REGGIO – Il Comune propone conferimento cittadinanza onoraria ad Abdullah Ocalan, leader del popolo curdo

La Giunta di Palazzo San Giorgio proporrà al Consiglio comunale il conferimento della cittadinanza onoraria ad Abdullah Ocalan, leader del popolo curdo e attore fondamentale nel processo di pace in Medio Oriente.

L’Amministrazione guidata dal sindaco Giuseppe Falcomatà, infatti, ha accolto con favore la proposta arrivata da alcune Associazioni – fra le quali Legambiente, Arci, Agedo, Udi, NonUnaDiMeno, Circolo del Cinema “Zavattini”, Centro sociale “Cartella”, Movimenti Reggio non tace e molte altre – perché «il rispetto dei diritti umani e delle minoranze etniche è parte integrante dei valori fondamentali a cui si ispira la nostra Costituzione e l’appoggio ai popoli oppressi è oggi più che mai necessario a contrastare conflitti interetnici per una pace duratura».

«Adbullah Ocalan – ha ricordato il vicesindaco Tonino Perna – ha avuto diversi riconoscimenti internazionali. Altri Comuni, in Italia e nel Mondo, hanno gli già conferito la cittadinanza onoraria. Ocalan, difatti, è il simbolo vivente della lotta del popolo curdo per il suo riconoscimento ed ha trasformato la battaglia per l’autodeterminazione della sua gente in un progetto di democratizzazione e di liberazione della società, noto come Confederalismo democratico, che non riguarda solo i curdi, ma tutta la Turchia, la Siria, il Medio Oriente e l’umanità intera».

«Fondatore del Partito dei lavoratori del Kurdistan – ha aggiunto – per più di quattro decenni ha operato per trasformare il conflitto da lotta armata in movimento di rinnovamento delle istanze sociali con l’obiettivo di raggiungere, attraverso un profondo cambiamento culturale, una pace giusta e duratura a cominciare dalla democratizzazione della Turchia».

«Il 15 febbraio 1999 – ha ricordato Tonino Perna – Abdullah Ocalan viene sequestrato dai servizi segreti turchi e portato nell’isola-carcere di Imrali, nel Mar di Marmara, in una condizione di totale isolamento. Per anni non si sono avute informazioni sul suo stato di salute. Dopo un lungo sciopero della fame che ha coinvolto migliaia di persone, nel 2019 è sto concesso ad Ocalan di poter vedere i propri avvocati e familiari. Ma la finestra del dialogo è durata poco. Dal 12 agosto 2019 Ocalan è nuovamente isolato dal mondo esterno».

«Sostenere la sua figura e il suo progetto di convivenza pacifica fra etnie e religioni, di parità di generi e di rispetto ecologico – ha concluso il vicesindaco – significa non solo dare una prospettiva di pace e di democrazia a quei territori devastati da decenni di guerra, ma sostenere l’unica soluzione di pace possibile contro l’instabilità crescente del vicino Oriente e dell’area del Mediterraneo». (rrc)

REGGIO – I Garanti Siviglia e Russo in visita al carcere di San Pietro

Il garante regionale dei detenuti, Agostino Siviglia e la garante del Comune di Reggio per le persone private della libertà personale, Giovanna Russo, hanno fatto visita alla Casa Circondariale “G. Panzera” di Reggio Calabria.

Gli stessi, destinatari di una richiesta giunta da parte dei detenuti della sezione di alta sicurezza “Scilla”, a causa di tensioni derivanti dalla paura di diffusione Covid all’interno dell’Istituto penitenziario, si sono prontamente coordinati.

I garanti accompagnati dal Comandante Stefano La Cava e dal coordinatore della Sanità penitenziaria calabrese, dott. Luciano Lucania, dopo una preliminare riunione con il direttore dott. Calogero Tessitore, sempre attento alle relazioni tra istituzioni, hanno visitato personalmente la sezione dell’Istituto penitenziario riscontrando che gli sforzi profusi dall’amministrazione penitenziaria reggina sono volti in questo particolare momento a tutelare e scongiurare il rischio da contagi covid-19 all’interno del carcere.

Il caso: nella giornata di venerdì pomeriggio c.m. si è appreso che un detenuto, già posto per profilassi in isolamento covid in una delle due celle dedicate all’interno della stessa sezione, sia risultato positivo ai controlli effettuati con il primo tampone. Prontamente sono state sottoposte a tampone tutte le unità che potevano essere entrate in contatto con il detenuto positivo e successivamente si sono esperite le procedure di sicurezza, ulteriore tracciamento e contenimento. 

Malgrado ciò i detenuti hanno sollevato una pur sempre pacifica protesta e domenica mattina sono stati tamponati tutti e 56 i detenuti della sezione benché non fossero entrati direttamente in contatto con il soggetto positivo. Risultato dei tamponi: tutti negativi.

Si è pertanto verificata la seconda occasione in cui, grazie alla scrupolosa osservanza delle circolari del Dap e del Prap, l’amministrazione ha potuto scongiurare ad oggi,  la diffusione di questo nemico invisibile.

