FACOLTÀ MEDICINA, POSSIBILE MEDIAZIONE
L’80% DEI POSTI AGLI STUDENTI CALABRESI

di FRANCO BARTUCCIIl Corso di laurea magistrale in Medicina e Chirurgia presso l’Università della Calabria è frutto di un lungo percorso preparatorio durato oltre quarant’anni e ottenuto per meriti speciali riconosciuti in prima istanza dal Nucleo di Valutazione Università e Ricerca (Anvur) del Ministero dell’Università e solo recentemente dal Coruc regionale (Comitato regionale di coordinamento delle università calabresi).

Dispiace che a Catanzaro questa decisione di riconoscere all’Università della Calabria il diritto di avere al suo interno anche questo specifico corso di laurea, peraltro riconosciuto anche da una sentenza del Tar Calabria di tre anni addietro, abbia scatenato nella città di Catanzaro una bagarre politica conflittuale ormai antica e degradante senza senso nei contenuti che risale a mezzo secolo, per come sono ormai gli anni di esistenza della prima Università statale calabrese. Basta risalire alla nutrita rassegna stampa che si è accumulata negli anni (le circostanze sono state altre quattro volte) per avere sentore della definizione decrepita data alla vicenda.

Non si può certamente dimenticare che nella giornata del 20 dicembre 1972, nel momento in cui il Corpo Accademico dell’Università della Calabria, con Rettore il prof. Beniamino Andreatta, si era convocato nell’aula circolare dell’edificio polifunzionale per la cerimonia inaugurale del primo anno accademico 1972/1973, deflagrò un grido di allarme e preoccupazione, ad opera dei lavoratori abilitati a costruire le prime strutture del campus universitario di Arcavacata, allarmati dalle voci provenienti dalla città capoluogo della Regione, dove alcuni professionisti e politici locali lanciarono l’intenzione e la sfida di costituire, attraverso un consorzio, una libera università con i corsi di laurea in Medicina e Giurisprudenza in accordo con le Università di Napoli e Messina.

La preoccupazione dei lavoratori era che l’UniCal non avrebbe raggiunto la sua giusta dimensione strutturale e nella realtà di oggi quella loro manifestazione di protesta di è dimostrata profetica se si guarda al blocco del progetto Gregotti e Martensson residenziale.

A nulla servirono gli appelli dei lavoratori a non proseguire su tale strada, come anche quello del Senato Accademico dell’UniCal e del Rettore Andreatta che lanciò in quelle circostanze anche la proposta di creare un sistema universitario regionale dando anche spazio alle attese di Reggio Calabria, che aveva già l’Istituto Superiore di Architettura, ma con sede amministrativa nella prima ed unica Università statale esistente a quell’epoca nella nostra Regione.

Poi all’inizio degli anni Ottanta ci fu il tentativo del Rettore Pietro Bucci, con delibera del Senato Accademico, di intraprendere la strada per attivare il corso di laurea in Medicina in un rapporto sinergico di collaborazione interuniversitaria tra le due Università di Catanzaro e Cosenza, che fu approvato dal sindaco Ferriolo, ma respinto dal Presidente del Consorzio Universitario catanzarese.

L’accordo prevedeva lo svolgimento dei primi tre anni di studio per gli studenti di medicina all’UniCal e i tre anni finali di specializzazione cliniche presso l’Università di Catanzaro. Guarda caso non è altro che la stesura dell’accordo raggiunto tra le due Università nel 2020 (dopo 42 anni) per il corso di specializzazione interuniversitario in Medicina e Tecnologie Digitali, del quale è già partito da poche settimane il secondo anno dei corsi di laurea con la frequenza di circa 140 studenti, che sancisce un rapporto costruttivo e collaborativo ormai maturo tra le due Università. Giusta, quindi, la posizione del nuovo presidente del Coruc, Rettore della ”Mediterranea” di Caranzaro, prof. Giovambattista De Sarro, che nella votazione di approvazione del progetto istitutivo del Corso in Medicina e Chirurgia all’UniCal si è astenuto.

Finalmente una decisione saggia del Coruc 

Una nota di apprezzamento va, quindi, al Coruc che dopo anni di quasi immobilismo di fronte all’ esigenza di cominciare a lavorare per creare un sistema universitario regionale, così come chiedeva il Rettore Andreatta fin dal 1974, aperto alle esigenze della comunità regionale e al suo sviluppo, ha cominciato a dare dei segnali in tal senso dandone prova nel 2020 con l’approvazione del corso interuniversitario in “Medicina e Tecnologie digitali”. Un sistema universitario regionale peraltro invocato in questi giorni di polemiche dallo stesso Sindaco di Catanzaro, Nicola Fiorita.

Si son letti contestualmente delle dichiarazioni e titoli che fanno pensare ad una classe politica senza memoria, tempo e conoscenza, arretrata vincolata a “tempi che furono”, senza avere contezza  soprattutto dei cambiamenti riconosciuti fin dal 1997 alle Università italiane, attraverso un’apposita legge di riforma, che prevede l’autonomia gestionale, facendo così cadere gli appelli rivolti ora a questo ora a  quella figura politico istituzionale. Spetta solo e soltanto alle Università decidere e fare i loro piani di studio e stabilire le offerte didattiche in base alle potenzialità ed esigenze stesse del territorio in cui si opera. Anche se il dialogo e la collaborazione tra le varie istituzioni  è sempre importante rendendolo fruttuoso e vivo per il bene di un reciproco interesse di sviluppo e crescita.

