Il vescovo Alberti in visita al Porto di Gioia Tauro

Il Vescovo della Diocesi Oppido-Mamertina-Palmi, monsignor Giuseppe Alberti, ha fatto visita all’Autorità di Sistema portuale dei Mari Tirreno meridionale e Ionio, accompagnato da don Gildo Albanese, cappellano del porto di Gioia Tauro, per incontrare il presidente Andrea Agostinelli e i dipendenti dell’Ente. 

Nel dare il benvenuto, il presidente dell’Autorità di Sistema portuale ha evidenziato l’importanza della visita pastorale organizzata per rinvigorire, ulteriormente, il senso di comunità portuale tra i suoi collaboratori.

E a loro si è, così, rivolto il Vescovo della Diocesi Oppido-Mamertina-Palmi nel sottolineare la bellezza dell’essere comunità, «purché – ha detto monsignor Alberti – non ci si limiti ad una celebrazione ristretta ad un solo giorno perché sarebbe riduttivo».

«Mi piace questo concetto di comunità portuale – ha aggiunto – perché credo sia una scommessa quotidiana, uno spirito e un modo di collaborazione necessario a sostenere, anche, l’attività lavorativa di un’azienda. La capacità di coordinare e di valorizzare le potenzialità e le competenze di ciascuno per metterle in condivisione, penso sia la chiave giusta per raggiungere risultati importanti».

«Che poi tutto questo diventi, anche – ha proseguito – esperienza comunitaria acquisisce un valore aggiunto, che ci fa sentire persone e non numeri, che offrono un contributo fondamentale all’intero gruppo».  

Nell’impartire, quindi, la benedizione, il vescovo Giuseppe Alberti ha detto: «Vi auguro che il Natale, attualmente impoverito, riprenda la sua forza originaria nel suo pieno messaggio universale, affinché possano sparire le guerre e le ingiustizie».

«Questo mio pensiero – ha concluso – che potrebbe sembrare utopico, deve invece essere una sorta di provocazione quotidiana delle nostre comunità, in modo che  possa nascere qualcosa di nuovo tra noi e nella nostra società». (rrc) 

Al Porto di Gioia lo stoccaggio del materiale per il Ponte

Il Porto di Gioia Tauro è stata scelta come sede di stoccaggio di materiali per la costruzione del Ponte sullo Stretto. Lo ha reso noto l’Autorità di Sistema Portuale, esprimendo soddisfazione per la proficua sinergia intercorsa con la Autorità Marittima ed il team della società Stretto di Messina, coordinato dall’ing. Valerio Mele, nel tentativo coronato da successo di rispondere pienamente alle esigenze di accosto e di  spazi di deposito e lavorazione per la costruzione di un’opera strategica per la Nazione, e la necessità altrettanto imprescindibile di salvaguardare l’operatività del porto commerciale evitando la diminuzione delle banchine commerciali e dei piazzali assentiti alla logistica dei contenitori.

La società costruttrice del Ponte, infatti, secondo un cronoprogramma ufficiale fino al 2032, utilizzerebbe le aree a sud ovest del bacino di evoluzione portuale, ed anche una parte delle aree retrostanti al terminal containers, al netto delle recenti acquisizioni operate dal terminal contenitori e previ accordi con il Consorzio Regionale per le attività produttive, titolare delle aree.

Il progetto originario del collegamento stabile tra la Sicilia e la Calabria individuava Gioia Tauro come porto di stoccaggio dei conci prefabbricati e delle bobine dei cavi per la costruzione del Ponte e costituiva una sensibile interferenza con la operatività portuale, dovuta all’ormeggio delle navi che trasportavano tali materiali presso l’accosto “alti fondali” della banchina di levante in concessione a MCT SpA e la interruzione della continuità logistica dovuta al   passaggio di tali materiali verso aree retrostanti non in concessione. 

Nel corso della Conferenza dei Servizi che il Ministero delle Infrastrutture e Trasporti ha promosso in data 16 aprile 2024, questa Autorità di Sistema Portuale aveva depositato un congruo parere, sottolineando l’impatto negativo e le dannose interferenze di tale progetto con le attività dei soggetti terminalisti, MCT in primis, e della operatività portuale in genere.

Si descrivevano, cioè, le potenziali conseguenze negative che la “revoca” anche di una piccola parte di concessione del terminal contenitori e la interruzione della continuità logistica avrebbe potuto comportare sulla economia del porto. 

Nel contempo è stata fornita una proposta risolutiva, anche in esito a sopralluoghi ed incontri con i tecnici della società “Stretto di Messina Spa”, consistente nella infrastrutturazione della parte sud del bacino di evoluzione e l’utilizzo per le aree di stoccaggio delle aree retrostanti. 

La soluzione proposta da questa Autority, di concerto con la locale Capitaneria di porto, è stata accolta e successivamente confermata nel corso di una recente interlocuzione con il costruttore, avendo sciolto la Autorità Marittima la riserva sulla assoluta non interferenza con l’attuale bacino di evoluzione delle navi. 

Tale soluzione ha riscosso, inoltre, il compiacimento dei terrminalisti MCT e Automar, impegnati ormai da un quinquennio nel rilancio del transhipment nello scalo gioiese, con nuovi investimenti nell’equipment portuale e nuovi record commerciali. 

