Al Parlamento Ue la mostra “Uzbekistan”, Princi: Nel 2025 delegazioni dell’Asia centrale in Calabria\

«Ho invitato i rappresentanti dei paesi dell’Asia centrale a venire in Calabria per apprezzare le bellezze del nostro territorio e per tessere relazioni culturali, economiche e commerciali, grazie a uno scambio che sarà certamente foriero di sviluppo». È quanto ha detto l’eurodeputata Giusi Princi, dopo aver incontrato gli ambasciatori e le delegazioni dei paesi dell’Asia centrale hanno confermato la loro disponibilità a recarsi in Calabria nel 2025, per conoscere la regione e il Sud Italia e per avviare un percorso virtuoso che rafforzi gli scambi culturali, economici e commerciali con il territorio.

«Con il loro impegno – ha spiegato Princi – si sta sempre di più consolidando questa alleanza dal grande potenziale».

Un incontro avvenuto a margine dell’inaugurazione, avvenuta al Parlamento Europeo, della mostra fotografica “Uzbekistan – Una sinfonia unica di storia e modernità”, organizzata dall’eurodeputata calabrese, Presidente della Delegazione del Parlamento europeo per le Relazioni con l’Asia centrale, in collaborazione con il Vice Presidente del Senato della Repubblica dell’Uzbekistan, Sodiq Safoyev.

L’esposizione, visitabile fino a oggi, venerdì 13 dicembre, celebra il 30° anniversario delle relazioni diplomatiche tra l’Uzbekistan e l’Unione Europea.

«Questa mostra, che celebra l’anima dell’Uzbekistan – ha detto Princi –, offre uno sguardo privilegiato su un Paese che unisce in modo unico una storia millenaria e una modernità vibrante. È una finestra su un partner indispensabile e strategico per l’Unione Europea. Rappresenta – prosegue – molto più di un tributo alla ricchezza culturale e storica dell’Uzbekistan. È un simbolo tangibile dei 30 anni di relazioni diplomatiche tra l’Unione Europea e l’Uzbekistan, relazioni che si sono consolidate attraverso un dialogo costruttivo e una cooperazione fruttuosa».

Alla cerimonia di inaugurazione hanno partecipato deputati della Delegazione, rappresentanti dell’Ambasciata dell’Uzbekistan presso il Belgio e l’Unione Europea, consiglieri diplomatici, funzionari del SEAE e del Segretariato DCAS. Presenti all’evento anche alcuni rappresentanti degli altri paesi dell’Asia centrale, come l’Ambasciatore del Kirghizistan, Aidit Erkin.

«È la dimostrazione di una fratellanza tra paesi – ha detto ancora l’eurodeputata – che non solo rafforza l’unità della regione, ma contribuisce anche a migliorare i rapporti con l’Unione Europea, creando opportunità di dialogo e cooperazione sempre più ampie». (rrm)

Quella bambina delle tre notti in mezzo al mare

di FRANCO CIMINO – C’è una barca in mezzo al mare, ha la vela e un cuore. La vela è ferma, come i porti della civiltà che non la vogliono vedere arrivare. Il cuore è in cerca di vite da salvare. Ferma la vela per il vento che non si muove, fermo il cuore per poter sentire un altro rumore.

Lo sciabordio delle onde è suono. Quasi soave. Il mare lo crea, due volte. Quando c’è la quiete del riposo. Suo, del mare. E dei naviganti, marinai e pescatori. E quando il silenzio è quello della morte di uomini e donne a cui il mare non ha tolto la vita. Ma offerto le braccia a un dolore immane, che non avrebbe trovato quelle protettive e “riparatrici” degli esseri umani.

Da quel silenzio, in quel tratto poco distante dalle coste di Lampedusa, sale un rumore diverso. Non è la voce rauca delle onde, lo scricchiolio di cose imprecisate che su di esse sbattono, non è il lamento del giorno che non sa dove andare. È una sorta di stridore. Di voce umana che soffoca nel respiro che fatica. “Tsss, tsss… facciamo silenzio, spegnete i motori, non muovete passi”, dice qualcuno sulla barca. “È una voce. È un urlo sfinito, ma è umano”.

La barca, che cerca in mare vite da salvare, ma non trova porti “cui attraccare” quelle accolte, si muove lentamente. Poche metri ancora e la vista di un’immagine sospesa tra il bene e il male, tra gioia e dolore, senso di vittoria e percezione di una sconfitta, umanità e crudeltà, civiltà e inciviltà, appare in tutto il suo complesso stupore. C’è un corpo rannicchiato tra le “camere d’aria” di grandi gomme di camion.

