I medici cubani a lezione d’italiano all’Unical

Il 2 gennaio partirà, all’Università della Calabria, un corso intensivo di italiano per i 50 medici cubani chiamati dalla Regione a supporto della sanità.

Il corso sarà coordinato dalla prof.ssa Carmen Argondizzo. Al momento all’Unical sono iscritti anche altri quattro medici cubani e un medico dominicano, studenti di Scienze della nutrizione. I cinque studenti, immatricolati tra il 2019 e il 2021, hanno potuto iscriversi all’ateneo grazie ad una borsa di studio sul progetto Pac Unicaribe, finanziato dalla Regione Calabria, di cui è responsabile scientifico il professor Lorenzo Caputi, delegato del Rettore per le relazioni con la Repubblica di Cuba, la Repubblica Dominicana e la Repubblica di Costa Rica. E anche gli stessi medici in arrivo da Cuba potranno beneficiare di una borsa di studio nell’ambito dello stesso progetto. 

La relazione tra Unical e Cuba è, d’altronde, consolidata attraverso una stretta relazione con l’Università di Santiago de Cuba, attraverso la quale nel 2017 sono stati immatricolati nel campus italiano i primi 6 studenti cubani. Negli anni, il numero di iscritti è aumentato notevolmente e, attualmente, conta un totale di 240 studenti provenienti dall’isola caraibica che si sono contraddistinti per l’elevato profitto negli studi. Non è un caso è stata proprio una studentessa cubana a parlare a nome degli studenti nella cerimonia di apertura dell’attuale anno accademico.

I medici cubani frequenteranno lezioni di formazione finalizzate al consolidamento delle competenze linguistiche italiane, organizzate dal Centro linguistico di ateneo, con un corso intensivo di 60 ore più 20 facoltative.

L’esigenza di concentrare i tempi nasce dalla considerazione che il personale medico verrà impiegato, nell’arco. di poche settimane, all’interno delle strutture ospedaliere. Di conseguenza, sarà necessario un supporto linguistico che, nell’immediatezza, possa dare ai medici cubani la possibilità di immergersi nel contesto sociale regionale e riesca, con linguaggio semplice ma accurato, a comunicare per socializzare e per espletare le mansioni professionali. 

In particolare, l’erogazione di corsi consentirà al personale medico cubano di apprendere la lingua italiana per raggiungere obiettivi di tipo professionale (come ad esempio: interagire con i propri colleghi, socializzare con i pazienti e capire le loro esigenze, partecipare a riunioni professionali, comprendere testi di carattere medico-specialistico) e facilitare le relazioni interpersonali nell’ambito della comunità professionale e all’interno del contesto territoriale. Terminati i corsi, i professionisti saranno assegnati dalla Regione, secondo le diverse esigenze e specializzazioni, nelle aziende sanitarie e ospedaliere calabresi. (rcs)

Medicina all’Unica, Occhiuto: Abbiamo preparato piano di investimenti per Umg

Il presidente della Regione, Roberto Occhiuto, è intervenuto in merito alla vicenda della Facoltà di Medicina all’Unical, annunciando che «abbiamo preparato un poderoso programma di investimenti» destinato all’Università Magna Graecia di Catanzaro.

Per Occhiuto, infatti, «è chiaro che l’Università di Catanzaro che ha acquisito una dimensione importante, soprattutto nella Facoltà di Medicina, dove ci sono delle eccellenze, è un’università che va sostenuta» per questo è stato predisposto il piano Capitalia Calabria 20/30.

Un piano che destina 50 milioni di euro di fondi comunitari «per potenziare l’offerta formativa prevalentemente dell’Università di Catanzaro attraverso borse di studio per specializzazioni mediche e per iniziative che la stessa università suggerirà».

Il Governatore, poi, ha spiegato che «i Rettori quasi all’unanimità hanno accolto questa proposta, perché hanno approvato proposte per l’aumento dell’offerta formativa per tutte e tre gli atenei calabresi».

«La Calabria è la regione di Italia – ha aggiunto Occhiuto – che in rapporto agli abitanti ha meno sedi di facoltà di medicina e io governo una regione che ha problemi straordinari in termini di assistenza sanitaria. Seminare più competenza attraverso l’università è sicuramente una buona cosa».

«Avanti, dunque, con il potenziamento dell’Università di Catanzaro ma il mio compito è quello di impedire che il potenziamento dell’offerta formativa della regione sia ostacolato da spinte campaniliste. In altre occasioni il mio voto decisivo andò a favore dell’università di Catanzaro quando altre università si opponevano favorendola, perché ritengo che sia un valore l’aumento dell’offerta formativa». (rcz)

COSENZA – Il Rotary Sette Colli all’iniziativa di solidarietà “Buonanotte di Natale Cosenza”

Ci sarà anche il Rotary Club Cosenza Sette Colli all’iniziativa Buonanotte di Natale Cosenza – Concerto Gospel per il Madagascar, in programma al Tau, alle 21, dell’Università della Calabria venerdì 30 dicembre.

Organizzato dall’Associazione Blowing on Soul APS, con la Direzione Artistica di Elisa Brown, l’evento è in collaborazione con La Terra di Piero e con l’Università della Calabria, Campus primo in Italia nei Servizi, tra cui quello della Socialità. Più di 40 coristi gospel provenienti da tutta Italia, accompagnati da una super band di 9 elementi e dallo straordinario performer e direttore corale Knagui, direttamente da York (Pennsylvania, Usa), daranno vita a uno spettacolo di musica e festa. Insieme a loro, è prevista la presenza di artisti del panorama teatrale e musicale calabrese che arricchiranno la serata, il cui scopo ha radici nobilissime: costruire un parco giochi per i bambini nel Madagascar con La Terra di Piero.

