Il Consiglio regionale approva la legge di riorganizzazione ambientale

Il Consiglio regionale della Calabria ha approvato, a conclusione dei lavori convocati per ieri dal Presidente Mancuso, la proposta di legge d’iniziativa della Giunta regionale “Organizzazione dei servizi pubblici locali dell’ambiente”. La delibera è stata approvata a maggioranza: il consigliere regionale Afflitto del M5S durante le dichiarazioni di voto, a sorpresa, si è unito al voto espresso dalla maggioranza dando anche il suo parere favorevole.

«Mi dispiace – ha detto il presidente Occhiuto a fine votazione – per le imboscate regolamentari di un’opposizione che sembra non conoscere i problemi della nostra Regione: abbiamo perso ancora tempo. Ci sarà un bando che scadrà il prossimo 19 maggio per recuperare le risorse che l’Aic, l’ente governato dai Comuni per la gestione dell’idrico, ha fatto perdere alla Calabria. Avevo detto al Consiglio regionale nei giorni scorsi che sarebbe stato già difficile prepararsi per centrare questo bando, e credo che una settimana può diventare decisiva per far perdere alla Calabria quest’occasione. Per fortuna sono riuscito a ottenere dal governo la possibilità di riaprire il bando con un’altra scadenza a ottobre. Mi auguro che per quella data riusciremo a recuperare le risorse perdute da chi finora si è occupato del settore idrico. È un peccato, ripeto, aver perso una settimana a causa di un cavillo regolamentare, perché avremmo potuto dimostrare al Paese di essere capaci di centrare l’obiettivo anche il 19 maggio. Pazienza, è andata così, ma oggi abbiamo ottenuto l’approvazione della legge. L’opposizione ha, invece, ottenuto pochi giorni fa una vittoria di Pirro, lo dimostra il fatto che oggi abbiamo avuto 22 voti ».

Entro venerdì è prevista la nomina del commissario della nuova Authority. «Ho detto al Consiglio regionale – ha dichiarato il presidente Occhiuto – che se ci saranno contributi migliorativi, dalla maggioranza o dall’opposizione, saremo disponibili a eventuali integrazioni. Vorrei solo che una volta tanto ci fosse un’opposizione che fosse in grado di proporre qualcosa, e non di opporsi in maniera pregiudizievole a qualsiasi proposta del governo regionale. Ma sono convinto che crescerà anche l’opposizione. Spesso i sindaci dei Comuni si sono lamentati di una Regione troppo distante rispetto ai problemi dell’idrico e dei rifiuti. Questa volta credo che il presidente della Regione abbia avuto coraggio, e trovo giusto che sia proprio il presidente della Regione a nominare chi debba occuparsi di riuscire a ottenere le risorse che servono alla Calabria per il sistema idrico e dei rifiuti. Entro venerdì conto di nominare il Commissario della nuova Authority. Sarà un calabrese, ci parlerò tra oggi e domani e conto di acquisire la sua disponibilità». (rrc) 

Ambiente e turismo, Mare Pulito sigla protocollo con lo Skal International Calabria

Un importante protocollo s’intesa p stato sottoscritto tra l’Associazione Mare Pulito e lo Skal International Calabria, con l’obiettivo di occuparsi, entrambe, dell’imprescindibile legame tra l’ambiente e la promozione turistica, con particolare riferimento alle problematiche collegate all’inquinamento del mare e delle coste.

Il protocollo, firmato da dai presidenti Francesco GentileAlessandro Ruvio, prevede di far convergere in un obiettivo condiviso la pianificazione dell’attività di promozione turistica, promossa dallo Skal, col progetto Bollino Mare Pulito, portato avanti dall’associazione Mare Pulito, e mirato, attraverso il rilascio di una certificazione gratuita, a ridurre l’inquinamento ambientale e a migliorare la qualità delle acque marittime.

Tale progetto si rivolge a tutte le attività e imprese turistiche che, operando nel rispetto dell’ambiente, si rivelano virtuose. Nella fattispecie, i requisiti richiesti per ottenere la certificazione gratuita, ovvero il “Bollino Mare Pulito”, prevedono l’essere in possesso di regolare allaccio alla rete fognaria comunale, corretto smaltimento degli oli esausti, utilizzo di detersivi e prodotti quasi del tutto biodegradabili, messa al bando della plastica usa e getta non biodegradabile né riciclabile, attuazione di una corretta gestione dei rifiuti.

L’accordo tra le due associazioni contribuirà indiscutibilmente ad una migliore qualità di vita dei residenti e garantirà maggiore visibilità alle attività e alle imprese turistiche sensibili alle tematiche ambientali e desiderose di opporsi alle problematiche che ostacolano la tutela della salute pubblica e la valorizzazione dell’ambiente, in particolar modo delle coste e del mare, oggetto principale dell’attrazione turistica della Regione Calabria.  (rcs)

Ambiente e Salute, Arpacal e Avis fanno rete per un progetto sull’epidemiologia ambientale

Importante partnership sarà firmata, il 1° febbrail, tra ArpacalAvis Provinciale di Catanzaro, per un progetto dedicato all’importante binomio ambiente e salute.