La tensione che si respira negli istituti penitenziari rimane alta, del resto impossibile non comprenderne le ragioni. Questo periodo di pandemia, aggiungono i Garanti, aumenta  la paura all’interno delle carceri dove le celle non consentono un distanziamento sociale tra i detenuti e gli spazi di isolamento destinati ai casi sospetti presentano comunque delle fragilità strutturali. 

Aggiungono i garanti: «Siamo dalla parte dell’Amministrazione penitenziaria, in piena e reciproca sinergia lavorativa, ma sempre e soprattutto a sostegno e tutela dei diritti dei detenuti che rimangono il nostro primo obiettivo nello svolgimento del mandato assunto».

I due  Garanti hanno fatto visita anche alla sezione femminile ascoltando e risolvendo prontamente alcune istanze delle detenute, tra le quali la richiesta di una madre che non poteva mettersi in contatto con il figlio di soli due anni e mezzo ospite in una casa famiglia.

Una ulteriore verifica è stata operata nella sezione di osservazione psichiatrica in cui  l’avv. Siviglia ha potuto rilevare come, malgrado gli sforzi profusi in questi ultimi anni, la situazione sia ancora inadeguata o peggio non rispondente ai risultati sperati. Ma questo è un altro capitolo di cui presto verrete informati.

Il messaggio che i Garanti vogliono trasmettere è che proprio in questo particolare momento di pandemia, di perdita delle certezze per l’essere umano e di fragilità psicologica maggiormente avvertita in carcere, loro decidono di collaborare istituzionalmente in maniera sinergica facendo fronte comune alle mancanze di un sistema politico fragile o peggio distratto, segno di una Calabria che cambia passo a partire dalle Istituzioni per la tutela dei più fragili. (rrc)

L’appello di Giuseppe Falduto: Si impedisca alla Sacal di sperperare i soldi per lo sviluppo dell’aeroporto di Reggio

L’imprenditore reggino Giuseppe Falduto ha rivolto un appello al sindaco di Reggio, Giuseppe Falcomatà, al deputato di Forza ItaliaFrancesco Cannizzaro e all’assessore regionale alle Infrastrutture, Domenica Catalfamo, affinché si impedisca alla Sacal di sperperare i soldi destinati allo sviluppo dell’aeroporto di Reggio Calabria.

«La scelta di Sacal – ha scritto su Facebook – di sperperare i soldi, ben 25 milioni di euro, previsti dalla legge finanziaria 2019 grazie al l’emendamento presentato dall’on. Francesco Cannizzaro, per realizzare l’adeguamento sismico con l’imbracatura dei pilastri, la pavimentazione e l’impianto di climatizzazione della vecchia Aerostazione è il colpo di grazia per lo sviluppo futuro del nostro aeroporto».

«Viene, di fatto – ha spiegato – preclusa la possibilità di realizzare una nuova aerostazione, in prossimità della stazione ferroviaria “Aeroporto” e il Pontile, unica possibilità per integrare il sistema dei trasporti e il collegamento con la Locride, La Piana di Gioia Tauro e Messina, mantenendo, di fatto, le condizioni che hanno portato al fallimento del nostro Aeroporto». (rrc)

REGGIO – L’iniziativa “Chiediamo a loro”

Si chiama Chiediamo a loro l’iniziativa nata dalla collaborazione fra l’assessore alle Pari Opportunità, Giuggi Palmenta, e il presidente della Commissione Politiche Giovanili, Marcantonio Malara, dedicata ai giovani reggini.

Palazzo San Giorgio, infatti, apre le porte ai giovani. Ogni venerdì, dalle ore 15 alle 17, i ragazzi e le ragazze della città potranno incontrare gli amministratori e le amministratrici per un confronto rivolto a raccogliere idee, aspirazioni, programmi delle nuove generazioni. 

Per prendervi parte, si può scrivere all’email chiediamoloaloro@reggiocal.it dove chiunque, fra i giovani ed i giovanissimi reggini, potranno scrivere per prenotare un momento di dialogo e confronto anche soltanto per formulare domande, esporre proposte, illustrare sogni e speranze. 

«Chiediamolo a loro – ha detto l’assessore Palmenta – nasce per accorciare le distanze tra giovani e Istituzioni, per ascoltare le loro idee, i loro sogni, le loro proposte, valutarne insieme la fattibilità e poi realizzarne qualcuna o tutte. Anche i sogni più folli possono essere indicativi nel processo di trasformazione della realtà».

«In questo momento – ha aggiunto – in cui bambini e bambine, ragazzi e ragazze sono le persone più colpite dagli effetti della pandemia, noi adulti ed amministratori abbiamo il dovere, oltre che la responsabilità, di essere al loro fianco e di supportarli in questa ripartenza comune». 

Il presidente della Commissione Politiche Giovanili, Marcantonino Malara, ha ricordato, invece come, in questi anni, «la politica nazionale ha spesso parlato di giovani decidendo per loro cosa fosse giusto e cosa no».

«Noi – ha sostenuto – dobbiamo avere il coraggio e il dovere di coinvolgere i ragazzi e le ragazze, di chiedere loro di mettersi in gioco, di dare loro la possibilità di essere veramente parte attiva del processo di cambiamento e di crescita a cui tanto aspiriamo».

