CAMPO CALABRO – Sabato apre Batteria Siacci, il forte che non ha mai sparato un colpo

È un gigantesco tassello di memoria che verrà restituito sabato ai campesi e a tutta la popolazione: oltre 10mila metri quadrati su un’estensione di 6 ettari: il Forte Batteria Siacci, nelle colline di Campo Calabro, sarà parzialmente aperto al pubblico per una settimana, fino all’8 settembre. L’obiettivo è quello di creare attenzione e interesse al grande impegno del Comune di Campo Calabro che, dopo un abbandono durato più di trent’anni, punta a restituire al territorio il Forte Batteria Siacci, struttura umbertina tra le più grandi ed estese del Meridione. Una fortezza che non ha mai esploso un colpo.

Forte Batteria Siacci

Nel pomeriggio di sabato, inoltre, sarà inaugurata la mostra “Esclusivo | Inclusivo” da parte della scrittrice e attrice Chiara Francini, che leggerà passi da Il deserto dei tartari di Dino Buzzati. Dall’1° all’8 settembre il Forte sarà quindi aperto per la fruizione della mostra e per visite guidate delle zone visitabili del sito.

Con la sottoscrizione dell’Accordo di valorizzazione della fortificazione  da parte del Comune, del Mibac  e dell’Agenzia del Demanio, avvenuta il 18 giugno ha preso avvio la fase operativa che, grazie ad un immediato intervento di ripristino dell’accessibilità al sito già posto in essere in queste settimane dal comune, ha permesso l’apertura del Forte e l’organizzazione della mostra evento Esclusivo-Inclusivo, anch’essa finanziata dalla Regione Calabria. Ulteriori interventi mirati, ottimizzeranno l’utilizzo di questo bene e lo renderanno fruibile a cittadini e turisti grazie ad un primo finanziamento accordato alcuni mesi da Regione Calabria e ammontante ad 1 milione di euro. È straordinaria la rapidità con cui il Comune di Campo Calabro, guidato dal sindaco Sandro Repaci, sia riuscito ad attivare l’operatività dell’intervento. «A tempo di record, – cosa pressocchè impossibile in una amministrazione pubblica – ha sottolineato il Sindaco – in soli 70 giorni dalla firma dell’accordo di valorizzazione, siamo riusciti ad allineare e fare progredire gli atti e le procedure necessari a cominciare il percorso che porterà Forte Batteria Siacci ad emergere dal silenzio della storia, e diventare attrattore culturale senza eguali nel panorama delle opere fortificate della Calabria. Questa è una impresa sociale, umana, economica ed amministrativa della quale lacomunità di Campo Calabro si è fatta carico. Entrare in possesso di un bene di tali dimensioni ed impegnarsi in un programma per il suo riuso, rifunzionalizzarione, recupero conservativo, è per il Comune di Campo Calabro una sfidacui saremo in grado di fare fronte!.

Il compendio immobiliare di cui si tratta è stato dichiarato di interesse storico-artistico con Decreto n° 54/2016 del MIBACT e si estende, in località Matiniti, su una superficie edificata di circa 10 mila mq su 144 mila complessivi. Costruito nel 1880 assieme alle altre fortificazioni umbertine della costa siciliana e calabrese, rappresenta il manufatto più importante per collocazione, estensione, significato strategico e per il collegamento ad altre due opere minori, Batteria Matiniti Inferiore e Forte Pignatelli, quest’ultimo già di proprietà del Comune ed oggetto, dal 2014, di un intervento di recupero e rifunzionalizzazione. I lavori di ripristino dell’accessibilità hanno permesso di mettere in luce in tutta la sua imponenza l’architettura del Forte,emerso in perfetto stato di conservazione con il suo terrazzo, le opere, i magazzini e le sale interne, i sotterranei già adibiti a polveriera .

Il Sindaco Sandro Repaci, gli architetti Veronica Calveri e Valeria Giunta, il dott. Petrolino titolare di Bstar società partner del comune nel progetto di comunicazione “Conoscere Siacci , luogo del tempo e della memoria” hanno illustrato le caratteristiche del sito e la dimensione culturale e comunicativa  l’evento che vedrà il Forte aperto dal 31 agosto all’8 settembre prossimo. (rrc)

 

Rhegium Julii: i premi L’Inedito 2019 nel cinquantenario del prestigioso Circolo

Con la consegna dei premi L’Inedito si è chiusa la stagione estiva dal Circolo Rhegium Julii, presieduto da Pino Bova. Una serie di “Caffè letterari” caratterizzata, quest’anno, nel cinquantenario del Circolo, da ospiti eccellenti che hanno registrato una platea d’ascolto al di sopra di ogni aspettativa. I premi di quest’anno per la sezione L’Inedito sono andati a Giancarlo Interlandi di Acitrezza, Vincenzo Ricciardi di Roma e Aldo Mantineo di Siracusa nelle sezioni poesia, silloge e racconto dedicate rispettivamente alla memoria di Ernesto Puzzanghera, Gilda Trisolini e Emilio Argiroffi.