Ciò che non si comprende è il particolare accanimento, da parte di alcune figure politiche e istituzionali della città di Catanzaro, avverso l’istituzione all’UniCal del corso di laurea in Medicina; mentre nulla è accaduto quando nel 1992 venne istituita, prima con presidente del Comitato Ordinatore il prof. Pietro Bucci e poi come preside il prof. Sebastiano Andò, la Facoltà di Farmacia, divenuta in questi anni un fiore all’occhiello, con il passaggio nel 2006 a Facoltà di Farmacia e Scienze della Nutrizione e della Salute, sia per la stessa Università che per la Calabria. Una trasformazione ben gestita e guidata dal prof. Sebastiano Andò, considerato tra l’altro il padre fondatore e guida del Centro Sanitario del Campus universitario di Arcavacata, che ha per merito di una squadra di ricercatori e docenti universitari ottenuto riconoscimenti internazionali e nazionali di prestigio e primato italiano assoluto come l’area medica, di cui alla valutazione annuale dell’Anvur.

Per non parlare poi dell’ultra ventennale esperienza della Scuola quinquennale di specializzazione in “Patologia Clinica” che ha già formato tantissimi giovani laureati  calabresi e non di questa splendida Facoltà Scientifica, che oggi è pronta a fungere da supporto medico didattico scientifico sia alla nascita del corso in Medicina e Chirurgia, quanto alla creazione di un ambiente di qualità ed accoglienza degli studenti tirocinanti e non solo nell’Azienda Ospedaliera Annunziata di Cosenza (in attesa di una nuova struttura da realizzare al più presto), così come prevede peraltro il progetto della istituzione del nuovo corso di laurea, insieme a quello in Infermieristica.

Competenze ed esperienze di lavoro che non potevano essere emarginate, ma messe al servizio della cittadinanza calabrese nel rispetto dei compiti e fini che vengono assegnati alle Università. È il caso di ricordare tra l’altro che nei primi anni di questo nuovo secolo ci fu uno scambio di collaborazione tra la Facoltà di Giurisprudenza della “Magna Grecia” e la Facoltà di Economia dell’UniCal con l’istituzione in quest’ultima di  Giurisprudenza, oggi Scienze Giuridiche, e di Economia Aziendale nella città capoluogo regionale, divenute nel frattempo autonome l’una dall’altra nelle rispettive sedi. Il tutto nel silenzio più totale con il plauso solo e soltanto dei rispettivi studenti che hanno avuto modo di acquisire il loro titolo accademico nelle città di Catanzaro e Rende.

La parola agli studenti aspiranti al corso di Medicina

Gli studenti, sono queste le persone alle quali spetta il diritto di esprimere giudizi e fare le loro valutazioni sul caso della istituzione del secondo corso di laurea in Medicina e Chirurgia all’UniCal, costretti in questi anni a lasciare la nostra regione (per mancanza di una congrua disponibilità di posti nell’unica sede catanzarese) diretti verso altre sedi  universitarie per partecipare ai concorsi di ammissione ed immatricolazione al corso di Medicina nel caso di vincita. Come non prendere anche in considerazione tutti quegli studenti non vincitori di tale concorso che hanno finito per fare poi  scelte diverse soffermandosi per ragioni di studio fuori regione.

Con il nuovo corso in Medicina e Chirurgia a Cosenza aumenterà la disponibilità dei posti, suddivisi tra le due Università,  per come ha dichiarato il Rettore Nicola Leone e gli aspiranti studenti calabresi avranno maggiori opportunità di ammissione.

«Il corso di Medicina nel nostro Ateneo – ha dichiarato il Rettore – sarà attivato con posti aggiuntivi che andranno a sommarsi a quelli già previsti a Catanzaro. Non ci saranno tagli ai corsi di medicina già esistenti. Ci saranno maggiori opportunità per i giovani calabresi che potranno studiare nella propria regione. Tutto ciò sarà un vantaggio economico per le stesse famiglie. L’Unical intende condividere  professori e ricercatori medici con la sanità territoriale e l’ospedale hub dell’Annunziata. Da gennaio undici medici, tra professori e ricercatori, entreranno in servizio all’Annunziata. Un reclutamento che avviene interamente a carico dell’Università con benefici  per tutto il territorio».

Le debolezze e le ferite del sistema sanitario calabrese, come quelle dell’Annunziata di Cosenza, sono ben note, dovute soprattutto a una forte carenza del personale medico infermieristico che necessita di un congruo rafforzamento, per non parlare della insufficienza strutturale, per la quale ragione si guarda ad una nuova struttura ospedaliera da più anni oggetto di discussioni.

Certo la presenza di personale universitario, siano essi docenti, ricercatori, medici, infermieri e tirocinanti, al suo interno può stimolare e spingere a creare servizi assistenziali di qualità; ma occorre per questo creare una nuova classe medica/infermieristica tutta calabrese che può uscire dal percorso formativo del nuovo corso di laurea in medicina e chirurgia ed infermieristica, soprattutto se la si tutela nella fase d’ingresso ed immatricolazione, facendo in modo che si applichi quanto stabilito dall’art.13 della legge istitutiva dell’UniCal 12 marzo 1968 n°442 in materia di numero chiuso o programmato.

