COSENZA CITTÀ UNICA: È UN GRAVE ERRORE
NON AVER INCLUSO MONTALTO UFFUGO

di DOMENICO MAZZA – La Regione Calabria ha fissato la data del referendum consultivo per saggiare il volere popolare sulla fusione amministrativa di Cosenza, Rende e Castrolibero.

Negli intenti, la volontà di creare una Città demograficamente importante e che acquisisca un ruolo ancor più centrale nei processi regionali e negli assetti del Mezzogiorno d’Italia. Personalmente, ho sempre accolto di buon grado i concept amministrativi forieri di migliorie per gli ambiti a cui rivolti. Non ho mai nascosto, tra l’altro, simpatie verso quei processi a cui, giocoforza, le realtà del Sud Italia e in generale del nostro Paese, dovranno adeguarsi per vincere le sfide che l’Europa metterà in campo nei prossimi anni.

Amalgama amministrativa in val di Crati: il preambolo a nuovi assetti di governance regionali 

La Città bruzia, caratterizzata negli anni da un fenomeno politico che affonda radici nei principi cardine del centralismo storico, potrebbe finalmente aprirsi, almeno alle Comunità contermini, a una visione inclusiva e non più schiacciata su sé stessa. Nel corso degli ultimi decenni, infatti, nel succinto perimetro civico, è stato accentrato l’inverosimile. Tale dissennata operazione, purtroppo, ha reso sterili i territori dirimpettai e fatto terra bruciata degli ambiti lontani dal baricentro bruzio.

Il progetto di fusione amministrativa a Cosenza, in funzione di una razionalizzazione del numero dei Comuni e nell’ambito di una prospettiva che renda la Calabria una Regione coerentemente europea, potrebbe diventare volano di svolta se accompagnato da una nuova governance del territorio regionale. I processi di tale natura, infatti, concorrono a realizzare un nuovo modello di sviluppo sostenibile e compatibile con le uniche risorse certe della programmazione europea e di quella emergenziale del Recovery. La rinnovata funzione che il ridefinito perimetro urbano acquisirebbe, a seguito della sintesi civica, potrebbe modificare la geografia dei luoghi.

I vantaggi dell’operazione avrebbero ricadute positive non solo per l’ambito strettamente cosentino, quanto per tutta l’area del Pollino-vallivo e della striscia alto-tirrenica. Potrebbe cambiare, anche, la narrazione degli equilibri politici tra il contesto vallivo del Crati e quello istimico, soprattutto se dovessero concretizzarsi le prove tecniche di nuovo ambiente metropolitano tra Catanzaro e Lamezia.

Esclusione di Montalto Uffugo dal progetto: un grave errore di valutazione

Spiace, tuttavia, prendere atto della mancata lungimiranza politica nell’aver escluso la comunità di Montalto Uffugo dalla partita amministrativa. Non aver compreso, altresì, la valenza degli investimenti che nei prossimi anni si riverseranno sulla richiamata realtà, dimostra poca visione d’insieme. Vieppiù, rischia di far passare il processo in evoluzione come la mera sommatoria di Enti finalizzata a fare cassa. Dalle nuove disposizioni in materia d’amalgama amministrativa, infatti, si evince che al superamento del tetto demografico dei 100mila ab. al nuovo Comune sarà riconosciuto, in dilazione nei dieci anni successivi alla costituzione del nuovo Ente, un bonus di 150milioni.

Inoltre, in ottica di futura realizzazione della Città Metropolitana di Cosenza (reale obiettivo sotteso alla fusione dei tre Comuni), presentare una città di 130mila ab. avrebbe avuto un appeal maggiore rispetto ad una Città di appena qualche migliaio d’ab oltre soglia 100mila. Del resto, circoscrivere la fusione cosentina al solo riassunto amministrativo di tre Comunità, ovvero pensare ad una realtà che uscirebbe consolidata demograficamente dal processo senza immaginare un suo ricollocamento nello scacchiere della interterritorialità, non sarebbe esplicativo della prospettiva più ampia.

