È stato presentato, a Caulonia, il progetto del Waterfront cittadino, che rientra in un ampio programma di riqualificazione dei lungomari di Caulonia, Roccella Ionica e Marina di Gioiosa Ionica.
«Il progetto del waterfront valorizza Caulonia, in particolare, sotto l’aspetto della riqualificazione e della messa in sicurezza dell’area. Nonostante i tempi ristretti per rendere il progetto esecutivo e affidarne i lavori, che partiranno a breve, si potranno poi qualora fosse necessario intervento di varanti in corso d’opera», ha dichiarato il sindaco di Caulonia, Francesco Cagliuso.
«Questo intervento – ha aggiunto il sindaco Cagliuso – non è isolato ma è parte integrante di altri progetti in corso di sviluppo che andranno ad incidere positivamente sul territorio di Caulonia Marina, per esempio molto importante sarà quello sulla raccolta delle acque bianche, al fine di impedire che nel prossimo futuro il lungomare diventi come spesso accade dopo forti piogge una piscina a cielo aperto».
«Tra i progetti – ha spiegato ancora – ci sono la regimentazione delle acque bianche e un intervento a protezione delle coste per tutto il litorale, per il quale è in atto uno studio dalla Regione Calabria».
Il sindaco ha concluso evidenziando: «Questa è l’amministrazione del fare, che sin dall’insediamento si è messa al servizio della Comunità per affrontare e risolvere le criticità che ci sono. Abbiamo trovato un Comune al minimo storico e in una confusione che stiamo cercando di mettere in ordine e salvare il salvabile. Lo faremo lavorando in maniera costante e attivandoci non solo a recuperare il pregresso ma programmando in futuro».
L’Assessore comunale Antonella Caraffa ha evidenziato l’importanza dell’intervento che va ad incidere profondamente non solo nel decoro urbano del waterfront ma anche all’ambiente, garantendo che l’attenzione è alta sia sull’aspetto turistico e di impatto estetico che sulla urgenza di intervenire contro l’erosione costiera: «Condividiamo con voi cittadini un progetto che mi ha vista impegnata in prima persona insieme all’assessore Lorenzo Commisso, per individuare una sintesi dove accanto alla rigenerazione urbana ci fosse la difesa del suolo».
«Su questa linea programmatica ci siamo interfacciati anche con il Comitato Pro-spiaggia e la Regione Calabria. Rispetto al progetto di partenza di semplice rigenerazione urbana dei tre Comuni – ha aggiunto l’assessore Caraffa – abbiamo cercato di individuare, in piena collaborazione con i progettisti, interventi risolutivi, calzanti e duraturi».
«L’Amministrazione non si ferma a questo progetto – ha concluso l’assessore Caraffa – ma interverrà con ulteriori finanziamenti che siamo riusciti a sbloccare e che ora sono finalizzati proprio alla difesa della costa».
Nel corso del partecipato incontro sono intervenuti l’arch. Elio Carrozza e l’ing. Vincenzo Alvaro, componenti del team di progettisti, che hanno analizzato l’intervento nei minimi dettagli, richiamando l’attenzione sulla riconversione del finanziamento, che rientra in fondi della Città Metropolitana, destinati alla riqualificazione dell’esistente.
Il team ha operato in 2 mesi raggiungendo l’obiettivo di affidare i lavori che iniziano nei prossimi giorni e che, per Caulonia, riguardano la messa in sicurezza del waterfront lato Roccella con l’inserimento, al di sotto della passeggiata, di una membrana osmotica, la pavimentazione e l’arredo urbano, nonché drenaggi lineari e pendenze. (rrc)
Nei giorni scorsi è stato sottoscritto un importante accordo di collaborazione preliminare tra Coipa Italia spa,Rina e Lameziaeuropa Spa finalizzato ad attivare una piena collaborazione strategica ed operativa con Rina per la progettazione, definitiva ed esecutiva, delle opere marittime inserite nel progetto del nuovo porto turistico di Lamezia Terme.
Ciò sulla base dello studio di fattibilità tecnico-economica già elaborato da Coipa e, in caso di aggiudicazione della gara che prossimamente verrà indetta dal Comune di Lamezia Terme ai sensi del D.Lgs 50/2016 art.183 comma 15, per la realizzazione del primo lotto funzionale con circa 50 milioni di risorse interamente private.
