Povertà, disabilità e inclusione: Dalla Regione oltre 75 mln

Sono oltre 75 milioni di euro, la somma che la Regione Calabria ha destinato, nel triennio 2021-2023, per il contrasto alla povertà e per l’inclusione sociale.

Il Piano individua le azioni e gli interventi nell’ambito della lotta alle povertà e al disagio sociale nell’ottica della progressiva definizione di livelli essenziali delle prestazioni da garantire nell’ambito dei servizi sociali e dell’integrazione e assistenza socio-sanitaria.

Il Piano regionale poggia su tre pilastri: l’attuazione dei Livelli essenziali delle prestazioni legati al Reddito di cittadinanza/Reddito di inclusione; l’implementazione di servizi ed interventi a favore di persone in condizioni di povertà estrema e senza dimora; l’avvio e sviluppo di interventi e servizi in favore di coloro che, al compimento della maggiore età, vivono fuori dalla famiglia di origine sulla base di un provvedimento dell’Autorità Giudiziaria (Care Leavers).

Le risorse economiche per il Piano di contrasto alle povertà sono state assegnate alla Regione Calabria dal ministero del Lavoro e delle Politiche sociali e sono ripartite, nel triennio 2021/2023, rispettivamente in 30.591.000,00 euro per il 2021; 24.604.331,00 euro per il 2022 e 21.321.000,00 euro per il 2023.

«L’atto di programmazione – ha spiegato l’assessore regionale al Welfare, Emma Staine – è stato trasmesso al ministero per la valutazione della sua coerenza con il piano nazionale e ai fini della successiva erogazione dei finanziamenti agli ambiti territoriali della Regione. Sono risorse che si inseriscono nella valutazione complessiva di un fenomeno che non è legato solo alla ridotta o alla mancanza totale di reddito, ma riguardano l’accesso alle opportunità che consentono di partecipare alla vita sociale ed economica della nostra regione, con l’obiettivo prioritario di uscire dal meccanismo dalla mera erogazione di risorse monetarie, e di ragionare in termini di inclusione reale». (rcz)

Welfare, Regione approva provvedimenti su Servizi socio-assistenziali e caregiver

La Giunta regionale ha approvato, su proposta dell’assessore Emma Staine, tre importanti provvedimenti che riguardano i servizi socio-assistenziali, il contrasto alla povertà e il Fondo per il sostegno del ruolo di cura e assistenza del caregiver familiare.

Nel primo caso si tratta della modifica dello schema-tipo di convenzione per la gestione ed erogazione di eervizi socio-assistenziali in Gruppo Appartamento, a favore di minori sottoposti a provvedimenti dell’autorità giudiziaria. Un sistema che è caratterizzato ed organizzato funzionalmente come struttura educativa residenziale di tipo familiare, per accogliere minori a rischio sociale (disadattati, devianti, caratteriali, con carenze educative genitoriali ecc.) per i quali si rende necessario un valido sostegno per rispondere ai bisogni sociali, affettivi, relazionali e cognitivi.

La modifica prevede una migliore reciprocità amministrativa, un controllo più efficiente da parte del Dipartimento e settore welfare sulle attività dei Gruppi Appartamento, in particolare su una migliore specifica individuazione dei minori da inserire nei programmi delle strutture stesse. Sarà quindi il Dipartimento della Regione Calabria ad aver maggiore controllo sulle attività svolte dalle predette strutture, volto a colmare vulnus normativi e applicativi finora presenti.

Nel secondo caso, si adotta e si definiscono le risorse per il Piano di contrasto alla povertà, triennio 2021-2023 poiché sono a disposizione somme rilevanti sulle quali la Regione è impegnata nell’individuazione dei migliori canali per il raggiungimento dell’unico obiettivo di offrire un supporto a coloro i quali manifestano reale necessità di aiuto economico.

Novità anche per il ruolo del caregiver familiare, al quale viene riconosciuto formalmente il ruolo e l’impegno di cura, come componente informale ed essenziale del sistema dei servizi sociali, sociosanitari e sanitari. Saranno i caregiver i destinatari diretti, secondo precisi requisiti, delle misure attive a loro sostegno. In tal senso sono disponibili risorse per 791.211,91 euro che saranno ripartite per ciascun Ambito territoriale.

