di SANTO STRATI – Con la nomina del secondo sub-commissario per i conti, Ernesto Esposito, un manager che arriva dalla Regione Basilicata, il presidente della Regione Calabria Roberto Occhiuto è a metà dell’opera di risanamento della sanità calabrese. Appena a metà, perché manca l’aspetto più strettamente operativo degli ospedali, della diagnostica, dell’organizzazione delle Case salute, etc. Ovvero, serve puntare a un serio riordino di una situazione ormai diventata insopportabile per i calabresi. Per fare questo, il presidente Occhiuto non faccia l’errore dei suoi predecessori nell’incarico di commissario alla sanità che si sono preoccupati (si fa per dire…) di sanare i conti (spesso si sono aperte altre voragini finanziarie). trascurando l’aspetto principale del diritto alla salute: ospedali funzionanti, strutture adeguate, attrezzature aggiornate. E soprattutto personale medico e sanitario, nella misura necessaria a fronteggiare non solo l’emergenza Covid – che è comunque di prima importanza – ma anche le altre patologie – ahimè – sempre più trascurate per dare spazio alle terapie intensive anticovid e alle terapie d’urgenza sempre contro il coronavirus. In Calabria si continua a morire di altro, questo dev’essere chiaro, e occorre che l’impegno – già gravoso – che ha assunto il presidente Occhiuto dovrà avere sostegno e punti di appoggio competenti e specialistici.
In poche parole, Roberto Occhiuto ha una sola strada per affrontare la situazione della sanità in Calabria: accanto ai due ottimi subcommissari, con buona probabilità in grado di esprimere al meglio capacità e competenze per risanare i conti, punto di partenza fondamentare per risalire la china, deve dotarsi di una task force scientifica di altissimo livello che conosca il territorio e le sue criticità e possa intervenire con adeguata professionalità a indicare gli interventi più urgenti. Ci sono – tanto per essere chiari – magnifiche professionalità scientifiche calabresi, dentro e fuori della Calabria, in grado di offrire un apporto notevole alla soluzione dei tantissimi problemi: molti di loro – non staremo qui a fare nomi – sono già stati chiamati dalla compianta Jole Santelli, ma la loro operatività è stata pressoché soffocata da burocrazia e impicci amministrativi che hanno impedito di svolgere il proprio mestiere di consulenti scientifici. Occhiuto si rivolga alle tante eccellenze, molte delle quali offriranno – siamo certi – gratuitamente il loro tempo e prestazioni di altissima specializzazione al fine di individuare il percorso virtuoso che va seguito per uscire dalla crisi.
Si è preso una bella gatta da pelare il presidente Occhiuto, assumendo in proprio il ruolo di commissario alla Sanità, ma fa parte della sfida che, da accorto politico, ha voluto lanciare, con l’obiettivo – lodevole e ammirevole – di fare qualcosa di buono per la propria terra. La sua scommessa è pesante, ma può essere vinta e l’impegno dimostrato in questi primi mesi di presidenza mettono in evidenza che ha un’invidiabile energia e una grande voglia di arrivare al risultato. Il tempo dirà se quelle che gli oppositori classificano come “semplici buone intenzioni” in realtà si tradurranno in magnifiche realizzazioni: si tratta di seminare bene, per raccogliere meglio, dopo.