Secondo Malara, dunque, «è il tempo del loro protagonismo, è il tempo della responsabilità, della partecipazione. Solo così – ne è convinto il consigliere comunale – possiamo supportarli, o almeno provarci. Ecco perché nasce Chiediamolo a loro! Ogni venerdì saremo a loro disposizione per una chiacchierata». (rrc)

REGGIO – Pizzimenti: Sentenza della Cassazione consente di richiedere riduzione della Tari per disservizi

Nuccio Pizzimenti, presidente dell’Associazione Cittadini per il Cambiamento, ha evidenziato che «La Cassazione, con l’ordinanza  19767 del 22 settembre 2020, ha fissato il principio in base al quale in caso di servizio scadente da parte del Comune, i cittadini possono richiedere la riduzione della tassa sui rifiuti».

«I giudici della Suprema Corte – ha aggiunto – hanno sottolineato che l’ordinanza del 22 settembre 2020 è stata emessa con l’obiettivo di stabilire “un equilibrio impositivo tra la tassa pretendibile ed i costi generali del servizio” che viene erogato dal Comune. Per evitare che i cittadini possano adire le vie legali ed ottenere il rimborso della “Tari” ed il Comune possa subire un danno economico consistente, il sindaco Giuseppe Falcomatà dovrebbe avviare delle iniziative politiche ed amministrative per individuare soluzioni alternative al sistema porta a porta che, ribadiamo, è stato il progetto che ha portato la città ad essere invasa dalla spazzatura».

Pizzimenti ritiene che: «Il Comune di Reggio Calabria dovrebbe predisporre delle iniziative per salvaguardare l’ambiente, e scongiurare alla popolazione il pericolo di subire conseguenze sotto l’aspetto igienico-sanitario. Poiché ogni nucleo familiare, per avere garantito un regolare servizio per la raccolta differenziata dei rifiuti, ha sottoscritto con il Comune di Reggio Calabria un contratto, che prevede il pagamento di un tributo, per giunta molto salato, gli utenti hanno il diritto di pretendere che la raccolta ed il relativo smaltimento dei rifiuti avvenga in modo puntuale e regolare».

«Ci sono zone della città – ha proseguito Pizzimenti – in cui la raccolta dei rifiuti, specialmente dell’umido, non avviene per giorni e l’aria circostante diventa talmente ammorbata dall’olezzo nauseabondo che alimenta nei reggini la consapevolezza che il sistema porta a porta, voluto dall’Amministrazione Comunale guidata dal sindaco Giuseppe Falcomatà, è stato un vero e proprio disastro per la città. Topi, scarafaggi ed insetti vari, sono aumentati a dismisura, mentre da parte dell’Asl, dell’Ordine dei Medici e delle istituzioni che per legge hanno competenze in materia, dobbiamo dire che non si sono registrate iniziative ed interventi mirate a scongiurare il pericolo di potenziali epidemie».

«I giornali on-line e la carta stampata, giornalmente – ha detto ancora – mettono in evidenza, con fotografie molto eloquenti, che la presenza di cumuli di spazzatura in città si è trasformato in un fenomeno talmente diffuso che è diventato difficile, se non addirittura impossibile, gestire. Siamo arrivati al punto che cittadini educati e maleducati, civili e incivili, si trovano ormai nelle stesse condizioni. Al fine di tutelare gli utenti, l’Associazione “Cittadini per il Cambiamento” e l’Unione Nazionale Consumatori Calabria, avevano già deciso di promuovere un’azione collettiva che prevede l’invio, al Comune di Reggio Calabria, di un modulo attraverso il quale i medesimi utenti potranno richiedere la riduzione del 50% della Tari».

«Questa iniziativa – ha spiegato Pizzimenti – trova sostegno anche nella sentenza della Corte Costituzionale n°19767 del 22 settembre 2020 e nelle sentenze di numerose Commissioni Tributarie. Il principio di fondo della sentenza della Suprema Corte è basato sul fatto che, se il pagamento della tassa non corrisponde all’erogazione di un servizio efficiente, l’importo è dovuto solo in parte, ed i cittadini hanno diritto allo sconto della tassa sui rifiuti, in quanto il disservizio potrebbe causare rischi per la salute e per l’ambiente».

«La Corte di Cassazione – ha spiegato ancora – ha più volte ribadito che, il grave e perdurante disservizio, anche nei casi in cui il Comune non ha alcuna colpa per il caos Tari, che non si configura come un risarcimento né una sanzione nei riguardi del Comune, ma serve solo a riequilibrare il rapporto tra la somma da pagare ed i costi del servizio. Il comportamento del sindaco Falcomatà è inaccettabile, a nostro avviso avrebbe dovuto inviare ai contribuenti importi da pagare ridotti».

