L’IMPROVVISAZIONE SUL CINQUANTENARIO
EPPURE LA METROCITY PRODUCE CULTURA

di SANTO STRATI – Nonostante il grande impegno della vicepresidente Giusi Princi e degli altri attori chiamati nel comitato per le celebrazioni del cinquantenario del ritrovamento dei Bronzi nel mare di Riace, la sensazione che ancora si coglie è di grande improvvisazione, con l’angoscia di mettere in fretta rimedio a una disattenzione imperdonabile. Non si è scoperto ieri che il 16 agosto del 2022 sarebbero stati 50 anni esatti dal ritrovamento dei due tesori della Magna Grecia. Tesori che il mondo intero – e non sappiamo quanti ancora non ne conoscono l’esistenza – ci invidia. Eppure a pochi mesi dall’anniversario che offriva ai calabresi, e soprattutto ai reggini, un’occasione irripetibile di promozione  turistico-culturale che avrebbe messo la Calabria sotto gli occhi di tutto il pianeta, ancora manca un progetto preciso la cui realizzazione dovrà combattere con tempi ristrettissimi. Per fare un esempio, il logo del cinquantenario avrebbe dovuto essere l’occasione per un concorso internazionale destinato a designer e artisti di tutto il mondo e avrebbe costituito una prima promozione mondiale dell’evento. Invece…

Invece, ad oggi, l’unica proposta – risibile  – è quella di far venire a Reggio Bocelli a cantare: e chi se ne frega di Bocelli (con tutto il rispetto per il grande artista) diranno i potenziali visitatori attratti (?) dall’idea di vedere da vicino i due guerrieri. Chi vuol vedere i Bronzi non cerca la voce possente di Bocelli, ma vorrebbe capire come fare ad arrivare a Reggio, visto che l’aeroporto funziona a mezzo servizio (permetteteci la generosa valutazione per uno scalo vergognosamente inutilizzato) e che tipo di offerta turistica potrebbe trovare. Per intenderci, chi volesse venire a Reggio per una visita ai Bronzi, non si accontenta di un meraviglioso gelato nel chioschetto centenario di Cesare o delle prelibatezze dello chef Filippo Cogliando e del suo magnifico ristorante l’Accademia (entrambi a un passo dal Museo Archeologico Nazionale – un tempo “della Magna Grecia, oggi non più? – ma probabilmente avrebbe piacere di scoprire l’Aspromonte, gli altri straordinari siti archeologici (la Villa Romana di Casignana, il Teatro Greco di Locri, le preziose testimonianze di Medma-Rosarno, l’incanto di Scilla, il fascino di Tropea, il Codex Purpureus e mille altre inestimabili bellezze che solo i calabresi non sono capaci di valorizzare. No, il visitatore deve avere un ventaglio di offerte, con le cosiddette commodities che gli permettono di spostarsi e guardarsi intorno, scoprire – a seconda delle proprie preferenze – paesaggi incontaminati e mozzafiato (per esempio le Valli Cupe) e percorsi religiosi (il Cammino di San Francesco o quello Basiliano) oppure itinerari enogastronomici inimitabili, che si possano attuare con facilità. Non serve Bocelli, serve cervello e buonsenso che fanno il paio con capacità e competenza.

Oggi la Calabria è al Bit. Cosa andiamo a proporre alle agenzie di viaggio se non c’è un piano intelligente e programmatico per accogliere (e avvincere) i potenziali futuri turisti? Che poi non andrebbero considerati tali, bensì ospiti in visita, con tutto il riguardo che la tradizionale accoglienza calabrese non fa mai mancare. Diciamoci la verità: chi scopre la Calabria se ne innamora. Ma non si fa nulla per farla scoprire. La promozione ridicola del corto di Muccino costata tanti quattrini non ha funzionato (come si fa a stanziare quasi due milioni per la produzione e non prevedere altrettanti per la comunicazione?). Esistono iniziative individuali, lodevoli, straordinarie che combattono ogni giorno con la burocrazia di sindaci indifferenti preoccupati solo a misurare la larghezza dei tavolini e l’occupazione del suolo ma trascurano di premiare, incentivare, sostenere esercenti e gli imprenditori del turismo che vorrebbero portare ricchezza in Calabria (con legittima aspirazione al personale e giusto utile) ma non trovano interlocutori.

