Chiusura dell’anno istituzionale Ina nella Basilica di San Pietro Apostolo a Roma

Giornata di grande spiritualità quella che si prepara in questo fine settimana nella città eterna di Roma, esattamente presso la Basilica di San Pietro Apostolo, Cappella del Coro, avrà luogo la celebrazione della S. Messa a chiusura dell’anno Istituzionale dell’Istituto nazionale azzurro 2022-2023 e la promessa solenne dei nuovi membri.

A Presiedere la Celebrazione nella quale si farà memoria dell’anniversario della nascita in Cielo del Cardinale Bernardin Gantin, Missionario africano a Roma e Missionario romano in Benin, sarà S. Em.za Rev.ma il Card. Angelo Bagnasco, Presidente Comitato Etico Scientifico I.N.A. concelebrata da S.E. Mons. Paolo de Nicolò, Vicepresidente Nazionale I.N.A. e S.E. Mons. Fabio Fabene, Membro d’Onore I.N.A. S.E. Mons. Clet Feliho, Vescovo di Kandi (Benin), ed altri Prelati insieme ai Reverendi Assistenti Spirituali I.N.A. e sacerdoti amici.

Come da consuetudine, ogni anno l’evento vedrà la presenza di diverse autorità politiche, civili e militari che proprio quel giorno con la loro presenza arricchiranno ancor di più un evento di enorme spessore.

Il presidente I.N.A. cav. dott. Lorenzo Festicini unitamente a tutto lo staff del direttivo hanno organizzato l’evento nei minimi particolari, infatti il giorno antecedente alla promessa solenne dei nuovi membri ci sarà la preparazione spirituale con un incontro con S. Em.za Rev. ma il Cardinale Angelo Comastri presso la Chiesa di Maria, Madre della Famiglia presso il Governatorato della Città del Vaticano, dove lo stesso Cardinale terrà una conferenza sulla tematica: “Madre Teresa: missionaria nel mondo”. (rrc)

Le immagini più belle del territorio reggino sulla metro ed i bus di Roma

Nei giorni scorsi è partita, a Roma, la campagna di marketing territoriale che punta a proporre le immagini più suggestive della Città Metropolitana di Reggio Calabria nei principali snodi trasportistici della Capitale.

Sono centinaia i maxischermi che nelle prossime settimane proporranno a milioni di persone in transito per le vie di Roma alcuni degli scorci più caratteristici del territorio metropolitano. Nello specifico sono 200 gli impianti fissi nella Metropolitana di Roma, quasi un centinaio i bus del trasporto pubblico locale e 10 gli impianti ledwall alla stazione di Roma Termini che fino al prossimo 8 giugno proporranno le immagini più belle e significative della Città Metropolitana.

Dal castello di Sant’Aniceto a Motta San Giovanni alla meraviglia della Varia di Palmi, dai Bronzi di Riace alle caldaie del latte tra Roghudi Vecchio e Bova, dal profilo di Opera di Tresoldi, sul Lungomare Falcomatà, al borgo incantato di Chianalea, fino al mare cristallino di Bagnara. Queste alcune delle immagini che già in questi giorni campeggiano sui principali snodi trasportistici della Capitale.

«Una campagna che – ha spiegato il sindaco facente funzioni della Città Metropolitana – ancora una volta proietta il nostro territorio in un contesto prestigioso, ponendo sotto gli occhi di milioni di persone che ogni giorno transitano dai principali snodi di Roma le immagini più significative del nostro territorio. È un fatto che inorgoglisce anche i nostri concittadini, felici di veder ritratte alcune delle nostre tante bellezze sui bus e sulla metro dove quotidianamente mettono gli occhi un numero enorme di turisti e visitatori che in questi giorni affollano le vie della Capitale».

L’iniziativa sta già riscontrando un enorme successo in termini di visibilità per il territorio della Città Metropolitana. Sono tantissimi i cittadini che, incuriositi dagli impianti pubblicitari in bella vista alle fermate della metropolitana, sui bus o alla stazione di Roma Termini, ripostano sui social le immagini fotografate, generando un effetto moltiplicatore che aumenta in maniera esponenziale la visibilità del territorio reggino, con importanti aspettative anche sul piano turistico, in un periodo in cui si formano i flussi e le scelte in vista della stagione estiva ed autunnale.

