di SANTO STRATI – Le istituzioni dichiarano spesso di voler ricevere suggerimenti, segnalazioni, consigli dai cittadini, peccato che, poi, nessuno dia loro ascolto, ignorando qualsiasi proposta, indipendentemente dalla sua validità. In altre parole Comuni, Province, Regioni predicano bene sulla necessità di consultare e attingere dal territorio, ma in realtà razzolano male, non si sa se per trascuratezza, colpevole indifferenza o, più spesso, precisa volontà politica di tenere lontano gli avversari o comunque non dar loro modo di dare un contributo alla crescita.
Uno degli ultimi esempi riguarda il problema vaccinazioni. A Reggio l’Istituto De Blasi, un centro diagnostico molto apprezzato e all’avanguardia (ha tecnologie che fanno invidia ai centri di Roma e Milano) mette a disposizione la propria struttura – gratuitamente, si badi bene – per effettuare le vaccinazioni anticovid. Una proposta del genere, che non ha costi per la collettività, avrebbe dovuto essere presa immediatamente in considerazione, ma giacché il titolare del suddetto Istituto diagnostico è il dott. Eduardo Lamberti Castronuovo, uno strenuo e inossidabile difensore degli interessi della città, poco amato dagli amministratori locali, nessuno – ripetiamo nessuno – pensa di dover dare anche la pur minima risposta di rifiuto. Lamberti Castronuovo ha scritto a tutti, dal presidente Draghi al sindaco Falcomatà, ai responsabili dell’Azienda sanitaria provinciale, al commissario alla Sanità Guido Longo, etc. Nessuno ha avuto il garbo istituzionale di rispondere.
Stessa cosa succederà, probabilmente, per il Centro Commerciale Porto Bolaro, a Pellaro, a pochi km da Reggio: il titolare, l’arch. Pino Falduto ha inviato agli stessi destinatari della lettera di Lamberti Castronuovo mettendo a disposizione – sempre gratuitamente – gli spazi del centro commerciale per la somministrazione del siero vaccinale. Anche qui, non ci sarebbe da pensarci su due volte, è una proposta che meriterebbe una risposta immediata, vista la necessità di individuare spazi per effettuare le vaccinazioni, visto che, per fortuna, la bizzarra idea delle “Primule” da erigere un po’ dovunque (con una sostanziale spesa, è chiaro) è svanita. No, invece, zero riscontri all’offerta di grandi spazi gratuiti, adatti ad evitare assembramenti
Lo stesso Falduto, che ha il brutto difetto di essere un irriducibile visionario, innamorato perso della sua terra, sta tentando da anni di suggerire iniziative migliorative per l’Aeroporto dello Stretto, fornendo dati, studi, progetti e bozze di piani finanziari. «Con 25 milioni di euro si può realizzare la nuova aerostazione e con 15 milioni il nuovo porto al servizio dell’Aeroporto. Si può fare in un anno e l’esecuzione dei lavori – dice Falduto – non blocca l’operatività dell’attuale aerostazione». Niente da fare. Anche su questo fronte assoluto silenzio da parte di amministratori, parlamentari e di chiunque avrebbe voce in capitolo: ma almeno si tenti un confronto dialettico e si argomentino con dati alla mano perché queste proposte non trovano accoglienza.
Sempre Falduto ha in mente il progetto – a nostro avviso molto suggestivo e realisticamente valido – di trasformare tutta l’area marina di Pellaro – oggi praticamente abbandonata – per costruire una sorta di nuova Dubai del Mediterraneo (Mediterranean Life) con occhio al turismo da diporto, alla cultura, alle tradizioni e al territorio, con alberghi, centro congressi, cittadella commerciale, etc. Aspetta, indomito Falduto (che ha alle spalle un robusto gruppo immobiliare torinese pronto a investire l’intera somma necessaria), risposte che non arrivano. L’ex candidato sindaco per il centrodestra Nino Minicuci, oggi consigliere a Palazzo San Giorgio, ne ha sposato la causa e dato un ultimatum al Comune per rispondere, motivatamente e in tempi brevi, al progetto. Scusate il pessimismo, ma siamo decisamente dubbiosi su una qualsiasi risposta. E pensare a quanta occupazione questo progetto potrebbe creare nella costruzione e, successivamente, nella gestione delle varie attività con impiego di giovani del luogo che finalmente avrebbero qualche opportunità a casa propria. Oltre a diventare un attrattore di turismo di altissimo livello.
