Il Partito Democratico della Calabria ha chiesto al presidente della Regione, Roberto Occhiuto, di fare chiarezza sui crediti facili alle Asp, ma non solo: convocare i dirigenti delle Asp interessate in Commissioni “Sanità” del Consiglio regionale.
Sono i due obiettivi che si è prefissato il partito calabrese e che sono stati illustrati nel corso della conferenza stampa svoltasi a Lamezia, alla presenza del capogruppo Mimmo Bevacqua, Amalia Bruni, Franco Iacucci, Raffaele Mammoliti e Giovanni Muraca.
Il problema nasce delle transazioni milionarie – per un totale di 77 milioni di euro – tra l’Asp di Cosenza e Bff Bank, operazioni già oggetto in passato di un’interrogazione parlamentare da parte del senatore Nicola Irto e recentemente riportate in un’inchiesta dal settimanale L’Espresso, che ha dedicato la copertina alla questione.
«Serve assoluta chiarezza sui motivi che hanno portato a queste operazioni milionarie delle Asp di Cosenza, Reggio Calabria e Crotone», ha dichiarato Bevacqua.
Pur rispettando l’indagine attualmente in corso da parte della Procura di Milano, i consiglieri Pd chiedono trasparenza per rispondere ai dubbi dei cittadini calabresi sulla gestione dei fondi pubblici destinati alla sanità.
Per questo motivo, il Pd proporrà, oltre alla convocazione dei vertici delle Asp coinvolte, anche quella del manager di Azienda Zero, Gandolfo Miserendino, per fornire risposte concrete sul tema.
Infine, forti preoccupazioni sono state espresse dal gruppo del Pd anche con riferimento alla manovra finanziaria del governo, che «taglia le risorse alla sanità pubblica, con un fondo sanitario nazionale che prevede 900 milioni da suddividere tra le Regioni e con la Calabria che avrà le briciole. Serve a questo punto chiarezza anche da questo punto di vista: il governo nazionale e quello regionale dicano da che parte stanno e se hanno intenzione o meno di intervenire a sostegno della sanità pubblica calabrese che rischia di ricevere un ulteriore e ferale colpo con l’autonomia differenziata voluta dalla Lega e avallata dall’esecutivo più antimeridionalista della storia italiana». (rcz)