Le giurie sono state presiedute da Pino Bova con Benedetta Borrata, Maria Florinda Minniti ed Elio Stellitano (per la poesia e la silloge) e da Franco Cernuto con Teresa Scordino, Rosaria Surace e Ilda Tripodi (per il racconto).

La consegna dei premi è avvenuta, in una affollata cornice di pubblico al Circolo del tennis “Rocco Polimeni” , alla presenza del Sindaco della Città metropolitana di Reggio  Giuseppe Falcomatà, dei presidenti delle Associazioni che hanno collaborato alla stagione estiva del Rhegium: Igino Postorino del circolo ospitante, Angela Misiano del Planetario, Dina Porpiglia del Rotary Club Reggio Calabria, Gabriele Quattrone del Lions Club Magna Grecia, Nicola Pavone del Lions Club Host, Tonino Raffa del Panathlon Reggio Calabria, Enzo Vitale della Fondazione Mediterranea. Erano presenti, inoltre, l’assessore alla cultura del Comune di Taurianova Luigi Mamone, il presidente dell’Associazione Orchestra di fiati di Delianuova Franco Palumbo e della Fondazione Italo Falcomatà Rosetta Neto Falcomatà.

La serata è stata condotta con sobrietà da Ilda Tripodi. Negl’interventi di saluto Igino Postorino e Pino Bova hanno sottolineato il valore della collaborazione tra associazioni e l’importanza della passione civile e dell’impegno per il bene comune del nostro territorio. Il sindaco Falcomatà ha inteso valorizzare il lavoro delle associazioni storiche ed ha ribadito che, per la prima volta, l’Amministrazione si è fatta carico di salvaguardare le loro attività storicizzando gli eventi.

Questo il dettaglio dei premi, delle menzioni d’onore e le segnalazioni. Per la sezione poesia inedita: segnalati con merito Rosario Aveni (Messina), Paolo Cardillo (Villa San Giovanni), Giulio Carini di Arco (Trento), Vincenzo Filardo (Reggio Calabria), Mimma Licastro (Reggio Calabria), Maria Carmela Malara (Roma), Francesco Mazzitelli (Policoro), Giuseppe Sinopoli (Catanzaro). Terza classificata Pina De Felice di Reggio Calabria, seconda classificata Eleonora Scrivo di Reggio Calabria, primo classificato, premio “Ernesto Puzzanghera”, Giancarlo Interlandi di Acitrezza per la poesia “Voglio sopravvivere”. Al vincitore di questa sezione è andato un premio di 300 euro, la targa e il diploma.

Per la sezione silloge: segnalati Lucia Lobianco (Palermo), Maurizio Maisano (Reggio Calabria) Anna Maria Milici (Reggio Calabria). Terza classificata Stefania Raschillà di Genova per la silloge “Il viaggio”, secondo classificato Oreste Kessel Pace di Palmi per la silloge “Salus”, primo classificato, premio Gilda Trisolini 2019, Vincenzo Ricciardi di Roma per la silloge “Venti poesie”. Al vincitore di questa sezione è stata pubblicata l’intera silloge a cura della Fondazione Mediterranea presieduta da Enzo Vitale.

Per la sezione racconto: segnalati  Francesco Ravenda (Reggio Calabria), Eleonora Scrivo e Tiziana Bianca Calabrò (Reggio Calabria), Caterina Silipo (Reggio Calabria). Terzo classificato Giuseppe Sinopoli di Catanzaro per il racconto “Questa è la mia famiglia”, secondo classificato Francesco Donato di Reggio Calabria per il racconto “Inleis”, primo classificato, premio Emilio Argiroffi, Aldo Mantineo di Siracusa per il racconto “Il capitano Zani”.