«Siamo felici della riuscita di questa ennesima operazione di marketing turistico che vede il nostro territorio protagonista – ha commentato il Consigliere delegato al Turismo della Città Metropolitana e Sindaco di Palmi, Giuseppe Ranuccio – ancora una volta le tante meraviglie del nostro territorio avranno modo di far innamorare i milioni di turisti, ma anche gli stessi cittadini, che in questi giorni affollano i principali mezzi di trasporto nella Capitale. A tutti loro vorremmo rivolgerci invitandoli a scoprire il nostro territorio, ricco di storia, arte, bellezze naturalistiche e culturali da far invidia al mondo intero. Siamo certi che il lavoro che stiamo portando avanti in questi anni, in linea con gli indirizzi di mandato del sindaco Falcomatà, soprattutto in termini di esposizione, continuerà a produrre importanti frutti in termini di presenze turistiche». (rrc)

Ultimo giorno a “Più libri” di Roma, la fiera snobbata dalla Regione Calabria

Ultimo giorno a Roma per la fiera della editoria Più Libri Più Liberi ospitata alla Nuvola di Fuksas, all’Eur. Un’edizione che ha visto la partecipazione di 500 espositori, con 600 eventi-appuntamenti distribuiti nell’arco di 5 giorni. Se non fosse per la presenza “autonoma” degli editori Rubbettino, Laruffa e D’Ettoris, la Calabria non sarebbe stata in alcun modo rappresentata, al contrario di quasi tutte le altre regioni che hanno dato ampio spazio ai propri editori, con l’orgoglio di presentare marchi di qualità anche se “piccoli” e locali.

Alla Regione Calabria questo salone del libro, al contrario di quello di Torino, evidentemente non è mai piaciuto, indipendentemente dal colore della Giunta. Non ricordiamo alcuna presenza istituzionale calabrese in 20 anni di Fiera (è nata nel 2002). Eppure non mancano importanti realtà editoriali in Calabria e piccole, ma significative, attività del settore, che meriterebbero il sostegno e la promozione della Regione.

Certo, se ne parlerà un altr’anno, ma visto che ne parliamo, sarebbe opportuno che anche al prossimo Salone di Torino la Regione modificasse il tipo di supporto per gli editori calabresi che vogliano partecipare. L’ultima esperienza – a detta di alcuni editori, tra cui Ivan Comi – è stata difficile soprattutto per la visibilità delle opere e la vendita delle stesse affidata a società esterne.

Per la promozione i libri devono essere in vetrina, non nascosto negli scaffali! (s)

(Nella foto Florindo Rubbettino  e Roberto Laruffa alla fiera romana)

A Roma Santo Versace presenta il suo libro col ministro Urso

di PINO NANO – Stasera (5 dicembre) a Roma, al Libraccio di via Nazionale (ore 18) la presentazione ufficiale del libro di Santo Versace Fratelli, una famiglia italiana. Dialoga con  l’autore il il Ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso.

«Ho scritto questo libro – anticipa Santo Versace – per chiudere un’epoca, soprattutto la tragedia di Miami» (che lui ricostruisce in questo suo libro per la prima volta in pubblico senza nessuna mediazione.

«Avevo la gestione di tutto, tutto quello che non appariva lo gestivo io. Gianni gestiva dall’inizio della collezione alla sfilata e la comunicazione. Il resto era tutto compito mio. Quel giorno lui non doveva andare a Miami. Eravamo a Parigi, Elton John lo invitò in Costa Azzurra. Gianni aveva voglia di andare in America, non era previsto Miami, doveva tornare. A Miami avevamo una casa bellissima. Non era previsto Miami e non era prevista la sua fine. Lui mi diceva sempre “io sono più giovane di te, io sono immortale, quando non ci sarai più mi occuperò dei tuoi figli”».

Santo sulle prime non capisce, o forse fa finta di non capire, ma la realtà è terribile.

«Quando arrivò la notizia la mia risposta fu secca, Gianni non è morto, Gianni è immortale!». Poi di corsa in aereoporto per Miami.

«Io mi trovavo all’Hassler. A un certo punto, arrivò l’allora presidente della Camera della Moda, piangendo, che disse che Gianni Versace era morto. Io risposi: ‘Gianni è immortale’. Da lì partimmo per Ciampino e quando arrivammo a Miami volemmo vedere il corpo di Gianni. In quel momento ho preso coscienza del fatto che lui non c’era più veramente. Fui io a decidere per la cremazione. Dall’agosto 1997 all’ottobre 2021, tutti i fine settimana liberi andavo nella nostra casa sul Lago di Como e piangevo».

Santo arriva a Miami e si rende conto che Gianni se ne è andato davvero. «Una volta arrivati a Miami, sono voluto andare a vedere Gianni – prosegue –. Era notte, l’ospedale era chiuso ma abbiamo fatto il ‘diavolo a quattro’. Ci hanno aperto e abbiamo visto Gianni ed era finita, ho preso coscienza che non c’era più… Da quell’evento ci ho messo tantissimi anni a superarlo. Questo libro mi libera completamente anche dalla tragedia di Miami. Per quattro anni, quando non lavoravo, andavo ogni fine settimana al Lago di Como e dormivo nel suo letto, era come se cercassi di recuperarlo, di riprenderlo». Ma dopo la morte di Gianni, Santo Versace rincorre la verità ad ogni costo.