La fusione bruzia: il processo prodromico a una nuova riforma sistemica degli Enti intermedi 

I reali desiderata che si celano dietro il progetto di fusione e che gemmeranno all’indomani della sua realizzazione, altro non sono se non il preambolo alla costituzione di una nuova Città Metropolitana. Qualora poi il disegno in atto tra Catanzaro e Lamezia dovesse concretizzarsi, la nuova governance della Regione tornerebbe ad essere quella precedente al 1992. Chiaramente, le descritte eventualità renderebbero totalmente vane le flebili narrazioni che sullo Jonio, nei primi anni ’90, hanno visto la creazione della Provincia di Crotone e più recentemente, nel contesto sibarita, la nascita della nuova Città di Corigliano-Rossano. Quanto detto, tuttavia, non deve spaventare l’Arco Jonico e le sue classi dirigenti. Al contrario, dovrebbe motivarle! Fermo restando le opportunità che, per l’ambito di riferimento, potrebbero derivare dalla fusione di Cosenza, è tempo che la Sibaritide e il Crotonese si interroghino sul fatto di imbastire la nascita di due grandi Città in riva allo Jonio.

Basterebbe, infatti, un’apertura da parte di Corigliano-Rossano e Crotone alle rispettive Comunità dirimpettaie per avviare la nuova costituzione di due realtà urbane da 100mila abitanti. Di sicuro, le descritte operazioni non avrebbero senso se inquadrate negli attuali contesti perimetrali amministrativi. Piuttosto, andrebbero avviate operazioni di ricollocazione delle due Città joniche in un unico ambito omogeneo che faccia da minimo denominatore tra aree a interesse comune.

Pertanto, lungo l’Arco Jonico, sarebbe il caso di ammainare la sciabola dell’impalpabilità politica che vede tanto Crotone quanto Corigliano-Rossano distinguersi per operazioni inconsistenti e inefficaci. Dovrebbe essere un imperativo, quindi, avviare tutte le interlocuzioni possibili per finalizzare la costituzione di un’area, demograficamente importante e politicamente rilevante, lungo gli ambiti del Crotonese e della Sibaritide.

La Grande Cosenza: modello ispiratore alla Grande Sybaris e alla Grande Kroton, per una nuova narrazione della Calabria 

In un periodo caratterizzato da processi geo-politici di grande mutamento, all’Establischment jonico corre l’obbligo di studiare soluzioni ottimali affinché il proprio ambiente non continui a essere fagocitato dai rispettivi centralismi storici. Due Città da 100mila abitanti ciascuna, inquadrate in una area vasta di oltre 400mila abitanti, avrebbero tutte le carte in regola per sedere al tavolo delle geometrie politiche regionali.

Crotone e Corigliano-Rossano hanno il dovere di fornire alle rispettive popolazioni un ragionevole tasso d’interesse che possa rappresentare il deterrente al dramma dell’emorragia demografica verso altre realtà. Continuare a perseguire strade bocciate dalla storia e dai fatti non aiuterà lo Jonio a diventare un luogo migliore. Fossilizzarsi su proposte come la Provincia della Sibaritide-Pollino per Corigliano-Rossano o, nel caso crotonese, anelare di far parte dell’area centrale della Calabria, significherebbe proseguire in azioni politiche masochistiche, condannando i territori alla soccombenza e all’impalpabilità. Mentre Cosenza, legittimamente, mira a costruire una realtà urbana che guarderà al domani con ambizione e progettualità, Corigliano-Rossano e Crotone non possono continuare a indugiare sul loro necessario futuro comune.

Vieppiù, baloccandosi in rabberciati progetti con quelle realtà che da sempre hanno agito come aguzzini nei rispettivi riguardi.

È tempo di avviare una rivisitazione degli Ambiti Territoriali Ottimali che costituiscono l’hub per la gestione dei servizi economici principali ai cittadini, ma anche centro di crescita, innovazione e sviluppo.

È tempo di aprirsi ai progetti di coesione territoriale con ingegno, visione e prospettiva.

È tempo per la Grande Cosenza, ma anche per la Grande Kroton e la Grande Sybaris.

È tempo, soprattutto, per Magna Graecia. (dm)

[Domenico Mazza è del Comitato Magna Graecia]

MONTALTO UFFUGO – Il concerto dell’orchestra Sinfonica Brutia

Domani sera, a Montalto Uffugo, alle 21.30, sul sagrato del Duomo Santa Maria della Serra, è in programma il concerto dell’Orchestra Sinfonica Brutia, dal titolo Immagini dell’anima, diretto da Mons. Marco Frisina.

Il concerto, che rientra nell’ambito del Fewstival “Leoncavallo” di Montalto,  è di particolare spessore e significato grazie alla presenza sul podio, nelle vesti di direttore della compagine orchestrale cosentina, di Mons.Marco Frisina, il sacerdote della Diocesi di Roma, attualmente Consultore del Dicastero per l’Evangelizzazione e Assistente Spirituale della Pontificia Accademia dei Virtuosi al Pantheon, noto per essere autore di tante colonne sonore per importanti film per la tv.