Aldo Mantineo, nel ricevere il suo riconoscimento ha compiuto un gesto di grande generosità e altruismo comunicando la sua intenzione di devolvere l’assegno del vincitore in acquisto libri di autori calabresi da destinare alle biblioteche delle case circondariali di Reggio Calabria. (gsp)

All’Arena dello Stretto Katia Ricciarelli con Queensmania per affascinare Reggio

Ultimo appuntamento stasera all’Arena dello Stretto, con ingresso gratuito del Reggio Live Fest 2019, la serie di eventi frutto della sinergia tra i due Festival Alziamo il Sipario, promosso dal Comune di Reggio Calabria e Fatti di Musica, trentatreesima edizione del Festival del Live d’autore diretto e organizzato da Ruggero Pegna.

In scena Katia Ricciarelli con Freddie and the Queen, uno show con il gruppo Queenmania che ripercorre la straordinaria carriera di uno dei più grandi gruppi della storia, arricchito da costumi, scenografie e proiezioni video per far rivivere la leggenda di Freddie Mercury, che ancora oggi, a quasi trent’anni dalla scomparsa, è ricordato come il più grande performer della storia del rock.

I QueenMania sono una tribute band nata nel 2006 dalla comune passione di quattro musicisti per Freddie Mercury. Il gruppo, oltre alla presenza di Sonny Ensabella, interprete dall’impressionante somiglianza fisica e vocale con l’originale, si avvale della presenza di musicisti che vantano prestigiose collaborazioni all’interno del panorama musicale italiano ed europeo quali Simone Fortuna (batteria), Tiziano Giampieri (chitarra e voce) e Fabrizio Palermo (basso e voce).

Dal 2007 i Queen Mania portano in giro per l’Europa il loro show esibendosi in Inghilterra, Germania, Olanda, Svizzera, Austria, Spagna, Francia e Ungheria, con grandi consensi di pubblico e critica. Nel 2008 arriva la loro partecipazione alla 23rd Official Queen Fan Club Uk Convention in Inghilterra, occasione che permette loro di diventare la prima e unica tribute band italiana a suonare in Inghilterra. (rs)

Il Tricolore, simbolo dell’Unità, disegnato sullo Stretto dalle acrobazie delle Frecce

Diverse decine di migliaia di reggini (e non solo: sono arrivati da tutta la regione) col naso all’insù a seguire le mirabili acrobazie delle Frecce Tricolori, nello spettacolo straordinario regalato dalla Pattuglia Acrobatica Nazionale, guidata dal maggiore Gaetano Farina. Un’emozione unica, suggestioni che hanno conquistato e fatto palpitare il cuore in un Lungomare affollatissimo all’inverosimile. Uno spettacolo dal forte sentimento unitario, nel segno del Tricolore, disegnato nel cielo dello Stretto dai dieci MB-339 PAN che dal 1982 equipaggiano le Trecce Tricolori. I jet sono equipaggiati con motori Rolls Roice e hanno un’apertura alare di circa dieci metri, quasi pari alla loro lunghezza: sono di costruzione italiana e si sono rivelati un mezzo affidabile sia per la formazione che per le esercitazioni e le dimostrazioni in ogni parte del mondo.

Il Tricolore sullo Stretto

Lo spettacolo di Reggio è stato straordinario e unico, i piloti hanno avuto uno scenario inimitabile che ha coronato di successo le 18 manovre acrobatiche del programma, tra cui l’inedita – per Reggio – “Scintilla”. Coraggio, freddezza, determinazione: tre caratteristiche dei piloti delle Frecce. Il solista ha fatto letteralmente rimanere senza fiato il pubblico per le sue arditissime performance. Presenti tutte le autorità militari, l’assessore alla Polizia Urbana Antonino Zimbalatti, il delegato della Città Metropolitana per il Turismo Demetrio Marino e numerose altre personalità. Molto apprezzata e gradita la visita del vicesindaco e assessore alla Cultura di Catanzaro Ivan Cardamone.

Il messaggio che proviene da questo show – voluto a Reggio proprio dallo Stato Maggiore dell’Aeronautica – è soprattutto di pace: si addestrano gli uomini alle manovre più pericolose, da adottare non sia mai in caso di conflitto, ma il loro esercizio di valore serve a ricordare che l’Italia è un Paese che ripudia la Guerra, come recita la nostra Costituzione, e il Tricolore vuole essere l’elemento che rappresenta al meglio i valori di unità del nostro popolo e della nostra Italia. Un segnale che, di questi tempi, dobbiamo tutti apprezzare con maggiore convinzione. (rrc)

A Campo Calabro la valorizzazione delle fortezze umbertine: apre il Forte Siacci

Per l’apertura del Forte Batteria Siacci, a Campo Calabro, il primo delle Fortezze umbertine che un ambizioso e apprezzabilissimo progetto del Comune vuole trasformare in centri di cultura, in programma la mostra evento Inclusivo/Esclusivo che avrà come madrina Chiara Francini, attrice e scrittrice. L’inaugurazione è prevista il 31 agosto alle 16.30 con la partecipazione di numerose autorità, uomini di cultura, personaggi del mondo dell’arte e dello spettacolo, che saranno accolti dal sindaco di Campo Calabro Rocco Alessandro Repaci.

