Enzo Scalese, segretario generale di Cgil Area Vasta Catanzaro-Crotone-Vibo, ha chiesto al presidente della Regione Calabria, Roberto Occhiuto e ai sindaci di Catanzaro e Lamezia, Sergio Abramo e Paolo Mascaro, «cosa pensano e cosa intendono fare per evitare che il sistema aeroportuale calabrese sia privatizzato, con tutte le ripercussioni che ne deriverebbero per i lavoratori».
«Le potenzialità dell’Aeroporto internazionale di Lamezia Terme – ha spiegato Scalese – continuano ad essere depotenziate da una società di gestione con cui è sempre più difficile dialogare. Continuiamo a restare all’oscuro del contenuto del Piano industriale e soprattutto delle logiche relative alle scelte occupazionali dei dipendenti, soprattutto di quelli stagionali. Chiedevamo investimenti e attenzione, attraverso un rilancio progettuale che rafforzasse il coinvolgimento della parte pubblica in Sacal, ma anche degli altri scali calabresi, invece a distanza di sei mesi ci troviamo quasi senza ritorno verso la scelta di svendere la società che gestisce l’aeroporto ai privati».
«Speriamo di non vedere versate, nei prossimi giorni – ha proseguito – lacrime di coccodrillo sull’ormai concreto rischio di privatizzazione della società di gestione del sistema aeroportuale calabrese. È da 6 mesi che abbiamo denunciato il rischio della deriva della Sacal, nel silenzio più assoluto di tutti coloro che invece avrebbero dovuto parlare per tempo».
«Oggi è già tardi. Ma non si deve fare confusione – ha concluso – non si tratta di dare un giudizio sui soci privati come fa il sindaco di Lamezia. Al contrario si tratta, invece, di non giustificare decisioni dei soci pubblici sulla loro volontà di non ricapitalizzare e della Sacal di aver negato la possibilità ad altre amministrazioni pubbliche di rilevare quote inoptate». (rcz)