Lidi Soverato, il Tar Calabria annulla le delibere di proroga per le concessioni demaniali marittime

«Assurda la resa sulle proroghe alle concessioni balneari», dichiara l’europarlamentare Valentino Grant, membro del Gruppo Id, a seguito della recente decisione del Tar Calabria che ha annullato le due delibere del Comune di Soverato con cui venivano prorogate automaticamente le concessioni demaniali marittime.

«La priorità di tutti deve essere quella di tutelare il lavoro di migliaia di lavoratori e imprenditori del settore balneare, affinché non vadano persi i sacrifici di tante famiglie. Con l’avvicinarsi della stagione estiva, i gestori dei lidi andrebbero tutelati, non colpiti. La battaglia della Lega contro la direttiva Bolkenstein non si arresta», conclude l’onorevole Grant. (rcz)

Il presidente Mancuso: Scongiurare cancellazione del Liceo Classico dei Salesiani di Soverato

Il presidente del Consiglio regionale, Filippo Mancuso, ha ribadito la necessità di «scongiurare la cancellazione dello storico e prestigioso Liceo classico dell’Istituto Salesiano di Soverato».

«Alle Istituzioni competenti – ha aggiunto – pur consapevoli delle difficoltà connesse al numero di iscritti e alle rette scolastiche, la responsabilità di mettere in atto ogni strumento e mezzo per garantire, sperimentando le soluzioni più opportune, la presenza e la regolare prosecuzione di un corso di studi che dà lustro alla città di Soverato e al comprensorio».

«In una fase in cui, per affrontare le sfide dello sviluppo e dare prospettive di futuro ai nostri giovani – ha proseguito – è indispensabile puntare sulla conoscenza, la ricerca e la produzione creativa, la Calabria non può permettersi la dispersione di un vasto patrimonio di cultura che va avanti da oltre un secolo, in coerenza con gli insegnamenti di don Bosco, finalizzati ad  assicurare ai giovani un ambiente che incoraggia a dare il meglio di sé nel riconoscimento delle proprie attitudini e dei propri limiti». (rrc)

SOVERATO – Il Concerto della Pace del Rotary Club

Domani pomeriggio, a Soverato, alle 18, al Teatro Comunale, si terrà il Concerto della Pace organizzato dai Rotary Club di Soverato, Santa Severina, Catanzaro, Catanzaro Tre Colli, Vibo Valentia, Del Reventino, Cropani, Strongoli e Rotary E-Club of Calabria International.

L’evento, che rappresenta un’opportunità unica per riflettere sull’importanza della pace nel mondo contemporaneo, vedrà esibirsi l’Orchestra di Fiati Leonardo Vinci, in collaborazione con l’Associazione musicale “Giuseppe Verdi” Aps e la partecipazione dei rinomati direttori Francesco Castagnino, Alessandro Facente e Simone Emiliano Pasculli, insieme al talentuoso clarinettista solista Francesco Algieri.

L’evento sarà presieduto dai Presidenti dei Rotary Club organizzatori, tra cui Pietro Daniele (Rotary Club Soverato), Antonella Nocita (Rotary Club Santa Severina), Carlo Maletta (Rotary Club Catanzaro), Carlo Maria Comito (Rotary Club Catanzaro Tre Colli), Ketty De Luca (Rotary Club Vibo Valentia), Battista Folino (Rotary Club Del Reventino), Gianluca Pitari (Rotary Club Cropani), e Leonardo Stasi (Rotary Club Strongoli).

«La musica è il linguaggio universale della pace, capace di toccare le corde più profonde del nostro cuore – si legge nella nota dei Rotary Club organizzatori dell’evento –. Attraverso il concerto, vogliamo sensibilizzare e unire le persone nell’impegno per un mondo più pacifico e solidale».

Oggi nel mondo, più di 70 milioni di persone sono sfollate a causa di conflitti, violenze e violazioni dei diritti umani. In risposta a questa crisi globale, i Rotary Club si impegnano attivamente nella promozione della pace e nel sostegno alle comunità colpite dalla violenza. Attraverso progetti di service mirati, il Rotary promuove la comprensione reciproca, l’educazione, lo sviluppo economico e sociale, nonché la tolleranza e il rispetto delle diversità culturali.