«Molto apprezzata da Lameziaeuropa – si legge in una nota – la volontà espressa da Coipa di avvalersi di un grande partner quale Rina, già presente da anni sul territorio lametino quale promotore del Distretto Matelios, e leader nel settore della progettazione della portualità turistica e commerciale a livello internazionale, per lo sviluppo di tutte le opere a mare. In particolare l’accordo sottoscritto prevede da parte di Rina l’assistenza a Coipa ai fini dell’espletamento dell’iter autorizzativo delle opere marittime e della selezione della società incaricata della realizzazione delle opere con relativa attività di controllo e monitoraggio dello stato di avanzamento lavori».
Inoltre, d’intesa con l’Amministrazione Comunale di Lamezia Terme, Rina condividerà con Lameziaeuropa e Coipa l’elaborazione di una proposta tecnica di intervento finalizzata ad un eventuale recupero e riutilizzo funzionale del pontile ex Sir anche in ottica smart e green previa verifica statica delle strutture portanti esistenti.
A seguito degli incontri tecnici svoltisi nel periodo marzo – aprile 2022 nel corso dei quali Coipa ha illustrato all’Amministrazione Comunale, ai Dipartimenti Regionali, all’Agenzia del Demanio dello Stato ed al Corap i principali elaborati progettuali presentati riguardanti il porto turistico, lo scorso 4 luglio il Comune di Lamezia Terme ha trasmesso una nota a Coipa Italia spa con cui ha richiesto integrazioni documentali ed ha definito le procedure amministrative da seguire e l’elenco degli elaborati da presentare per poter avviare l’iter finalizzato alla approvazione dello studio di fattibilità ed alla indizione dell’avviso pubblico per il primo lotto funzionale del porto oggetto di futura concessione demaniale.
Il 25 luglio, poi, Coipa Italia ha ringraziato il Comune di Lamezia Terme per la puntuale ed esaustiva istruttoria avviata ed ha comunicato al sindaco Paolo Mascaro, all’Assessore all’urbanistica Francesco Stella ed al Dirigente del settore tecnico Francesco Esposito che sta provvedendo alla redazione degli elaborati tecnici sia grafici che descrittivi richiesti aggiornati rispetto alle osservazioni pervenute.
Infine, nei giorni scorsi, promosso dal presidente di Coipa Italia Vito Favorito Sciammarella, si è svolto un sopralluogo operativo sul sito oggetto dell’intervento legato al progetto waterfont e porto turistico da parte del responsabile di una holding internazionale coinvolta ai fini dello sviluppo finanziario del progetto.
Particolarmente apprezzata la centralità dell’area e la rete dei collegamenti infrastrutturali già esistenti e la estrema vicinanza del sito all’aeroporto internazionale strategica ai fini del successo dell’operazione, nonché la condivisione istituzionale del progetto evidenziata nel corso di incontri avuti insieme al presidente della Lameziaeuropa Leopoldo Chieffallo con il sindaco Paolo Mascaro, il Presidente del Consiglio Comunale Giancarlo Nicotera, gli assessori Francesco Stella e Luisa Vaccaro ed il Commissario della Camera di Commercio di Catanzaro Daniele Rossi, presenti il dirigente del Corap Fabrizio D’Agostino, il consigliere di amministrazione ed il dirigente della Lameziaeuropa Enzo Bifano e Tullio Rispoli. (rcz)
di SANTO STRATI – C’era una volta il Lido, a Reggio Calabria. E che Lido: tra i primi in Italia, quando andare al mare cominciava ad essere un’abitudine vacanziera (e portatrice di risorse al territorio), e le spiagge attrezzate, da curiosità, stavano per diventare esigenza di molti. C’era una volta il Lido a Reggio Calabria: oggi è diventato un cumulo di immondizia, ricettacolo per senzatetto e pusher impuniti, una discarica vergognosa e immonda.
E, guarda caso, come ormai avviene da anni, l’Amministrazione comunale si sveglia a fine maggio (praticamente quando dovrebbe cominciare la stagione) e ripropone lo stanco refrain che “bisognerà sistemare il Lido”. Nessuna vergogna, ma tanta indignazione da parte dei reggini e dei (pochi) ardimentosi turisti che partono convinti di trovare un Lido e scoprono un immondezzaio, alimentato certamente da “lordazzi” (copyright Falcomatà jr) e cittadini incivili. Ma i nostri amministratori non sono meno incivili, visto che stanno facendo morire la città, in un’agonia che cresce ogni giorno di più e lascia spazio alla rassegnazione, che pure non è sentimento comune tra i calabresi. Lo hanno fatto sempre credere, perché fa comodo così, ma i calabresi – e in particolare i reggini – non cedono mai alla rassegnazione, solo che all’indignazione non riescono a far seguire fatti concreti: prevale l’avvilimento e lo scoramento, ma non la rassegnazione. Basterebbe una rivoluzione “gentile” il giorno delle elezioni e, forse, qualcuno capirebbe che la pacchia è finita (a destra, a sinistra, al centro: non si salva nessuno) e che il popolo si è veramente scassato gli zebedei e non intende più andare avanti. È un discorso lungo, che riprenderemo, oggi parliamo del Lido, di questo putridume di baracchette semidiroccate che la Sovrintendenza alle Belle Arti vuole tutelare e proteggere (bloccando di fatto, da anni, qualsiasi intervento di restauro). Per intenderci, è la stessa Sovrintendenza che autorizza la demolizione e lo sventramento di piazza De Nava, non si occupa delle scalinate storiche e permette di buttare giù palazzine Liberty della Reggio che fu senza alzare un dito.