«Sono davvero soddisfatta di questa giornata – ha dichiarato l’assessore Staine – per l’approvazione e deliberazione dei provvedimenti che ho proposto in Giunta. Si tratta di tre aspetti fondamentali che riguardano migliaia di famiglie calabresi in difficoltà sia sotto l’aspetto economico, sia sotto quello sociosanitario».

«Tutto questo – ha aggiunto Staine – è solo un primo passo verso quella che sarà una svolta importante per il sistema complessivo del welfare in Calabria, anche se non è privo di ostacoli. Nel nostro caso ogni attività sarà studiata con la massima cura, quella che richiede un settore perennemente in affanno». (rcz)

CARIATI (CS) – Welfare, attivato il Pronto Intervento Sociale

È stato attivato, a Cariati, il Pronto Intervento Sociale. Si tratta di un’equipe multidisciplinare per un anno intero sarà punto di riferimento per minori, vittime di violenza, vittime di tratta, persone non autosufficienti e adulti in difficoltà. Si rafforza la rete dei servizi rivolti alle persone in situazioni di grave deprivazione materiale o senza dimora o in condizione di marginalità estrema.

Lo ha reso noto il sindaco, Filomena Greco, esprimendo soddisfazione, insieme all’assessore alle politiche sociali Rosaria Bianco, per l’avvio di questo mnuovo servizio che lavorerà a stretto contatto e a supporto dell’equipe Fondo Povertà che si arricchisce, quindi, di un assistente sociale, uno psicologo infantile, un educatore professionale, un mediatore linguistico culturale, un amministrativo rendicontatore ed un avvocato.

Situazioni di grave povertà/povertà estrema che costituiscono grave rischio per la tutela e incolumità psico-fisica della persona; situazioni di abbandono o grave emarginazione con rischio per l’incolumità della persona e/o di grave rischio per la salute socio-relazionale, in assenza di reti familiari e sociali. Sono, questi, nello specifico i bisogni per i quali sarà possibile rivolgersi al Prins, operativo durante gli orari e giorni di chiusura dei servizi sociali territoriali di riferimento, oppure come intervento specialistico sempre attivo.

Le richieste o le segnalazioni di emergenza sociali potranno essere segnalate attraverso una centrale operativa di emergenza. L’operatore disponibile fornirà una pronta risposta telefonica e, se necessario richiederà un immediato intervento sul posto coinvolgendo i servizi specialistici. In seguito l’Unità Mobile intervenuta aggiornerà il Servizio Sociale Professionale e i referenti dell’ambito.

Le attività di Prins si articoleranno attraverso l’accoglienza delle richieste di emergenza; l’ascolto e lettura del bisogno attraverso operatori della centrale operativa; la valutazione del bisogno ed attivazione dell’intervento attraverso l’Unità di strada (UDS); l’invio/segnalazione ai servizi competenti per l’eventuale presa in carico; l’attivazione di interventi di collocamento in strutture di accoglienza per situazione di particolare gravità ed emergenza indifferibile.

Il Servizio opererà in maniera integrata con tutti i servizi territoriali ed in particolare con i servizi sociali, i servizi sanitari (ospedali, CIM, SERT); le forze dell’ordine; gli enti del terzo settore (strutture di accoglienza) ed i centri antiviolenza. (rcs)

Welfare, la Regione approva due libere per recupero e il reinserimento delle persone detenute e la famiglia

«Sono felice di annunciare due importanti provvedimenti che riguardano il recupero e il reinserimento delle persone detenute e la famiglia», ha annunciato l’assessore regionale al Welfare, Emma Staine, a seguito dell’approvazione, da parte della Regione, di due delibere per il Welfare.

Si tratta, nello specifico, dell’istituzione di una Cabina di regia, presieduta dall’assessore regionale al Welfare, per coordinare un sistema integrato di interventi e servizi sociali per il reinserimento delle persone sottoposte a provvedimenti limitativi o privativi della libertà personale dall’Autorità giudiziaria. Poi, il via libera ai criteri e alla modalità di utilizzo del Fondo statale per le politiche della famiglia 2022, che ammonta ad euro 1.233.000,00 per la Calabria, per interventi volti a sostenere la famiglia nei diversi ambiti, che spaziano dalla promozione di politiche familiari, alla conciliazione dei tempi di vita e di lavoro, alle attività a favore della prima infanzia e delle responsabilità genitoriali.