C’è l’aspetto del turismo di ritorno, quello delle radici: potrebbe portare centinaia di migliaia di calabresi che vivono lontano a riscoprire le terre degli avi. Una frotta di visitatori, di ospiti aggiuntivi al turismo mordi e fuggi che alla Calabria non serve perché non ha le strutture ricettive adatte. E le tante iniziative che si stanno accavallando contano più sull’appassionato impegno di singoli (per esempio, il prof. Tullio Romita dell’Unical) e di associazioni (come Casa Calabria International) che organizzano e promuovono con successo il turismo delle radici, ma non trovano il sostegno concreto della Regione. Manca, a nostro modesto avviso, un’idea di coordinamento, che punti a fare rete, a organizzare e stimolare nuove iniziative a tutela dei visitatori e di chi nel turismo vorrebbe lavorare e vivere di esso. Ci sono migliaia di giovani laureati pronti a lasciare la Calabria, quando potrebbero occuparsi delle risorse del territorio, sul piano della cultura, del turismo, del paesaggio. Ma chi li arruola? Chi li forma e li prepara? Chi si prende la briga di lavorare su questo eccezionale capitale umano? Nessuno, purtroppo, e ci piacerebbe molto essere smentiti con numeri e fatti concreti.

Eppure, come si può ascoltare nell’intervista video (link), al delegato alla Cultura della Città Metropolitana di Reggio Filippo Quartuccio ci sono segnali importanti che provengono proprio dalla città dei Bronzi e dalla sua (ex) provincia.

«I beni culturali – afferma Quartuccio – devono essere vissuti dai cittadini, altrimenti poi sono destinati all’abbandono. E proprio perché si tratta di beni culturali, bisogna farli raccontare da chi, persone o associazioni, vivono nei luoghi che ospitano le ricchezze del territorio. Il nostro impegno è coinvolgere gli altri per far conoscere la storia». E, bisogna dire, i numerosi progetti portati avanti dalla MetroCity potrebbero costituire un modello di partenza per tutta la regione: si parla della valorizzazione dei patrimoni immateriali e, soprattutto, si pensa al giusto ruolo che la biblioteche svolgono come promozione di cultura. Ma si chiederà: i Bronzi stanno nella Città Metropolitana (a cui appartiene anche il Comune di Riace dalle cui acque sono emersi i due maestosi guerrieri di bronzo), com’è possibile che  oggi, a pochi mesi dalle celebrazioni del ritrovamento ci siano ancora incertezze sul da farsi?

Abbiamo sottolineato l’impegno della vicepresidente Princi, ma l’operazione anniversario non è soltanto un’operazione culturale: soprattutto, doveva (dovrebbe, potrebbe?) essere una gigantesca operazione di marketing territoriale, avendo come testimonial il suggestivo magnetismo dei due guerrieri. Un’operazione di immagine che avrebbe sbocchi che non si riesce nemmeno a pensare, data la forza e la carica vitale della loro maestosa fisicità. Sono una delle più grandi e ultime testimonianze della scultura magnogreca del V secolo a.C., espressione di quella cultura che ha donato la civiltà al mondo, ma rischiano di diventare un’inutile “paccottiglia reale” che non interessa nessuno, men che meno ai calabresi.

Per cortesia evitiamo questo harakiri: non c’è molto tempo, ci sono tre milioni di euro (da spendere intelligentemente, se si è capaci), e non servono bancarelle di salsiccia o le vocalità di Bocelli per attrarre visitatori. Serve una visione di futuro: quello che, a cominciare dai Bronzi, la Calabria si merita. (s)

L’OPINIONE / Enzo Vitale: Va avanti il progetto demolitivo di Piazza De Nava

di VINCENZO VITALE – Dopo ben tre mesi dalla prima richiesta effettuata per Pec, dopo un sollecito effettuato dal legale della Fondazione Mediterranea e un minacciato esposto all’Autorità nazionale anticorruzione, Anac, forse anche a seguito dell’interpellanza parlamentare dell’on. Francesco Cannizzaro, finalmente la Soprintendenza reggina si è decisa a dare riscontro positivo all’accesso agli atti. Si è così ottenuto il link di accesso per visionare il progetto esecutivo della prevista demolizione di piazza De Nava.