«Il Concerto della Pace – conclude la nota – rappresenta un’ulteriore dimostrazione dell’impegno dei Rotary Club nel promuovere la pace nel mondo. Siamo convinti che la musica abbia il potere di ispirare e unire le persone per un obiettivo comune: costruire un mondo migliore per tutti». (rcz)

 

SOVERATO (CZ) – Sabato concerto dell’Orchestra di fiati Leonardo Vinci al teatro comunale

Sabato 23 marzo, alle 18.30 al teatro comunale di Soverato, si terrà il concerto dell’Orchestra di fiati Leonardo Vinci di Roccabernarda che, diretta dai maestri Francesco Castagnino, Alessandro Facente e Simone Pasculli e con la partecipazione in qualità di solista del clarinettista Francesco Algeri si esibirà in un programma con musiche di Ferrer Ferran, Giovanni Orsomando, Giuseppe Filippa, Giuseppe Manente, Gustav Theodor Holst, Joaquín Rodrigo, Bob Thiele, Astor Pantaléon Piazzolla e Ennio Morricone.

L’evento musicale è organizzato da Ama Calabria con il sostegno del Ministero della Cultura direzione generale Spettacolo e della Regione Calabria, assessorato alla Cultura.

L’Orchestra di fiati, diretta dal maestro Francesco Castagnino, ha avuto modo di esibirsi più volte in varie occasioni ricevendo positivi apprezzamenti da parte del pubblico. Vincitrice di numerosi premi nei più prestigiosi concorsi nazionali del settore (Concorso Nazionale Bandistico indetto da Ama Calabria, Unione Musicale Ciociara, Concorso “Suoni in Aspromonte”, Concorso Internazionale di Saint Vincent (Valle D’Aosta), Concorso Bandistico “Armonie del Tirreno” 9 partecipa regolarmente a tante iniziative musicali religiose e civili distinguendosi per la qualità delle sue esecuzioni.

Di particolare interesse le collaborazioni sul territorio con importanti festival. Per il suo impegno nella diffusione della cultura musicale Le è stato assegnato il 20 giugno 2015 il Premio “La Città del Sole” per i “Calabresi di Calabria” conferito dalla Rotary Club di Vibo Valentia.

Per approfondimenti si invita a visitare il link https://www.amaeventi.org/evento/orchestra-fiati-leonardo-vinci-24/ (rcz)

SOVERATO (CZ) – Sabato al Teatro Comunale il Concerto della pace organizzato dal Rotary

Sabato 23 marzo, alle 18 al Teatro Comunale di Soverato, si terrà il Concerto della pace dell’orchestra di fiati Leonardo Vinci, associazione musicale “Giuseppe Verdi” aps.

Una iniziativa voluta e organizzata dai Rotary Club di Soverato, Santa Severina, Catanzaro, Catanzaro Tre Colli; Vibo Valentia, Del Reventino, Cropani, Strongoli e Rotary E-Club of Calabria International per promuovere la consapevolezza e la necessità di agire per la pace.

Sul palco i direttori Francesco Castagnino, Alessandro Facente, Simone Emiliano Pasculli, e il clarinetto solista Francesco Algieri.

All’evento parteciperanno i Presidenti dei Rotary Club organizzatori: Rotary Club Soverato, Pietro Daniele; Rotary Club Santa Severina, Antonella Nocita; Rotary Club Catanzaro, Carlo Maletta; Rotary Club Catanzaro Tre Colli, Carlo Maria Comito; Rotary Club Vibo Valentia, Ketty De Luca; Rotary Club Del Reventino, Battista Folino; Rotary Club Cropani, Gianluca Pitari; Rotary Club Strongoli, Leonardo Stasi; Rotary E-Club of Calabria International, Maria Rita Bruno.

Oggi, nel mondo, oltre 70 milioni di persone sono sfollate a causa di conflitti, violenze, persecuzioni e violazioni dei diritti umani: un dato allarmante, soprattutto considerando che la metà di queste persone sono bambini.

Di fronte a questa realtà, i soci dei Rotary Club sono chiamati a impegnarsi attivamente nella promozione della pace e nel sostegno alle comunità colpite dalla violenza e dai conflitti.

I progetti di service del Rotary mirano a fornire alle comunità le competenze necessarie per risolvere i conflitti e promuovere la comprensione reciproca attraverso iniziative di educazione, sviluppo economico e sociale, salute e benessere, di formazione ed erogazione di borse di studio per affrontare le cause alla base dei conflitti: la povertà, la discriminazione, le tensioni etniche e la mancanza di accesso all’istruzione. L’obiettivo è anche quello di promuovere la tolleranza, la comprensione e il rispetto delle diversità culturali, etniche, religiose e sociali, perchè il Rotary cerca di costruire ponti tra le persone e di promuovere la pace.

