ATTENTI A NON PERDERE IL TRENO: 13,4 MLD
LE FERROVIE INVESTONO SULLA CALABRIA

di ANTONIETTA MARIA STRATI – Sono 13,4 miliardi di euro la somma che il Gruppo FS Italiane investirà per rendere la Calabria più connessa, moderna e competitiva. È questa la strada, infatti, che si deve percorrere se si vuole rendere la regione «la Porta dell’Europa», come detto dal presidente della Regione, Roberto Occhiuto, a colloquio nei giorni scorsi col Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.

Un obiettivo che si raggiunge con interventi che devono rendere la Calabria più europea e non più fanalino di coda come viene spesso dipinta nei rapporti e nei dati dei vari Istituti. Interventi che sono stati illustrati nella sede a Roma di Ferrovie dello Stato, alla presenza dell’amministratore delegato del Gruppo FS Italiane Luigi Ferraris, del Presidente della Regione, Roberto Occhiuto e, la partecipazione, in video collegamento, del vicepremier e Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Matteo Salvini.

Gli investimenti previsti dal piano industriale del Gruppo ma anche grazie ai fondi del Pnrr, riguarderanno tutti i Poli di business del Gruppo FS: Infrastrutture, Passeggeri, Urbano e Logistica, e punteranno ad affermare il ruolo strategico per l’Italia e l’Europa di un territorio al centro dei collegamenti tra Mediterraneo e Continente, contribuendo a ridurre il gap infrastrutturale tra Sud e Nord.

Un «intervento molto intenso», l’ha definito il presidente Occhiuto, sottolineando che si tratta di «una cifra mai vista per la Calabria».

«Spesso gli investimenti sono stati annunciati e oggi sono in corso di realizzazione. Altri interventi sono stati immaginati in passato ma mai effettivamente avviati e in queste ultime settimane stanno diventando concreti», ha detto ancora Occhiuto, ricordando come «la rete di trasporto sul ferro in Calabria è vetusta mentre quella su strada è insufficiente».

«In Calabria ancora ci sono le littorine – ha detto ancora –. Da gennaio però possiamo contare su un treno ibrido intercity che collegherà Melito a Taranto, un treno degno di un Pese civile». Mentre si discute del Ponte sullo Stretto, molte delle stazioni ferroviarie in Calabria sono abbandonate, altre soggette ad incuria. «Penso alla stazione di Villa San Giovanni, con barriere architettoniche che impediscono l’accesso alla stazione stessa».

Il governatore, poi, ha evidenziato come «oggi ci sono i fondi complementari per realizzare la Av anche fino a Reggio Calabria. È importante, perché come ho detto al ministro Salvini il Ponte deve essere attrattore di infrastrutture, come fu l’autostrada nei decenni passati, ma il deve essere volano per altri investimenti, come l’Alta Velocità».

Occhiuto, poi, ha espresso il desiderio di «poter vedere completato il tracciato dell’Av in tempi rapidi, serve per sviluppare la Calabria che ha grandi driver di sviluppo».

«Con la Calabria e per la Calabria stiamo lavorando tanto», ha esordito il ministro Salvini nel suo intervento.

«Quando sono arrivato – ha detto il ministro – non c’era progettazione dell’Alta velocità fino a Reggio Calabria, adesso è in corso di progettazione. I progetti sono figli di scelte tecniche, infrastrutturali e non politiche. Voglio arrivare alla fine del mio mandato con una Calabria più moderna, più sicura, più infrastrutturata».

Salvini, poi, ha ricordato i 30 miliardi in Calabria e altrettanti in Sicilia per il Ponte sullo Stretto, che è «un anello di congiunzione», per poi passare ai 3 miliardi previsti per la Sibari-Crotone-Catanzaro con la gara di prossimo avvio, e i 521 milioni per la Trasversale delel Serre e la messa in sicurezza dell’ultimo tratto della A2 fra Cosenza e Altilia.

Un’attenzione «straordinaria» da parte dello Stato e delle sue articolazioni verso la Calabria, l’ha definita il presidente del Consiglio regionale, Filippo Mancuso, sottolineando come «si è davanti a risorse, impegni e risultati un tempo inimmaginabili».

«C’è chi si scandalizza per i divari Nord-Sud – ha evidenziato – dimenticando che quand’era forza di governo ha contribuito ad acutizzarli, e chi, come il ministro Salvini, per colmarne il deficit infrastrutturale, agisce a suon di provvedimenti, mettendo a disposizione della Calabria ingenti risorse: 30 miliardi  tra strade, autostrade e ferrovie».

«I fatti sono ostinati e vanno nella direzione indicata dal presidente Occhiuto e dal ministro Salvini. Ossia – ha concluso il presidente Mancuso – che a fine legislatura la Calabria colmerà i ritardi accumulati nei decenni scorsi e sarà più moderna, più competitiva e più sicura».

Infrastrutture

Le principali azioni toccheranno le infrastrutture e comprenderanno interventi per la linea ferroviaria Jonica, interessata da interventi volti all’elettrificazione, ad aumentarne l’affidabilità e la velocizzazione; la linea ferroviaria Salerno-Reggio Calabria, collegamento che consentirà di portare l’Alta Velocità in aree ad elevata valenza economica e turistica e di velocizzare gli itinerari verso le città già servite dall’AV e, per quanto riguarda le strade gestite da Anas, la SS106 Jonica, l’Autostrada A2 e il completamento della SS 182. Importante è la realizzazione della galleria “Santomarco”, che consentirà di collegare Cosenza alla rete AV, a prescindere dal tracciato che verrà seguito, nonché il completamento dell’iter autorizzativo, o della progettazione a seconda dei casi, dei diversi lotti della AV fino a Reggio Calabria.