«È per noi un onore ospitare Mons.Frisina – ha detto il sindaco di Cosenza, Franz Caruso – e averlo alla guida dell’Orchestra Sinfonica Brutia. La sua presenza sul podio ci fa comprendere una volta di più la fase evolutiva di grande crescita che sta riguardando la nostra compagine orchestrale, fiore all’occhiello della città di Cosenza ed alla quale stanno costantemente guardando anche altre città ed altri festival importanti. Ci fa molto piacere – ha proseguito Franz Caruso – che l’OSB sia nuovamente ospite del Festival “Leoncavallo” di Montalto Uffugo e della città che celebra il grande compositore, autore di “Pagliacci”».

L’Orchestra Sinfonica Brutia sarà presente al Festival Leoncavallo anche domenica 1° settembre con un Gala lirico, in programma sempre alle ore 21,30, sul sagrato del Duomo Santa Maria della Serra. In questa circostanza l’OSB sarà diretta dal maestro Francesco Perri e sarà integrata dalle voci dei tenori Davide Piaggio e Gianluca Terranova e delle soprano Marta Mari e Grazia Berardi.

MONTALTO UFFUGO (CS) – Il 4 luglio si presenta “La profezia del Bosco” di Pierfranco Bruni

Il 4 luglio, a Montalto Uffugo, alle 19, al Chiostro di San Domenico della casa Comunale, sarà presentato il libro La Profezia del Bosco – Cesare Pavese di Pierfranco Bruni, edito da Pellegrini Editore.

L’evento rientra nell’ambito della rassegna La rubrica di Morfeo dell’Associazione Morfeo. Presenta il libro il critico letterario Alberico Guarinieri, saggista.

Pavese”ambiguo maestro del Neorealismo’, definizione ‘coniata’ da Salvatore Guglielmino, Pavese che “sbagliava per calcolo” ‘riflessione’ compiuta da Natalia Ginzburg, Pavese depresso, infelice, solitario ostinato, poeta dalla versificazione pericolosamente vicina a una prosa fin troppo asciutta, e tante altre ‘etichette’ appiccicate in modo approssimativo su uno fra i maggiori scrittori del Novecento mondiale.

“La profezia del bosco”, saggio composto da Pierfranco Bruni, presidente della Commissione della Capitale Italiana Città del Libro,  demolisce i tanti, troppi, luoghi comuni che, ancora oggi, inficiano la fruizione della poetica pavesiana nel modo più corretto.
Lo studio offre una serie di prospettive nuove dalle quali osservare l’opera di Pavese, istituendo una rete di paralleli fra lo scrittore torinese e molti altri intellettuali coevi, costruita tramite la profonda conoscenza che Bruni possiede dell’autore.

Non uno scavo letterario. Non una una critica. Ma l’incipit di una lettura tra filosofia e letteratura come nello stile di Bruni. Una comparazione con modelli antropologoci che puntano l’interesse  sul mito. È prevista una bella serata con uno dei maggiori scrittori che si e dedicato a Pavese. (rcs)

A Montalto Uffugo la seconda Assemblea nazionale dell’Associazione Collaboratori Ardorini

di FRANCO BARTUCCIDiversi componenti dell’Associazione “Collaboratori Ardorini” sono giunti a Montalto Uffugo, presso l’Istituto Don Bosco, considerata la casa madre degli Ardorini, per partecipare alla seconda assemblea nazionale della stessa Associazione, costituitasi due anni fa. È stata un’assemblea che ha visto la partecipazione di collaboratori provenienti da Reggio Calabria, Petilia Policastro (Crotone), Cosenza, San Vincenzo La Costa e dalla stessa Montalto Uffugo.

Un’assemblea incentrata, nella prima parte dell’incontro, presieduto dal Superiore Generale degli Ardorini, padre Salvatore Cimino, con accanto la presidente nazionale dell’Associazione, Saveria Cilione di Cannavò di Reggio Calabria, sull’approfondimento delle finalità della stessa Associazione previste dallo Statuto e contestualmente, attraverso delle testimonianze, per una conoscenza più approfondita sulla figura del Venerabile decano don Gaetano Mauro.

