di SANTO STRATI – È una settimana cruciale per gli aeroporti calabresi: dopo l’approvazione del bilancio 2021 il presidente della Sacal Giulio De Metrio ha presentato le dimissioni e la “nuova” Sacal attende di conoscere il management indicato dal Presidente Occhiuto. Si chiude una storia, tra chiari e scuri, che ha visto una gestione dei tre scali calabresi fortemente concentrata su Lamezia e fortemente distratta su Crotone e Reggio. Scali diventati secondari e forse “ingombranti” per una politica aeroportuale molto accentratrice sull’hub lametino, di respiro internazionale (ma con un’aerostazione che fa pena) e di grande rilevanza per tutta la regione.
La nuova governance rappresenta anche la futura scommessa sul rilancio definitivo (o la chiusura?) dell’Aeroporto dello Stretto verso il quale il presidente Occhiuto ha mostrato molta attenzione. Reggio era uno scalo importante prima dell’avvento della Sacal, ma con la soppressione del volo postale notturno (e relativa chiusura serale dell’aeroporto) ha preso una piega disastrosa, tra soppressione di voli, licenziamenti di personale altamente specializzato, chiusura delle attività commerciali in capo allo scalo. Da aeroporto che aveva 12 tratte, ne ha conservate due, peraltro con orari impossibili.
Se non c’è traffico, ovviamente, un aeroporto è destinato a chiudere, ma se il traffico viene disincentivato con voli a orari scomodissimi per chi viaggia soprattutto per cure o lavoro e tariffe stratosferiche (rispetto a Lamezia) s’intuisce che è legittimo immaginare che ci siano solo due possibilità per spiegare queste scelte. O sono state fatte da chi non ha visione né immagina la necessità di fare rete con i tre scali (e quindi dimostra scarsa capacità operativa e di management), oppure – come pensano gran parte dei reggini – si può supporre un disegno (esecrabile) di chiusura degli altri scali. La volontà “politica” di penalizzare Reggio e la sua Città Metropolitana deprivandola dell’aeroporto e spostando tutto il traffico su Lamezia. Non è difficile capire che, probabilmente, era nelle intenzioni della “vecchia” Sacal chiudere Crotone e Reggio e trasformare i due terminal come punto di raccolta per i passeggeri da imbarcare a Lamezia (per mezzo di navette). Questo avrebbe significato non solo i risparmi provenienti dal licenziamento di tutti i lavoratori dei due scali (salvo una biglietteria per i ticket dei pullman per Lamezia) e, naturalmente, un incremento di traffico dello scalo lametino.
Fatte queste premesse, i reggini (ma anche a Crotone sono in febbrile attesa) guardano con sospetto il futuro management che il Presidente Occhiuto vorrà indicare per la Sacal, più speranzosi che fiduciosi – anche grazie alle modifiche statutarie in arrivo – su cosa cambierà per l’Aeroporto dello Stretto.
Ci sono i 25 milioni ottenuti dall’on. Francesco Cannizzaro con la finanziaria del 2019 (sono trascorsi tre anni e ancora non c’è un appalto) destinati allo scalo reggino più altri tre che provengono dai fondi di coesione. Anziché fare manutenzione potrebbero essere utilizzati per dare il via a un nuovo grande progetto dell’aeroporto integrato nel parco lineare sud della città dello Stretto. Una società privata che fa riferimento all’imprenditore e architetto Giuseppe Falduto, ha messo a disposizione gratuitamente un suggestivo progetto per molti versi “rivoluzionario” che trasformerebbe lo scalo in qualcosa di avveniristico e innovativo. Un vero hub in grado di servire tutta l’area dello Stretto, un bacino importantissimo di passeggeri negli ultimi anni mandato al diavolo per assenza di visione strategica e di volontà politica, evidentemente. Ma non ha avuto riscontro.
Il Presidente Occhiuto è stato abile a scoprire le carte della privatizzazione della Sacal (che di fatto escludeva la presenza istituzionale nella società che deve gestire gli aeroporti che sono strategici per la crescita e lo sviluppo del territorio) e ha stoppato i giochi dei privati riportando la Regione in maggioranza. Occhiuto ora deve mostrare ai calabresi che le sue scelte saranno dettate non dalla classiche “cambialette” elettorali cui tutti i politici sono, quasi sempre, costretti a onorare o da preferenze “amicali”, bensì ispirate a modelli di competenza e capacità. Ci sono personalità, in Calabria, in grado di poter degnamente far parte del nuovo Consiglio di Amministrazione della Sacal, ma sarebbe bello (e auspicabile) che venissero premiate attitudini e competenza in materia.