Sulla base di tale articolo di legge  il Ministro della Pubblica Istruzione, on. Luigi Scalfaro, con proprio decreto stabilì nell’estate del 1972 che per il primo concorso di ammissione all’UniCal venisse applicata la seguente ripartizione dei posti: l’80% riservati a studenti calabresi e figli di emigrati calabresi residenti all’estero; il 15% a studenti residenti in altre regioni italiane ed il 5% a studenti stranieri.

Visto il momento contingente della situazione sanitaria calabrese che addirittura si ricorre ad un periodo di accoglienza di medici cubani per la copertura di servizi sanitari in provincia di Reggio Calabria; vista la volontà di dare maggiori opportunità d’iscrizione al corso di Medicina agli studenti calabresi; considerata la  caratteristica specifica della legge istitutiva dell’UniCal che fin dalle sue origini, unica in Italia, ha adottato una sua gestione autonoma di distribuzione dei posti, con decreto ministeriale di approvazione, suddivisa per tutti i corsi di laurea attivati; ciò detto si rende necessario assimilare i criteri di distribuzione dei posti del concorso di ammissione al corso di laurea in Medicina, stabiliti a livello nazionale, non nella formula 90% studenti italiani e 10% studenti stranieri, bensì nella specificità distributiva del concorso di ammissione ai corsi di laurea dell’UniCal come sopra  riportato.

In questo caso è bene l’interessamento della stessa Università, quanto quella politica della Regione Calabria, per avvalersi di un intervento risolutore su un provvedimento politico nazionale ministeriale. Si verrebbe ad avere certamente una condizione ideale per creare quella classe medica sanitaria, di cui la Calabria ne ha bisogno per uscire dalla situazione di crisi e sottosviluppo, salvo in alcuni casi legati all’impegno di singole figure. Che questo accade nel cinquantesimo del primo anno accademico dell’UniCal è segno di un prestigioso valore di ripartenza e cambiamento che ha nell’ordine dei nomi per l’impegno profuso di Pietro Bucci, Sebastiano Andò e Nicola Leone, il riferimento storico che ancora tutto è possibile per un domani di certezze. (fb)             

CATANZARO – Grande successo per “A farla amare comincia tu”

Si è conclusa con successo, a Catanzaro, A farla amare comincia tu, la grande festa popolare che ha l’ambizione di diventare un appuntamento fisso per la comunità catanzarese. Una manifestazione ideata e diretta da Antonio Pascuzzo, promossa dall’amministrazione comunale di Catanzaro che ha animato il capoluogo dal 17 al 30 dicembre.

«Catanzaro ha bisogno di essere amata, accarezzata, con la dolcezza negli occhi e l’amore nello sguardo». Un messaggio di speranza per la città è stato consegnato ai catanzaresi sulla Terrazza del San Giovanni, da Enzo Colacino nelle vesti di Giangurgolo, la maschera che ormai da anni l’attore porta in giro per l’Italia. È stato questo l’incipit della Nakalaika, la processione notturna che ha chiuso il cartellone della manifestazione.

Nella serata del 30 dicembre, poi, migliaia di persone si sono radunate al San Giovanni e hanno seguito il percorso a tappe tracciato da Giangurgolo insieme alla Banda di Gimigliano. Una processione laica dalle atmosfere felliniane che ha abbracciato la città, nel cuore del suo centro storico fino a Villa Margherita, passando per il quartiere Case Arse e Sant’Angelo, dove ha avuto luogo l’intensa interpretazione dell’attore Mauro Lamanna che ha messo in scena lo spettacolo itinerante Canticu e Natala, con il progetto sonoro di Daniele Greco e la traduzione di Enzo Colacino. Il giovane artista, autore e regista catanzarese, dopo aver portato i suoi lavori in giro per il mondo è tornato nella sua città natale per dar corpo e voce ai suoi incubi di bambino, presentando una storia senza tempo in una versione inedita: il dialetto catanzarese, che ha letteralmente incantato il pubblico.

Il celebre Canto di Natale di Charles Dickens che racconta la storia di un uomo d’affari, Scrooge, avaro ed egoista, che finisce per far entrare dentro di sé il calore del Natale riscaldando la sua anima, è stato ridotto da Dacia Palmerino e tradotto in “Jermitu” da Colacino. La magia della Nakalaika è proseguita in percorso pieno di sorprese tra spettacoli di fuoco attraverso le strade e i vicoli della città, fino alla Chiesa del Rosario dove ha avuto luogo l’esibizione del coro di Amarte che ha intonato alcuni brani che celebrano lo spirito del Natale con le incursioni musicali di Antonio Pascuzzo e della Banda di Gimigliano che, dopo l’esibizione, hanno guidato i tantissimi intervenuti verso la grande chiusura in Villa Margherita. Qui il cantante catanzarese Emanuele Aceto, in arte Eman, accompagnato alla chitarra da Daniele Greco, ha chiuso la festa. (rcz)

L’OPINIONE / Nicola Fiorita: I prossimi mesi decisivi per le sorti di Catanzaro

di NICOLA FIORITA – Carissimi Catanzaresi, ci lasciamo alle spalle un anno difficile, complicato, carico di preoccupazioni. La terribile morsa della pandemia e della crisi energetica generata dalla guerra in Ucraina ha messo a dura prova le famiglie e le imprese. Abbiamo tutti l’impressione che la nostra vita se non peggiorata, sia quanto meno profondamente cambiata. Eventi estremi hanno anche duramente provato la nostra Città.

