IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO REGIONALE AVVISA IL POTERE CENTRALE: NON ESISTE LA CLAUSOLA DI SUPREMAZIA;
Il ministro Francesco Boccia

Tallini: «Il governo rinunci a prove di forza»
Con l’ostilità si lede l’autonomia delle Regioni

L’annunciata diffida del ministro per la Regioni Francesco Boccia alla governatrice della Calabria Jole Santelli per l’ordinanza che autorizza l’apertura anticipata (facoltativa) di bar e ristoranti sta creando non pochi imbarazzi. Decisa la reazione del Presidente del Consiglio regionale Mimmo Tallini che ricorda al ministro che in Italia  non esiste la “clausola di supremazia” che consente al potere centrale di sospendere l’autonomia delle Regioni. «Non ci faremo piegare – dice Tallini – risponderemo con altrettanta fermezza».

È determinato Tallini e non usa mezze misure, per difendere l’operato della Presidente: Il governo rinunci alla prova di forza, all’esibizione muscolare, persegua la strada del dialogo e della leale collaborazione. Non vada oltre alla diffida, altrimenti aprirà un conflitto molto duro non tanto e non solo con la Regione Calabria, quanto con tutto il sistema delle autonomie regionali su cui si fonda la nostra Repubblica. Al ministro per gli affari regionali Boccia, che in queste ore sta parlando irresponsabilmente di un atteggiamento della Calabria ‘ostile al Governo’, debbo ricordare che in Italia non esiste la ‘clausola di supremazia’ che consente al potere centrale di sospendere l’autonomia delle Regioni. Se insisterà sulla linea dura, se cercherà di introdurre in maniera subdola una forma di ‘clausola di supremazia’ a colpi di ricorsi, sappia che non ci faremo piegare e risponderemo con altrettanta fermezza.

La Calabria è stata in questi difficili mesi estremamente responsabile, anzi ha messo una pezza agli incredibili errori commessi dal Governo centrale, come l’assurda diffusione in anticipo della bozza del DPCM che chiudeva tutto il territorio nazionale, dando sfogo ad un esodo che avrebbe potuto essere devastante. Avremmo potuto ricorrere alla giustizia ordinaria, invocare il reato di procurata epidemia per il  Consiglio dei Ministri, abbiamo invece scelto la leale collaborazione e il dialogo. Se oggi la nostra Regione è quella che ha la minore incidenza in rapporto alla popolazione, vuol dire che i calabresi hanno fatto buon uso della loro autonomia».

Tallini fa propria la decisione di Jole Santelli di dare la possibilità di anticipare l’apertura di bar, ristoranti, trattorie e pizzerie  purché siano rispettate in pieno le misure di sicurezza imposte dai provvedimenti del Governo.   

«L’ordinanza della presidente Santelli – ha affermato Tallini – non si scosta dalla linea della responsabilità e si muove all’interno di una tendenza alla graduale riapertura del motore economico del Paese, dando anche un contributo al delicato passaggio alla fase 2. Anche il prof. Bassanini, che certo non appartiene all’area del centrodestra, ha ammesso che le Regioni non si sono distanziate più di tanto dalle indicazioni centrali. Rinuncino Conte e Boccia alla tentazione totalitaria e rispettino le scelte corrette e responsabili delle Regioni, intavolando un proficuo rapporto di collaborazione con i territori”.

All’indomani della firma dell’ordinanza, il presidente Tallini era stato abbastanza chiaro: «Io non la definirei l’ordinanza della discordia, ma della responsabilità. E tutti siamo concordi sulla necessità, soprattutto in questo frangente, di mettere da parte polemiche e strumentalizzazioni per consentire al Paese e in questo caso alla Calabria una ripartenza ordinata nella cosiddetta fase due. Rispetto – aveva detto Tallini – le valutazioni dei sindaci calabresi che, forse perché colti di sorpresa, hanno dovuto difendere posizioni che erano validissime fino all’altro giorno, ma occorre al contempo riconoscere che la presidente Santelli, sulla scorta dell’autonomia costituzionale  propria delle Regioni, non ha fatto altro che anticipare di qualche giorno le determinazioni assunte dal  Governo per riaprire l’Italia. Riaprire l’Italia – aveva sottolinea Tallini – non può voler dire, come erroneamente a mio avviso lascia intendere il Governo, che decisioni centralizzate debbano valere nello stesso momento e per tutti i territori che, invece, presentando evidenze epidemiologiche molto differenti, pur dentro una cornice di riferimento nazionale, debbono potersi organizzare sulla base della peculiarità sanitaria di riferimento. L’ordinanza emessa dalla presidente Santelli – secondo Tallini – è supportata da indici epidemiologici forniti dal Dipartimento Salute secondo cui la spirale infettiva in Calabria è quasi o del tutto bloccata e mira, altresì, a consentire al sistema economico e sociale, nonché a tutti i soggetti che in forza del Covid-19 hanno subito l’interruzione delle attività con enormi danni economici, di potersi approcciare al nuovo contesto che ci si prospetta sia con la prudenza che tuttora è richiesta che con il coraggio che esige ogni inizio dopo un trauma inedito e drammatico. Con  i sindaci io auspico che possa esserci presto un chiarimento e, insieme, la condivisione necessaria che tra la Regione e il sistema delle autonomia locali deve esserci, per indurre il Governo ad affrontare il ‘caso’ Calabria, fortemente critico prima della pandemia ed oggi ancor più acuito da nuove difficoltà, con un’attenzione non più sporadica e frammentaria, ma puntale e sistematica».