Questi sono solo alcuni esempi delle iniziative del Rotary per promuovere la pace nel mondo, ma l’organizzazione continua a lavorare fattivamente per affrontare le sfide globali legate ai conflitti, alla violenza e alla violazione dei diritti umani, grazie al lavoro di operatori sanitari, educatori, mediatori e attivisti, che creano ambienti in cui la pace possa fiorire.

Il “Concerto per la pace” rappresenta un’ulteriore dimostrazione dell’impegno del Rotary Club nel promuovere la pace: “la musica per sensibilizzare il cuore di tutti”. (rcz)

Sabato a Soverato il congresso sull’approccio clinico multidisciplinare

Sabato 9 marzo, a Soverato, nella Sala Consiliare, si terrà il congresso Approccio clinico multidisciplinare ed etico con i pazienti anziani ospiti di strutture residenziali. Impegno, etica e professionalità oltre l’attesa della vita, organizzato dal provider Xenia di Francesca Mazza.

I responsabili scientifici, i dottori Franco Montesano e Saverio Palermo, discuteranno, con i colleghi e gli addetti ai lavori, delle strutture residenziali accreditate per l’ospitalità di utenti anziani, nelle quali operano professionisti medici, oltre che di altre discipline multiprofessionali.
«Spesso si tratta di professionisti – hanno spiegato – che dopo aver dedicato la loro vita lavorativa alle proprie specifiche attività, continuano ad esercitare anche dopo il pensionamento, arricchendo ulteriormente le proprie competenze e fornendo nel contempo un importante contributo di esperienza e conoscenza clinica».
Ciò risulta ancora più determinante se si considera la tipologia dell’utenza in oggetto: soggetti anziani, con età spesso molto avanzata e problemi patologici psicofisici complessi e multidimensionali. Alcuni di questi professionisti, di concerto con molti loro colleghi aderenti all’iniziativa, hanno inteso promuovere un primo evento congressuale, a carattere provinciale, finalizzato al dibattito, al confronto e allo scambio  culturale fra medici ed operatori impegnati nel settore, con il contributo di altri professionisti che, per le loro conoscenze specialistiche, svolgono un ruolo  particolarmente importante nella cura delle patologie maggiormente
frequenti nei soggetti anziani.
«L’occasione può anche essere utile – si legge – per rafforzare la rete di conoscenza e collaborazione fra strutture similari e altre realtà socio sanitarie territoriali ed ospedaliere: al congresso infatti interverranno relatori e moderatori di comprovata esperienza e parteciperanno operatori multidisciplinari che delle strutture di riferimento anche allo scopo di fornire una giornata di formazione ed aggiornamento sui temi di maggiore interesse».
Due le sessioni che permetteranno l’accesso ai crediti formativi. Poi le conclusioni e le proposte future relative all’implementazione della rete territoriale ed all’organizzazione del prossimo convegno provinciale. A fine lavori, al Teatro comunale di Soverato, insieme alle autorità ed ai rappresentanti delle strutture accreditate organizzatrici dell’evento, infine la serata musicale di aggregazione sociale, presentata da Caterina Menichini, con l’esibizione del gruppo musicale “the open space”. (rcz)

SOVERATO (CZ) – Successo per la presentazione del libro di Attanasio su Vittorio De Seta

Grande partecipazione ha riscosso, a Soverato, la presentazione del libro Vittorio De Seta. Lettere dal Sud, del regista Eugenio Attanasio e organizzato dalla Libera Università Popolare della Terza Età e del Tempo Libero nell’ambito del 24esimo Anno Accademico 2023-2024.

Hanno dialogato con l’autore la professoressa Maria Rosaria Pedullà e il giornalista Luigi Stanizzi. La professoressa Sina Pugliese Montebello, presidente dell’Università, aprendo prestigiosamente i lavori, ha ricordato che l’opera a più voci «è stata presentata in eventi di rilevo  fra cui il primo Tropea Film Fest e la 67esima edizione del Taormina Film Festival. L’opera – ha detto –  raccoglie lettere inedite, diari, articoli, conversazioni e testimonianze ripercorrendo alcuni momenti più significativi, del regista e dell’uomo, avvalendosi di contributi autentici e qualificati di Mariarosaria Donato, Domenico Levato, Luigi Stanizzi, Davide Cosco e altri intellettuali».