«Crediamo molto nel valore strategico del binomio ambiente e salute – ha dichiarato il direttore di Arpacal, Domenico Pappaterra – e per questo motivo abbiamo colto l’occasione di attivare una partnership con l’AVIS provinciale di Catanzaro, non solo per la sua meritoria storia nel volontariato, e quindi di presenza sul territorio, ma anche perché con essa siamo in grado di fare rete per un migliore servizio ai cittadini e, ciascuno per la propria competenza, anche al servizio sanitario regionale».

«Voglio ringraziare – aggiunge Pappaterra – per questo accordo non soltanto Francesco Parrottino, presidente dell’Avis provinciale di Catanzaro, ma anche il direttore scientifico, Michelangelo Iannone, che, con la sua esperienza come medico e docente universitario, ha dato il giusto impulso a questo progetto connesso all’epidemiologia ambientale ed altri che stiamo sviluppando».

Questa iniziativa, infatti, è stata fortemente voluta dal Direttore scientifico dell’Agenzia ambientale calabrese, Michelangelo Iannone, che, da medico nonché docente dell’Università Magna Grecia e ricercatore CNR di lungo corso nell’epidemiologia ambientale, ha già dall’anno scorso, in occasione di una interlocuzione con la facoltà di Farmacia dell’ateneo catanzarese per l’attivazione di un corso universitario in “One Health”, puntato molto anche sul binomio ambiente e salute.

«Il binomio salute e ambiente – ha dichiarato Iannone – è una visione ormai irrinunciabile per il sistema di protezione ambientale e questa convenzione è un modo concreto per riuscire a fare rete e migliorare le attività mettendole al servizio del sistema sanitario regionale e dei cittadini».

L’accordo fa forza sulla capillarità di un’associazione come Avis, particolarmente qualificata in ambito sanitario, per riuscire ad avvicinare lo scopo delle politiche ambientali all’esigenza di tutela della salute. Le attività previste dalla convenzione riguardano diversi  ambiti di indagine ambientale che hanno effetti sulla salute umana: dalla virologia ambientale, alla qualità dell’aria, dall’amianto, ai campi elettromagnetici solo per fare degli esempi.

Arpacal, inoltre, potrà avvalersi delle numerose sedi Avis per realizzare specifiche campagne ambientali, finalizzate alla divulgazione scientifica dei dati di monitoraggio che hanno effetti sulla salute. A partire dalla campagna di misurazione del radon, ad esempio, che è già operativa grazie al supporto di Salvatore Procopio, fisico del laboratorio “E. Majorana” del Dipartimento provinciale di Catanzaro, che ha avviato il monitoraggio di tutte le sedi Avis per realizzare una campagna mirata alla misurazione e la valutazione del rischio connesso alla concentrazione di attività del gas radon nei luoghi di lavoro e ambienti di vita (d.lgs. n. 101/2020).

Considerato che il gas radon negli ambienti confinati è classificato dalla OMS come cancerogeno certo di gruppo 1 ed è stimato come la seconda causa di rischio di insorgenza di tumore al polmone dopo il fumo, i dati del monitoraggio radon effettuato da Arpacal, attraverso il Laboratorio Fisico del Dipartimento di Catanzaro, risultano particolarmente significativi.

L’Isin, l’ispettorato nazionale per la sicurezza nucleare e la radioprotezione, infatti, sulla base dei dati dell’agenzia, considera oggettivi i rischi di elevate concentrazioni di radon in Calabria, a conferma che la formazione rocciosa di tipo alpino e la presenza importante di faglie, rappresentano elementi assai predisponenti per la formazione del radon.

L’approccio che Arpacal salvaguarda in questo ambito di attività, nel binomio ambiente e salute, riprende e consolida il percorso di prevenzione, garantendo attraverso l’adozione di alcuni interventi tecnici, la riduzione e l’eliminazione del rischio radon per la salute. (aer)

TRA RITARDI, COVID E CRISI ECONOMICA
CRESCE IL DIVARIO TRA CALABRIA E ITALIA

di SANTO BIONDO – La pandemia sta rialzando la testa e la Calabria non riesce ad uscire da una crisi pesante socialmente ed economicamente. La quarta ondata del Covid-19 ci sta trovando ancora una volta impreparati, dopo un 2021 che ne ha sensibilmente ridotto gli spazi di crescita ed accentuato le diseguaglianze all’interno del proprio territorio e fra questo ed il resto del Paese.

Nel settore sanitario ai ritardi con i quali già eravamo costretti a fare i conti, si stanno accumulando altri ritardi che provocano inefficienze e distorsioni nelle cui pieghe si insinua un virus sempre più indecifrabile e pericoloso.

Ma non solo la variante Omicron del Coronavirus, quasi che la nostra regione non fosse inserita nella storia pandemica dell’intera nazione, ci ha colpiti quando ancora siamo in attesa di vedere concretamente potenziate le postazioni di terapia intensiva; quando ancora stiamo aspettando che gli organici di medici e paramedici vengano potenziati; quando ancora siamo in attesa che la spesa venga certificata ed i fondi destinati alla lotta al Covid vengano utilizzati concretamente per ripagare gli sforzi di tutte quelle professioniste e tutti quei professionisti che hanno fatto enormi sacrifici nella lotta alla pandemia.

Mentre la nazione sta registrando un rimbalzo, seppur debole e frastagliato, dei suoi indici economici, la Calabria – che per oltre dodici mesi non è stata governata – rischia di veder allargare quel solco che la separa dal resto del Mezzogiorno, dell’Italia e dell’Europa.