«Abbiamo scelto con gioia di aderire a questa iniziativa – ha affermato Marcella Giulia Lorenzi, Presidente del Rotary Club Cosenza Sette Colli – che si inserisce a pieno titolo nella nostra mission di service per il territorio con azioni che incrociano il tragitto luminoso della solidarietà. Ci auguriamo che il concerto abbia un ottimo riscontro di pubblico e siamo sicuri che sarà una magnifica serata di festa all’insegna della serenità e del divertimento, con un pensiero al sorriso dei bambini del Madagascar immaginando la loro felicità quando potranno divertirsi nel parco giochi che sarà costruito per loro».

Alla realizzazione del progetto del parco che sarà realizzato ad Antsirabe nel Madagascar e che sarà intitolato al cantante cosentino Mario Gualtieri, aderiranno gli artisti di InMediart (con la cantante e attrice Alessandra Chiarello), Zabatta Staila & SolfamiRosa Martirano e il Coro di Santa Faustina, gli artisti della Terra di Piero, gli Amoled Voices, il Soul Sighs Gospel Choir e alcuni rappresentanti dell’associazione Attori in Corso. L’evento è inserito nel Blowing on Soul Gospel Meeting – Cosenza Edition 2022 ed è legato ad un workshop di musica Gospel che si terrà il 29 Dicembre, patrocinato dal Conservatorio Tchaikovsky e dal Dipartimento Jazz dello stesso. (rcs)

L’OPINIONE / Valerio Donato: È urgente difendere la dignità di Catanzaro

di VALERIO DONATO – Dopo numerosi tentativi, svolti nel corso degli ultimi decenni, l’Università di Cosenza è riuscita, con il protagonismo del Presidente della Regione e con una furbizia davvero disdicevole, ad ottenere la istituzione di un nuovo corso di studi in Medicina.

Un inutile doppione di un corso già attivato. Un errore gravissimo della politica e dell’accademia, regionali. Uno schiaffo al sistema universitario calabrese. Una frattura della comunità regionale. E, ancor più, una lesione grave all’economia calabrese e catanzarese.
Si è così consumata una delle più brutte pagine per la Città di Catanzaro e per l’intera Regione Calabria, sia sotto il profilo economico, sia sotto il profilo culturale e sociale, sia sotto il profilo politico.

Le esigue risorse finanziarie messe a disposizione delle Università calabresi e del sistema sanitario regionale [almeno così declamava il Presidente Occhiuto pochi giorni fa] indurranno inevitabilmente [in una Regione con circa 1.900.000 abitanti] un impoverimento dell’Università di Catanzaro, a causa dell’inevitabile frazionamento delle risorse finanziarie.

Ma soprattutto determineranno un ostacolo grave alla realizzazione dell’integrazione delle strutture sanitarie catanzaresi [Azienda Pugliese Ciaccio e Azienda Mater Domini], come disegnata; e per la quale è stata prevista l’istituzione di 850 posti letto, difficilmente preservabili alla luce delle ultime novità. Non sembra casuale forse che ancora non sia stato ancora sottoscritto dal Commissario, on. Roberto Occhiuto, il Protocollo d’intesa tra UMG e Regione.

Certamente la promessa di costituire a Catanzaro un Polo sanitario di Eccellenza sembra svanito. Tutto ciò senza produrre – come dichiarato dal Rettore Nicola Leone – i vantaggi sperati per il “sistema” calabrese. Quanto potrebbe produrre il nuovo corso di studi per la formazione di giovani professionisti e per il sistema sanitario è esattamente eguale a quanto può produrre Umg!

Urge dunque una difesa della città di Catanzaro contro un ennesimo assalto alle Sue capacità; contro un attacco feroce ai suoi cittadini ed alle opportunità di sviluppo del territorio dinanzi alla pre-potente invasione, questa sì campanilistica. E chi non ama le battaglie di campanile ben avrebbe fatto a lavorare per evitare questo scempio!

Si tratta, al contempo, di una brutta pagina, anche sotto il profilo culturale. Le istituzioni culturali dovrebbero essere protese a prevenire o superare i conflitti, non già a porre elementi di divisione sociale e delle Comunità, mediante l’esercizio prepotente dei governi. Un progetto di sviluppo del sistema universitario calabrese avrebbe dovuto imporre soluzioni condivise. Non già conclusioni imposte da una maggioranza all’interno degli organi di coordinamento delle Università calabresi, che oltre al protagonismo del Presidente della Giunta regionale [per vero sempre più cosentino e sempre meno calabrese; basta ancora oggi porre attenzione sul finanziamento di 100.000 euro per i festeggiamenti di S. Silvestro solo per Cosenza e non anche per gli altri capoluoghi di provincia] ha potuto affermarsi in virtù di patti di convenienza, quanto scellerati, tra l’Università di Reggio e quella di Cosenza.

Ed infine si tratta di una brutta pagina sotto il profilo politico. La funzione dei poteri pubblici e della politica di porre in adeguato equilibrio le esigenze della collettività tutta [sic sistema sanitario e universitario calabresi, sviluppo equilibrato dei territori, preservazione delle comunità tutte e del loro progresso]; e di mediazione degli interessi contrapposti hanno ceduto a favore della politica dei più forti, i quali dismettendo ogni ispirazione persino etica della politica hanno preferito seguire i canti delle sirene dei propri territori di elezione o le “convenienze” personali.

Non posso interpretare diversamente i silenzi ingombranti di tanti consiglieri regionali; di taluni parlamentari, dei rappresentanti delle più alte istituzioni regionali che hanno chiesto e ricevuto il consenso elettorale alla nostra comunità. Ma, hanno dimenticato di doverla difendere e rappresentare proprio in questo momento di drammatica difficoltà.