Con tutto il rispetto e la stima per lo stilista Anton Giulio Grande chiamato a fare il commissario della Film Commission (un commissario quando ci sono da gestire 20 milioni di investimenti per gli Studios programmati a Lamezia?), non vorremmo che, alla fine, a capo della Sacal venisse nominato uno chef internazionale (che ha, però, vasta esperienza di volo e molte card fedeltà di frequent flyer)…
Il Presidente Occhiuto ha mostrato molta determinazione e la precisa volontà di guidare un “governo del fare”, mostrando di avere le capacità e l’adeguata esperienza politica per raggiungere (e si è già visto in diverse occasioni) risultati fino ad oggi nemmeno immaginabili.
E allora ci permettiamo a nome dei calabresi di fare un appello: Presidente, abbia la capacità di dire no alle pretese dei partiti e alle sollecitazioni personali, ma metta insieme una squadra che prima di avere precisi connotati politici abbia le competenze necessarie per trasformare l’utilizzo degli scali calabresi in un volano di attrazione formidabile: per i turisti-visitatori, per i manager e gli imprenditori, per chiunque voglia investire in Calabria, ma soprattutto per i calabresi.
Non si tratta di avere l’aeroporto dietro casa (come succede per alcune fermate “obbligate” nel tragitto ferroviario dei treni veloci), ma di offrire al territorio e a chi ci vive e ci abita il diritto alla mobilità (anche aerea) a prezzi e orari decenti. Per i prezzi, uno dei primi impegni su cui Regione e Sacal dovranno impegnarsi è ottenere la continuità territoriale per i voli da e per la Calabria: significa agevolare territori svantaggiati (già è attiva in Sardegna e in Sicilia) con interventi sulle tariffe.
Lo scalo di Reggio è all’ultima chance e il nuovo management dovrà decidere se investire e rilanciare l’aeroporto, allargando a Messina e dintorni, l’offerta di voli e aprendo anche a rotte internazionali.
La cosiddetta limitazione dell’Aeroporto dello Stretto per gli atterraggi (è richiesta una specifica formazione dei piloti, vista la classificazione dello scalo) è stato fino ad oggi il pretesto per tenere lontani dalle piste reggine vettori internazionali e compagnie charter.
Come si può immaginare uno sviluppo turistico del territorio reggino (il più ricco di suggestioni artistiche, naturalistiche, ambientali, etc) se non c’è un aeroporto efficiente e in piena funzionalità? È una domanda che ci piace girare non solo al Presidente della Regione e alla vicepresidente (reggina) Giusi Princi, ma soprattutto al Comune e alla Città Metropolitana di Reggio. Come si giustifica ancora oggi questa totale assenza di visione strategica sullo scalo? Perché non viene messa priorità assoluta al problema aeroporto?
Più d’uno si chiede che senso abbia la Città Metropolitana che, pur avendo un aeroporto che un tempo primeggiava al Sud, non si preoccupa di battere i pugni a Germaneto, a Roma e dovunque sia necessario per affrontare in maniera definitiva il “problema”. Già perché l’Aeroporto dello Stretto è un “problema” irrisolto e rischia di diventare irrisolvibile se non si trova un concerto di idee e di iniziative che lo riportino agli antichi splendori, ma soprattutto gli restituiscano il ruolo fondamentale che può svolgere nell’area mediterranea dello Stretto.
Il caso dell’Aeroporto Sant’Anna di Crotone ha molte affinità con quello reggino, e richiederà l’attivazione di nuove rotte, utili a servire tutto l’Alto Jonio calabrese.
Ecco, la “nuova” Sacal dovrà decidere se fare “rete” e quindi creare sinergie ideali e funzionali tra i tre scali oppure continuare a ignorare le istanze dei sempre più scarsi utilizzatori degli aeroporti di Crotone e di Reggio. Non interessa ai calabresi se presidente Consiglio abbiano qualche tessera di partito in tasca, l’importante è che siano premiati il merito e la competenza. La capacità si potrà misurare subito dopo, con scelte di strategia, idee innovative per lo sviluppo, crescita del traffico aereo.
La Calabria vuole volare, ma non solo da Lamezia. Vuole accogliere i potenziali tantissimi ospiti e ha possibilità di offrire tre opportunità di scalo: non siano sprecate, sarebbe un errore imperdonabile. (s)