Il Superiore padre Cimino ha ribadito l’importanza della collaborazione dei laici con l’Associazione Religiosa degli Oratori Rurali (Ardor), così come fu chiamata dallo stesso Decano Mauro.

«Quindi, essere Ardorini significa – ha precisato il padre Superiore – vivere la propria vita come Missionari». Il fondatore degli Ardorini vivendo il suo tempo ha saputo guardare lontano con lungimiranza divenendone un “profeta” per ciò che ha realizzato e consigliato. 

Uno spazio assembleare che ha consentito la presentazione del Quaderno di Calabria.Live dedicato alla figura del Venerabile calabrese di Montalto Uffugo don Gaetano Mauro, da noi curato, pubblicato all’indomani della cerimonia religiosa svoltasi nella Cattedrale di Cosenza il 14 ottobre 2023 per rendere noto il documento pontificio di venerabilità del fondatore degli Ardorini missionari.

Un quaderno che costituirà memoria sull’operato di don Gaetano Mauro tra i giovani e il mondo dei contadini del territorio montaltese, come in quello della Sila e di Petilia Policastro, dove creò una seconda casa Ardorina.

Nel Quaderno con una prefazione di padre Antonio De Rose, già Superiore generale degli Ardorini, ed il saluto del sindaco di Montalto Uffugo, Pietro Caracciolo, in quattro punti viene fatta la cronaca della cerimonia religiosa in Cattedrale, presenziata dall’Arcivescovo metropolita di Cosenza-Bisignano, mons. Giovanni Checchinato, che ha parlato del modello missionario del sacerdote don Gaetano Mauro; mentre il Superiore Generale degli Ardorini, padre Salvatore Cimino, ha ricordato quella che deve essere la sensibilità di ciascun cristiano nel perseguire la strada della santità per come l’ha perseguita quotidianamente in semplicità ed umiltà il fondatore degli Ardorini.

La parte centrale del Quaderno viene occupata dalla descrizione sintetica del percorso di vita del Venerabile don Gaetano Mauro incentrato al forte legame che avvertiva con i pontefici nell’ordine: Pio XI, Pio XII, Giovanni XXIII e Paolo VI, dai quali traeva stimoli per le sue missioni in Italia e nelle Americhe.

Nella terza parte del Quaderno viene focalizzato il percorso processuale finalizzato alla canonizzazione di questo sacerdote esemplare e missionario avendo una forte attrazione e uno spirito di servizio verso i giovani e il mondo contadino. Il tutto viene chiuso dal racconto personale dell’autore del Quaderno che mette a fuoco i suoi tredici anni di frequentazione spirituale raccogliendo conoscenza e stimoli per essere un bravo testimone nella vita di amore, solidarietà, fratellanza, giustizia e pace.

Un’assemblea particolarmente seguita con interesse, da Padre Gianfranco Todisco, vescovo emerito Ardorino, nonché da padre Antonio De Rose, già Superiore generale Ardorino, che ha registrato un breve intervento di saluto del Sindaco uscente di Montalto Uffugo, Pietro Caracciolo, che ha manifestato interesse nel seguire le attività dell’Associazione auspicando un maggiore coinvolgimento dei giovani attraverso percorsi firmativi sia in ambito familiare che scolastico.

Montalto Uffugo deve prendere coscienza della Venerabilità del Decano don Gaetano Mauro promuovendone religiosamente la figura ed aprendosi alle potenzialità del turismo religioso nell’accoglienza e la condivisione di un bene spirituale e religioso.

Eletti gli organi statutari e impostato un programma di lavoro

Nel pomeriggio, dopo un tempo necessario per la condivisione del pranzo nel refettorio della casa Ardorina, si è svolta la seconda parte dell’assemblea nel corso della quale si è preso atto della nomina dei presidenti e della composizione dei consigli delle due associazioni “Collaboratori Ardorini” di Montalto Uffugo e di Petilia Policastro.

Per Montalto Uffugo il Consiglio è composto, a norma di Statuto, da: Nella Mazzuca (presidente), Chiara Buffone (segretaria), Dora Marisa Ricchio, Renata La Neve e Antonio Salerno (consiglieri); per Petilia Policastro il presidente è Francesco Poerio, mentre Salvatore Filice e Salvatore Sisca, sono componenti consiglieri.

I due presidenti, Nella Mazzuca e Francesco Poerio, confluiscono nel Consiglio nazionale già in carica originariamente costituito e composto da: Cilione Saveria (Presidente), Buffone Chiarina (segretaria), Alampi Vincenzo, La Neve Renata, Bosco Giuditta, Ferrarelli Rosa Maria, Ricchio Dora Marisa, Carvelli Marinella (cosiglieri).

