Incendio macrolotto ss 106, FenealUil Calabria: Convocare tavolo con prefetture per amplificare effetti Protocollo Legalità

La segretaria generale della FenalUil CalabriaMaria Elena Senese, ha evidenziato la necessità di «convocare il tavolo con la  Prefettura di Cosenza e con gli altri Uffici territoriali del Governo dei territori interessati dai lavori per amplificare gli effetti dei Protocollo di legalità».

«L’incendio, di natura presumibilmente dolosa – ha spiegato – ai mezzi dell’impresa impegnata nel cantiere per la realizzazione del terzo macrolotto della Statale 106 è un segnale bruttissimo. Oltre all’ingente danno economico patito dall’impresa, questo gesto odioso, vile e criminale rimanda all’opinione pubblica l’immagine di una Calabria che non riesce a cambiare registro, che non riesce a liberarsi dal giogo opprimente di chi, per proprio tornaconto, la vuole tenere schiacciata nel limbo del crimine organizzato».

«Quanto successo ad Albidona – ha concluso – ci deve spingere ad una riflessione profonda, ci deve stimolare al massimo impegno sul territorio per costruire un argine di impegno sociale contro chi vuole pregiudicare il completamento di una delle opere infrastrutturali strategiche per lo sviluppo della Calabria». (rcz)

 

Fenealuil Calabria: Servono formazione e collaborazione istituzionale per fermare le morti sul lavoro

Maria Elena Senese, segretario generale di Fenealuil Calabria, ha ribadito la necessità e il bisogno di formazione e collaborazione per fermare la strage sui luoghi di lavoro.

La segretaria, infatti, si è rivolta agli imprenditori chiedendo di  «utilizzare lo strumento delle visite tecniche di cantiere da parte dei nostri Enti bilaterali, in quanto trattasi di sopralluoghi preventivi mirati a verificare il rispetto delle misure di sicurezza con lo scopo di individuare e segnalare eventuali irregolarità e fornire alle imprese ed ai responsabili della sicurezza in cantiere le opportune indicazioni volte ad eliminare o ridurre i rischi rilevati». 

«Pertanto tale attività – ha aggiunto – svolta dai nostri Enti di formazione e sicurezza, può solo contribuire a migliorare l’ambiente di lavoro attraverso una consulenza continuativa e gratuita per la sicurezza e l’igiene sul lavoro, per tutta la durata del cantiere. Tant’è che le osservazioni, rilevate dai tecnici dell’Ente Edile, vengono fornite all’impresa per poter sistemare eventuali incongruenze con l’obiettivo di poter continuare a lavorare in totale sicurezza evitando pericolosi infortuni sul lavoro».

«Alla politica – ha proseguito – chiediamo di non fermarsi nell’opera di potenziamento degli ispettorati del lavoro, che ancora oggi sono costretti a fare i conti con una pianta organica notevolmente sottodimensionata rispetto alle necessità del settore, e di sostenere la nostra proposta di prevedere un ispettore dedicato al settore edile per ogni provincia della Calabria che sia di sostegno e stimolo alla necessaria azione di controllo che deve essere portata a compimento diuturnamente».

«Ed infine – conclude l’appello – chiediamo alla Regione, stante la disponibilità di somme considerevoli destinate alla formazione, di avviare bandi per la formazione professionale e per i servizi al lavoro». 

«Dunque – ha spiegato – gli strumenti per una corretta formazione professionale ci sono, basterebbe che chi gestisce la cosa pubblica decidesse di sostenere finanziariamente queste esperienze professionali e, così facendo, compartecipare ai costi della formazione e creare un nuovo bacino di operai altamente professionalizzati per riscrivere il presente ed il futuro di un settore, quello edile, che da sempre è stato motore dell’economia». 

«Non può esserci – ha concluso – una vera ripresa senza una decisa inversione di rotta degli incidenti sul lavoro. La collaborazione fra tutti gli attori coinvolti è essenziale se si vuole porre fine a questa tragedia quotidiana». (rcz)

Edilizia, Fenealuil Calabria: Senza interventi immediati a rischio fallimento migliaia di imprese

La segretaria generale della Fenealuil Calabria, Maria Elena Senese, ha chiesto al Governo di «estendere la platea dei beneficiari alla Cassa integrazione anche al settore edile», in quanto «in assenza di interventi, migliaia di imprese saranno costrette a sospendere l’attività, con il rischio di fallimento e con gravissime ripercussioni occupazionali che andranno a gravare direttamente sul bilancio dello Stato».