I ritardi accumulati per insipienza sulla programmazione dei fondi europei potrebbero rappresentare una tara insuperabile per il futuro di questa terra. Una regione che la classifica della qualità della vita relega agli ultimi posti a livello nazionale, una regione che non è riuscita ad agganciare la pur debole ripresa nazionale, fatta di lavoro precario, e che si trova sempre più ai margini di un Paese che viaggia a velocità differita e che potrebbe – inevitabilmente – lasciare indietro quelle regioni che dimostrassero di essere incapaci nel gestire la grande messe di risorse che sono state messe a disposizione da un’Europa che, dopo anni di austerità, ha riscoperto la sua aspirazione solidale.

Adesso è il tempo di agire. Il 2022 per la Calabria dovrà essere l’anno della svolta, del cambiamento definitivo. Per questo siamo fermamente convinti che chi ha nelle mani la gestione della cosa pubblica regionale debba concentrarsi sullo sviluppo di tre assi fondamentali per ridisegnare il futuro di questa terra.

Intanto, è necessario agganciare concretamente le possibilità di sviluppo offerte dal Piano nazionale di ripresa e resilienza e bisogna farlo in fretta. “Tempus fugit” e la scadenza di marzo 2022 per la presentazione dei progetti sembra assai vicina.

Per farlo è necessario, ovviamente, conoscere quali siano i progetti che la Regione Calabria ha deciso di mettere in campo per il finanziamento attraverso i fondi messi a disposizione dal Pnrr, togliendo su di essi quel velo omertoso che li ha coperti sino ad oggi e presentandoli al tavolo di confronto con il partenariato economico e sociale. In secondo luogo è determinante pensare ed applicare un urgente irrobustimento della macchina burocratica regionale, assai povera in termini di professionalità per la continua emorragia di esperienze e competenze verso altre parti del Paese e verso l’estero, attraverso l’apertura di una nuova stagione concorsuale che quelle esperienze sappia valorizzare, concentrandosi contemporaneamente nella ricerca delle risorse necessarie per ampliare il contributo lavorativo di Lpu ed Lsu e stabilizzare i lavoratori precari.

Allo stesso tempo, poi, è dirimente rendere operativa la cabina di regia, sulla quale è necessario l’interessamento anche del Consiglio regionale, che è istituita per il monitoraggio della spesa e per recuperare il ritardo rischioso accumulata sulla stessa e dare vita alla task force regionale di supporto agli enti locali per la gestione progettuale dei fondi europei.

Ancora è necessario dare una guida attenta e corretta ai meccanismi che intervengono sulla gestione dell’ambiente, la cui mala gestio in questi anni ha avuto ricadute importanti sulla salute dei calabresi ed ha regalato alla Calabria, soprattutto per i ritardi legati alla messa in sicurezza del sistema depurativo regionale, numerose e costose procedure di infrazione da parte dell’Europa. Così come è altrettanto determinante approntare una cura in grado di ridurre le ricadute del dissesto idrogeologico e approntare un piano efficace per ammodernare e rendere efficiente il sistema idrico regionale.

Sulla sanità, ancora, è necessario accelerare nell’azione di ricostruzione e riordino della spesa per mettere al riparo il settore ed i cittadini calabresi da quegli sperperi e quegli interessi illegali che abbiamo segnalato con un esposto alla Procura della Repubblica di Catanzaro in pieno lockdown.

La riorganizzazione della spesa sanitaria, insieme alla ricostruzione della sanità territoriale, la riorganizzazione del piano sanitario 21/23, deve procedere di pari passo con un intervento di sistema sull’informatizzazione di tutti i servizi sanitari, soprattutto di quelli inerenti alla spesa delle ingenti risorse messe a disposizione del comparto, correlandoli alla centrali di spesa nazionale al fine di mettere al riparo il Sistema sanitario regionale da ingordi interessi criminali ed evitare scorretti ed ingiusti dirottamenti della stessa.

In estrema sintesi, crediamo sia necessario correre spediti sul confronto operativo con le parti sociali su questi tre filoni fondamentali di intervento, al fine di sostenere una loro razionalizzazione e trasformare gli stessi in una importante macchina occupazionale al servizio dei cittadini calabresi onesti e non più di quella parte minoritaria che si muove solo per i propri loschi interessi.

Di questa azione di risanamento tutte le componenti sociali della Calabria, a partire dai sindaci delle grandi e medie città calabresi, dovranno sentirsi parte integrante nella convinzione che nessuno possa pensare di poter risolvere i tanti problemi di questa regione in maniera unilaterale. In questa delicata fase storica, infatti, è necessario amplificare al massimo l’azione di controllo sociale per alzare un muro invalicabile contro la criminalità organizzata.

Se si vuole cambiare la narrazione della Calabria, così come sostenuto dal Segretario generale della Uil, Pierpaolo Bombardieri dal palco della Fondazione Terina nell’ultima mobilitazione regionale prima dello sciopero del 16 dicembre, è necessario collegarsi al Paese reale, è necessario ascoltare le istanze che partono dal basso, è determinante frenare i facili entusiasmi legati alla crescita di qualche indice statistico e riconnettersi con gli italiani, quelli che non hanno un lavoro, che sono stati allontanati dal mondo produttivo, che non riescono ad arrivare a fine mese o che non possono curarsi vicino casa.