È necessario allora che la Politica cittadina si riappropri del proprio ruolo. Che i colleghi universitari [soprattutto di Scienze della Salute] facciano sentire forte il dissenso; e, se necessario, che tutti i cittadini si riapproprino del ruolo della politica. È sterile continuare a lamentarsi della mancanza di economia della città ma al contempo rimanere in silenzio dinanzi all’ennesimo scippo subito dal Capoluogo di Regione. È scellerato elevare censure rimanendo inerti rispetto al pericolo che la nostra comunità sia sopraffatta. Per troppo tempo il ruolo di capoluogo è rimasto “vuoto”.

È più che mai indispensabile che ognuno svolga la propria parte. Mi sembra necessario che Umg impugni i deliberati che hanno ed avranno ad oggetto la istituzione dei corsi di studi che si stanno per attivare. E comunque di promuovere la istituzione di corsi di Ingegneria, di Informatica, Lingue straniere, Scienze della Comunicazione.

È indispensabile che il sindaco, la Giunta e il Consiglio Comunale non si limitino a scrivere il dissenso ma manifestino con forza ed autorevolezza la loro netta protesta. È urgente che la comunità cittadina tutta si mobiliti, civilmente e pacificamente, per manifestare contro i soprusi di un’azione politica “deviata”, che rompe l’unità della Comunità regionale e penalizza l’economia territoriale.

È urgente difendere la dignità di Catanzaro. Altrimenti – ed in modo provocatorio – si proponga una modifica dello Statuto regionale per chiedere che Catanzaro non sia più il capoluogo di Regione. I pennacchi sono ormai desueti. (vd)

[Valerio Donato è consigliere comunale di Catanzaro]

L’OPINIONE / Giusy Iemma: Seconda Facoltà di Medicina scelta scellerata che penalizza tutti i calabresi

di GIUSY IEMMA – L’istituzione di una seconda facoltà di Medicina da parte dell’Unical rappresenta l’ultimo tassello di una vicenda che ha visto mortificato il dialogo istituzionale e sancita la vittoria politica del campanilismo, che tanti danni ha fatto alla Calabria tutta.

Non si comprende, sinceramente, questa improvvisa e decisa accelerazione nelle scelte da parte del Coruc che ha portato, alla fine, al ridimensionamento del Capoluogo di regione in termini di offerta formativa, ma anche nel complesso di garanzia di servizi e assistenza in ambito sanitario. Una mission come quella dell’integrazione delle aziende ospedaliere del territorio, Pugliese-Ciaccio e Mater Domini, sarebbe dovuta essere completata dal naturale rafforzamento della facoltà di Medicina e della sanità catanzarese, nel rispetto delle competenze e dell’esperienza di tutti gli attori in campo.
Su quanto si è consumato si stanno esprimendo diversi esponenti istituzionali, anche ai livelli governativi, come nel caso del sottosegretario Ferro le cui parole ora sembrano suonare un po’ tardive, alla luce di una vicenda partita da lontano e che svilisce la funzione del Capoluogo. Nello stigmatizzare un errato comportamento da parte della sua area politica di appartenenza, e tralasciando di chiederle quali azioni concrete abbia messo in atto in questi anni in cui si preparava l’apertura di una seconda facoltà di Medicina a Cosenza, non ci si può esimere dal chiedere all’on. Ferro di intervenire con urgenza presso l’Anvur – l’Agenzia nazionale di valutazione del sistema universitario e della ricerca – per bloccare questa scelta scellerata che penalizza tutti i calabresi.

L’offerta degli Atenei regionali deve essere diversificata in un’ottica di sistema, ma anche di tutela dello stesso territorio nel suo complesso. È a causa del prevalere dei localismi che oggi la Calabria si trova fanalino di coda nelle classifiche relative alla qualità della vita. Se il sottosegretario Ferro, espressione del governo nazionale, saprà dimostrare di far seguire alle parole i fatti, allora saremo tutti dalla stessa parte, in campo, al di là del colore politico. (gi)

Il Consiglio d’amministrazione dell’Unical ha approvato il Bilancio 2023

di FRANCO BARTUCCI – Il Consiglio di Amministrazione dell’UniCal ha approvato all’unanimità il bilancio 2023.

Prevede un investimento di 70 milioni di euro con nuovi servizi per gli studenti. Ripartirà il servizio navetta nel campus in modo gratuito e con orario prolungato fino a mezzanotte e nei weekend. Potenziato il fondo per il diritto allo studio, le infrastrutture tecnologiche e le strutture sportive.

Sono alcune delle misure principali contenute nel bilancio di previsione per il 2023 dell’Università della Calabria, approvato il 22 dicembre dal Consiglio d’amministrazione. Un voto unanime, con il consenso non scontato della componente studentesca che ha apprezzato gli interventi a favore degli iscritti all’ateneo e ha contribuito alla stesura del documento contabile con indicazioni e proposte. Sono delle informazioni rese note dal Polo Comunicazione dell’UniCal.

«Il bilancio 2023 – continua la nota – contribuisce a raggiungere gli obiettivi fissati dalla governance nel proprio Piano strategico. Al riguardo, si segnala l’intervento a contrasto della migrazione studentesca e degli abbandoni, con lo stanziamento di 2,8 milioni di euro per attività di tutorato, nel triennio 2023/2025, di cui 1 milione 400mila euro circa per il 2023. A supporto della ricerca, viene rimpinguato lo stanziamento annuo per riviste on-line ed accesso a banche dati: si passa dai 2 milioni del 2022 ai 2,3 milioni del prossimo anno». 

Per migliorare l’attrattività internazionale dell’ateneo e favorire la mobilità in uscita sono disponibili nel triennio più di 4 milioni di euro.