«L’edilizia oggi – ha spiegato – è senza dubbio il comparto delle false illusioni. Il settore afflitto da proclami mediatici tanto importanti quanto utopistici, quali il Pnrr, le grandi opere strategiche, le infrastrutture, sta soffrendo in quanto le realizzazioni devono fare i conti con le gravi criticità ogni giorno più numerose».

«Il comparto dell’edilizia pubblica – ha proseguito – con i rincari dei costi delle materie prime come conseguenza dell’aumento della domanda, l’irreperibilità delle stesse, il caro energia e carburante, ha già pesantemente accusato il colpo, ma poi, a tramortirlo del tutto, ci ha pensato lo Stato con la sua incapacità nel mettere in campo misure strutturali e straordinarie per far fronte a queste gravi criticità».

«Il risultato di tutto ciò è sotto gli occhi di tutti – ha detto ancora – in quanto, a meno che non si sia affetti da grave miopia, è di tutta evidenza constatare le numerose gare pubbliche deserte, l’impossibilità di garantire un regolare svolgimento dei lavori in corso, i cantieri quasi fermi, l’aumento dei contenziosi e l’incremento delle richieste di cassa integrazione. È forte e concreta la preoccupazione che diversi cantieri si fermeranno nel brevissimo periodo!».

«Che fine faranno i lavoratori attualmente in forza in quei cantieri? – ha chiesto –. Come si dovranno gestire le richieste di cassa integrazione, considerato che oggi non si contempla tra le casistiche di concessione il rincaro dei costi delle materie prime e del materiale da costruzione? Il Governo continua ad essere miope nei confronti di un settore che nel 2021 ha determinato la crescita esponenziale del Pil del nostro Paese!».

«Chiediamo, pertanto – ha concluso – al Consiglio dei ministri di dar vita ad un meccanismo automatico di adeguamento dei contratti ai prezzi correnti di mercato, così come ha già fatto la Francia  stabilendo a monte un delta + 24 per ogni contratto stipulato e da stipulare». (rcz)

Fenaluil Calabria: Dedicare un ispettore al settore edile per ogni Provincia della Calabria

«Aumentare il numero degli ispettori del lavoro e dedicarne uno per ogni provincia della regione Calabria al controllo del settore edile». È la proposta lanciata da Maria Elena Senese, segretaria generale della Fenealuil Calabria, spiegando che, per attuare ciò, bisogna accelerare i tempi della burocrazia.

«La nostra organizzazione sindacale – ha dichiarato Maria Elena Senese – ha sposato la campagna #Zeromortisullavoro lanciata dal Segretario generale della Uil, Pierpaolo Bombardieri, quando la Nazione era impegnata a contare i morti causati dalla pandemia da Covid-19 mentre gli incidenti, spesso mortali, che si registravano sui luoghi di lavoro passavano inosservati. Anche grazie a questa campagna il tema della sicurezza sui luoghi di lavoro è ritornata all’attenzione dell’opinione pubblica ma, purtroppo, sino ad oggi sono poche le iniziative concrete assunte da chi gestisce la cosa pubblica».

«A parte un’apertura al confronto con i sindacati – prosegue il Segretario generale della FenealUil Calabria – e qualche piccola riforma normativa nulla di concreto è stato fatto. Mentre si apre la polemica sulle coperture economiche degli ispettori del lavoro stiamo ancora aspettando che il numero di queste figure determinanti per aumentare la sicurezza sui luoghi di lavoro venga incrementato per come promesso».

«Il settore edile – ha concluso Maria Elena Senese – come ci dicono le statistiche è quello, insieme all’agricoltura, in cui si registra il numero maggiore di infortuni – come quello che ha portato al sequestro di un cantiere edile a Rende dove si è consumato l’ultimo incidente con ferito in ordine di tempo – e per questo siamo convinti che, soprattutto in Calabria, sia necessario dedicare un ispettore del lavoro per ogni provincia esclusivamente ai controlli dei cantieri edili. Per noi questo è uno sforzo per elevare il grado di sicurezza di tutti i lavoratori del comparto edile». (rcz)

Bonus edilizi e Superbonbus, Fenealuil Calabria: Serve trasparenza e tempi certi su cessioni bancarie

Maria Elena Senese, segretaria generale della Fenaluil Calabria, ha chiesto, per quanto riguarda i bonus edilizi e superbonus, «trasparenza e tempi certi sulle cessioni bancarie. Chiediamo la possibilità di rivalutare i tempi dei bonus edilizi, soprattutto delle unifamiliari che sono in scadenza».