Quello messo in risalto lo sciopero generale del 16 dicembre, infatti, è un Paese che poggia su una ripresa occupazionale, fatta di lavoro precario, che esclude sempre di più le donne dal mondo produttivo; è un Paese che vede allargarsi le diseguaglianze già esistenti fra la sua parte ricca e quella più povera, che rischia di non capire le reali sofferenze della sua gente.

Lo sciopero generale del 16 dicembre ci ha detto c’è bisogno di una nazione diversa da quella uscita con le ossa rotte dalla prima fase pandemica, una nazione che deve essere ridisegnata attraverso una corretta riforma fiscale, messa in sicurezza da una moderna riforma previdenziale e resa produttiva da un potenziamento della sua offerta occupazionale. (sb)

NEL CICLO ILLEGALE DI CEMENTO E RIFIUTI
LA CALABRIA QUASI SEMPRE AI PRIMI POSTI

di ANTONIETTA MARIA STRATI – È davvero triste, oltre che desolante, rilevare come la Calabria occupi i primi posti in quasi tutte le classiche per il ciclo illegale del cemento e dei rifiuti, degli incendi e per i reati contro gli animali. È quanto emerge dal rapporto Ecomafie 2021 redatto da Legambiente con il sostegno di CobatNovammont.

Il Rapporto, che analizza i dati frutto dell’intensa attività svolta da forze dell’ordine, Capitanerie di porto, magistratura, insieme al lavoro del Sistema nazionale per la protezione dell’ambiente nato dalla sinergia tra Ispra e Agenzie regionali per la protezione dell’ambiente e dell’Agenzia delle dogane e dei monopoli, indica un quadro davvero preoccupante per la nostra regione che possiede il triste primato per le interdittive antimafia con 194 provvedimenti, seguita da Camopania (100), Siclia (97) e Puglia (93).

Nei reati ambientali, è stato rilevato che Sicilia, Campania, Puglia e Calabria che incidono del 46,6% del totale nazionale e la nostra regione, purtroppo, nella classifica nazionale occupa il quinto posto, con 2.826 reati accertati, 2.259 persone denunciate, 24 persone arrestate e 1.054 arresti.

Vedendo più da vicino i dati, è Cosenza la città in cui sono stati fatti più reati, 921, con 639 persone denunciate, 6 arrestate e 282 i sequestri. Segue Reggio Calabria, con 820 reati totali, con 812 persone denunciate, 3 arresti e 428 i sequestri. A Crotone, 282 i reati 201 le persone denunciate, nessun arresto e 137 i sequestri. Catanzaro 246 reati, con 182 persone denunciate, 13 arresti e 90 sequestri. Chiude Vibo con 188 reati, 220 persone denunciate, 0 arresti e 87 sequestri.

Per quanto riguarda il ciclo illegale del cemento, sono 1.082 i reati, con 998 persone denunciate, 5 arresti e 353 sequestri. Tali numeri la colloca al quarto posto, mentre nella top 20 delle Province italiane, infatti, Cosenza è al 2° posto con 271 reati; Reggio si colloca al 5°posto; Crotone al 13° e Vibo al 14°posto.

Per quanto riguarda il ciclo illegale dei rifiuti, invece, la Calabria è all’8° posto con 456 reati. Nella top20 delle province italiane, Cosenza è all’8° posto, seguita da Reggio Calabria.

Dal 2002 ad oggi, tra le principali operazioni di polizia giudiziaria sull’art.452 quaterdecies del Codice Penale, sono state39 le inchieste che hanno riguardato la Calabria di cui 25 dirette dalle procure calabresi e 14 dalle altre procure d’Italia in cui è coinvolta la Calabria. Dall’operazione “Econox” del 20 aprile del 2002 a “Mala pigna” del 19 ottobre 2021, 193 sono state le ordinanze di custodia cautelare emesse; 616 le persone denunciate, 74 le aziende coinvolte. Ben 4 le operazioni nel 2021: “Erebo Lacinio”; “Quarta Chiave”, “Efesto 2” e “Mala pigna”.

La Calabria si colloca al 6°posto, invece, nella classifica dei casi di incendi ad impianti di trattamento smaltimento e recupero rifiuti che, dal 2013 ad oggi, in regione sono stati 88.

Nei reati contro la fauna, su terraferma e a mare, 5°posto per la Calabria con 527 reati. Reggio Calabria al 5°posto in Italia. Nella pesca illegale per km di costa, la Calabria è al 3° posto con 374 reati su 111,7 km di costa (3,3 reati per km di costa).

«La Calabria, tra i territori a tradizionale presenza mafiosa – ha dichiarato Anna Parretta, presidente di Legambiente Calabria –, continua a mantenersi sempre nei primi posti delle classifiche per il ciclo illegale del cemento e dei rifiuti, degli incendi e per i reati contro gli animali. Ad incoraggiarci è il ruolo della magistratura e di quei cittadini che hanno deciso da che parte stare. Tante le indagini che le procure calabresi stanno portando avanti con importanti risultati».

