I sindaci di Acquappesa e Guardia Piemontese, Francesco Tripicchio e Vincenzo Rocchetti, tramite una nota stampa hanno voluto fare delle precisazioni in merito all’incontro avvenuto lo scorso 7 dicembre per la “mancata” riconsegna dei beni delle Terme Luigiane dopo la sentenza del Tar della Calabria per via delle “condizioni” poste.
I due primi cittadini, infatti, hanno ribadito che «non ci sono condizioni:le Amministrazioni comunali hanno convocato la SATECA per la riconsegna dei beni, lo hanno scritto ad inizio verbale e lo hanno ribadito a chiusura dello stesso. Le Amministrazioni comunali si sono limitate, unicamente – hanno spiegato – a precisare le condizioni d’uso del compendio e delle sorgenti alla stregua della sub-concessione esistente che il Tar Calabria ha ritenuto – fermo restando il diritto dei Comuni di proporre appello avverso tale sentenza, come sarà fatto – tuttora vigente sino alla “individuazione del nuovo sub-concessionario” ma precisando che “non potrebbe comunque che essere regolato dalle pattuizioni che avevano regolato il rapporto di sub-concessione tra le parti”».
«Così la sentenza – hanno proseguito –. E non v’è dubbio (sfidiamo, sul punto, i raffinati interpreti del diritto, sia pubblici che anonimi) che la sub-concessione regola lo svolgimento delle attività unicamente nel compendio. Non v’è incertezza, ancora, che: lo stabilimento “S. Francesco”, all’interno del compendio, risultasse vuoto ed inutilizzato al momento dell’apprensione: alle farneticazioni altrui rispondiamo con le riprese audio-video effettuate quel giorno anche, peraltro, dal personale della Questura di Cosenza»;
E ancora, «che i beni del compendio e delle sorgenti termali erano e sono (salvo gli interventi, tutti documentati, eseguiti nel frattempo dalle Amministrazioni comunali) in grave stato di abbandono ed in assenza di manutenzione che, per sub-concessione, gravava e grava su Sateca; che i lavori e gli interventi eseguiti dai Comuni avrebbero dovuto essere effettuati, negli anni, da Sateca, sempre in ossequio alla sub-concessione e che, quindi, come per ogni fattispecie di questo tipo, devono essere risarciti da chi non li ha eseguiti (Sateca) a chi li ha eseguiti in suo danno (i Comuni), tanto al pari di tutte le altre spese richieste».
«I cittadini – hanno spiegato Tripicchio e Rocchetti – e ben comprendono che queste non sono ‘condizioni’ bensì precisazioni – peraltro già annunciate alla società a mezzo diffida inviata nei giorni antecedenti ma taciuta dalla stessa – perché, ove fossero state tali, nel verbale avrebbero scritto “si riconsegna a condizione che…”».
«Nulla di tutto questo – hanno detto ancora – se non la volontà, ripetuta e manifestata, di riconsegnare i beni in data 7 dicembre 2021 e, immediatamente, ribadita con convocazione per il giorno 17 dicembre 2021 sempre per la riconsegna. La società, del resto, se avesse voluto – anche a tutela dei “250 lavoratori” (i quali, però, sono sempre, poco meno di 20 a ogni ‘incontro’) – avrebbe potuto riprendere i beni e contestare, nelle dovute sedi, le richieste dei Comuni ma nel frattempo riprendere le attività».
«Avrebbe potuto, appunto – si legge nella nota – ma non lo ha fatto perché, in verità, non ha alcuna voglia di rispettare la sub-concessione e pretende, esclusivamente, di esercitare l’attività al di fuori del compendio nel proprio stabilimento che con l’interesse pubblico termale non ha nulla a che fare».
«Le Amministrazioni comunali – che perseguono l’interesse della collettività e non quello dei sindaci – hanno sempre rispettato la legge e non intendono sottrarsi all’esecuzione di una sentenza (fermo restando il diritto di impugnazione) tanto da aver convocato la società per la riconsegna dei beni; le stesse, tuttavia, non intendono più tollerare l’esercizio di attività al di fuori del compendio ed in violazione della sub-concessione (ad effetti precari sino all’individuazione del nuovo sub-concessionario) perché la legge devono rispettarla tutti: Comuni, società e lavoratori».
«Per le medesime ragioni le Amministrazioni comunali ed i loro legali agiranno, in ogni sede, per l’accertamento e la punizione dei responsabili di tutte le fattispecie delittuose consumatesi in questa vicenda, da ultimo nella giornata di ieri» hanno concluso. (rrm)