Una lettera personale recapitata nei giorni scorsi al presidente Agostinelli testimonia la soddisfazione dell’armatore MSC per la soluzione che soddisfa da una parte le esigenze del costruttore, evitando nel contempo dannose interferenze alle operazioni del terminal. (rrc)

Porto di Gioia, Senese (Uil) incontra Agostinelli

Promuovere una tavola rotonda, a livello regionale con il coinvolgimento delle Istituzioni politiche, intorno ai temi dell’interporto di Gioia Tauro e delle reti di connessione fra i vari porti della Calabria. È la proposta avanzata dalla segretaria generale di Uil Calabria, Mariaelena Senese, nel corso dell’incontro, al Porto di Gioia Tauro, con il presidente dell’Autorità di Sistema portuale dei mari Tirreno meridionale e Ionio, Andrea Agostinelli.

Nel dare il suo assenso all’iniziativa, presentata dalla segretaria generale Uil Senese, il presidente Andrea Agostinelli ha, altresì, aggiunto che, in quella sede, presenterà la bozza del Documento di pianificazione strategica di sistema (DPSS) che sarà approvato dall’Autorità portuale nelle prossime settimane.

In un’atmosfera di sinergica collaborazione, il presidente Andrea Agostinelli ha illustrato le caratteristiche infrastrutturali del porto di Gioia Tauro, primo porto di transhipment d’Italia, in costante crescita dei traffici portuali. 

Nonostante, infatti, la crisi internazionale del Mar Rosso e le possibili ripercussioni determinate dagli effetti distorsivi della direttiva europea ETS, lo scalo calabrese chiuderà l’anno con una previsione di movimentazione che toccherà i 3.900.000 teus. 

Con lo sguardo, naturalmente, all’occupazione, il porto di Gioia Tauro rappresenta il punto di riferimento di numerosi lavoratori calabresi, grazie ad un’occupazione di circa 1600 dipendenti diretti e 3000 nell’indotto. 

Nel contempo, il presidente Andrea Agostinelli ha aggiornato la neo segretaria generale della Uil, Maria Elena Senese, in merito alle riunioni in corso con i Terminalisti e le aziende portuali di Gioia Tauro per la costituzione dell’azienda portuale ex art. 17 legge 84/94, al fine di fornire manodopera in caso di picchi di lavoro, dove confluiranno i 50 iscritti all’Agenzia portuale, in scadenza il prossimo 31 dicembre, e dove potranno essere, ulteriormente, iscritti altri addetti fino ad un numero massimo di 100 unità, e per la quale vi sono ampi margini di accordo tra le parti. 

Il presidente Agostinelli: Porto di Gioia Tauro il più importante ma con alcune precarietà e rischi

«Gioia Tauro, dopo dieci anni, è come un figlio, il più importante porto nazionale, con infiniti margini di crescita, ma nello stesso tempo è un Colosso di Rodi, con alcune precarietà ed alcuni rischi». È quanto ha detto Andrea Agostinelli, presidente dell’Autorità di Sistema portuale dei mari Tirreno meridionale e Ionio, partecipando alla “Bilaterale sullo shipping Italia-Malta”, organizzata dal Propeller Port of Naples e Malta Maritime Summit, evento a cadenza biennale gemellato con la Naples Shipping Week, l’evento dedicato all’economia del mare in programma fino al 5 ottobre.

«Il problema della forza-lavoro e le sue evidenti ripercussioni sulla sicurezza dei luoghi di lavoro – ha spiegato Agostinelli – ad esempio. Gli integrativi per gli artt. 16 che non si firmano, l’avvicendamento degli organici del terminalista MCT e il problema dei picchi di lavoro e della costituzione della Impresa ex art. 17.  E poi le Tasse di ancoraggio, parte delle quali restituite agli armatori, mentre a Malta c’è un sistema di detrazioni fiscali ben più significativo. Il cold ironing, per il quale stiamo ancora aspettando l’ultima e decisiva tranche di finanziamento».

«Siamo noi come Autorità di Sistema – ha aggiunto Agostinelli – che mettiamo 35/40 milioni di euro annuì dai nostri bilanci per ristrutturare 5 porti, o per costruire nuove banchine, l’ultima inaugurata due mesi fa, e voi capite che tutto questo non può’ bastare, quando il privato investe somme assai più ingenti. Abbiamo un progetto definitivo e lungimirante per allargare l’imboccatura del porto, da 285 a 400, e soprattutto alla quota di -20, da appena 165 a 290. E il finanziamento?».

«Quindi – ha concluso – capirete che la palla passa necessariamente al Governo, alla sua riforma dei porti, ma per quanto mi riguarda, soprattutto alla sua volontà di mantenere e sviluppare la leadership di Gioia Tauro nel segmento del transhipment».

L’intervento del presidente Andrea Agostinelli è stato accompagnato, in conclusione, dalla proiezione di uno un cortometraggio, un piccolo capolavoro, che riproduce il porto, le sue navi – le più grandi al mondo – e i suoi dintorni, la costa calabrese tanto famosa per il suo storico e mitologico passato, arricchito dalle musiche inedite del maestro Ennio Morricone, concesse gentilmente dai suoi eredi». (rrm) 

Al Porto di Gioia Tauro al via lavori di elettrificazione della banchina di Levante

Sono partiti i lavori di elettrificazione della banchina di Levante del porto di Gioia Tauro, i cui lavori sono stati affidati alla ditta Saet Spa e consentiranno l’elettrificazione di un tratto di banchina che ha un’estensione di circa 640 metri e dovranno essere ultimati entro il 7 marzo 2026.