«Da parte nostra – ha aggiunto – continueremo a tenere alta l’attenzione attraverso la continua e pressante presenza nei territori con il prezioso contributo dei circoli locali, attraverso le nostre denunce e le diverse iniziative di sensibilizzazione. Siamo consapevoli però che tutto questo non può bastare se non verrà completato il quadro normativo sui reati ambientali soprattutto in vista dell’arrivo di ingenti somme di denaro, previste dal PNRR, che invece di sollevare la Calabria dal profondo gap infrastrutturale, rischia invece di soddisfare gli “appetiti” delle organizzazioni criminali».

«Non si deve assolutamente abbassare la guardia contro i ladri di futuro – ha dichiarato Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente – a maggior ragione in un momento storico in cui dovremo spendere ingenti risorse pubbliche previste dal Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr). Va scongiurato in ogni modo il rischio di infiltrazioni ecomafiose nei cantieri per la realizzazione di opere ferroviarie e portuali, impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili e di riciclo dei rifiuti, depuratori, interventi di rigenerazione urbana, infrastrutture digitali, solo per fare qualche esempio delle opere che servono alla transizione ecologica del paese».

«Il lavoro di repressione ha avuto un’impennata grazie ai delitti contro l’ambiente – ha aggiunto – che siamo riusciti a far inserire nel Codice penale nel 2015, dopo 21 anni di lavoro incessante. Ora è fondamentale un deciso cambio di passo che porti a completare il sistema normativo inserendo i delitti ambientali e di incendio boschivo tra i reati per cui è possibile, vista la loro particolare gravità e complessità, prorogare i termini di improcedibilità previsti dalla riforma della giustizia, approvata dal Parlamento. Va aggiornato il Codice penale inserendo tra i delitti anche le agromafie, il traffico di opere d’arte e di reperti archeologici e il racket degli animali».

«È poi fondamentale – ha proseguito alzare il livello qualitativo dei controlli pubblici ambientali in tutta Italia, a partire dal Centro-Sud. Servono nuove risorse finalizzate all’aumento del personale per le valutazioni e le ispezioni e all’acquisto della strumentazione innovativa per effettuare i monitoraggi. Si deve procedere speditamente all’approvazione dei decreti attuativi della legge 132 del 2016, che ha istituito il Sistema nazionale per la protezione dell’ambiente».

«I dati del Rapporto Ecomafia – dichiara Enrico Fontana, responsabile osservatorio ambiente e legalità di Legambiente – confermano l’urgenza di completare il quadro normativo a tutela dello straordinario patrimonio ambientale e culturale del nostro paese, della salute dei cittadini e della buona economia e di rimediare quanto prima a due errori: quello commesso dal governo e dal Parlamento nell’approvazione della riforma del Codice penale, avvenuta a settembre del 2021, a causa della quale, nonostante i forti appelli lanciati a più riprese da Legambiente, Libera, WWF, Greenpeace e Focsiv, scatterà la tagliola dell’improcedibilità per i delitti contro l’ambiente, per i quali deve invece essere garantito tutto il tempo necessario per fare giustizia; l’interpretazione restrittiva da parte del ministero dell’Interno della norma che introduce il potere sostitutivo dei prefetti di fronte all’inadempienza dei comuni, che emettono ma non eseguono ordinanze di demolizione di immobili abusivi, la cui applicazione riguarderebbe solo le ordinanze di demolizione emesse dopo l’approvazione della legge 120/2020, il cosiddetto decreto Semplificazioni entrato in vigore il 15 settembre del 2020».

L’Associazione ambientalista, tra le sue principali 10 proposte, chiede: «di inserire, come primo provvedimento utile, i delitti ambientali previsti dal titolo VI-bis del Codice Penale e il delitto di incendio boschivo tra quelli per cui non scatta l’improcedibilità; approvare delle leggi contro agromafie e saccheggio del patrimonio culturale, archeologico e artistico e introduzione nel Codice penale dei delitti contro gli animali;ripristinare, se necessario con una modifica legislativa, la corretta attuazione da parte delle prefetture di quanto previsto dall’articolo 10-bis della legge 120/2020, che ne stabilisce il potere sostitutivo in tutti i casi, anche antecedenti all’approvazione della norma, di mancata esecuzione da parte dei comuni delle ordinanze di demolizione di immobili abusivi; inasprire le sanzioni previste contro i traffici illegali di rifiuti; emanare i decreti attuativi della legge 132/2016 che ha istituito il Sistema Nazionale per la protezione per l’ambiente; garantire l’accesso gratuito alla giustizia da parte delle associazioni, come Legambiente, iscritte nel Registro unico nazionale del Terzo settore e impegnate di fronte a qualsiasi autorità giudiziaria in qualsiasi grado di giudizio nel perseguimento dei propri fini statutari». (rrm)

IN 8 ANNI 20 MILIONI DI ALBERI IN CALABRIA
COSÌ DIVENTERÀ VERDE IL CUORE DEL SUD

di SERGIO DRAGONEMille miliardi di alberi entro il 2030 per salvare il pianeta, 20 milioni di alberi entro il 2030 per fare della Calabria il “cuore verde” del Mezzogiorno. 

Se la nostra regione avrà la capacità di sintonizzarsi sulla strategica risoluzione del G20 sull’ambiente, intercettando le risorse che lo Stato dovrà impegnarsi a reperire e rispettando i parametri abitanti/nuovi alberi, si potrà realizzare al sud il miracolo della rivoluzione verde da tanti invocata.