Apertura Forte Batteria Siacci

Il Forte Batteria Siacci e la fortificazione umbertina più grande dello Stretto di Messina, sia per dimensioni che per valore architettonico. Fu tra i primi forti ad essere realizzati e fu costruito in soli 4 anni: i lavori iniziarono infatti nel 1884 e finirono nel 1888. Per la sua costruzione furono spesi complessivamente, tra costo dei lavori e costo per gli espropri, circa 1.900.000 delle Lire dell’epoca.
Disponeva di un notevole armamento: 10 obici da 280 mm GRC a retrocarica, probabilmente prodotti in quegli anni dalla Ansaldo, 2 cannoni da 12 cm GRC ret, 4 cannoni da 9 cm BR ret e 2 mortai da 15 Krupp ed aveva un ricettività di un migliaio di uomini di truppa.
Ha una forma quadrangolare con il lato sinistro non allineato, una sorta di trapezio rettangolo. Sul fronte principale presenta una figura triangolare ed è completamente circondato da un profondo fossato.
A difesa e protezione del fossato ci sono due caponiere, una di forma tradizionale a protezione del braccio nord, l’altra a forma di lunetta curvilinea posta a protezione contemporaneamente dei fronti ovest e sud.
Le postazioni di tiro dovevano coprire un settore di 120° sullo Stretto di Messina, corrispondente al territorio che va da Villa San Giovanni a Torre Cavallo.
Quasi tutti gli ambienti interni avevano un alto livello di finitura, che, nonostante l’incuria e lo stato di abbandono in cui versava la struttura, sono ancora in larga parte leggibili.

Il progetto di valorizzazione dell’antica fortezza è stato cofinanziato con fondi della Regione Calabria. Il programma di valorizzazione è stato illustrato nelle sue linee principali in Consiglio Comunale nell’ottobre 2017 ed approvato dalla Giunta Municipale il 29 novembre 2018 con Delibera n. 124. L’obiettivo è di attivare un processo di crescita del sito che possa portare a attrarre occasioni di sviluppo durevole sull’area, intercettare risorse, generare nuove attività. Il Programma costituisce una parte del più grande disegno della valorizzazione del sistema delle Fortezze umbertine presenti nel territorio di Campo Calabro (Forte Pignatelli, Forte Siacci, ex Deposito Munizioni Matiniti Inferiore).

Gli elementi chiave alla base del progetto sono: rispettare il patrimonio storico architettonico del sito, creare un nuovo polo che sia occasione di crescita culturale, garantire la fruizione dell’area da parte della collettività, conseguire la sostenibilità economica, creare un grande parco pubblico. La finalità di questo progetto, che necessariamente dovrà passare attraverso un accurato intervento di recupero e di rifunzionalizzazione del manufatto, è la restituzione del bene alla collettività, prevedendo quindi una serie di funzioni correlate con la natura stessa del Forte.

Le fasi successive prevedono la costituzione di strumenti di governance per la gestione delle attività (visite, attività artistiche, escursionistico–sportive, culturali, storiche, ricreative, ambientalistiche) e la loro messa a regime. La gestione del progetto e del bene si prevede in capo al Comune di Campo Calabro. Sulla base di questo programma di valorizzazione approvato dai soggetti coinvolti, il 18 giugno 2019 il Comune di Campo Calabro, l’Agenzia del Demanio e MiBac hanno sottoscritto l’accordo di valorizzazione. (zc)

Sul cielo dello Stretto, il tricolore delle Frecce della Pattuglia acrobatica nazionale

Giornata memorabile, appuntamento da non mancare, oggi a Reggio: dalle 16 si esibisce la Pattuglia Acrobatica Nazionale, con i dieci jet delle Frecce Tricolori guidati dal maggiore Gaetano Farina. Tutti sul Lungomare o su balconi e terrazze che s’affacciano sullo Stretto per non perdere neanche un minuto di questo AirShow 2019 che ha scelto Reggio e la Calabria. (rrc)

Nelle nostre web pages troverete la guida per seguire al meglio le 18 manovre acrobatiche di questo straordinario spettacolo.