L’Autorità di Sistema portuale dei Mari Tirreno Meridionale e Ionio, infatti, ha consegnato i lavori di cold ironing del lotto I, prevalentemente dedicato agli ormeggi di navi porta containers.

Il progetto si inserisce all’interno della politica portata avanti dall’Ente, guidato dal presidente Andrea Agostinelli, che, nel rispetto della normativa europea, punta alla riduzione dell’impatto ambientale sulle attività portuali. In particolare, l’obiettivo principale degli interventi di cold ironing ruota intorno all’annullamento integrale delle emissioni locali durante l’ormeggio ed è, quindi, particolarmente interessante per i porti che spesso si integrano in contesti urbani.

Dopo aver sperimentato la fattibilità dell’intervento con i lavori di cold ironing eseguiti lungo la banchina Ro-Ro, si procede ora alla sua estensione per l’intero canale, attraverso l’installazione di prese mobili per assicurarne l’alimentazione delle portacontainers.

Il finanziamento di questo primo tratto di banchina trova copertura finanziaria attraverso il Decreto Ministeriale 101 del 13 aprile 2023 recante l’integrazione all’elenco degli interventi infrastrutturali in ambito portuale, sinergici e complementari al Piano nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr), attraverso il quale l’Autorità di Sistema portuale dei Mari Tirreno meridionale e Ionio ha ottenuto il finanziamento dei lavori del primo lotto della banchina di Levante per un importo di 18.370.000 euro, inserito tra i finanziamenti del Piano Nazionale Complementare (Pnc).

Si tratta di una prima parte di investimento, che dovrà essere seguita da un ulteriore finanziamento di 90 milioni di euro al fine di garantire l’intera elettrificazione dell’intero canale portuale. 

ALLA CALABRIA SERVONO 62 MILIARDI
PER REALIZZARE LE OPERE STRATEGICHE

di ERCOLE INCALZA La Regione Calabria è una delle Regioni del nostro Paese in cui è davvero difficile anticipare interventi che non trovano, nel tempo, una misurabile e concreta realizzazione. È una Regione che per molti anni ha ricevuto assicurazioni nella realizzazione di un centro siderurgico a Gioia Tauro, dopo il fallimento di tale ipotesi ne ha vissuto un altro con l’impegno del Governo a realizzare una centrale a carbone per lEnel.

Fortunatamente, grazie alla intuizione dell’architetto della Cassa del Mezzogiorno Alessandro Di Loreto e del fondatore del Gruppo Contship Italia Angelo Ravano, si trasformarono le finalità del nodo in un impianto logistico portuale. Ma accanto a questo esempio ce ne sono altri che sono rimasti o veri fallimenti programmatici o hanno accumulato, nel tempo, ritardi davvero inimmaginabili. Cerco di ricordarne alcuni solo a titolo di esempio: Il caso della Liquichimica a Saline Jonica. Una illusione programmatica davvero incomprensibile con investimenti realizzati, con forze lavoro coinvolte e tutto finito nel nulla; Il caso della Strada Statale 106 Jonica. Il progetto di adeguamento dell’asse viario nasce intorno agli anni ’60 e prevedeva una rilettura integrale dei circa 500 km di tracciato. Dopo praticamente oltre sessanta anni si sono completati solo alcuni segmenti. Grazie alla Legge Obiettivo sono in coso i lavori del Terzo Megalotto (Roseto – Capo Spulico) di circa 38 km per un importo di 1,3 miliardi di euro e, grazie all’intervento del Presidente della Regione Occhiuto, si sono ottenuti ulteriori 3 miliardi di euro per realizzare un altro lotto. Per completare l’intero percorso occorrono circa 9 miliardi di euro. Un asse che attualmente ricopre i primi posti nella classifica nazionale della incidentalità stradale.

Il porto di Corigliano è rimasto per ora solo l’unico porto peschereccio-commerciale dell’alto Ionio cosentino pur disponendo di due darsene, di una superficie del bacino portuale di 1,3 milioni di metri quadrati, con piazzali di 270.000 metri quadrati e con una profondità dei fondali di 12 metri. In realtà gli investimenti erano stati fatti per offrire alla Regione la possibilità di un suo ruolo strategico nell’affaccio sullo Jonio ed ora il Presidente dell’Autorità di Sistema Portuale dei Mari Tirreno Meridionale e Ionio Ammiraglio Agostinelli sta cercando di costruire le condizioni per un rilancio adeguato di tale impianto portuale congeniale con le sue reali potenzialità; L’asse ferroviario Jonico Reggio Calabria – Taranto lungo 472 km è a semplice binario. Il 30 agosto 2018 iniziarono i lavori di elettrificazione della linea, a partire da Sibari in direzione di Melito di Porto Salvo, con la previsione di concluderli nel 2023: in seguito tale data è stata posticipata al 2026. Mi fermo qui perché penso sia sufficiente per descrivere la limitatezza della offerta ferroviaria su un’area così vasta del territorio calabro; Il completamento dell’autostrada Salerno – Reggio Calabria avvenuto solo grazie alla Legge Obiettivo dopo oltre trenta anni di ritardi nell’avanzamento dei lavori e con un susseguirsi di blocchi sostanziali nelle coperture finanziarie.

In realtà questi esempi da soli (ne potrei aggiungere tanti altri) portano ad una conclusione: la Regione Calabria non può, in alcun modo, cascare nel triste equivoco di credere in annunci e in promesse non supportate da fatti e da riferimenti oggettivi.