Facendo parlare i numeri, l’impegno raggiunto al G20 di Roma prevede la piantumazione di mille miliardi di alberi entro il 2030, con una quota parte per ogni Stato che per l’Italia dovrebbe aggirarsi intorno ai 2 miliardi di piante in otto anni.

Alla Calabria spetterebbe pertanto il compito – perfino sottostimato – di piantare dai 20 ai 30 milioni di alberi da qui al 2030. Qualcosa come almeno 2,5 milioni di alberi all’anno, più di uno per ogni abitante.

Compito non facile, ma che diventa decisivo nella visione di una regione green che punta tutte le sue chances di sviluppo sul turismo sostenibile, sull’agricoltura biologica, sulla nuova mobilità, sulla salvaguardia dei mari e dei boschi, sulle energie rinnovabili. Senza contare il fondamentale apporto per contrastare il dissesto idrogeologico e il fenomeno delle frane.

Attraverso questa gigantesca operazione – che presuppone uno straordinario piano organizzativo, forse senza precedenti – la Calabria diventerebbe protagonista della lotta ai cambiamenti climatici con una significativa riduzione di anidride carbonica nell’atmosfera.

Le condizioni per mettere in piedi questa macchina da guerra ci sono tutte. Anche al G20 ci si è chiesto dove trovare le aree necessarie per piantare questo numero impressionante di alberi, antidoto naturale alle emissioni di CO2. Ebbene, in Calabria bisogna partire dalle aree devastante negli anni dagli incendi: si pensi che solo nel periodo 2004-2016 sono stati censiti 12.400 incendi che hanno percorso una superficie totale di quasi 163.000 ettari. A queste aree occorre aggiungere quelle desertificatesi naturalmente e quelle agricole abbandonate.

L’operazione, che presuppone la formazione di una vera e propria task force, dovrebbe estendersi anche alle aree urbane, beneficiando di parte dei 330 milioni di euro contenuto nella manovra finanziaria italiana per la piantumazione di 6,6 milioni di alberi nei perimetri delle città. Si tratta di un bonus rivolto a pubblico e privato che prevede una detrazione Irpef nella misura del 36% delle spese sostenute.

Sarà capace la Calabria di raccogliere questa sfida epocale? Di certo ci sarà bisogno di una visione manageriale, di una regia unica che sia in grado di predisporre un progetto serio, indicando con precisione assoluta le aree da rimboschire, i costi e soprattutto le unità lavorative che potrebbero essere diverse centinaia. Senza dimenticare un aspetto fondamentale: la protezione e la sorveglianza delle nuove aree boschive (e di quelle esistenti) con l’utilizzazione delle più sofisticate tecnologie in grado di contrastare il fenomeno degli incendi. Ma bisogna fare presto perché il 2030 non è poi così lontano. (sg)

A Catanzaro il meeting dell’Ammi sulla Prevenzione e Cura dell’ambiente per tutelare la Salute

Domani mattina, a Catanzaro, alle 9, nella Sala Verde della Cittadella regionale, il meeting Prevenzione e cura dell’ambiente per la tutela della salute, organizzato dall’Ammi – Associazione Mogli Medici Italiani – Sezione Catanzaro.

Ad aprire l’incontro sarà la presidente dell’Ammi di Catanzaro, Silvana Aiello Bertucci, che racconterà il progetto Green Ammi.
Spazio importante verrà dato alle scuole. Interverranno la preside del Liceo Scientifico “L. Siciliani”, Filomena Rita Folino; la professoressa Francesca Ferrara, referente del progetto “Ambiente e Territorio”e gli studenti.
Seguiranno gli interventi di Annalia Paravati, presidente regionale Fai-Fondo Ambiente Italiano, su “L’ambiente, intreccio indissolubile tra natura e storia”; Caterina Battaglia Rodinò, oncologa e vice presidente Ammi, su “Inquinamento e salute. Non si muore di tumore per caso o per sfortuna”; Adele Manno, avvocato e coordinatrice regionale sezioni Ammi Calabria su “Rivoluzione verde e transizione ecologica nel PNRR: una promessa da mantenere”; Armando Vitale, presidente associazione Gutenberg Calabria su “Noi e la natura dopo la pandemia”.
Seguirà un vivace dibattito con i rappresentanti delle associazioni ed esponenti del territorio molto impegnati e sensibili sul tema dell’ambiente. (rcz)

FederAnziani Calabria e l’Ass. Gàrdia protagoniste a Guardia Piemontese per l’ambiente

L’Associazione socio culturale “La Gàrdia” di Guardia Piemontese, guidata da Silvio Carnevale, e FederAnziani Calabria, guidata da Brunella Stancato, protagoniste a Guardia Piemontese per l’ambiente e la riqualificazione della città.

L’Associazione, infatti, ha voluto contribuire alla riqualificazione di alcune aree della cittadine, iniziativa che l’Amministrazione comunale, da subito, ha accettato, concedendo in affidamento la cura delle fioriere poste in piazza cav. Saverio Rocchetti.

L’associazione ne avrà cura per tutto il corso dell’anno e saranno i custodi della bellezza auspicando che tutti rispettino il lavoro fatto dagli anziani che hanno inteso adottare le aiuole. Ma l’instancabile Silvio Carnevale ha fatto di più, sposando in pieno la campagna contro l’inquinamento da cicche di sigarette, la terra è da proteggere, da lasciare agli altri così come l’abbiamo trovata; e se possibile migliore di come è stata lasciata dagli altri prima di noi.

