di RUBENS CURIA – Al punto 4 del Manifesto ” Per una democrazia delle cure” di Comunità Competente proponevamo al Commissario Occhiuto l’abolizione del tetto di spesa, così come previsto dal Dca 82/2015, per la “Specialistica Ambulatoriale Interna”.
A Catanzaro un busto per Mimmo Rotella
di LUIGI STANIZZI – La Provincia di Catanzaro presieduta da Mario Amedeo Mormile ha consegnato alla storia, alla Città di Catanzaro, all’arte, alla storia dell’arte il busto bronzeo di Mimmo Rotella realizzato dallo scultore Luigi Verrino. La cerimonia si è tenuta al Parco della Biodiversità Mediterranea “Michele Traversa” – Parco Internazionale della scultura – Museo delle Arti Marca Open della Provincia di Catanzaro alla presenza di un folto e qualificato pubblico. Il direttore dell’ Accademia di Belle Arti di Catanzaro Virgilio Piccari è entrato immediatamente nel vivo, tenendo una vera e propria lezione critica sull’arte di Mimmo Rotella di fama internazionale, evidenziando i suoi gesti artistici, il valore della bellezza, la complessità della società con più linguaggi. Soffermandosi sul decollage ha parlato degli strappi e delle ricomposizioni, delle opere di Rotella che arrivano a conquistare l’anima. Ha proposto di istituire un festival annuale e un premio biennale in suo onore. Il direttore Piccari ha ringraziato Verrino “sempre sorridente” che oggi con la sua scultura ci permette di dare una carezza, un saluto un sorriso a Mimmo Rotella.
Il moderatore dell’evento, il giornalista professionista Luigi Stanizzi, prima di dare la parola a Luigi Verrino gli ha chiesto pubblicamente se fosse disponibile a realizzare anche una statua bronzea del compianto Michele Traversa, già Presidente della Provincia di Catanzaro, Sindaco, Assessore regionale, Sindacalista, Deputato, che ha fatto tanto per il Parco della Biodiversità. Fulminea la risposta dello scultore Luigi Verrino che si è detto onorato di potere immortalare Michele Traversa con una sua opera bronzea, da collocare proprio nel Parco della Biodiversità Mediterranea tanto voluto e amato da Traversa. L’artista Verrino ha poi ricordato la sua profonda amicizia con Rotella nata negli anni ’70 a Milano. Ha confessato che proprio questo legame gli ha permesso di catturare fedelmente i tratti somatici dell’artista nella sua opera in bronzo.
Le conclusioni di questo incontro, di altissima valenza culturale, sono state tratte dal Presidente della Provincia Mario Amedeo Mormile che ha sottolineato la forte emotività legata al Parco della Biodiversità Mediterranea, in ricordo di Michele Traversa. Ha evidenziato il prestigio del Parco scultoreo a cielo aperto con opere di artisti di fama mondiale, come simbolo di affetto e memoria. Il Presidente Mormile ha colto l’occasione per ricordare che il Parco della Biodiversità è della Provincia ma al contempo rappresenta il simbolo della città, ha quindi elencato i musei e le innumerevoli strutture della Provincia che danno lustro al capoluogo della Calabria. Sul bronzo commemorativo donato da Luigi Verrino, ha rimarcato che è un nuovo passo per valorizzare ulteriormente questo spazio e la cultura della città. Il Presidente Mormile ha ringraziato tutti i presenti e i collaboratori, sottolineando l’impegno dell’Amministrazione provinciale nonostante le risorse limitate, ribadendo l’importanza di un ragionamento politico per una visione lungimirante e unitaria per Catanzaro, città capoluogo che deve avere centralità, e la necessità di fare rete per valorizzare il proprio patrimonio culturale e artistico. E poi l’annuncio atteso, anche fuori dai confini nazionali ed europei ma a livello planetario, da parte del Presidente della Provincia Mario Amedeo Mormile di una mostra retrospettiva delle opere di Mimmo Rotella, dal 1938 agli ultimi giorni di vita, che si terrà al MARCA nell’estate 2025, con l’obiettivo di promuovere la città e la sua offerta culturale a livello mondiale. Infine, Mormile ha salutato con favore ed entusiasmo la disponibilità di Verrino a realizzare una statua di Michele Traversa, ma per ora – ha precisato – si tratta di una dichiarazione di intenti e naturalmente bisogna anche sentire i famigliari. Lo stesso Presidente Mormile, dopo avere ringraziato l’Ing. Paola Fragale Responsabile del Parco e dei Musei per l’incessante impegno profuso e il Dott. Giuseppe Talarico per l’interessamento nell’organizzazione dell’evento, ha dato vita al dibattito invitando i presenti a intervenire. Franco Cimino, già segretario della Democrazia Cristiana, ha detto che Luigi Verrino dà l’anima alla creta, dà vita al bronzo, fa parlare le personalità che crea e ricrea con la sua arte. Di Rotella, Cimino ha precisato che nessuno dei presenti lo ha conosciuto come l’artista Verrino, suo amico personale per oltre mezzo secolo, con il quale si confrontava sulle avanguardie artistiche del momento. Mimmo Rotella quindi frequentava il laboratorio artistico di Luigi Verrino, dove spesso realizzava diverse opere con i manifesti strappati con lo stesso Verrino dai muri e dagli spazi pubblicitari di Catanzaro. Lo scultore Verrino, a margine dell’evento, ha poi raccontato aneddoti inediti e curiosi sulla vita di Mimmo Rotella, per esempio parlando del suo piatto preferito quando tornava a Catanzaro. “Mi telefonava – ha ricordato Verrino – e mi chiedeva puntualmente nei mesi di aprile maggio di preparargli fave e frittole, di cui era ghiottissimo”.