Ho voluto fare questa lunga premessa per tentare di chiarire quali siano le reali certezze sulla realizzazione dell’asse ferroviario ad alta velocità – alta capacità Salerno – Reggio Calabria.

Appena diventato Presidente della Regione Roberto Occhiuto ha chiesto ed ottenuto: Una accelerazione dei lavori della prima richiamata strada statale 106 ed una copertura di un altro lotto del valore di circa 3 miliardi di euro; piene garanzie sul mantenimento dei 10 miliardi di euro inseriti nel Piano Nazionale Complementare al Pnrr; L’avvio dei lavori del primo lotto Battipaglia – Romagnano dell’asse AV – AC Salerno – Reggio Calabria per un valore di circa 2,2 miliardi di euro.

Ebbene, pochi giorni fa abbiamo potuto leggere il seguente comunicato stampa: «La Commissione Via del Ministero dell’Ambiente e della sicurezza energetica ha dato disco verde alla realizzazione di due lotti del progetto ferroviario AV – AC Salerno – Reggio Calabria per un importo di 9 miliardi di euro».

Senza dubbio il lavoro della Commissione Via è stato non solo encomiabile ma è avvenuto in un arco temporale davvero ristretto. Fin qui quindi tutto positivo; ora però dovremmo avere delle certezze su una serie di altri elementi che allo stato ci vedono ancora lontani da un reale avvio dei lavori. Intanto occorrerà ancora ricevere il previsto Parere del Ministero dei Beni Culturali e poi dovranno prendere corpo le fasi legate alla gara di appalto. Ma proprio questa fase necessita di un chiarimento; occorre conoscere in modo dettagliato: Quanto consta l’intera opera da Salerno a Reggio Calabria: la stima attuale è circa 30 miliardi di euro; Quanto è il valore del lotto Battipaglia – Romagnano i cui lavori sono già partiti: 2,2 miliardi di euro con Fondi Pnrr; Quanto è il costo della tratta approvata dalla Commissione Via: la stima oggi è di circa 9 miliardi di euro.

Questo chiarimento penso sia obbligato perché del valore globale di circa 30 miliardi di euro la copertura ormai garantita è quella legata ai fondi del Pnrr pari, come detto prima a circa 2,2 miliardi di euro, mentre gli interventi relativi ai 9 miliardi di euro ultimamente approvati dovrebbero essere garantiti dalle risorse inserite nel Piano Nazionale Complementare al Pnrr. In tale Piano infatti erano previsti, per tale finalità, 10 miliardi di euro, un importo questo che è stato oggetto di una riformulazione in quanto il Pnc aveva gli stessi vincoli temporali del PNRR e quindi essendo l’intervento ancora in fase istruttoria avremmo rischiato di perdere le risorse. È proprio questa rivisitazione va chiarita per poter, davvero, contare su una reale disponibilità, sin dal prossimo anno, quando cioè disporremo di tutte le autorizzazioni nell’avvio concreto delle opere.

Poche settimane fa ho elencato sinteticamente il quadro degli interventi che dovrebbero essere realizzati in Calabria nel prossimo quinquennio; riporto di seguito tale quadro: Il completamento e la messa in esercizio delle dighe presenti nella Regione (in Calabria ci sono 24 grandi dighe, alcune non completate altre non sono adeguatamente utilizzate); La realizzazione dell’asse ferroviario ad AV – AC Battipaglia – Reggio Calabria; La riqualificazione funzionale dell’asse ferroviario jonico per renderlo omogeneo alla rete nazionale (le caratteristiche attuali sono davvero pessime); La realizzazione del Ponte sullo Stretto; La realizzazione del completamento integrale della strada statale 106 Jonica; La realizzazione di un impianto retroportuale del porto di Gioia Tauro; La realizzazione di un sistema integrato di impianti interportuali con nodi chiave a Corigliano e Castrovillari; La riqualificazione funzionale degli aeroporti di Crotone, Lamezia e Reggio Calabria; La rivisitazione, di intesa con la Regione Basilicata, delle via di accesso e degli impianti interni al Parco nazionale del Pollino

Di questo rilevante elenco di interventi allo stato sono disponibili solo le risorse destinate alla realizzazione del Ponte sullo Stretto, una quota di 2,2 miliardi per un tratto, non in Calabria, della Battipaglia – Reggio (la tratta Battipaglia – Romagnano) e 3 miliardi per un ulteriore tratto della Strada Statale 106 Jonica. Invece, effettuando un’analisi dettagliata delle reali esigenze legate ai nove atti strategici prima riportati scopriamo che il valore globale si attesta su un importo di circa 62 miliardi di euro; occorrono, ripeto, 62 miliardi di euro altrimenti continuiamo ad inseguire disegni teorici che, al massimo, arricchiranno i programmi dell’attuale e delle prossime Legislature.

Lo so non è facile assicurare un volano così rilevante di risorse ma è necessario, da subito, disporre di un Piano Fonti – Impieghi, articolato e garantito nel tempo, da cui si evinca, chiaramente, che ci sono tutte le condizioni per evitare un ulteriore tradimento delle aspettative di questa Regione chiave del Paese.

Il Presidente della Regione Occhiuto, a mio avviso, non solo è convinto di un simile approccio metodologico ma finora ha fatto sempre valere la logica della trasparenza e della ricerca sistematica di tutte le possibili coperture finanziarie (Fondi privati, Fondi europei, ecc.) per offrire un impianto pianificatorio coerente alle esigenze di una realtà territoriale ricca, da sempre, di potenzialità e priva, da sempre, di una adeguata e funzionale offerta infrastrutturale. (ei)

Al Porto di Gioia Tauro firmata concessione demaniale marittima con Automar

L’Autorità di Sistema Portuale dei mari Tirreno meridionale e Ionio ha sottoscritto, con Automar, la concessione demaniale marittima per un’area di 40mila metri quadrati.