«Chiediamo, infine – ha detto – la possibilità di dare vita ad un meccanismo automatico di adeguamento dei contratti ai prezzi correnti di mercato sulla scorta del modello di compensazione alla francese  con  un delta + 24 per ogni contratto stipulato e da stipulare».

«La recente evoluzione normativa dei bonus edilizi – ha spiegato – è molto più complessa di come la dipingono i nostri politici. Un provvedimento cardine come quello dei bonus infatti, si sta velocemente tramutando in un gigantesco flop a danno dell’economia e del settore edilizio e conseguente truffa legalizzata a danno degli onesti ovvero di tutta la parte sana dell’economia del settore. Che lo stato Italiano non sia stato in grado di normare adeguatamente, sin dall’origine, i Bonus edilizi oramai è sotto gli occhi di tutti».

«Quello Stato che poi – ha detto ancora – per non smentirsi nelle sue infinite nefandezze ed incapacità, ha scorrettamente modificato in corsa le regole del gioco e, con il cosiddetto decreto “Sostegni ter”, ha di fatto creato un corto circuito che sta travolgendo e calpestando tutti quegli addetti ai lavori che, in buona fede, si sono già esposti in contratti, esecuzioni lavori, acquisti, assunzioni, tasse, ed oggi rischiano di fallire per mancanza di liquidità».

«Un disastro economico e presto – ha detto la segretaria – con tutti i licenziamenti che avverranno, anche sociale e per le casse dello Stato che, inesorabilmente, dovrà far fronte alla massiva disoccupazione già all’orizzonte, attivando gli ammortizzatori sociali. Senza contare l’elevato numero di contenziosi che vedrà protagonisti imprese esecutrici e committenti proprietari, gli uni per recuperare le somme derivanti dallo sconto in fattura non monetizzato dalle banche a seguito di agevolazioni spettanti e fruite dai beneficiari originari (proprietari degli immobili) e gli altri per difendere un diritto che lo Stato, con l’emanazione di ingiuste norme imperative in corsa, gli ha di fatto reso impossibile ottenere».

«La domanda nasce spontanea – ha detto – ma lo Stato si è reso minimamente conto che i proprietari committenti corrono il serio rischio di perdere gli immobili? L’impianto normativo sui bonus edilizi non ha certamente smentito il modus operandi italiano, in quanto il Superbonus 110 è nato già perfettamente normato con certificazioni e asseverazioni da produrre per aver accesso alle agevolazioni. In pratica per riscuotere il credito del 110% bisogna redigere e consegnare una pila di documenti che fa invidia a un notaio. Per i cosiddetti bonus secondari (90%, 65%, 50%) invece, l’impianto normativo e procedurale è stato inesistente tanto da lasciarli liberi da ogni qualifica di esecuzione, controllo di costo e regole di cessione».

«Per il Superbonus 110 – ha evidenziato – alcune banche, fiutata la possibilità di fare business, hanno autonomamente istituito delle complesse piattaforme senza la dovuta trasparenza sui tempi di cessione. Invero queste ultime risultano congelate nel sistema! Poco male, tenuto conto che Poste Italiane e, quindi, la Cassa depositi e prestiti e, quindi, lo Stato Italiano, ha consentito, per quasi tutto il 2021, una agevole e veloce procedura sulle cessioni, senza alcun controllo di regolarità delle stesse».

«Ciò –  ha detto ancora – ha praticamente spalancato le porte ad ogni truffaldino affarista italiano e perché no anche di altra nazionalità. Parliamoci chiaro, è stato chiaramente da tutti compreso che il nostro primo ministro ha giocato da attore protagonista ed ha sentenziato ingiustamente che dal commercio dei crediti fiscali lo Stato ha tutto da perdere. Da questa imperativa ed errata interpretazione del nostro premier hanno avuto origine le inaspettate modifiche “in corsa” scritte nel decreto “Sostegni ter” oggi convertito in legge e che consegna di fatto tutti i bonus solo ed esclusivamente nelle mani delle banche, lasciate libere di cedere altre due volte ad altre banche il credito fiscale acquisito e speculare come meglio credono sui tempi di cessione e tassi d’interesse sui finanziamenti».