Ma perché tanta ritrosia a rendere di pubblico dominio qualcosa che è nel diritto della cittadinanza conoscere? Si capisce leggendo le carte, quelle prodotte dopo la chiusura della Conferenza dei Servizi, nel cui verbale conclusivo si prometteva di rendere meno impattante il progetto esecutivo: non vi è stata alcuna revisione progettuale e, con un banale copia e incolla, si va spediti verso la distruzione della memoria architettonica reggina della ricostruzione dopo il sisma del 1908, nonostante l’unanime OdG del Consiglio Comunale che rispecchia l’orientamento dell’assoluta maggioranza della cittadinanza.
In poche parole, dell’attuale piazza De Nava non resterà nulla ovvero verrà spianata a zero per realizzarvi al suo posto uno “spazio aperto” in cui ospitare “mostre ed eventi folkloristici”.
Le parole rassicuranti del Segretario regionale del Mic, dott. Salvatore Patamia, e del Sovrintendente reggino, arch. Fabrizio Sudano, non hanno un riscontro fattuale. Si aveva ragione, quindi, a non dare loro credito. I nostri hanno scientemente mentito alla cittadinanza o si sono semplicemente arrampicati sugli specchi per tentare di giustificare l’ingiustificabile distruzione della memoria civica e dell’identità dei luoghi?
Un’unica concessione è stata fatta, ma è un plateale insulto al buon senso oltre che ai canoni urbanistici. I pilastrini non verranno buttati in discarica (le transenne si) ma saranno riutilizzati come “paracarri” o dissuasori di parcheggio sui marciapiedi delle vie adiacenti alla piazza: Romeo, Tripepi e Vollaro. Che mesta fine per un esempio di architettura razionalista italiana voluta da Camillo Autore per cordonare la sua piazza De Nava.
Testuale dal progetto: “La nuova collocazione permette l’utilizzo dei pilastrini con funzione di paracarri che eviteranno il parcheggio sui marciapiedi. Il mantenimento nell’invaso dello spazio di Piazza De Nava ne preserva il valore di testimonianza storica”. È la linea sostenuta in Conferenza dei Servizi: per mantenere la memoria di un insieme architettonico è sufficiente il riutilizzo del suo materiale lapideo di pregio, non più da usare per la pavimentazione, come allora proposto dall’arch. Vitetta, ma restaurato e usato come “paracarri”. Che vergogna.
Ma c’è dell’altro. Come ben evidente nel rendering, in ben cinque riproduzioni si vede chiaramente il basamento della statua mutilato delle simmetriche fontane in stile liberty. I nostri travet della Soprintendenza devono rispondere alla cittadinanza, se non in sede giudiziaria, di questo loro accanimento distruttivo e giustificarlo, se riescono, in un pubblico dibattito.
Essere buoni servitori dello Stato significa anche ammettere i propri errori e porvi riparo in un’ottica di maggiore interesse della collettività, senza trincerarsi in proposizioni offensive del comune buon senso oltre che di condivisi canoni estetici ed urbanistici. (ev)

Innovazione e Terzo Settore, a Reggio il focus su buone pratiche di coprogettazione

A Palazzo Alvaro di Reggio Calabria si è svolto un importante evento formativo Innovazione e Terzo Settore: co-programmare, co-progettare organizzato dal Consorzio Macramè nell’ambito del progetto Giano – Conoscere il passato e guardare al futuro del Pon Legalità 2014-2020 in partenariato con Legacoop Calabria e il Forum del Terzo Settore Calabria.