Eppure, il vento dell’ottimismo e della speranza nel futuro non ha mai smesso di soffiare. Siamo pronti per una nuova ripartenza, convinti che i prossimi mesi saranno decisivi per le sorti della nostra amata Città.
Il 2022 mi ha regalato la gioia più grande che un uomo possa sperare: essere chiamato dalla gente a guidare e servire la propria Comunità. Posso dire, con orgoglio, di avere riservato a questo compito ogni istante della mia giornata. Questi sei mesi sono serviti, innanzitutto, a fronteggiare emergenze piuttosto serie, con gli scarsi mezzi a disposizione. Ma li abbiamo anche utilizzati per sbloccare importanti pratiche e salvare tanti finanziamenti in scadenza.
Siamo riusciti a mantenere le iniziative per il Natale e non era scontato. Molte Città, anche calabresi, hanno dovuto rinunciare a luminarie e agli eventi spettacolari. Per noi era fondamentale mandare un segnale di speranza, di gioia collettiva, ad una cittadinanza stremata da tre anni di pandemia.
Non voglio annoiare con l’elenco delle cose fatte. Sono state tante, in tutti i settori. Molto spesso abbiamo fatto bene, qualche volta abbiamo sbagliato, ma sempre pronti ad accettare il confronto con i cittadini.
Ora si tratta di imprimere a Catanzaro la svolta che tutti ci attendiamo. Ho buone ragioni per ritenere che il 2023 sarà proprio l’anno della svolta e della ripresa.
Sarà intanto l’anno in cui cominceranno i lavori di consolidamento del Duomo e sarà un fatto di grande impatto simbolico.
Sarà l’anno del rilancio del nostro centro storico che già sta registrando segnali molto positivi, come il ritorno degli uffici della Questura nella sua sede storica, l’inaugurazione della sede della Procura nell’ex ospedale militare, mentre altre importanti funzioni – come il Centro per l’impiego e uffici della Sovrintendenza – troveranno posto in prestigiose sedi. Hanno già ripreso vita le bellissime gallerie del San Giovanni, visitate in questi giorni da tanta gente.
Sarà l’anno del completamento della Metropolitana, opera gestita dalla Regione, ma che vede il Comune in un ruolo attivo di collaborazione.
Sarà anche l’anno della nascita dell’Azienda Universitaria-Ospedaliera intitolata al Premio Nobel della medicina “Renato Dulbecco”. Sarà con i suoi 855 posti letto il più grande polo sanitario della Calabria e uno dei più grandi del Meridione. Ci sarà anche un secondo pronto soccorso a Germaneto che alleggerirà la pressione su quello del “Pugliese”.
E a proposito di medicina, voglio rassicurare i miei concittadini: non arretreremo di un solo centimetro nella battaglia per evitare l’inutile duplicazione della Facoltà e saremo tutti uniti per contrastare una decisione che riteniamo dannosa per tutta la Calabria.
Ci saranno anche notevoli novità per Lido. Il porto innanzitutto. Sarà l’anno dell’appalto e dell’avvio dei lavori di completamento, dopo che abbiamo superato tutti gli ostacoli di ordine burocratico che abbiamo trovato. Nel frattempo, assegneremo l’installazione dei pontili galleggianti in modo che già dai prossimi mesi le imbarcazioni da diporto possano trovare comodo approdo.
Ricuciremo, con il nuovo ponte sulla Fiumarella, i due tratti storici del lungomare, aumentando l’attrattività della nostra passeggiata a mare.
Ma ci sono tante altre sfide che ci attendono. Dovremo dare una destinazione produttiva al Polo Fieristico, rilanciare la Fondazione Politeama, portare avanti il nuovo strumento urbanistico.
Ma c’è un punto che mi sta particolarmente a cuore: la cura e la difesa dell’ambiente. Finora, soffocati dalle emergenze, non siamo riusciti a fare molto. Stiamo seguendo con attenzione i lavori nella Pineta di Siano, ma ora dobbiamo passare ad azioni concrete per la depurazione, per il verde pubblico (penso alla pineta di Giovino) e per le energie rinnovabili.
Ci sono dunque molti motivi per guardare avanti con fiducia. Sento molto forte la vicinanza dei cittadini che – credo di non sbagliare – hanno riacquistato in questi mesi il senso della comunità e della collaborazione, abbandonando ogni atteggiamento di rassegnazione e di rinuncia.
Dobbiamo remare tutti assieme. Perché Catanzaro è di tutti noi, perché Catanzaro siamo tutti noi. E che sia anche l’anno dell’atteso e meritato ritorno delle Aquile nel grande calcio che conta. (nf)

L’OPINIONE / Nicola Fiorita: Da Occhiuto un atteggiamento tutt’altro che superpartes per Medicina

di NICOLA FIORITA – Non ci siamo. Sta emergendo in queste ore un atteggiamento tutt’altro che superpartes e distaccato del presidente Occhiuto rispetto alla questione della seconda Facoltà di medicina a Cosenza.

Se dobbiamo dare un significato alle date, in soli otto giorni – quelli che intercorrono tra la discutibile decisione del Coruc e l’emanazione del protocollo d’intesa tra Regione-Unical e Azienda ospedaliera “Annunziata” – è stato compiuto il miracolo di trasformare un ospedale in piena crisi gestionale e logistica in un nuovo Policlinico universitario.

Se a questo aggiungiamo la non convincente giustificazione del Governatore sulla mancata firma del protocollo d’intesa per l’Azienda unica universitaria-ospedaliera “Dulbecco” a Catanzaro, avremo il quadro di una manovra che a questo punto non è solo di stampo accademico, ma decisamente di timbro politico.