Sottoscritta dal presidente dell’Autorità di Sistema portuale dei Mari Tirreno meridionale e Ionio, Andrea Agostinelli, e dal presidente di Automar Spa, Costantino Baldissara, commercial, logistics & operations Director Grimaldi Group, l’autorizzazione concessoria rientra in un programma complessivo di interventi di sviluppo dell’intermodalità e della sostenibilità ambientale dello scalo calabrese. 

L’atto segue quanto già definito nell’Accordo di Programma Quadro, firmato in occasione del Let Expo di Verona del 9 marzo 2023, tra l’Autorità di Sistema portuale calabrese e il terminalista Automar, interessato da uno spiccato sviluppo delle proprie attività. 

Si tratta di un tassello inserito in un percorso di crescita, collegato, nei fatti, ad una organica politica di sviluppo determinata dalla maggiore presenza del Terminalista a Gioia Tauro e reputato necessario per accompagnare l’incremento dei volumi di traffico di trasbordo degli autoveicoli, già registrato nel corso del biennio 2022/2023 e tuttora in continua espansione. 

Attraverso l’Accordo di Programma, sottoscritto nel 2023, è stato infatti pianificato un complessivo incremento delle superfici in capo ad Automar, organizzato in diversi interventi concessori che sono stati, altresì, approvati nel corso della riunione del Comitato di Gestione dello scorso 31 luglio, dei quali l’attuale sottoscrizione ne è parte integrante. 

In ossequio alla vigente variante del Piano Regolatore portuale, l’area oggetto della concessione ha un’estensione di circa 40 mila metri quadrati, ricade nella zona dell’Interporto, posta a breve distanza dal terminal Automar, e sarà utilizzata come superficie di deposito delle vetture in transito. 

Al fine di poterla rendere operativa, saranno eseguiti i lavori di pavimentazione, recinzione, raccolta delle acque meteoriche e illuminazione, ritenuti necessari alle operazioni di stoccaggio delle autovetture, e saranno eseguiti dalla Società terminalista. 

Complessivamente, si tratta di un percorso definito con l’obiettivo di sostenere l’implementazione dell’attività di Automar nello scalo calabrese, che ha già visto l’aumento della forza lavorativa, concretizzata in circa 50 assunzioni, e che determinerà un consistente aumento dei volumi con relativa diversificazione delle operazioni. (rrc)

 

Il sindaco di San Ferdinando Gaetano accoglie con favore le nuove opere al Porto di Gioia Tauro

Il sindaco di San Ferdinando, Luca Gaetano, ha espresso soddisfazione per il completamento del collegamento ferroviario tra la stazione di San Ferdinando e quella di Rosarno e la nuova banchina di ponente al Porto di Gioia Tauro.

Due significative opere infrastrutturali, che fanno parte di un lungo elenco di obiettivi centrati e di progetti in fase di sviluppo tra cui il cold ironing in banchina o la nuova “Casa del Portuale.

La prima opera riguarda l’operatività ferroviaria del porto grazie alla connessione tra le stazioni di San Ferdinando e Rosarno e la possibilità di assemblare convogli di 750 metri, realizzando un collegamento utile a rafforzare l’intermodalità e a migliorare la logistica del Mezzogiorno, visto il raccordo con la Campania – che è l’hub centrale dell’intermodalità al Sud – e l’inserimento  nel corridoio Ten-T Core Scandinavo-Mediterraneo. La possibilità di operare anche in orari notturni, inoltre, favorisce la produttività e l’efficienza grazie a una ottimale flessibilità operativa.

«Il collegamento ferroviario tra la stazione di San Ferdinando e quella di Rosarno – ha detto il sindaco Gaetano – rappresenta un passo avanti cruciale per la nostra comunità. Questa infrastruttura migliora l’efficienza del trasporto merci e dà un nuovo impulso all’intermodalità accrescendo tale vocazione dell’area. È un chiaro esempio di come la cooperazione tra enti possa portare a risultati concreti e benefici diffusi, visto che la stazione di San Ferdinando costituisce un impianto di appoggio per i raccordi terminali a servizio del porto di Gioia Tauro: questo nuovo, strategico asset introduce nuove opportunità economiche e occupazionali per il distretto portuale-industriale definito “Città del Porto”».

Parallelamente, è stata inaugurata la nuova banchina di ponente a San Ferdinando realizzata grazie a un finanziamento di 12 milioni e mezzo di euro erogato dalla Regione Calabria attraverso il Fondo di Sviluppo e Coesione. Questa infrastruttura diversifica i servizi portuali del più grande hub di transhipment del Paese e apre nuove possibilità per il rimessaggio e le attività manutentive delle navi, aumentando così i livelli occupazionali e aprendo scenari ottimistici per la crescita economica del territorio.

«L’apertura della nuova banchina di ponente è un ulteriore sviluppo positivo per il nostro porto – ha sottolineato il primo cittadino –. Questa infrastruttura incrementerà le attività di gestione del traffico marittimo, rendendo il porto di Gioia Tauro ancora più competitivo a livello internazionale. Siamo orgogliosi di vedere come questi progetti, che San Ferdinando ospita orgogliosamente, stiano già portando benefici concreti dimostrando ancora una volta l’importanza degli investimenti nelle infrastrutture per lo sviluppo del territorio».