«Qualora i cittadini avessero intenzione di chiedere all’Amministrazione Comunale la riduzione delle tasse pagate per la tassa sui rifiuti – ha concluso – possono ritirare il modello di domanda presso la sede dell’Associazione “Cittadini per il Cambiamento” ubicata in Via dei Filippini 36 C Reggio Calabria, o scaricarlo  dal  link: https://www.cittadiniperilcambiamento.it/modulo-istanza-di-rimborso-50-tassa-rifiuti». (rrc)

REGGIO ALLO STREMO PER LA SPAZZATURA
3MILA TONNELLATE DI RIFIUTI IN STRADA

Duemila, forse tremila tonnellate di rifiuti in città: Reggio è allo stremo, sommersa da rifiuti di ogni tipo e il timido tentativo di raccolta non lascia intravvedere soluzioni a breve. È tutta la Calabria in pieno emergenza rifiuti per la chiusura delle discariche, ma non è accettabile che una città di 180mila abitanti precipiti così in un abisso senza fondo, con tutte le conseguenze di carattere sanitario e di rischio ambientale che la situazione si porta appresso. Senza contare il danno di immagine che le tv nazionali stanno provocando con le immagini – purtroppo reali – che l’assessore comunale all’Ambiente Paolo Brunetti non ha potuto smentire. Una atmosfera surreale, se si considera che proprio nei giorni scorsi il sindaco di Reggio, Giuseppe Falcomatà, aveva incontrato i sindaci delle Aree omogenee della Città Metropolitana e i consiglieri di Palazzo Alvaro per fare il punto della situazione. E i reggini sono giustamente infuriati ed esasperati.

Sulla vicenda è intervenuto anche il presidente ff della Regione Nino Spirlì che, dopo aver analizzato un accurato report del Dipartimento Tutela dell’Ambiente sullo stato dei conferimenti, ha detto che la regione «ha messo in atto tutte le azioni necessarie per consentire alla Città metropolitana di Reggio Calabria di tornare alla normalità nella gestione dei rifiuti» mettendo in atto tre diverse azioni per il rientro alla ordinarietà. La prima riguarda «l’attivazione del conferimento in Puglia per un quantitativo di 150 tonnellate t/g su sette giorni. In secondo luogo – ha detto Spirlì –, è stato autorizzato il conferimento di almeno 100 t/settimana di rifiuto organico nell’impianto di Rende. Questa azione non risolverà completamente il problema; si stanno perciò cercando ulteriori possibilità di conferimento in impianti extraregionali. Inoltre «è stato autorizzato un conferimento straordinario nella discarica di Cassano, pari a 390 tonnellate complessive nel corso di 10 giorni. Quest’ultima azione consentirà di liberare gli impianti di Siderno e Gioia Tauro, liberando il flusso di rifiuto tal quale e, contemporaneamente, riattivando la linea di trattamento della frazione organica a Siderno».

Il presidente Spirlì ha spiegato che «Tutti questi interventi si rendono necessari per via delle molte criticità che impediscono il regolare conferimento dei rifiuti da parte dei comuni della Città metropolitana. Nella sola città di Reggio sono presenti a terra circa 2.500-3mila tonnellate di rifiuti non raccolti. Questo è dovuto a una serie di rallentamenti avvenuti nel periodo novembre-dicembre, quando è subentrato il nuovo gestore dell’impianto. Ad oggi, l’impianto sta lavorando in maniera sostanzialmente regolare, con una ricezione di circa 150-160 t/g e una produzione di combustibile solido secondario, inviato al termovalorizzatore, e scarti di lavorazione a carico del gestore. All’interno dell’impianto, e nelle fosse di ricezione dei rifiuti solidi urbani, sono presenti, tuttavia, ingenti quantitativi di rifiuti: questo impedisce alla struttura di lavorare secondo le sue effettive possibilità. Ed è proprio la limitazione dei quantitativi in ingresso a non consentire di abbassare il livello di rifiuti presenti per le strade, visto che la produzione ordinaria di Reggio è pari a circa 150 t/g».

«Quanto agli impianti di trattamento dell’organico utilizzati dai Comuni della Città metropolitana – sottolinea ancora il presidente –, sono attualmente indisponibili. Nell’impianto di Siderno, dopo l’incendio dello scorso settembre, non sono ancora ripresi i conferimenti di organico, in quanto occorre rimuovere gli scarti. L’impianto di Vazzano è stato invece oggetto di verbale del Noe e dell’Arpacal: è stato perciò imposto lo svuotamento delle aree di stoccaggio di compost e scarti. In questo contesto, solo una minima parte della produzione ordinaria della Città metropolitana viene conferita nell’impianto di Rende».

«Va inoltre rilevato – osserva Spirlì – che i Comuni della Locride e della Piana subiscono limitazioni a causa degli intasamenti avvenuti dopo che, all’inizio di febbraio, per qualche giorno, il conferimento nella discarica di Lamezia Terme è stato inibito a causa delle decisioni dell’Ato Catanzaro. I conferimenti sono poi ripresi a inizio della scorsa settimana e stanno avvenendo con sufficiente regolarità, anche se ancora persistono rallentamenti».