Attenzione rivolta anche verso le stazioni ferroviarie, attraverso un piano dedicato con l’obiettivo di migliorarne la funzionalità e il decoro, abbattere le barriere architettoniche per il miglioramento dell’accessibilità al treno, potenziare l’informazione al pubblico.  Verrà inoltre realizzato il “Nuovo Posto Centrale di Reggio Calabria”, situando il Nuovo Controllo e Comando Circolazione Ferroviaria dell’intero meridione. Prosegue anche il piano di eliminazione dei passaggi a livello: ad oggi sono in corso lavori per la soppressione di 11 passaggi a livello, mentre per altri 21 sono in corso gli studi e le progettazioni.

Passeggeri

Entro il 2025, più del 50% dei treni regionali sarà rinnovato con un’età media che passerà dai 29 anni del 2018 ai 9 nel 2026. La Calabria è stata scelta come regione pilota nella sperimentazione dei carburanti alternativi: già dall’estate scorsa su alcune linee viaggiano cinque treni, tra cui il nuovissimo treno regionale ibrido Blues, alimentati con biocarburante HVO fornito da Eni. Per l’offerta di media e lunga percorrenza, sono attualmente 16 i collegamenti Frecce di Trenitalia da e per la Calabria con fermata in 10 stazioni, mentre sono 25 i collegamenti Intercity da e per la Calabria (di cui due periodici), oltre ai 4 collegamenti bus. Nei primi mesi del 2024, saranno presentati i treni Intercity ibridi per i collegamenti sulla linea Reggio Calabria-Taranto.

Urbano

La rigenerazione urbana delle aree ferroviarie dismesse e di futura dismissione vedrà protagonista il Polo Urbano di FS. I progetti mirano allo sviluppo delle città attorno alle stazioni e allo sviluppo di interventi per l’autoproduzione di energia da fotovoltaico. Di prossimo lancio il bando in partnership con il Comune di Paola per la realizzazione e la gestione del nuovo porto turistico per promuovere, anche l’interscambio ferro-acqua.

Logistica

Il Polo Logistica di FS si concentrerà sul potenziamento dei terminali per la creazione di nuovi hub intermodali. A inizio novembre è entrata a far parte del Polo anche Bluferries, società del Gruppo FS che si occupa del traghettamento dei passeggeri e dei mezzi di trasporto nello Stretto di Messina. Inoltre, il Polo Logistica è presente in Calabria con Mercitalia Rail, con oltre 1.100 treni l’anno da e verso i principali impianti calabresi e ulteriori 5.800 treni da/per Villa San Giovanni verso la Sicilia, e Mercitalia Shunting & Terminal, società specializzata nella gestione delle manovre ferroviarie di ingresso e uscita dai Porti e Terminal. (ams)

Differiti al 31 dicembre i termini per il pascolo, la Regione accoglie la richiesta delle associazioni di categoria

Salvaguardare gli allevamenti di bestiame e la pratica della transumanza. Questo l’obiettivo perseguito dalla giunta regionale presieduta da Roberto Occhiuto, che su iniziativa e proposta dell’assessore all’Agricoltura, Gianluca Gallo, ha deciso di differire al 31 dicembre prossimo i termini del pascolo nei terreni pascolivi montani, in accoglimento di una precisa istanza in tal senso avanzata, nelle settimane passate, dalle associazioni di categoria ed in particolare da Ara Calabria.

Alla base della scelta, le ripercussioni negative dell’andamento climatico negli ultimi anni, aggravato dalle torride temperature estive e dalle scarse piogge, causa di profonde modifiche alla situazione dei terreni adibiti a pascolo per il bestiame, in particolare di razza podolica, da sempre soggetto a transumanza.

«Intervenire nella direzione indicata – commenta l’assessore Gallo – consentirà agli allevatori di evitare un rientro anticipato ai pascoli di pianura, oggettivamente non in condizione di ospitare gli animali e perciò potenziale motivo di nocumento del loro benessere e di pesanti ricadute in termini economici e qualità delle produzioni. Il tutto a tutela di una pratica antica e di un settore già duramente provato dalla pandemia prima e – successivamente – dall’aumento dei prezzi di energia e materie prime».

SUI LEP OCCHIUTO È CONTRO CALDEROLI
«DISATTENDE QUELLO CHE ERA PATTUITO»

di SANTO STRATI Non è una dichiarazione di guerra, ma poco ci manca: il Presidente della Regione Calabria Roberto Occhiuto sferra un pesante attacco al ministro Roberto Calderoli a proposito dell’autonomia differenziata che sta procedendo a passo svelto verso l’approvazione. «Non era quello che avevamo pattuito – ha detto Occhiuto in un’intervista al quotidiano La Stampa –: il ministro leghista vorrebbe prima approvare la legge sull’Autonomia e poi garantire le risorse necessarie per finanziare i Livelli Essenziali di Prestazione (LEP). Secondo Occhiuto «l’approccio è sbagliato: le due cose devono viaggiare insieme, altrimenti per il Sud l’Autonomia rischia di diventare una trappola».