Nel corso dell’evento, tenutosi a Palazzo Alvaro, sono intervenuti il Capo di Gabinetto Francesco Dattola ed il dirigente dell’ente, Pietro Foti, che hanno rappresentato l’esperienza della MetroCity sull’Avviso Pnrr Beni Confiscati fondata proprio su cooperazione e concertazione degli interventi. Nello specifico, l’obiettivo è stato quello di rigenerare i beni confiscati coinvolgendo le realtà del terzo settore in un ampio percorso partecipativo confluito nel progetto approvato nell’ambito del bando “Interventi speciali per la coesione territoriale – Investimento 2 – Valorizzazione dei beni confiscati alle mafie finanziato dall’Unione europea – Next Generation EU”, finanziato con fondi del Pnrr missione 5 Inclusione e Coesione.

Al Consorzio Macramè ed al suo direttore, Giuseppe Carrozza, sono andati i ringraziamenti quali «parte integrante del tavolo di costituzione della Fondazione di Comunità dell’area metropolitana di Reggio Calabria».

Il sindaco facente funzioni, Carmelo Versace, ha, così, voluto commentare quella che è stata «un’esperienza molto avvincente», entrando nel vivo del bando, finanziato dal Pnrr, che vede «la realizzazione di dieci programmi di riqualificazione, su altrettanti beni sottratti ai boss, acquisiti al patrimonio dell’Ente e dati in gestione, tramite procedura di selezione ad evidenza pubblica, a realtà del Terzo Settore del territorio metropolitano».

«Ringrazio per questo – ha aggiunto nella nota trasmessa a margine dell’iniziativa di Palazzo Alvaro – Consorzio Macramé, le associazioni, gli enti e le cooperative che contano fra soggetti i più virtuosi del comprensorio che, da anni, sono impegnati nella gestione dei beni confiscati nell’area reggina. Il loro contributo, in questo percorso, non è stato soltanto prezioso, ma fondamentale. Proprio dal confronto fra realtà associative di straordinario valore, si è sviluppata una condivisione di intenti, idee ed esperienze che ci ha fatto segnare un grande passo in avanti in termini di civiltà e sviluppo dell’intero comprensorio».

«Nella circostanza odierna – ha continuato il sindaco facente funzioni – la Città Metropolitana, nel solco del programma tracciato e condiviso dal sindaco Giuseppe Falcomatà, continua ad investire su un piano di gestione leale e trasparente dei beni acquisiti da chi vuole il male della nostra terra. E lo fa ascoltando e dialogando con la parte sana della nostra società. Questo, ovviamente, va letto come un duplice successo che supera l’aspetto prettamente simbolico ed assume i connotati del vero e proprio riscatto sociale attraverso l’opera di quanti sono impegnati all’interno del mondo del Terzo Settore».

«Dunque – ha concluso Versace – è con immenso piacere e profondo orgoglio che la Città Metropolitana ha ospitato quelli che, in un certo senso, possono considerarsi gli stati generali dei servizi sociali, il lavoro di uomini e donne proiettati concretamente al miglioramento della qualità della vita del comprensorio. E’ stato, quindi, un momento di proficua e profonda riflessione che spinge noi amministratori a fare sempre meglio e di più affinché la nostra terra possa finalmente affrancarsi dal giogo mafioso e costruire, per davvero, una società migliore».

Psichiatria, verso l’accreditamento della Comunità Alloggio “Vallone Petrara” di Reggio

È stata approvata in data 1 marzo 2022 la Delibera del Commissario straordinario dell’Asp di Reggio Calabria, su proposta della Commissione verifica requisiti minimi, che riconosce, dopo un lungo iter valutativo, il possesso dei requisiti strutturali, tecnologici e organizzativi minimi della residenza psichiatrica denominata “Vallone Petrara”, gestita dalla Coop. Libero Nocera.