C’è evidentemente qualcosa che non va in questa città che la storia ci racconta più volte attaccata, depredata, violentata, ma sempre rinata (probabilmente grazie alla parte buona dei suoi abitanti) e pronta, disgraziatamente, a subire nuove invasioni, nuove rapine, soprusi e sopraffazioni che non trovano alcuna giustificazione.
Il Lido era il fiore all’occhiello della Città: è lì, nel suo disastroso abbandono, a mostrare l’incapacità di spendere fondi già stanziati, arrivati (e finiti dove?) e la noncuranza totale nei confronti di una città che si consuma tra invidie, gelosie e risentimenti. I peggiori nemici di Reggio sono gli stessi reggini, incapaci di mettere da parte l’invidia, e pensare in termini di condivisione. Un vecchio detto reggino dice che l’aspirazione più grande del reggino era quello di vedere morire la capra del vicino: non ci sono più capre, ma il sentimento di rivalsa verso chi ha successo o riesce a fare qualcosa è rimasto immutato.
Fatto sta che per il secondo anno consecutivo i reggini dovranno fare a meno del loro Lido. Ma, c’è una ragione perché ci si ricordi del Lido non il giorno dopo della chiusura della stagione, bensì quello prima dell’apertura? Quale giustificazione si può avanzare quando è sotto gli occhi di tutti lo schifo in cui è stato ridotto quest’angolo di mare, sullo Stretto, che qualsiasi altra località al mondo avrebbe manutenuto con la massima cura, per offrire opportunità di svago ai reggini, occasione di turismo per i forestieri, possibilità di lavoro e affari? Questa è la città dei “nani”: scriveva il grande poeta dialettale Nicola Giunta nani su’ iddi e vonnu a tutti nani, e lo dico col cuore spezzato di reggino che vive da lontano le amarezze continue che arrivano dalla riva dello Stretto.
Il Lido per l’Amministrazione comunale non esiste, come non esistono le altre “ricchezze” di Reggio: si è fatto il waterfront, con inaugurazione in pompa magna, ma si sono lasciati i ruderi delle baracchette, i cancelli sfondati , i cornicioni sbriciolati e pericolanti, le migliaia di topi che festeggiano giornalmente nei quintali di spazzatura che continua ad ammassarsi davanti, dietro, dentro e in ogni dove nel perimetro di quello che fu lo stabilimento balneare voluto dall’ammiraglio Giuseppe Genoese Zerbi, sindaco della Città, che scelse la Rada dei Giunchi come luogo da destinare a Lido comunale. Erano gli anni Venti: le baracchine una sorta di palafitte in legno, con specifica distinzione uomini/donne e una bella spiaggia di fronte allo Stretto: sarebbe nato lì il primo Lido del Mezzogiorno d’Italia. Un vanto (a primeggiare c’era quello di Venezia) che sarebbe durato poco, a causa della guerra prima e dell’inettitudine della classe politica dopo, nonostante fosse diventato il salotto mondano e culturale dei reggini. Si dovette aspettare il 1962 per creare il “nuovo” Lido, ma i lavori cominciarono solo nel 1968: mentre si accendeva la ribellione giovanile in tutto il mondo, a Reggio edificavano la bella rotonda sul mare e le aree attrezzate degne di uno stabilimento balneare serio. Quello che è successo negli anni successivi non si può raccontare senza soffrire: la Rotonda venne sostituita da quella attuale, progettata da Pierluigi Nervi, che è il simbolo stolido della mancanza di cura e manutenzione. Il bel ristorante (privato) che si affaccia sul Lido è curatissimo, pulito, elegante, ma si affaccia prima che sul mare su un cumulo (indecente) di macerie. Un’area di quasi 30mila metri quadrati abbandonata all’incuria, con un verde che solo grazie all’affettuosa attenzione di qualche giardiniere non è completamente devastato. Un bel biglietto da visita, non c’è che dire, per chi viene a Reggio: turista, forestiero, vacanziero di ritorno. Per tutti c’è solo la mestizia di un abbandono intollerabile, che è sotto gli occhi di tutti.
