvolgimento, noi questo coinvolgimento lo vogliamo. E proprio per questo vi chiediamo fin d’ora di ‘farci sentire’ questo vostro impegno nella cosa pubblica, di ‘farcelo vedere’ attraverso una vostra partecipazione alle liste che faranno parte della nostra coalizione». Un punto sul quale Falcomatà ha voluto anche puntualizzare un aspetto molto specifico: «Vi chiedo anche di ‘gettare il cuore oltre l’ostacolo’. Con molti, molti di voi da tempo viaggiamo nella stessa direzione di marcia: e allora, che rappresentiate un’associazione o un movimento o un altro tipo di collettività organizzata, se su 10 punti su 9 siamo d’accordo, invece d’enfatizzare in modo inutilmente divisivo quell’unico punto di distonia, io vi chiedo di dare il giusto peso a quei 9 sui quali la pensiamo allo stesso modo, sui quali abbiamo la stessa sensibilità, in modo da creare le precondizioni giuste per proseguire insieme il nostro percorso».

Giuseppe FalcomatàSempre quanto alla partecipazione, sotto altro profilo, «abbiamo notato – è stata la riflessione di Falcomatà – che in tanti lamentano la mancanza sulla scena cittadina di una realtà preziosa come quella delle Circoscrizioni. Una realtà utile per un documento, per una segnalazione, per qualsiasi cosa: anche per far capire che non si è abbandonati a se stessi. E utile a un’Amministrazione comunale che, in questi anni, talvolta ha avuto difficoltà anche nell’ordinario. Noi – ha osservato Giuseppe Falcomatà –reintrodurremo uno strumento del tutto analogo alle Circoscrizioni per come le abbiamo conosciute, con un presidente, un Consiglio elettivo e gli uffici, e questo per tre ordini di motivi: per restituire ai cittadini un insostituibile punto di riferimento sul territorio e per le loro istanze, per dare una valvola di sfogo e uno strumento di supporto all’Ente comunale, ma anche per dare ai giovani un luogo in cui formarsi, per ridare loro quell’antica ‘palestra’ politico-istituzionale in cui, in passato, centinaia e e centinaia d’esponenti politici reggini ‘si son fatti le ossa’ nel corso degli anni».

«Sappiamo, naturalmente, – ha sottolineato il sindaco – che bisogna fare tanto e di più, però oggi la città può riappropriarsi di progetti che la possano definire davvero, e non soltanto sulla carta, una ‘città turistica’. E in questo spirito è con grande soddisfazione che vi annuncio che noi a dicembre, firmando i Contratti istituzionali di sviluppo che incarnano risorse nuove, risorse fresche per la città, daremo il via a una grande opera, strategica per lo sviluppo del turismo nella nostra città, che è il Museo del Mare di Zaha Hadid, che potrà dare una grande risposta anche a chi diceva che noi amministriamo ‘con risentimento e non con sentimento’. Noi – ha ribadito il sindaco – le cose positive per la città non le buttiamo via di certo: fanno parte di una narrazione unica che si snoderà attraverso il Parco Lineare Sud, il ponte Calopinace, l’Arena Lido, il Lido comunale. E le opere culturali: noi a febbraio daremo inizio a un’opera unica nel suo genere con un artista, Edoardo Tresoldi, tra i primi cinque al mondo e che renderà la città un ‘museo a cielo aperto’. In questi Contratti istituzionali di sviluppo inoltre partirà finalmente il ponte di Gallico-Catona, il lungomare di Gallico, e riqualificheremo anche il lungomare di Catona in modo da dare davvero l’idea di un lungomare unico, senza soluzione di continuità, com’era nel sogno di ‘qualcuno’» (implicito riferimento al compianto sindaco Italo Falcomatà, padre del primo cittadino in carica) «ma soprattutto per dare concretezza all’industria turistica, in barba a chi dice che in questa città non ci sono posti-letto, offendendo i tanti albergatori e proprietari di b&b che solo in questa settimana ospitano 3mila ragazzi che fanno vela proprio nelle acque dello Stretto».

«Andremo avanti con questa squadra, una squadra – ha fatto sapere Giuseppe Falcomatà – che di giorno in giorno s’arricchirà di elementi, anche nelle prossime settimane. Il programma per questi cinque anni d’Amministrazione era il raggiungimento della ‘normalità’: ci stiamo arrivando, un passo alla volta, giorno dopo giorno, forse senza neanche accorgercene. Però noi sappiamo bene che per questa città deve iniziare qualcosa di più ambizioso: questa città deve guardare con ambizione al suo futuro». (rrc)

 

ORTÌ (RC) – Il libro “Ortì – Storia e Storie. Dalle origini ai giorni nostri”

Oggi, a Ortì, alle 18.30, al Salone Parrocchiale, la presentazione del libro Ortì – Storia e Storie. Dalle origini ai giorni nostri di Antonino Polimeni.

L’evento è stato organizzato dalla casa editrice Kaleidon in collaborazione con Pietra Kappa.