«È, inoltre – ha aggiunto – doveroso, da parte di chiunque abbia a cuore le sorti delle città incluse nel distretto portuale-industriale e sia dotato di uno sguardo oggettivo, riconoscere il monumentale lavoro svolto dall’Autorità di Sistema Portuale guidata dall’Ammiraglio, Andrea Agostinelli. Egli, assieme alle eccezionali competenze tecniche dei suoi più stretti collaboratori, ha garantito prima la salvezza e in seguito una crescita senza precedenti di questo porto». 

«A lui vanno i sentimenti di gratitudine della comunità sanferdinandese, dell’amministrazione comunale e miei personali – ha proseguito il sindaco –: è indiscutibile l’apporto decisivo dell’ammiraglio Agostinelli per rendere il Porto di Gioia Tauro una realtà attrattiva nello scenario globale e player di primo livello nel comparto della logistica internazionale. In assenza dalla sua determinazione, caparbietà e visione, oggi non potremmo parlare di infrastruttura strategica che sta suscitando grande interesse presso i governi, le istituzioni e gli imprenditori di tutto il mondo. Alla politica resta il compito di realizzare l’agognato obiettivo di creare quelle relazioni economiche, urbanistiche, sociali, culturali e produttive tra territorio e infrastruttura, per trasformare il porto da “non luogo” a elemento organico del tessuto urbano e produttivo».

«Il prossimo, fondamentale passo da compiere – ha detto ancora – è quello di impegnare tutte le migliori energie per passare  dalla logistica pura, ovvero l’agire esclusivamente sugli attributi delle merci nello spazio e nel tempo, alle trasformazioni intrinseche e qualitative di queste ultime, facendo planare sul territorio una nuova fetta della catena del valore»

San Ferdinando, insieme con Rosarno e Gioia Tauro, ospita un distretto portuale-industriale che ospita l’infrastruttura e tutte le sue pertinenze e attività collaterali, quali le sedi dei terminalisti , delle Istituzioni e delle Autorità, gli scali ferroviari e le aree industriali a essa connesse. 

Il Comune di San Ferdinando continuerà a collaborare con le autorità portuali, locali, regionali e governative per promuovere lo sviluppo e la modernizzazione delle infrastrutture, con l’obiettivo di migliorare la qualità della vita dei cittadini e sostenere la crescita economica dell’intera area. (rrc)

 

Il presidente Occhiuto: G7 del Commercio grande vetrina e occasione straordinaria: Calabria pronta a nuove sfide

«Il G7 del Commercio in Calabria rappresenta una grande vetrina e un’occasione straordinaria per rafforzare relazioni importanti con i Paesi più sviluppati del mondo». È quanto ha dichiarato il presidente della Regione, Roberto Occhiuto, in una intervista a Il Mattino, sottolineando come «noi vogliamo essere pronti a cogliere queste nuove sfide, e vogliamo farci apprezzare e conoscere sempre di più nello scacchiere internazionale».

«La Calabria, attraverso la sua infrastruttura principale che è il porto di Gioia Tauro – ha ricordato – gode di una posizione estremamente strategica rispetto ai principali corridoi delle rotte intercontinentali che attraversano il Mediterraneo lungo l’asse Suez-Gibilterra. Gioia Tauro è collegato logisticamente con oltre 60 porti nel Mediterraneo e 120 nel mondo. È evidente che nei prossimi anni quest’area così vitale in termini di scambi sarà determinante nella crescita delle economie di tutto il bacino».

«Nella visita al porto di Gioia Tauro, ad esempio – ha spiegato –  i ministri del G7 e gli altri ospiti internazionali sono rimasti estremamente colpiti dalla maestosità di questa infrastruttura e dalle sue enormi potenzialità. Da parte nostra stiamo accelerando sull’intermodalità ferroviaria portuale, sulla infrastrutturazione stradale e nel potenziamento del sistema aeroportuale. Crediamo di avere le carte in regola per diventare una regione centrale nell’ambito delle dinamiche di crescita di tutta l’area del Mediterraneo».

«Rispetto agli ultimi vent’anni – ha proseguito – c’è un’attenzione nuova della comunità internazionale e del governo nei confronti di quelle regioni che si affacciano sul Mediterraneo, e quindi del Mezzogiorno. Aver scelto il Sud e la Calabria come sede di questo G7 testimonia la lungimiranza dell’esecutivo Meloni e del ministro Antonio Tajani che ringrazio per aver voluto mettere in vetrina le enormi potenzialità di questi territori».

«Gli ultimi dati sull’export in Italia – ha detto ancora nell’intervista –  confermano d’altro canto una tendenza assai in crescita di regioni come la Campania e la Calabria. È evidente che siamo entrati in una congiuntura storica nuova nella quale il Sud può affermarsi sempre più come la porta dell’Europa sul Mediterraneo».

«Credo che ci troviamo in un momento nel quale il Sud, sarò anche un visionario – ha aggiunto – può vivere quello che hanno vissuto le regioni del Nord qualche decennio fa, quando si sono avvantaggiate dal fatto di essere prossime al motore di sviluppo dell’economia europea, che era il manifatturiero tedesco. Quindi è giusto investire nella qualità infrastrutturale di queste regioni e nel potenziamento delle politiche di scambi e cooperazione internazionale».

