di SANTO STRATI – C’è dell’irrazionale negli orari dei voli dell’Aeroporto dello Stretto: penalizzano i passeggeri di Reggio e Messina e mortificano qualsiasi idea di traffico. Per quale motivo l’aeroporto di Reggio è l’unico scalo italiano che non collega Milano Linate al mattino e costringe al pernottamento chiunque abbia necessità di andare nel capoluogo lombardo e sbrigare in giornata i propri impegni?
˘Una delle tante storture che affliggono lo scalo reggino, destinato, di questo passo, a chiudere definitivamente. Non si tratta di essere pessimisti, ma realisti. Come segnalatoci da Pino Franco, prima c’erano due voli per Milano e uno per Roma programmati fino al 26 marzo scorso. Poi – fa notare Franco – Ita Airways ha fatto finta di togliere e lasciare solo il volo per Roma per poi ripristinare tutto all’ultimo minuto , facendo passare la cosa come una vittoria e una concessione alle richieste dei reggini. In realtà i voli per Milano hanno cambiato gli orari (il primo alle 12.05, l’altro alle 17.15) eliminando quello del mattino (ore 6,20) che permetteva il rientro alle 23.30. Sono rimasti due voli per Milano, ma gli orari non incentivano il traffico, dirottando i passeggeri su Lamezia.
Ecco, Lamezia, un aeroporto nato con vocazione internazionale, e diventato per la Sacal – attuale società di gestione da poco tornata a maggioranza pubblica (dopo la disastrosa rinuncia dell’estate scorsa della Regione), unico scalo calabrese da coltivare, sviluppare, rilanciare. Come se gli altri due scali calabresi, il Sant’Anna di Crotone e il Tito Minniti di Reggio, fossero al più una fastidiosa incombenza, una presenza di disturbo allo sviluppo di Lamezia. Prima dell’avvento della Sacal lo scalo reggino contava 12 tratte, ora sono rimasti appena due, con orari impossibili che c costringono inevitabilmente almeno a un pernottamento. Invece va considerata l’idea essenziale di fare rete con tutt’e tre gli aeroporti, guardando alle esigenze e alle prerogative del territorio, anche tenendo conto delle possibilità offerte dalla continuità territoriale (fino ad oggi mai richiesta) che permetterebbe importanti agevolazioni di viaggio per i calabresi.
Si è creata insomma una sorta di stupida rivalità tra Lamezia e gli altri due scali, ma soprattutto nei confronti di Reggio si continuano a registrare inspiegabili strategie volte a far declassare ancora di più lo scalo dello Stretto. Un esempio facile facile: se prendo oggi da Reggio il volo delle 12.05 arrivo a Linate alle 13.45; con un taxi sono in centro intorno alle 14.30. E spendo (tariffa e-dreams scontata 231,07 euro). Non ho voli di rientro in serata, il primo utile è alle 9.40 di domani al “modico” prezzo di 167,65 euro (oppure alle 14.50, con qualche euro in meno di spesa, sempre con le tariffe scontate attraverso il portale e-dreams). Per sbrigare affari ho tutto il pomeriggio e se non mi basta i pernottamenti diventano due. Se, invece, mi lascio incantare dall’occhiolino che mi fa lo scalo di Lamezia, scopro che posso partire alle 8.25 per arrivare a Linate alle 10.25, spendendo “appena” 104,48 euro (tariffa prime e-dreams), con la possibilità di rientrare alle 22.10 con arrivo a Lamezia alle 23.50 con 135,90. Facendo due conti, se scelgo Reggio spendo solo di volo quasi 400 euro (a cui dovrò aggiungere almeno un pernottamento: 100 euro?), quindi circa 500 euro (per risparmiare salterò la cena…), invece se do la preferenza a Lamezia spenderò circa 240 euro, cioè quasi la metà (e mi viene persino voglia di una bella cotoletta alla milanese…). Purtroppo c’è poco da sorridere: con questa situazione quale traffico può attrarre lo scalo di Reggio? Non solo pe ri reggini ma anche he per i dirimpettai messinesi che evidentemente non sono più (come capitava un tempo con grande frequenza) ospiti graditi della compagnia di bandiera.
Il sospetto, più volte espresso, è che la “vecchia” Sacal avesse un obiettivo ben celato: chiudere i due scali di Reggio e Crotone e farli diventare dei terminal per Lamezia, con collegamenti bus veloci (si fa per dire, viste le condizioni dell’Autostrada del Mediterraneo che è un cantiere sempre aperto). Con buona pace dei lavoratori dei due scali e di quelli dell’indotto (ma chi apre uno shop in un aeroporto a mezzo servizio?). A chi serve un aeroporto così?
È una domanda da girare direttamente alla Città Metropolitana che dovrebbe puntare ad avere uno scalo non solo efficiente mai funzionale ai progetti di crescita e sviluppo del territorio, non solo in termini turistici ma anche imprenditoriali. Il Presidente Occhiuto ha scoperto per tempo la “privatizzazione” della Sacal avvenuta per espressa rinunzia della Regione (qualcuno dovrà pur spiegare chi ha deciso così o, peggio, ha ignorato le mire di privatizzazione dei soci non istituzionali) e ha bloccato tutto, riportando a proprietà pubblica la società. Occhiuto sa bene cosa significa fare rete e che così si potranno avere in piena efficienza i tre scali per far arrivare gli ospiti che una indovinata campagna promozionale potrebbe attrarre, ma gli apprezzabili intenti del Presidente si scontrano con la totale insensibilità di una terra avara di iniziative (soprattutto in campo turistico). La vicenda della promozione (?) a scoppio ritardato del 50° anniversario del ritrovamento dei Bronzi la dice lunga su come ancora una volta si rischia di perdere il treno. Quel treno dei desideri che in Calabria all’incontrario va (come scriveva Paolo Conte per Celentano). In un confronto in diretta ieri sera su Telemia, l’on. Francesco Cannizzaro ha annunciato il raddoppio dei voli e nuove importanti iniziative che riguardano soprattutto l’Aeroporto dello Stretto. Saremo felici di constatarne gli sviluppi. (s)