“«Alla fine noi abbiamo dimostrato in ogni angolo del mondo… che era tutto falso, qualunque situazione che è stata scritta su Gianni, abbiamo dimostrato tranquillamente che era totalmente falsa. Quell’uomo aveva già ucciso quattro persone lungo l’America, era un serial killer. L’FBI ci disse subito che cercava un personaggio celebre per restare nella storia, pensava a Tom Cruise, Madonna, Sylvester Stallone… un mitomane».

Ora nel suo libro Santo Versace racconta la saga meravigliosa dei Versace. «I rapporti tra fratelli non seguono regole precise. Piuttosto, seguono le onde della vita. Ci si unisce e ci si disunisce, ci si allontana e ci si riavvicina. Si naviga a vista. Calma piatta o mareggiate. Qualcuno che casca fuoribordo e qualcuno che lo riacciuffa. Si arriva in porto navigando en souplesse o si è costretti a scappare, inseguiti dagli squali. Se devo dire qual è stato e qual è tuttora l’aspetto più straordinario della mia vita, più ancora dei risultati ottenuti, mi ha entusiasmato la navigazione. Ho seguito il vento, ho seguito il vento della nostra famiglia. Ho imparato a vivere dai miei genitori, ho incoraggiato i progetti di Gianni e poi di Donatella, ho protetto il nostro patrimonio». 

Una saga che è anche una favola, una storia di successo, una pagina tutta italiana, che fa di Santo Versace uno dei punti di riferimento della moda nel mondo. 

Gianni e Santo, ma senza Santo Gianni si sentiva sempre più solo. Un lungo viaggio nel tempo, che inizia a Reggio Calabria e che lo porta a Milano e poi alla conquista del mondo intero. 

La storia di un uomo,questa di Santo Versace, che di vite ne ha vissute mille, “ha maneggiato il potere, la ricchezza, la fama, non ha avuto paura di rischiare, credere nei sogni e nelle passioni, è stato capace di pensare in grande e attraversare le avversità senza farsi spezzare”. E che soprattutto non è mai fuggito dal suo ruolo: quello del fratello maggiore. Ha saputo affiancare Gianni per tutta la vita e tradurre la sua arte in quell’azienda che i tre fratelli insieme hanno trasformato in mito. Ha tenuto dritto il timone anche nelle notti più buie, quando i dolori, e le difficoltà hanno travolto la famiglia, perché questa non è solo la storia di un uomo ma è anche quella di un cognome: “Versace”.

Il curriculum di Santo Versace è il classico curriculum da primo della classe, un numero uno in senso assoluto, un giovane imprenditore che scala la montagna della finanza internazionale con la stessa nonchalance con cui suo fratello diventa la star modiale della moda. Nato a Reggio Calabria il 2 gennaio 1945, incomincia a occuparsi degli affari di famiglia nel 1958, coltivando nel frattempo anche la passione per lo sport. Campione di basket nella Viola Reggio Calabria in serie B, da ragazzo ha anche fatto politica, esordisce nel Partito Socialista Italiano, diventa vicesegretario provinciale del partito, nel 1968 si laurea in Economia e Commercio all’Università di Messina e trova il suo primo impiego alla filiale di Reggio Calabria della Banca di Credito Italiano, per poi aprire uno studio di commercialista a Reggio Calabria. Nel 1976 si trasferisce poi definitivamente a Milano, dove inizia a lavorare a tempo pieno con il fratello Gianni nel campo della moda. Un anno dopo nasce ufficialmenmente la Gianni Versace SpA, di cui Santo è presidente dalla data di costituzione e fino al 2004, possedendo una quota del 30%. Negli anni ’90 trova anche il modo di lavorare in televisione per la Syndication Italia 7, partecipando come voce fuori campo alla trasmissione di seconda serata Le altre notti.Nel 1998 diventa azionista della Viola Basket di Reggio Calabria, società sportiva della sua città, e l’occasione è ideale per ritrovare i meglio della sua infanzia reggina tra amici e tifosi che lo considerano uno straordinario benefattore e mecenate dello sport.

