di ANNAMARIA ARTESE – Mai come in questo momento storico nella politica calabra la parola donna è sinonimo di coraggio delle proprie idee.
Basti pensare che rispetto all’accanimento giudiziario che ha travolto la città di Rende, solo due donne hanno espresso un pensiero che si discosta dal coro: l’onorevole Simona Loizzo ed Enza Bruno Bossio. Una nota politica che ai ben pensanti sembrerà trasversalmente stonata, ma che, di fatto, restituisce l’idea di quanto coraggio serva oggi per difendere valori e principi che non possono essere arbitrariamente disattesi.
L’onorevole Loizzo, in occasione di un evento a Villa Rendano, senza mezzi termini ha dichiarato quanto aver commissariato Rende, proprio nel momento di massima crescita e sviluppo, sia stata azione incomprensibile e assurda. Sull’opposto fronte politico Enza Bruno Bossio in questi mesi, ha ribadito il suo garantismo di sostanza distinguendosi da chi all’interno del suo gruppo politico per l’ennesima volta non ha preso posizione dinanzi a tali storture.
Mi sarei aspettata un interrogazione parlamentare da parte del nostro segretario regionale, nonché deputato, ma il suo silenzio mi ha confermato quanto il coraggio sia qualità assai rara. Solo un silenzio assordante, una inerzia che poco si confà alla storia di un partito che mai come in questo particolare momento storico avrebbe tanto da dire e soprattutto in una terra come la nostra che sempre più velocemente retrocede pericolosamente.
Una rinnovata classe dirigente, aderente ai comuni principi di correttezza e coerenza è ciò che continuo ad auspicare si realizzi ed è ciò che mi ha spinto ad accettare di divenire segretario del circolo rendese del PD: una richiesta giuntami da più parti in un momento molto difficile e che, nelle intenzioni, avrebbe dovuto rappresentare una soluzione unitaria ai frastagliamenti in seno al partito.
Oggi, mi ritrovo, mio malgrado, a svolgere il mio lavoro di segretario in completa solitudine, se non addirittura ostracizzata dai soliti personalismi e dalle divisioni che avremmo già da tempo dovuto superare.
La solidarietà in questo contesto non è mai scontata, così come non è scontato prendere posizioni chiare, anche a costo di rischiare, quando si è sicuri non solo delle proprie posizioni, ma, soprattutto, del ruolo che si investe e di chi si rappresenta.
Lavorare al bene comune della nostra città e non solo: su questo siamo chiamati a misurarci. Tutti, nessuno escluso. È una questione morale prima che politica.
Oggi, più che mai, so di rappresentare chi mi ha votato, chi ha visto in me quel cambiamento necessario e non più rimandabile.
Continuerò a dar voce a quella parte di PD dialogante e capace di costruire un futuro che sia espressione di più voci nel segno del rinnovamento e della unità capace di far voltare finalmente pagina al nostro partito, cancellando per sempre i vecchi schemi e meccanismi logoranti.
Magari è proprio dalla prospettiva di genere che bisognerà ripartire per rivendicare una democrazia effettiva non di facciata e soprattutto coraggiosa. (aa)
[Anna Maria Artese è segretario del Circolo Pd di Rende]