Forse il Presidente Occhiuto ha aperto gli occhi (finalmente!) sul trappolone leghista che si basa su un concetto semplice ed egoisticamente impeccabile: vale la spesa storica, ovvero chi ha avuto tanto (da spendere) continuerà ad averne in eguale quantità, chi ha avuto meno (ovvero non aveva risorse per investimenti di natura sociale) si arrangi con la stessa cifra di prima. Con buona pace della perequazione e del divario sociale che la Costituzione proibisce di avere. Ma il fatto è sotto gli occhi di tutti: sono stati approvati nove articoli su 10 e la legge che istituisce e regola la cosiddetta autonomia differenziata è a un passo dall’approvazione. Nonostante le dimissioni di autorevoli esponenti chiamati nel Comitati sui Lep e la grande confusione che regna sovrana intorno all’argomento.

Occhiuto reagisce con veemenza, infischiandosene  (complimenti, Presidente!) della tenuta della maggioranza che scricchiola continuamente tra gaffes e imperdonabili sciocchezze legislative che, di sicuro, non aiutano il popolo, ma soddisfano inconfessabili appetiti di lobbies. Il Governatore ci va pesante: «Temo – ha detto a La Stampa – che il primo vagone del treno, quello con la legge sull’Autonomia, arrivi puntuale in stazione mentre gli altri vagoni, che contengono il finanziamento dei Lep e il meccanismo di perequazione, finiscano su un binario morto.

«Senza il finanziamento dei Lep e senza il fondo perequativo (destinato ai territori con minore capacità fiscale pro-capite), i vantaggi per il Mezzogiorno sarebbero pochi. L’effetto finale, in altre parole, sarebbe quello di avere un aumento del divario tra Sud e Nord. Esattamente il contrario di quello che potremmo ottenere».

Occhiuto chiarisce di non essere contrario all’Autonomia differenziata, se vengono rispettati i patti che ridanno al Mezzogiorno le risorse necessarie per superare le insopportabili sperequazioni che colpiscono pesantemente, tra l’altro, gli asili nido e la formazione scolastica.  Secondo il Governatore, «L’Autonomia può essere una grande opportunità per il Sud, ma solo se quei vagoni di cui parlavamo arrivano nello stesso momento in stazione. Per la Calabria sarebbe un’occasione avere l’autonomia sulla gestione dell’energia o dei porti. Non ho quindi alcun pregiudizio, purché si rispettino gli accordi iniziali. Adesso si può anche approvare la legge al Senato, ma prima dell’ok definitivo bisogna finanziare i Lep. Confido nell’equilibrio e nella saggezza di Giorgia Meloni».

Il giornalista de La Stampa fa notare che Calderoli sostiene che è già in Costituzione la garanzia del finanziamento dei Lep. La replica di Occhiuto è lineare: «È vero, eppure non sono mai state garantite risorse per i pochi Lep finora stabiliti, nonostante l’obbligo costituzionale. L’Autonomia, invece, viene prevista dalla Costituzione solo come una ‘possibilità’, non come un obbligo.

«Trovo quindi assurdo che per la possibilità dell’Autonomia si vada di corsa e ci sia un’attenzione spasmodica, mentre per ottemperare a due obblighi costituzionali non ci sia alcuna fretta. Anche l’idea di permettere delle pre-intese è una fuga in avanti, se non sono finanziati i Lep. Questo modo di procedere non va bene a me e penso non vada bene nemmeno a Forza Italia.

«Ne abbiamo discusso con Tajani in mattinata. Ringrazio lui e i ministri di FI perché è grazie a loro che si era raggiunto quell’accordo, che ora va rispettato. Credo – ha detto Occhiuto – di non parlare a titolo personale. I governatori del Sud hanno le mie stesse preoccupazioni. Anche il gruppo parlamentare ha molti deputati e senatori meridionali che come me non hanno pregiudizi verso l’Autonomia, ma vogliono garanzie sulle risorse per i servizi da fornire ai cittadini. Altrimenti la conclusione è chiara a tutti: l’Autonomia non sarebbe più un’opportunità per il Mezzogiorno».

La posizione critica di Occhiuto merita l’apprezzamento di tutto il Sud: il criterio della spesa storica è la stortura che sta alla base del provevdimento e che verrebbe sanata solo con la parificazione per livelli essenziali di prestazione, ma il problema è che non ci sono le risorse e quindi i LEP costituiscono un serio ostacolo per la riforma ideata da Calderoli. Ma il rischio di far passare il provevdimento rinviando a data successiva il reperimento delle risorse finanziarie per i Lep ci sta tutto.

Sia ben chiaro: il Governo senza i voti di Forza Italia, che si sta mostrando decisamente critica nei confronti del provvedimento, non avrebbe i numeri per imporre una legge che divide ancor più in due l’Italia: Il Nord opulento e ricco, il Meridione povero e destinato a perpetuare una condizione di sottosviluppo, soprattutto nell’ambito del welfare e dell’assistenza.

Inoltre, il progetto di Autonomia differenziata va a scontrarsi con la pacata indifferenza di troppi attori politici del Mezzogiorno che avrebbero dovuto (e dovrebbero) issare muri e paletti contro una legge penalizzante e discriminatoria (c’è da chiedersi, ove passasse, se il Presidente Mattarella la firmerebbe).