Tale riconoscimento che rappresenta la condizione fondamentale per il processo di accreditamento sanitario regionale ci auguriamo che possa costituire, da un lato, l’avvio di un percorso che coinvolga tutte le altre strutture psichiatriche presenti nel nostro territorio e, dall’altro, l’apertura ai ricoveri per i soggetti psichiatrici della nostra città metropolitana, bloccati dal 2016, ponendo fine al penoso calvario di molte famiglie costrette a ricorrere alle strutture fuori del territorio provinciale e spesso anche regionale provocando nel contempo un grave danno al legame relazionale tra l’ammalato e la famiglia.

Nel rendere merito all’atto deliberativo commissariale non possiamo dimenticare la proficua azione dell’onorevole Cannizzaro che con interventi ripetuti ha posto, con determinazione all’attenzione degli uffici regionali della sanità, la problematica delle strutture psichiatriche reggine. Adesso ci si augura che la Regione Calabria emani il decreto autorizzativo al funzionamento e all’accreditamento della Residenza Psichiatrica e permetta, dunque, l’apertura ai nuovi ricoveri. Lo stesso auspicio è espresso per l’accreditamento regionale del Centro Diurno psichiatrico “Armonia” che ha avuto lo stesso riconoscimento.

Il Centro “Armonia”, gestito dalla stessa Cooperativa sociale “Libero Nocera”, è stato avviato nel 2008 ed è stato operativo fino ad alcuni anni fa, rappresentando l’unico Centro semiresidenziale del nostro territorio che, in collaborazione col Centro di Salute Mentale di RC, ha accolto e sostenuto attraverso interventi di riabilitazione psicosociale numerosi giovani soggetti psicotici della città e della provincia. (rrc)

Venerdì all’Università Mediterranea la lectio magistralis del prof. Roberto Giuntini

Venerdì 25 marzo, all’Università Mediterranea di Reggio Calabria, alle 11, nell’Aula Magna Quaroni, è in programma la lectio magistralis del prof. Roberto Giuntini.

La lezione rientra tra le attività didattiche della Scuola di Dottorato della Mediterranea, coordinata dal prof. Massimiliano Ferrara.
Titolo dell’incontro, che rientra ufficialmente anche nel ciclo dei seminari dell’Accademia dei Lincei, è Classificazione supervisionata e Meccanica Quantistica.

Roberto Giuntini professore dell’Università di Cagliari e Professore distaccato presso il Centro Linceo B. Segre, filosofo della Scienza, uno dei massimi riferimenti scientifici del Settore scientifico, è stato fino al 2020 Presidente della Società scientifica di Logica e Filosofia della Scienza. Vincitore nel 1998 del prestigioso Premio internazionale Birkhoff-Von Neumann Prize conferito dalla International Quantum Structure Association. Membro dell’ANVUR e autore di più di 100 pubblicazioni su prestigiose riviste internazionali

«Il Seminario del Prof Giuntini – ha spiegato il prof. Ferrara – si inserisce in un Programma didattico del primo anno di operatività della Scuola che mira ad incentivare la formazione multidisciplinare dei nostri giovani studiosi che al primo anno dottorale devono – a nostro avviso – necessariamente sperimentare. Il Dottorato non deve formare “super specialisti” in campo accademico ma anche practitioners, pedagogicamente orientati al sapere contaminato e sempre pronti al cambiamento. Una piccola grande sfida culturale non solo eminentemente scientifica». (rrc)

MINISTRO FRANCESCHINI, SALVI IL MARRC
DALL’OBLIO E DA UN INEVITABILE DECLINO

di MIMMO NUNNARI – Se il vecchio cronista avesse un pur minimo potere chiederebbe al Ministro per i beni e le attività culturali Dario Franceschini di salvare dall’oblio i Bronzi di Riace e dal declino il Museo Nazionale Archeologico di Reggio, uno dei più importanti del Mediterraneo, pure più del Museo di Atene, scrisse sul Corriere della Sera Cesare de Seta. Tempi passati.