La professoressa Sina Pugliese Montebello, che con la sua apprezzata attività  dà lustro e vivacità alle iniziative della Libera Università Popolare della terza età e del tempo libero, “Magno Aurelio Cassiodoro”, si è soffermata sul cinema di De Seta e sulla vita del grande regista.

Subito dopo, la professoressa Maria Rosaria Pedullà ha tenuto un’approfondita relazione sul  prodotto editoriale «che giunge al termine di un lungo lavoro, effettuato dalla Cineteca della Calabria sul regista, del quale la Cineteca custodisce l’opera omnia, ed iniziato vent’anni fa con la prima ristampa dei documentari 54’59, proseguito nelle scuole con i progetti di alfabetizzazione e di divulgazione del cinema antropologico».

Pedullà ha messo in rilievo il percorso culturale e l’eredità intellettuale della Cineteca della Calabria, e si è soffermata  a lungo, a tutto tondo, su Vittorio De Seta ed Eugenio Attanasio, al quale ha posto diverse domande mirate ad approfondire temi specifici. Attanasio ha esteso il discorso sul neorealismo italiano, con citazioni colte legate al cinema e alla letteratura. Il regista Eugenio Attanasio, sollecitato dalle domande di Stanizzi, ha anche raccontato episodi inediti di De Seta. Il giornalista Luigi Stanizzi ha rimarcato che Eugenio Attanasio è il più grande e più attendibile biografo di Vittorio De Seta, in quanto è stato oltre che suo allievo, anche il suo avvocato e amico per tanti anni. Attanasio è riuscito addirittura a inserire De Seta in un suo lavoro cinematografico.

«Ma – ha detto Luigi Stanizzi – per conoscere un regista non basta un libro o un convegno, il regista parla attraverso i suoi film, per questo nei prossimi appuntamenti culturali dell’Università a Soverato, dovranno essere proiettati i film e i documentari di De Seta».

Ha infine suggerito un incontro sulla madre di Vittorio De Seta, la seducente principessa Maria Elia Pignatelli, che in Sila riceveva le visite dei grandi d’Italia dell’ epoca. La presidente dell’Università, professoressa Sina Pugliese Montebello, ha accolto con entusiasmo le proposte, annunciando anche il coinvolgimento del prof. Ulderico Nisticò.

E al tavolo dei relatori è stato invitato proprio il professore Ulderico Nisticò, storico, scrittore, polemista, Premio cultura presidenza Consiglio dei ministri, che ha inquadrato la vita di De Seta nel periodo storico e politico, tracciando la differenza fra marxiani e marxisti, visto che Vittorio De Seta  di famiglia ricca e nobile si autodefiniva marxista. È stato anche raccontato che molti anni addietro, quando il Presidente del Premio Mar Jonio, Luigi Stanizzi, chiamò pubblicamente sul palco “Il regista, il Marchese Vittorio De Seta”, per consegnargli il Premio, lui prima di avvicinarsi sbottò irritato bisbigliando ad Eugenio Attanasio che era seduto accanto: «Io sono un Comunista, Marxista, e questo mi chiama Marchese… mmahh!».

Un saluto ufficiale è stato rivolto nel corso della serata soveratese al noto attore teatrale e cinematografico Paolo Turrá, presente fra il pubblico, famoso anche come pittore. È stato ricordato quando il grande Totò disse a Paolo Turrá: “Voi siete un grande gentiluomo!” Turrá ha conosciuto i più grandi attori e attrici a livello mondiale.

Infine, sul sito e sulla struttura della Torre della Marchesa, in Sila, dove ha anche vissuto De Seta con la madre, si è soffermato l’architetto Salvatore Tozzo profondo conoscitore dell’area di Buturo. Nel suo incisivo intervento ha anche precisato che in passato era denominata  Torre dei Due Mari, perché si vedevano lo Jonio e il Tirreno, ma oggi i mari non sono più visibili perché gli alberi di pino sono cresciuti e chiudono la visuale. Ha chiuso i lavori la presidente dell’Università Sina Pugliese Montebello, salutata da un lungo meritato applauso. (rcz)

SOVERATO – Si presenta il libro “Vittorio De Sera. Lettere dal Sud”

Domani pomeriggio, a Soverato, alle 18, nella Sala Consiliare “Bruno Manti” del Comune, sarà presentato il libro Vittorio De Seta. Lettere dal Sud di Eugenio Attanasio, presidente della Cineteca della Calabria.