«La concomitanza di tutte queste circostanze e, nello specifico, la mancanza di siti di conferimento – conclude il presidente ff della Regione –, ha determinato l’attuale situazione di criticità. Va ancora sottolineato che, per gli impianti di Siderno, Gioia Tauro e Vazzano, il conferimento degli scarti di lavorazione è onere del gestore, che non si è mai reso parte attiva nel trovare altri siti di conferimento, anche extra regionali. A questo problema ha fatto sempre fronte la parte pubblica, ovvero la Regione o l’Ato. È dunque chiaro che, considerato lo scenario attuale, queste inadempienze rendono la situazione ancora più drammatica».

Dal canto suo, il sindaco Falcomatà, dopo aver fornito un excursus sui disagi esistenti per la mancanza o la vetustà di impianti di contenimento dei rifiuti o votati alla raccolta degli scarti di lavorazione – alcuni appannaggio della Regione ed altri gestiti da privati – ha spinto i Comuni ad una seria riflessione sulle azioni da intraprendere, considerata la condizione di generale difficoltà che sta mettendo in ginocchio l’intero territorio metropolitano. Ma la soluzione non sarà immediata, né potrà realizzarsi in pochi mesi. E l’opposizione, in Consiglio Comunale, nell’intervento di Nicola Malaspina, di Reggio Attiva (ReAttiva) ha fotografato una realtà pesantissima, di cui nessuno può sentirsi non responsabile.

«Ancora una volta – ha detto Nicola Malaspina –, una pessima vetrina per questa martoriata Città. Ancora una volta, Reggio balza all’onore della cronaca nazionale, sulla seconda rete televisiva della RAI, mettendo in mostra case assediate dai rifiuti, quartieri circondati dal pattume e sacchetti galleggianti. Una triste realtà, come ha anche ammesso in diretta l’assessore all’ambiente, resa ancora più triste dal naufragio di tutte quelle promesse elettorali che, poco più di 100 giorni orsono riempivano volantini, opuscoli e libricini di propaganda. Una triste realtà che si scontra contro quella sorta di miraggio chiamato discarica di Melicuccà. Nel corso degli ultimi mesi, lentamente, annuncio disatteso dopo annuncio disatteso, la Città ha iniziato a comprendere che dietro la frase: “Ripuliremo la città e in un mese risolveremo il problema”, si nascondeva solo un vuoto slogan e il disperato tentativo di prendere tempo, in vista della richiesta del saldo Tari. È opportuno ricordare anche che, nel corso del penultimo Consiglio Comunale, alla richiesta dell’opposizione di dichiarare lo stato di emergenza sanitaria legata al mancato ritiro di rifiuti, il Sindaco ha risposto bollando i consiglieri del centrodestra come irresponsabili.
«Ma, arrivati a questo punto, è legittimo chiedersi chi sia il vero irresponsabile. In sei lunghi anni nulla è stato fatto per evitare l’attuale disastro: nessun progetto, nessun programma e nessuna risposta non solo nei confronti dei cittadini, costretti a pagare importi salatissimi senza avere un servizio dignitoso, ma soprattutto alle altre istituzioni coinvolte e, nel caso specifico, il governo regionale “amico” guidato da Oliverio, il quale in breve tempo è passato dai consigli ai solleciti.
«Numerosi sono stati questi ultimi nei confronti del Sindaco di Reggio, comune capofila dell’ATO di Reggio Calabria. È sufficiente collegarsi al sito istituzionale della Regione Calabria, Dipartimento Tutela dell’Ambiente, per reperire la voluminosa documentazione, ricca di solleciti, disappunti e diffide indirizzate sia al Sindaco della Città di Reggio Calabria che a quello della Città Metropolitana. Basti qui ricordare, in ordine cronologico: la diffida ad adempiere, protocollo generale SIAR n. 0129772 del 21/04/2016, con la quale si intimava il comune di Reggio Calabria, capofila dell’ATO RC, ad approvare la Convenzione per la gestione del servizio rifiuti; il successivo sollecito, protocollo generale SIAR n. 0236225 del 25/07/2016, riguardante lo stesso argomento ed infine, il secondo sollecito protocollo generale SIAR n. 0295415 del 30/09/2016, con il quale la Regione Calabria annunciava, in caso di ulteriore inadempienza, “la nomina di apposito commissario ad acta”. Da quanto risulta dai documenti presenti sul sito istituzionale della Regione (nota protocollo generale SIAR n. 0197361 del 05/06/2018), questa attività di costituzione veniva esaurita dopo ben due anni. Considerato anche che, come richiesto dal presidente dell’Anci Calabria, la Regione Calabria aveva acconsentito a differire il termine per il subentro delle ATO, al 31/12/2018, il Dipartimento regionale Ambiente e Territorio ha continuato a sollecitare l’ATO di Reggio Calabria, in particolar modo per quanto concerne il subentro nei rapporti contrattuali con i gestori degli impianti e delle discariche»