Gli investimenti complessivi previsti ammontano a 70 milioni di euro.  Comprendono interventi sulle residenze per oltre 6 milioni, sulle strutture sportive per 8 milioni, sull’efficientamento energetico con uno stanziamento superiore ai 3 milioni e sulle infrastrutture tecnologiche per più di 10 milioni. Relativamente agli interventi per la riduzione delle barriere architettoniche, è stato previsto uno stanziamento di 100.000 euro.

L’ateneo prosegue inoltre nelle sue politiche di potenziamento del personale, finalizzate a ridurre il gap tra la consistenza del proprio organico tecnico-amministrativo rispetto agli altri atenei di pari dimensioni, oltre che a rafforzare il corpo docente. Nel triennio sono quindi stanziate nuove importanti risorse per le assunzioni.

È previsto infatti un piano straordinario di reclutamento di 100 unità di personale tecnico amministrativo con partenza immediata. Per quanto riguarda i docenti, sarà attuato un piano per la promozione ad associato di tutti i ricercatori a tempo indeterminato – ruolo abolito e in esaurimento – abilitati alla II fascia. Entrambi i piani partiranno subito e si concluderanno entro il 2024, con la parte principale delle risorse stanziate già nel 2023.

Risorse anche per soddisfare le aspettative di carriera degli abilitati al ruolo di ordinario  in una programmazione che contempererà l’esigenza di questa categoria con il reclutamento di giovani ricercatori – linfa vitale per l’università – e punterà ad attrarre studiosi dal curriculum scientifico altamente qualificato, con call aperte alla comunità scientifica nazionale e internazionale.

Per il personale tecnico-amministrativo sono stati inoltre previsti 630mila euro per attività di formazione, mentre per il fondo accessorio per riorganizzazione servizi e sostegno al welfare è stato confermato l’aumento di 110mila euro.

Sul fronte del diritto allo studio – riporta la nota del Polo di Comunicazione della stessa Università –  l’ateneo ha previsto per il 2023 complessivamente 18,5 milioni di euro per le borse di studio, comprensivi del Fondo Integrativo Statale e della tassa per il diritto di studio, a fronte dei 17 milioni del 2022. L’Unical continua inoltre a garantire il pagamento delle borse con cospicui fondi del proprio bilancio: per il 2023 il ricorso a risorse proprie cresce fino a 2,8 milioni. 

Viene inoltre aumentato il contributo destinato a finanziare le collaborazioni part time degli studenti. A fronte di una spesa di 150mila euro sostenuta nel 2022, l’Unical stanzia per il 2023 406mila euro. 

Per il Fondo a sostegno degli studenti bisognosi sono stati stanziati circa 170mila euro annui, mentre le risorse destinate al counseling psicologico passano da 23mila euro del 2022 a 60mila euro del 2023. Lo stanziamento destinato agli studenti eccellenti è pari a 130mila euro. 

Oltre a queste misure, la governance ha accolto ulteriori proposte pervenute da parte dei rappresentanti degli studenti. 

Nuovo servizio navetta e mobilità nel campus

Nel nuovo anno partirà il servizio navetta: sarà totalmente gratuito e con orario prolungato – dalle 8 del mattino fino a mezzanotte – con servizio notturno anche nel week-end. Sarà esteso anche il percorso che prevede la spola sul ponte carrabile con fermate intermedie tra le stazioni capolinea (piazza P. Bucci – Cubo 43C), nella fascia oraria 8-20 (nei giorni feriali).

Inoltre sarà attivato un servizio a chiamata su percorso variabile all’interno del perimetro Unical, prevalentemente a servizio di quartieri residenziali, con accesso al campus su Via A. Savinio e strutture del Cus, nella fascia oraria 20-24. Nell’ottica della sostenibilità ambientale, inoltre, il servizio sarà erogato con mezzi ad alimentazione elettrica e dispositivo di geolocalizzazione, collegato all’app Smartcampus. Per il servizio di navetta è stato stanziato un importo nel triennio di 710.000 euro, di cui 100.000 per il 2023, quale anno di avvio del nuovo servizio.

L’ateneo realizzerà, progressivamente, anche servizi di Car-pooling, condivisione auto private tra utenti con percorsi e orari compatibili negli spostamenti casa-università, con spostamenti da organizzare tramite app, condividendo eventuali spese di viaggio. Saranno favoriti accordi con provider di servizi di car-sharing che garantiranno modalità di spostamento sostenibili nell’area urbana tramite l’impiego di veicoli elettrici, ma anche condivisione di bici e monopattini.

Sport

Tante le agevolazioni riconfermate e di nuova attivazione per chi fa attività sportiva nel campus: dalle tariffe ridotte per il Cus, al potenziamento delle strutture sportive nelle residenze. A breve, inoltre, saranno inaugurate nuove strutture già realizzate: due campi da tennis e un campo da calciotto. È già stato presentato un ulteriore progetto al MUR per il rifacimento dei campi da gioco nelle residenze Monaci e Nervoso e la realizzazione di club house e spogliatoi nelle residenze Chiodo 2. 

Strumenti e strutture per lo studio

In merito alla proposta di dotazione di pc e tablet alle biblioteche da fornire in prestito agli studenti, la governance ha annunciato che in via sperimentale sarà attivato un servizio di prestito di 30 laptop (10 per ciascuna biblioteca) e 15 tablet (5 per ciascuna biblioteca). Inoltre, entro l’estate sarà messa a disposizione un’aula studio con orario prolungato fino alle 24, con apertura anche nei fine settimana. 