L’evento è stato organizzato dalla Libera Università Popolare della Terza Età e del Tempo Libero “Magno Aurelio Cassiodoro” di Soverato, nell’ambito degli incontri culturali del Venerdì. L’evento culturale si inserisce nel XXIX Anno Accademico 2023-2024. L’opera a più voci è stata presentata in eventi prestigiosi, fra cui il primo Tropea Film Fest e alla 67. edizione del Taormina Film Festival.

Dialogano con l’autore la professoressa Maria Rosaria Pedullà e il giornalista Luigi Stanizzi. L’opera raccoglie lettere inedite, diari, articoli, conversazioni e testimonianze ripercorrendo alcuni momenti più significativi, del regista e dell’uomo, avvalendosi di contributi autentici e qualificati di Mariarosaria Donato, Domenico Levato, Luigi Stanizzi, Davide Cosco e altri intellettuali.

Un prodotto editoriale importante, che giunge al termine di un lungo lavoro effettuato dalla Cineteca della Calabria sul regista, del quale la Cineteca custodisce l’opera omnia, ed iniziato vent’anni fa con la prima ristampa dei documentari 54’59, proseguito nelle scuole con i progetti di alfabetizzazione e di divulgazione del cinema antropologico. Non solo un percorso culturale ed una eredità intellettuale della Cineteca della Calabria, ma anche una grande amicizia tra Vittorio De Seta e Eugenio Attanasio che ha incluso ricordi personali della figlia Francesca e della nipote Vera Dragone, attrice e cantante, esponente di una famiglia che si divideva tra il cinema del nonno Vittorio e il teatro della nonna Vera Gherarducci. (rcz)

A Soverato al via la stagione del Teatro del Grillo con “Stato contro Nolan”

di DANIELA RABIALa XXXI stagione teatrale del Teatro del Grillo a Soverato è inaugurata dall’opera Stato contro Nolan di Stefano Massini a cura della Compagnia del Grillo. Si tratta di uno spettacolo riproposto dopo l’esordio estivo in tre date 16, 17 e 19 novembre che vuole arrivare a un pubblico vasto ed eterogeneo.

È un processo alla scrittura? Anche, ma non solo. Sembra che sia una sorta di messa sotto accusa della paura e di svariati comportamenti umani, a tratti dell’umanità intera. Di certo un processo inconsueto. In scena il Giudice, l’accusa, la difesa, l’imputato e i testimoni di un accadimento del 12 luglio 1956 che nella narrazione giornalistica del giornale di una piccola città di provincia nell’America degli anni Sessanta che fa capo a Herbert Nolan viene distorto. C’è un accordo sotto banco tra il giornale e il negozio che vende fucili per far incrementare il profitto di quest’ultimo? Ma «Non tutto ciò che accade è degno di essere raccontato» tuona uno degli attori.

Certamente si porta sul palco un racconto surreale, si scompone il dubbio, si cerca una verità fatta da tante sfumature, si paventa la possibilità del trionfo delle parole scritte e cristallizzate su quanto realmente avvenuto.Per la sapiente e visionaria regia di Claudio Rombolà, musiche di Paolo Sergio Marra, scene di Giovanni Sorrenti e Isaia Tripodi, si esibiscono Antonio Battaglia, Teresa Caristo, Antonella Grande, Antonello Iuliano, Claudio Rombolà, Cristiano Rondinelli, Daniele Rondinelli, Salvatore Salatino, Franco Severino, Sabina Ventrice e voce fuori campo di Mario Bombardieri.

Stato contro Nolan in definitiva pone molteplici interrogativi sulla facile manipolazione di noi tutti da forme di potere superiore dato il difficile percorso di auto consapevolezza individuale e collettivo.Una sala gremita di gente ai tre incontri ha accolto applaudendo lo spettacolo e riflettendo sul suo contenuto e spessore.  