Un invito a Occhiuto “a guidare le regioni del Sud alla ribellione pacifica” è venuto da Orlandino Greco, leader dell’Italia del Meridione. «È stata una bella notizia – ha detto il sindaco di Castrolibero – l’aver letto sulla stampa le ultime dichiarazioni del Presidente della Regione Calabria, il quale, svestendo i panni di alleato in coalizione ed indossando la casacca dei calabresi, ha lanciato un monito al Governo ed al Ministro Calderoli sull’autonomia differenziata.

«Quello, infatti, del mancato calcolo e  finanziamento dei Livelli Essenziali delle Prestazioni e dell’istituzione di un fondo perequativo per i territori più poveri, prima dell’approvazione della riforma è uno dei temi cari all’Italia del Meridione: sono mesi, infatti, che lo diciamo in giro per il Sud, nelle piazze e nelle istituzioni.

«Oggi anche il Presidente Occhiuto ha preso consapevolezza dei rigurgiti nordisti della Lega, consapevole della sua autorevolezza istituzionale. Ritengo, infatti, che il momento sia propizio affinché egli guidi la ribellione pacifica delle regioni del Sud. D’altronde è da tempo che molti amministratori del Sud, come il sottoscritto, hanno proseguito il loro impegno politico e civile al di fuori dei partiti tradizionali, in quanto consapevoli degli egoismi trasversali e di parte che hanno connotato lo scenario nazionale fin oggi.

«Questo è il tempo di fare rete tra le migliori energie del Sud per curare gli interessi di tutto il Paese: noi siamo orgogliosamente meridionali, siamo una forza politica autenticamente costituzionale che lotta per abbattere i divari e proprio per questo abbiamo a cuore le sorti di tutti gli italiani, da Bolzano a Siracusa, perché agganciare il vagone dello sviluppo meridionale al resto del Paese significherebbe sconfiggere il nordismo trasversale che attraversa tutti i partiti e costruire un treno ad alta velocità che proietterebbe l’Italia in una nuova dimensione nazionale di mercato e di diritti, rimettendoci al passo dei grandi paesi occidentali».

Diversa la posizione del PD calabrese che beffardamente sostiene che «Sull’autonomia differenziata Roberto Occhiuto recita a soggetto a danno dei calabresi. Si avvicinano le elezioni europee e il presidente della Regione Calabria si affida al teatro». Ricordano i dem della Calabria che Occhiuto «ha già votato a favore dell’autonomia differenziata in Conferenza Stato-Regioni e che nello scorso gennaio tenne con Calderoli una conferenza stampa a Catanzaro, al termine della quale lo stesso Occhiuto disse che “l’autonomia differenziata può determinare occasioni positive per la Calabria”, precisò di “conoscere e apprezzare Calderoli” e sottolineò che, “se c’è uno che può realizzarla, è proprio lui”. Allora Occhiuto aggiunse, con riferimento al disegno di legge in questione del ministro leghista, che è “evidente che si fa carico in qualche modo delle ragioni delle Regioni del Sud”».

«Ormai – sostengono i dem della Calabria – i calabresi conoscono bene il vizio insanabile del presidente Occhiuto, che dice tutto e l’esatto contrario per alimentare il proprio consenso virtuale. L’ambiguità di Occhiuto fa perdere credibilità alle istituzioni. Dunque, il governo Meloni continuerà a prendere decisioni inaccettabili sulla testa dei calabresi, proprio grazie a questo atteggiamento del presidente Occhiuto, politicamente pilatesco, opportunistico e bipolare».

Il presidente del  Gruppo Misto in Consiglio regionale Antonio Lo Schiavo a questo proposito sostiene che la presa di posizione di Occhiuto «arriva tardi e rischia di restare uno sfogo del tutto vano». La Lega – ha detto Lo Schiavo – è finalmente uscita allo scoperto, tradendo gli impegni sui Lep e confermando che i nostri timori erano e sono più che fondati. Dimostrando, qualora ce ne fosse bisogno, che l’operazione in atto mira solo ad aumentare il divario tra Nord e Sud del Paese».

E siamo di nuovo alla “rissa”: se al posto di mantenere una status di conflittualità permanente in Consiglio regionale, ci fosse uno sforzo comune per una risposta chiara e decisa contro l’attuale progetto dell’Autonomia, forse si farebbero gli interessi dei calabresi, mettendo da parte quelli di bottega (e di partito). In Calabria – dev’essere chiaro – serve una forza trasversale e unitaria che alzi unitariamente la voce e pretenda soluzioni immediate e concrete. Diversamente, il divario crescerà ancora e sarà il freno a qualsiasi ipotesi di sviluppo. (s)

Occhiuto da Salvini per parlare di infrastrutture

Non solo Ponte, ma anche e soprattutto i lavori per la statale 106 e il definitivo completamento dell’Autostrada Mediterranea (A2). L’incontro tra il presidente della Regione Roberto Occhiuto con il ministro delle Infrastrutture e Trasporti Matteo Salvini è stato proficuo ed è servito per fare il punto dell’agenda politica sulle opere necessarie e ormai improrogabili per la Calabria.