«E Poste italiane e Cassa depositi e prestiti? – ha concluso –. Hanno serrato i rubinetti ad imprese, professionisti e fornitori mantenendoli limitatamente aperti solo ai committenti facoltosi. In altre parole? Stiamo per assistere al collasso del sistema». (rcz)

 

FenealUil Calabria: La Regione si doti di una task force di giovani tecnici per vincere la sfida del Pnrr

La segretaria generale della FenealUil Calabria, Maria Elena Senese, ha chiesto che la Regione, per vincere la sfida del Pnrr, si doti di una task force di giovani tecnici.

«Nel comparto edile – ha spiegato Senese – la crescita degli investimenti nella Regione Calabria nel 2021, è stata molto significativa, ed è stata determinata non solo dai bonus edilizi, ma anche da una prima accelerazione dovuta al Pnrr; però, purtroppo, su questa grande e probabilmente irripetibile opportunità, incombono due importanti criticità che, allo stato, rendono il perfezionamento degli  investimenti difficilmente attuabile e mettono a rischio l’esecuzione delle opere già avviate nonché l’avvio delle nuove, in quanto, economicamente insostenibili e sconvenienti».

«La prima criticità – ha spiegato – è rappresentata dal  blocco del turnover nella pubblica amministrazione che, pertanto, non dispone delle risorse necessarie per scaricare a terra tutti gli investimenti previsti dal Pnrr. La Regione Calabria ha bisogno urgente di una task force di tecnici che sia in grado di progettare e rendicontare i finanziamenti previsti. La nostra regione, se vuole vincere la sfida, utilizzando pienamente e correttamente i  fondi europei, ha bisogno di una immediata iniezione di professionalità nei settori determinanti per cambiare la sua narrazione storica e darsi un futuro migliore. Se non si riuscirà, per tempo, a colmare questo gap professionale la Calabria rischia di perdere quella che si presenta come l’ultima occasione per il rilancio economico e sociale».

«Le tante opere pubbliche – ha proseguito – che dovranno essere realizzate sul territorio regionale, una volta avviate, darebbero una forte scossa all’economia del settore edile che, da sempre, è uno dei settori produttivi più importanti. I tempi per la presentazione dei progetti, però, sono strettissimi, il rischio concreto è quello di rispedire all’Unione europea i finanziamenti messi a disposizione».

«La seconda  criticità – ha detto ancora – è rappresentata dall’aumento incontrollato del costo dell’energia e delle materie prime che ha comportato una evidente e seria difficoltà a tutta la filiera edile e, le misure messe in campo dal Governo, per far fronte ai rincari, non sono per niente sufficienti. Invero urge normare la revisione dei prezzari ovvero regolamentare un meccanismo che preveda una compensazione forfettaria dei prezzi  per categoria di opere e che consenta alle stazioni appaltanti di definire con automatismo l’importo revisionale; ciò farà si che le imprese non blocchino i lavori, non falliscano, mantengano inalterati o migliorino i livelli occupazionali, completino i lavori e  avviino i nuovi, il tutto con l’unico obiettivo di perseguire il superiore interesse pubblico, restituendo le opere alla collettività».

«È ora – ha concluso – di agire fattivamente con determinazione, unitarietà e collaborazione,  solo così potrà realizzarsi quel cambiamento regionale sperato e atteso da tempo». (rcz)

Superbonus, FenealUil Calabria: Strumento pensato male, serve equità

La segretaria generale della FenealUil CalabriaMaria Elena Senese, ha evidenziato come «quello che manca ai bonus edilizi per non trasformarsi in un flop ed in generatore di frodi miliardarie è l’equità. Questi strumenti, pensati dal Governo per rimettere in moto uno dei settori trainanti dell’economia nazionale, sono stati pensati male, come sta emergendo in questi giorni sulla stampa, e stanno causando un aumento dei prezzi dei materiali edili e un impennata dei reati di natura fiscale».

«Dalla introduzione di questi meccanismi incentivanti, poi – ha aggiunto – stiamo assistendo alla nascita esponenziale di imprese edili. Nell’ultimo semestre sono nate più di 11 mila imprese costituite con una semplice apertura di partita Iva senza dipendente alcuno col solo scopo di godere dei bonus. Sarebbe bastato che il Governo mettesse dei paletti di accesso ai bonus edilizia ovvero che si consentisse l’accesso solo alle imprese qualificate, strutturate e presenti nel sistema da almeno un quinquennio».