Riguardo la messa in sicurezza dei laboratori – conclude la nota del Polo di Comunicazione dell’UniCal –  l’ateneo ha presentato un progetto alla Regione per un importo previsto di 2.145.068 di euro. (fb)

L’OPINIONE / Nicola Fiorita: Medicina all’Unical una forzatura

di NICOLA FIORITA – Il mio appello al presidente della Regione e ai Rettori per una soluzione condivisa della questione facoltà di medicina sembrerebbe andato a vuoto. Anche se mancano notizie ufficiali, il Coruc, il comitato regionale delle Università, si sarebbe orientato ad esprimere un parere favorevole alla nascita della seconda facoltà di medicina all’Unical, senza affrontare il problema di un riequilibrio generale dell’offerta formativa. Se tale decisione fosse confermata, ci troveremmo di fronte alla forzatura che avevo paventato.

Resto in attesa di conoscere i contenuti nelle decisioni adottate dal Coruc e anche le motivazioni che hanno portato il rettore della Magna Graecia De Sarro ad astenersi. 

Non mi piacciono le guerre sante e le crociate, ma posso fin d’ora dire che se all’istituzione della seconda facoltà di medicina non corrisponderà un significativo allargamento dell’offerta didattica dell’Università di Catanzaro, l’Amministrazione Comunale contrasterà con tutti i mezzi a disposizione una decisione che indebolirebbe in maniera importante il ruolo della Magna Graecia.

Seguiremo con estrema attenzione tutti gli atti amministrativi che saranno prodotti in tal senso dal Ministero dell’Università e dal Cun, verificando se esistono i requisiti previsti dalla legge per l’istituzione di un nuovo corso di laurea in medicina in una Regione di meno di due milioni di abitanti e in una città che non ha un Policlinico di riferimento.

Mi spiace molto che la strada del dialogo che avevo indicato non sia stata tenuta nella giusta considerazione. (nf)

L’Unical chiama e docenti e ricercatori di tutto il mondo rispondono

di FRANCO BARTUCCIL’idea del Rettore Nicola Leone di portare all’UniCal docenti e ricercatori d’eccellenza di chiara fama, attraverso una call di ricerca pubblica,  i cui termini sono scaduti il 10 dicembre scorso ha registrato un grande successo.

Tante sono state le domande arrivate alla call. Ci sono studiosi di chiara fama attualmente impegnati ad Oxford, Abu Dhabi, Varsavia, Lancaster, Vienna e ricercatori con esperienza in Germania, Regno Unito, Portogallo, Spagna ma anche Sud Africa, Brasile e Helsinki. Sono tanti i docenti e i ricercatori  che hanno risposto alla call internazionale indetta dall’ateneo nelle scorse settimane, una chiamata per manifestazioni di interesse aperta a docenti e studiosi di chiara fama provenienti da tutto il mondo, alla quale hanno aderito personalità accademiche da tutta Europa e anche dai Paesi extra europei. 

Un ottimo riscontro – si puntualizza in una nota stampa diffusa dal Polo Comunicazione dello stesso Ateneo –  in considerazione anche del breve tempo di apertura della call (meno di un mese) e dei criteri particolarmente restrittivi richiesti dall’ateneo, in merito alla elevata qualificazione scientifica dei ricercatori.

Gli studiosi hanno manifestato la volontà di mettere a disposizione dell’Unical la loro esperienza e le capacità didattiche acquisite in lunghi anni di carriera, le loro competenze organizzative in ambito di progetti internazionali e la interdisciplinarità nella ricerca. Nelle prossime settimane l’ateneo, tenuto conto delle complessive esigenze e della qualificazione dei profili dei candidati che hanno aderito all’avviso, procederà a individuare lo studioso da sottoporre al vaglio ministeriale ai fini della chiamate diretta da professore all’Unical, a cui darà seguito solo dopo l’autorizzazione ufficiale.

Grande la soddisfazione del Rettore Nicola Leone che ha dichiarato: «L’attuazione di call destinate a studiosi in arrivo da tutto il mondo è stata, sin dal mio insediamento, un punto chiave, per accrescere la caratura internazionale dell’Unical. L’Ateneo non deve provincialmente chiudersi in se stessa, ma deve essere aperta ad accogliere nuove esperienze e nuovi contributi. Queste azioni hanno come obiettivo la promozione di percorsi di qualità per il reclutamento di docenti e ricercatori, sia per accrescere il profilo scientifico e culturale dell’ateneo, sia per offrire agli studenti una didattica di alto livello e di respiro internazionale. Non a caso anche l’offerta formativa Unical si sta adeguando a questa visione, con ben 11 corsi di laurea magistrale erogati interamente in lingua inglese». 

Ci si trova nel cinquantesimo del primo anno accademico dell’UniCal ed è il caso di affermare che tale progetto dà forza al lavoro avviato dal primo Rettore, prof. Beniamino Andreatta, per rendere il nostro Ateneo sempre più a carattere internazionale chiamando a quel tempo validi docenti dagli Stati Uniti e Canada, dall’India e da alcuni paesi europei.

Ad esempio fu chiamato dall’Università canadese di Waterloo il prof. Roberto Forte per l’insegnamento dell’informatica e dare il via alla creazione del Centro di Calcolo nell’edificio polifunzionale. Con la presenza del prof. Forte si poté costituire il  primo Consiglio della Facoltà di Scienze Matematiche Fisiche e Naturali, previsto dalla legge di riforma universitaria del Ministro della Pubblica Istruzione, Franco Maria Malfatti, chiamando a presiederlo e dirigere la Facoltà il prof. Pietro Bucci. Come non ricordare tra i tanti, l’incarico affidato all’interno della Facoltà di Lettere e Filosofia, al noto linguista prof. Jhon Trumper, docente emerito della nostra Università.

Con questo risultato si risale a quello spirito dei primi anni di Andreatta e va riconosciuto al Rettore Leone il merito di tale risultato che deve riguardare anche, non solo l’Università, ma il territorio dove l’UniCal ha sede per farlo crescere ed integrare sempre più per la nascita di una nuova grande città in un’area unica, dalla quale se ne avvantaggerebbero i vari comuni circostanti. 