Ora, mentre il Museo Egizio di Torino riparte con l’Aida per celebrare il 150° anniversario del debutto dell’opera di Giuseppe Verdi al Cairo, a Reggio per il 50° anniversario del ritrovamento dei Bronzi, nella prima iniziativa, nell’ambito del progetto pensato per il grande evento, la luce che brilla è quella di Anna Falchi. Una “spruzzata di pop” su un avvenimento dedicato al bene culturale più identitario della Calabria, ha scritto su questo giornale Paride Leporace, richiamando alla memoria le passeggiate di Valeria Marini e Lele Mora, arruolati anni fa per promuovere “l’immagine” della città.

Anna Falchi è una bellezza statuaria. Niente da dire. Certo, le sue presenze più rilevanti in Calabria, come testimonial, in precedenza, riguardano l’inaugurazione di uno stabilimento caseario e una sfilata di moda. Ma non è la bella attrice il problema. La questione, più in generale, al di là del programma per il cinquantenario dei bronzi che ci auguriamo eccellente, riguarda la dimensione culturale attuale del Museo e la sua gestione.

Ospitato nel Palazzo progettato da Marcello Piacentini (uno dei massimi esponenti dell’architettura del primo Novecento) il museo reggino non splende, come dovrebbe splendere. Recentemente è stato anche imbruttito da una terribile sopraelevazione. Forse, c’era la necessità di ricavare nuovi spazi, ma stravolgere un edificio simbolo dello stile con cui il famoso architetto Piacentini fu capace di dare una svolta all’architettura italiana, reinnestandola nel circuito europeo, non è un’operazione da elogiare.

Tutt’altro. Era un monumento da salvaguardare Palazzo Piacentini, come è da proteggere la piazza De Nava, antistante il museo, prossima anch’essa ad un discutibile e radicale restyling, con un progetto per il quale la Fondazione Mediterranea (presidente Enzo Vitale) raccogliendo il comune sentire delle associazioni culturali e della cittadinanza e avvalendosi di qualificate consulenze si è opposta, fino a scrivere al ministro Franceschini e poi a presentare un esposto alla Procura delle Repubblica.

Dentro il palazzo Piacentini che con la raccolta dei materiali più diversi (ori, bronzi, terrecotte, pinakes, sculture, specchi, marmi ed acroteri fittili, corredi funerari esposti nella loro integrità) racconta la vita quotidiana magnogreca, c’è (nonostante i cospicui investimenti in arrivo dalla Regione) il grigiore del declino. Sono lontanissimi i tempi di quando questo grande museo italiano, dopo la collocazione dei bronzi, si animava con la presenza di autorevoli studiosi nazionali e stranieri. Il successo, richiamò personalità di calibro internazionale: il presidente francese Mitterrand, il ministro della Cultura greca Melina Mercuri, per citare i primi che vengono in mente.

Senza contare i ricordi più lontani – di quando ancora i bronzi erano sommersi nel mare di Riace – delle frequentazioni di re Gustavo di Svezia: “Il Re archeologo”, che trascorreva molto del suo tempo in Calabria, peregrinando tra i siti archeologici.  Quando arrivarono a Reggio i bronzi, dopo il restauro di Firenze e la “passerella” al Quirinale, fortemente voluta dal presidente Sandro Pertini, il museo ebbe echi nel mondo intero.

Nel 1981 i bronzi diventarono – seducendo milioni di persone – i personaggi dell’anno. Si produssero servizi televisivi, reportage, elzeviri, riflessioni per spiegare l’innamoramento collettivo verso le due sculture. A Roma, il primo a vederli, si racconta, è stato l’avvocato Gianni Agnelli, giunto sull’uscio del Quirinale verso le sette del mattino. Più tardi giunsero il presidente Pertini e Giovanni Spadolini presidente del Consiglio dei ministri. Poi, a Reggio, migliaia di visitatori paralizzarono la città, quando tornarono a casa. La media giornaliera era di ottomila visitatori.

Ci fu una giornata record, con oltre diciannovemila visitatori. I bronzi, con forza, fecero uscire Reggio, città tra le più belle del Mediterraneo, dall’isolamento. Si fecero simposi internazionali (uno all’Università della Calabria coordinato da Luigi Lombardi Satriani) con i maggiori esperti al mondo. Passato e presente si davano la mano nel Museo.