Appassionato il saluto di Salvatore Tozzo Presidente della Pro Loco di Zagarise, che ha condiviso il suo orgoglio quando da studente catanzarese a Firenze sentiva gli apprezzamenti sul grande Rotella, catanzarese come lui. Tozzo ha invitato tutti ad ammirare le preziose sculture e le altre opere d’arte di Verrino che adornano piazze, fontane, casa-museo e musei di Zagarise, peraltro l’artista è Presidente Onorario della Proloco di Zagarise. Il Sindaco di Zagarise, Domenico Gallelli, ha ringraziato il Presidente Mormile per il suo prezioso ruolo nella continuità della promozione artistica, riconoscendo lo sforzo della Provincia nonostante le ristrettezze economiche dell’ente. Ha elogiato la visione dell’arte come “carezza” e ha espresso l’intenzione di trasformare Zagarise in “Città dell’Arte”, grazie a Luigi Verrino originario di Zagarise, del quale è orgoglioso come Salvatore Tozzo lo era del catanzarese Rotella quando si trovava a studiare fuori dalla Calabria. Il Sindaco Domenico Gallelli ha infine ricordato un altro grande evento, unico al mondo, i “100 Passi di Legalità”, che si terrà Domenica 8 Giugno 2025 a Zagarise, che è già di fatto Città delle Arti, con la presenza di oltre 150 artisti che esporranno all’aperto le loro opere; ha anche colto l’occasione per ringraziare il direttore artistico Arcangelo Pugliese presente in sala. L’evento di Catanzaro, che con l’annuncio del Presidente della Provincia – Mario Amedeo Mormile – della grande mostra delle opere di Mimmo Rotella diventa d’interesse mondiale, si è concluso fra gli applausi con la scopertura della statua di Mimmo Rotella, realizzata da Luigi Verrino nel Parco Internazionale della scultura, che si fregia delle opere dei più grandi artisti al mondo. Una cerimonia commovente, vedere il volto di Mimmo Rotella scolpito nel bronzo dall’arte di Luigi Verrino, che ha ricevuto i complimenti di tutti i presenti, e poi una lunga fila per fare le fotografie accanto al busto di Rotella, con Verrino e il Presidente della Provincia Mormile. Il Parco Internazionale della Scultura di Catanzaro è una delle più importanti realtà di arte in Italia, la collezione è formata da opere di artisti maggiori protagonisti della scena contemporanea mondiale: Daniel Buren, Stephan Balkenhol, Tony Cragg, Wim Delvoye, Jan Fabre, Antony Gormley, Mimmo Paladino, Marc Quinn, Dennis Oppenheim, Michelangelo Pistoletto, Mauro Staccioli. E Luigi Verrino. (ls)
Consulta: i 100 anni del presidente emerito Cesare Ruperto
di PINO NANO –
S
olenne cerimonia di compleanno nel Salone Belvedere al Palazzo della Corte Costituzionale in onore di uno dei figli più illustri di Calabria, il Presidente Emerito della Consulta Cesare Ruperto. Insieme al Capo dello Stato erano presenti anche numerosi altri presidenti emeriti della Corte come Giuliano Amato, Antonio Baldassarre, e Ugo de Siervo.
Vi invito a cercarvi sul sito ufficiale della Corte Costituzionale l’intervista che l’ex Presidente della Consulta Silvana Sciarra fa allo stesso Presidente Cesare Ruperto e in cui il vecchio giurista spiega quale è stato il segreto del successo della sua vita e della sua straordinaria carriera da giurista e da accademico: “Il segreto della mia vita -risponde Cesare Ruperto- è stato forse la capacità di ascoltare gli altri, la disponibilità a capire cosa pensano quelli che lavorano insieme a te dei temi sul tavolo del dibattito, chiunque di noi può sbagliare o commettere errori. E dopo ogni discussione tra di noi, a volte anche accesa, mi piaceva chiudere i nostri incontri con una stretta di mano, cosa che allora non si faceva. Ma quando tu porgi la mano al tuo interlocutore e gliela stringi allora non c’è acredine che può più resistere. Passa tutto, e ricordo che la prima volta accadde con il presidente Zagebreschi”.
La sua fu una presidenza piuttosto lunga, e questo gli consentì di varare tutta una serie di iniziative che diedero alla Corte una visibilità pubblica che la Corte non aveva mai avuto prima, e passerà alla storia per avere voluto aprire le porte della Corte alla conoscenza del grande pubblico, dando alle stampe un volume da titolo assai emblematico “Che cos’è la Corte costituzionale”, scritto da tutti i suoi componenti. Ma nel Palazzo della Consulta c’è ancora chi lo ricorda come il “Presidente viandante”, Cesare Ruperto aveva capito che la Corte andava anche “raccontata” al mondo delle scuole, delle università, del sociale, non tutti sapevano in realtà cosa servisse, e allora decise di andare in giro per l’Italia e spiegare quale era il ruolo della Corte Costituzionale e quello del suo Presidente. “Peccato- dice lui oggi- che il mio successore- interruppe questa abitudine”
Altro che Eccellenze di Calabria!
Cesare Ruperto è nato a Filadelfia, in provincia di Vibo Valentia il 28 maggio 1925 e dopo essere stato Presidente di sezione della Corte di Cassazione il 5 gennaio 2001 viene eletto Presidente della Corte Costituzionale.
Dal 1976 al 1981 fu anche Presidente dell’Unione magistrati italiani, ultimo presidente di questo organismo, perché riuscì nella difficile impresa di riunificazione con l’Associazione Nazionale Magistrati, dalla quale un ventennio prima si era distaccata la stragrande maggioranza dei magistrati d’appello e di cassazione fondando l’Unione delle corti, successivamente aperta a tutti i magistrati col nome appunto di Unione Magistrati italiani.
In realtà tutta la sua vita il Presidente Cesare Ruperto l’ha vissuta nel cuore della magistratura italiana.
Laurea in giurisprudenza con il massimo dei voti e la lode il 22 luglio 1948 alla Sapienza di Roma, con una tesi in diritto privato su «La successione universale tra vivi». E il mese subito dopo la sua laurea il suo professore di tesi, Fulvio Maroi, uno dei massimi giuristi di quel tempo, lo chiama all’Università per insegnare Istituzioni di diritto privato e di Diritto agrario, e per due anni pieni il giovane Ruperto lavora a stretto contatto con lui.
