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Loiero replica a Scopelliti: «Dopo le mie dimissioni bloccate per anni opere indispensabili per sanità»

Loiero replica a Scopelliti: «Dopo le mie dimissioni bloccate per anni opere indispensabili per sanità»

di AGAZIO LOIEROCerco di chiudere questa polemica fuori dal tempo per non annoiare i calabresi già afflitti da una sanità diventa per molti di loro ormai inaccessibile. Qualcuno mi ha pure telefonato rimproverandomi di non tenere conto di questa realtà drammatica. Chiedo quindi scusa a tutti i corregionali, specie a quelli che non si possono più curare. Qualche parola quindi sul colonnino de Il Quotidiano dedicatomi stamattina da Scopelliti, dopo un paio di giorni di affannose ricerche e di consultazioni, immagino, di gruppo.

L’ex presidente, come usava fare in passato, non ha risposto al mio rilievo, che  ruotava intorno alla nomina del commissario alla sanità. Ruolo che io ho respinto in una difficile riunione del Consiglio dei ministri e lui già nel luglio del 2010, a pochi mesi dalla sua elezione, ha di buon grado accettato. Di fatto ha accettato il potere che emanava quella nomina, infischiandosene del fardello fiscale e del decadimento della cura che dal provvedimento derivavano e che, ancora, pesantemente gravano sulla pelle dei calabresi. Un ruolo di commissario che lui ha tenuto stretto per ben quattro anni nelle sue mani, fino a quando non fu costretto a dimettersi, interrompendo la legislatura.

Questo è il punto a cui dovrebbe rispondere perché questo è storicamente accaduto.

Scopelliti, invece, svia il discorso fatto a Montepaone e afferma che io avrei chiuso 18 ospedali. Non capisco di cosa parli. All’epoca si avviò una politica non di chiusura ma di conversione e di adeguamento di alcuni piccoli ospedali, che erano diventati spesso luoghi di morte. Gli ospedali con 20 posti letto, come testualmente disse all’epoca il ministro Sacconi «sono un pericolo pubblico» perché privi delle competenze tecniche adeguate per affrontare la malattia. Ma c’è sul tema un secondo elemento che Scopelliti, sbadatamente, dimentica.

In quella fase di costante trattativa con il Governo siamo riusciti, insieme all’assessore alla sanità e all’intera giunta che presiedevo, ad ottenere dal presidente Prodi, molto attento ai bisogni della Calabria, un massiccio finanziamento per la costruzione di quattro nuovi ospedali che abbiamo distribuito strategicamente sulla regione.

Un compenso prezioso ottenuto “solo” dalla nostra regione, a dimostrazione di quanto fosse operativa quella Giunta. Ma c’è di più. A seguito di un lavoro forsennato, ero riuscito a consegnare al mio successore, che era appunto Scopelliti, i progetti dei quattro ospedali pronti per andare in gara. Dopo circa 16 anni non è stata posta per nessuno dei quattro la prima pietra. Non voglio apparire irriguardoso nei confronti di nessuno, ma se c’è un elemento che mi rattrista della mia uscita di scena è il blocco per così tanti anni di opere indispensabili per la vita dei calabresi