Reggio Città del Mare, un bel progetto a Pellaro la farà diventare la Dubai del Mediterraneo

di SANTO STRATI – A vedere le immagini, in rendering, del progetto Mediterranean Life, viene subito da pensare “ma è Reggio o Dubai”? Il progetto è grandioso, impegnativo, sicuramente ambizioso, ma rivela subito l’entusiasmo e la passione del suo ideatore, Pino Falduto, designer e project manager, attuale proprietario del centro commerciale Porto Bolaro e della omonima, splendida, Marina che si affaccia sullo Jonio. Proprio da quest’ultima partirà lo sviluppo visionario di una città che “sfrutta” il suo mare per una progettualità nuova, fatta di turismo nautico, turismo culturale, turismo congressuale. Tre volte turismo, con alla base il pieno di cultura che il territorio reggino offre e che nessuno, ahimé, tenta di valorizzare in maniera adeguata.

Mediterranean Life

Non è un sogno, ma un ragionamento (vedi l’intervista video a Pino Falduto) che parte dalla considerazione che Reggio è al centro del Mediterraneo, lungo una virtuale autostrada del mare che parte dalle Americhe e giunge in Cina attraversando lo Stretto di Messina. Lungo quest’ “autostrada d’acqua” passano migliaia di yacht, in cerca di approdi suggestivi (ma soprattutto funzionali): da qui l’offerta ricettiva (con hotel a 7 stelle, ma anche a 4 e 5), resort, gastronomia e cucina tipica del territorio, ampia attrazione culturale (bastano i Bronzi nel magnifico Museo Archeologico di Reggio), e tutti i servizi che servono la portualità dei “ricchi” naviganti. C’è una domanda di servizi di altissima qualità e manca l’offerta, mancano le strutture e i servizi adeguati, non mancano, invece, le risorse del territorio: culturali, paesaggistiche, ambientali, gastronomiche, che vanno semplicemente valorizzate e sfruttate in un’intelligente ottica di crescita e sviluppo, capace di guardare alle unicità che Reggio, la Calabria, è in grado di offrire.

Mediterranean Life

Il progetto è grandioso: Pellaro, a pochi km dal capoluogo, è il naturale prolungamento del Parco lineare Sud a cui sta lavorando l’Amministrazione Falcomatà, quindi andrebbe a coinvolgere la stazione ferroviaria di Reggio e soprattutto l’Aeroporto dello Stretto, facendo diventare la Città un hub fondamentale per il turismo del Mediterraneo. Alberghi, centri benessere, ristoranti e punti vendita di tipicità del territorio, un teatro coperto da 1800 posti, un’arena per spettacoli, un museo che racconti il territorio e produca interesse e nuovi visitatori al Museo della Magna Grecia dove sono custoditi i Bronzi, un porto turistico da centinaia di posti barca, un attracco importante per le navi da crociera, uno shopping center, ma non solo. Nel disegno di Pino Falduto (che è affiancato nell’impresa da Building SpA di Torino e Immouno di Milano) c’è spazio anche per una struttura ricettiva per gli anziani, con accoglienza sanitaria di primissimo ordine, e servizi di accoglienza in grado di offrire ai pensionati (non di lusso) la possibilità di una individiabilissima qualità della vita. Non si dimentichi la mitezza del nostro clima che potrebbe far dimenticare le stagionalità corte cui siamo abituati. C’è la possibilità di creare un’offerta turistico-ricettiva per dodici mesi: nei mesi “caldi”, da marzo a ottobre il mare per le vacanze, negli altri il turismo congressuale che fa numeri spaventosi ed è continuamente alla ricerca di soluzioni di grande pregio.

Mediterranean Life

Si tratta, dunque, di centuplicare l’attrattiva del territorio, puntare sull’eccellenza culturale che, nel caso dei Bronzi e del loro Museo, è unica, offrire un’adeguata proposta di “turismo” che guardi alle capacità (finora, purtroppo, inespresse) della città di Reggio. Una Città che può e deve diventare un polo di attrazione mondiale. E soprattutto offrire grandi opportunità di occupazione e lavoro ai suoi giovani, laureati e non.

Il lavoro: il progetto ha una caduta occupazione prevista di circa seimila posti di lavoro, tra diretti e indotti, oltre a quasi duemila per la realizzazione (fattibile in tre anni). Altro che boccata d’ossigeno per Reggio: è lavoro sicuro, a casa propria, per migliaia di reggini. E naturalmente non va dimenticato il traffico che andrebbe a generarsi per l’Aeroporto e le altre soluzioni di mobilità.

