di SANTO STRATI – Tra sussurri e grida, forse stamattina (o forse domani) ci sarà la proclamazione del nuovo Presidente della Regione Calabria Roberto Occhiuto: nessuno fornisce informazioni, nessuno giustifica questo incredibile ritardo: venti giorni tondi tondi su un risultato difficile da contestare visto il distacco tra il neoeletto e l’avversario arrivato secondo (Occhiuto 431.675 voti contro i 219.389 di Amalia Bruni). Eppure le scadenze sono impellenti e di particolare importanza: entro il 12 novembre vanno presentati i progetti per il PNRR, e il presidente eletto, in assenza della proclamazione, non ha alcun potere.
Cose di ordinaria burocrazia, si dirà: era già accaduto con la compianta Jole Santelli, eletta il 26 gennaio e proclamata a metà febbraio, era capitato con Mario Oliverio (493.158 voti il 23 novembre 2014) con la proclamazione addirittura a gennaio, si è ripetuta la stessa storia con Occhiuto. Il problema, naturalmente, non è solo di burocrazia, ma di risorse umane. Se per fare lo spoglio di 2.421 sezioni ci sono voluti due giorni prima di avere il risultato definitivo, per compilare il famoso modello 283/AR dell’Ufficio Centrale regionale presso la Corte d’Appello di Catanzaro ci sono un presidente, due membri dell’Ufficio e un segretario/funzionario. Chiaro che per redigere il verbale completo occorrano più giorni del normale spoglio, ma – date le circostanze – forse sarebbe stato il caso di chiedere un rinforzo (o la legge lo impedisce?) viste le scadenze fin troppo vicine che vedranno impegnate presidente e Consiglio regionale per il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza.
I calabresi hanno atteso quasi un anno (la presidente Jole si è spenta il 15 ottobre del 2020) per poter tornare alle urne e ora non intendono più attendere oltre per vedere il nuovo Consiglio regionale in piena attività. Ci sono, peraltro, diverse incombenze prima che si possa parlare di funzionalità totale: dopo la proclamazione, il presidente Occhiuto entro dieci giorni dovrà presentare la sua Giunta al Consiglio regionale, il quale – a sua volta – dovrà eleggere il proprio presidente e i due vice (uno tocca alla minoranza). Poi andranno nominate le varie commissioni. Come si farà a rispettare la scadenza del 12 novembre? Al solito modo, all’italiana: chiedendo l’inevitabile proroga…
D’altro canto ci sono da aspettarsi delle modifiche rispetto alla composizione del Consiglio così come era stata delineata il giorno dopo la conclusione degli scrutini: secondo fonti non confermate, la Commissione elettorale regionale ha dovuto ricontare le schede con le preferenze e controllare accuratamente i verbali di voto di ciascuna sezione. Sembrerebbe che ci siano state attribuzioni doppie di voti per un errore sul conteggio del voto di genere per quanto riguarda le preferenze di lista. Comunque sia, a rischiare sarebbero la Lega (che perderebbe uno o due consiglieri a favore di Forza Azzurri) e De Magistris (che dovrebbe rinunciare a un consigliere a favore del Movimento 5 Stelle). Tutte ipotesi campate su mormorii, ma che mettono ancor più in crisi la Lega che si vedrebbe – se fosse vera la perdita di uno o due consiglieri) retrocessa al quarto posto. Con evidenti ripercussioni nella formazione della Giunta.
Sarà rispettato il patto preelettorale di Occhiuto con Salvini? Ovvero la vicepresidenza toccherà di nuovo a Nino Spirlì? Se si fanno due calcoli di natura politica, considerando lo scarso peso di Spirlì, a Occhiuto converrebbe persino riconfermare l’attuale facente funzioni, per avere totale mano libera nelle scelte politiche della Giunta. Un vicepresidente “politico” potrebbe anche rivelarsi “ingombrante” date le circostanze: a pensar male – diceva Andreotti – si fa peccato, ma spesso ci s’azzecca…
Per fortuna, il neopresidente Occhiuto, in attesa della proclamazione, non ha perso tempo, mostrando già una grande determinazione a operare su tutti i fronti con il contributo di personalità competenti e risorse capaci. D’altro canto le sue relazioni politiche gli permettono di parlare direttamente con ministri ed esigere un’attenzione particolare per la Calabria. «Ho lavorato – ha dichiarato il presidente Occhiuto a SkyTg24 – con i ministri Gelmini, Brunetta e Carfagna quando sono stato capogruppo di Forza Italia, e credo siano tra i migliori ministri del governo Draghi. Forza Italia è orgogliosa di avere ministri di tale valore e con tante competenze. Non capisco però quale sia l’appiattimento: sui temi più divisivi tra la Lega e il governo, Forza Italia è sempre stata dalla parte di Draghi». Senza mancare di sottolineare la valenza dei partner della coalizione, facendo riferimento a Berlusconi: «Il centrodestra ha altri due leader straordinari, Salvini e Meloni: hanno preso due partiti al 4% e ne hanno fatto due partiti nazionali, ma forse dovrebbero imparare da Berlusconi a federare il centrodestra. Quando Berlusconi creò il centrodestra mise insieme anime differenti, esperienze molto complesse ma diverse tra loro e lo fece conquistando poi la guida del Paese e assicurando all’Italia, all’Europa, che un centrodestra di governo ci può essere.