Per il Polo comunicazione, che ha diffuso la notizia, la parola chiave, quindi, per il futuro è l’internazionalità dell’Università.”Solo pochi mesi fa l’Unical – si precisa – aveva chiuso un’altra call destinata al reclutamento di professori esterni all’ateneo, aperta alla comunità scientifica nazionale e internazionale, per ricoprire il ruolo di professore nei settori con esigenze prioritarie di didattica o di ricerca indicati dai dipartimenti. La call, anche in quel caso, aveva registrato un notevole successo, con la partecipazione di 68 candidati dall’Italia e dall’estero: le domande erano infatti arrivate da Germania, Francia, Turchia, Stati Uniti, Regno Unito e India. Sono state quindi messe a bando 6 posizioni per professori esterni: si tratta di un posto d’associato per Ecologia e di cinque posti da ordinario per Lingua e traduzione inglese, Statistica, Bioingegneria elettronica e informatica, Informatica e Scienze delle finanze.

«L’ottimo esito di entrambe le call – conclude la nota – è un’ulteriore conferma di come il Campus di Rende sia diventato negli anni sempre più attrattivo, nonostante una collocazione territoriale che non sempre lo ha reso appetibile, e come sia oggi considerato un ambiente ideale per la ricerca, come ha anche riconosciuto la commissione europea che gli ha conferito, proprio nel 2022, l’award “Hr Excellence in Research”. L’Unical è così entrata a far parte dei pochi atenei italiani che hanno ottenuto il prestigioso marchio di qualità: in Italia sono solo 16 le università che hanno acquisito l’HRS4R e tra queste l’Unical è proprio una delle sole 4 a sud di Roma».

Un grande merito, quindi, alla squadra di docenti e non docenti e sappiamo io loro nomi, che sotto l’impulso del Rettore Leone, hanno ben lavorato per ottenere  tale risultato, verso il quale l’intera società civile deve sapersi misurare per una comune crescita in termini sociali, culturali ed economici, ben considerato il fatto che ad oggi risultano iscritti all’UniCal oltre 1.300 studenti provenienti da ben 84 Paesi del mondo. (fb)

LA TUTELA AMBIENTALE DEL TERRITORIO
UNICAL: PROGRAMMA NON PIÙ RINVIABILE

di FRANCO BARTUCCI – La difesa del suolo e dall’inquinamento dovrebbero essere temi di cui la politica dovrebbe prestare più attenzione. D’altronde, si sa che la Calabria è una regione ad alto rischio idrogeologico e il maltempo e i recenti danni provocati nella zona Tirrenica e Jonica sono un chiaro segnale della necessità e del bisogno di fare di più, magari attuando interventi prioritari e mettendo in sicurezza le strutture e le aree a rischio.

Lo stesso presidente della Regione, Roberto Occhiuto, nel suo intervento al Tg2, ha evidenziato come «la nostra epoca stia pagando anche le conseguenze di un consumo del suolo fatto dalle generazioni precedenti, e che oggi espone molta parte della popolazione a gravi rischi. In Calabria ci sono dei fiumi che sono tombati. Il problema è che la natura non sa che quel fiume non c’è più e che al suo posto c’è una strada, e quando piove si trasforma di nuovo in un torrente, in un fiume, trascinando tutto ciò che si trova davanti», così come – sempre secondo il Governatore – «questo tema della difesa del suolo e della lotta all’abusivismo dovrebbe essere in cima all’agenda politica di tutti i decisori, sia di quelli che partecipano alle scelte del governo nazionale, sia di quelli regionali e comunali.
È davvero importante che ci sia una coscienza collettiva che deve riguardare anche i cittadini, spesso autori degli abusi».

Di questo, poi, se ne è parlato in modo più approfondito alla 43esima edizione del Corso sulle Tecniche per la Difesa del Suolo e dall’Inquinamento all’Università della Calabria, svoltosi nei giorni scorsi.

Presieduto ed introdotto dal prof. Francesco Calomino, attuale direttore e coordinatore del Corso dopo l’ideatore, prof. Giuseppe Frega, ad aprire i lavori dell’edizione 2022, dopo la sospensione di due anni a causa della pandemia, presente il Prorettore con delega al Centro Residenziale, prof.ssa Patrizia Piro, è stato  colui che spetta il merito di avere organizzato alla fine degli anni Settanta tale importante evento annuale di grande valenza scientifica e progettuale su argomenti legati alla tutela del territorio e dell’ambiente calabrese e non solo. Si sta parlando del prof. Giuseppe Frega, tra l’altro già Rettore dell’Università della Calabria dal 1990 al 1999.

L’evento, organizzato dal Laboratorio di Modellistica numerica per la Protezione Idraulica del Territorio (LaMPIT), dal Centro Studi Acquedotti e Fognature, dai Dipartimenti di Ingegneria Ambientale e Ingegneria Civile e dall’Associazione Idrotecnica Italiana, si è svolto sotto il coordinamento dei professori Giuseppe Frega e Francesco Macchione.  

Complessivamente sono state presentate 42 Relazioni, che hanno impegnato 144 coautori provenienti da 31 Università, di cui 5 Università straniere. Va detto, inoltre, che l’evento è stato patrocinato dal Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici, dalla Società Idrologica Italiana, dal Gruppo Italiano di Idraulica e dall’Ordine degli Ingegneri della Provincia di Cosenza. Con gli atti prodotti nelle 43 edizioni del Corso si può dire che la scuola italiana sulla difesa del suolo ne ha utilizzato al meglio i suoi contenuti scientifici e progettuali contribuendo a rispondere al bisogno di sicurezza e di sviluppo sostenibile del territorio che a gran voce continua a levarsi da tutti gli angoli del nostro Paese.