Mediterranean Life

Un bellissimo progetto che qualsiasi amministrazione locale, qualsiasi ente regionale dovrebbe immediatamente valutare e promuovere, tenendo presente che prevede il pieno rispetto dell’ambiente, della natura e del territorio. Invece, la burocrazia la fa da padrona e la proposta è stata fino ad oggi guardata con sufficienza, se non indifferenza, da chi ci governa. Se esistono le condizioni di fattibilità (e qui servono autorizzazioni per gli studi adeguati), perché rinunciare a priori a una grandissima opportunità che trasformerebbe Reggio e darebbe un impulso nuovo a tutta l’area metropolitana?

Mediterranean Life

L’investimento (gigantesco) è privato (c’è molto interesse da grandi investitori e fondi esteri), non vengono richiesti contributi da Regione, Città Metropolitana e Comune, ma un parere favorevole per poter iniziare gli studi tecnici di fattibilità. Il rischio sismico – che potrebbe sembrare un ostacolo – è altresì aggirabile con strutture oggi in grado di resistere ad eventi di grande intensità (basti pensare al Giappone). Disgraziatamente chi amministra non guarda al bene comune, ma troppo spesso si lascia condizionare da valutazioni superficiali o di parte, perciò il tempo passa e nessuno si pronuncia in merito, lasciando tutto a bagnomaria, col rischio di veder dirottato altrove l’investimento.

Marina di Porto Bolaro

Mediterranean Life è un’occasione, un’opportunità, che merita una urgente risposta. Nessun imprenditore s’azzarda a mettere su uno studio di fattibilità in assenza di un parere favorevole preventivo sulla realizzabilità del progetto, per poi vedersi bocciare dal politico di turno strategie e piani di sviluppo. Serve dunque un sì per iniziare le valutazioni richieste dalla legge o un no motivato sostenuto da precise indicazioni. Le ricchezze del territorio non si muovono, gli investitori invece, sì. Non giochiamoci questa opportunità.

Il mare, con la cultura, è la vera risorsa della Calabria. Il Mediterraneo è il mare del mito, potrà diventare il volano della crescita, non più rinviabile, del nostro territorio. Non lasciamo cadere nel vuoto il progetto di un designer visionario che sconterà così il suo torto maggiore: quello di essere perdutamente innamorato della sua terra e di voler offrire un futuro di lavoro e di crescita ai giovani e ai suoi conterranei. (s)

Le tante verità dei Bronzi. Una certezza: fatti ad Argos, forse da Pitagora di Reggio

Il giorno dopo Ferragosto (che ha visto la cifra record di visitatori (7760) al Museo Archeologico Nazionale di Reggio, un affollato incontro col direttore arch. Carmelo Malacrino e il prof. Daniele Castrizio ha permesso di conoscere le tante verità sui Bronzi, nel 47° anniversario della loro scoperta nel mare di Riace (16 agosto 1972).

Una sola certezza: dalla terra di fusione rinvenuta all’interno dei Bronzi si è potuto stabilire che sono stati realizzati ad Argos, in Grecia. L’autore, secondo le descrizioni che nel corso dei secoli sono state fatte sui principali scultori della Grecia del V secolo avanti Cristo, sarebbe Pitagora di Reggio. All’epoca le botteghe d’arte e di scultura si spostavano sul luogo dove venivano commissionate le statue, vista la difficoltà di trasportare sculture pesanti diverse tonnellate. I bronzi poi sono finiti a Roma, dove presumibilmente intorno al I secolo d.C. hanno subito diversi restauri.

Uno scherzo del destino li ha riportato nella patria del loro autore, Reggio, in una casa splendida (il Museo) da dove nessuno li potrà mai più allontanare.

Calabria.Live propone la testimonianza video del direttore Malacrino e dell’assessore al Patrimonio Comune di Reggio Irene Calabrò e la magnifica conversazione del prof. Daniele Castrizio che racconta la storia dei Bronzi e i vari punti di vista dei tanti studiosi che continuano ad analizzarli. Il loro mistero, in parte svelato, mostra ancora moltissime ombre. (gsp)

L’intervento di Carmelo Malacrino e di Irene Calabrò

La conversazione del prof. Daniele Castrizio

Torna dopo 5 anni a Reggio lo spettacolo delle Frecce Tricolori

L’ultima volta delle Frecce Tricolori, a Reggio, è di cinque anni fa: domenica torna lo straordinario spettacolo della Pattuglia Acrobatica Nazionale. Un air-show sullo Stretto che, piacevolmente, costringerà tutti a stare con gli occhi puntati verso l’alto a seguire le 18 figure acrobatiche che i dieci aerei della PAN disegneranno nel cielo, marcando col tricolore l’italianità totale, a suggello dell’invisibile unità d’Italia. L’evento di domani comincerà alle 16.30 sul Lungomare Falcomatà e sarà preceduto nella giornata di oggi – sabato – da un’intensa sessione di prove. Sarà presente anche uno storico aereo del 1930, un addestratore americano, insieme con altri veicoli d’epoca. Il traffico sullo Stretto sarà interdetto per tutta la durata della manifestazione che tingerà il cielo col tricolore.