«Un doveroso ringraziamento alla senatrice Tilde Minasi che ha iniziato il lavoro che oggi ho l’onore di proseguire – ha aggiunto Staine –. Le due delibere rappresentano il prosieguo di progetti avviati, ma è necessario portare nuove idee per valorizzare i settori di mia competenza, con il supporto di tutti gli strumenti disponibili. Per il mio assessorato l’impegno primario è quello di tutelare le fasce deboli, e so che avremo la possibilità di lavorare in sinergia con tutto il terzo settore che in Calabria rappresenta una risorsa straordinaria».

«La pandemia, la guerra e la crisi economica hanno portato le famiglie a vivere una complessità di disagi che meritano un’attenta analisi e un progressivo aumento del numero di famiglie multiproblematiche – ha concluso –. L’obiettivo è quello di evitare che le famiglie, che finora hanno resistito, sprofondino in una situazione di difficoltà e che quelle più fragili non peggiorino la loro condizione». (rcz)

RAPPORTO INPS: LA FOTOGRAFIA DI UN SUD
CHE VEDE ANCORA PARTIRE I SUOI GIOVANI

di PIETRO MASSIMO BUSETTA – «Abbiamo speso circa 60 miliardi di euro per prestazioni Covid  (cassa integrazione, bonus per gli autonomi). Noi continuiamo a dire che il 65% del reddito ,di cittadinanza va al Sud, ma dimentichiamo di dire che il 70% delle prestazioni Covid sono andate al Nord». Così il presidente dell’Istituto Pasquale Tridico, alla presentazione del 21º rapporto annuale Inps

E l’assegnazione delle risorse per il Covid è un indicatore utile a capire quello che avviene per qualunque altra  forma di strumenti di welfare nel nostro Paese. Una voce di verità nella confusione di dichiarazioni, ma le  denunce di assegnazione di reddito di cittadinanza a criminalità organizzata o in generale a gente che non avrebbe diritto fanno sì che la levata di scudi verso questo strumento stia divenendo generalizzata.  Ma a chi dice che in un anno e mezzo hanno truffato allo Stato quasi 15 milioni di euro, ricordo che gli evasori ne sottraggono 150 miliardi nello stesso tempo.

A maggior ragione è stato criminalizzata da quando si è ritenuto abbia influito pesantemente nell’indirizzare consenso verso l’unica forza politica che lo ha difeso in modo assoluto, quel Movimento Cinque Stelle che evidentemente da esso ha ricavato un consenso generalizzato, soprattutto nel Sud.  Ma il tema è che in tal modo si butta a mare il bambino con l’acqua sporca. Infatti sono tutti a puntare il dito verso uno strumento, che si ritiene nell’immaginario collettivo dia l’opportunità a chi non vuol lavorare di farsi mantenere e che fondamentalmente porta ad indicare il Mezzogiorno come un’area di nullafacenti o perlomeno aspiranti a tale condizione.

 Si dimentica che negli ultimi 10 anni si sono trasferiti al Nord oltre 1 milione di lavoratori, per avere un progetto di futuro, che evidentemente al Sud mancava e che  quindi accusare gli abitanti di una realtà di poca voglia di lavorare, visto che sono disponibili a sradicarsi, mi pare poco generoso.

E ci vuole poco a passare dall’accusa ai percettori del reddito di cittadinanza alla generalizzazione nei confronti di un Sud che si accusa chieda soltanto di essere assistito e che non vuole assolutamente lavorare.  Le prime modifiche sul reddito cittadinanza, che portano all’esclusione da tale strumento non appena si rifiuta una seconda offerta di lavoro anche a distanza di 2000 km, fanno capire bene verso che quale direzione   si indirizzerà una possibile nuova modifica.

Sarà, se non quella di eliminarlo nei confronti di chi va dai 18 ai 59 anni, quella di sottrarre  il sussidio non appena si rifiuta la prima offerta di un posto di lavoro in qualunque parte d’Italia esso si trovi. Dimenticando che quando ci si sposta da una propria realtà ad un’altra distante, a parte il costo individuale e sociale del taglio delle radici nei confronti delle proprie origini, al depauperamento della realtà di provenienza, che peraltro ha speso risorse importanti spesso per formare gli individui, comporta la creazione di nuovi poveri, soprattutto nella prima fase, quella nella quale la remunerazione ottenuta non consente nemmeno il soddisfacimento dei bisogni essenziali dell’individuo. 