Nel 1950 entra in Magistratura ma continua, parallelamente, l’attività di assistente presso la stessa cattedra di Istituzione di diritto privato, passata al prof. Rosario Nicolò, dimettendosi soltanto dopo i moti studenteschi del 1968. Negli anni ottanta viene chiamato dalla Facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Firenze, dove insegna, come professore a contratto, per due anni presso la cattedra di Diritto civile e per un anno presso la cattedra di Istituzioni di diritto privato.
Entrato in Magistratura viene assegnato come uditore giudiziario al Tribunale di Roma, e inizia l’esercizio delle funzioni di giudice nel gennaio 1952 presso il Tribunale di Genova, passando poi alla Pretura unificata della stessa città, dove svolge attività penale prima e civile poi, anche come giudice tutelare.
Nel novembre 1954 viene chiamato a dirigere la Pretura di Sezze, dove rimane sino all’aprile 1956. A seguito di una vivace polemica col Ministero di grazia e giustizia nella propria qualità di giudice tutelare, viene comandato presso lo stesso Ministero e assegnato all’Ufficio I affari civili, dove si occupa prevalentemente di pareri e progetti di legge.
Nel marzo 1962 viene richiamato in ruolo e destinato al Tribunale di Roma, dove rimane sino all’ottobre 1965, quando, a seguito di concorso per esami, viene assegnato alla Corte d’appello di Roma con funzioni di consigliere. Nel gennaio 1976 viene trasferito alla Corte di cassazione come consigliere.
Dal 1969 al 1978, e poi nel 1984, per complessive sedici sessioni, presiede la Commissione d’esami dei giornalisti professionisti, tenendo anche dei corsi di diritto processuale penale presso il Consiglio nazionale, a Roma e a Urbino.
Nel marzo 1984 ritorna alla Corte d’appello di Roma con funzioni di presidente di sezione e nell’ottobre 1987 viene richiamato in Corte di cassazione come presidente di sezione. È presidente titolare della sezione lavoro nonché presidente facente funzioni delle sezioni unite civili, quando, il 16 novembre 1993, viene eletto, a primo scrutinio ed a stragrande maggioranza, giudice della Corte costituzionale.
Alla Consulta c’è ancora chi ricorda che la più clamorosa delle sue iniziative da Presidente fu la sostituzione del crocefisso, pendente dalla parete frontale della sala d’udienza, con una Sacra famiglia cinquecentesca di Perin del Vaga, e il suo trasferimento nel riservato studio presidenziale dell’ultimo piano del Palazzo. La polemica suscitata all’interno e all’esterno della Corte, di cui si impadronirono i mass-media, durò piuttosto a lungo, ma lasciando immutata la situazione anche dopo la scadenza del mandato di Ruperto, che lascò il palazzo della Consulta il 2 dicembre 2002.
“La figura del presidente emerito della Corte Costituzionale Cesare Ruperto che oggi compie 100 anni – commenta oggi il consigliere regionale Francesco De Nisi- rappresenta un faro di rigore morale, intelligenza giuridica e profonda dedizione alle istituzioni della Repubblica. Come calabrese e come cittadino di Filadelfia, sua città natale, non posso che esprimere la più sincera ammirazione e gratitudine per un uomo che ha onorato il nostro territorio con il suo altissimo profilo umano e professionale”. (pn)
L’OPINIONE / Franco Cimino, il 2 giugno
di FRANCO CIMINO – Chi è nato prima l’uovo o la gallina?“ Chi non ricorda questo motivetto-giochino con il quale al tempo della nostra lontana fanciullezza si attivavano curiosità e filosofia, conoscenza e responsabilità, Spirito di ricerca e forza di volontà. Questo gioco dialettico mi è tornato alla mente ieri mattina nel mentre mi accingevo a scrivere, come faccio tutti gli anni, della Festa della Repubblica. La nostra Festa. Della nostra Repubblica. Sottolineo questo aspetto, quasi personalizzandolo, però essendo esso squisitamente nazionale, Italiano, essenzialmente, perché inizia da qui la peculiarità di queste due forze uniche. Esclusive.
La domanda che mi è sorta spontanea, pertanto, è “Chi è nata prima la Costituzione o la Repubblica?” La risposta è nella domanda. Sono nate insieme. Nello stesso momento. Dallo stesso afflato. Nella nella stessa unica, unificante e unitaria, ragione-sentimento, che le ha immaginate prima che nascessero. E disegnate nel mentre le si sognava. Difese nella battaglia per poterle affermare quali principi assoluti e indivisibili. Anche quale tesoro da donare al popolo italiano.