Tradotto in sintesi, non è bastato nemmeno un anno per il protocollo Regione-Umg, mentre in appena otto giorni è stato firmato il protocollo per il Policlinico fantasma di Cosenza. Ovviamente quest’ultimo documento è stato preparato da molto più tempo dall’ufficio del commissario alla sanità e negli ultimi giorni è stato solo aggiunto il riferimento al documento del Coruc del 22 dicembre scorso.

Non ci siamo. Non ci convince la giustificazione del Governatore sulla necessità di un Dpcm per istituire l’Azienda Dulbecco a Catanzaro, non c’è traccia della presunta richiesta del Ministero della Salute di un pronunciamento del Governo. La verità è che nessuno a questo punto è in grado di sapere come e quando sarà firmato – se mai sarà firmato- il protocollo Dulbecco.

Noi ci siamo posti in maniera decisa, ma garbata nei confronti del presidente Occhiuto, facendo affidamento sul ruolo neutrale che gli è stato assegnato dagli elettori di tutta la Calabria. Confidiamo ancora che il Presidente Occhiuto voglia riappropriarsi di questo ruolo e perciò chiediamo un incontro immediato che in maniera risoluta ponga rimedio alla situazione che si è venuta a creare.

Se così non fosse, d’altra parte, vorrebbe dire che è arrivato il momento di passare dalla protesta alle azioni concrete. Ci confronteremo, in questo senso, nei prossimi giorni con esperti in materie giuridiche e in organizzazione sanitaria per un’analisi degli atti prodotti e per individuare le iniziative più opportune a tutela della Città di Catanzaro e della sua Università. (nf)

CATANZARO – Lunedì il concerto di Ettore Castagna

Lunedì 2 gennaio, a Catanzaro, alle 21, al Supercinema, è in programma il concerto di Ettore Castagna. Sul palco, insieme a Castagna, Carmine Torchia e Peppe Costa.

Un evento inserito nell’ambito di RaccontArti, il festival di arti e mestieri organizzato nel Capoluogo da Confartigianato con il patrocinio dell’Amministrazione Comunale e che è parte del ricco cartellone di appuntamenti del Natale catanzarese.

Sono trascorsi quasi trent’anni dall’ultimo concerto di Ettore Castagna a Catanzaro, sua città natale. Musicista, etnomusicologo, scrittore e antropologo, in tutto questo tempo Castagna non se n’è certo rimasto con le mani in mano. Ha insegnato, scritto romanzi di successo, diretto festival musicali, scartabellato angoli di mondo in cerca di nuove parole e nuove sonorità. Tutto questo fino a qualche mese fa, quando ha tirato fuori dal cilindro Ἐρημὶα (Eremìa), un’opera musicale che ha letteralmente rapito pubblico e critica.

Un disco “mediterraneo”. Non c’è altro aggettivo per definire Eremìa e definire le undici canzoni che racchiude. Un aggettivo di senso assai ampio, perché richiama quella che gli studiosi, Braudel e Matvejević su tutti, ci raccontano come una vera e propria Nazione. Non un semplice luogo geografico: un mare, le sue coste, i suoi massicci montuosi, ma un vero e proprio luogo dell’anima, un coacervo di culture che si mescolano, conservando la propria identità ma dando vita, mescolandosi, a un’identità “altra”, omogenea e per molti versi inscindibile.

Tutto questo è provato dalla compresenza, nel lavoro in studio di Castagna, di un numero cospicuo di musicisti di diversa nazionalità e di un altrettanto cospicuo numero di strumenti delle diverse tradizioni musicali, che lo rendono estremamente ricco di sonorità e rappresentativo, appunto, della grande Nazione. Ma il tratto caratteristico forse più significativo è che i testi sono scritti dall’autore in arabo, in grecanico antico della Bovesìa – l’isola ellenofona nella provincia reggina – e in dialetto catanzarese, quasi che Castagna abbia voluto, dal suo luogo primigenio, abbracciare con lo sguardo tutto il mare di Ulisse. (rcz)

 

 

Rocco Guglielmo traccia il bilancio della gestione del Museo Marca di Catanzaro

di ANTONIO ERRIGO – Il direttore artistico del Museo Marca di Catanzaro, Rocco Guglielmo, ha tirato le somme della gestione dell’Ente Museale.

Un bilancio tracciato a pochi giorni dallo scadere della convenzione che dal 2015 ad oggi ha permesso alla struttura museale di proprietà della Provincia di Catanzaro di assicurare continuità alla programmazione culturale del Marca, e un importante apporto tecnico-scientifico.

Al silenzio dell’Ente intermedio, guidato dal presidente Mario Amedeo Mormile, in merito al futuro della convenzione e, quindi, della riuscita sinergia gestionale tra pubblico e privato che ha prodotto ottimi risultati negli ultimi sette anni e mezzo, il direttore artistico del Museo Marca, Rocco Guglielmo risponde con i numeri e i traguardi raggiunti, illustrati nel corso della conferenza stampa che si è tenuta questa mattina nel chiostro del Museo.

La Fondazione Guglielmo – che ha continuato a proiettare a livello internazionale il nome del Museo, contribuendo a farlo diventare sinonimo di qualità e competenza – nell’ambito della gestione del Marca ha al suo attivo: 52 mostre 20 eventi espositivi, altrettanti eventi culturali, 120 presentazioni di libri, 40 rappresentazioni teatrali, 3 residenze di artisti ed oltre 30 laboratori in favore delle scuole oltre a numerose visite guidate avviate nel rispetto di un protocollo firmato a maggio del 2015.