Con il sostegno di Senior Italia Federanziani Calabria e di Maria Brunella Stancato, è stato ideato un progetto di sensibilizzazione al rispetto dell’ambiente, sono stati realizzati posaceneri particolari e posti su tutta la ringhiera del lungomare di Guardia Piemontese marina. I posaceneri sono stati realizzati riciclando barattoli di salsa donate dai ristoratori del luogo.

I posaceneri riportano i loghi delle associazioni e del Comune che ha patrocinato l’attività: saranno custoditi dagli anziani che provvederanno a svuotarli e riposizionarli ogni qualvolta sia necessario. Il nostro esempio, la nostra sensibilità all’ambiente ed il pensiero che una cicca di sigaretta impiega mezzo secolo per decomporsi ci ha spinto a realizzare dei contenitori adatti. Speriamo che tutti- sia turisti che abitanti- abbiano rispetto dell’ambiente e dei posaceneri speciali realizzati da Silvio Carnevale e dagli altri soci dell’associazione.

Le persone adulte hanno bisogno di sentirsi parte attiva e collaborativa della società civile. L’esempio dell’associazione socio-culturale “La Gàrdia” di Guardia Piemontese dovrebbe essere preso a modello anche da altri presidenti e comunità. Rispettare l’ambiente ed il pianeta è una priorità globale. Dobbiamo tutti adoperarci per allontanare il punto di “non ritorno”.

Mai come adesso copiare è importante, speriamo che il nostro gesto sia riprodotto e moltiplicato. Collaborare alla vita sociale è uno dei nostri obiettivi, siamo felici di farlo per il nostro paese anche se ci costa una fatica quotidiana. Confidiamo nel buon senso di tutti a usarli in modo adeguato e ci rendiamo disponibili ad aiutare chi vuole copiare e replicare i posaceneri speciali. Il nostro slogan è amore per la vita e la semplicità nelle cose(rcs)

Ambiente, dal 30 settembre i procedimenti “Paur” e “Via” saranno telematici

Dal 30 settembre, , il settore Economia circolare – Valutazioni e Autorizzazioni ambientali, Sviluppo sostenibile dell’amministrazione regionale e i Comuni calabresi, riceveranno e gestiranno, in modalità totalmente telematica e dematerializzata, le pratiche ambientali le istanze di “Paur” (Provvedimento autorizzatorio unico regionale, Valutazioni e autorizzazioni ambientali, Sviluppo sostenibile) e le istanze di “Via” (Verifica di assoggettabilità alla valutazione di impatto ambientale e Valutazione di incidenza ambientale).

Lo ha reso noto l’assessore regionale all’Ambiente, Sergio De Caprio, in ossequio alla  normativa vigente, il dipartimento Tutela dell’ambiente, con il Ddg n. 7980 del 2 agosto 2021, ha avviato la procedura per la digitalizzazione dei procedimenti ambientali di cui la Regione è amministrazione competente, mediante l’utilizzo della piattaforma informatica regionale denominata “CalabriaSuap”, gestita da Fincalabra spa, appositamente riconfigurata.

«Siamo estremamente soddisfatti di essere i primi in Italia ad aver avuto l’intuizione di utilizzare lo stesso strumento telematico già in uso da anni da parte di migliaia di professionisti e cittadini, adottando – ha detto l’assessoreDe Caprio – l’approccio metodologico di successo usato per l’avvio dello sportello unico anche alle procedure amministrative in campo ambientale. Questo ha permesso di introdurre una rivoluzione positiva in tempi rapidi, di uniformare processi e soprattutto di introdurre innovazione, maggiore efficienza e trasparenza a costo zero per la collettività. La Calabria è avanti». (rcz)

MARE E SPIAGGE DETURPATE IN CALABRIA
ADESSO BASTA CON I RIFIUTI ABBANDONATI

La cura e tutela dell’ambiente è una questione molto delicata e sentita in Calabria, sopratutto quando si parla dei rifiuti che, purtroppo, sono un’emergenza continua in una regione che vede le sue belle spiagge e il mare deturpati da cumuli e cumuli di spazzatura di ogni genere.

E non bastano le iniziative intraprese da Associazioni come quella di Plastic Free che, da tempo, ha avviato una importante campagna per ripulire le spiagge dai rifiuti o quelle intraprese da altre Associazioni o da cittadini che, volontariamente, ripuliscono strade e spiagge, perché, come ha sottolineato il commissario regionale della LegaGiacomo Saccomanno, «l’ambiente è una risorsa fondamentale per la crescita della Calabria, che deve assolutamente cambiare pagina e passo», sopratutto a seguito dei tristissimi e sconfortanti dati che sono emersi dalle ultime indagini di Legambiente.

Nel Dossier Mare Nostrum, divulgato nei primi giorni di luglio, è emerso che la Calabria si colloca al quarto posto nella classifica del mare inquinato con 458 infrazioni accertate, 635 persone denunciate e arrestate e 275 sequestri effettuati, mentre nella 28esima edizione di Comuni Ricicloni, sempre di Legambiente, è stato rilevato un dato preoccupante: su 404 Comuni calabresi, solo sette sono Rifiuti Free. Andando a livello Provinciale, emerge che tra le province calabresi, è quella di Cosenza a dominare le presenze con 5 comuni; Vibo Valentia con un solo comune e Catanzaro con uno. In cima alla classifica dei comuni rifiuti free calabresi troviamo San Benedetto Ullano (Cs), che per i risultati raggiunti ha ottenuto anche il titolo di “comune riciclone” a livello nazionale: con 1.453 abitanti, ha raggiunto l’80,3% di raccolta differenziata (rd) ed una produzione pro capite di secco residuo di 52,2 kg all’anno.