«L’edilizia –ha proseguito – è uno dei pochi settori, infatti, dove l’accesso è semplice ed è proprio questo che ha determinato la nascita di tutte queste aziende virtuali che, purtroppo, potrebbero seriamente danneggiare le imprese serie e strutturate. Serve una qualificazione delle imprese e la tracciabilità delle operazioni altrimenti finiamo solo con il penalizzare le imprese e i cittadini onesti. Non mi convince, infatti, il teorema che nel mondo dell’edilizia si annidi il malaffare. In questa fase così delicata di transizione economica e sociale non si può generalizzare, sarebbe un errore fatale per quello che, senza tema di smentita, il settore trainante dell’economia calabrese».

«Basterebbe che l’Agenzia delle entrare – ha detto ancora – incrociasse i dati con le Aziende sanitaria provinciali, alle quali ogni cantiere deve fare la notifica preliminare dei lavori, per stanare le aziende irrispettose delle leggi e dei contratti. L’Agenzia delle entrate ha di recente bloccato quattro miliardi di crediti legati ai bonus edilizi, tra cui una quota minima legata al superbonus. È solo il risultato dei primi accertamenti, a cui vanno aggiunte le indagini della Guardia di finanza che, anche in Calabria, sta accendendo i propri riflettori su questa materia. Le agevolazioni hanno attirato l’attenzione di “società anomale” che hanno  acquistato crediti di imposta per riciclare soldi sporchi».

«Oltre all’aumento dei prezzi e alle frodi – ha spiegato – uno dei problemi più rilevanti del superbonus riguarda anche i beneficiari delle agevolazioni. Le analisi sui risultati dei bonus edilizi, infatti, mostrano come queste misure sono in generale poco eque: più della metà dei soldi pubblici investiti per le detrazioni finiscono per agevolare i contribuenti più ricchi».

«Il settore delle costruzioni, poi – ha detto ancora – è arrivato al superbonus dopo anni di crisi in cui erano stati persi addetti e professionalità. Negli ultimi mesi c’è stata una corsa a trovare nuovi lavoratori da assumere in fretta per rispondere alle richieste dei clienti. Sono nate moltissime piccole aziende, spesso improvvisate, formate da un datore di lavoro e da uno o due dipendenti, con l’obiettivo di non lasciarsi scappare questa grossa opportunità di guadagno. La fretta ha inciso notevolmente sulla formazione dei nuovi lavoratori e, negli ultimi mesi, non a caso si sono incrementati gli incidenti nei cantieri».

«I tempi ristretti per ottenere le agevolazioni, sebbene poi siano stati allungati dal Parlamento, ancora – ha detto – hanno contribuito all’aumento dei rischi. Il superbonus, infine, ha aggravato alcuni fenomeni negativi già presenti nel settore: il ricorso ai subappalti, la scarsa o inesistente formazione dei lavoratori, gli investimenti limitati per la sicurezza sul lavoro, i controlli insufficienti. Quello che ne è emerso, purtroppo, è sotto gli occhi di tutti e, amaramente, occupa le prime pagine degli organi di stampa».

«Ciò nonostante – ha concluso – auspichiamo in un adeguato correttivo al decreto che possa, una volta per tutte, adeguatamente normare la materia dei bonus che hanno dato un fortissimo impulso al settore edile». (rcz)

FenealUil Calabria: Rivedere destinazione dei fondi Pnrr per edilizia scolastica

La segretaria generale della FenealUil CalabriaMaria Elena Senese, ha chiesto di «rivedere la destinazione dei fondi del Pnrr per dotare la Calabria di una edilizia scolastica moderna ed efficiente, prevedere un portale per consentire il controllo sociale sugli interventi di manutenzione e messa in sicurezza delle strutture esistenti in regione e sostenere i Comuni, soprattutto quelli di piccole dimensioni, che troppo spesso hanno enormi difficoltà con le piante organiche».

«Questo – ha spiegato – dovrebbe fare il Governo se davvero ha a cuore il futuro della Calabria e delle sue giovani generazioni che tanto hanno bisogno di poter vivere la loro stagione di crescita scolastica, culturale e sociale in istituti moderni, sicuri ed efficienti. Nella nostra regione sono presenti 2399 edifici scolastici, il 30% degli stessi è ospitato in edifici costruiti non per essere una scuola e successivamente riadattato, metà del patrimonio edilizio scolastico è stato costruito prima dopo il 1976 e molti plessi non hanno il certificato di collaudo, sono costruiti in zone ad alto rischio sismico o non ha accorgimenti per ridurre i consumi energetici».