C’erano i bronzi di Riace, ma c’erano (e ci sono) anche le testimonianze culturali che s’intrecciavano con l’ambiente, con un territorio di testimonianze archeologiche che sembrava fatto apposta per collegare passato e presente. Oggi, tutte queste cose, sono senz’anima. Giacciono, i reperti, e i bronzi. E per animarle ci vuol altro che Anna Falchi, o magari Bocelli, che, si dice, farebbe un concerto ad agosto. Serve il meglio del meglio, per gestire il museo con una visione internazionale, perché i bronzi, la ricca collezione di reperti provenienti da tutto il territorio calabrese, sono un patrimonio culturale dell’umanità. (mn)

Palazzo di Giustizia di Reggio, il sottosegretario Sisto: Sarà completato entro 5 anni

Il Palazzo di Giustizia di Reggio Calabria «potrà essere completato tra i tre e i cinque anni», È quanto ha dichiarato il sottosegretario alla Giustizia, Francesco Paolo Sisto, nel corso dell’iniziativa di Forza Italia sui temi dello sviluppo e della giustizia svoltasi a Reggio.

Il sottosegretario, infatti, «c’è l’impegno del governo per migliorare le strutture giudiziarie al Sud» e «il vero problema delle opere pubbliche è la perdita dei controlli in corso di realizzazione, fino a disperdere le responsabilità».

«Occorre dire basta – ha evidenziato Sisto – con le divisioni e con le liti, perché le riforme vanno fatte tutti insieme appassionatamente, evitando chi semina zizzania e mettendo insieme la migliore magistratura, la migliore avvocatura, la migliore politica, per raggiungere un unico interesse: quello di uno Stato che possa essere migliore, magari con un po’ di letizia per tutti».

Insieme a Sisto, il deputato reggino Francesco Cannizzaro, che ha ribadito come «progetti legati al Pnrr, uffici di prossimità giudiziari, completamente del Palazzo di Giustizia, reclutamento dei nuovi operatori giudiziari, stabilizzazione dei precari della giustizia e digitalizzazione del sistema giudiziario sono tutte azioni propedeutiche a colmare il gap Nord-Sud. Ma c’è qualcosa che abbiamo già, migliore di altri luoghi: una magistratura di cui andare orgogliosi, chiamata a contrastare quotidianamente la ‘ndrangheta nonostante i pochi strumenti».

«Serve, però – ha evidenziato – un’ampia riforma sul Csm, sui tempi dei processi, sulle interdittive… Lo sa benissimo il mio amico, collega, Sottosegretario Francesco Paolo Sisto, con cui abbiamo discusso nel corso di una conferenza che si è trasformata in dibattito. Perché Reggio e la Calabria devono essere al centro della riforma. E la presenza oggi qui del Governo è sintomo di un cambio di rotta».
Il consigliere comunale di Forza ItaliaFederico Milia, ha posto l’attenzione sul fatto che «la giustizia deve essere intesa non solo come amministrazione dei tribunali, ma anche (e soprattutto) come giustizia sociale. È vero, purtroppo, che in questa parte del Paese, questo tema ha più valore, è più delicato, perché qui l’ingiustizia è all’ordine del giorno. Io stesso appartengo, tra l’altro, ad una generazione che è nata e cresciuta nell’ingiustizia sociale. È prioritario , anzi, è un dovere della classe politica, dare risposte in merito a questo tema per la nostra generazione». (rrc)

Russo (Cisl RC): Serve sinergia costruttiva tra Enti Locali e Ita per rilancio del territorio reggino

Il segretario reggente di Cisl Reggio Calabria e segretario generale di Cisl Calabria, Tonino Russo, ha chiesto alla Regione, alla Città metropolitana, al Comune di Reggio Calabria e ad ITA, unico vettore presente in riva allo Stretto, «di creare sinergie costruttive per un rapido rilancio del territorio».