Un dato preoccupante, che fa capire la necessità di «incentivare la comunicazione e l’informazione per i cittadini affinchè si possa realizzare una raccolta differenziata di qualità, ma soprattutto aiutare i comuni con interventi mirati tra i quali, per esempio, l’applicazione della tariffazione puntuale, in nome del principio “chi inquina paga” e la realizzazione di impianti di riciclo e riuso in ogni provincia calabrese» come ha spiegato la presidente di Legambiente Calabria, Anna Parretta, che ha sottolineato come «i dati dell’ultimo Report di Legambiente su “Comuni Ricicloni” ci restituisce l’immagine di una regione che può e deve fare molto di più per rendere più efficace il sistema di gestione dei rifiuti».

Ed è qui che entra in gioco la campagna Ricicla Estate: la raccolta differenziata ti segue in vacanza, promossa da Legambiente Calabria in collaborazione con il Conai, il Consorzio Nazionale Imballaggi, composta da 40 tappe che vedrà coinvolti oltre 30 Comuni calabresi, nello specifico Catanzaro, Vibo Valentia, Cropani, Reggio Calabria, Crotone, Cittanova, Santa Maria del Cedro, Corigliano-Rossano, San Giovanni in Fiore, San Benedetto Ullano, Caulonia, Caminia di Stalettì, Cicala, Sersale, Villapiana lido, Tropea, Pizzo, Nicotera, Briatico, Drapia, Palmi, Davoli, Belvedere Marittimo, Zambrone, Steccato di Cutro, Santa Domenica di Ricadi, Lorica, Cariati, Siderno, Lamezia Terme, Parghelia, Le Castella.

La campagna nasce per ricordare che anche in vacanza bisogna fare la raccolta differenziata, e che i rifiuti non vanno abbandonati. All’interno degli stabilimenti balneari saranno collocati gli appositi bidoncini per depositare, in modo differenziato, i rifiuti, permettendo ai consorzi che garantiscono il riciclo di dare loro una nuova vita e trasformare quello che prima era solo un rifiuto in una preziosa risorsa. Grazie al lavoro dei volontari di Legambiente, bambini e adulti potranno imparare, giocando, a svolgere correttamente la raccolta differenziata.

«La direzione in cui andare è chiara – ha detto la presidente Parretta –, ed è quella tracciata dall’Europa nello stabilire la gerarchia comunitaria nella gestione dei rifiuti che definisce come prioritari gli obiettivi della prevenzione e del riciclaggio, con il chiaro obiettivo di discariche zero. Per realizzare la Calabria del futuro è necessario seguire il modello delle “4R”: ridurre, riusare, riciclare, recuperare».

«Non ci scoraggiamo – ha dichiarato l’assessore regionale all’Ambiente, Sergio De Caprio – ripartiamo, non ci demoralizziamo. Stiamo lavorando bene. Abbiamo adottato il servizio di tracciamento dei rifiuti e tutti i 404 comuni calabresi si sono iscritti. La raccolta differenziata è l’unica vera strategia per arrivare a discarica zero e gestire correttamente il ciclo dei rifiuti che va collocato al centro dell’economia circolare. Basta speculazioni. Con senso di responsabilità costruiremo rapidamente gli ecodistretti, valorizzeremo i rifiuti e li trasformeremo in risorsa».

«Sempre di più – ha detto ancora l’assessore regionale – dobbiamo riutilizzare i materiale perché questa è la strada individuata dall’Europa e l’Italia deve seguire questo modello d’avanguardia. Stiamo lavorando sulla depurazione, lo abbiamo fatto dialogando con tutti i sindaci, sappiamo che ci sono aree prive di depuratori o collettamenti, ed abbiamo investito 65 milioni di euro per intervenire. Il danno più grande deriva dalla mancata separazione delle acque bianche dalle acque nere. Abbiamo chiesto oltre 260 milioni di euro sul Recovery Fund affinché tutti i comuni della Calabria possano porre rimedio a questo fenomeno che è la maggiore causa dell’inquinamento».

Quella dei rifiuti, dunque, è un problema che deve essere affrontato in fretta e nel migliori dei modi perché, come ha evidenziato il segretario generale della Fisascat CislFortunato Lo Papa, i rifiuti, ma anche i cantieri aperti nel pieno dell’estate, sono fattori che «possono influenzare negativamente un ambito di primo piano per la Calabria», oltre che disincentivare il turismo.

«Come spiegare – ha dichiarato Lo Papa – a chi si appresta a godere delle nostre bellezze, la spazzatura per strada, i miasmi nauseabondi esasperati dalle alte temperature, a volte anche sulle stesse spiagge? Mentre il settore rifiuti continua ad essere in emergenza da anni, le istituzioni alternano la ricerca di soluzioni tampone al voltarsi dall’altro lato. Ecco il nostro biglietto da visita, monnezza e cattivi odori nel post Covid». (rrm)