È protetto dal salvagente. Le onde non l’hanno travolto. E neppure bagnato. I vestiti sono asciutti. Come il corpicino sottile che non si nutre, né d’acqua né di cibo. Da due giorni, forse tre. È una bambina di undici anni. Viene dalla Sierra Leone. L’ultima partenza è stata dalla Turchia. Si era imbarcata con il fratello e altri quarantatré povericristi. Non sappiamo ancora quanti bambini tra questi. Divisi in tre piccole e vecchie barche, sono tutti caduti in acqua alle prime onde poco meno che minacciose. Lei è l’unica superstite. Il veliero della Ong, l’associazione umanitaria criminalizzata quando conviene alla politica del No agli sbarchi degli immigrati “irregolari”, conduce la bambina a Lampedusa. In quell’isola eroica per la resistente umanità della sua popolazione, che ancora non riceve un riconoscimento internazionale per l’opera grande che svolge da più di vent’anni nel salvare le vite di migliaia di esseri umani in cerca di cibo e di esistenza nuova.

Le cronache dicono che pure lei è stata “parcheggiata” in quegli hotspot sempre più affollati, come le nostre carceri. La prima area di ricovero, le “ prigioni” temporanee di quanti saranno selezionati, per restare in Europa o essere rispediti da dove provengono tra stenti, fame, torture, e violenze di ogni genere. Che ne sarà di questa bambina non lo sappiamo, non avendo ancora visto la lunga fila di famiglie che vorranno “adottarla”.

Come non sappiamo se nelle nuove confuse contraddittorie ordinanze e norme sui cosiddetti flussi, lei sia considerata immigrata clandestina o diversamente. Mi verrebbe voglia di dire: “e adesso mandiamola via. Imbarchiamola da sola sulla nave italiana per l’Albania del ricevimento dei poveri cristi che noi respingiamo”. Ma è una bambina, non può ricevere alcuna ironia o posizione di tipo politico. Mi soffermo solo su una mia personale impressione. Che a me dice tanto di ciò che non ho compreso. Contro ogni legge della natura e della biologia, si è salvata.

Addirittura, restando sana, come dicono i medici che l’hanno visitata. Un miracolo di Dio, il suo, il nostro? La forza positiva del destino? Il suo, il nostro? Quella forza misteriosa, che decide a caso sulla vita degli esseri umani o sul movimento della natura? Chi può dirlo? A me viene di pensare che si tratti di un Dio arrabbiato, che l’ha salvata per sbattere in faccia al mondo, che ancora si crede ricco e sicuro, la barbarie di cui, nelle guerre di tutte le risme, quella della fame la più pesante, si è armato per rendere più proficuo il proprio egoismo.

Quella bambina, una denuncia del nostro male. Testimone della disumanità crescente. La condanna alla nostra cecità e sordità dinanzi alle morti mute. Quelle che a centinaia il mare, ogni giorno accoglie e riposa. (fc)

Il commissario Errigo: La Bonifica del Sin di KR si vince facendo squadra

La partita della bonifica del Sin di Crotone-Cassano-Cerchiara «si dovrà vincerà facendo squadra, con il supporto e l’aiuto di tutte le istituzioni e con i preziosi contributi dei comitati, dei movimenti e delle associazioni». È quanto ha ribadito il commissario straordinario Emilio Errigo, a seguito del via libera, da parte del Senato, al provvedimento che potenzia l’operatività del commissario per la bonifica del Sin di Crotone.

Si tratta di un provvedimento legislativo che rende merito e riconosce l’impegno profuso dalla realtà Commissariale che opera nel Sito contaminato di Interesse Nazionale in Calabria, a seguito della nomina del Prof. Gen. B. (ris) Emilio Errigo, avvenuta con Dpcm 14 settembre 2023, da parte del Presidente del Consiglio dei Ministri, Giorgia Meloni su proposta del Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, Gilberto Pichetto Fratin e del Ministro dell’Economia e delle Finanze, Giancarlo Giorgetti.

Il Decreto Ambiente, infatti, prevede l’Istituzione della Struttura di Supporto al Commissario Straordinario delegato per il Sito di Interesse Nazionale di Crotone -Cassano e Cerchiara di Calabria, composta da un dirigente, cinque funzionari e due esperti in materie giuridiche e tecniche.