“Ma dov’è la contemporaneità delle due fasi?” Taluni, i soliti scienziatoni, che fanno lo shampoo anche alle pulci, chiederebbero. Anche qui la risposta è nella domanda. La sintetizzo: Repubblica e Costituzione, sono nate esattamente in quella data simbolo, che ogni anno si rinnova nella sua celebrazione, il 25 Aprile del 1946. Quel giorno della lotta partigiana nella Resistenza, che ebbe il suo felice compimento. L’Italia libera se stessa da tre orrori, il fascismo, la dittatura, la cultura di morte del nazifascismo. Si libera dall’imminente pericolo di essere conquistata-dominata. E asservita al potente Stato straniero, quella Germania del dalle mire espansionistiche e dalla folle idea di occupare e dominare tutta l’Europa. È lì, in quel 25 simbolico aprile, nella lotta dei partigiani uniti, e nello spirito della Resistenza, che Repubblica e Costituzione, nascono insieme. Ed insieme morirebbero se qualcosa di innaturale e incostituzionale venisse, forzatamente o surrettiziamente, imposta. É questo legame indissolubile, che fa della nostra Democrazia e della nostra Costituzione le due realtà più belle del mondo. Le più originali. Perché l’una è nutrimento dell’altra. L’una è anima e intelligenza dell’altra. Infatti, la nostra Repubblica è spiegata dettagliatamente in tutti gli articoli della Costituzione. Che molto bene il nostro Presidente ieri ha magnificamente sintetizzato, esaltandoli, quali valori insostituibili. Assolutamente non negoziabili. Quali sono i più importanti? Il Lavoro, la Solidarietà e Sussidiarietà, motori della Giustizia per l’ Eguaglianza. La Libertà, quale ragione e spirito profondi della Democrazia, l’impalcatura istituzionale su cui viene fondato il nuovo Paese. Valori, questi, edificati intorno ai due soggetti, Repubblica e Costituzione, cui sono destinati, quasi
come totale servizio ad esse. Persona e Pace, inizio e fine. Che non hanno un inizio e non hanno una fine. Esattamente come, così io amo dire, l’Infinito. Ovvero, gli universi nell’unico universo che li comprende tutti. Ovvero, Dio. Persona e Pace, sono fratelli inseparabili. L’una e al servizio dell’altra. La Persona, al centro della Costituzione e della Repubblica. Al centro del divenire. Della storia e di ogni attività umana. La Pace, quale luogo nel quale la Persona possa vivere nella pienezza della sua dignità. Il luogo nel quale la Persona si incontra e si abbraccia con le altre persone. Tutte uguali tra loro, pur nella preziosa diversità di ciascuna. E insieme diventano popolo in cammino fraterno verso altri popoli. Specialmente, quelli che hanno bisogno di aiuto solidale e fraterno e amicale (“la Repubblica non ha nemici“, stupenda questa frase di Sergio, il Presidente) per diventare, o ritornare, paese libero e democratico, indipendente e sovrano. E all’interno di un territorio, che gli appartenga per eredità dei padri e consegna della storia. Su questi principi e questi ideali altissimi, che solo un popolo sensibile, qual è il nostro, educato alla Democrazia e alla fiducia incondizionata in essa, da personalità straordinarie della politica e della cultura italiana si fonda la netta distinzione tra la nostra Repubblica e qualsiasi altra. Soprattutto, quella che sarebbe potuta nascere dallo stesso regime fascista, se esso non si fosse imbottigliato in un’alleanza con il nazismo, che ne avrebbe accelerato una fine comunque certa. Non è difficile immaginare, che il dittatore italiano avrebbe, lungo la scia dell’esaltazione del suo superominismo, profittato della prima difficoltà della Monarchia, per cacciare il re e istituire la sua personale repubblica. Questo ci porta a dire, nel giorno giorno difficile per la Democrazia nel mondo e drammatico per le guerre che lo stanno devastando, che la Repubblica o é democratica o non è. Per questi motivi da anni ormai, e di più in questi ultimi, festeggiare la Repubblica, significa impegnarsi consapevolmente a difendere tutti i principi e i valori che il suo vestito più bello, la Costituzione, rappresenta. Impegnarsi con coraggio, affinché una sola piega, un solo colore, di questo vestito non venga sbiadito o cancellato. Viva la Repubblica Democratica, antifascista, della Costituzione, la nostra, democratica e antifascista. (fci)
50 anni fa l’ultimo incontro all’Unical di Andreatta
di FRANCO BARTUCCI – 31 maggio 1975 – 31 maggio 2025, sono esattamente 50 anni che sono trascorsi dall’ultimo incontro e discorso che il primo Rettore dell’Università della Calabria, prof. Beniamino Andreatta, fece nell’aula gialla dell’edificio polifunzionale intrattenendosi con una folta rappresentanza dell’intera comunità universitaria, studenti, docenti e non docenti, prima di abbandonare la nostra Università, per la quale aveva speso quattro anni della sua vita (1971/1975) lasciandoci una creatura inerme con tante speranze di crescita e sviluppo.
Di quel discorso riporto a seguire la sola introduzione che pur oggi ha un significato pregnante e testamentale: «Dove si producono idee, teorie, ricerche – disse Andreatta – guardando al di fuori di se stessa, al di fuori anche della realtà regionale, l’Università potrà essere utile a questa regione. Questa regione, prima di avere bisogno di tecnici, di politici, di critici del suo sistema politico, ha bisogno di sentirsi nel flusso della vita del mondo. Ha bisogno che qualcuno in questa università, magari in qualche settore del tutto non immediatamente utile sul piano operativo o sul piano della lotta politica e sociale, sia in contatto con il resto della comunità scientifica internazionale».
«La provincia italiana va riscattata dal suo senso di ozio – ha proseguito – dal suo senso di frustrazione, di malinconia. Va rimessa nel giro dell’ottimismo con la dimostrazione che è possibile, qui, produrre dei lavori che facciano parte di quell’ideale mondo della produzione scientifica, di quella comunità internazionale che supera le barriere ideologiche, le barriere politiche e che rappresenta ciò che più è simile, ciò che più è vicino al concetto di umanità dei filosofi. Ecco perché, dunque, è estremamente importante che in questa Università si rafforzino alcuni nuclei».
Di Quel discorso esiste una registrazione video e audio in forma integrale, registrata all’epoca dal funzionante Centro Radio Televisivo, previsto dal primo Statuto dell’Università della Calabria (DPR 1° dicembre 1971 n° 1329), regolarmente conservato, che fu mostrato al Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, il quale intervenne il 15 gennaio 2009 alla cerimonia di intitolazione dell’aula magna dell’Università, proprio al primo Rettore dell’UniCal, Beniamini Andreatta, alla presenza della vedova, signora Giana Petronio Andreatta e della figlia Eleonora, nonché dell’on. Enrico Letta, direttore dell’Arel, già presidente del Consiglio, ed altre figure importanti della vita politica ed istituzionali della Calabria.
Fu il Rettore Giovanni Latorre, in apertura della cerimonia, a spiegare nella parte introduttiva del suo intervento il perché della presentazione di quel filmato, che dopo 33 anni mostrava l’immagine espressiva e il modo di presentare il racconto della nostra Università alle generazioni del nostro tempo direttamente dal suo primo rettore.
«Le immagini che abbiamo appena visto – sono state le parole del Rettore Latorre – hanno sempre mantenuto vivo al nostro sguardo il senso alto delle idealità e il profondo spirito di servizio da cui traeva ispirazione l’impegno pubblico, la ricerca del confronto franco e aperto, l’azione intelligente e dinamica che animavano Beniamino Andreatta nel suo inesauribile desiderio di porsi al servizio del Paese».