Colpa della burocrazia, dicono, se i lavori non possono partire (vedi la “tutela” assurda della Sovrintendenza sulle baracchette in cemento), ma è una scusa che non regge più. Non ci si sveglia soltanto a ogni inizio di stagione per capire che bisogna fare non qualcosa, ma rifare tutto. E si continua a rimpallare, di anno in anno. Non servono interventi di ripristino, bisogna rifare tutto, avere una visione. Non si può immaginare il meraviglioso Museo del mare ideato dalla compianta archistar Zaha Hadid messo a fianco di un decrepito stabilimento balneare. Non è nostalgia dell’antico, è presa di coscienza che questa città è destinata a morire se i reggini, questa volta non s’incazzano sul serio. Se qualcuno ha deciso di demolire piazza De Nava i reggini organizzino un presidio su tutta l’area e impediscano lo scempio, almeno fino a quando il Ministro (Franceschini ha mai risposto al deputato Cannizzaro sulla questione?) non dirà: non facciamo fesserie. E si potrà ragionare senza far danni irreparabili.
Il sindaco “sospeso” Giuseppe Falcomatà aveva detto che voleva fare di Reggio una città “di mare” e non più soltanto “sul mare”: lo hanno fermato i giudici. Lo sviluppo di una città, però, non attiene solo al sindaco, c’è un’intera amministrazione comunale che deve fare le scelte migliori per il bene dei cittadini. Ma nessuno decide, la Città è senza governo (al di là dei rappresentanti democraticamente e legittimamente eletti) e sembra avviata verso il disastro totale. I problemi sono troppi, tantissimi: spazzatura, aeroporto, mobilità, sicurezza e vivibilità i principali. Forse sarebbe il caso di arrendersi e riconsegnare la città ai cittadini che, anche quest’anno, resteranno senza spiaggia e senza mare. (s)
di GIUSEPPE FALCOMATÀ – È un periodo di grosso fermento in termini di programmazione e sviluppo per una Città che ha iniziato il nuovo decennio, segnato da un’atroce pandemia, con grande speranza ed ottimismo. L’innovazione più importante si può tradurre, in termini sartoriali, nella ricucitura fra il mare e il territorio, un rapporto recuperato e che, a piccoli passi, si sta concretizzando in un unico, immenso e bellissimo lungomare, da Catona fino a Punta Pellaro.
Venticinque chilometri di bellezza che si possono cominciare ad ammirare partendo dal Waterfront e dai tanti cantieri aperti su tutta la tratta costiera, con un passaggio determinate sul Parco Lineare Sud. Se spingiamo l’orizzonte un po’ più in là, possiamo immaginare il Centro delle Culture del Mediterraneo, il Museo del Mare disegnato da Zaha Hadid, sul quale il Governo ha investito 53 milioni di euro riconoscendolo fra le 14 opere strategiche per il rilancio del Paese dopo la crisi innescata dal Covid.
Insomma, non c’è giorno che, dagli uffici di Palazzo San Giorgio, non arrivi la notizia di qualche bando vinto o di un finanziamento pronto a contribuire al rilancio di Reggio. Si pensi soltanto al programma “Qualità dell’Abitare”, un progetto ambizioso che ha visto premiate le nostre idee con un contributo del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti pari a 45 milioni e che verrà equamente distribuito per cambiare il volto dei quartieri di Arghillà nord, Modena-Ciccarello e Reggio Sud-Gebbione.
Insomma, iniziamo a dimenticare la Città che, fin qui, abbiamo da sempre conosciuto. La Reggio che, faticosamente, ha resistito a 70 anni di promesse, sprechi ed incompiute è destinata a non esistere più. Oggi, finalmente, c’è una visione. Adesso, esistono programmi capaci di stravolgere in positivo ogni contesto sociale ed urbano del territorio. Perché, il cambiamento, non investirà soltanto il settore dei Lavori pubblici o delle Grandi opere, ma insisterà fortemente sulla vita di ogni cittadino dopo l’approvazione dei Piani di Zona che rappresentano, in tutto e per tutto, la “Magna Carta” del Welfare cittadino col potenziamento e l’avvio di nuovi ed importantissimi servizi. Operazioni di una straordinaria complessità, possibili soltanto grazie a risorse esterne al bilancio ordinario dell’Ente e che classificano Reggio Calabria ai primi posti in Italia in termini di rendicontazione dei fondi comunitari. Ecco, questa è la grande capacità dimostrata da una classe dirigente sempre pronta di individuare e spendere somme che, in altri tempi, tornavano languidamente nelle casse di Roma o Bruxelles. E’ la Reggio delle opportunità quella che sta prendendo forma in questi anni duri di programmazione e ricostruzione. Questa capacità indiscutibile, dunque, ci mette al riparto dalle preoccupazioni che sarebbero potute sorgere di fronte alla mole di finanziamenti pronti ad arrivare attraverso il Recovery fund e il Pnrr.