Tale riflessione è confortata dal fatto che da quando esiste lo strumento moltissimi rinunciano ad un posto di lavoro, anche a tempo indeterminato, quando questo si presenta ad una distanza tale per cui tutta una serie di costi, che magari nel luogo di residenza sono inesistenti, come quello per esempio della casa, sono invece  da affrontare.  Per cui quello che poi rimane, dopo che si è proceduto a soddisfare i bisogni essenziali, è il nulla  se non si è nella condizione addirittura di chiedere l’aiuto delle famiglie di origine. 

Ma l’altro aspetto sul quale si ha difficoltà a riflettere è quello messo in evidenza proprio dal presidente Tridico. Dimentichiamo spesso che, facendo tutti i conti e mettendo insieme tutte le risorse che vengono destinate alle diverse parti del Paese,  la spesa pro capite destinata al Sud è sempre di gran lunga inferiore di quella destinata al Nord. 

D’altra parte è ovvio che ciò accada.Tutti i sistemi di welfare, che si tratti di cassa integrazione ma anche delle pensioni quando queste non vengono calcolate, come è stato fino a poco tempo fa,  col sistema retributivo, non possono che portare a delle contribuzioni da parte dello Stato, maggiori per il Nord. Infatti, essendo per esempio il numero di pensionati di gran lunga più elevato nelle aree del Nord è evidente che portano ad una spesa  maggiore, in una discrasia tra aree territoriali, oltre che tra generazioni. 

Sia le une e le altre vengono penalizzate ovviamente da sistemi che favoriscono coloro che sono all’interno del sistema. E coloro che non lo sono, si chiamino giovani ancora non entrati nel mercato del lavoro del Nord e del Sud, ovviamente maggiormente del Sud, considerato che il lavoro è più difficilmente a disposizione in tali aree, e soggetti che nel mercato del lavoro non sono mai entrati.

Se si considera che sono circa 3 milioni nel Mezzogiorno si capisce come la distribuzione del welfare sia assolutamente favorevole alle realtà del Nord. Dimenticare poi che molti dei servizi sociali  sono  distribuiti in modo difforme nelle varie parti del Paese ci fa vedere la realtà con una lente distorta. Non avere la mensa scolastica per esempio per le famiglie è un costo ulteriore che esse affrontano, così come non avere un servizio pubblico di mobilità, come avviene in molte parti del Sud, comporta un costo aggiuntivo che spesso non viene evidenziato. 

Non è casuale infatti che vi sia grande difficoltà ad attuare perfino i livelli essenziali di prestazione in tutte le parti del Paese, che sono rimasti inattuati per parecchi anni fino ad oggi. Quindi che lo strumento vada in qualche modo corretto, laddove ha manifestato evidenti storture, è evidente. Dimenticando peraltro che il problema non è quello di fare incontrare la domanda e l’offerta di lavoro, considerato che esiste un’offerta ma non vi è la domanda.

Lo strumento, certamente di civiltà,  va aiutato  da controlli adeguati che evitino che lo abbiano  coloro che non ne hanno diritto. Ma evidenziare continuamente le risorse che vengono destinate ad esso, dimenticando che vi è un welfare complessivo a favore prevalentemente del Nord, è un modo  distorto di raccontare la realtà. (pmb)

REGGIO – Seduta congiunta per trasporto persone con disabilità

Si è svolta, a Reggio, una seduta congiunta in cui i presidenti delle Commissioni Consiliari Pari Opportunità e Politiche Sociali, rispettivamente Teresa PensabeneCarmelo Romeo, hanno discusso sul tema del servizio di trasporto dei disabili.

