Sono arrivati da tutta la Calabria: oltre 5.000 in piazza a Cosenza alla manifestazione promossa contro l’autonomia differenziata e il decreto Calderoli da Cgil Cosenza, Cgil Pollino-Sibaritide-Tirreno e Coordinamento Democrazia Costituzionale contro l’autonomia differenziata.
Molti i sindaci, con in prima linea quello di Cosenza Franz Caruso, e di grande impatto la partecipazione del vescovo di Cosenza mons. Gianni Checchinato, a sottolineare l’impegno di tutto il Mezzogiorno contro un progetto di legge che accentuerà il divario Nord-Sud.
La manifestazione serviva a sottolineare il sostegno alla Legge d’iniziativa popolare Villone che vuole contrastare la frammentazione eccessiva delle competenze normative e amministrative, la debolezza degli interventi perequativi, l’assenza di livelli uniformi di godimento dei diritti di cittadinanza, le fragilità del Servizio sanitario nazionale e l’organizzazione della Sanità pubblica scomposta da oltre 20 anni di eccessiva regionalizzazione e, in Calabria, di commissariamento”. Questi obiettivi – risulta evidente – sono prioritari non solo per i calabresi ma per tutto il Sud. L’imponente manifestazione ha potuto contare sull’adesione di amministrazioni comunali e associazioni territoriali e si è conclusa con un corte che ha attraversato le strade della città per concludersi in piazza dei Bruzi.
Puntuale l’intervento del segretario generale Cgil Calabria Angelo Sposato: «Siamo – ha detto –dinnanzi ad un tentativo di mettere mano alla Costituzione che non ci convince. Questo tema riguarda la democrazia perché prima di parlare di riforma costituzionale dobbiamo mettere al centro la persona. Il Mezzogiorno è sparito dall’agenda del Governo. Abbiamo bisogno di politiche di sviluppo serie, che mettano in moto tutto il sistema economico, con piani di investimento seri.