Ambiamo a diventare fulcro nel Mediterraneo, una realtà che accetta le sfide sul territorio e si confronta con i cambiamenti globali. Puntiamo a diventare Città che vuole resistere ai danni causati dall’uomo nel corso di un secolo che ha piegato il Pianeta e risponde con Piani di sviluppo ad impatto climatico zero e alla cancellazione del consumo del suolo, con programmi che mirano a rinvigorire la linea verde della Collina di Pentimele e rispettano i nostri magnifici litorali.
L’approvazione, dopo decenni, del nuovo Piano Strategico Comunale, del Piano di spiaggia o del Piano del verde sta a dimostrare proprio questo. Dal primo giorno del nostro mandato sapevamo di dover ingaggiare una lunga battaglia contro il conservatorismo, il piagnisteo e i pregiudizi. Reggio non sarà più la Città che “non ha mai venduto grano”. Sarà, invece, l’emblema di una rivoluzione culturale e sociale che, con l’aiuto di ogni cittadino, potrà diventare esempio in un’Europa nuova.
[Giuseppe Falcomatà è il sindaco di Reggio Calabria e della Città Metropolitana dal 2015]
Il ponte del Waterfront di Reggio Calabria sarà intitolato a Luca Attanasio, l’ambasciatore nella Repubblica del Congo ucciso lo scorso febbraio nell’adempimento delle proprie funzioni. È quanto ha deciso la Giunta di Reggio Calabria, guidata dal sindaco Giuseppe Falcomatà, avviando, così, l’iter che porterà la richiesta alla valutazione della Commissione Toponomastica per gli atti di propria competenza ed alla Prefettura di Reggio Calabria.
Siamo particolarmente orgogliosi di questa proposta – ha detto il sindaco Giuseppe Falcomatà – perché segna un riconoscimento all’operato, ai valori ed ai principi che hanno fatto di Luca Attanasio una delle persone più sensibili alle varie emergenze sociali del continente africano. Lo ricordiamo, infatti, per il suo grande attivismo in molti programmi di aiuto promossi dalla “Comunità di Sant’Egidio”, tanto da ricevere, nel 2020, il Premio internazionale Nassiriya per la Pace proprio per il suo impegno volto alla salvaguardia della pace tra i popoli».
«Ancora è forte nella memoria di ognuno di noi – ha aggiunto il primo cittadino – il ricordo di quel vile e tremendo agguato che, il 22 febbraio 2021, strappò alla vita una persona buona, rimasta vittima di un tentativo di rapimento dagli esiti nefasti e drammatici che sconvolse l’intera comunità diplomatica internazionale. In quel momento, Luca Attanasio era a bordo di un convoglio del Programma alimentare mondiale insieme ad uomini impegnati nella missione delle Nazioni Unite per la stabilizzazione della Repubblica Democratica del Congo. Il commando, armato di mitragliatori, che entrò in azione aprendo il fuoco contro il mezzo diretto a Rutshuru, uccise anche l’autista del convoglio Mustapha Milambo ed il carabiniere della scorta, Vittorio Iacovacci».
«Una pagina tristissima della storia contemporanea del Paese – ha concluso il sindaco Falcomatà – che la città di Reggio Calabria vuole imprimere nel ricordo perenne intitolando un luogo simbolo della Città a chi, nell’adempimento del proprio dovere, ha perso la vita infondendo al mondo una lezione di umanità, di altruismo, coraggio, dedizione al lavoro e sostegno agli ultimi, dei più poveri e fragili del pianeta». (rrc)
Il consigliere Massimo Ripepi ha denunciato una grave situazione a Reggio Calabria: in primis, il divieto di balneazione sul chilometro più bello d’Italia e, poi, il blocco del funzionamento dell’illuminazione del Waterfront.