Secondo Malaspina «è necessario ricordare quanto scriveva il Direttore Generale pro-tempore nella nota protocollo generale SIAR n. 0374253 del 05/11/2018: “per il contratto inerente l’impianto di Reggio Calabria, in corso di stipula, si conferma che non contiene l’onere per lo smaltimento degli scarti di lavorazione, che quindi rimane a carico dell’affidante. Al momento la Regione si avvale della discarica di proprietà della Sovreco spa, sita nel comune di Crotone, con contratto in scadenza a tutto il 31-12-2018. Si invita pertanto il comune capofila a prendere contatti con detta società per definire termini e criteri per l’utilizzo della discarica”.
«È ormai storia il fatto che la predetta proroga, relativa al subentro delle ATO, verrà nuovamente differita al 31/12/2019, e proprio in questo ultimo anno si fanno sempre più stringenti i solleciti nei confronti della Città Metropolitana. Già nei primi mesi del 2019, più precisamente in febbraio, la Regione, con nota protocollo generale SIAR n. 0057112, considerate le già evidenti criticità legate all’esaurimento delle discariche, invitava la Città Metropolitana a completare la propria dotazione impiantistica “comprendendovi le necessarie discariche di servizio alle piattaforme di trattamento”. Nei mesi successivi, la Regione indirizzava numerose note di sollecito riguardanti gli adempimenti del crono programma, la pubblicazione delle gare per lo smaltimento degli scarti di lavorazione e dell’umido, l’individuazione di siti idonei per la realizzazione di discariche di servizio, arrivando ad affermare che: ” l’inerzia di codesta Comunità non mancherà di riverberarsi negativamente anche sulla determinazione della percentuale di raccolta differenziata”.
«Praticamente è impossibile riprodurre tutto il voluminoso carteggio indirizzato alla Città Metropolitana, ma, dal tono di tutte le note poc’anzi citate, inizia a delinearsi un quadro in cui risulta evidente chi è il vero (ir)responsabile dell’attuale disastro e soprattutto iniziano ad emergere tutte le inadempienze, non solo tecniche, non solo amministrative, ma anche finanziarie. Sì, finanziarie, poiché, come si evince dalla nota protocollo generale SIAR n. 0045176 dello 02/02/2021, che si allega congiuntamente alle schede contabili della Regione Calabria, il Comune di Reggio Calabria risulta essere debitore della Tariffa conferimento rifiuti, cito testualmente, “per i crediti vantati anni 2013/2014/2015 era stata concessa facoltà di rateizzazione, con piano di rientro decaduto per mancato pagamento puntuale delle rate; per dette somme è stata emessa Ordinanza di ingiunzione al pagamento n. 17054 del 27/12/2019 – al netto dei presunti crediti chiesti a compensazione -, il cui procedimento è sospeso in virtù dell’emergenza Covid.”. A tale importo, oggetto di recupero coattivo, bisogna aggiungere il mancato pagamento delle annualità 2016, 2017, 2018, 2019 che come verificabile dalla documentazione contabile regionale ammonta a circa 27 milioni, considerato che l’importo dell’anno 2019 risulta essere ancora provvisorio. L’insieme dei solleciti, delle diffide ed in ultimo la lettura dei freddi numeri ci consegna una situazione impietosa, a cui si aggiunge anche la mancanza di speranza, se, come affermato in più commissioni permanenti dal Dirigente del Settore Ambiente del Comune di Reggio Calabria, al problema dei rifiuti si può porre fine in un unico modo, dotandosi di impianti moderni e funzionanti e di relative discariche di servizio ove conferire gli scarti di lavorazione. Chi promette la risoluzione del problema in pochi mesi – ha concluso Malaspina –, inganna se stesso e l’intera Città».

Il piano del Comune dà priorità alla raccolta nei condomini e nelle abitazioni, ma in tantissimi, a Reggio, lamentano che viene raccolta solo una minima parte dei rifiuti, lasciando praticamente intatte le microdiscariche, regno incontrastato di topi e veicolo di pericolose infezioni. L’obiettivo del Sindaco Falcomatà è riuscire a ripulire il territorio in un mese, con l’invio di 150 tonnellate al giorno alle discariche pugliesi pronte ad accoglierli. Ma di tutte le varie soluzioni prospettate (per esempio, con l’utilizzo dell’ex officina Grandi Riparazioni di Saline per lo stoccaggio provvisorio dei rifiuti e la realizzazione di termovalorizzatore  tipo Copenhagen come suggeriva l’arch. Giuseppe Falduto (assessore comunale nella giunta di Italo Falcomatà, il padre dell’attuale sindaco) su queste pagine il 3 febbraio scorso) l’Amministrazione comunale sembra non voler tenere conto.

E dire che ad appena 50 km da Reggio, a Candidoni, c’è un modello virtuoso di riciclo con addirittura ricadute economiche: alla Fattoria della Piana i rifiuti organici producono biogas che diventa energia che viene rivenduta. Non c’è inquinamento e il costo dell’impianto è irrisorio rispetto alle spese di invio dei rifiuti alle discariche delle altre regioni. Ma qualcuno dei nostri governanti e amministratori, a partire dall’assessore all’Ambiente Sergio De Caprio per finire al sindaco Falcomatà ha mai pensato di andare a darci un’occhiata?. Dal Giappone sono venuti a vedere come Carmelo Basile, l’amministratore della cooperativa di Fattoria della Piana, ha saputo sfruttare risorse dai rifiuti. Le soluzioni sono a volte vicinissime, basta smettere di guardare lontano e abbassare lo sguardo sulle realtà che ci stanno accanto. (rrm)

 

REGGIO – Demetrio (FDI): Il Comune spieghi dov’è il progetto del Centro Agroalimentare di Mortara

Il consigliere comunale di Fratelli d’Italia, Demetrio Marino, ha chiesto all’Amministrazione comunale, guidata da Giuseppe Falcomatà, di «fornire risposte urgenti ed immediate, di  spiegare alla cittadinanza che fine ha fatto il Progetto integrato centro  agroalimentare e servizi annessi».