Dal giugno 1998 all’ottobre 1999 diventa“Presidente della Camera Nazionale della Moda Italiana”, e poi presidente di Operation Smile Italia Onlus. Alle elezioni politiche del 2008 viene eletto alla Camera dei deputati nelle liste del Popolo della Libertà nella circoscrizione Calabria. Il 26 luglio 2011, durante l’iter di approvazione del disegno di legge volto a introdurre l’aggravante di omofobia nel codice penale italiano, esprime il suo voto contrario alla pregiudiziale di costituzionalità proposta da Rocco Buttiglione e sostenuta dalla maggioranza. Il 29 settembre dello stesso anno lascia il Popolo della Libertà con una lettera indirizzata al capogruppo alla camera Fabrizio Cicchitto e al Presidente della Camera Gianfranco Fini, aderendo al gruppo misto. Segno di una personalità forte, di uno spirito libero, e di un carattere eternamente ribelle ai soprusi o peggio ancora alle imposizioni delle lobbi della politica.

Ma prima di lasciare definitivamente Monteciotorio Santo Versace lascia un segno indelebile del suo percorso politico e della sua esperienza di parlamentare, dando il suo nome alla  famosa “Legge Reguzzoni-Versace”, che firma e propone insieme al deputato leghista Marco Reguzzoni, e che nei fatti disciplina l’etichettatura “Made in Italy” e introduce l’obbligo della tracciabilità delle lavorazioni tessili. Una vera e propria rivoluzione nel mondo dell’economia e dell’industria.

Il 9 marzo 2014 viene eletto per acclamazione Presidente dell’Assemblea Nazionale di Fare per Fermare il Declino, e dal 2015 al 2016 entra a far parte della direzione nazionale di Italia Unica, movimento politico dell’ex ministro Corrado Passera. Poi l’addio alla politica e il suo esordio come saggista e scrittore della storia di famiglia. Un cerchio che si richiude su se stesso, per ricominciare immediatamente dopo “da dove eravamo partiti”. Stasera alla libreria Libraccio tutto questo ed altro ancora. (pn)

A Roma giovedì si presenta il libro “Una vita per l’arte” di Rosario Sprovieri

Giovedì 1° dicembre, a Roma, nella Biblioteca Casanatese, alle 17, si presenta il libro Una vita per l’arte. La nuova Pesa nella Roma degli anni Sessanta nel racconto di Gaspare Giansanti a cura di Rosario Sprovieri.

L’evento è stato organizzato dall’Universitas Vivariensis, presieduta da Demetrio Guzzardi.

Interverranno la direttrice della Biblioteca Casanatense Lucia Marchi, il rettore dell’Universitas Vivariensis Demetrio Guzzardi, i giornalisti Pino Nano e Duccio Trombadori, il critico d’arte Francesco Gallo Mazzeo  e naturalmente il curatore del volume Rosario Sprovieri.
Il saggio Una vita per l’arte, è stato curato da Rosario Sprovieri, originario di San Pietro in Guarano (CS); il funzionario del Ministero della cultura attraverso i racconti di Gaspare Giansanti, ripercorre i successi della galleria romana La Nuova Pesa che nei primi anni Sessanta fece conoscere l’arte contemporanea nella capitale. Giansanti era il factotum della galleria (i proprietari erano Alvaro Marchini, Antonello Trombadori e Fernando Terenzi) e in quella straordinaria esperienza riuscì a capire il mondo dell’arte e si fece apprezzare dai grandi artisti che esponevano a La Nuova Pesa. Tra i nomi più famosi: Pablo Picasso, Fernand Léger, Bill Morrow, José Ortega, Juan Gris, Renato Guttuso, Carlo Levi, Corrado Cagli, Mario Sironi, Marino Mazzacurati, Ernesto Treccani, Ugo Attardi, Salvatore Provino, Pericle Fazzini, Giacomo Manzù.
Grande spazio anche per l’artista calabrese Aldo Turchiaro di Celico che fu allievo, amico e collaboratore di Renato Guttuso che era di “casa” a La Nuova Pesa.
Così diceva Gaspare Giansanti: «In questa mia narrazione, spero, sia riuscito a far rivivere uomini, artisti e opere; non ho mai inteso né privilegiare né diminuire lo spessore di alcuno, ho voluto ricordare fatti, caratteri e situazioni che hanno arricchito la mia vita, perché l’ho spesa con attenzione, strofinando il mio cervello con quello dei più grandi maestri dell’arte, prendendo dalla loro intelligenza tutto quello che sono riuscito a comprendere e a far mio. Questa avventura mi ha trasformato in un testimone dei movimenti, delle espressioni e dei grandi eventi dell’arte contemporanea a Roma. La raccolta di ricordi è un mio dono a tutti quelli che hanno interesse per il mondo dell’arte, degli artisti e della bellezza. Ho imparato tantissimo da questa straordinaria esperienza e posso tranquillamente dire: Vale bene per questo, spendere la propria vita». (rrm)

A Roma si consegna il Brutium, un riconoscimento ai figli di Calabria

di MARIA CRISTINA GULLÌ –

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rna stasera in Campidoglio, nella Sala della prootomoteca, il tradizionale Premio Brutium, promosso dall’omonima Associazione fondata dall’indimenticabile Peppino Gesualdi 54 anni fa a Roma.