Ne troviamo un esempio concreto e di grande impatto nell’attualità dei nostri giorni nella relazione svolta dal prof. Paolo Zimmaro, del dipartimento di Ingegneria per l’Ambiente e il territorio dell’Università della Calabria, che ha tenuto anche con il contributo del prof. Ernesto Ausilio, la sua relazione sul tema: Fenomeni geotecnici indotti da terremoto in Italia Centrale e Meridionale, riportandoci agli accadimenti alluvionali dell’isola di  Ischia accaduti e fonte di polemiche anche aspre in questi giorni. 

«Gran parte del territorio Italiano – ha subito affermato il prof. Zimmaro – è caratterizzato da alta pericolosità sismica. Questo aspetto, unito alla vulnerabilità rispetto all’instabilità di versante del territorio nazionale, fa si che in Italia il rischio di frane indotte da terremoti sia elevato in una vasta area. In aggiunta ai fenomeni di frane indotte da terremoto, anche il rischio legato ad altri fenomeni geotecnici indotti da sisma come la liquefazione e la fagliazione di superficie è molto elevato, come testimoniato dai fenomeni osservati a seguito delle recenti sequenze sismiche in Emilia (2012) e Centro Italia (2016)».

Il prof. Paolo Zimmaro è poi entrato nel merito della ricerca concentra sull’analisi dei fenomeni franosi indotti da terremoto in Italia Centrale e Meridionale. I terremoti presi in considerazione sono 11 e coprono un arco temporale che va dal 1783 al 2016. Il range di magnitudo dei terremoti analizzati va da 5.9-7.1. Alcuni di questi terremoti fanno parte di sequenze sismiche. In particolare sono state analizzate due sequenze sismiche significative: la sequenza sismica Calabrese del 1783 e  la sequenza sismica in Centro Italia del 2016.

«L’analisi di questi eventi ha permesso di ricostruire le cause scatenanti i fenomeni franosi osservati a seguito di questi eventi calamitosi e delimitare le aree interessate dagli stessi. Tali conclusioni sono essenziali – ha detto il docente universitario – per la definizione di mappe di rischio su scala regionale e per la futura pianificazione del territorio. Ovviamente i dati di fenomeni geotecnici indotti da terremoto (per esempio frane e liquefazione) per eventi storici sono di fondamentale importanza.  Tuttavia, la quantità e qualità di dati forniti da terremoti recenti è migliorata sostanzialmente grazie all’uso di tecnologie innovative come il rilievo da drone e i dati satellitari ottici e radar».

Il prof. Zimmaro è poi passato ad illustrare  un progetto di ricerca recentemente finanziato dalla Nasa, del quale ne cura la parte geotecnica.

«Il progetto – ha chiarito – si propone di creare mappe di danneggiamento post-sisma nelle ore immediatamente successive il terremoto, che possano fornire informazioni preziose per la definizione delle aree interessate da danni significativi e pianificare opportunamente i soccorsi e le attività di protezione civile. Queste mappe, chiamate Damage Proxy Maps, si basano sull’uso di dati radar satellitari. I dati di danneggiamento geotecnico che emergono dallo studio costituiscono un prezioso elemento per la valutazione della loro efficacia e per la loro calibrazione». 

L’analisi approfondita dei dati relativi alle frane indotte dalla sequenza sismica del Centro Italia del 2016, presentata nel corso del suo intervento, fanno parte dei contenuti di un libro – edito da Springer e pubblicato di recente, che raccoglie contributi di ricercatori e studiosi di tutto il mondo. Per quanto riguarda l’Italia, oltre allo stesso prof. Zimmaro ci sono altri  co-autori, come i Professori: Ausilio (Unical), Silvestri (Università di Napoli Federico II) e Tropeano (Università di Cagliari).

«Questo libro, ad oggi, rappresenta – ha precisato il prof. Zimmaro – una delle risorse più avanzate per la valutazione dello stato dell’arte nell’ambito delle frane indotte da sisma».

La fragilità del territorio: il caso di Ischia

L’argomento trattato e le sue competenze in materia anche di dissesto idrogeologico e di fragilità dei territori ci portano ad approfondire quanto è accaduto proprio in questi giorni nell’isola di Ischia con la frana di Casamicciola.

«Tali fragilità oltre a quella di vulnerabilità rispetto al rischio frana ci dichiara il prof. Zimmaro – si aggiungono all’alta pericolosità sismica della zona, testimoniata dal recente terremoto del 2017 o dal distruttivo evento sismico del 1883 che ha praticamente raso al suolo il comune. Il territorio di Casamicciola può  essere considerato come rappresentativo di fragilità che sono condivise da molte zone d’Italia. La Calabria ovviamente non è esente da questi rischi, essendo in una zona ad alta pericolosità sismica e vulnerabile al dissesto idrogeologico. L’attenzione mediatica che segue tragedie come quella di Casamicciola, accende i riflettori sulle tematiche della mitigazione del rischio. Purtroppo, tali attenzioni scemano col tempo, e non riescono, almeno in Italia, a produrre effetti duraturi». 

«L’occorrenza di eventi calamitosi come le frane o i terremoti in Italia è inevitabile. È ben noto che questi eventi possono distruggere centri abitati ed infrastrutture, devastare comunità, e troppo spesso, provocare la perdita di molte vite. Ad esempio, terremoti distruttivi succederanno molto probabilmente nel corso delle nostre vite, e quasi certamente in quelle dei nostri figli. La domanda più importante che dovremmo chiederci è: come possiamo ridurre il rischio sismico e idrogeologico per le generazioni future?». 