Prossimo appuntamento il 17 dicembre si parte con Cosa ti cucino, amore? Una commedia di Linda Brunetta con Caterina Casini, Maddalena Rizzi e Carlina Torta. Anche quest’edizione spiega il direttore Claudio Rombolà «è il frutto della nostra ostinazione, quella cioè di ritenere il teatro uno strumento fondamentale per la comprensione dei fatti, delle persone, di ciò che agita il nostro mondo». (dr)

L’OPINIONE / Franco Cimino: Teresa Catone e la sua favola per la pace

di FRANCO CIMINO – Per andarci ho dovuto rinunciare a un evento cui tenevo tanto, che si sarebbe tenuto a Catanzaro, l’altra mattina, venerdì venti. E non me ne sono pentito.

Sono stato a Soverato, al teatro comunale, a parlare di un libro piccolo piccolo, ma tanto bello, a partire dal suo formato tipografico, che ne fa anche un oggetto elegante da mettere in bella mostra su una scrivania, in uno scaffale ben visibile della libreria o nel salotto di casa.

Di più, sul comodino. Quello dei nostri figli e il nostro stesso, magari accanto a uno di quei libri ben forti e robusti, anche per il nome degli autori. Il libro è una favola, una bella favola dei nostri tempi. Il suo titolo è suggestivo. Lo è per il periodo contraddittorio che stiamo vivendo.

Esso reca, da una parte la guerra. Una guerra sola, la guerra che è sempre una. Come quella famosa medaglia, dalla doppia faccia. In una c’è la guerra classica, quella guerreggiata, armi in pugno e colpi di cannone e tante bombe sganciate anche dall’alto. Nell’altra, la fame, la guerra dei pochi ricchi contro l’umanità più povera e quella più estesa, che progressivamente sempre più povera sta diventando. Dall’altra parte, questo tempo, porta il Natale, a partire dal suo momento più magico, l’attesa.

Siamo a fine ottobre, novembre è alle porte. E dopo la rituale ricorrenza delle “festività” dei defunti, “chiamalu c’arrivau”, diceva il mio papà, quando nella felice infanzia dei giovani, che eravamo allora, il Natale rappresentava tante bellissime emozioni. Tante magnifiche attese, che puntualmente si avveravano. Arrivava Natale, già da quarantatré giorni prima. L’albero, il presepe, la spesa per la tavola imbandita, i frutti di quella festa con i dolci della tradizione e quel panettone che sapeva tanto della contrastante, ambigua Milano. La Messa di mezzanotte, lo stappo dello spumante, rigorosamente dolce e Cinzano o Martini. I parenti, e tanti, che si incontravano.

E poi il regalo più bello, il ritorno. Dei padri e dei figli emigrati. Da quella specie di guerra che conoscevamo, l’emigrazione, l’abbandono dei campi, lo spopolamento dei paesi. Ma quel Natale, insieme a tutti questi doni, recava anche la speranza. Anche quella speranza era piena, allora. Ricca. Di fiducia, innanzitutto, che non ci avrebbe traditi. Neppure delusi. Tutto questo risentire di bollenti emozioni, io l’ho rivissuto, quella bella mattina di Soverato. A regalarmelo è stato proprio il luogo, il giorno, il Libro. Il suo titolo: “Un Immenso regalo di Natale”. Già la copertina, con la prima delle tante illustrazioni, del bravissimo Giampiero Andrigo, che troveremo all’interno del libro, commuove ed evoca la speranza, che, come ha detto la prof Vittoria Mandari, presidente Club Soroptimist, promotrice, insieme a Giusi Altamura, apprezzato assessore al Comune, dell’incontro, nell’intervento di presentazione, è la vera protagonista del racconto, insieme alla narratrice, la piccola Elisa. “La guerra è brutta”, campeggia in prima pagina questa frase. Poi, Elisa la racconta, la guerra, attraverso il primo dolore che la caratterizza, la partenza del padre per la guerra. E la paura di non vederlo tornare.

Infatti, il padre è costretto a partire, con la promessa che quieta il pianto della figlia. È quella di tornare. E qui Elisa si ferma e trasferisce, attraverso la vita quotidiana apparentemente normale, convivendovi, quella paura nelle attenzioni verso la sua giovane e bella madre. Non parla degli orrori della guerra, perché già le risulta insopportabile la separazione dal genitore. Non parla delle morti e dei corpi lacerati, perché il suo cuore di fanciulla non riesce a concepirli. A immaginarli. Per lei la guerra è quel tormento. Lungo il racconto scorre l’attesa del papà. L’attesa del fatto più necessario e urgente, che la guerra finisca.