Dopo l’incontro con il Presidente della Regione Sicilia Schifani, il ministro Salvini ha voluto incontarre il governatore calabrese per delineare un programma operativo di massima di quelle che sono le prosisme scadenze che vedranno coinvolto il suo dicastero.

Stranamente, non si è parlato dell’Alta Velocità, oggi al centro di una forte disputa sul tracciato originario, quello modificato e quello che, alla fine, dovrà essere il definitivo. Com’è noto, l’attuale linea (tradizionale) è di 393 km tra Reggio e Battipaglia e, secondo la stima più diffusa dovrebbe diventare di 350 km se si seguisse la linea retta Battipaglia-Reggio. Invece, a seguire l’ultimo tracciato proposto, con la deviazione Praia-Tarsia-Cosenza-Lamezia, si arriverebbe a 440 km. In pratica, un aumento dei tempi di percorrenza in controtendenza all’Alta Velocità che ha l’obiettivo di ridurli. 

Peraltro Salvini è convinto – e lo ha ribadito in più occasioni che – l’Alta Velocità ferroviaria è direttamente collegata al Ponte.

Oggetto dell’incontro è stata invece la statale 106 per la quale è prossima l’apertura dei cantieri, già finanziati dalla legge di Bilancio 2023 con 3 miliardi di euro per l’asse Sibari-Catanzaro. Il Presidnete Occhiuto ha sollecitato il ministro a indire le gare già ai primi mesi del 2024. Si è parlato anche dell’Autostrada Mediterranea che continua a essere un’incompiuta: una delle priorità è la variante Altilia-Grimaldi – Cosenza ( è di competenza Anas) e dell’elettrificazione della linea ferroviaria jonica.

Per Salvini tutte opere necessarie per poter rispettare l’apertura dei cantieri del Ponte nell’estate del 2024. Del resto, in assenza dell’Alta Velocità e dell’ammodernamento delle strade in Calabria e Siciliail Ponte servirebbe a poco. Forse è la volta buona che i calabresi e i siciliani vedranno njuovi cantieri destinati a non fermarsi a metà dell’opera, ma a completare i progetti nell’ambito di un grande piano infrastrutturale che l’Europa ci chiede e non è più rinviabile(rrm)

Occhiuto vede Tajani e chiede aiuto per salvare il porto di Gioia Tauro

A margine dell’incontro tra i rappresentanti della Commissione Intermediterranea della Crpm e il vicepresidente del Consiglio e ministro degli Esteri, tenutosi alla Farnesina, il presidente della Regione Calabria, Roberto Occhiuto, ha avuto un lungo colloquio con Antonio Tajani in merito alla direttiva Ets dell’Ue sulle emissioni di Co2 delle grandi navi, che così come concepita rischierebbe di colpire i porti europei che si affacciano sul Mediterraneo, Gioia Tauro in testa, a favore di quelli del Nord Africa.

Il governatore Occhiuto ha rappresentato al ministro Tajani le sue preoccupazioni e ha chiesto al vice premier di sostenere la richiesta già promossa presso il consiglio europeo dal ministro Pichetto Fratin affinché possa esserci una deroga alla misura, in attesa che la nuova Commissione e il nuovo Parlamento Ue rivedano questo controverso provvedimento.

Inoltre il governatore della Regione Calabria ha coordinato, nella sua qualità di presidente, un incontro tra la Commissione Intermediterranea della Crpm e il vicepresidente del Consiglio e ministro degli Esteri.

Durante la riunione – svoltasi alla Farnesina a valle di una due giorni di meeting tra i rappresentanti della Cim, organizzata dalla Regione Lazio – sono stati trattati alcuni dei temi più caldi e importanti dell’attuale scenario internazionale.

«Siamo molto preoccupati per ciò che sta accadendo in questi giorni in Medio Oriente e angosciati per tutte le vittime civili», ha detto il presidente Roberto Occhiuto.

«Un conflitto così cruento alle porte del Mediterraneo crea instabilità in tutta l’area e forti tensioni tra i Paesi che vi si affacciano. Questa non è la sede per approfondire questa vicenda, ma siamo tutti ovviamente attenti agli sviluppi che questa crisi avrà nelle prossime settimane. Venendo ai temi di stretta competenza della Commissione Intermediterranea, oggi vogliamo nuovamente condividere con il ministro Antonio Tajani, che ringraziamo per la disponibilità ad incontrarci per la seconda volta nel giro di pochi mesi, la nostra proposta per l’istituzione e il riconoscimento di una macroregione del Mediterraneo. Siamo Regioni, europee e nordafricane, che condividono problemi e difficoltà, ma anche prospettive e opportunità. Clima, siccità, smart agricolture, lotta all’inquinamento, blu economy, commercio, traffico marittimo, traffico aeroportuale, trasformazione digitale: sono tutti temi che ci accomunano. La creazione di una macroregione, a partire dalle iniziative esistenti come Eusair, West Med e Eusalp ci permetterebbe di avere maggior peso come autorità regionali e locali presso la Commissione Ue e il Parlamento europeo, le istituzioni nelle quali prendono forma e si definiscono le decisioni che poi, una volta in vigore, hanno grande impatto sulla vita di ciascuno di noi e dei nostri territori. Tutti conoscete ad esempio i problemi inerenti la direttiva Ue sulle emissioni delle grandi navi, un provvedimento che rischia di essere deflagrante per i porti europei che si affacciano sul Mediterraneo, Gioia Tauro in testa.
Ecco, con una macroregione del Mediterraneo molto probabilmente, nei mesi scorsi, avremmo avuto modo di partecipare alla costruzione di questa norma, mettendo in evidenza le criticità per le Regioni del Sud», ha sottolineato il presidente Occhiuto.

