di FRANCO CIMINO – In politica, e vieppiù nell’attività delle pubbliche amministrazioni non conta chi abbia ragione e chi non. Non serve soltanto misurare il tempo dei presunti ritardi nel raggiungimento degli obiettivi. Conta solo che un’idea si realizzi, un’opera venga prodotta. Specialmente, se da lungo tempo attesa. Conta, nelle istituzioni offerte al consenso elettorale, che le promesse, appunto elettorali, vengano mantenute, quale atto anche di manifesta moralità pubblica, ché è la prima forma di onestà di quanti, improvvisati o lungamente “impegnati”, chiedono il voto per essere eletti. Salutiamo, pertanto, io credo tutti i cittadini, con gioia la “conquista del Cinema Orso, “l’antico cinema” di Marina. Conquista, sì, di un bene, che, per la sua storia straordinaria, è di fatto, prima ancora di qualsiasi riconoscimento formale, un bene pubblico, sul significato del quale non sto qui ovviamente a soffermarmi. Ieri il Consiglio Comunale ha compiuto un bel dovere con quel necessario senso del dovere che dovrebbe caratterizzare ogni atto politico e amministrativo. Peccato che su quel tema vi sia stata una discussione troppo verbosa e a tratti strumentale. E peccato che su una questione finemente sensibile non si sia realizzata l’unità dell’intera Assemblea.
Una particolare e più fine unità che avrebbe dovuto, a mio avviso, manifestarsi anche con l’approvazione di un documento consiliare che invitasse il privato, che legalmente e onestamente di certo ha acquisito quel “rudere” (??), a cedere, dinnanzi a interpretazioni “giudiziarie” e a una forte scelta politica (il Consiglio Comunale rappresenta l’intera Città), naturalmente dietro immediata restituzione della somma per l’acquisto, quel che per noi è il Cinema a Marina. Non conosco l’imprenditore in questione, ma sono certo che se il Sindaco glielo chiedesse apertamente, rinuncerebbe a continuare un’impresa legale, con relativo dispendioso contenzioso. Un’impresa che, tra l’altro, a lui non restituirebbe il bene dell’acquisto, ma soltanto arrecherebbe un ulteriore danno alla Città e a Marina, per il blocco lunghissimo che nuovamente si “abbatterebbe” su quel “rudere”, sempre più brutto alla vista e sempre più pericoloso per la viabilità e per i passanti. Ci sono ancora imprenditori che vogliono bene a Catanzaro e sono certo che quelli di cui parlo sono tra questi. Che bello sarebbe se finalmente in Città si realizzasse questa sana e bella alleanza tra pubblico e privato!
Un’alleanza da far valere produttivamente nel prossimo futuro, quando arriveranno dall’Europa e dal Governo e dalla Regione, se si accorgesse del Capoluogo, risorse sostanziose per lo sviluppo della nostra realtà urbana. Sul Cinema Orso e sulle idee che possano riportarlo a essere uno strumento di crescita culturale ed economica della zona Sud, sul valore che assume il fatto che esso sia diventato un bene pubblico, torneremo a parlare presto. Oggi mi piace dire della mia gioia. Oggi mi piace sentirmi rappresentante della gioia collettiva, che nel silenzio “sociale” pur si sente. Oggi, mi sento in dovere di ringraziare pubblicamente il Sindaco per aver mantenuto uno dei suoi più importanti impegni elettorali, posti, come egli stesso ha affermato in Consiglio, al centro del suo programma. Con lui quanti l’hanno sostenuto più personalmente in questa fatica (l’ottimo Nunzio Belcaro e la brava Daniela Palaia in primis), quanti precedentemente l’hanno favorita, i consiglieri che ne hanno votato la “pratica” e tra essi anche il consigliere di più dura opposizione, Eugenio Riccio. Anche in questo caso, non mi importa dove egli sia collocato e, per quanto mi riguarda personalmente (mi si lasci passare il riferimento), quali atteggiamenti pregiudiziali abbia assunto dal lontano 2006. Mi interessa che si sia onestamente battuto per questa causa, assumendo la determinazione, per nulla facile, di distinguersi all’interno dell’aula consiliare. E adesso, rimbocchiamoci le maniche, prendiamo calce e cazzuola, carriola e martello, e ricostruiamo il Cinema, facendolo più bello. Prendiamo, soprattutto, la livella, che al muratore serve per rendere le pareti lisce. A noi, per comprendere che dinnanzi al bene della Città possiamo essere tutti uguali. (fc)