«Sono immagini e parole – disse il Rettore Giovanni Latorre – che raccolgono ancora dentro di sé il sapore e il significato di un impegno civile, di una passione ideale, di una genuina propensione alla difesa dell’interesse collettivo; immagini e parole che, sulla scia del luminoso esempio da cui discendono, costituiscono il cemento della nostra identità, il collante della nostra soggettività istituzionale, il punto emblematico, forte, che, fin dai primi passi del suo cammino, ha fatto dell’Università della Calabria una realtà diversa, particolare; una Università nata con un progetto, con una missione ben precisata da portare avanti e un obiettivo chiaro da raggiungere. Oggi sentiamo di poter affermare che l’invito a continuare, a far bene, ad essere responsabili e consapevoli protagonisti del nostro destino, lanciato con composta e controllata emozione nella parte finale del suo discorso, non è caduto nel vuoto».
Non diversamente profonde e sentite furono le parole del Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, nel suo intervento di apprezzamento e di saluto: «Sentiamo la sua mancanza, più semplicemente, come persona di prorompente talento, di forte caratura, di straordinaria generosità e finezza umana. Ma c’è piuttosto da dire quanto prezioso per l’Italia sarebbe oggi il suo contributo: il contributo della sua competenza e della sua fantasia, della sua passione e del suo coraggio, del suo senso dell’interesse pubblico, al servizio di visioni anticonvenzionali dei problemi dell’economia e di scelte limpide e rigorose».
Proseguendo nel suo intervento il Presidente Napolitano ricordò la tempra e i profili che vennero fuori al Rettore, Beniamino Andreatta, nel far nascere l’Università della Calabria: «Il primo fu quello dell’esempio che più di ogni altro egli ha concorso a dare di come si possa far nascere, in condizioni ambientali difficili, una Università campione, una università di eccellenza per qualità culturale, per proiezione internazionale, per radicamento nella realtà regionale, per serietà degli studi e, anche, per capacità di autogoverno e di uso oculato delle risorse. Come non si può trascurare di sottolineare la sua passione di un uomo del Nord verso il Mezzogiorno. Passione che fecero tutt’uno con il sentimento di un dovere nazionale».
«In questo solco – proseguì il Presidente Napolitano – va collocata la figura di Nino Andreatta be va collocato il suo impegno in Calabria, per la fondazione dell’Università della Calabria nello spirito che ho ricordato. Non occorre dire quanto ci sarebbe bisogno che quella tradizione riprendesse vigore. Sarebbe una risposta eloquente a deleterie contrapposizioni tra Nord e Sud, a vecchie e nuove sordità verso le esigenze del Mezzogiorno, e anche a ogni forma di scoramento, di inerzia e di stanca gestione dell’esistente in questa stessa regione. L’esperienza di questa università – concluse il Presidente Napolitano – per come venne pensata e varata da Nino Andreatta e per come è cresciuta in più di trenta anni, è motivo di fiducia per tutto noi».
Andreatta e il mondo dell’informazione
C’è un lascito in questo momento di Andreatta che ci deve stare a cuore ed è l’impegno che profuse nell’assicurare e dare all’Università un rapporto pieno con la società del territorio attraverso un racconto di trasparenza sull’operato della Pubblica Amministrazione, riconoscendo un ruolo di preminenza agli organi d’informazione, quale tutori della democrazia e della libertà, oltre che del buon governo. Fu per suo merito, avendo la passione della scrittura giornalistica, che tutte le testate nazionali del giornalismo e di conseguenza quelle locali, inviarono a Cosenza le migliori firme per raccontare in campo nazionale la novità assoluta universitaria italiana, che stava nascendo nel cosentino.
Questo avvenne durante i suoi quattro anni di permanenza in città (1971/1975) per far nascere l’Università della Calabria. Credeva nell’informazione e nel rapporto attivo e costante tra l’Istituzione universitaria e la società calabrese, come nella stessa comunità universitaria in un rapporto interattivo di conoscenza e trasparenza, tanto da inserire nel primo Statuto dell’Università (DPR 1° dicembre 1971 n° 1329) un apposito articolo, noto con il numero 10, nel quale si sosteneva che le riunioni di tutti gli organi dell’Università dovevano essere resi pubblici. Un concetto questo che in Italia è stato riconosciuto soltanto con la legge 241/1990 (diritto d’informazione e trasparenza delle P.A.), che fu emanata a seguito del fenomeno tangentopoli, del quale le nuove generazioni non ne hanno conoscenza e memoria,
Ricordare la memoria di Andreatta oggi è anche questo per rinnovarla e ritornare a viverla se a si ritiene giusta e praticabile per le sorti migliori del nostro mondo. Ho iniziato ricordando le parole introduttive del suo saluto e concludo riportandone la chiusura: «Possiamo costruire una tradizione sciatta, contraddittoria, o possiamo stabilire una tradizione con questa tensione alla ricerca della qualità e dell’eccellenza. Possiamo stabilire un rapporto corretto con la politica o possiamo ricostruire un rapporto di sudditanza, di clientela, con la politica. Possiamo fare della ricerca innovativa o possiamo fare della ricerca puramente ripetitiva e compilativa. Tutto questo è affidato a noi, cioè è affidato a voi. Il mio augurio più sincero, più amicale, che sia possibile per voi trovare la tensione collettiva, i leader nella ricerca, nell’amministrazione, nella vita studentesca, perché l’Università possa scegliere questa strada della qualità».
Landini in Calabria: “Il referendum è un’opportunità per rimettere al centro il lavoro e i diritti”
I Referendum «permettono di cancellare leggi sbagliate che hanno precarizzato il lavoro e di estendere i diritti a chi oggi non li ha. Si tratta di rimettere al centro la dignità del lavoro, superare la logica degli appalti e subappalti che riduce la qualità, mette a rischio la sicurezza e sta facendo morire persone». È quanto ha detto Maurizio Landini, segretario nazionale della Cgil, all’Università “Magna Graecia” di Catanzaro per un nuovo appuntamento della campagna referendaria che lo vede impegnato nella nostra regione.