Le istituzioni non rispondono nemmeno a progetti di pubblica utilità. L’arch. Falduto, che ha a cuore non solo la sua terra ma anche il suo Paese, ha lanciato nei giorni scorsi un’idea contro la disoccupazione e la cassa integrazione, attraverso nuove politiche attive del lavoro, ovvero con il lavoro di cittadinanza (per gli italiani) e il lavoro di ospitalità (per gli immigrati). Il progetto lo ha illustrato lo stesso architetto Falduto: «Un modo concreto ed efficace per avere sempre la piena occupazione è quello di prevedere per ogni cittadino la possibilità di lavorare con lo Stato o con le Aziende Private scelte dallo Stato come Aziende accreditate, ogni qualvolta si trovi nella condizione di disoccupato. Questo modello prevede una riorganizzazione delle piante organiche di tutti gli Enti Pubblici, in modo che ogni Ente o istituzione pubblica venga dotato di una pianta organica in grado di gestire tutti i servizi o i compiti affidati in modo ottimale». Il modello prevede che tutto il personale in servizio negli enti o istituzioni pubbliche venga gestito da un unico ente centrale, che potrebbe essere il nostro Istituto di Previdenza (INPS).
«Il 50% del personale – propone Falduto – verrebbe assunto a tempo indeterminato (in una prima fase assorbendo il personale in servizio e successivamente con concorsi pubblici a cui possono partecipare solo le persone hanno lavorato tramite il lavoro di cittadinanza) e il 50 % a tempo determinato utilizzando a rotazione tutti i cittadini italiani che si trovano nella condizione di disoccupato. Per questa ragione andrebbero istituiti degli elenchi per ogni figura professionale e ogni cittadino potrebbe chiedere di essere inserito in tutte le liste: la scelta sarà poi fatta con sorteggio e a rotazione, in asosluta trasparenza
Ogni cittadino o emigrante accolto dall’Italia verrebbe, quindi dotato di un Voucher di Lavoro che può essere utilizzato anche nelle imprese private per un periodo di due anni. Il Voucher è comprensivo di ogni onere previdenziale, che rimane in carico al soggetto che lo percepisce. Questo modello permette di eliminare tutta la spesa per la cassa integrazione eliminando alla radice lo status di disoccupato». L’idea è meno contorta di quanto possa apparire a una prima lettura, soprattutto perché smonta il principio dell’assistenzialismo a tutti i costi che da sempre caratterizza questa terra. Il reddito di cittadinanza ha risolto molte situazioni di disagio economico di famiglie in grave crisi reddituale, ma non ha offerto possibilità di occupazione. In queste condizioni, come si fa a parlare di successo? L’alternativa dei Voucher di lavoro aprirebbe la strada a nuova occupazione, perché è evidente chele aziende trasformano volentieri contratti a tempo determinato in contratti fissi quando trovano personale efficiente e capace. La differenza con gli attuali voucher INPS, riservati a prestazioni occasionali, riguarda l’ambito di utilizzo: l’esperimento precedente riguardava più che altro i giovani e le occupazioni temporanee (baby sitting, assistenza anziani, partecipazione a fiere, etc). La proposta dell’arch. Falduto è innovativa in quanto amplia il segmento di operatività, aprendo anche alle aziende pubbliche che sarebbero sgravate dalle lungaggini di concorsi anche per assunzioni temporanee o di breve durata.
Una bella idea che tradisce la voglia di partecipazione del cittadino alla cosa pubblica con proposte operative e suggerimenti. Peccato che nessuno abbia il buon senso di stare ad ascoltare e provare a valutare l’eventuale efficacia delle varie proposte avanzate da cittadini, privati o imprenditori. Il mostro delle burocrazia si nutre anche di questa insensibilità degli amministratori nei confronti dei cittadini, ma non è detto che, prima o poi, non si possa cambiare. (s)