«Esperienze passate, in altri luoghi del mondo ad alta pericolosità sismica, indicano che il modo più efficace per ridurre il rischio sismico delle nostre società, è attraverso il costante apprendimento da eventi distruttivi avvenuti in passato. In California e Nuova Zelanda, ad esempio quando eventi sismici hanno rivelano che alcune zone sono soggette a fagliazione di superficie, liquefazione, o instabilità di pendii sismo-indotta, queste aree sono state mappate e studiate in modo da prevenire, o quantomeno mitigare il rischio della futura occorrenza di questi fenomeni. L’elenco di esempi internazionali da cui l’Italia può apprendere potrebbe continuare a lungo».

La situazione Italiana è  piuttosto complessa e gli agglomerati urbani sono costituiti da molte strutture ad alta vulnerabilità e/o in zone a rischio dissesto idrogeologico. Tali vulnerabilità sono certamente esacerbate dagli effetti dei cambiamenti climatici. Le strutture a rischio, inoltre, costituiscono una larga fetta del patrimonio edilizio privato, ed è complicato definire strategie di mitigazione del rischio che coinvolgano allo stesso tempo proprietari, amministrazioni pubbliche e sovrintendenze.

Nei principali centri urbani Californiani, problemi simili, anche se relativi a differenti tipologie strutturali, sono in fase di risoluzione attraverso ordinanze comunali di mitigazione del rischio sismico obbligatorie. Questo impegno è stato possibile solo attraverso un’azione congiunta dal basso, di ingegneri, comunità locali di cittadini, la stampa e, successivamente, anche rappresentanze politiche. Possono simili iniziative essere intraprese in maniera efficace anche in Italia?”. 

«Come detto, ad oggi è possibile, attraverso tecniche innovative, raccogliere una grande mole di dati post-disastro. La sfida che ci troviamo ad affrontare adesso è: come possiamo tramutare questo bagaglio di esperienze ed insegnamenti in azioni pratiche volte ad un miglioramento delle pratiche correnti in Italia?».

«La politica, la società / l’opinione pubblica e le comunità interessate – ha concluso il prof. Paolo Zimmaro durante la nostra piacevole e dotta conversazione, arricchita di utili informazioni sulla sua esperienza di ricercatore in California – dovrebbero perseguire l’implementazione di pratiche migliori rispetto a quanto fatto nel passato ricostruendo le stesse tipologie strutturali nelle stesse aree – “com’era, dov’era».

«L’attuazione dogmatica di questo motto, come successo in passato non può essere più una opzione accettabile. L’unica strada perseguibile è quella di implementare un approccio proattivo al rischio sismico ed idrogeologico, individuando interventi prioritari e richiedendo l’obbligo (magari supportando questa azione con incentivi fiscali) della messa in sicurezza delle strutture e delle aree a rischio. Un piano di questo tipo si può certamente attuare in un periodo di “pace”, cioè non in fase emergenziale, ma necessita di una visione di lungo termine almeno ventennale». (fba) 

                                                                                                                                                

All’Unical si presenta il libro “Amara verità” di Carlo Guccione

Venerdì 2 dicembre, Carlo Guccione presenterà all’Università della Calabria il suo libro Amara verità, edito da Pellegrini editore.

L’appuntamento è nell’Aula Circolare del Polifunzionale, alle 17.30, che prevede un dibattito sulla sanità calabrese.

All’incontro, che sarà moderato dalla giornalista Serafina Morelli, parteciperanno il direttore de “Il Quotidiano del Sud – L’Altra voce dell’Italia Roberto Napoletano; Sebastiano Andò, Professore Emerito di Patologia generale e Membro dell’Advisory board del Centro sanitario dell’ateneo di Arcavacata; il Senatore accademico Costantino Basile; la rappresentante del Corso di laurea in Medicina e Chirurgia TD, Azzurra Mandolito, e il rappresentante degli studenti nel Consiglio del dipartimento di Studi umanistici (DiSU) Antonio Guarascio

Non è la prima volta che Carlo Guccione si occupa di questo tema, ma il volume segna un significativo salto di qualità nella sua investigazione dei mali che da tempo affliggono il settore. 

Le domande e i temi che l’autore pone a fondamento del suo lavoro sono cruciali. Dalle ragioni che impediscono ancora oggi di quantificare il debito della sanità calabrese, alle ingenti risorse dilapidate a quelle, altrettanto rilevanti, perdute per incuria o incapacità politiche e amministrative, alle altre ancora disponibili, fino allo scandalo delle fatture pagate più volte. Un aspetto inquietante, quest’ultimo, la cui fondatezza è stata confermata recentemente anche dal Presidente della Giunta regionale della Calabria Roberto Occhiuto

Da tutto questo, secondo Guccione, da una situazione gravissima che non ha eguali nel Paese, bisogna partire per individuare i responsabili, puntando a risolvere i problemi che quotidianamente gravano su migliaia di cittadini, costretti spesso a recarsi altrove per essere curati. 

Anche lo Stato, però, a parere di Guccione, ha di che rispondere, visto che sotto la gestione commissariale, durata dodici anni, la situazione è notevolmente peggiorata. Deficienze e ritardi, durante la presenza in Calabria dei proconsoli inviati da Roma, sono paurosamente aumentati. Limiti e distorsioni di ogni tipo non hanno scalzato la regione dagli ultimi posti delle graduatorie nazionali per qualità, efficacia, capacità organizzativa nel settore sanitario. 

«La situazione – ha spiegato Guccione –continua ad essere molto grave. Tra interessi illeciti, incredibili vicende burocratiche, pronto soccorso ingolfati, assurde attese per cure, esami diagnostici e visite specialistiche, medici e infermieri in numero ridotto, costretti spesso a lavorare in condizioni proibitive».

«E tanti cittadini, increduli e disorientati, ai quali spesso viene negato il diritto di essere curati come in un Paese degno di questo nome dovrebbe essere garantito. Con questo libro – ha concluso Guccione – oggi esiste uno strumento in più per fare chiarezza e avviare un risanamento serio di questo settore». (rcs)