Un riconoscimento per i figli illustri della Calabria, personalità nel campo della scienza, della cultura, della formazione, del giornalismo, dello spettacolo che, con la Calabria dentro al cuore, portano lustro alla propria terra.

L’edizione di quest’anno, in realtà copre anche quella del 2021 rinviata per sopravvenuti problemi, per cui ci saranno doppie premiazioni con le medaglie d’oro 2021 e 2022. Brutium da oltre 50 anni opera in Italia e nel mondo nell’intento di creare un solido legame ideale tra i calabresi sparsi nel mondo, nel comune amore verso la propria terra, al di fuori e al di sopra di ogni personale ideologia e nell’intento di operare, ciascuno nel proprio campo, e tutti spiritualmente uniti, per la rinascita della Calabria.

Dopo una lunga pausa, quest’anno la Festa si propone di accendere i riflettori su quanto già creato dal fondatore Giuseppe Gesualdi attraverso le Delegazioni del Brutium Estero, una grande e efficiente Rete tra i calabresi che vivono e operano a Roma (la città più popolosa della Calabria, con oltre 600mila calabresi residenti) e quelli che sparsi in tutto il mondo dove rappresentano un’altra Italia produttiva e orgogliosa delle competenze e capacità che emergono in ogni campo.

Non a caso, figurano in tutto il mondo calabresi ai vertici di istituzioni, imprese, Università, Centri di ricerca scientifica, multinazionali e organizzazioni sociali. Una rappresentatività invidiabile e unica, soprattutto perché presidenti, amministratori, politici, industriali vantano con orgoglio la propria appartenenza e rivendicano le proprie origini.

Sono associazioni come il Brutium che si impegnano a valorizzare, far conoscere questi calabresi che hanno saputo conquistare ruoli di grande rilievo e raggiunto il successo con la propria attività, rivelando al mondo che nel dna di chi nasce in Calabria esiste la predisposizione al successo: capacità e competenza unite alla voglia di arrivare e di raggiungere prestigiosi traguardi. Sempre orgogliosamente legati alla terra che ha dato loro i natali e testimonial diretti di quel sentimento straordinario di “calabresità” che unisce e avvicina un popolo che ha subito una delle più grandi diaspore della storia. L’emigrazione calabrese è stata un fenomeno di dimensioni incredibili (si calcola che – incluse le quarte generazioni – sono all’incirca otto milioni i calabresi sparsi nel mondo, ovvero una comunità quattro volte maggiore di quella residente nella regione. 

L’evento di stasera (ore 18)  vedrà la partecipazione di numerosi esponenti della politica e della cultura. A presiedere la cerimonia l’on. Simonetta Matone affiancata dalla presidente del Brutium Gemma Gesualdi, dal presidente del Consiglio regionale della Calabria Filippo Mancuso e dall’assessore regionale all’Agricoltura Gianluca Gallo. Prima della premiazione il prof. Peppino De Rose che insegna Impresa turistica e Mercati internazionali all’Unical parlerà su “i Calabresi nel Mondo: risorse e opportunità per una Calabria internazionale”. Sono previsti collegamenti video con alcuni illustri esponenti calabresi che vivono all’estero che racconteranno la loro esperienza. Il tema del turismo di ritorno (o delle radici) è tra i più attuali ed è fondamentale ricostruire la rete con i calabresi e le comunità dei calabresi in ogni angolo della terra, per promuovere visite organizzate nella terra dei padri.

I premiati del 2021

Pierpaolo Bombardieri, Segretario Generale UIL, Sonia Ferrari, Professore Associato di Marketing territoriale Unical, Maria Girone, Chief Cern Openlab Eugenio Guglielmelli, Prorettore alla Ricerca Università Campus Bio-medico e nuovo Rettore da novembre Francesco Mollace, Magistrato, Agostino Silipo, Presidente System House, Santo Strati, Giornalista Direttore quotidiano Calabria.Live, Suor A. Maria Tavella, Madre Generale mondiale Suore Mercedarie.

I premiati del 2022

Francesco Catalano, Presidente Niando Construction USA S.E. Francesco Massara, Vescovo di Camerino, Pino Musolino, Presidente Autorità Portuale Tirreno Centrale, Antonella Polimeni, Rettrice dell’Università “La Sapienza”, Roberto Sergio, Direttore Radio Rai, Maurizio Stumbo, Responsabile Sviluppo Sogei.  (mcg)

A Roma torna l’Hottobre Piccante

Da oggi a Roma, è in programma la quarta edizione di Hottobre Piccante, il Peperoncino Festival di Roma che di terrà al Vivaio Garden organizzato da Ipse Dixit, la delegazione romana dell’Accademia Italiana del Peperoncino in collaborazione con il vivaio Garden Tre Fontane e con Tradizioni d’Italia.

