di ENZO MUSOLINO – A Villa si ritorna al 2016 e ciò che allora era “eccezionale” e motivato da sbarchi record, viene proposto oggi auspicando silenzio e rassegnazione.
Il Governo della retorica sovranista, dei “porti chiusi”, dei “rimpatri”, dei “barconi da affondare”, del “blocco navale”, emana tramite le Prefetture bandi potenzialmente capaci di annichilire ogni possibilità di sviluppo di una Cittadina come Villa. Una Comunità di 13.000 abitanti con l’Hotel più grande, al centro del suo territorio, con le sue sale e camere vocate all’accoglienza turistica, alla realizzazione di eventi e cerimonie, trasformate in dormitori necessari a tamponare l’emergenza migratoria cui evidentemente la Meloni&co. non sanno porre riparo.
Non si tratta, quindi, di un’accoglienza “diffusa”, di nuclei familiari e singoli che occupano attualmente diversi immobili a Villa (un’accoglienza che funziona e che è in sintonia con la Comunità villese che mai si è tirata indietro negli atti di solidarietà) ma di un clamoroso ritorno al passato: come nel 2016 con il “Plaza” (il Piccolo Hotel), la Città viene nuovamente violata nelle sue aspettative e ambizioni mentre i migranti a decine vengono stipati in un unico luogo, separato dal vivere civile ordinario, con gli effetti concentrazionari tipici delle masse costrette in un ghetto esperito come un corpo estraneo alla Società.
Rivedremo le stesse scene del 2016? La biancheria passata dalle finestre? I prodotti delle pulizie consegnate ai migranti abbandonati ad un’auto gestione impropria? Torneremo a vedere i migranti stazionare fuori dai locali senza sapere cosa fare, senza un chiaro progetto di accoglienza e inclusione?
Come sul caso “Ponte sullo Stretto”, il Governo delle Destre italiche reitera le sue modalità di gestione del Territorio: nessuna interlocuzione con il Comune, nessun coinvolgimento degli Amministratori. Decisioni centralizzate e indifferenti ai cittadini, con la gestione demandata a soggetti privati che possono determinare le sorti di una Comunità partecipando ad un bando pubblico.
Basta una cooperativa che presenti una domanda, basta il contratto di affitto di un immobile con i liquidatori di una Società fallita, ed ecco trasformato il volto di Villa SG, senza che i rappresentanti del popolo, Sindaco e consiglieri comunali abbiano toccato palla.
E in aggiunta, è giusto che i villesi abbiano saputo di tutto questo da un post su Facebook? Perché non si è aperto un dibattito pubblico su questi rischi? Perché non si è denunciato questo azzardo? Perché non sono state coinvolte le Associazioni locali, i partiti e le forze politiche?
Ha fatto il suo dovere l’Amministrazione – dopo l’emergere della notizia – ad interloquire con il Prefetto di Reggio, a chiedere garanzie e ha doverosamente proposto l’attivazione di un tavolo di confronto al quale dovranno partecipare i corpi intermedi, le forze attive della Società civile villese. Noi ci siamo ! Sindaco e Prefetto ci convochino!
Non possiamo permettere che gli errori del passato vengano riproposti senza alcuna opposizione: tocca a noi tutti evitare il declino di Villa, anche chiedendo agli Amministratori di vigilare e di verificare quali atti amministrativi mettere in campo – soprattutto da un punto di vista igienico-sanitario e di destinazione d’uso dell’immobile – per tutelare i propri cittadini. (em)
[Enzo Musolino è segretario cittadino del Partito Democratico Villa San Giovanni]