«In questi anni – ha spiegato Senese – la Regione Calabria ha messo sul tappeto una grande dote economica per la ristrutturazione e la messa in sicurezza delle scuole ma, a gennaio dello scorso anno, la Corte dei conti ha bacchettato le amministrazioni locali calabresi per la lentezza e l’incapacità di gestire e mettere a terra gli investimenti programmati. Un fatto gravissimo che si interseca sulla quasi totale assenza di informazioni sull’avanzamento fisico e il finanziamento delle opere, ritardo quest’ultimo che potrebbe essere sanato – come dicevamo in premessa – attraverso la creazione di un portale che renda trasparente l’operato delle amministrazioni pubbliche».

«Uno studio recente della Cassa depositi e prestiti, poi – ha proseguito – evidenza le carenze strutturali serie che sono presenti su numerosi edifici scolastici. Lo Stato, nel prendere in considerazione questi ritardi, ha scelto di puntare sul Pnrr ed ha destinato oltre 5 miliardi per l’edilizia scolastica, di cui quasi 4 miliardi per la riqualificazione del patrimonio edilizio e 800 milioni per la costruzione di nuove scuole. Ebbene, siamo convinti che quest’ultima cifra sia troppo bassa. Se si vuole cambiare il volto del Mezzogiorno, soprattutto  della Calabria, siamo convinti che sia necessario investire di più sulla costruzione di nuovi edifici scolastici, di scuole moderne dotate di mense, laboratori o palestre».

«In questi giorni, poi – ha concluso – sulla Gazzetta ufficiale è stato pubblicato un bando del Ministero dell’interno che prevede investimenti per la messa in sicurezza delle scuole nei Comuni con meno di 1000 abitanti. Ad ogni comune il Ministero assegna poco. Più di 84 mila euro e l’esecuzione dei lavori deve iniziare entro il 15 maggio del 2022. Questa,  infine, potrebbe rappresentare per i 73 comuni con meno di 1000 abitanti presenti in Calabria una buona occasione, ma la carenza di personale in servizio presso questi enti locali – che deve essere sanata attraverso la stabilizzazione dei precari e l’avvio di una nuova stagione concorsuale – potrebbe, purtroppo, far perdere agli stessi questa irripetibile occasione». (rrm)

Bonus edilizi, FenealUil Calabria: Bene freno alle frodi, ma variazione delle regole frena cantieri già aperti

Il segretario generale di FenealUil CalabriaMaria Elena Senese, in merito al bonus edilizi, ha evidenziato che, pur condividendo «l’opportunità di porre un freno alle frodi», non è possibile «una continua variazione “in corsa” delle regole», «con la conseguente brusca frenata di arresto dei cantieri già partiti e di quelli contrattualizzati e in procinto di partire».

«È giusto, dunque – ha evidenziato – colpire le frodi, ma lo Stato  non può oggi colpire tutti nello stesso modo, penalizzando le imprese sane e corrette che, peraltro, già pagano lo scotto legato alle difficoltà di approvvigionamento dei materiali e del vertiginoso rincaro delle materie prime; penalizzare loro significa arrestare il  boom economico in atto e far perdere l’occupazione ai tanti, tantissimi, lavoratori impiegati nel settore».

«Non c’è dubbio – ha proseguito la segretaria generale – che nell’ultimo anno trascorso i bonus edilizi hanno dato un grande impulso a tutto il comparto del settore, generando un forte aumento della domanda di interventi di riqualificazione energetica e miglioramento sismico degli edifici, con una positiva e significativa ricaduta sull’economia e sull’occupazione. Constatiamo che le norme e le procedure applicative dei bonus  sono state, sin dall’inizio liberali nelle regole di accesso ma,  al contempo, molto complesse nell’iter burocratico e applicativo».

«L’impennata data al settore edile – ha continuato – ha fatto nascere dal nulla migliaia di nuove imprese, improvvisate, prive di struttura aziendale, sorte, in gran parte, in maniera artificiosa e con il solo scopo di sfruttare, altrettanto artificiosamente, guadagni correlati ai bonus. Invero, alla luce dei report di accertamento della Guardia di Finanza e dell’Agenzia delle Entrate, il liberale sistema di accesso e di esecuzione lavori dei bonus edilizi, ha consentito a tutti quegli operatori economici sleali, in grandissima parte rinvenibili nelle imprese neonate, di perpetrare vere e proprie truffe ai danni dello Stato».