Lo show aereo – che è stato voluto proprio a Reggio dallo Stato Maggiore dell’Aeronautica – è stato presentato a Palazzo Alvaro, sede della Città Metropolitana che con molto orgoglio lo patrocina unitamente al Comune di Reggio, Regione Calabria e Conferenza permanente interregionale per il Coordinamento delle politiche nell’Area dello Stretto.

L’ Air Show Reggio Calabria 2019 è organizzato dalla Scuola di volo dell’Aero Club reggino su incarico dello Stato Maggiore dell’Aeronautica e dell’Aeci (Aero Club d’Italia).

Presentazione AirShow Reggio

A Palazzo Alvaro, hanno illustrato il programma di volo e i contenuti dell’evento di domenica 25 agosto il comandante della Pan, maggiore Gaetano Farina; il direttore della manifestazione, colonnello Francesco Moraci; il presidente Scuola volo Aec Reggio Calabria, Michele Buonsanti; il sindaco metropolitano, Giuseppe Falcomatà; il consigliere metropolitano delegato a Spettacolo e Sport, b; l’assessore comunale alla Sicurezza urbana, Antonino Zimbalatti.

«La manifestazione sarà sicuramente un successo e un momento di grande spettacolo di cui potranno godere tutti i cittadini – ha detto Falcomatà – ma anche uno strumento per promuovere il nostro splendido territorio e, nell’alimentare lo spirito di Patria, per ribadire in modo perentorio che l’Italia è una e indivisibile». 

Nel video le dichiarazioni del maggiore Farina, dell’assessore Zimbalatti e del sindaco Falcomatà.

Caso Morra: cresce l’indignazione. Il rettore di Polsi: «Un’enorme offesa»

Cresce l’indignazione popolare per le offensive dichiarazioni rese in Senato dal sen. Nicola Morra, presidente della Commissione Antimafia, sui calabresi e l’accostamento dei simboli religiosi alla ‘ndrangheta (vedi l’editoriale di Santo Strati). E a Polsi, davanti al Santuario, si farà prossimamente un sit-in promosso da La Calabria che vogliamo, il movimento guidato dall’ex presidente degli industriali reggini Giuseppe Nucera. L’imprenditore ha, a questo proposito, dichiarato: «L’orgoglio calabrese che è figlio di un avvertibile risveglio del Mezzogiorno e del Mediterraneo, alza i toni dopo le clamorose e lesive dichiarazioni rese in sede parlamentare dal Presidente della Commissione Antimafia. Provo sconcerto e amarezza nell’ascolto delle parole del sen. Morra. Accostare i calabresi ed il Santuario di Polsi alla simbologia della ‘ndragheta è, ancora una volta, un’azione di denigrazione verso un popolo ed un territorio che merita rispetto e giusta considerazione – afferma Giuseppe  Nucera – Noi della Piattaforma la Calabria che vogliamo intendiamo portare avanti un’azione di verità contro i pregiudizi e le false analisi sui calabresi, recuperando la reputazione che è fondamentale per il riscatto e la rinascita.
«Il 27 giugno al Senato della Repubblica – prosegue Nucera – abbiamo presentato il rapporto sulla Reputazione del Territorio, dimostrando le grandi prospettive di rinascita della Calabria. Domenica 25 Agosto abbiamo convocato un sit-in di forte protesta civile (laica e religiosa) in prossimità del Santuario e e il 15 settembre andremo  a Polsi per un pellegrinaggio di preghiera e costituiremo formalmente la piattaforma di impegno civico e pensiero politico, economico e istituzionale  “La Calabria che Vogliamo”. Intendiamo, come società civile calabrese  con la sua diaspora intellettuale e professionale,  residente ed emigrata, riaffermare che Polsi è un luogo di fede e tradizioni e non di ‘ndrangheta».

Il rettore del Santuario di Polsi, don Tonino Saraco ha rilasciato una piccata dichiarazione all’ADNKronos: «Le accuse di Morra – dice don Saraco – ci offendono enormemente. Per attaccare Salvini ha usato, si è servito di un luogo comune ignorando quanto le forze dell’ordine hanno fatto per liberare il santuario dalla profanazione della ‘ndrangheta».