«Reggio e il suo mare – ha detto Ripepi – un rapporto indissolubile, che da sempre definisce la città e i suoi cittadini. Di mare si potrebbe vivere a Reggio Calabria, ma intanto si fa fatica anche a goderne, ora che le temperature diventano torride. Per uno strano paradosso, infatti, i reggini, da Bocale a Catona non sempre possono bagnarsi nelle acque dello Stretto. La città metropolitana, intenta a trasformare il mare, tesoro della natura, in una risorsa innovativa e sostenibile, subisce l’ambiguo destino di istituzioni incompetenti; il che non sarebbe la prima volta, ma questa volta le inadempienze sono tante e tali, che oramai, proclami a parte, rischiano di trasformare sforzi e progetti su cui si lavora da tempo immemore, in un buco nell’acqua. Se vivi nel centro storico, difatti, non puoi usufruire del mare in città, perché l’Arpacal impegnato nel circoscrivere la balneabilità delle acque costiere, sostiene che a causa della loro scarsa qualità, le località cittadine risultano inquinate».
«Indubbiamente – ha aggiunto – gli studi dell’Arpacal hanno una valenza scientifica e sono veritieri, ma di fronte ad una città che sta procedendo a ridefinire il suo volto e a riqualificarsi a partire sempre dal mare, la circostanza che i residenti non possano rinfrescarsi proprio laddove sorge il chilometro più bello d’Italia e quasi una beffa. Anzi lo è in toto, perché le colpe di questo scempio non sono certo da attribuire ad una congiura dell’Arpacal, quanto piuttosto all’ennesima presa in giro del sindaco Falcomatà e dei suoi più stretti collaboratori, motivo per cui dovremmo chiedere a questi signori in che modo intendono procedere sulla questione depuratori. Perché poi il problema della balneabilità o meno sta tutta nei depuratori, per i quali negli anni, Falcomatà ha fatto orecchie da mercante».
«Ma, in fondo – ha detto ancora – niente di nuovo sotto il cielo dei reggini, che ormai di progetti lasciati a metà e di promesse non mantenute ne hanno piene le tasche e vige piuttosto il senso della rassegnazione che la voglia di alzare la voce con amministratori, il cui unico obiettivo è piantare la bandierina su un altro cantiere, sventolare il vessillo della propaganda a spese dell’Europa e gettare un pugno di briciole ai concittadini. Insomma, tre settimane addietro si inaugurava il Waterfront e oggi, alle soglie della bella stagione, sul chilometro più bello del Paese possiamo, forse, passeggiare, quando il puzzo di immondizia che viene dalle contrade non è troppo forte, possiamo ammirare il paesaggio unico nel suo genere, ma non possiamo mettere un piede in acqua, perché il sindaco si è dimenticato di provvedere ai depuratori. Storia di sempre, storia di Reggio ora a caccia di approvazione con la sua rigenerazione architettonica».
«Dopo mille peripezie, finalmente – ha detto ancora il consigliere – il progetto di Zaha Hadid ha visto la luce; una sorta di monumento per il mare e con il mare, che ha inteso creare un giardino sullo Stretto e inglobare la passeggiata panoramica anche con ciclabili, percorsi pedonabili, proponendo quindi una nuova idea di urbanizzazione. Allora, di fronte ad un programma così sontuoso, che rinnova il rapporto fra Reggio e il suo mare e che fa del mare un essere vivente con cui dialogare, la domanda che sorge spontanea è: perché lesinare sull’illuminazione? Sì, perché se a partire dalla tarda serata caso mai si volesse godere ancora della passeggiata, la cosa non è fattibile. Tutto tace e tutto è spento. Insomma l’illuminazione pubblica ad un certo orario diventa un optional, trasformando il luogo dell’innovazione in un luogo di oscurità dove evidentemente, è facile che tutto sia concesso, dallo spaccio alla prostituzione».
«Che dire – ha concluso – lode all’amministrazione Falcomatà, che taglia i nastri, ma taglia pure sui servizi alla cittadinanza. Su queste défaillance vorremo avere delle risposte in Consiglio Comunale, laddove si esige che la democrazia faccia il suo corso, cosa che a Reggio, anche questa, nell’era Giuseppe Falcomatà, è cosa superflua». (rrc)
di PASQUALE MORISANI* – L’opera del cosiddetto “Waterfront” è completa da mesi, ma si è dovuto attendere parecchio per “l’inaugurazione” di un’opera da tempo già fruibile. Tutto rinviato per consentire la kermesse politica di un sindaco che ha messo in ginocchio la città, l’ha sommersa di rifiuti, l’ha resa sofferente nell’economia e nell’anima.
Un sindaco che, per ben sette anni, ha bloccato cantieri e progetti privando la città di opere importanti e causando la perdita di centinaia di milioni di euro già stanziati. Un sindaco che ha negato ai reggini anche i servizi essenziali, e che ha fatto della città una landa di buche e di illegalità. Un sindaco che ha dovuto cercare consenso elettorale fra i morti per poter essere riconfermato. Un sindaco che è riuscito solo a risultare divisivo, a non rappresentare mai l’intera comunità cittadina per schierarsi sempre su posizioni ideologiche, quasi fosse più un’autorità religiosa alla quale bisogna offrire devozione assoluta, pena la scomunica.