L’assemblea seguita anche da padre Guglielmo e da padre Luisi Efren (provenienti dalla Colombia), nonché dai chierici indiani Sahil e Hashish, ha assunto un carattere internazionale auspicando il sorgere di tali associazioni a Villa Ricca di Napoli e Roma, come a Toronto in Canada e Tanzania, dove la presenza Ardorina è fortemente visibile con le sue missioni.

L’Associazione si è già dotata del suo Statuto mentre si sta lavorando per definire un suo regolamento che disciplinerà al meglio comportamenti, obiettivi e finalità; mentre si spera quanto prima di ottenere il riconoscimento civile dalle autorità prefettizie. Su questo ha insistito molto il Superiore Generale, padre Salvatore Cimino, come sugli incontri mensili on line per scambiarsi esperienze e ritrovarsi uniti nella preghiera.

Nell’assemblea si è parlato molto pure della ripresa della pubblicazione del periodico ”Ardor”, che lo stesso Venerabile don Gaetano Mauro pubblicò per primo, in un unico foglio, quale mezzo di comunicazione e di apostolato parrocchiale, come ha tenuto a precisare nel suo intervento padre Antonio De Rose, già Superiore generale degli Ardorini.

«Per questo Don Mauro era un trascinatore e un grande comunicatore – ha puntualizzato – un leader e uomo speciale che si faceva apprezzare ed amare. Fin da giovanissimo si intravedevano le sue doti di religioso amante della preghiera. Il suo parroco si era accorto che nel giovane Gaetano Mauro c’era qualcosa di speciale. Tutti pendevano dalle labbra del piccolo Gaetano. Il Decano non è mai stato solo. Non ha mai fatto niente da solo».

Avviandosi verso la conclusione del suo intervento padre De Rose ha pure ricordato la grande devozione che il Decano Mauro aveva verso San Giovanni Bosco: «Nel 1888 muore Don Bosco e nasce don Mauro. Al ritorno dalla prigionia della prima guerra mondiale, quando si fermò a pregare sulla tomba di Don Bosco, vide la cassettina “offerte per la causa di beatificazione”, mise le mani in tasca e trovò una stellina d’oro che non sapeva di avere, né da dove venisse. Don Mauro è stato lievito per se e soprattutto lievito nella crescita per la vita degli altri…».

Per questo motivo la presidente nazionale dell’Associazione “Collaboratori Ardorini”, Cilione Saveria ha proposto di organizzare eventi per far conoscere meglio la figura di don Mauro, utilizzando anche i suoi scritti, oltre che le testimonianze di coloro che lo hanno frequentato; mentre la presidente del nucleo di Montalto Uffugo, Nella Mazzuca, ha proposto la promozione di “missioni” nelle parrocchie di Cosenza per iniziare.

L’assemblea si è chiusa nel tardo pomeriggio con la celebrazione di una Santa Messa nella Chiesa di San Francesco di Paola e con un momento di preghiera collettiva sulla tomba del Venerabile Decano Mauro, collocata frontalmente l’altare che contiene l’immagine, si dice originale, di San Francesco di Paola, verso il quale aveva una profonda devozione pari a quella della Madonna e San Giovanni Bosco. (fb)

A Montalto Uffugo l’assemblea di Coldiretti Calabria

Domani pomeriggio, a Montalto Uffugo, alle 17.30, a Villa Santa Caterina, si terrà l’assemblea di Coldiretti per costruire, partendo dalla base, le prossime battaglie che vedranno Coldiretti impegnata nei mesi che verranno in vista anche delle elezioni europee.

L’assemblea calabrese si terrà in contemporanea a quelle in programma in tutta Italia, in cui si parlerà dalla raccolta irme europea per l’origine obbligatoria su tutti gli alimenti alla fauna selvatica, passando per le questioni ancora aperte in Europa e arrivando alla moratoria dei debiti a favore delle aziende agricole che hanno investito e che in questi ultimi due anni hanno subito l’aumento dei tassi di interesse e forti problemi reddituali.

In tutte le aziende agricole sventoleranno le bandiere gialle e campeggeranno in giro per l’Italia striscioni legati alle richieste contro le importazioni sleali, il falso made in Italy o quella per la richiesta di un piano invasi che, soprattutto in questo periodo storico, può e deve diventare un valido alleato contro i cambiamenti climatici.

