In merito alla proposta apparsa, su diverse testate giornalistiche, di realizzare a Crotone un termovalorizzatore che bruci i rifiuti dell’intera regione, Legambiente Calabria ha espresso grande sconcerto.
La proposta è stata avanzata dai leghisti Giancarlo Cerrelli e Marisa Luana Cavallo, a seguito dell’emergenza rifiuti scoppiata nella città pitagorica nel periodo di Natale.
Per i due esponenti della Lega, infatti, «soltanto la realizzazione di un termovalorizzatore, nel territorio del Comune di Crotone possa essere la soluzione adeguata a risolvere il problema dei rifiuti della nostra provincia. Tale soluzione permetterebbe, tra l’altro, cosa non di poco conto, anche di produrre profitti a favore delle casse dell’Ente, dei quali potrà beneficiare, come avviene in alcune città, vedi Brescia, l’intera cittadinanza». Inoltre, «potrebbe, sicuramente – hanno spiegato – fornire un significativo contributo al fabbisogno energetico della città; oltre, infatti, a produrre energia elettrica, si potrebbe recuperare il calore generato e convogliarlo, attraverso una rete di teleriscaldamento fino alle abitazioni delle famiglie crotonesi, quantomeno di quelle più bisognose, oppure convogliarlo per riscaldare strutture pubbliche».
Il coordinatore provinciale Cerrelli e il consigliere comunale, infatti, hanno sottolineato che la realizzazione di tale strumento – qualora il Comune decida di dotarsene – «la nostra Provincia godrebbe, finalmente, di enormi benefici».
«Con tale riorganizzazione del sistema rifiuti – hanno spiegato Cerrelli e Cavallo – sarebbe facilmente attuabile una raccolta differenziata selettiva e di qualità per le cinque categorie di rifiuti (carta, plastica, vetro, acciaio e alluminio) e tutto il resto andrebbe ad essere conferito nel termovalorizzatore».
Inoltre, si risolverebbe anche il problema dello smaltimento «delle altre province calabresi, che avrebbero la possibilità di conferire i loro rifiuti nel nostro impianto, con il vantaggio, da parte del nostro Comune, di ricevere, con quest’ultima attività, profitti apprezzabili, che potrebbero essere destinati a progetti infrastrutturali e/o alle fasce più deboli della popolazione».
A questa proposta, dunque, Legambiente ha detto fermamente no, spiegando che «Crotone – si legge in una nota – è una città già duramente colpita sotto il profilo ambientale da politiche di industrializzazione prima e di deindustrializzazione poi, totalmente errate e i cui effetti nefasti incidono ancora oggi sul territorio e sulla salute delle persone e, sicuramente, non ha bisogno di termovalorizzatori. In Calabria la gravità della questione rifiuti impone serietà, e non necessita di annunci teatrali quanto anacronistici e costosi».
«La direzione della politica europea in materia è molto chiara– ha spiegato Anna Parretta, presidente di Legambiente Calabria – i fondi comunitari, da ultimo quelli previsti dal Recovery Fund, devono concentrarsi sull’economia verde e sulla lotta ai cambiamenti climatici, mentre impianti di incenerimento, discariche ed altre strutture di smaltimento di rifiuti indifferenziati non dovrebbero più essere finanziati per i loro effetti nocivi su salute e ambiente».
«I dati sulla raccolta differenziata nella città di Pitagora – ha commentato Nicola Abbruzese, membro del Consiglio Direttivo di Legambiente Calabria e co-responsabile del settore rifiuti e depurazione – sono molto bassi. In Calabria, sui rifiuti, bisogna fare scelte chiare che vadano nella direzione di un’economia circolare seria ed efficace, e devono essere costruiti gli impianti della filiera del riciclo, a partire dagli impianti di compostaggio e digestione anaerobica per la produzione di compost di qualità e biometano».
«Annunci ad effetto – ha aggiunto – da parte di alcuni politici, come quello sulla realizzazione di un termovalorizzatore nella città di Crotone, vanno nella direzione sbagliata e sono indirizzati a destabilizzare il sistema della raccolta differenziata che, se pur con troppa lentezza, sta finalmente crescendo in Calabria».
«Per superare la perenne emergenza nella gestione dei rifiuti – ha concluso Anna Parretta – la Calabria deve uscire dalla logica degli inceneritori e delle discariche, sviluppando ogni possibile azione, per come previsto dalla normativa vigente, per far aumentare il riciclo da raccolta differenziata e lavorare sulla riduzione alla fonte dei rifiuti, seguendo l’esempio dei Comuni ricicloni e rifiuti free calabresi che anche quest’anno Legambiente premierà nel corso dell’Ecoforum regionale sull’economia circolare». (rrm)