Lo racconta il direttore artistico Guglielmo cercando di rispondere anche all’interrogativo che resta nell’aria: cosa ne sarà del Museo di Arte contemporanea di Catanzaro, orgoglio del panorama museale dell’intera regione e fiore all’occhiello dell’Amministrazione provinciale di Catanzaro? Guglielmo ripercorre le tappe che hanno caratterizzato la proficua collaborazione tra l’Amministrazione provinciale di Catanzaro e la Fondazione Rocco Guglielmo – che ha portato ottimi risultati in termini di visibilità e qualità culturale – al 2 aprile 2015, rivolgendo prima di tutto il proprio ringraziamento al presidente pro tempore, Enzo Bruno, che con grande determinazione ha voluto avviare l’intesa finalizzata ad attività di supporto alla gestione e alla valorizzazione del patrimonio culturale del Museo Marca.

Nel corso degli anni, in seguito al rinnovo della convenzione a scadenza il 31 dicembre prossimo, il direttore artistico Rocco Guglielmo è riuscito a mantenere alta l’attenzione sul Marca e il suo percorso culturale proiettando ancora in avanti il livello qualitativo e i successi nel campo culturale già ottenuti dal nostro museo di arte contemporanea.

C’è da ricordare che la gestione dei musei provinciali è ricompresa nelle competenze cosiddette “residuali” che secondo la legge Delrio continuano ad essere esercitate dalle Province in attesa che la Regione, con propria norma, individuai l’ambito ottimale per la gestione delle stesse. Le spese per far fronte alla gestione ordinaria dei musei continuano ad essere anticipate dalla Provincia e rimborsate dalla Regione a seguito di idoneo rendiconto: ma nel corso degli anni le ristrette possibilità economiche dell’Ente intermedio – messo in ginocchio dalle legge 56/14 e dalla Finanziaria del 2015 – si sono ulteriormente assottigliate.

La Fondazione Guglielmo ha permesso alla Provincia di Catanzaro di mantenere il percorso culturale del Marca, sperimentando la riuscita di un ambito di collaborazione pubblico-privata per alcuni versi inedito con l’unico scopo di perseguire la mission della promozione culturale.

«Quello che tracciamo al termine di quasi 8 anni di gestione del Museo – ha aggiunto Rocco Guglielmo – è un bilancio sicuramente positivo. Il Museo è stato frequentato dai più grandi curatori italiani e da artisti internazionali e locali. Un lavoro enorme portato avanti dalla Fondazione ma anche all’associazione Di.Co che, negli anni, ha collaborato nella gestione del Museo nell’organizzazione delle attività culturali, aprendo in particolare gli spazi alla visita delle scuole, organizzando riusciti e partecipati laboratori”.

Alla conferenza stampa erano presenti, infatti, anche la presidente dell’associazione culturale Di.Co., Rossella Talotta, la vicepresidente Federica LongoLuigia Bruno e Silvia Pujia che hanno ringraziato il notaio Guglielmo, ricordando importanti progetti avviati grazie a bandi regionali vinti e finanziati, come quelli relativi ai percorsi museali per i diversamente abili. Ed in particolare come attraverso le proprie attività laboratoriali, che prima non esistevano, il Marca sia stato aperto agli studenti che hanno potuto avere un approccio nuovo e attivo all’arte contemporanea.

«Non c’è nessuna polemica nei confronti della Provincia rimasta in silenzio nonostante le diverse sollecitazioni – ha aggiunto Rocco Guglielmo – ma solo delusione. Personalmente credo che, per ogni cosa, ci sia un inizio e ci sia una fine. Non contesto la sostanza perché la Provincia, come Ente proprietario della struttura, può anche decidere di gestire autonomamente il museo. Quello che contesto è la forma, che come logico nel mio mestiere diventa sostanza. Anche nel senso che come Fondazione, non abbiamo mai ricevuto risposte alle email ed alle pec inviate».

«Nei 7 anni e mezzo di durata della convenzione con la Fondazione – ha spiegato ancora – l’Amministrazione provinciale ha solo messo a disposizione le somme necessarie per la gestione dell’immobile. Per tutto il resto, mi riferisco all’organizzazione degli eventi e non solo, la Provincia non ha mai partecipato finanziariamente».

Mentre l’Ente intermedio ha già affidato il servizio di vigilanza e di accoglienza ad una associazione diversa dalla Di.co, cosa sarà della programmazione dell’attività museale per il 2023, anche in seguito al silenzio caduto sul rinnovo della convenzione ancora non ci sono notizie. Certo è che la Fondazione Guglielmo continuerà il proprio percorso operativo e progettuale per promuovere l’arte da Catanzaro nel resto del paese: la mostra Art Rizoma organizzata a Gerace è tra i Best of 2022 assegnati da Artribune(aer)

CATANZARO – Al Teatro Comunale “Una scelta per la vita”

Domani sera, ale 20.30, al Teatro Comunale di Catanzaro, in scena lo spettacolo Una scelta per la vita con Stefania PascaliLuigi Cilli.