Tantissimi gli appuntamenti in programma in questa due giorni, tra cui la mostra permanente di peperoncini provenienti da tutto il mondo a cura di Arturo Rencricca, curatore della mostra, supportato dagli esperti: Mirco Santacchi, Daniele Berto e Enio Giletti “Pepperman”.

Sarà presente, anche, sua Maestà Re Peperoncino, Gianni Pellegrino, per “peperoncinizzare” tutti i presenti. E, ancora, frittelle piccanti della Chef in Tacco 12, Emanuela Crescenzi, sculture di frutta a cura di Claudio Mazza.

L’intrattenimento musicale è a cura di Walter Sciortino.

Programma

Dopo l’apertura degli stand enogastronomici e della mostra, si prosegue alle 10.45 con la presentazione dell’evento a cura di Antonio BartalottaRoberto CamposeccoLucio e Antonello Bencardino. A seguire, si presenta la mostra Peperoncini dal mondo. Alle 12, parola ai produttori, con storie di passione e di eccellenze.

Alle 13.30, showcooking: Pranzo con il “Cuoco Pop” Giancarlo Suriano e la “Chef in Tacco 12” Emanuela Crescenzi.

Alle 16, Guglielmo Gigliotti, Master Sommelier, olive oil taster, food & wine writer, degustazione vini Dop Consorzio Terre di Cosenza. Alle 16.30, Spazio letterario Presentazione di libri con gli autori: Daniela Cicchetta, “L’ultima lettera di Einsten” – Miraggi edizioni, Bruno Bertucci, “Deterrenza Rossa” – pubblicazione TEXMAT, Aldo Armentano “Terra nostra” edizioni Del Faro.

Rosso di Sera – Lettura delle poesie “piccanti” partecipanti alla competizione – Enrico Bertucci e Maria Rita Villivà.

Alle 17.30, il taglio del nastro, la madrina della manifestazione Esmeralda Spadea, protagonista e produttrice del Docufilm “Spicy Calabria” dedicato alle bellezze della Calabria e del peperoncino.

Per il salotto rosso”, intervengono: Enzo Monaco, presidente dall’Accademia italiana del peperoncino – I 30 anni dell’Accademia italiana del Peperoncino, Marco Esti, docente di Enologia e di Tecnologie enzimatiche per l’industria alimentare presso la Facoltà di Agraria dell’Università degli Studi della Tuscia, Antonio Galatà, Presidente Associazione italiana nutrizionisti in cucina, Antonio Ferro, medico specializzato in Odontoiatria e Presidente Onorario Ipse Dixit, Francesco Maria Spanò, Direttore risorse umane presso LUISS Guido Carli e Ambasciatore del peperoncino, Antonio Bartalotta, Presidente della Delegazione romana dell’Accademia italiana del peperoncino, Daniela Piron, Vice Presidente della Delegazione romana dell’Accademia italiana del peperoncino, Bruno Amantea – Professore Onorario di Anestesia e Rianimazione, Terapia Intensiva e Medicina del dolore presso Università “Magna Graecia” di Catanzaro, Esmeralda Spadea, protagonista e produttrice del docufilm “Spicy Calabria.

Ore 18.45 Proiezione del Docufilm “Spicy Calabria” dedicato alle bellezze della Calabria e del peperoncino. Ore 19.45 “Peperoncino Quiz” conduce il neocampione europeo di mangiatori di peperoncino Giancarlo Gasparotto, “Jack Pepper” e Arturo Rencricca già 5 volte campione italiano e campione europeo 2021 dei mangiatori di peperoncino

Ore 20.00 A cena dal “Cuoco Pop” Giancarlo Suriano e la “Chef in Tacco 12” Emanuela Crescenzi. Ore 20.30 Musica dal vivo, Walter Sciortino presenta “I Parsec”, la magia di intramontabili brani pop suonati da basso e batteria elettronica insieme a delle backing tracks. Donatella Cambuli, voce, Paolo Galeri, batteria elettronica, Paolo Latini, basso.

Domenica 2 ottobre, ore 11.00 Guglielmo Gigliotti, Master Sommelier, olive oil taster, food & wine writer, degustazione vini DOP Consorzio Terre di Cosenza; ore 11.45 In cucina con piccantezza, “Chef in Tacco 12” Emanuela Crescenzi (laboratorio). Ore 13.30 Cosa bolle in pentola? Pranzo con il “Cuoco Pop” Giancarlo Suriano.

Nel pomeriggio, alle 16,00 Visita guidata tra le varietà di peperoncino a cura di Arturo Rencricca. Ore 16,45 Premiazione dell’opera poetica della competizione “Poesie Piccanti”, curata da Enrico Bertucci, consigliere IPSE DIXIT.