E, in merito al fatto che il porto di Gioia Tauro ha registrato una crescita enorme in questi primi sei mesi del 2024, più 13,7 per cento e se serve una maggiore sinergia con gli scali di Napoli e Salerno, in quanto tutti e tre insieme sono i veri hub strategici, Occhiuto ha risposto: «ben venga una maggiore sinergia con gli altri hub commerciali del Mediterraneo. Più siamo coordinati e maggiore sarà il nostro peso e la nostra attrattività a livello internazionale».

«Spesso, soprattutto in passato, si è parlato solo dei problemi del Mezzogiorno – ha evidenziato – tralasciando le opportunità, e questo errore lo hanno fatto soprattutto le classi dirigenti. Sono contento che negli ultimi anni il clima stia cambiando in meglio».

Per il governatore, infatti, «da soli non si va da nessuna parte. Sono convinto che fare sistema sia sempre la strada giusta. La mia visione è quella di una contaminazione e una collaborazione sempre crescente tra le regioni del Sud e del Mediterraneo».

«Sia per le politiche di sviluppo che sui temi più complessi da affrontare – ha detto – come i cambiamenti climatici, bisogna sforzarsi di trovare risposte unitarie. Innanzitutto si tratta di rinnovare e aumentare, attraverso intese che coinvolgono un amplissimo numero di Paesi, un nuovo sistema di politiche e di scambi in modo da adattarli alle nuove realtà nell’area del Mediterraneo».

«Il fatto che la Calabria presieda la Commissione intermediterranea – che raggruppa 38 regioni di 8 Paesi, tra cui Albania, Cipro, Francia, Grecia, Italia, Malta, Marocco e Spagna – dimostra un rinnovato prestigio del Mezzogiorno e un rilancio complessivo delle economie di queste regioni», ha sottolineato Occhiuto, ricordando che « uno dei miei obiettivi primari per il mio nuovo mandato da presidente è quello di continuare a fare pressione per la creazione di una macroregione mediterranea».

«Lo scopo – ha ribadito – è proprio quello di favorire lo sviluppo del dialogo euromediterraneo e la cooperazione territoriale sui temi dei trasporti, della politica marittima integrata, della coesione economica e sociale, dell’acqua e dell’energia. Credo, inoltre, che una macroregione integrata possa sostenere politiche unitarie e difendere l’intero bacino del Mediterraneo dagli effetti dei cambiamenti climatici e favorire la transizione verde incrementando gli scambi di beni e servizi ambientali».

«Ci sono problemi comuni – ha concluso – che meriterebbero di essere affrontati con una specifica strategia a vantaggio non solo delle regioni del Mediterraneo ma anche dell’Europa nel suo complesso. Avere una macroregione migliorerà la cooperazione, l’efficienza e il nostro peso specifico, per portare avanti obiettivi condivisi di sviluppo sostenibile e stabilità regionale». (rrm)

Dal G7 di Villa San Giovanni la “Dichiarazione della Calabria”

di ANTONIETTA MARIA STRATI – Dal G7 di Villa San Giovanni è partita quella che il vicepremier e ministro degli Esteri, Antonio Tajani, ha definito «dichiarazione della Calabria», un testo politico «in cui riassumere lo spirito e la sostanza del nostro lavoro e delineare la visione di un commercio internazionale sempre più aperto, libero e sicuro, paritario, motore di crescita, benessere e pace, l’impegno per favorire il commercio internazionale». È partita così la riunione dei ministri del G7 del Commercio, con Tajani che, nel suo discorso di apertura, ha ribadito come «le libertà di scambio, di commercio, di navigazione sono fondamentali per il commercio e la crescita globale».

«Vogliamo assicurare la parità di condizioni per le imprese sui mercati globali. È necessario assicurare un campo di gioco equo e regole condivise per permettere alle nostre imprese di competere alla pari in ogni mercato», ha detto il vicepremier, sottolineando come «ci impegneremo sul tema chiave della sostenibilità ambientale nel commercio. Temi che abbiamo portato alla Cop ad Abu Dhabi, e che porteremo alla prossima Cop a novembre in Azerbaigian».

E ancora: «vogliamo rendere ancora più solidi e sicuri i nostri sistemi economici, anche di fronte a shock come le guerre in Ucraina e Medio Oriente, e le tensioni nel Mar Rosso, affrontando insieme sfide globali come l’intelligenza artificiale. Le nostre discussioni confluiranno in una dichiarazione conclusiva forte, il sigillo di un G7 Commercio che è solo alla sua terza edizione, ma che crediamo debba essere una componente fondamentale di ogni Presidenza».

«Il commercio può diventare sempre di più uno strumento di dialogo globale» e proprio dal G7 «può partire un messaggio di pace e dialogo. Ci impegneremo sulla questione fondamentale della sostenibilità ambientale del commercio. Vogliamo rendere più sicuri i nostri sistemi economici».

«La Calabria è una terra piena di cultura, culla della Magna Graecia, e ricca di tesori. Ma è una Regione molto importante per gli asset logistici che riguardano gli scambi commerciali», ha detto il presidente della Regione, Roberto Occhiuto, nel suo messaggio di benvenuto prima dell’inizio dei lavori.

«Ha il primo porto in Italia per transhipment, il porto di Gioia Tauro – ha ricordato – uno dei più significativi hub in termini di traffico nel Mediterraneo: un’area che conta solo l’1% della superficie dei mari del mondo, che però rappresenta il 20% del traffico marittimo internazionale, il 30% del traffico petrolifero, e il 27% di servizi di linea container».