Lo spettacolo rientra nell’ambito della stagione Domenica d’Incanto ed è prodotto da Global Thinking Foundation e inserito all’interno del progetto socio-culturale per la parità di genere “Libere di… Vivere” e dell’omonimo docufilm, nato da un’idea della Presidente Claudia Segre e prodotto da Mac film con la regia di Antonio Silvestre(rcz)

 

 

CATANZARO – Successo per la due giorni su “Medicina di genere: nuova sfida per il futuro”

Ha riscosso successo, a Catanzaro, la due giorni dell’evento formativo Medicina di genere: nuova sfida per il futuro, organizzato dall’Ordine dei Medici Chirurghi e Odontoiatri di Catanzaro e dalla Federazione nazionale degli Ordini dei Medici e Chirurghi e degli Odontoiatri.

Una due giorni di corso – i cui responsabili scientifici sono il presidente dell’Ordine Vincenzo Antonio Ciconte e la dottoressa Caterina Ermio – in cui, da diversi punti di vista, si è parlato dell’approccio della Medicina di genere, come questa disciplina garantisce ad ogni individuo l’appropriatezza degli interventi di prevenzione, diagnosi, cura e riabilitazione, con particolare attenzione alle malattie che presentano rilevanti differenze di genere, nell’incidenza, nella prevenzione, nella sintomatologia, nella diagnosi, nella prognosi e nell’accesso alle cure

L’Organizzazione Mondiale della Sanità definisce, infatti, Medicina di Genere lo studio dell’influenza delle differenze biologiche, indicate col termine sesso, e socio-culturali e economiche, definite come genere sulla frequenza, i disturbi e la gravità delle malattie che colpiscono uomini e donne e, in generale, sullo stato di salute e di malattia di ogni persona.

In accordo con il Piano applicativo nazionale relativo alla operatività della legge 3 articolo 3, l’Ordine dei medici di Catanzaro, attraverso la commissione di genere, ha organizzato un percorso formativo sulle tematiche internistiche note di cui esistono evidenze scientifiche di riguardo alle differenze di genere.

“Abbiamo voluto fortemente questo convegno perché riteniamo che ormai il futuro è la medicina di genere, la medicina di precisione, la medicina personalizzata – ha spiegato il presidente Ciconte –. L’Ordine dei Medici, che è un organo sussidiario dello Stato, deve intervenire anche per migliorare la qualità della professione e mettere in campo in senso positivo tutte le nostre energie per curare meglio i nostri pazienti. Quindi, le nostre conoscenze, la nostra professionalità, la ricerca scientifica, il nostro agire quotidiano come ordine professionale vanno indirizzati in questa direzione».

Per il presidente Ciconte, quindi, la medicina di genere è tra le grandi novità da assecondare per mantenere il passo e rilanciare la professione.

«Numerosi studi dimostrano che uomini e donne sono diversi dal punto di vista della sensibilità alle malattie e del mantenimento della salute – ha detto ancora il presidente Ciconte – questa consapevolezza è il punto di partenza per andare nella direzione di curare meglio i nostri pazienti».

«Questo è il primo evento sulla Medicina di Genere della Commissione della Medicina di Genere dell’Ordine dei Medici di Catanzaro – ha spiegato Caterina Ermio che è anche delegata regionale della Medicina di Genere, perché all’ Istituto Superiore di Sanità –. L’esigenza di questo nuovo punto di vista, da includere in tutte le specialità mediche, nasce dalla crescente consapevolezza delle differenze associate al genere, con il fine ultimo di garantire ad ogni persona, sia uomo che donna, la migliore cura, rafforzando ulteriormente il concetto di “centralità del paziente” e di “personalizzazione delle terapie. Il presidente Ciconte è stato aperto all’organizzazione di questo evento, capendone l’importanza. La FNOMCEO Nazionale c’è, tanto è vero che mi ha inserita nella Commissione Nazionale, e quindi promuoviamo tutti».

La dottoressa Ermio ha sottolineato l’importanza della tavola rotonda che si è svolta il secondo giorno dell’evento formativo, che ha visto dialogare attorno allo stesso tavolo i presidenti degli ordini professionali – Medici, Ingegneri, Architetti, Chimici e Avvocati – perché «il problema della Medicina di Genere è un problema che coinvolge il genere, e il genere vuol dire anche avere un ambiente idoneo per la salute. Un confronto importante per capire e trasmettere la consapevolezza che la salute è un bene comune e va trattato come tale». (rcz)

CATANZARO – L’incontro di musica e parole con Samuele Bersani

Domani sera, a Catanzaro, alle 21, alla Basilica dell’Immacolata, è in programma “L’incontro di musica e parole” con Samuele Bersani.

L’evento rientra nell’ambito della rassegna “A farla amare comincia tu” promossa dal Comune di Catanzaro e affidata alla direzione artistica di Antonio Pascuzzo.

L’artista non era in tour ma ha inteso regalare al pubblico di Catanzaro un set piccolo ma speciale, con un organico e un repertorio ispirato al luogo – la Basilica dell’Immacolata – che lo ospiterà. Sarà un incontro intimo in cui l’artista si racconterà per 30 minuti attraverso le sue canzoni arrangiate per l’occasione. L’evento sarà aperto dal fisarmonicista Carmine Ioanna.

