Auto e dipinti di inestimabile valore del museo del Motorismo siciliano e della Targa Florio di termini Imerese saranno presenti al prossimo MotorShow 2 Mari in programma a Saline di Montebello Jonico (Reggio) il prossimo giugno. Sarà un museo tra la gente. Un museo itinerante che, dalla Sicilia, si posta a Saline Joniche per accogliere le centinaia di migliaia di appassionati pronti ad invadere la cittadina grecanica dall’uno al nove giugno prossimo. È di grande rilievo l’accordo siglato fra il Motorshow 2Mari e il museo del Motorismo Siciliano e della Targa Florio di Termini Imerese. Nei giorni scorsi, infatti, il presidente dell’associazione “Motorshow 2Mari”, Vincenzo Moscato, ed il direttore del museo siciliano, Nuccio Salemi, hanno dato vita ad una sinergia fra le due realtà che vedrà il museo trasferirsi, per buona parte, in riva allo Stretto, in occasione del più importante evento motoristico italiano.
Ben tre le auto da corsa che giungeranno nell’area portuale di Saline Joniche. Si tratta della Ford T del 1914, vettura partecipante alla Targa Florio dello stesso anno, nonché modello famoso per aver dato i natali alle nuove idee industriali, con la celeberrima catena di montaggio inventata da Henry Ford. La seconda autovettura è una McLaren Md8 del 1970, una Sport car prodotta da Bruce McLaren per la Can am series. La terza, invece, è una di quelle autovetture in grado di far emozionare anche gli appassionati più accaniti: l’Alfa Romeo 33TT3, la leggendaria sport car prodotta da Alfa Romeo, con un palmares incredibile: Le Mans, Targa Florio, Monza, Nurburgring, Daytona, Sebring, Imola. Vettura guidata da piloti come Helmut Marko, Vic Elford, Nino Vaccarella, Rolf Stommelen, Peter Revson, Carlo Facetti, Teo Zeccoli e Marsilio Pasotti alias “Pam”.
Ma non ci saranno solo le auto ad arricchire il parco del Motorshow. Arriveranno anche due preziosi dipinti ad olio, di grandi artisti del primo Novecento, come “La dama e il cagnolino” di Francesco Anastasi e “All’inseguimento”, realizzato nel 1927 a Caltavuturo, sulle Madonie, da Frederick Gordon Crosby, inviato della rivista Usa “Autocar”. Ci sarà, poi, anche un manifesto originale del 1964 e la Targa Florio vinta da Achille Varzi nel 1934 con l’Alfa Romeo B/p3 “Scuderia Ferrari”.
«Ho da subito inteso collaborare a questa idea strepitosa – spiega il direttore del museo, Nuccio Salemi – perché sono certo che il Motorshow sarà un grande successo. C’è voglia di fare e raggiungere obiettivi di rilievo». La scelta di trasferire il museo in Calabria risponde ad una precisa idea del suo direttore: «Sono una persona dinamica, non amo la sedentarietà. E penso che spostarsi sia fondamentale. Per questo voglio portare il museo fra la gente». Ma non c’è soltanto un aspetto artistico o motoristico a legare le due realtà. Perché Targa Florio ha un dna calabrese.
Originari di Bagnara Calabra, infatti, i Florio si trasferirono a Palermo sul finire del 1700, avviando numerose attività imprenditoriali: compagnie di navigazione (si pensi all’attuale Tirrenia) e cantieri navali, ma anche produzione di vini (come il celebre Marsala), pesca e conservazione del tonno in stabilimenti tipici delle tonnare, strutture alberghiere di lusso, estrazione di zolfo, industria della ceramica artistica (acquistarono, ad esempio, la Richard-Ginori). Ma la famiglia Florio ebbe anche il merito di fondare uno dei giornali che fece la storia della Sicilia, L’Ora. (pa)