Un milione di firme per l’origine. La raccolta firme per una legge popolare europea per garantire trasparenza sulle etichette di tutti gli alimenti, sarà uno dei temi principali che affronteranno gli agricoltori, con l’abolizione del codice doganale per l’origine dei cibi che deve diventare una priorità. Non è più accettabile, spiega Coldiretti, assistere a scene come quelle vissute durante la mobilitazione del Brennero, dove si è visto arrivare dei prosciutti, del concentrato di pomodoro, della frutta o della verdura e diventare con l’ultima trasformazione sostanziale a tutti gli effetti dei prodotti italiani.

Il 30 aprile sarà l’occasione per rilanciare l’impegno a denunciare alle istituzioni e ai cittadini consumatori, che non si può non stare dalla parte dei produttori agricoli che si impegnano ogni giorno a portare sulle tavole degli italiani le eccellenze dei nostri territori e a fermare l’arrivo incontrollato di prodotti dall’estero.

Fauna selvatica incontrollata emergenza nazionale. Un altro dei temi principali che sarà affrontato durante le assemblee, sarà come detto quello della fauna selvatica incontrollata, diventata da tempo -come evidenziato più volte da Coldiretti- un’emergenza nazionale dal punto di vista agricolo e della sicurezza. I cinghiali e altre specie stanno divorando il lavoro degli agricoltori e allevatori, spesso costretti ad abbandonare i propri territori. Mancano i piani regionali straordinari di controllo e degli strumenti normativi efficaci per difendere il territorio da una vera e propria invasione che sta mettendo a rischio un comparto se pensiamo a quello che sta accadendo con la peste suina in alcune province italiane. Per questo Coldiretti ha già chiesto un intervento immediato per fermare la diffusione della peste suina e tutelare un settore che è uno dei fiori all’occhiello del Made in Italy a tavola, con un valore tra produzione e indotto di circa 20 miliardi di euro e centomila posti di lavoro e con la fauna selvatica che è praticamente l’unico vettore di diffusione della peste suina. (rcs)

A Montalto festeggiato il fondatore degli Ardorini, il venerabile don Gaetano Mauro

di FRANCO BARTUCCIIl venerabile don Gaetano Mauro è stato festeggiato, a cura dell’Associazione dei “Collaboratori Ardorini” della comunità di Montalto Uffugo, nell’anniversario del 136° anniversario della nascita, presso l’Istituto don Bosco, dove si è svolta un’assemblea degli iscritti che hanno proceduto alla elezione della presidente Nella Mazzuca e relativo consiglio, che dovrà essere sottoposto ad approvazione dell’Associazione nazionale.

L’assemblea è stata presieduta dal Superiore Generale degli Ardorini, padre Salvatore Cimino, che ha sintetizzato ai partecipanti della riunione assembleare gli obiettivi e la finalità della stessa Associazione che dovrà stimolare nella comunità montaltese e dell’hinterland la conoscenza e la spiritualità religiosa quanto la missione Ardorina, soprattutto nelle nuove generazioni prendendo consapevolezza delle virtù eroiche riconosciute lo scorso anno da Papa Francesco al Decano don Gaetano Mauro.

L’Associazione, che ha raccolto finora nell’area di Montalto e paesi vicini, tipo San Vincenzo La Costa, 24 iscritti ci si augura che possa crescere come tanti di più – ha detto il Padre Superiore – sono i devoti sparsi sul territorio ed in Calabria, come in Italia ed in altri Paesi del Mondo, dove sono operative le case religiose gestite dai Padri Ardorini (Canada, Colombia, Tanzania, India). Ovunque sono presenti le case degli Ardorini vanno costituendosi le Associazioni dei “Collaboratori Ardorini”, che il prossimo 25 aprile 2024 una vasta rappresentanza si ritroveranno a Montalto Uffugo, presso la Casa Madre, per celebrare la loro assemblea generale.

Tra gli obiettivi dell’Associazione “Collaboratori Ardorini”, per la quale sarà predisposta a breve la documentazione idonea ad ottenere dalla Prefettura di Cosenza il riconoscimento civile, si prepara un tempo di incontri spirituali, almeno annuale, e di socializzazione come di formazione religiosa e conoscenza della figura del Venerabile per poterlo portare con la preghiera alla Beatificazione.