Ore 17.00 18,00 degustazione del cocktail “L’ultimo dei patrioti” rivisitazione in chiave piccante dello storico “Milano/Torino”, a base di bitter rosso e vermouth dell’azienda Gamondi, con riduzione di vino rosso ed Amante-o, il fermentato di casa Suriano – a cura di Michele De Ventura.

Ore 18.15 Presentazione dei protagonisti del Grand Pic di Roma, i mangiatori di pasta piccante. Ore 19.00 Gara dei mangiatori di pasta piccante – conduce Sua Maestà Re Peperoncino, Gianni Pellegrino, giudice Arturo Rencricca “Mister Spicy”. Ore 20.00 A cena dal “Cuoco Pop” Giancarlo Suriano e la “Chef in Tacco 12” Emanuela Crescenzi. Ore 20.30 Musica dal vivo, Walter Sciortino e i suoi successi. (rrm)

Addio al papà del Presepe dei Netturbini di Roma. Era di Bagnara Calabra

Roma piange un calabrese di cui molti ignoravano le origini (era nato 88 anni fa a Bagnara Calabra), ma ne ammiravano la creatività e la straordinaria carica vitale. Giuseppe Ianni, ex spazzino (un tempo si chiamavano così) della Capitale, creatore e custode dello storico Presepe dei Netturbini romani a Porta Cavalleggeri. Una vera e propria istituzione, visitata da papi e tantissimi esponenti delle istituzioni, una tappa obbligata durante le festività natalizie, per l’originalità e l’accuratezza della realizzazione.

Era il 1972, esattamente 50 anni fa, quando l’allora spazzino Giuseppe Ianni realizzò in un ex deposito dell’ AMA un presepe in muratura raffigurante una piccola Palestina di duemila anni fa. L’opera riproduce nei minimi dettagli lo stile tipico delle costruzioni presenti in Palestina oltre 2000 anni fa. 

Giuseppe Ianni ha continuato anche dopo essere andato in pensione a curare il presepe tutti i giorni. Custodiva, curava, restaurava e arricchiva la sua opera aggiungendo, pietre provenienti da tutto il mondo. «Questo è il presepe dei netturbini – amava ripetere – ma anche il presepe di tutti e resterà per ». L’idea gli era venuta vedendo uno spazio adeguatopresso la sede di via Cavalleggeri e visto che allestiva già da tempo un presepe nella vicina chiesa di via Monte del Gallo, propose di allestirne uno perché diventasse una solida testimonianza di fede anche presso quegli umili lavoratori delle nettezza urbana. Non voleva offerte, ma chiedeve a chiunque di portare una pietra dal luogo di provenienza: alla fine ne ha raccolte quasi tremila, inclusi frammenti di sassi provenienti dalla Luna e addirittura da Marte.

Il presepe è costituito da 100 case tutte illuminate, costruite in pietra di tufo e sanpietrini, curate nei minimi dettagli con porte finestre e balconcini, un caminetto acceso, 54 metri di strade in lastre di selce, tre fiumi lunghi complessivamente 9,50 metri con 7 ponti e 4 acquedotti lunghi 18 metri e sostenuti da ben 38 arcate. L’acquedotto più piccolo è realizzato in tufo romano, gli altri 3 con frammenti di marmo del colonnato e della facciata della Basilica di San Pietro ricevuti da Ianni nel 1979 in occasione del restauro del colonnato berniniano. Nella straordinaria opera figurano 4 sorgenti d’acqua, 2 pareti umide che formano stalattiti, un pozzo con acqua sorgiva, 730 gradini, realizzati, oltre che in marmo proveniente dal colonnato di San Pietro, da marmi della Birmania, di Betlemme e dei Santuari di Greccio e San Giovanni Rotondo. Infine, completano il presepe 24 grotte scavate nella roccia adibite a stalle o ripari per i pastori, magazzini contenenti damigiane di vino e olio; 50 sacchi cuciti con maestria da una nobile romana con dentro cereali, sale e farina. 

Ricorda l’ing. Nicola Barone, calabrese di Cerchiara, attualmente presidente di Tim San Marino e promotore di diverse iniziative per valorizzare la straordinaria realizzazione di Ianni: «il Presepe dei Netturbini raffigura la Natività come idea di pace e fratellanza tra tutte le popolazioni della terra e riproduce, anche negli accurati dettagli, le tipiche costruzioni della Palestina di 2000 anni fa. Si tratta insomma di un mirabile Presepe, un luogo veramente spirituale e unico che, soprattutto in prossimità di Natale, viene visitato e ammirato in tutti i suoi suggestivi particolari che creano suggestioni ed emozioni, che sublimano l’anima e inducono al raccoglimento ed alla preghiera».