Lungo quel racconto, cammina la speranza, che quella cosa brutta, «che cambia il modo di vivere», cessi subito. Lungo questa speranza danzano parole semplici e buone, quelle sue, di Elisa, che si trasformano in certezza: la Pace nascerà. E sarà accompagnata dalle parole dell’autrice della favola, stampate in nero forte, sulla prima pagina del libro: «forse un giorno gli uomini saranno così intelligenti da far “scoppiare” la Pace e non la guerra». Nel libro, infatti la Pace arriva. E arriva con il ritorno a casa del papà. I bambini, tutti i bambini del mondo, sentono la paura di perdere il loro papà. La sentono per le “guerre” di ogni giorno, che, quei genitori (qui trattiamo di questa figura, per il maschile che domina la maggior parte dei conflitti quotidiani) sono costretti ad affrontare. Io, personalmente, l’ho sempre avvertita, per il mio. E di più oggi, nelle uscite dei padri e nei loro viaggi per realizzare la Pace vera. Quella fatta dalla soddisfazione, nella Giustizia e nella Libertà, per tutti, di ogni bisogno che consenta a ciascun essere umano una vita degna dell’essere umano, il gioiello più prezioso della Vita.

Quando i papà (e anche le madri) ritornano a casa, dopo una giornata faticosa, fatta anche del viaggio, o del lavoro lontano o dalla traversata di deserti e mari, quella guerra è sconfitta. La guerra ha perso. La Pace ha vinto. Il papà di Elena, è il simbolo di questa vittoria. Non è per un caso che il papà ritorni la notte di Natale. La Pace è Natale. Il Natale della rinascita dell’Amore. Della nascita della vita nuova. La favola si è compiuta. Finora nel bel libro che ha ricevuto la festa più bella in quel teatro, dove i veri protagonisti sono stati di bambini delle scuole elementari dell’Istituto Maria Ausiliatrice, accompagnati dalle maestre e dai maestri, dalla direttrice e dalla dolcissima suor Maria Pisciotta, che hanno saputo dire parole molte belle e significative. È stata festa grande nelle parole dette dagli stessi scolari sulla guerra e sul bisogno di pace. E nel loro ballo finale.

Tutti insieme sul palcoscenico a ballare su una delle musiche magicamente eseguite dalla bravissima maestra Francesca Procopio, che ha reso ancora più magico il suo flauto. In quel teatro ci sono state anche le sagge parole del sindaco della città, Daniele Vacca, che ha parlato ai ragazzi da buon padre di famiglia, quale un sindaco dovrebbe ovunque essere per realizzare nella propria realtà la più civile pacifica convivenza tra tutti i cittadini. E con quello spirito di accoglienza che dovrebbe fare di ogni “straniero” dapprima il nostro fratello e poi il nostro concittadino.

Avrei finito di scrivere questo mio racconto della favola, che mi piacerebbe divenisse presto realtà. E che a raccontarla fossimo noi adulti ai bambini di oggi e a quelli di domani. Una favola che inizi come quelle che ci raccontavano i nostri nonni: «C’era una volta la guerra e gli uomini cattivi che la facevano…» A farci sperare di vivere quel momento in quel giorno che verrà, è Teresa Catone, l’autrice di questa del libro e della favola bella.

Lei è una maestra colta e una scrittrice. Numerose sono le sue pubblicazioni. Tutte parlano, anche attraverso brevi racconti, dell’Amore. E della Donna, che dell’Amore è vita. Sempre. Lei è anche poetessa. Scrive poesie con il linguaggio semplice e immediato dell’Amore. In particolare, quelle al padre, scomparso da tempo e dopo le immense fatiche della sua vita di migrante. Teresa, parla con il linguaggio dei bambini, perché da educatrice ai bambini parla, in quanto sono loro che cambieranno il mondo. Non da adulti, ma nei loro anni di bambini.
Con le stesse parole e narrazioni semplici e chiare, la scrittrice parla a noi adulti. E lo fa con tenerezza di educatrice, facendosi umile e piccola piccola, anche per non ledere la suscettibilità di noi che ci sentiamo troppo grandi. Ci dice, Teresa Catone, che solo se ci faremo piccoli, se torneremo fanciulli, se bambini resteremo nell’animo, se parleremo la loro lingua, faremo “scoppiare” la Pace. Adesso, ché il tempo sta finendo. Ché Natale tra quarantacinque giorni arriverà. (fc)