Il vicepresidente del Consiglio e ministro degli Esteri, Antonio Tajani, ha salutato con calore i rappresentati delle Regioni della Commissione Intermediterranea, ospiti per questa due giorni di confronti presso la Farnesina, ha ascoltato con attenzione gli interventi ed ha tracciato un quadro delle possibili iniziative utili al riconoscimento di una macroregione del Mediterraneo e di una strategia mediterranea.

In linea con queste ipotesi il ministro Antonio Tajani invierà una lettera all’Alto rappresentante dell’Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, Josep Borrell, per promuovere la proposta di macroregione del Mediterraneo avanzata dalla Commissione Intermediterranea (Cim) della Conferenza delle Regioni Periferiche Marittime (Crpm). (rrm)

Caro scuola, Occhiuto e Princi illustrano il provvedimento che aiuta 36mila studenti

Il presidente della Regione, Roberto Occhiuto, e la vicepresidente con delega all’istruzione, Giusi Princi, hanno illustrato in Cittadella, nel corso di una conferenza stampa, l’avviso pubblico “voucher caro scuola” riguardante l’erogazione di borse di studio regionali per l’acquisto di libri di testo, per la mobilità e il trasporto, nonché per l’accesso a beni e servizi di natura culturale, a favore degli studenti delle scuole secondarie di secondo grado.

«Investire sulla scuola – ha affermato Occhiuto – significa spazzare via sistemi che hanno impedito lo sviluppo della Calabria. Sono fortemente riconoscente alla vicepresidente Princi che, qualche mese fa, mi ha proposto questa bella iniziativa che mette in campo 16 milioni di euro, da destinare a 36 mila studenti frequentanti gli istituti secondari calabresi, per aiutare le famiglie a fronteggiare i rincari delle spese scolastiche. Per quanto riguarda il dimensionamento scolastico, abbiamo deciso di adottare un modello per salvaguardare l’autonomia della scuola dei centri più isolati, dove è più presente il fenomeno dell’abbandono scolastico. Oggi ci sono aree metropolitane che comprensibilmente protestano per questo, ma io sarei più preoccupato se avessimo scelto un altro modello e se oggi a patire il fenomeno del dimensionamento fossero Platì, San Luca, Africo, comunità che vanno salvaguardate perché la scuola non è soltanto luogo d’istruzione ma presidio sociale. Tutto questo, inoltre, è ancora più importante in una regione come la Calabria dove sono più evidenti e drammatici i danni culturali e antropologici provocati della criminalità organizzata. Si tratta, quindi, di investimenti sulla legalità. Perciò, con questo importante provvedimento contro il caro scuola diciamo ai nostri studenti che la Regione vuole investire su di loro perché saranno loro a dover costruire la Calabria del futuro», ha sottolineato il presidente Occhiuto.

Presenti all’incontro con la stampa anche Giuseppe Greco, direttore regionale dell’Inps con cui sarà attivata una convenzione che permetterà il controllo massivo delle attestazioni Isee e, a campione, delle attestazioni di frequenza; Alessandro Zanfino, presidente di Fincalabra, attraverso cui sarà erogato il voucher; Claudio Venditti, presidente del Forum delle associazioni familiari della Calabria che si è fatto portavoce delle istanze delle famiglie.

Il provvedimento, deliberato dalla Giunta, è stato illustrato nel dettaglio dalla vicepresidente Princi.
«Con il voucher sul caro scuola – ha spiegato la vicepresidente – eroghiamo borse di studio regionali agli studenti delle scuole di secondo grado per l’acquisto di libri di testo, per la mobilità e il trasporto e per l’accesso a beni e servizi di natura culturale. In totale saranno oltre 36 mila gli studenti beneficiari. Le risorse ammontano a 16 milioni di euro. L’entità del contributo è di 500 euro per ciascuno studente residente in Calabria, iscritto e frequentante un istituto scolastico di secondo grado e appartenente a nucleo familiare con un indicatore Isee fino a 15.748,78 euro. Gli studenti già beneficiari dell’importo di 200 euro del voucher “Io studio” – ha specificato Princi – percepiranno 300 euro, vale a dire la differenza dell’entità totale del contributo di 500 euro. Pertanto, saranno emanati in tempi brevi due avvisi pubblici, a valere sul programma regionale Fesr–Fse+ 2021-2027 per gli anni scolastici 2022/2023 e 2023/2024. Due le finestre previste: una nel mese di novembre rivolta agli studenti frequentanti le classi dal secondo al quinto anno di scuola superiore; una seconda finestra a giugno rivolta anche agli studenti del primo anno. Sono veramente molto soddisfatta di questo provvedimento – ha rimarcato Princi – che è storia positiva per la Calabria perché è la prima volta che si prevede una misura così importante, rispondendo anche al grido di allarme lanciato dal Forum famiglie calabresi, per contrastare l’aumento delle spese scolastiche a cui sono andate incontro le famiglie calabresi in questo nuovo inizio di anno scolastico. Il nostro obiettivo è di garantire a migliaia di studenti calabresi, frequentanti le scuole superiori e residenti in Calabria, pari opportunità di apprendimento e diritto allo studio, colmando i divari territoriali», ha detto infine la vicepresidente Princi ringraziando il dipartimento regionale istruzione e tutti i partner coinvolti nell’operazione.