La realtà è che la Calabria, anche alla luce del dato eccellente di ieri (zero contagi, zero positivi) sta rivelando agli italiani che esistono percorsi difficili, ma concreti, per affrontare la difficile situazione: la scelta di chiudere tutto sta dando i suoi frutti e allo stesso modo la “facoltà” di riaprire in anticipo i locali pubblici (non c’è alcun obbligo) risponde a una logica che solo l’opposizione si ostina a non voler considerare. La scelta di anticipare le aperture, rispetto a quanto programmato dal Governo serve sia a sperimentare le criticità che il lento ritorno alla normalità potrebbe mettere in evidenza, sia per “premiare” i calabresi che hanno accolto e rispettato, pur con tanti sacrifici, gli obblighi di isolamento imposti.

Bisognava offrire un minimo di fiducia, mostrare che la speranza di un rapido ritorno a una vita “quasi” normale non è illusoria.

È chiaro che i rappresentanti dell’opposizione, anziché proporre e suggerire correttivi e migliorie alla Presidente, si siano radicalmente schierati in una posizione “filo-governativa” che puzza troppo di anticipo di campagna elettorale. Il sindaco di Reggio Giuseppe Falcomatà, per esempio,  ha scatenato un inferno mediatico via social con una serie di categorici no all’ordinanza della Presidente della Regione, per poi “regalare” ai suoi cittadini una serie di “aperture”. Domani, lunedì 4 maggio, «riaprono parchi, ville e giardini pubblici – ha spiegato il sindaco di Reggio – in questi mesi ci siamo attrezzati, abbiamo fatto le manutenzioni ed anche negli ultimi giorni abbiamo intensificato le attività affinché i nostri spazi verdi riaprano nel migliore modo possibile». Sempre lunedì ripartono i lavori del waterfront e dall’8 riaprono i cimiteri, però con ingressi contingentati. La passeggiata – ha scoperto Falcomatà , previo chiarimento del Governo, è “attività motoria”, quindi si può fare la passeggiata sul Corso o sul Lungomare. Ma senza esagerare: ci vuole la massima cautela, il rischio di contagio resta ancora alto.

Pesante l’attacco di Pippo Callipo, lo stesso giorno delle prime timide riaperture. La Calabria – ha detto – si è svegliata nel caos. Non poteva essere altrimenti dopo l’ordinanza annunciata nella tarda serata di mercoledì dalla presidente della Regione che all’improvviso, dopo aver predicato chiusura per due mesi, ha disposto che nel giro di poche ore potessero avvenire molte riaperture». Secondo Callipo, «Tantissimi sindaci, alcuni dei quali esponenti di primo piano del centrodestra, hanno dovuto chiarire in fretta e in furia che nei loro Comuni restano in vigore le norme emanate dal governo. Il risultato è che si è creato un contrasto tra la Regione e il Governo, che ha già bollato come illegittime tali iniziative, e tra la stessa Regione e i Comuni. Proprio quello che andava evitato. Non era il momento di dare vita a conflitti istituzionali che generano solo confusione tra i cittadini e anche tra chi è chiamato a far rispettare le regole».

«Siamo tutti felici del fatto che la Calabria abbia una bassa incidenza di contagi – ha aggiunto Callipo – e siamo tutti convinti che sia necessario ripartire, anche in maniera differenziata e anticipata rispetto alle regioni più colpite. Ma bisogna farlo ponderando tutto nel dettaglio, dando indicazioni chiare ai cittadini ed evitando di prestarsi a dannose strumentalizzazioni politiche pianificate a Roma e non in Calabria. Se la Regione ha il conforto della comunità scientifica – prosegue il capogruppo di IRIC – lo renda noto e, a tale proposito, sarebbe utile conoscere il parere della nutrita task force nominata a supporto dell’Unità di crisi regionale. Non possiamo esporre ad eventuali rischi cittadini ed esercenti e non dobbiamo vanificare tutti i sacrifici fatti finora».

L’ha buttata più sulla politica il capogruppo regionale Pd Mimmo Bevacqua sostenendo che la Santelli fa il gioco della Lega pe rmettere in difficoltà il Governo: «Non si può giocare sulla pelle dei cittadini per tentare di fare da sponda a chi, come le Regioni del Nord, cercano di creare conflittualità tra i poteri dello Stato».