Il Presepe dei Netturbini è, difatti, uno dei luoghi più visitati a Roma nel periodo di Natale. Negli anni oltre 2 milioni e mezzo di persone, tra turisti e pellegrini, hanno visitato Il Presepe creato dal netturbino-artista che negli anni ha instaurato un legame particolare e ricco di spiritualità con i Pontefici. Il presepe è stato inaugurato e riconosciuto ufficialmente nel 1981 da Papa Giovanni Paolo II che per 24 volte si è recato al presepe. Hanno visitato l’opera anche San Paolo VI nel 1974, Papa Benedetto XVI nel 2006. Tra le innumerevoli personalità religiose e civili che hanno ammirato questa opera vanno citati anche Madre Teresa di Calcutta nel 1996, il Presidente Emerito della Repubblica Giorgio Napolitano nel 2007  e i tutti i sindaci della Capitale. Realizzò anche un presepe per Carlo Azeglio Ciampi, e due presepi donati al Vaticano, un altro presepe è stato donato al Comune di Roma. Giuseppe Ianni è stato aiutato sempre dall’artista Dandolo Foglietta e da altri colleghi. 

Giuseppe Ianni diceva spesso a chi si complimentava per l’incredibile e straordinario lavoro, che era espressione di fede autentica: «qui sono venuti i più grandi personaggi dei nostri tempi, ma non c’è persona più grande di chi sa amare Dio».

La camera ardente sarà allestita ed aperta dalle 9.30 alle 15.30 di oggi, lunedì 20 giugno, in via dei Cavalleggeri 5 all’interno della storica sede del Presepe, che verrà poi intitolata proprio al suo creatore Giuseppe Ianni. 

Le esequie verranno celebrate oggi pomeriggio alle 16 presso la Chiesa Parrocchiale di San Gregorio VII Papa in via Gregorio VII, 6. (rrm)

Ultimo giorno per vedere al Teatro Roma lo spettacolo “Un Calabrese su Marte” di Gennaro Calabrese

Ultimo giorno per vedere il fortunato e divertentissimo spettacolo di Gennaro Calabrese, a Roma, Un calabrese su Marte, in scena al Teatro Roma di via Umbertide 3, con la regia di Anronello Costa e la collaborazione autoriale di Gianluca IrtiAlen Palomba.

Sul palco del Teatro Roma, dunque, un one man show arricchito da musica, monologhi, imitazioni e momenti di  satira, nel quale Gennaro Calabrese porta le atmosfere e soprattutto i ‘Sapori’ della sua regione di provenienza, la Calabria, fino ai confini dell’Universo.

La storia raccontata dal comico e imitatore calabrese è davvero originale: l’umanità è seriamente minacciata da una serie di eventi che ne mettono a rischio la sopravvivenza. L’unica soluzione per evitare l’estinzione del genere umano è ricominciare su un altro pianeta. Così, un coraggioso e improbabile “Comandante”, insieme al suo buffo equipaggio, decide di avventurarsi in una missione interstellare, allo scopo di trasferire le “migliori” menti del nostro paese sul pianeta rosso, con l’obiettivo di colonizzarlo.

Durante lo spettacolo, Gennaro spazia, caratterizzando oltre 50 personaggi tra quelli più illustri del nostro paese, dallo spettacolo, alla politica, dallo sport alla musica, affrontando temi e argomenti di attualità con pungente e leggera ironia. Non mancano gli omaggi ai grandi miti dello spettacolo, in un repertorio sempre in continua evoluzione.

In un divertentissimo e spettacolare viaggio fatto a bordo della navicella Cipollo11, in un susseguirsi di colpi di scena, scopriremo tutti i personaggi a cui sarà affidato il compito di garantire la continuità della “Specie” umana. Tra buchi neri, stelle cadenti, meteore, extraterrestri e interterroni, non resta che allacciare le cinture e prepararsi ad uno spettacolo… di un altro pianeta. (rrm)

Giovedì a Radio Vaticana si presenta il libro “Guglielmo Marconi: Memorie 1895-1899”

Giovedì 17 febbraio, alle 16, nella Sala Marconi di Radio Vaticana, la presentazione del libro Guglielmo Marconi: Memorie 1895-1899 a cura di Gabriele Falciasecca.

Modera l’incontro Cesare Lanza, che sarà introdotto da Gabriele Falciasecca. Intervengono Giovanni Corazza, presidente Fondazione G. Marconi, Gugliemo Giovanelli MarconiNicola Barone, socio del Quadrato della Radio, Nicola Blefari Melazzi, socio del Quadrato della Radio e Padre Federico Lombardi.

Conclude la principessa Elettra Marconi(rrm)