Accompagnato dal segretario generale della Calabria, Gianfranco Trotta, e introdotto dal segretario generale della Cgil Area Vasta Catanzaro-Crotone-Vibo, Enzo Scalese, Landini ha incontrato studenti e precari nell’aula magna C dell’Ateneo, alla presenza di numerosi dirigenti, docenti ed esponenti politici e istituzionali del capoluogo.
Riferendosi in particolare alla Calabria, il segretario ha richiamato l’emergenza dell’emigrazione giovanile e del lavoro povero: «In tanti, giovani e laureati, sono costretti a lasciare il proprio territorio per mancanza di prospettive. Superare il sistema degli appalti significa anche contrastare gli spazi lasciati alla malavita organizzata, che si infiltra nell’economia dove mancano regole e controlli».
Landini ha ribadito inoltre il legame tra precarietà e criminalità organizzata, denunciando «150 anni di connivenze politiche con mafia, camorra e ’ndrangheta che hanno favorito la concentrazione della ricchezza in mano a pochi, l’evasione fiscale e i condoni».
Sul tema della partecipazione al voto, il leader della Cgil ha lanciato un appello diretto: «Chi invita a non andare a votare ha paura del cambiamento. Il referendum è uno strumento di democrazia diretta: non si vota per qualcuno, si vota per cambiare leggi che hanno tolto diritti e dignità. E noi sentiamo che il quorum può essere vicino».
«Stiamo portando avanti questa campagna referendaria attraversando i territori, andando in mezzo alla gente, nei luoghi di lavoro, nelle aziende, nelle università, come oggi qui all’Università Magna Graecia. Stiamo cercando, nei tempi e nei modi possibili, di creare occasioni di confronto reali, dove il segretario generale della CGIL, oggi qui con noi, possa ascoltare, discutere e aprire un dialogo vero con le persone. Un dialogo che richiede tempi distesi, non quelli della fretta, perché il confronto sulle questioni del lavoro ha bisogno di ascolto e di approfondimento», ha detto il segretario generale della Cgil Area Vasta Catanzaro-Crotone-Vibo, Enzo Scalese, introducendo i lavori e passando poi la parola al sindaco di Catanzaro, Nicola Fiorita per un saluto.
«L’8 e il 9 giugno andrò a votare e voterò 5 Sì, ma ciò che conta davvero è il valore della partecipazione», ha esordito il sindaco Nicola Fiorita, che ha scelto di non entrare nel merito dei quesiti, lasciando spazio agli esperti e ai promotori del referendum, ma ha voluto sottolineare l’importanza del voto come espressione fondamentale della democrazia. «La democrazia non è solo il governo di chi ottiene più voti, ma un sistema di regole, contrappesi, limiti costituzionali e confronto tra idee. Si può legittimamente scegliere il proprio orientamento, ma utilizzare l’astensione per condizionare il risultato significa danneggiare il nostro sistema democratico», ha aggiunto.
Per il sindaco, il rischio è che la disaffezione al voto possa progressivamente intaccare uno dei pilastri fondamentali della democrazia: «Il voto deve essere uno strumento di confronto libero e trasparente», ha concluso Fiorita.
Ad entrare nel vivo del confronto, la testimonianza del rappresentante delle Rsu dell’Università “Magna Graecia”, Ivan Caroleo, ha posto l’attenzione sulle criticità che investono il personale precario dell’Ateneo di Catanzaro, sottolineando come il problema del precariato coinvolga oggi almeno il 60% del personale.
«Esistono due principali categorie di lavoratori precari – ha spiegato Caroleo –: i tecnologi a tempo determinato, in attesa di una definitiva stabilizzazione dopo anni di precariato, e i lavoratori interinali, soggetti a continui rinnovi di contratti a breve termine, pur svolgendo mansioni essenziali per il funzionamento dell’università».
Caroleo ha quindi auspicato che si possano individuare soluzioni concrete per superare questa situazione e garantire stabilità lavorativa a chi da anni contribuisce con competenza e professionalità alla vita dell’Ateneo.
Durante l’incontro all’Università Magna Graecia di Catanzaro, il rappresentante degli studenti Giovanni Oliverio ha portato la voce della comunità studentesca, sottolineando le difficoltà che oggi vivono gli universitari: dall’insufficiente sistema di diritto allo studio al precariato, fino alle criticità dell’accesso a Medicina e al problema degli stipendi per dottorandi e specializzandi.
«Troppo spesso gli studenti si sentono abbandonati – ha detto Oliverio – e ne pagano le conseguenze nel lavoro, nei trasporti, nella mancanza di tutele economiche. La riforma dell’accesso a Medicina rischia di creare nuove disuguaglianze, mentre il vero merito esiste solo se tutti partono dalle stesse condizioni». Oliverio ha infine invitato a non cadere nella trappola dell’astensione sul referendum: «Per noi votare è un gesto di democrazia e di civiltà. Chi nasce e cresce in Italia deve essere riconosciuto come cittadino a pieno titolo».
«Se penso al quesito sulla precarietà – ha detto Landini – penso al fatto che oggi il lavoro precario è diventato la forma più diffusa di occupazione. Sono stati introdotti strumenti come il lavoro interinale, i voucher e tante altre forme contrattuali atipiche che hanno generato instabilità e insicurezza. Per questo il referendum può rappresentare un punto di svolta: non è solo un modo per cancellare una legge sbagliata, ma per indicare una direzione nuova, un cambio di rotta rispetto alle politiche degli ultimi anni».
«Il referendum – ha ribadito – non serve solo ad abrogare una norma: serve a dare un segnale politico forte al Governo, al Parlamento e a tutte le forze politiche. È il modo per dire che c’è una parte importante del Paese che chiede un cambio di paradigma nel mondo del lavoro. Non si può più andare avanti con norme che alimentano precarietà e diseguaglianze.»