 «Il trasporto aereo – scrive in una nota Tonino Russo – si lascia alle spalle una stagione invernale particolarmente rigida, non solo per ragioni meteorologiche, e si proietta, sia pure con qualche incognita, verso l’estate. La programmazione marzo-ottobre 2022 dei voli delle compagnie aeree è ai nastri di partenza (sarà avviata il 27 marzo) e potrà, se ben calibrata, incidere sui servizi e sul rilancio di uomini e territori».

«L’hinterland reggino e non solo (il pensiero corre alla dirimpettaia Messina) – si legge ancora – auspica, perciò, che nella nuova composizione di rotte e orari (c.d. stagione Summer) si abbia il ripristino, in primis, del volo mattutino dall’aeroporto di Reggio Calabria per Roma con rientro serale, nonché la conferma del volo per Milano delle ore 06:20. Sono, infatti, migliaia gli abitanti di questa parte della Penisola che per svariati motivi (lavoro e salute in modo particolare) hanno necessità di raggiungere nella primissima mattinata gli hub internazionali di Roma e Milano».

«Fino a qualche anno addietro – conclude la nota – i suddetti voli hanno costituito una chiara ed inequivocabile costante, segno di un’attenzione dell’ex compagnia di bandiera nei confronti di Reggio Calabria e del suo hinterland, che negli ultimi tempi si è parzialmente affievolita». (rrc)

L’Ordine dei Medici: Serve creare sinergia tra le parti per superare le difficoltà

Serve un «un valido coordinamento tra le attività di tutte le categorie mediche inerenti la medicina di prevenzione, l’ospedale, i Mmg e i pediatri per creare così un valido supporto tra le parti che è fondamentale soprattutto, in un momento difficile come quello attuale». È quanto è emerso dalla riunione della Commissione Ospedale-Territorio di Reggio Calabria.

L’incontro si è svolto nella sede dell’Ordine dei Medici di Reggio Calabria, e ha visto partecipare i dottori, Consiglieri dell’Ordine, Giuseppe Zampogna, Vincenzo Nociti, Francesco Biasi, Rocco Cassone, il Direttore del Dipartimento di Prevenzione Sandro Giuffrida e i rappresentanti dei sindacati Domenico Catalano  (FISIMU), Bruno Cristiano (FIMMG), Antonio Gurnari (FIMP), Pietro Scordo (FIMMG). 

Ad aprire l’incontro, il dottore Nociti che si è soffermato sulla «necessità di creare una giusta sinergia tra le parti per superare le difficoltà oggettive che pediatri e medici di MMG, specialmente in questo periodo di notevole carico lavorativo, devono quotidianamente affrontare sulle criticità relative all’appropriatezza prescrittiva, alle esenzioni da vaccino anti Covid-19, ai certificati medici di guarigione». 

Tutti i partecipanti hanno sottolineato l’urgenza di avere «un valido coordinamento tra le attività di tutte le categorie mediche inerenti la medicina di prevenzione, l’ospedale, i Mmg e i pediatri per creare così un valido supporto tra le parti che è fondamentale soprattutto, in un momento difficile come quello attuale». 

«Le normative di riferimento sono in continuo aggiornamento ed è opportuno che, attraverso incontri programmati, si traccino linee guida da seguire per creare una sinergia tra le parti per la risoluzione delle varie criticità che si presentano», ha affermato il dottore Zampogna.

Il dottore Biasi invece, si è soffermato su «l’importanza del lavoro portato avanti dai Mmg e dai pediatri che, soprattutto, in questo periodo di emergenza, è stato sottovalutato creando a volte disorientamento tra le competenze delle singole categorie mediche». 

In conclusione, il dottore Cassone ha posto l’accento «sull’importanza di tale coordinamento tra le parti che può portare non solo ad una valida visibilità sull’attività costante di interscambio soprattutto, con l’Azienda Ospedaliera ma anche, far emergere e segnalare le criticità da affrontare». 

Punti pienamente condivisi da tutti i relatori, specialmente dai dottori Giuffrida e Catalano che hanno ribadito l’importanza di «tali incontri che devono essere svolti con una certa frequenza per un confronto costruttivo e per sanare eventuali criticità». (rrc)