«È stato consentito – ha detto ancora – l’inserimento nel mercato di cosi tanti operatori economici improvvisati che il rischio non può che non essere anche quello  legato al dumping salariale, al lavoro nero ed agli infortuni sul lavoro. Da qui sono stati molti i cambiamenti “in corsa” delle regole ed oggi assistiamo all’ennesima modifica normativa dei bonus che, nel decreto “ristori ter” di qualche giorno fa, stringe in modo preponderante la possibilità di cessione dei crediti fiscali».

«È quindi giusto – ha evidenziato – sostenere urgentemente l’economia sana dell’Italia, allentare le restrizioni intraprese e ridare fiducia al comparto. Altrettanto giusto urgente ed indifferibile è che il Governo provveda a snellire le procedure legate all’assunzione dei tanto propagandati 1200 ispettori del lavoro che si appalesano estremamente necessari per il controllo dei cantieri; in merito,  basta ricordare che nell’ anno appena trascorso si sono registrati numeri allarmanti di infortuni sul lavoro e giornalmente rimaniamo atterriti davanti all’ennesima tragedia».

«O lo Stato interviene con estrema sollecitudine – ha concluso – oppure i bonus edilizi sono destinati ad affondare mestamente, portandosi a fondo tutti gli onesti che hanno in buona fede fattivamente creduto nella ripresa economica del settore edile». (rcz)

Superbonus, Fenauil chiede misura per calmierare i prezzi

Maria Elena Senese, segretario generale FenealUil Calabria, in merito al Superbonus, ha ribadito che urge «una misura per calmierare i prezzi».

«L’aumento esponenziale del costo dei materiali, infatti – ha spiegato – rischia di vanificare gli sforzi messi in campo per rilanciare il settore delle costruzioni depotenziando una misura straordinaria che era stata pensata per sostenere il comparto edile fortemente segnato dalla pandemia da Covid-19 e dalla prolungata crisi economica».

«Le forniture delle materie prime in edilizia, purtroppo – ha aggiunto – sono dimezzate e i prezzi raddoppiati, con conseguenze importanti sulla gestione dei cantieri della riqualificazione energetica offerta oggi dal Superbonus».

«La scarsità di materie prime in edilizia – ha proseguito – e il conseguente aumento dei prezzi è iniziato già da un pò di tempo e riguarda soprattutto: metalli, materie plastiche derivate dal petrolio, calcestruzzo e bitumi».

«La causa – ha spiegato la segretaria nazionale –è dovuta a molteplici fattori dalla Pandemia al blocco del canale di Suez, alla disponibilità ridotta del mercato asiatico causata da una domanda notevolmente aumentata in Cina. Come si può intuire, quindi, quello che sta soffrendo anche il mercato edile italiano è un problema globale ma, sicuramente, più accentuato in Italia per una richiesta straordinaria causata dal Superbonus: un incentivo con tempi molto ridotti che crea volumi decisamente importanti, difficili da gestire per l’industria Italiana che riceve le materie prime dai paesi esteri».

«Con il Superbonus – ha detto ancora – abbiamo un’importante occasione di fare un cambio di passo significativo sulla cultura del risparmio energetico. Un’opportunità straordinaria di riqualificazione del patrimonio edilizio ma che, oggi, subisce un freno a causa dell’enorme difficoltà  di approvvigionamento delle materie prime che influenza la disponibilità di tutti i componenti del sistema a cappotto».

«Le richieste di fornitura –  ha detto ancora la Senese – di materiale isolante è letteralmente esplosa a seguito del Superbonus 110%. Attualmente le aziende specializzate in questo settore non sono in grado di evadere oltre il 50% della domanda».

«Abbiamo bisogno, quindi – ha  concluso – che le istituzioni intervengano urgentemente mettendo in campo un meccanismo che tuteli la filiera e di conseguenza l’utente finale. Sono necessari e non più procrastinabili, infine, interventi mirati da parte del Governo per tutelare la filiera edile, chiedendo una misura urgente che metta a riparo i cantieri del Recovery e del Superbonus dalle fluttuazioni dei mercati internazionali». (rcz)