Presenti in Commissione l’Assessore comunale al Welfare, Demetrio Delfino, il dirigente del Settore Francesco Barreca e il Direttore Amministrativo dell’ ATAM Giuseppe Basile, con altri funzionari dell’azienda partecipata.
Ad ora, il trasporto delle persone con disabilità verso le sedi scolastiche è svolto da Atam nelle ore mattutine come trasporto pubblico locale, mentre per il trasporto in orario pomeridiano verso i centri educativi e ricreativi viene  corrisposto da parte dell’amministrazione comunale alle famiglie dei bambini disabili un voucher a titolo di  rimborso spese.
«Questa misura adottata – hanno spiegato in una nota i Presidenti delle due Commissioni – non ha però registrato la soddisfazione della totalità degli utenti per cui, accogliendo la richiesta degli stessi cittadini, si è avanzata la proposta di rivedere e rimodulare il sistema di questo servizio sociale affinché sia un diritto effettivo  delle persone con disabilità».
«Il tema – si legge ancora nella nota dei due Presidenti – è stato trattato con  grande sensibilità da parte dell’ Assessorato ed accolto con chiara disponibilità dai vertici dell’Atam, tuttavia dalla discussione seria e puntuale, sono emerse delle complessità tecniche ed economiche che necessitano di analisi e approfondimento, di pianificazione e verifica di fattibilità,  della progettazione di un vero e proprio Piano di esercizio per Atam».
«Certamente – hanno proseguito Pensabene e Romeo – è emersa la volontà dell’Amministrazione comunale di affrontare adeguatamente la questione e ricercare la soluzione migliore per garantire  il diritto alla mobilità dei soggetti  disabili, diritto che è alla base della loro inclusione e integrazione, e al contempo perseguire un importante  servizio sociale che possa essere adeguatamente sostenuto sia dall’Amministrazione Comunale che dalla Società Partecipata. Un lavoro già avviato con precedenti incontri che richiede i necessari tempi tecnici per giungere a definizione in vista del prossimo anno». (rrc)

A San Roberto (RC) l’asilo innovativo che guarda al territorio

Interessante e significativo esperimento a San Roberto, a pochi chilometri da Reggio: un asilo pubblico, gratuito, con  una metodologia innovativa, volta a favorire la rinascita del territorio. 

L’asilo Noi con i bambini è in corso di realizzazione, all’interno del Comune di San Roberto, una struttura rivolta ai minori di prima infanzia di fascia 0-3 anni. che si rivolge a tutte le famiglie residenti nelle aree territoriali dei comuni di San Roberto e Fiumara e nelle frazioni dell’intera vallata (anche se ricadenti in altro Comune). L’intera area è sprovvista infatti di asili nido e le famiglie sono costrette ad abbandonare i centri abitati della vallata favorendo le strutture che ricadono in città.

Tale mancanza spesso ha impedito a molti bambini, specie i più fragili, la frequentazione di un ambiente formativo di base per almeno 3 anni.

‘Noi con i bambini’ rappresenta un progetto che intende offrire la possibilità di allargamento dell’offerta formativa a partire proprio dai più piccoli, coinvolgendo genitori e società civile, favorendo le nuove generazioni desiderose di riscatto.

L’asilo permetterà inoltre, per il Comune di San Roberto, in cui è presente una scuola dell’infanzia, di consolidare nel tempo un unico progetto formativo coerente che si svolge dalla prima infanzia alla preadolescenza.

Per la metodologia innovativa e il modello educativo che si intendono adottare è stato previsto il monitoraggio dell’Università di Padova. Si tratta di un approccio olistico al mondo del minore, monitorato costantemente e supervisionato dalla Mind4children – Spin-off dell’Università di Padova attraverso il coinvolgimento di professionalità che operano da tempo nelle problematiche sociali e di Enti partner di provata esperienza e competenza. Alla Cooperativa sociale “Libero Nocera”, Ente responsabile di progetto, compete il coordinamento delle azioni di progetto, il sostegno alla genitorialità, il sostegno ai bambini e agli educatori.

Il modello metodologico-didattico innovativo seguito sarà il modello B612 secondo cui occorre agire direttamente sull’area potenziale di sviluppo di ogni bambino mettendo al centro il ruolo delle emozioni nell’apprendimento, in un’atmosfera di serenità e accettazione anche dell’errore per poterlo facilmente superare.

A tale fine la Mind4children – Spin-off dell’Università di Padova si assumerà il compito di monitoraggio pedagogico e supervisione per l’applicazione del modello.

Il progetto, prevede inoltre un servizio di trasporto gratuito dei bambini dalla casa al nido e viceversa con autista e assistente.

Il nuovo asilo nido Noi con i bambini verrà realizzato all’interno del Comune di San Roberto nel plesso scolastico che accoglie scuola dell’infanzia, primaria e media con un’ala interamente dedicata ai bimbi.

Un asilo che nasce per difendere le aree più interne dallo spopolamento: la creazione di un asilo nido efficiente ha, dunque, anche lo scopo di mantenere la coesione sociale dei territori.