Intervengono Paolo SpanòMariella BovaPaolo Arilotta. Sarà presente l’autore.

Questo lavoro, edito da Kaleidon Edizioni, ha il pregio di recuperare le origini, il ruolo di Motta Anomeri, il ruolo preponderante della Parrocchia, le origini del culto di San Nicola a Orti, il periodo in cui avvenne il miracolo di San Rocco e inoltre la vita sociale di questo ridente paese che Mons.Ferro definì come “il balcone sullo stretto”con i gravi problemi occupazionali del secondo dopo guerra che sfoceranno nell’emigrazione di massa degli anni cinquanta e sessanta; la speranza di una prospettiva di sviluppo degli anni ottanta e novanta e le cocenti delusioni degli ultimi decenni che porteranno all’abbandono dei nostri ridenti paesi.

La ricerca e la ricostruzione storica attraversa tutto l’arco di tempo dalla origini ai giorni nostri. La storia è arricchita dalle storie di vari personaggi che lungo i secoli hanno lasciato traccia del loro operato. Particolarmente importante è il capitolo che parla del terremoto del 1908, è un inedito assoluto perché non esistevano lavori minuziosi e precisi sul sisma nelle due frazioni di Ortì e solo un meticoloso lavoro di ricerca nei registri parrocchiali, non esistendo nulla nei documenti ufficiali, ha permesso di recuperare notizie preziose. (rrc)

 

REGGIO: Al MArRC le eccellenze: Bronzi e Bergamotto di Reggio Calabria

Incontro al profumo di Bergamotto di Reggio Calabria stasera al Museo Archeologico di Reggio sulle eccellenze della città: I bronzi e, ovviamente, il bergamotto. Una conversazione dello storico Pasquale Amato, docente all’Università per Stranieri “Dante Alighieri” di Reggio Calabria, responsabile della Sezione Storia del CIS della Calabria e portavoce del Comitato per il Bergamotto di Reggio Calabria, che suggella la quarta edizione di un ormai tradizionale appuntamento di fine estate, sempre più apprezzato e seguito da una vasta platea che affolla la meravigliosa terrazza del Museo dei Bronzi. Sarà anche l’occasione per la prima presentazione ufficiale del Comitato per il Bergamotto di Reggio Calabria. Interverranno per i saluti: il direttore del MArRC Carmelo Malacrino, la presidente del CIS della Calabria Loreley Rosita Borruto e il Presidente dell’APAR, l’Associazione dei pasticceri artigiani reggini, Angelo Musolino. A chiusura seguirà una irrinunciabile degustazione di specialità dolciare al Bergamotto di Reggio Calabria a cura dell’APAR.

MArRC 31 agosto

Il mese di agosto si chiude, dunque, con un appuntamento “gustoso”, da non perdere, per gli ospiti del Museo Archeologico Nazionale di Reggio Calabria, nella splendida cornice della Terrazza sullo Stretto. in collaborazione con il Centro Internazionale Scrittori della Calabria, il Comitato per il Bergamotto di Reggio Calabria e l’Associazione Pasticcieri Artigiani Reggini, con il titolo: Il Bergamotto di Reggio Calabria e i Bronzi di Riace. Due eccellenze mondiali di Reggio Metropolitana.

«Quest’incontro avviene in un momento importante, perché la procedura in corso per il riconoscimento da parte dell’Unesco del Bergamotto di Reggio Calabria come patrimonio dell’Umanità è in una fase avanzata. Con i Bronzi di Riace sono le eccellenze mondiali che la Città Metropolitana può vantare. E il loro accostamento come beni identitari è stata una intuizione felice e vincente condivisa con il direttore Malacrino – afferma il professor Amato – Il “principe mondiale degli agrumi” è legato al territorio in cui cresce fiorente, come il prosciutto di Parma. Il marchio DOP (Denominazione di Origine Protetta) è strettamente legato al territorio di produzione, che di solito è un comune o una provincia. Il Bergamotto è legato all’area di Reggio Calabria. Le condizioni microclimatiche e di ventilazione e le caratteristiche del terreno, collegato al mare e a terrazzamento, fanno sì che attecchisca e si sviluppi florido soltanto in quest’area». Spiega lo studioso: «Il vento cosiddetto di canale si insinua nelle fiumare facendo abbassare le temperature, in modo da proteggere dal caldo la pianta del Bergamotto. Questo è il motivo per cui non attecchisce invece sull’altra sponda dello Stretto o nell’area della Piana».
«La Calabria – ha dichiarato il direttore del Museo Carmelo Malacrino – è conosciuta nel mondo per i suoi beni identitari, tra questi soprattutto i Bronzi di Riace e il Bergamotto di Reggio. Quest’ultimo è chiamato “l’oro verde” perché costituisce una ricchezza del territorio nei diversi usi che se ne fanno nel mondo: nell’alimentazione,
nell’industria agro-alimentare e dolciaria, nei prodotti per la cosmesi e di profumeria». (rrc)