«Quindi un mare straordinariamente importante per il commercio internazionale – ha aggiunto – e il porto di Gioia Tauro gode di una posizione strategica rispetto ai principali corridoi delle rotte intercontinentali che attraversano il Mediterraneo lungo l’asse Suez-Gibilterra. Gioia Tauro è collegato con 60 porti di questo bacino e 120 porti nel mondo. Le rotte principali sono verso l’Europa, il Medio Oriente, l’Asia e l’Africa».

«Ma il Porto di Gioia Tauro – ha proseguito — è anche un’infrastruttura con caratteristiche uniche perché ha il porto-canale più grande d’Europa, con un grande retroporto di oltre 200 ettari che potrebbe accogliere insediamenti industriali e attività che volessero giovarsi della logistica presente».

«È un porto, inoltre – ha continuato – in costante crescita: si pensi che nel 2023 sono state movimentate merci per 45 milioni di tonnellate. Parliamo quindi di un asset logistico di primaria importanza per il Mediterraneo, importante per la Calabria, per l’Italia e le regioni che si affacciano su questo bacino».

E proprio al Porto di Gioia Tauro,  quello che il ministro Tajani ha definito il «principale porto italiano e piattaforma logistica al centro del Mediterraneo», vi è stata una visita dei ministri del G7, che sono stati accolti dal presidente dell’Autorità di Sistema Portuale dei Mari Tirreno meridionale e Ionio, Andrea Agostinelli.

Lungo le banchine dello scalo portuale, il presidente Andrea Agostinelli, alla presenza, tra gli altri, di Tajani, del presidente della Regione Calabria, Roberto Occhiuto, e dei massimi rappresentanti dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli e della Protezione Civile, si è soffermato sulle caratteristiche infrastrutturali dello scalo portuale, evidenziando la sempre maggiore crescita dei suoi traffici, che registrano un aumento del 13,7% nei primi sei mesi del 2024, nonostante le conseguenze della direttiva europea Ets, che penalizza gli stessi porti mediterranei destinati al ”transhipment”, ed alla nota crisi dei traffici marittimi dovuta alla situazione geopolitica del Mar Rosso. 

A tale proposito ha evidenziato il ruolo dei due Terminalisti – Med Center Container Terminal e Automar spa – e dei rispettivi armatori MSC e Grimaldi Lines, che continuano a individuare lo scalo portuale di Gioia Tauro quale porto di riferimento. 

Il presidente Andrea Agostinelli ha, quindi, concluso il suo intervento manifestando la sua piena soddisfazione per avere cooperato all’iniziativa umanitaria “Food for Gaza” attraverso la concessione dello scanner mobile del porto di Gioia Tauro. 

Al G7, inoltre, è stato presentato il progetto del Ponte sullo Stretto, «un modo – ha sottolineato Tajani – per ribadire che incrementare il commercio è nel nostro interesse italiano e noi diplomatici siamo i primi ambasciatori della crescita italiana nel mondo».

Alla Riunione, infatti, c’è stato anche Pietro Ciucci, amministratore delegato della Società Stretto di Messina Spa, che ha sottolineato come «il Ponte sullo Stretto di Messina è un’alternativa per rafforzare il sistema dei trasporti in Calabria».

Il Ponte, come detto anche dallo stesso Tajani, «sarà una meraviglia di ingegneria che metterà questa regione al centro delle grandi rotte logistiche mondiali».

Il ministro Tajani, inoltre, ha aperto i lavori del Vertice B7 di Confindustria alla Scuola Allievi Carabinieri di Reggio Calabria. Un evento a margine del G7 del Commercio che ha visto la partecipazione di Emma Marcegaglia, presidente del B7 Italia.

«Stiamo lavorando come gruppo B7 e abbiamo già consegnato il 17 maggio al Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, le raccomandazioni delle industrie G7. La dignità, i diritti umani, la sicurezza sono minacciati e i mercati aperti sono in pericolo», ha detto Marcegaglia, sottolineando come sia «urgente migliorare la nostra competitività e soprattutto ridurre con urgenza il divario competitivo».

«Reggio Calabria in questi giorni è capitale del commercio, dell’industria e, più in generale, dell’economia. Per noi si tratta di un fattore essenziale perché questa due giorni ci consente di mettere in vetrina non soltanto le bellezze del nostro territorio, ma le eccellenze dal punto di vista industriale, economico e commerciale. Quindi avere l’orgoglio di mostrare a tutto il mondo di quanto è capace il nostro territorio in termini imprenditoriali», ha detto il sindaco di Reggio, Giuseppe Falcomatà, presente all’evento.

«Per i nostri imprenditori è un’occasione per aumentare gli scambi commerciali. Credo che certi momenti servano soprattutto a questo – ha aggiunto il primo cittadino – e che gli effetti si vedano a lungo termine, cioè quanto, successivamente al G7 e al B7, avremo modo di continuare a tenere alta l’attenzione sul nostro territorio e sulla nostra Regione».

«C’è una nuova stagione – ha concluso – anche sotto il profilo degli investimenti, una nuova cultura anche per i nostri imprenditori per relazionarsi a livello internazionale e non lasciarsi sfuggire opportunità importanti. Come in questo caso. Sono convinto che, sotto la guida del presidente Domenico Vecchio e di tutte le altre istituzioni presenti a partire dal ministro Tajani, Reggio Calabria non si farà sfuggire questa occasione». (ams)