Arpacal, il governatore Occhiuto: «Per ora sarà guidata dall’attuale direttore scientifico»

«Proporrò alla prossima Giunta di nominare come commissario dell’Arpacal l’attuale direttore scientifico in attesa di trovare un commissario, un direttore generale che possa guidare l’Arpacal che, sapete per me è stata molto importante in questi due anni in cui mi sono occupato di depurazione e che deve avere una marcia in più rispetto a quella che ha avuto in passato».

Lo ha detto il presidente della Regione Roberto Occhiuto rispondendo ad una domanda dei giornalisti dopo l’arresto ai domiciliari del professore Carlo Maria Medaglia, coinvolto in un’inchiesta della Procura di Roma su una presunta frode per progetti di ricerca, che era stato individuato come nuovo commissario dell’Arpacal, l’Agenzia regionale per l’ambiente.

«Non è semplice trovare persone – ha aggiunto Occhiuto – che siano disposte a venire a lavorare in Calabria. Appena troveremo qualcuno che abbia le caratteristiche che io ricerco per la guida di enti importanti come l’Arpacal, lo nomineremo». (rcz)

Consorzi di bonifica, Tavernise (M5s): «Nuova “operazione spot” di Occhiuto»

Il consigliere regionale e capogruppo del Movimento 5 Stelle in consiglio regionale Davide Tavernise all’attacco del presidente della giunta regionale Roberto Occhiuto sui consorzi di bonifica e definendo come una operazione spot le sue ultime dichiarazioni in materia.

«Nuova “operazione spot” del presidente della Regione, Roberto Occhiuto. Questa volta è toccato agli ex Consorzi di bonifica entrare nel tritacarne social. Più precisamente sotto accusa sono finiti gli stipendi dei dirigenti degli ex 11 Consorzi, riformati in un unico Consorzio – dice Tavernise – Ho ascoltato con attenzione un presidente Occhiuto in versione “grillina”, che sbraita contro la classe dirigente che, guarda caso, guadagna più dei semplici operai. Quegli stessi operai che salivano sui tetti per protestare contro i mancati pagamenti degli stipendi mentre loro, i dirigenti, venivano pagati regolarmente a peso d’oro. E in tutto ciò Occhiuto, all’oscuro di tutto, procedeva con la riforma dei Consorzi, senza conoscere i reali problemi degli enti, tra lodi arbitrali e sospette assunzioni pilotate?».

Continua il pentastellato: «Una riforma al buio, quella portata avanti dal presidente, e già solo questo è un aspetto preoccupante da non sottovalutare. Perché se è vero, come candidamente afferma in un video, che solo ora sta procedendo a capire nel dettaglio quali sono stati i motivi che hanno fatto saltare il banco dei Consorzi, non vorrei che avesse ripetuto inconsapevolmente gli stessi errori del passato. Un passato, tra le altre cose, che vede al governo della Calabria dal 2020 il centro destra e solo ora Occhiuto si rende conto che qualcosa non andava? Avrebbe fatto prima a chiedere delucidazioni a qualche suo consigliere di maggioranza».

«Spero comunque che per una volta il presidente Occhiuto – conclude Tavernise – mantenga le promesse e porti veramente tutte le carte in Procura, su questo avrà tutto il mio appoggio. Al momento, però, è bene ricordare che i lavoratori del Consorzio unico non hanno ancora visto un centesimo dei 2 milioni di euro stanziati nella legge della nuova riforma, approvata in fretta e in furia due mesi fa appunto per consentire ai lavoratori di percepire lo stipendio». (rrc)

SANITA: AL TAVOLO ADDUCE, OCCHIUTO
CHIEDA MODIFICHE AL RIPARTO DEI FONDI

di GIACINTO NANCIIl 18 settembre 2023 si riunisce il tavolo Adduce che è il tavolo interministeriale che verifica sia gli adempimenti regionali in merito alle spese sanitarie delle regioni che l’attuazione dei piani di rientro sanitari regionali. Il 18 settembre si riuniranno insieme il tavolo Adduce e il comitato permanente per la verifica dei livelli essenziali di assistenza (Comitato Lea) del Ministero della Salute per definire anche i livelli essenziali di assistenza, oggi inglobati nel Nuovo Sistema di garanzia. Il governatore Occhiuto si è messo in contrasto con il tavolo Adduce e questa estate dopo la presentazione del decreto sulla rete ospedaliera calabrese ha pubblicamente e polemicamente dichiarato che la ha sottoposta soltanto al tavolo che si occupa dei Lea e non al tavolo Adduce. Lo ha fatto perché dai “tavoli romani” sono arrivate critiche al suo operato di commissario al piano di rientro sanitario regionale calabrese. Ebbene il governatore Occhiuto visto che ha avuto il coraggio di opporsi ai “tavoli romani” dovrebbe farlo per ben altri motivi che non le schermaglie politiche.

