LA DRAMMATICA EMERGENZA DEL COVID RIPROPONE L’ESIGENZA DI FORMARE NUOVI MEDICI ANCHE A COSENZA ;
Università della Calabria

L’UNICAL VUOLE LA FACOLTÀ DI MEDICINA
LA FUTURA ECCELLENZA OLTRE CATANZARO

di ROSARIO AIELLO – Le drammatiche vicende collegate all’ epidemia del coronavirus hanno riproposto all’attenzione generale l’annosa questione della formazione medica all’Università della Calabria ed in particolare della possibile coesistenza di due corsi di Laurea in Medicina e Chirurgia nelle Università di Cosenza e Catanzaro.

Da anni il Comitato ComUnicalMed si batte organizzando Convegni, raccolta di firme (oltre 5.000) e di delibere di Consigli comunali della Provincia di Cosenza (143)  a sostegno dell’idea che l’Università della Calabria abbia il diritto/dovere di offrire il proprio contributo alla formazione universitaria nel settore medico nell’ambito di un sistema regionale integrato.

Quanto alla possibile coesistenza di due Scuole mediche presso l’Unical e l’Università Magna Grecia di Catanzaro, che tante polemiche in questi anni ha registrato da parte di importanti esponenti politici catanzaresi, è interessante notare che  da parte dell’Università Magna Graecia non si è levata alcuna voce a sostegno di queste improvvide dichiarazioni. A tal proposito, tra l’altro, può essere utile ricordare che in Emilia Romagna, una Regione forse meno litigiosa della nostra, nel raggio di poco più di 40 chilometri, coesistono tranquillamente, ma soprattutto fruttuosamente, cinque Scuole mediche di alto livello nelle Università di Bologna, Modena, Parma, Ferrara e Cesena.D’altra parte la collaborazione tra l’Unical e l’Università Magna Graecia è ormai una realtà. Le due Università infatti da tre anni gestiscono insieme il Corso di Laurea triennale in Assistenza Sanitaria, unico Corso di Laurea interuniversitario nella nostra Regione.

L’esistenza di due Corsi di Laurea in Medicina e Chirurgia nelle due Università di Catanzaro e di Cosenza  tra l’altro avrebbe chiaramente il vantaggio di incrementare notevolmente il numero degli studenti di Medicina immatricolati nelle Università della Regione dato il vincolo numerico stabilito dal Miur per ogni singola Università.

A questo proposito è significativa l’apertura di due Scuole mediche a Potenza e a Taranto che segnala chiaramente la volontà di due territori a noi limitrofi nel voler sollevare la realtà sanitaria delle proprie comunità partendo dall’ambito formativo/professionale che ne costituisce la linfa vitale. In Calabria oltre il 60% dei giovani medici consegue il proprio titolo di studio fuori dalla nostra Regione, un dato allarmante (da diversi anni evidenziato dal Comitato ComUnicalMed) che rappresenta per la nostra comunità una perdita spesso irreversibile di un capitale umano e professionale che si radicherà altrove continuando ad incrementare la perdurante carenza di personale sanitario nel territorio che il dott. Eugenio Corcione, Presidente dell’Ordine dei Medici della Provincia di Cosenza, non si stanca di denunciare in tutte le sedi.

Oggi l’istituzione di un secondo polo formativo per gli studi medici presso l’Università della Calabria appare sempre più una esigenza ineludibile. Ciò potrà favorire tanti giovani calabresi nell’accedere agli studi medici restando in Calabria, dando impulso ad un itinerario formativo più aderente ai bisogni della nostra comunità regionale, capace di ispirare all’area biomedica di eccellenza già presente nel nostro Ateneo nuove tipologie di servizi assistenziali tecnologicamente ancora più avanzati per un definitivo riscatto della sanità calabrese.

Quanto poi al problema se l’Università della Calabria sia pronta per l’istituzione del Corso di Laurea in Medicina e Chirurgia, ritengo che presso l’Unical esistano tutte le premesse, compresi i requisiti minimi previsti dall’attuale legislazione universitaria, come da tempo assicura  il Prof. Sebastiano Andò, che da anni ha fatto dello sviluppo della Scuola medica  presso l’Unical la sua missione. Basti pensare a tutte le realtà già consolidate nel settore, come il Dottorato di Ricerca in Medicina Traslazionale, forte della partecipazione di oltre 80 Docenti, la ultraventennale Scuola di Specializzazione in Patologia Clinica, i suoi Master nel campo sanitario e soprattutto le sue eccellenze in tanti settori dell’area biomedica. Non è un caso che il Dipartimento di Farmacia e Scienze della Salute e della Nutrizione dell’Unical sia fra i Dipartimenti di eccellenza per l’area medica selezionati dal Miur, unico nelle Università del Meridione. Tra l’altro l’istituzione di un Corso di Laurea secondo un percorso top-down, cioè a partire dal livello superiore del Dottorato di ricerca in Medicina Traslazionale verso il livello inferiore del Corso di Laurea in Medicina rappresenta sicuramente in partenza una garanzia di elevata qualità.

Una citazione a parte merita poi il glorioso Centro Sanitario dell’Unical, fondato e diretto dal Prof. Andò, che l’anno scorso ha festeggiato i suoi primi 40 anni di attività e le cui recenti iniziative a sostegno della sanità territoriale hanno avuto ampio risalto anche all’esterno dell’Università. E’ interessante segnalare inoltre che già opera all’interno del Centro Sanitario una postazione Covid, insieme alla collocazione di una Usca ( Unità Specialistica di Continuità Assistenziale) a servizio del territorio nell’attuale emergenza sanitaria, cosi come, a livello di Ateneo, la recente richiesta alla Regione per ottenere l’accreditamento del Laboratorio di Genetica e Microbiologia a processare i tamponi molecolari effettuati dall’ASP. Molto promettenti anche i risultati innovativi nel campo della tele-chirurgia ottenuti nell’ambito della collaborazione tra l’Unical e il Politecnico di Milano.

Anche sul versante universitario la scelta di indirizzare l’ampliamento dell’offerta formativa, sulla base delle eccellenze presenti in Ateneo, verso il settore biomedico, potrebbe  contribuire a consolidare l’aumento del numero di immatricolati all’Università della Calabria verificatosi quest’anno dopo anni che avevano registrato una costante e preoccupante diminuzione del numero di immatricolati collegata ad una massiccia migrazione dei nostri diplomati verso le Università di altre Regioni. Ed è interessante notare che in anni recenti una ricerca commissionata dalla Regione Calabria alla Fondazione Agnelli nel commentare i dati relativi a questa migrazione, particolarmente elevata proprio nell’area medica, sottolineava che invece nell’area di ingegneria la forte e differenziata offerta formativa nella Regione aveva come risultato una ridotta emigrazione dei nostri diplomati. (ra)

[Rosario Aiello è stato Rettore dell’Università della Calabria]