Questo inglorioso quadro appena sintetizzato è perfettamente rappresentato dall’inaugurazione di questo tratto del Waterfront che, è bene ricordarlo, è stato progettato e finanziato dal centrodestra di governo. Si dirà, finalmente si taglia un nastro per la città, ma purtroppo non è così. L’apertura di quest’opera, in realtà, si figura solo come una manifestazione di propaganda per cercare di mascherare il vuoto amministrativo di chi per anni non ha saputo fare altro che collezione proclami.
La passeggiata del Waterfront, già progettata e finanziata dal centrodestra di governo, oggi diventa il simbolo di un fallimento che dura da anni! Il tratto inaugurato, infatti, si trova incastonato tra il Lido comunale, abbandonato e precluso alla città nonostante i 4 milioni pronti dal 2011 per la riqualificazione integrale; l’Arena Lido che fu lasciata dal centrodestra cantierata in fase avanzata e con una dote in arrivo di quasi due milioni per il completamento; e infine il Porto che oggi è ancora chiuso anche per una semplice passeggiata e privato della grande opera del Museo del mare che adesso si vorrebbe rispolverare dopo aver perso oltre 50 milioni.
La verità è che un centrosinistra, privo di idee, oggi vorrebbe scopiazzare quel progetto per una grande Reggio già pensato e avviato dal centrodestra di governo. Possiamo solo gioire nel vedere questa opera finalmente fruibile, ma non possiamo permettere che questa giornata copra e nasconda un lungo vuoto durato dieci anni. Un vuoto che ha condannato generazioni di giovani all’emigrazione lasciando famiglia, affetti e la bella Reggio dove sono nati.
Chi si presta a questo giorno, per un’opera pronta da mesi ma fatta da altri, rende possibile l’ennesima truffa alle spalle di una città dolente e che ha bisogno di una politica chiara e lineare, che tracci il margine tra ciò che è utile e giusto per la collettività e ciò che non lo è, tra ciò che si fa per amore è quello che si vuole rappresentare per convenienza.
L’attuale amministrazione cominci a occuparsi di servizi essenziali, del bisogno economico e sociale, risolva il gravissimo problema dei rifiuti e della salute pubblica Falcomatà chiarisca come a servizi zero e tasse al massimo le casse del Comune sono vuote, spieghi pubblicamente come è stato possibile avere elezioni truccate. La politica ha il coraggio di parlare di questo?
Antonino Minicuci, consigliere comunale di Reggio Calabria, ha dichiarato che il Waterfront, che sarà inaugurato oggi, è «l’ennesima presa in giro verso i reggini», e ha fatto una riflessione sull’Amministrazione Falcomatà.
«Da candidato sindaco per la coalizione di centrodestra – ha spiegato – ho dovuto rivolgermi al Prefetto per impedire che il sindaco (trasgredendo la legge elettorale) tenesse un’inaugurazione\comizio proprio al Waterfront, a conclusione della campagna elettorale. Comizio che si è trasformato in una ‘passeggiata’ che aveva il preciso intento di gettare polvere negli occhi di tutti i reggini a pochi giorni dal voto. Dopo sette anni di (mala) amministrazione, l’unica opera di rilievo che Giuseppe Falcomatà e la sua giunta sono riusciti a inaugurare è in realtà un progetto del centrodestra risalente a più di 10 anni fa, peraltro amputato rispetto alle sue origini. Come se non bastasse il progetto era stato definanziato e giudicato ‘poco utile’ dallo stesso Falcomatà, prima di una clamorosa piroetta che lo ha fatto tornare in sé».
«Oggi – ha proseguito Minicuci – si terrà l’inaugurazione del Watefront, la contraddittorietà, la miopia e l’incapacità amministrativa di questa giunta si paleserà plasticamente agli occhi di tutti. Da un lato, si toglierà ufficialmente il velo su un’opera progettata da altri, e che si era cestinata. Soltanto a pochi metri dal nuovo Waterfront, si potrà invece ‘ammirare’ quell’ecomostro che è diventato il Lido Comunale. Anni di chiacchiere, rassicurazioni e promesse poi fatalmente smentite dai fatti, con l’edificio che in teoria dovrebbe essere il biglietto da visita per ogni turista che è un luogo abbandonato e degradato che fa a pugni proprio con il nuovo Waterfront».