Prima del concerto, alle ore 18 a Palazzo De Nobili, sede dell’amministrazione comunale del capoluogo, andrà in scena una produzione originale di “A farla amare comincia tu” ispirata alla storia di un amore “fatto di parole mai dette e baci mai dati” che nella Catanzaro dell’800, ha unito, intensamente e tragicamente, due giovani, Rachele De Nobili e Saverio Marincola, appartenenti a due aristocratiche famiglie rivali. Una vicenda tragica e complessa, quella dei due giovani catanzaresi, che rivivrà grazie al monologo “Non ti ho mai baciato” scritto da Franco Corapi e interpretato da Claudia Olivadese. Una performance nella quale l’attrice s’interroga, attraverso la storia di Rachele e Saverio, sulle dinamiche universali che portano a fare delle scelte oppure a non farle. (rcz)

CATANZARO – All’ex Stac riparte RaccontArti

A Catanzaro, dopo le feste di Natale, è ripartito RaccontArti, il Festival periodico delle arti e dei mestieri lanciato da Confartigianato ed aperto lo scorso 10 dicembre nella sede dell’Ex Stac, a piazza Matteotti.

Anche la terza settimana di attività che parte oggi, mercoledì 28 dicembre, sarà caratterizzata da tanti eventi: laboratori, workshop, iniziative che si accompagnano alle esposizioni degli artigiani che condividono il “saper fare” per valorizzare storia e tradizioni delle botteghe.

Un luogo in cui poter ammirare i prodotti artigianali e acquistarli. La ripresa delle attività di “RaccontArti” riserva altri interessanti e coinvolgenti appuntamenti, a partire dalle ore 17.00 con Angela Rubino e gli antichi tessitori che racconteranno la propria esperienza imprenditoriale. Saranno illustrate la storia del costume, del design e delle tecniche di tessitura e tintura delle stoffe in terra di Calabria. Alle 17.30 ospite dell’ex Stac sarà Luigia Granata. Artista dalla personalità vulcanica ed eclettica, pittrice, illustratrice di riviste internazionali, mosaicista ed esperta in cromoterapia si esibirà in una Performance di Body painting.

A seguire il Laboratorio a cura degli allievi della MOEMA Academy con il Make-up nella moda e nel cinema. La Granata, Fautrice del progetto “Dalla Carta alla Seta, l’ Arte a Passeggio”, dal 2013 realizza capi d’abbigliamento e accessori unici e personalizzabili, dedicati prevalentemente al mondo femminile, ispirati e basati su opere d’arte, completamente fatte a mano. Le sue opere sono esposte in mostre permanenti negli Stati Uniti, in Canada e in Cina, oltre che in collezioni pubbliche e private. Al mattino invece ci sarà la terza lezione del corso di pittura dedicato a “Nonni e Nipoti”, con i più piccini pronti a realizzare le proprie opere.

Domani e venerdì, invece, sarà la volta di due maestri artigiani, Attilio Benincasa e Giuliana Furrer, che racconteranno la propria arte. Rinviati a lunedì 2 gennaio l’incontro con i maestri Liutai di Bisignano e l’atteso concerto di Ettore Castagna.

Un bilancio fino ad ora positivo del festival RaccontArti che la scorsa settimana,
Tra gli eventi maggiormente seguiti, ha visto il Workshop a cura dell’artista Massimo Sirelli che ha allestito un laboratorio dei suoi ormai famosi robottini per i bambini, coinvolgendo anche i genitori alla “riscoperta del gioco”.

«In questi mesi ho incontrato centinaia di bambini, di ragazzi e di adulti. Abbiamo costruito Robottini giocattolo in totale libertà – ha dichiarato Sirelli –. Ho imparato così tante cose in ogni appuntamento, visto luoghi bellissimi e capito l’importanza della parola “empatia”. Il riuso creativo, tra arte e rispetto dell’ambiente, ci permette anche di riscoprire il valore dell’essenziale, anche nei rapporti umani».

Gli appuntamenti della scorsa settimana sono continuati con un incontro dedicato agli amanti delle pipe con il maestro Vitaliano Posella – da San Vito sullo Ionio – che ci ha condotto tra i segreti di questa affascinante e preziosa arte, dei legni più pregiati e di tutto il mondo che vi ruota intorno. Ed ancora, il racconto del maestro birraio Oreste Colicchia che ha parlato del suo progetto “calabriainbeers” totalmente dedicato alla nostra città. Sette birre artigianali e l’innovativo “u picamaro” che trovano identità nella storia e negli elementi di Catanzaro, mentre in contemporanea  si svolgeva il live painting di Zeus OczB e Cime.

Un combinato disposto di emozione e commozione per le iniziative dedicate alla memoria dell’artista Gioacchino Lamanna, hanno chiuso gli appuntamenti della seconda settimana. In onore al pittore e concittadino che con la sua arte ha reso ancora più bella Catanzaro nelle sue opere e con le sue opere, è stata apposta una targa presso la sua casa natale nel centro storico, al Pianicello, in prossimità della chiesa di Santa Maria del Mezzogiorno. Il percorso di omaggio alla memoria è continuato con il commosso ricordo dei figli e degli amici, avvenuto proprio all’ex Stac, tra le sue opere: il tocco sensibile e straordinario di un artista che ha saputo raccontare la città nella sua autentica bellezza e umanità.

Sono stati davvero in tanti a voler rendere omaggio al grande artista catanzarese Gioacchino Lamanna. «Abbiamo voluto celebrare la bellezza della nostra terra attraverso l’arte e per questo siamo stati orgogliosi e onorati di ospitare e godere ogni giorno dei meravigliosi quadri di Gioacchino – ha detto la direttrice artistica di Raccontarti, Giuliana Furrer –. Un grazie speciale alla moglie e ai figli e ai tanti amici che gli hanno dedicato le bellissime parole lette dalla sapiente voce di Marta Parise». (rcz)