«Un approccio costruttivo – ha detto – che voglia apportare ai reggini un  miglioramento delle condizioni di vita quotidiane, non può prescindere da  un ritorno alle periferie. Da ricostruire, tassello dopo tassello, per  comporre una città normale, non piegata da disservizi e incompetenza che  costringono oggi la cittadinanza a subire servizi inadeguati o, purtroppo,  inesistenti a fronte di una tassazione elevatissima. E se questa  Amministrazione persevera negli errori e nell’inefficienza, mostrando  l’assoluta incapacità nel gestire finanche l’ordinario, è compito  dell’opposizione mettere in risalto le infinite mancanza della Giunta  Falcomatà e al contempo proporre soluzioni per modificare lo “status quo”». 

«Il viaggio nelle incompiute di questa città è lungo – ha proseguito – ma per iniziarlo  occorre partire dai centri produttivi e imprenditoriali reggini, fortemente  penalizzati dalla disattenzione di questa Giunta. È il caso, in primis, del  Centro agroalimentare di Mortara, luogo dalle mille promesse elettorali  non mantenute. Le criticità della struttura coinvolgono l’intero  comprensorio di San Gregorio e la forte penalizzazione che il quartiere  subisce per il mancato completamento del piano viario che contempla lo  svincolo della S.S.106, i mercati generali e l’accesso alla zona industriale  di San Gregorio».

«Il progetto – ha spiegato – che nel giugno del 2020 è stato rimodulato  dalla Giunta comunale e rifinanziato attraverso il Decreto Reggio (con 9 milioni di euro) è praticamente fermo al palo: statico, immobile, mentre  gli operatori del Mercato continuano a soffrire l’abbandono e anzi, con  proprie economie, cercando di rendere accessibile il proprio sito  ripulendo anche le macro-discariche che periodicamente ostruiscono  l’ingresso. Il progetto generale, consentirebbe all’intera area di San  Gregorio un importante quanto decisivo snellimento del traffico  veicolare, attraverso un’arteria (di fatto già esistente ma da completare,  mettere in sicurezza e collaudare) di collegamento diretto con la rotatoria,  evitando così che il traffico, soprattutto quello dei mezzi pesanti, si riversi  sulla via Carrera dove insistono l’ufficio postale, la scuola elementare e  altri esercizi commerciali».

«Spesso infatti – ha detto ancora Marino – proprio per la presenza di Tir, la zona del secondo tratto di  San Gregorio resta bloccata e isolata poiché non esistono sbocchi di  viabilità alternativa, creando così una vera e propria congestione che  penalizza enormemente i residenti e le attività commerciali. La situazione  resta insostenibile, oltre che crea gravi rischi per l’incolumità pubblica.  Considerando la presenza della Scuola elementare e dei numerosi piccoli  studenti che quotidianamente entrano ed escono dal plesso».  

«L’amministrazione comunale, “sorda” ai richiami più volte enunciati  dagli operatori – ha concluso – ha il dovere di fornire risposte urgenti ed immediate, di  spiegare alla cittadinanza che fine ha fatto il “Progetto integrato centro  agroalimentare e servizi annessi”, considerando che la struttura può e  deve divenire l’attività produttiva di riferimento per la città, così come lo  è stato in altri comuni italiani e non deve invece restare l’eterna  incompiuta, sottostando alle incredibili manchevolezze  dell’amministrazione comunale». (rrc) 

REGGIO – Demetrio Delfino: Con i Piani di Zona sarà rivoluzione

L’assessore alle Politiche Sociali del Comune di Reggio Calabria, Demetrio Delfino, ha sottolineato che «tra gli obiettivi strategici che l’amministrazione guidata dal sindaco Giuseppe Falcomatà si è data, c’è la realizzazione dei Piani di zona».

«Si tratta – ha spiegato Delfino – di un intervento molto importante per il futuro di Reggio e del settore stesso. Abbiamo affidato ad una società di Bologna il compito di predisporre i dati, ed è stato già costituito un ufficio dedicato alla gestione di tale servizio. Ovviamente, al centro di tutto questo c’è il confronto con le associazioni, le cooperative, le famiglie e tutti gli attori sociali che usufruiscono o gestiscono il servizio stesso, con il preciso scopo di cogliere le criticità e definire insieme gli indirizzi operativi».

«Contiamo di realizzare tutto ciò entro l’anno – ha proseguito Delfino – e sarà una vera rivoluzione per la nostra città, che si aggiungerà a quanto già realizzato in questi anni nel settore delle politiche sociali, ad esempio sul tema degli asili nido comunali, dei centri diurni, del servizio di assistenza educativa delle scuole, dell’assistenza domiciliare, del trasporto disabili e dei fondi per la non autosufficienza. Tutti servizi che nonostante le ristrettezze finanziarie cui è sottoposta l’Amministrazione reggina, per via del piano di rientro, non sono mai stati interrotti e che anzi ora vogliamo organizzare ed implementare, per fare di più e meglio».