La proposta di Noi con i bambini, rappresenta quindi per il territorio metropolitano una forte innovazione sul piano sociale, culturale ed educativo che favorisce la costruzione di una grande comunità educante e includente e che intende salvaguardare, tutelare e difendere dallo spopolamento le aree più interne. (rrm)

Centri Diurni RC, Delfino: Regione anticipi avvio dell’iter per modifica dei regolamenti

L’assessore comunale al Welfare, Demetrio Delfino, chiarendo che «sulla vicenda dei centri diurni l’amministrazione comunale è stata consequenziale agli impegni assunti», ha ribadito l’appello alla Regione affinché anticipi l’avvio «dell’iter burocratico per la modifica dei regolamenti».

«Su un tema delicato come – ha evidenziato – questo è bene fare chiarezza definitivamente anche al fine di rappresentare la situazione in maniera chiara alle famiglie e all’intera comunità. Dopo numerose interlocuzioni con la Regione, all’ultimo incontro a Catanzaro alla presenza dei massimi vertici abbiamo già ottenuto la disponibilità da parte del settore politiche sociali regionale ad avviare l’iter per le modifiche al regolamento che come anticipato dai dirigenti si dovrebbero ufficializzare entro la fine di quest’anno».

«Per ciò che riguarda i due centri Lilliput e Girasole – ha proseguito Delfino – si specifica che gli stessi, al momento, non hanno nessuna autorizzazione senza la quale non può essere esercitata alcuna attività e ciò purtroppo è previsto inderogabilmente dal regolamento regionale numero 22 del 2019. A tal riguardo, nel corso della riunione svoltasi a Catanzaro, è stata prospettata la soluzione di fare richiedere l’autorizzazione al funzionamento, temporaneamente, come “ludoteche” visto che i requisiti si avvicinano a quelli dei centri diurni. Questo nelle more delle modifiche del regolamento. Ad oggi però nessuno dei due centri ha presentato richieste in tal senso».

«Per quanto riguarda gli altri due centri in questione, Solaris e Skinner – ha detto ancora Delfino – essi invece hanno già l’autorizzazione al funzionamento e sono stati iscritti nell’elenco delle strutture socio assistenziali, e pertanto gli stessi possono continuare a lavorare a beneficio degli utenti, limitatamente al numero previsto dall’autorizzazione. Se ad oggi non intendono continuare il servizio evidentemente sono altre le loro valutazioni».

«Infine – ha precisato l’assessore al Welfare – si coglie l’occasione per rendere noto che con il decreto n.73/2022 di fine giugno è stato finanziato il potenziamento delle attività dei centri estivi che già stanno operando sul territorio. Gli organismi gestori potranno quindi beneficiare dei contributi per l’abbattimento delle rette di frequenza».

«Da qui a qualche giorno – ha concluso – il Comune di Reggio Calabria pubblicherà il relativo avviso pubblico. Per i motivi che ho evidenziato è evidente che l’amministrazione si è mossa per tempo e qualunque ulteriore rimostranza nei nostri confronti è da ritenersi strumentale oltre che inutile». (rrc)

Welfare, l’assessore comunale Delfino: Tutelare chi è rimasto indietro

L’assessore alle Politiche Sociali del Comune di Reggio Calabria, Demetrio Delfino, ha analizzato a 360 gradi l’ultimo anno di un settore «molto impegnato per alleviare le difficoltà ed i bisogni delle persone più fragili o che meritano una speranza, un’opportunità ed il giusto riscatto dopo anni difficili».

«L’obiettivo più importante raggiunto – ha affermato – è sicuramente l’approvazione in consiglio e, quindi, alla Regione ed all’Asp, del Piano sociale di zona comunali che, finalmente, ci consente di mappare, insieme alle associazioni del Terzo settore, alle cooperative ed a quanti operano sul campo conoscendo la materia sicuramente più di noi, le emergenze su ogni singolo quartiere così da consentire all’Ente di predisporre le contromisure utili ad aggredire e risolvere i problemi. È uno dei punti focali delle linee di mandato programmate dal sindaco Giuseppe Falcomatà e che, adesso, vede raccogliere i primi frutti un’operazione fondamentale per il tessuto sociale cittadino».

Altro impegno mantenuto, riguarda i Progetti di utilità collettiva rivolti ai percettori del Reddito di cittadinanza: «Dal primo ottobre sono stati coinvolti 300 cittadini per 15 progetti. Il programma prosegue per manutenere i cimiteri, il verde pubblico e per far ripartire il tapis-roulant di via Giudecca. In questo ultimo caso, saranno 16 i percettori di reddito che si prenderanno cura della struttura, nei tratti in funzione, garantendo anche il servizio di videosorveglianza».