«Il problema – dice il rettore del santuario di Polsi – non è il fatto di esibire il rosario, cosa che peraltro Salvini ha fatto sempre. Il problema è che dopo anni si continua a dire che il santuario di Polsi è luogo dove si continua a riunire la ‘ndrangheta. Mi dispiace che l’abbia detto proprio il responsabile dell’Antimafia. Il santuario che sorge nel comune di San Luca negli anni è stato profanato dalla criminalità ‘ndranghetista tanto che sono dovute intervenire le forze dell’ordine per presidiare il luogo di devozione. La profanazione è stata fermata? Non è che siamo riusciti noi come Chiesa. – dice il rettore del santuario – Il punto è che non è che lo dice la Chiesa che il santuario è libero, lo dicono le forze dell’ordine e quindi diventa mancanza di rispetto nei confronti del lavoro fatto sino ad ora dalle forze dell’ordine. Questa la delusione maggiore. Gli sforzi che cerchiamo di fare per scongiurare questo accostamento vengono smontati da uscite di questo tipo. E quel che è peggio è che lo dice il responsabile della Commissione Antimafia».

Quanto al gesto di Salvini di esibire il rosario, il rettore di Polsi dice: «Salvini avrà fatto eventualmente un affronto al mondo cattolico ma sono problemi suoi. A me ha dato fastidio che il senatore Morra abbia parlato così. Allora chiudiamolo questo santuario se continuiamo a dire che è luogo di ‘ndrangheta. Il vero volto di Polsi sono i pellegrini con la loro devozione e non si può offendere questa gente. Non so se è stato fatto per controbattere a Salvini, ma non puoi attaccare una persona con delle assurdità. Chi viene a Polsi si sente offeso dalle accuse di Morra. Non mi sento offeso per la mancanza di rispetto del nostro lavoro ma per la mancanza di rispetto delle forze ordine e della magistratura. E poi Morra lo sa che due anni fa è venuto Minniti a Polsi dicendo in modo chiaro che è un luogo che appartiene allo Stato e non più alla ‘ndrangheta? Se ne è uscito con questa cosa per attaccare Salvini ma non può farlo così perchè ha detto a tutta Italia – se non al mondo intero – che il santuario di Polsi è luogo di incontro della ‘ndrangheta e allora mi sento offeso perchè se avessi la minima percezione che le cose stessero così non ci starei un minuto di più».

Anche il vescovo di Locri-Gerace, in un’intervista all’emittente calabrese TeleMia, si è scagliato contro Salvini e Morra.  «Di pessimo gusto – ha detto mons. Oliva – è il frequente ricorso all’ostentazione dei simboli religiosi per usi impropri. Ancor più fuori luogo è farlo in una sede qualificata per la sua laicità qual è il Parlamento. Il simbolo religioso parla solo a chi lo usa con fede. Attraverso il Rosario il vero devoto incrocia il volto di Maria meditando la vita del suo Figlio. Parimenti il vero politico sa di non trovare protezione mostrando un simbolo religioso per altri fini che non sono quelli propri di chi ha fede. È vero che spesso i mafiosi hanno fatto uso della simbologia religiosa, ma questo non aveva e non ha alcun valore religioso. La loro ostentazione di immagini o simboli religiosi era un gesto sacrilego. È sacrilego usare per fini impropri la simbologia religiosa. La vera religione non si concilia col crimine ed il malaffare». Il Vescovo della diocesi Locri-Gerace, ha sottolineato che «il Santuario della Madonna di Polsi non può essere accostato alla ‘ndrangheta. E quando uomini di ‘ndrangheta sono andati lì con altri intenti, non certo per pregare, hanno tradito e rinnegato la fede ricevuta da piccoli. La loro presenza al Santuario non aveva alcun significato di devozione mariana. La Madonna è la madre che non plaude ai figli che scelgono la via del delinquere, ma soffre per loro ed indica la strada del ravvedimento. Continuare ad associare il Santuario della Madonna di Polsi alla ‘ndrangheta non solo non è corretto, ma è poco rispettoso per chi lavora quotidianamente per ridargli la sua vera identità di luogo di preghiera. È da tempo che si sta operando per liberare questo luogo da ogni accostamento alla ‘ndrangheta. Il Santuario di Polsi intende per sempre rinnegare la ‘ndrangheta e qualunque forma di criminalità. Vuole essere solo luogo di spiritualità». (rrm)