«Attenzione massima quindi – ha aggiunto Delfino – anche sul fronte dei servizi già esistenti e attivi, che devono continuare a funzionare anche alla luce delle numerose problematiche emerse con l’emergenza sanitaria». 

In questa direzione, ha proseguito l’assessore Delfino, «è già stato preparato, e sarà pubblicato di qui a breve, il bando sulla resilienza che va a favore delle associazioni, delle cooperative e delle realtà sportive che in questi mesi hanno subito un colpo durissimo dalla crisi scatenata dal Covid. Una misura importante che guarda ai più deboli con l’obiettivo di non lasciare nessuno indietro. Non meno importanti i buoni spesa, arrivati già al terzo avviso (che scadrà lunedì prossimo alle 12) e che prevedono un ristoro di cento euro per ogni componente del nucleo familiare, con dei buoni particolari in presenza di minori o persone con disabilità». 

«Ed è questa – ha detto ancora – un’altra azione che va incontro alle sofferenze che tante famiglie stanno sopportando in questo difficile periodo. In tal senso abbiamo anche attivato un canale di intervento in stretta collaborazione con il Banco Alimentare, per la distribuzione in tutta la città di alimenti a chi è in condizioni di difficoltà. La perdita del lavoro è, senza dubbio, la criticità più grande che sta emergendo nel nostro territorio, perché in questi mesi a causa del Covid tante piccole realtà aziendali e produttive hanno registrato un calo drastico del fatturato, con chiusure prolungate per mesi e conseguenti licenziamenti. Da qualche settimana, inoltre, è attivo il bando che scade il 28 di questo mese, per il contributo alla morosità incolpevole rivolto a quanti, proprio a causa della perdita del lavoro, non possono pagare un affitto».

La politica nazionale dovrebbe, quindi, compiere uno sforzo maggiore per sostenere le politiche sociali, «comprendendo che le risorse destinate a questo settore – ha sottolineato l’assessore Delfino – sono dei veri e propri investimenti, proprio come accade per la sanità. Se si guarda a lungo raggio gli investimenti in sanità e servizi per il sociale sono misure destinate a produrre degli effetti positivi, in termini di minore spesa, in altri settori».

«In quest’ottica – ha concluso l’assessore – valuto positivamente la programmazione dei fondi europei, in particolare dei Pon che noi stiamo utilizzando proprio per garantire l’erogazione dei servizi sociali senza incidere sulle casse comunali». (rrc)

REGGIO – Inaugurata la ‘Panchina fucsia’ contro la violenza di genere e sulle donne

È stata inaugurata, a Reggio Calabria, nel piazzale del Ce.Dir, la Panchina fucsia, simbolo di lotta alla violenza sulle donne ed alla violenza di genere, donata alla città dall’associazione dei Giovani commercialisti reggini.

All’iniziativa, promossa dall’Amministrazione comunale, con l’assessore alle Pari Opportunità Giuggi Palmenta, in collaborazione con la consigliera di Parità della Città Metropolitana, Paola Carbone, l’Unione dei Giovani Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili e la Rete “25 Novembre…e oltre”, sono intervenuti i vertici della Procura della Repubblica, del Tribunale e dell’ordine degli Avvocati.

Il sindaco Giuseppe Falcomatà, nel corso del suo intervento, ha parlato di «inclusione sociale e solidarietà quali valori ispiratori dell’azione del governo cittadino».

Il sindaco ha, poi, ricordato come “nelle differenze sta la cultura” ed ha stigmatizzato il gesto di chi, di fronte ad alcune scuole cittadine, ha affisso alcuni manifesti «fuorvianti e pericolosi per il percorso di crescita delle giovani generazioni».

«Abbiamo subito dato mandato alla nostra società Hermes – ha spiegato il sindaco Falcomatà – di farli coprire perché offensivi nei confronti delle donne e della libertà di scelta di ogni individuo».

L’assessore alle Pari opportunità, Giuggi Palmenta, ha, quindi, sottolineato l’importanza del luogo scelto per installare la Panchina fucsia: «È qui, dove ogni giorno si svolge l’attività giudiziaria, che si concretizza l’impegno di tutte le istituzioni, della comunità territoriale, della magistratura e dell’Avvocatura per combattere tale odiosa forma di sopraffazione e sopruso».

Alla consigliera di parità della Città Metropolitana, Paola Carbone, il compito di ricordare Stefania Noce, una studentessa femminista e scrittrice siciliana uccisa dal fidanzato nel 2011. Alla giovane vittima, infatti, è stata dedicata una targa, affissa sulla spalliera della panchina, che recita: Nessuna donna (né soggettività non eteronormata), può essere proprietà oppure ostaggio di un uomo, di uno Stato né tanto meno di una religione.

Sulla panchina compare, anche, una scritta che ricorda a tutte e tutti come per la violenza non ci sia mai posto. (rrc)