All’assemblea hanno preso parte, padre Antonio De Rose, già Superiore Generale degli Ardorini e monsignor Gianfranco Todisco, vescovo emerito di Melfi Rapolla Venosa e missionario Ardorino in Honduras, entrambi cresciuti alla scuola di formazione del decano don Gaetano Mauro, che hanno portato il loro contributo di testimonianza e conoscenza del Venerabile.

L’assemblea si è conclusa con dei momenti di preghiera nella Chiesa di San Francesco di Paola di fronte il sepolcro contenente i resti mortali del Venerabile don Gaetano Mauro e con la celebrazione della Santa Messa ad opera del superiore generale, padre Salvatore Cimino, e di mons. Gianfranco Todisco, che nell’omelia ha rinnovato la sua gioia e attaccamento al padre fondatore degli Ardorini, uomo e sacerdote saggio ed umile nello stesso tempo capace di svolgere in nome di Cristo la sua missione di formatore missionario di amore e di pace. (fb)

La Calabria diventa capitale del coniglio di razza con Cunicalabria

La nostra regione pronta a celebrare uno degli animali più amati. La Calabria diventa capitale del coniglio di razza. Il variegato e pregiato mondo dei conigli si presenta agli operatori del settore ed al pubblico per Cunicalabria 2024: la settima edizione della mostra di coniglicoltura del registro anagrafico Anci, che si propone di migliorare, valorizzare e incrementare questo importante segmento, si terrà a Montalto Uffugo dal 20 al 21 gennaio, nella struttura del Garden Coretto.

Saranno presenti allevatori provenienti da tutta Italia, con un numero consistente anche dal Trentino Alto Adige, che prenderanno parte esibendo oltre 400 esemplari di conigli delle migliori razze certificate, i quali verranno esaminati e giudicati da Esperti Nazionali sotto la vigilanza di Ispettori del Ministero delle Politiche Agricole e Forestali giovedì 18 gennaio, per poi esporli pubblicamente nelle giornate di sabato e domenica.

L’evento è organizzato da Ara Calabria (Associazione Regionale Allevatori) e dall’Anci (Associazione Nazionale Coniglicoltori Italiani), organismo di categoria del Ministero delle Politiche Agricole e Forestali, con il patrocinio dell’Assessorato all’Agricoltura e Risorse Agroalimentari della Regione Calabria e del Comune di Montalto Uffugo.

Venerdì 19 gennaio il Cunicalabria sarà sede di esami pratici di valutazione morfologica per aspiranti esperti di razza “giudici nazionali” provenienti da tutta Italia.

Alla premiazione che si terrà domenica 22 gennaio, alle ore 11, al Garden Coretto, prenderanno parte autorevoli rappresentanti istituzionali: Michele Schiavitto, direttore nazionale dell’Anci; Michele Colucci e Filomena Citraro, rispettivamente presidente e direttore dell’Associazione Regionale Allevatori Calabria; Francesco De Novellis, esperto nazionale di cunicoltura e coordinatore dell’evento, nonché referenti della Regione Calabria, Provincia di Cosenza e Comune di Montalto Uffugo.

«Si tratta di un evento – spiega De Novellis – che assume di anno in anno un sempre maggiore rilievo, attirando notevole attenzione, confermata dalle presenze attese. La coniglicoltura italiana è un settore dove si stanno affermando sempre più gli allevamenti a carattere amatoriale, con un aumento della quantità e della qualità delle produzioni. Gli allevatori cunicoli stanno spiccando per il loro impegno e cura riguardo alimentazione, tecniche di allevamento e genetica, patologia e igiene, insieme ad attrezzature e tecnologie. Tutto ciò garantisce al comparto prospettive notevoli di crescita».

«Cunicalabria – aggiunge De Novellis – è un appuntamento per tutti. Richiama, infatti, interesse anche da parte del pubblico non di settore. Come accade da diversi anni, tantissime le famiglie che sicuramente ci raggiungeranno per questa edizione, considerando che in mostra ci saranno anche conigli di razza nana di svariate colorazioni e razze molto ricercate, essendo diventato il coniglio il secondo animale “da compagnia”, dopo il cane». (rcs)

MONTALTO UFFUGO (CS) – Successo per lo spettacolo “Va bene essere diversi”

Emozioni, sorrisi. E tantissima commozione per una storia vera, quotidiana, riportata in scena a Montalto Uffugo. Il progetto si chiama Va bene essere diversi la storia, invece, è quella di Francesco Tenuta, un ragazzo speciale che ha voluto fortemente, più di ogni altra cosa, ballare ed essere protagonista insieme alle sue amiche in una scuola di danza. Nonostante tutto, nonostante le sue difficoltà.