Dovrebbe chiedere sempre ai “tavoli romani” (comitato Lea, tavolo Adduce e specialmente alla Conferenza Stato Regioni) che è drammaticamente urgente la modifica dei criteri di riparto dei fondi sanitari alle regioni in quanto il criterio vigente, figlio di un decreto ministeriale del 1996, penalizza le regioni come la Calabria che fin da allora ha ricevuto per la sua sanità meno fondi pro capite delle altre regioni pur essendo la regione con un numero di malati cronici molto al di sopra della media nazionale. Chiunque può controllare dai resoconti della Conferenza Stato Regioni che la Calabria è quella che ha ricevuto meno fondi pro capite per la sua sanità e tutti gli istituti di ricerca statistica concordano che la Calabria è la regione con più malati cronici rispetto al resto d’Italia e lo ha fatto perfino il Ministero della Salute vidimando, per come è suo obbligo, il decreto 103 del 30 settembre (del lontano) 2015 firmato nientepopodimenochè dall’allora commissario al piano di rientro sanitario regionale calabrese ing. Scura. 

Il decreto 103 alla pagina 33 dell’allegato n.1 recita “in Calabria… si sottolineano valori di prevalenza più elevati (almeno il 10%) rispetto al resto del paese per diverse patologie”, e siccome il Dca è fornito di specifiche tabelle si può calcolare in circa 300.000 i malati cronici in più nei circa due milioni di calabresi rispetto ad altri due milioni di altri italiani. Ma se come ciò non bastasse, per la serie tutti sanno, perfino la Conferenza Stato Regioni nel 2017  ha modificato in modo “molto parziale” (per come dichiarato dall’allora presidente della commissione stessa Bonaccini) il criterio di riparto considerando, sempre in modo parziale, anche la numerosità delle malattie presenti nelle varie regioni”. Ebbene con questa modifica parziale la Calabria ha ricevuto nel 2017 ben 29 milioni di euro in più rispetto al 2016 e le regioni del sud ne hanno ricevuto ben 408 milioni in più sempre rispetto al 2016.

La modifica non è stata ne ripetuta ne ampliata negli anni successivi. Per capire di quali cifre si parla basta dire che una applicazione del criterio basato sulla numerosità delle malattie presenti nelle varie regioni farebbe moltiplicare per la Calabria i 29 milioni ricevuti in più nel 2017 almeno per quattro. Se infine si considera che la Calabria ogni anno versa circa 100 milioni di tasse e accise in più proprio per ripagare un prestito del governo (ad un tasso quasi usuraio 5.89%) per il presunto deficit, si capisce bene da dove vengono i veri mali della sanità calabrese. Cento milioni sottratti con un criterio di riparto scorretto e altri cento sottratti alla nostra sanità sotto forma di tasse e accise ci fanno capire che con duecento milioni in più (il tutto da oltre 20 anni a questa parte). forse saremmo non solo in grado di risanare la nostra sanità ma ci potremmo permettere di fare perfino un centro di eccellenza sullo “studio della neurofisiologia del canto del grillo”.

Quindi non mancano al governatore Occhiuto i motivi per contrapporsi ai “tavoli romani”. Sarebbe giunto il momento, dopo ben 12 anni di commissariamento infruttuoso, e questa è un’altra cosa cui valutare con serietà, di chiedere che il riparto dei fondi sanitari alle regioni sia fatto in base alla numerosità delle malattie e non con il criterio attuale che manda più fondi sanitari alle regioni con meno malati e mano fondi alle regioni con più malati (leggi Calabria).

Ed è venuto il momento anche di chiedersi come mai dopo 12 anni di piano di rientro e commissariamento nei punteggi Lea, anche valutati con i nuovi criteri di garanzia, la Calabria è in terzultima posizione. Lo è perché i nostri amministratori passati e presenti non hanno avuto il coraggio di battersi veramente per i bisogni dei malati calabresi. Semplicemente più fondi dove ci sono più malati e la chiusura dell’ingiusto e dannoso piano di rientro sanitario e relativo commissariamento. (gn)

[Giacinto Nanci è medico di famiglia in pensione dell’Associazione Mediass medici di famiglia a Catanzaro]

L’annuncio di Roberto Occhiuto: «Torna operativa la sede della Regione a Bruxelles»

Torna finalmente operativa la sede della Regione Calabria a Bruxelles. A darne notizia, con un reel di Instagram, è il presidente della giunta regionale calabrese Roberto Occhiuto.

Accompagnato dal consulente per le politiche comunitarie Agostino Miozzo, Occhiuto ha visitato gli uffici della sede della Regione a Bruxelles riaperta dopo anni e localizzata nell’edificio che ospita le sedi di altre regioni d’Italia e d’Europa.

«Quando mi sono insediato – dice Occhiuto – la sede della Regione Calabria era chiusa. L’ho riattivata e ora c’è un dirigente che sta qui perché a Bruxelles si decidono le risorse per le Regioni del Sud e quindi anche della Calabria, e si decidono le regole su come spenderle. E’ troppo importante perché la Regione Calabria non sia presente, ci sono altre regioni, come l’Emilia, che ha tantissimi funzionari che qui lavorano da anni. Il mio obiettivo è dimostrare, attraverso la mia presenza a Bruxelles a parlare con la presidente del Parlamento europea Metsola che vedrò tra poco e con i commissari, che la Calabria c’è, che la Calabria vuole essere vicina alla Commissione europea perché – ha concluso Occhiuto – l’Europa dev’essere vicina alla Calabria». (rcz)