«Naturalmente il referendum da solo non basta – ha sottolineato –. Servono nuove riforme: una legge sul salario minimo, una sulla rappresentanza sindacale, un nuovo Statuto dei diritti dei lavoratori che non lasci nessuno indietro. Perché oggi lavorano anche i collaboratori, le partite IVA, i freelance, e tutti devono avere gli stessi diritti su malattia, maternità, infortuni e sicurezza».
«La sfida più grande oggi – ha concluso – è riportare al voto anche chi ha smesso di crederci. Il referendum è diverso dalle elezioni politiche: qui non si vota per eleggere qualcuno, ma per decidere direttamente su leggi che incidono sulla vita delle persone. È come essere parlamentari per un giorno. E spesso ci sentiamo dire: “Voto per i miei figli, per il loro futuro”. Questo ci dice che la speranza, nonostante tutto, esiste ancora». (rcz)
PILLOLE DI PREVIDENZA / Ugo Bianco: Bonus donne, come accedere all’agevolazione
di UGO BIANCO – Con la circolare n. 91 del 12 maggio 2025, l’Inps ha fornito le istruzioni operative per accedere al “Bonus Donne”. Il nuovo esonero contributivo rivolto ai datori di lavoro privati che assumono, entro il 31 dicembre 2025, donne svantaggiate con contratto a tempo indeterminato.
L’agevolazione, fino ad un massimo di 650 euro mensili, è stata introdotta dall’articolo 23 del decreto-legge 60/2024, convertito con modificazioni dalla legge 95/2024, e resa attuativa con il decreto pubblicato il 9 maggio 2025. L’obiettivo è incentivare l’occupazione femminile e contribuire alla riduzione del divario di genere nel mercato del lavoro. In questo articolo analizzeremo i requisiti, le condizioni e le modalità per presentare la domanda.
A chi spetta?
Il beneficio è destinato ai datori di lavoro privati, compresi quelli agricoli, con esclusione delle Pubbliche Amministrazioni, che intendono assumere una donna in una delle seguenti condizioni: 1) disoccupata da almeno 24 mesi, ovunque residenti; 2) disoccupata da almeno 6 mesi, residente nell’area della ZES Unica del Mezzogiorno, che comprende le regioni: Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sicilia e Sardegna; 3) che espletata una professione o una attività lavorativa in azienda ad elevata disparità occupazionale di genere, riconosciuta dall’articolo 2, punto 4, lettera f) del regolamento UE n. 651/2014.
Quanto si risparmia?
L’esonero è pari al 100 % della quota dei contributi previdenziali a carico del datore di lavoro, escluso il premio Inail, per un importo massimo di 650 euro al mese e per ogni addetta.
A quali condizioni?
Il bonus è subordinato al rispetto dell’articolo 1 comma 1175 della legge 296/2006. E’ obbligatorio per il datore di lavoro trovarsi nelle seguenti condizioni: 1) essere in regola con gli obblighi contributivi previdenziali, ai sensi della normativa in materia di documento unico di regolarità contributiva (DURC); 2) non aver violato le norme in materia di tutela delle condizioni di lavoro, della salute e della sicurezza; 3) aver rispettato gli accordi, i contratti nazionali, regionali, territoriali o aziendali, sottoscritti con le Organizzazioni Sindacali datoriali e dei lavoratori, più rappresentative a livello nazionale. Non si applica ai contratti di lavoro a tempo determinato, alle trasformazioni di quest’ultimo, già in corso, a tempo indeterminato, nonché ai rapporti di lavoro domestico e di apprendistato. La nuova assunzione deve determinare un effettivo aumento del numero di lavoratori, rispetto alla media degli occupati nei dodici mesi precedenti. In uno dei territori della zona Zes unica, l’azienda non deve aver effettuato licenziamenti per giustificato motivo oggettivo nei sei mesi precedenti la richiesta, né può effettuarli nei sei mesi successivi.
Per quanto tempo?
La durata dell’incentivo varia a seconda delle condizioni della lavoratrice. Si arriva a 24 mesi nel caso di disoccupazione da almeno due anni oppure sei mesi, se residente in una regione ZES unica. Sono previsti 12 mesi, per chi opera in settori con forte disparità di genere.
Come fare domanda?
Dallo scorso 16 maggio 2025, nella sezione “Portale delle Agevolazioni” del sito INPS, è attiva la richiesta a cura del datore di lavoro. Il modulo prevede l’inserimento dei dati dell’impresa e della lavoratrice, della tipologia contrattuale, dell’importo della retribuzione mensile, dell’aliquota contributiva applicata e della dichiarazione di assenza di cumulo con altri esoneri in vigore. (ub)
[Ugo Bianco è Presidente dell’Associazione Nazionale Sociologi – Dipartimento Calabria]
L’OPINIONE / Amalia Bruni: Il centrodestra è stato punito dal voto disgiunto
di AMALIA BRUNI – Il progetto civico e progressista che abbiamo sostenuto a Lamezia ha dimostrato solidità e valore.
Il nostro progetto ha tenuto perché è fondato su una visione credibile per la città e su una proposta che ha saputo unire forze diverse, restando compatto e coerente anche in una competizione elettorale complessa.
Il risultato delle urne parla chiaro: il centrodestra è apparso spaccato tra liste e candidato. Il ballottaggio aprirà certamente una nuova fase, in cui i candidati si confronteranno più direttamente sui programmi. Ma un fatto politico è già chiaro: il sindaco è stato bocciato. La coalizione di centrodestra ha subito gli effetti evidenti del voto disgiunto, raccogliendo ben otto punti percentuali in meno rispetto alle liste che lo sostenevano. Un segnale forte da parte dell’elettorato, che non può essere ignorato.
C’è un altro dato da considerare: la crescita significativa di un terzo polo ha raccolto un consenso rilevante e che sarà parte integrante del quadro politico da qui al secondo turno.
Voglio infine sottolineare il risultato raggiunto dal Partito Democratico, che risulta essere il più votato della competizione: un esito che premia gli sforzi, la compattezza e la radicalità di una squadra che ha lavorato guardando con rispetto e attenzione ai bisogni e alle aspirazioni di un territorio troppo sofferente e rassegnato. Il cambio di passo è dietro l’angolo. (ab)
[Amalia Bruni è consigliera regionale del PD]
La Calabria ad Artigiano in Fiera di Milano
Ci sarà anche la Calabria all’edizione primaverile di Artigiano in Fiera, il prestigioso evento internazionale dedicato all’artigianato e alle eccellenze territoriali, in programma a Fieramilano Rho fino al 2 giugno.