Fra gli impegni mantenuti rientra, ancora, il nuovo bando per l’Assistenza educativa che «va a migliorare le condizioni dei lavoratori come contratto, tariffa e profilo di inquadramento». Con l’estate, poi, soggetti deboli come gli anziani sono più esposti a raggiri e truffe: «È un capitolo molto delicato. In questi mesi, cresce il pericolo per quanti rimangono un po’ più soli e la solitudine fa brutti scherzi, aumentando le fragilità ed il disorientamento di fronte a chi, malintenzionato, si presenta con modi gentili provando a carpire dati, denaro e gioielli da persone sole. Per questo, stiamo preparando assemblee pubbliche per mettere in guardia gli anziani ed i loro familiari da questi pericoli».

«Trasmetteremo, il più possibile – ha spiegato – anche un videomessaggio con cittadini che raccontano loro esperienze negative. Ed è utile per tutti perché, in questi casi, la prudenza non è mai troppa. Nel materiale che distribuiremo dispenseremo, per esempio, alcuni consigli pratici: se andate in banca o alle Poste non fate sempre lo stesso percorso, non vi fermate all’uscita con sconosciuti, non siate punto di riferimento con le stesse abitudini, diversificare i vostri modi di fare ed agire. Questo è un progetto che parte da un avviso del Ministero dell’Interno che ha messo a bando fondi per le amministrazioni comunali. La nostra idea ha ottenuto un finanziamento di 45 mila euro».

L’assessore Delfino, quindi, promuove l’attività sui buoni spesa distribuiti nel periodo più difficile della pandemia e afferma come, attraverso delle piccole economie, «si proverà a prolungare, per quanto possibile, questo intervento».
Fra le emergenze da aggredire, secondo il delegato al Welfare, c’è sicuramente l’emergenza abitativa: «Dal lavoro congiunto tra i settori Politiche sociali e Patrimonio edilizio è nata l’Agenzia sociale per la casa” per mettere ordine su un comparto particolarmente complesso. Con l’Agenzia, dunque, proponiamo un ufficio che si occupa di tutto quanto concerne il bisogno abitativo di un nucleo familiare».

Un altro progetto importante è relativo al Bando “Reggio resiliente” che «ha dato una boccata d’ossigeno ai settori rimasti fermi durante la pandemia». «Attingendo dai fondi Pon inclusione – ha detto l’assessore Delfino – con 4,6 milioni stiamo facendo partecipare tutto il mondo delle associazioni, delle cooperative, delle realtà sportive con contributi, a fondo perduto, fino a un massimo di 100 mila euro. Questi fondi serviranno a realizzare interventi con ricadute dirette sul territorio. Nasceranno idee che, nel corso degli anni, dovranno camminare sulle proprie gambe. Noi abbiamo dato soltanto una spinta, come accaduto nel rione Modena-Ciccarello dove, grazie al bando “Reggio Resiliente”, oggi esiste un Centro di aggregazione sociale per i giovani che si incontrano, crescono e fanno comunità».

Un passaggio, l’assessore alle Politiche sociali, lo riserva alle strategie messe in campo per abbattere, una volta per tutte, l’abominevole fenomeno della violenza sulle donne: «Bisogna coinvolgere, soprattutto, gli uomini in un percorso di crescita e formazione che educhi a sentimenti giusti. Per questo, è necessario intervenire sui bambini, sin dai primi anni di asilo e scuola elementare, infondendo loro un’educazione sentimentale corretta. Ciò che, tuttavia, appare ancora difficile è portare le donne a denunciare. Spesso, infatti, ci troviamo di fronte a persone estremamente fragili, dipendenti, in tutto e per tutto, anche economicamente, dal loro aguzzino».

«Per invertire la tendenza – ha evidenziato – abbiamo provato a sfruttare una sovvenzione Inps per concedere un contributo alle donne vittime di violenza che denunciano. Fino ad esaurimento del finanziamento, proveremo a dare un conforto che permette di affrontare almeno le spese imminenti. La pandemia, purtroppo, ha generato violenza su violenza e c’è ancora tanto lavoro da fare».