«L’autismo non è una disabilità, è una abilità diversa», recita d’altronde lo slogan dell’iniziativa. A Montalto Uffugo, località Taverna, il maestro Antonio De Luca che ha curato tutta la parte organizzativa mentre la parte artistica è del Centro Danza Ilaria Dima. Spettacolo già andato in scena lo scorso aprile voluto fortemente dal Centro Danza Ilaria Dima e dall’Associazione “Incontrarti” di Elvira Ferraro e che oggi ha inteso proporre agli studenti dell’Istituto comprensivo del territorio, “Emilio Bianco”, un ringraziamento alla dirigente scolastica Gemma Faraco e tutto il corpo docente che ha accolto l’invito, una pièce teatrale, al Palatenda, con cui rappresentare appunto la storia vera di Francesco e la sua piena inclusione, partecipazione e coinvolgimento alla vita quotidiana della scuola.

Uno spettacolo teatrale davvero emozionante. I protagonisti, Davide Carpino, narratore, Francesco Tenuta ragazzo speciale e Alessio Rende, altro splendido ragazzo speciale hanno accompagnato il corpo di ballo composto dai giovani e dalle bambine del Centro Danza Ilaria Dima. Le coreografie sono state curate da Ilaria Dima, Giusy Iantorno e Alessandro Ruffo. Il testo della storia è di Ilaria Dima e Maria Grazia Annesi, così come la regia curata dalla stessa Ilaria Dima.
«Siamo veramente tutti felici per come si è portata in scena la realtà che quotidianamente avviene nella nostra scuola. E siamo altrettanto orgogliosi della partecipazione, così importante dei ragazzi, che ha raccolto consensi ed applausi», racconta a margine il maestro Antonio De Luca.
«Ringraziamo chi ha permesso tutto ciò, chi ha organizzato anche i mercatini di Natale, l’associazione ANSPI nel nome del presidente Silvio Ranieri. Tutti insieme abbiamo realizzato qualcosa di importante. L’inclusione non può e non deve rimanere solo una parola lasciata al proprio destino, senza impegni. Ma la normalità per tutti è la nostra scommessa», le parole dei protagonisti. (rcs)

MONTALTO UFFUGO (CS) – Moda Movie all’Art Fabrique Calabria

Domani, a Montalto Uffugo, al Chiostro di San Domenico, sfilerà la vincitrice della 27ma edizione di Moda Movie, Maria Rosaria Zicarelli, che porterà in esclusiva un nuovo capo.

L’evento rientra nell’ambito di Art Fabrique Calabria, kermesse di fotografia di moda ideata dalla fotografa Stefania Samarro. Il Moda Movie, manifestazione ideata e curata da Sante Orrico, è volto a promuovere le creazioni degli stilisti.

A Stefania Sammarro, ideatrice del progetto, gli auguri del direttore artistico di Moda Movie Sante Orrico, per la sua visione e il suo impegno nel promuovere la moda e la fotografia come forme d’arte non convenzionali in Calabria. (rcs)

MONTALTO UFFUGO (CS) – Successo per il Carnevale Saraceno tra storia e tradizione

A Montalto Uffugo, nei giorni scorsi, si è svolto il Carnevale Saraceno a cura dell’Associazione Culturale Morfeo.

Quello del Carnevale Saraceno. è una tradizione storica nel borgo montaltese, che è ispirato a vicende storiche risalenti al XIII secolo, quando il territorio di Montalto Uffugo era sotto il dominio saraceno, lo spettacolo ha messo  in scena la ribellione del popolo locale al dominio Turco.

Caratterizzato da maschere e costumi che richiamano il mondo arabo, l’evento è finalizzato a far riscoprire le radici culturali di una tradizione che negli ultimi venti anni si è vista a macchia di leopardo e che è stata ereditata oggi dall’Associazione “Morfeo”.

Grande soddisfazione è stata espressa dal presidente dell’Associazione, Giuseppe Lanzillotta: «la ripartenza del Carnevale Saraceno – ha spiegato – è stata una grande occasione per riscoprire le tradizioni del territorio e valorizzare il patrimonio culturale della città. Grazie all’entusiasmo di centinaia di bambini e all’impegno dei ragazzi, il carnevale Saraceno riprende vita e continua a rappresentare un momento di aggregazione e divertimento per tutto il nostro paese». (rcs)