Dopo le criticità registrate in Calabria e, più specificamente a Reggio, nella somministrazione dei vaccini, il dottor Eduardo Lamberti Castronuovo, direttore dell’Istituto clinico De Blasi di Reggio ha messo a disposizione – a titolo completamente gratuito – la propria struttura, incluso il personale medico e infermieristico per la somministrazione delle vaccinazioni antiCovid. Il medico reggino ha inviato la comunicazione di disponibilità della struttura lo scorso 25 febbraio, con una lettera spedita al Presidente del Consiglio Mario Draghi, al ministro della Salute Roberto Speranza, al presidente ff della Regione Calabria Nino Spirlì, al dirigente generale del Dipartimento salute Francesco Bevere, al prefetto di Reggio Massimo Mariani, al sindaco Giuseppe Falcomatà, e al direttore dell’Asp Sandro Giuffrida, attuale responsabile del reparto vaccinazioni.
Nella sua lettera il dott. Lamberti Castronuovo ha tenuto a specificare che la sua struttura, come peraltro noto al Dipartimento Salute, è in possesso dei requisiti necessari, tra cui anche la disponibilità di un congelatore a -80° di adeguate dimensioni.
In qualsiasi altro posto del posto l’offerta, ripetiamo a titolo gratuito, di una struttura adeguata e attrezzata per le vaccinazione, sarebbe stata accolto nel giro di pochi istanti: a Reggio sono già passati sei giorni e nessuno ha sentito il dovere di farsi sentire, anche soltanto per dire “non ci interessa” (e in questo caso sarebbe il caso di domandare “perché?”).
C’è una strana gestione della cosa pubblica in Calabria: sempre più spesso, purtroppo, si registra, continuano a prevalere rivalità, simpatie e antipatie, utilizzando la regola del dispetto personale. È semplicemente scandaloso che in una fase emergenziale come quella attuale, nessuno senta il dovere di accogliere la disponibilità – gratuita! – di una struttura clinica pronta all’uso e, sicuramente, utile per snellire le somministrazioni del siero.
Il sindaco Falcomatà, nei giorni scorsi, ha fatto un sopralluogo al CeDir dove sarà attrezzata un’ala da destinare alle vaccinazioni, ma evidentemente preferisce ignorare l’opzione di utilizzo immediato che Eduardo Lamberti Castronuovo ha offerto per amore della città.
Ma per il piano vaccinale si è pensato alle altre opportunità di locali disponibili in città? Tanto per fare un esempio, il Teatro Comunale, che ha un ampio foyer, ed è al centro della città, visto che è inutilizzato, potrebbe diventare un centro vaccinale. Come si può pensare – al di là della disponibilità delle dosi – di vaccinare il 70% della popolazione, quando la disorganizzazione è totale e non si affronta con determinazione il problema delle somministrazioni? A pensar male si fa peccato – diceva Andreotti – ma spesso ci s’azzecca… (s)