«Fortunatamente – ha spiegato Demetrio Delfino – sul territorio esistono dei Centro accoglienza per donne, sono pochi ma per quel che sappiamo funzionano bene. Intorno a queste realtà, esiste un forte interesse generale. Di recente, le cronache ci hanno raccontato della bellissima iniziativa di artiste come Fiorella Mannoia o Laura Pausini che, con concerti di beneficienza, hanno raccolto una grossa somma devoluta a 5 centri in Italia, uno di questi è il centro “Angela Morabito” di Reggio Calabria. Ciò la dice lunga sulla qualità del lavoro di queste realtà che non sono sufficienti, ma vanno certamente supportate economicamente per poter espandere i propri servizi».

«La tutela delle fasce deboli – ha concluso l’assessore Demetrio Delfino – il far ritrovare la dignità a chi ha perso il lavoro, il diritto di cure adeguate non si possono mettere in discussione in una società democratica e civile. Sono dei diritti fondamentali della nostra Costituzione. Chi governa il Paese dovrebbe programmare in tal senso, mettendo in secondo piano altre cose». (rrc)

 

Centri diurni, il consigliere comunale RC Delfino: Bisogna modificare il regolamento regionale

L’assessore comunale al Welfare di Reggio Calabria, Demetrio Delfino, ha evidenziato le gravi criticità della normativa regionale in vigore, che vede costretti quattro centri diurni a interrompere le loro attività e chiesto all’assessore regionale al Welfare, Tilde Minasi, la convocazione di un tavolo tecnico di concertazione.

Un tavolo, che vede il coinvolgimento dello stesso assessorato regionale, dei dirigenti della Regione Calabria, del Terzo Settore, dei sindacati e naturalmente del Comune di Reggio Calabria, affinché si faccia chiarezza sulle modalità di applicazione del regolamento e sulle possibili modifiche chieste a gran voce dal terzo settore.

Per Delfino, infatti, si tratta di una vicenda «estremamente grave, perché si tratta di servizi necessari e irrinunciabili per la comunità cittadina, per le famiglie e per le fasce più fragili della popolazione. Non meno allarmante è poi la questione occupazionale che si lega a tale situazione, poiché lo stop a questi servizi significa mettere a rischio numerosi posti di lavoro in un contesto sociale come quello reggino, già particolarmente debole sotto questo profilo».

Tutto nasce dal processo di riforma del settore Welfare di qualche anno fa, ricorda infatti Delfino, «e poi incorniciato nella Legge regionale 503 a cui fece seguito il regolamento regionale n.22 del 2019. Una disciplina che ha imposto alle strutture del settore, tutta una serie di vincoli e prescrizioni estremamente rigorose rispetto a quello che era il modus operandi precedente. Parliamo ad esempio del numero dei bagni presenti all’interno delle strutture, del numero dei metri quadrati per utente, dell’eliminazione e integrazione di determinate figure professionali, solo per citare alcuni dati».

Un complesso di norme e vincoli, dunque, che ha inciso pesantemente in modo particolare su quelle realtà che non hanno la possibilità di conformarsi a tali prescrizioni in tempi rapidi, ad esempio adeguando i locali a loro disposizione o individuando una struttura più ampia che ovviamente richiederebbe investimenti ancora maggiori. Inoltre, si è anche verificato, in conseguenza di tale regolamento, la diminuzione del monte orario settimanale di alcune figure professionali e pertanto a fronte della stessa utenza molte realtà hanno visto diminuire il loro personale.
Rispetto a questo quadro così complicato, in cui tra le altre cose si intersecano anche i due anni di pandemia, «il Comune – ha sottolineato Delfino – ha fatto fronte alle esigenze dei centri diurni per minori operando in proroga rispetto alla normativa regionale, dunque assumendosi una grande responsabilità con l’obiettivo di offrire una soluzione “ponte” temporanea agli operatori in difficoltà. Oggi, con la legge ed il regolamento regionale operativi e il Piano di zona pienamente attuativo, dopo l’ultima proroga terminata lo scorso 30 giugno, non è più possibile autorizzare strutture che non hanno i requisiti previsti dalla vigente normativa regionale».
La richiesta fatta dall’assessore, inoltre,  «ha fatto registrare da parte dell’assessora Minasi, la pronta apertura e la piena disponibilità al confronto. In quella sede, peraltro, – ha concluso Delfino – avremo anche modo di valutare una strada che consenta di far fronte alla inevitabile fase di stallo che si verrà a creare nell’immediato, in attesa che si avvii il processo di modifica del regolamento regionale». (rrc)