Nello spazio espositivo Calabria, oltre 100 aziende artigiane e agroalimentari avranno l’opportunità di presentare e valorizzare le proprie produzioni, portando in vetrina l’identità, la creatività e i sapori autentici del territorio calabrese.
L’iniziativa rientra nelle politiche regionali di sostegno alle micro e piccole imprese, con l’obiettivo di rafforzare la presenza delle realtà produttive calabresi sui mercati nazionali e internazionali attraverso eventi di alto profilo e forte impatto promozionale.
L’inaugurazione ufficiale della Fiera si terrà il 29 maggio alle ore 12.00, proprio nello stand Calabria, alla presenza del Presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, del Presidente della Regione Calabria, Roberto Occhiuto, e del Presidente del Gruppo Ge.Fi., Antonio Intiglietta.
«Essere presenti da protagonisti a un evento di rilievo internazionale come Artigiano in Fiera – ha dichiarato il Presidente della Regione Calabria, Roberto Occhiuto – rappresenta per la nostra Regione un’occasione strategica per promuovere, in una cornice autorevole, l’ingegno, la qualità e la tradizione del nostro tessuto produttivo».
«La partecipazione di oltre 100 imprese calabresi – ha detto – testimonia la vitalità di un comparto che, con passione e competenza, contribuisce alla crescita dell’economia regionale. Sostenere questi artigiani significa valorizzare le radici culturali della Calabria e proiettare nel futuro un’immagine positiva, dinamica e autentica della nostra terra».
«Sono molto soddisfatto – sostiene l’assessore regionale allo Sviluppo economico, Rosario Varì – che anche all’edizione primaverile di Artigiano in Fiera ci sia una straordinaria partecipazione delle imprese artigiani calabresi, che ringrazio per la loro proattività. Il governo generale è da sempre impegnato a sostenere il comparto, sia accompagnando i nostri artigiani nelle fiere internazionali per promuovere i loro prodotti, sia con una serie di misure incentivanti per la nascita e il consolidamento delle imprese artigiane».
«Si tratta di un comparto che, peraltro – ha evidenziato – in Calabria è davvero rilevante, perché conta oltre 32.000 imprese, ovvero circa il 17% del totale delle presenti. Inoltre, l’artigianato artistico e l’agroalimentare ci permettono di raccontare non soltanto la creatività e il prodotto ma anche il meraviglioso territorio calabrese con conseguenti importanti ricadute in termini di attrazione turistica».
«La partecipazione della Calabria ad Artigiano in Fiera – ha commentato l’assessore regionale all’Agricoltura, Gianluca Gallo – rappresenta una straordinaria occasione di visibilità per le nostre imprese, che raccontano ogni giorno, con il loro lavoro, storie di passione, qualità e tradizione. Sostenere questi artigiani e produttori significa investire su identità, cultura e sviluppo economico sostenibile».
«La Regione – ha concluso – è orgogliosa di accompagnare oltre 100 aziende in questo percorso di promozione e apertura al mondo».
Lo stand Calabria si presenterà con un allestimento capace di raccontare l’anima e la bellezza della Regione attraverso i suoi prodotti, i suoi colori e la sua accoglienza. (rrm)
Pubblicato Avviso per Co-progettazione per inclusione delle persone sorde e con ipoacusia
È stato pubblicato l’Avviso pubblico finalizzato alla costituzione di un partenariato per la co-progettazione e la successiva gestione di un intervento da candidare al finanziamento nell’ambito del Fondo per l’inclusione delle persone sorde e con ipoacusia, istituito con Decreto del Ministro per le Disabilità dell’8 gennaio 2025. Lo ha reso noto l’assessore regionale alle Politiche Sociali, Caterina Capponi, spiegando come «questo Avviso rappresenta un passo concreto verso una società più giusta, inclusiva e accessibile per tutti».
Il fondo, destinato all’annualità 2023, assegna alla Regione Calabria una quota pari a 204.751,00 euro, da impiegare per sostenere progetti aggiuntivi rispetto alla programmazione regionale, orientati a promuovere una piena ed effettiva inclusione sociale delle persone sorde e con ipoacusia.
«Con queste risorse – ha spiegato – intendiamo potenziare strumenti e servizi che rendano effettiva la partecipazione delle persone sorde e con ipoacusia alla vita sociale, culturale e istituzionale. Non si tratta di buone intenzioni, ma di un impegno reale per trasformare i diritti in opportunità quotidiane. È nostro dovere istituzionale agire per ridurre le disuguaglianze e sostenere le persone più fragili con azioni concrete e misurabili».
I progetti potranno riguardare una o più delle seguenti finalità: promuovere la conoscenza e l’uso della Lingua dei Segni Italiana (LIS) e della Lingua dei Segni Italiana Tattile (LIST); potenziare i servizi di interpretariato per facilitare l’accesso delle persone sorde ai servizi pubblici, inclusi quelli di emergenza; favorire l’utilizzo di tecnologie innovative per abbattere le barriere della comunicazione e dell’informazione, anche per le persone che utilizzano protesi acustiche o impianti cocleari.
Possono partecipare alla co-progettazione, in forma singola o associata, i seguenti soggetti: Enti del Terzo settore iscritti al RUNTS, con sede legale e/o operativa in Calabria alla data di pubblicazione dell’Avviso; Organizzazioni non lucrative di utilità sociale (ONLUS); Cooperative sociali e loro consorzi, iscritti al Registro regionale delle cooperative sociali e con attività coerenti con l’art. 6 della L.R. n. 28/2009.
Con questo Avviso l’assessorato rinnova il proprio impegno per la promozione dei diritti e delle pari opportunità, in un percorso di inclusione che vada oltre le enunciazioni di principio e si traduca in risposte efficaci e tangibili per il territorio. (rcz)