Non si risparmia Occhiuto, è evidente, è sotto gli occhi di tutti e bisogna dargli un credito almeno di convinzione e temperanza: il suo obiettivo – lo abbiamo scritto più volte – non è fare il Presidente della Calabria, bensì dei Calabresi. E può raggiungere tale risultato offrendo ai suoi conterranei prima di tutto la possibilità di curarsi in casa propria (perché ci sono eccellenze a Reggio, a Catanzaro, dovunque nella regione), ovvero godendo del diritto alla salute fin qui regolarmente negato, e poi lavoro e opportunità per tutti, soprattutto donne e giovani che, in Calabria, soffrono di una discriminazione doppia. I nostri laureati sono costretti ad andar via perché mancano occasioni di formazione, di specializzazione, di impiego: non c’è la minima prospettiva di futuro, come fanno a immaginare di mettere su famiglia, costruirsi (o comprare) una casa, mettere solide radici nella terra che ha dato loro i natali e che dovrebbe diventare quella dove far crescere i figli? E le donne? Che sono obbligate a rinunciare al lavoro, se mettono al mondo figli, perché non ci sono strutture di accoglimento e di assistenza, mancano asili nido, non ci sono politiche attive a difendere la maternità, perciò la scelta diventa obbligata: o lavoro o famiglia.
I suoi precedessori, abbiamo già detto, hanno accuratamente evitato di sentire i professionisti. Citiamo un caso che vale per tutti: c’è in Calabria un’organizzazione non-profit – Comunità competente – che si avvale di medici, specialisti, manager della sanità, etc. Ha cercato, senza successo, di incontrare il precedente commissario Guido Longo per offrire idee, suggerimenti, soluzioni, vista l’ottima conoscenza del territorio. Il virologo Rubens Curia che ne è il portavoce, ha un trascorso di anni all’assessorato regionale alla Sanità, ha fatto il manager sanitario, ha capacità e competenza: Longo non lo ha voluto ricevere nemmeno per un saluto. Non faccia, il presidente Occhiuto lo stesso errore e, soprattutto, non si lasci suggestionare (cosa che riteniamo quasi impossibile) dalle sirene partitiche che escludono l’uno o l’altro specialista in base alla tessera o all’appartenenza politica. La battaglia per la sanità va combattuta tutti insieme, con uno schieramento trasversale, in grado di utilizzare e mettere a profitto le migliori competenze disponibili sul mercato, perché chi non conosce il territorio nulla sa delle esigenze che vanno affrontate e, possibilmente, risolte. Crei il presidente Occhiuto una task force di specialisti calabresi chirurghi, farmacologi, oncologi, etc (che poi sono nei migliori ospedali d’Italia e del mondo) e si faccia consigliare su come riaprire ospedali e centri di cura e come intervenire in tutti i settori chiave della sanità.
Ieri, al Palazzetto delle Associazioni a Cosenza, al centro vaccinale, Occhiuto ha incontrato medici e infermieri che hanno garantito e garantiscono il servizio anche in queste giornate di festa per vaccinare la popolazione, ai quali ha espresso «la gratitudine dei calabresi e del presidente della Regione, ai soldati della battaglia contro il Covid. Mi riferisco a tutti quei medici e agli infermieri, che anche in questi giorni di festa stanno vaccinando tanti cittadini. Stiamo avendo – ha detto Occhiuto – buoni risultati sulla vaccinazione. Non è semplice in Calabria, perché abbiamo una sanità che ha molti più problemi, con una carenza di personale maggiore rispetto alle altre Regioni, ma nonostante questo tanti operatori stanno lavorando con grande abnegazione. Tra l’altro, i medici e gli infermieri delle altre Regioni hanno avuto i riconoscimenti sugli straordinari, mentre in Calabria ancora no. Per fortuna sono riuscito a recuperare le risorse, e credo che nei prossimi giorni anche i nostri operatori sanitari avranno il soddisfacimento di questi loro diritti». Appunto, ci sono risorse sottopagate e, spesso, sottoutilizzate, e ci sono strutture sanitarie che possono essere rimesse in funzione in tempi brevi, ma serve fare in fretta e con competenza. Non si muore di solo Covid e non c’è solo la pandemia. In Calabria ci sono uomini e donne, specialisti o semplici medici, negli ospedali che non si sono mai fermati, nonostante le mille difficoltà: è un impegno difficile, ma non impossibile, da realizzare. I calabresi mostrano di credere al nuovo Presidente: non li dovrà deludere. (s)