Intervistato oggi da Fabrizio Roncone sul Corriere della Sera, il presidente della Regione Mario Oliverio insiste nella sua determinazione a sfidare il partito che «non lo vuole più»: «Io mi affido alla ragione. – dice al giornalista – Spero lo facciano anche a Roma. perché senza la ragione, si determinano sfaceli. Vogliono farmi fuori? Io dico: facciamo le primarie, e poi vediamo».
Roncone, autorevole firma del Corriere ricostruisce la carriera politica dell’attuale Governatore: «Quest’uomo di 66 anni soprannominato “Palla Palla” – che è poi il nome di una contrada di San Giovanni in Fiore, il paese dei nonni – è un personaggione. Che cresce nel vecchio Pci. Quel partito che, negli anni Settanta, guidando il superamento delle lotte contadine calabresi, scende dalla Sila e, arrivato a Cosenza, crocevia di commerci e terziario, sogno di una concreta urbanizzazione, si accorge di un giovane dirigente:appunto, Palla Palla. Il ragazzo – determinato, empatico, appassionato – va portato a Roma, nella scuola politica delle Frattocchie. È l’inizio di una carriera importante: nel 1980, appena ventisettenne, è eletto consigliere regionale. Sei anni dopo, diventa assessore all’Agricoltura della prima giunta di sinistra presieduta da Francesco Principe. Nel 1990 viene eletto sindaco del suo paese d’origine, San Giovanni in Fiore. Poi: deputato per quattro legislature consecutive (dal 1992 al 2006) e, per dieci anni filati, presidente della Proovincia di Cosenza. Al Nazareno ora dicono: grazie può bastare».
Oliverio, come ha ribadito nell’intervista a Calabria.Live del 29 settembre scorso, non recede dalla sua ricandidatura «Me lo chiedono i calabresi» – ha dichiarato al nostro giornale e oggi ha convocato a Lamezia, nell’ex stabilimento SIR una specie di “Leopolda” dove i suoi fedelissimi cercheranno di far sentire a Roma il “peso” degli oliveriani. A presiedere l’assise il socialista Luigi Incarnato nominato coordinatore della colazione che sostiene il Governatore uscente. Si discuterà su sette tematiche su tavoli coordinati da altrettanti autorevoli sostenitori di Oliverio per produrre un documento programmatico che, nelle intenzioni, dovrebbe far cambiare idea a Roma.
È un’ipotesi remota un retrofront di Nicola Zingaretti e direzione dem, dopo le infuocate dichiarazioni contro Oliverio del commissario Stefano Graziano e del responsabile del Mezzogiorno Nicola Oddati, ma in politica – si sa – tutto è possibile, persino un ripensamento del capo politico dei Cinque Stelle. Esperienza conclusa – ha dichiarato Luigi Di Maio, sull’intesa umbra che ha portato a una catastrofe di voti – non ripetibile né in Calabria né in Emilia. Non avendo “pace interna” Di Maio potrebbe optare a un nuovo accordo grillini-dem piuttosto che rinunciare alle liste (come propone il presidente della Commissione Antimafia sen. Nicola Morra) o accettare la candidatura di Dalila Nesci, che affida le sue ultime chances a Beppe Grillo. La settimana si preannuncia abbastanza movimentata. (s)