«Il Lido Comunale – ha concluso – sembra così rappresentare in maniera perfetta il percorso e la filosofia dell’amministrazione Falcomatà. Solo fumo e niente arrosto, con Reggio Calabria che continua giorno dopo giorno a sprofondare. Chiuso il sipario sull’inaugurazione del Waterfront, si spera che il sindaco e la sua giunta possano finalmente iniziare (seppur con sette mesi di ritardo) il secondo tempo e destarsi cosi dal sonno profondo che ha portato Reggio Calabria a ridursi in queste condizioni». (rrc)
Per la sottosegretaria per il Sud, Dalila Nesci, «l’inaugurazione del Waterfront deve rappresentare quella soluzione di continuità che apre la strada alla Reggio Calabria del futuro».
«La creazione di una passeggiata panoramica – ha aggiunto – che mette in relazione e in costante dialogo la città con il mare, gli eventi artistici e culturali che la animeranno, le potenzialità urbane alle quali saprà fornire un’occasione di realizzazione, saranno sempre più di Reggio una protagonista del Sud e di tutto il Mediterraneo».
La Sottosegretaria ha poi voluto ribadire l’importanza della speciale congiunzione storica nella quale tutti i livelli istituzionali sono chiamati a cooperare nell’interesse del Paese e del Meridione: «Siamo ad un bivio: possiamo riproporre ai cittadini quell’atteggiamento che spesso ci ha intrappolati in lungaggini, impasse e labirinti burocratici oppure proiettarci nel futuro, creando quella proficua sinergia, quella trasversalità che guardi esclusivamente all’interesse della cittadinanza».
«Il Waterfront – ha concluso l’On. Nesci – ha vissuto diverse fasi, tra cui un lungo momento di stallo. Ora finalmente, anche grazie all’impegno del sindaco Giuseppe Falcomatà, si è concretizzata l’opportunità per la sua realizzazione e ciò rappresenta una vittoria per tutti i calabresi». (rrc)
Domani, a Reggio, s’inaugura il Waterfront, un momento atteso dalla cittadinanza e dall’amministrazione comunale guidata dal sindaco, Giuseppe Falcomatà che ha definito questo evento un «passaggio epocale» per la città e le proprie ambizioni in termini turistici, attrattivi e quale luogo di respiro internazionale nel cuore del Mediterraneo.
A partire dalle ore 18, dunque, Reggio Calabria abbraccerà il suo nuovo spazio urbano che si affaccia sullo Stretto, offrendo al visitatore un punto di vista inedito e suggestivo. Diversi sono i momenti previsti dal programma della giornata che scandiranno la manifestazione che avrà luogo in cima alla nuova scalinata monumentale che sorge di fronte all’area del Lido comunale.
L’evento vedrà la partecipazione delle massime autorità, rappresentanze istituzionali, sociali e produttive cittadine, di rappresentanti istituzionali locali e del Mezzogiorno, dirigenti e funzionari del Comune di Reggio Calabria del settore Grandi Opere e Lavori pubblici e la stessa impresa che ha eseguito i lavori.
L’apertura verrà affidata al talento del gruppo vocale-strumentale del Conservatorio di Musica “Francesco Cilea” di Reggio Calabria che eseguirà l’inno nazionale e quello europeo, per poi entrare nel vivo della manifestazione con l’intervento del sindaco Falcomatà.
A seguire, prevista la performance teatrale ad opera dell’attrice Teresa Timpano che, insieme ai Maestri Pasquale Faucitano al Violino e Alessandro Calcaramo alla Chitarra, interpreteranno una pagina di contemplazione di Giovanni PascoliQuesto mare è pieno di voci, legata al territorio reggino.
Un’altra parentesi istituzionale riguarderà inoltre il Presidente f.f. della Regione Calabria, Nino Spirlì e la Sottosegretaria per il Sud e la Coesione Territoriale, Dalila Nesci, prima del nuovo intermezzo artistico eseguito dagli attori Teresa Timpano e Lorenzo Praticò con i Maestri Pasquale Faucitano al Violino e Alessandro Calcaramo alla Chitarra, le cui note faranno da sottofondo al brano Aglaja tratto dallo Xiphias di Diego Vitrioli.
Prima della chiusura, che sancirà ufficialmente l’apertura dello spazio urbano, previsti i saluti istituzionali del Presidente di Anci e sindaco di Bari, Antonio Decaro e del governatore della Regione Puglia, Michele Emiliano, due autorevoli figure istituzionali la cui presenza impreziosirà ulteriormente la cerimonia di inaugurazione del nuovo Waterfront di Reggio Calabria. (rrc)
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