DI parere opposto il consigliere regionale Antonio De Caprio (Forza Italia): «Così come abbiamo frequentato i supermercati, senza creare focolai ulteriori, così come abbiamo frequentato banche e poste, tabaccherie, ripeto senza creare focolai ulteriori, ma anche Autogrill ecc. Ora è il tempo di dimostrare il vero senso di responsabilità rimettendo in moto ‘a mezzo motore’ l’economia, facendo riaprire con tutte le cautele espresse nell’allegato all’ordinanza alcune attività». De Caprio (Forza Italia) si è detto «assolutamente convinto di poter contare sul buon senso dei calabresi. Dunque – aggiunge – non si tratta di un liberi tutti, o di una strategia subdola per innescare una guerra tra poveri, così com’è stato detto da qualche imprenditore calabrese, ma di un grande senso di vicinanza che vogliamo dimostrare all’imprenditoria calabrese, di cui ci fidiamo e che, dopo mesi di stop, e le non risposte concrete da parte del governo, sono esausti e senza ormai più prospettive«.

«Non biasimo le reazioni del momento, dopo mesi chiusi a casa, avere un punto di vista condizionato da quanto vissuto in questi due mesi, è normale. Ma vorrei ricordare a tutti i sindaci calabresi che in queste ore stanno manifestando la loro disapprovazione per l’ordinanza della Presidente Santelli, che non possiamo essere equiparati agli altri, non possiamo consentire che la gente si ritrovi a contrastare un fallimento alle porte, non possiamo permettere che ci si trovi di fronte ad una crisi economica ulteriormente aggravata da un governo che si è trincerato nelle stanze senza dare risposte effettive. Abbiamo una responsabilità più ampia, abbiamo famiglie alla fame, ostaggio del terrore che tutto ciò ha generato, e non vorrei domani dover parlare delle vittime dell’economia oltre che del Coronavirus. Ora bisogna aver fiducia in noi stessi, guardinghi, con la contezza che il nemico può essere dietro l’angolo e che solo i comportamenti responsabili possono contrastarlo, è necessario ripartire! È necessario fin da ora imparare a convivere con il virus».

Anche il consigliere regionale Domenico Giannetta  (anche lui di Forza Italia) ha stigmatizzato la reazione negativa di numerosi amministratori locali: «Sorprende – ha detto – il grido di scandalo dei detrattori dell’ordinanza, gli stessi che fino a un giorno fa inveivano contro le misure restrittive e reclamavano la ripartenza. Evidentemente  – sottolinea Giannetta – si sottovalutano i calabresi che, cosi come, con encomiabile senso civico e intelligenza sociale, hanno saputo sopportare le limitazioni alla propria libertà personale e di impresa, arginando, di fatto, il propagarsi dell’epidemia, allo stesso modo sapranno gestire questa fase prodromica alla ripartenza. Che anche in Calabria sarà graduale e responsabile ed è stata in parte anticipata di pochi giorni». Giannetta (che dovrà fra breve decidere se andare alla Camera (al posto della dimissionaria Santelli per incompatibilità con la carica di presidente della Regione) o restare in Consiglio – non è tenero con la posizione dle Governo.: «Se se non inizia la ripartenza in Calabria, dove il dato dei contagi è estremamente rassicurante da giorni, da dove si vuole ripartire? Questo Governo Conte che va avanti da tre mesi a suon di Decreti del Presidente del Consiglio, con provvedimenti da più parti contestati per violazione dei principi democratici e del rispetto dei Diritti costituzionali, non può continuare a trattare tutte le regioni allo stesso modo solo per una rivendicazione politica di esercizio del potere”.

Secondo Giovanni Arruzzolo, capogruppo di Forza Italia in Consiglio regionale «“L’ordinanza di Jole Santelli è attenta, scrupolosa alle necessità sanitarie, basata su evidenze scientifiche. In Calabria il virus non sta circolando, da due settimane il numero dei nuovi contagi giornalieri è praticamente azzerato nonostante un numero elevatissimo di tamponi. La Regione ha gestito in modo egregio l’emergenza sanitaria raddoppiando i posti letto nei reparti di terapia intensiva, dove oggi abbiamo soltanto 6 ricoverati, pari al 3% della capienza regionale. Ci sono quindi tutti i margini per ripartire prima rispetto alle altre Regioni in cui purtroppo la situazione non è ancora rosea. Alcuni governatori del Nord – sottolinea ancora il capogruppo – stanno discutendo con il Governo di riaperture analoghe lì dove lo scenario epidemiologico è ancora grave e sarebbe scandaloso che quest’esecutivo si mettesse ancora una volta contro il Sud, contro i deboli, continuando a perpetuare errori che hanno conseguenze drammatiche sui territori. La Calabria non può certo aspettare che l’epidemia finisca anche a mille chilometri di distanza per ripartire».

Il vicepresidente del Consiglio regionale Nicola Irto ha, invece, ribadito la posizione intransigente di tutta l’opposizione: «La Presidente della Regione ritiri un’ordinanza sbagliata da tutti i punti di vista e già sconfessata da tantissimi sindaci anche della sua parte politica. Fino a 24 ore fa in Calabria non doveva tornare nessuno, neanche i ragazzi fuori sede, oggi si aprono bar e pizzerie. In una situazione così grave non si fa strategia politica sulla pelle delle persone».

Il capogruppo di DP, Giuseppe Aieta, ha  affidato a un messaggio video su Youtube il suo dissenso: https://youtu.be/4qUJD2OTEAY. (rp)