di NINO LIOTTA – Preg.mo Presidente,
in uno dei momenti più delicati della storia della nostra terra sono a rivolgerLe l’invito a rendere forte la Calabria e a compiere un gesto che porterebbe all’attenzione del Paese una visione diversa, forse rivoluzionaria, una Calabria nuova e trasparente come mai avvenuto nell’era del regionalismo.
Ormai, da anni, sono sempre più gli elettori che disertano le urne e sempre più bassa è la (vera) capacità rappresentativa degli eletti, spesso, e particolarmente nella recente tornata elettorale che ha visto Lei e la sua coalizione prevalere, la reale delega popolare ha valore politico effimero, alla luce della ragione, Presidente, Lei rappresenta legittimamente la Calabria col suffragio del solo venti per cento dei calabresi; nel recente passato la storia si è ripetuta senza soluzione di continuità e sempre abbiamo ascoltato prodi vincitori elevare la voce dal trono, come a voler rivendicare una autorevolezza che i numeri reali non attribuivano ad alcuno.
Alla luce del momento storico che viviamo penso, però, che sia giunto il momento della grande responsabilità, il momento di dare un segno inequivocabile di umiltà e voglia di servire tutti e non parte, il momento di dire a tutti i calabresi, indistintamente a tutti, che vogliamo, politica in testa, cambiare registro.
Caro Presidente, due cittadini su dieci Le hanno chiesto di governare, altri due su dieci hanno dato il loro suffragio ad altri, ben sei su dieci hanno disertato, chi perché emigrato per lavoro, chi per studio, chi per paura di recarsi alle urne, e tanti, i più, perché stanchi logorati e disaffezionati totalmente a quella che vedono ormai come una inutile opera l’esercizio del voto, che pur dovrebbe essere il momento più alto in una sana e forte democrazia.
Bene Presidente, abbiamo in atto un percorso epocale sull’impiego delle risorse del Pnrr, una sfida globale sulla Sanità, un Governo nazionale presieduto dal Presidente Draghi con una maggioranza parlamentare che vede quasi tutti i partiti governare assieme, allora penso, caro Presidente, che Lei abbia il dovere, morale etico e politico, di chiedere al Consiglio Regionale della Calabria di attribuire l’alta carica istituzionale di Presidente del Consiglio Regionale alla minoranza, sia per dovere di trasparenza e contrappeso, come era buon uso negli anni in cui la Politica in Italia aveva un altro tenore, sia per una lungimirante scelta, la ricerca dell’unità e della condivisione più ampia; terminate le elezioni ora la Calabria necessità dell’aiuto di tutti e della massima credibilità.
Capisco le difficoltà politiche, immagino i problemi di una tale scelta dinanzi ad accordi ed equilibri di coalizione, penso però, caro Presidente, che oggi la risposta più grande vada data non ai partiti e alle segreterie ma ai calabresi tutti.
Auguri di buon lavoro a Lei, alla Giunta e a tutto il Consiglio regionale, il Parlamento della Calabria si dovrà operare all’unisono per costruire un futuro con solide fondamenta. (nl)