Salvini e Meloni sono grandi leader di partito, ma non sono ancora leader di coalizione. Una cosa è ottenere risultati per il proprio partito, un’altra costruire e amalgamare una federazione che si candida a governare e ad avere consenso in Italia e in Europa. Su questo credo che ‘i due allievi’ qualche lezione dal ‘maestro’ Berlusconi dovrebbero ancora prenderla».
I due player della destra (sovranista e leghista) hanno pensato a fare la gara a chi arrivava prima e hanno perso le elezioni: impareranno la lezione? Il crollo di consensi ha molte madri e non si deve alla campagna antisquadrista (legittima e dovuta delle ultime settimane), bensì va riferito all’assenza di un progetto serio e convincente per il popolo di centro che non si riconosce nelle posizioni dem né tantomeno in quelle ex-populiste dei Cinquestelle. Non si può fare insieme opposizione e maggioranza (come predilige Salvini da qualche tempo a questa parte) o soltanto opposizione per smarcarsi dall’inevitabile anonimato di un tramonto annunciato. Gli spazi per una destra moderata, europeista, moderna e di governo ci sono, mancano i leader, tant’è che è dovuto ridiscendere in campo Berlusconi. Al quale i partner consentono l’illusione di poter concorrere al Quirinale (mancano proprio i numeri, al di là di qualsiasi considerazione) per tentare di riagglomerare una destra in caduta libera.
In Calabria, l’aria è diversa, unica eccezione del Paese, con una forte e decisa presenza forzista che non condivide gli oltransismi di Lega dei dei Fratelli della Meloni. Difatti, anche per il problema migranti, in attesa dell’ufficialità della sua nomina, Occhiuto non ha mancato di far conoscere le proprie idee: «La mia Regione è ancora meno organizzata delle altre per fronteggiare il fenomeno dell’immigrazione. Il sindaco di Roccella si è giustamente lamentato che non può una amministrazione comunale fare fronte a sbarchi ormai quotidiani. Appena insediato parlerò con il ministro degli Interni, Luciana Lamorgese, e chiederò al governo, intanto, di dare le risorse alla Calabria per fronteggiare questo problema. E poi, l’Italia deve avere la capacità di farsi sentire un po’ di più su questo tema in Europa, perché il problema dei migranti non riguarda solo i Paesi di frontiera o le Regioni di frontiera, come la mia, ma l’Unione europea nel suo complesso».
Infine, bella l’immagine che dà del Recovery Fund Roberto Occhiuto: “ci sono vagoni di risorse per il Sud, ma servono macchinisti per guidare i convogli”. Parlando a SkyTg24, il neopresidente ha detto: «Oggi stanno partendo vagoni di risorse per le infrastrutture del Sud, per la digitalizzazione, ma abbiamo bisogno dei macchinisti che guidino questi convogli, altrimenti le risorse si perdono su un binario morto. È stato così anche in passato. L’Europa, per quanto riguarda il Sud, ci dice da tempo che c’è un difetto di capacità amministrativa, una burocrazia incapace di spendere queste risorse nei tempi dovuti.
Le Regioni devono essere coinvolte negli indirizzi di spesa, ma devono essere anche aiutate ad avere il personale amministrativo capace di realizzare le indicazioni che danno i decisori politici.
Ha fatto molto bene il ministro Brunetta a selezionare mille esperti, io spero che saranno disponibili per le Regioni in tempi brevissimi, da affiancare ai governi regionali per spendere queste risorse nei vari ambiti. Noi ne abbiamo grande bisogno, abbiamo tantissime possibilità date dal Pnrr.
La Calabria ha il più grande porto del Mediterraneo, quello di Gioia Tauro, una risorsa per tutto il Paese, eppure abbiamo bisogno di investimenti che permettano di collegarlo alle altre infrastrutture. Abbiamo necessità dell’Alta velocità: è assurdo che in Calabria non ci sia l’Alta velocità e l’Alta capacità ferroviaria.
Ecco, su questo vogliamo un grande intervento da parte del governo nazionale. Noi gli assicuriamo che avrà nel governo regionale un alleato leale e disponibile». (s)