Tale struttura «mi consentirà – ha spiegato Errigo – rispettando sempre la legge, i poteri che mi sono stati conferiti e le norme giuridiche, di poter accelerare quei processi che, ancora oggi per varie ragioni, stentano a partire».

Il commissario, inoltre, ha dato il benvenuto a Domenico Guarascio, nuovo procuratore di Crotone, «che, forte della sua esperienza, saprà operare al meglio per il bene dei territori e dei cittadini della città di Crotone portando avanti il prezioso lavoro svolto sulle bonifiche, dal Dott. Giuseppe Capoccia, che saluto con profonda gratitudine, immensa riconoscenza e immutata stima per quanto fatto nel rispetto della legge e per affermare il valore della legalità». (rkr)

Domenico Guarascio è il nuovo procuratore di Crotone: È il più giovane d’Italia

Prestigioso incarico per Domenico Guarascio, che è stato nominato, dal Plenum del Consiglio Superiore della Magistratura, procuratore di Crotone.

Guarascio è il più giovane Procuratore d’Italia e subentra a Giuseppe Capoccia, nominato Procuratore di Lecce.

Nato a Parenti, in provincia di Cosenza, Guarascio è entrato in magistratura nel 2011, quindi nel 2014 e’ stato nominato sostituto procuratore della Dda di Catanzaro venendo applicato alla provincia di Crotone.

In questi anni di lavoro sul territorio ha svolto importanti inchieste contro clan come i Grande Aracri di Cutro, la cosca Farao-Marincola di Ciro’ Marina, le cosche Arena e Nicoscia di Isola Capo Rizzuto, la cosca Mannolo-Falcone-Zoffreo di Steccato di Cutro, perseguita grazie all’operazione Malapianta coordinata da Guarascio. (rkr)

Salvatore Curcio è il nuovo Procuratore di Catanzaro

Prestigioso incarico per Salvatore Curcio che è stato eletto procuratore di Catanzaro. Lo ha deciso il Plenum del Consiglio superiore della magistratura, che lo ha votato a maggioranza.

Il plenum ha nominato anche Domenico Guarascio, pm della Dda di Catanzaro, procuratore della Repubblica a Crotone, anche lui a maggioranza

L’ex procuratore di Lamezia, dunque, succede a Nicola Gratteri, attualmente alla guida della Dda di Napoli.

Originario di Soverato, e in magistratura dal 1989, Curcio ha iniziato come giudice istruttore e poi gip a Catanzaro, per passare nel 1993 alla Dda del capoluogo calabrese per la quale ha coordinato come sostituto procuratore alcune delle più importanti inchieste sulla ‘ndrangheta e il narcotraffico, tra cui ”Galassia” e ”Decollo”. Dal 2012 ha ricoperto l’incarico di sostituto procuratore generale della Repubblica presso la Corte d’appello di Catanzaro, fino al 2017 quando ha assunto la guida della Procura lametina. Ora si apre ufficialmente la corsa per la guida della procura di Lamezia.

Il sindaco Nicola Fiorita ha rivolto il suo “caloroso” messaggio di benvenuto a Salvatore Curcio, nominato dal plenum del CSM capo della Procura e della Dda di Catanzaro.

«Curcio è un magistrato di chiara fama e grande professionalità – ha detto il primo cittadino – che si è distinto per il suo impegno nel contrasto al crimine organizzato, anche grazie alla sua profonda conoscenza del territorio. Non ho dubbi, quindi, che saprà essere all’altezza dell’eredità che riceve, imprimendo alla sua azione il valore aggiunto delle qualità che lo hanno sempre contraddistinto lungo il corso della sua carriera in magistratura».

«Unindustria Calabria intende rivolgere i più sentiti auguri di buon lavoro e le più sincere congratulazioni al dr. Salvatore Curcio per la nomina a capo della Procura di Catanzaro», ha detto Aldo Ferrara, presidente di Unindustria Calabria.

«La scelta effettuata oggi dal Plenum del Consiglio superiore della magistratura – ha detto – certifica le qualità umane e professionali di Curcio, riconoscendogli le competenze e le capacità che gli hanno permesso, in tanti anni di carriera, di ottenere importanti e prestigiosi risultati nella lotta alla criminalità organizzata e all’illegalità».

«Raccoglie un’eredità importante – ha concluso – e una squadra di Forze dell’Ordine, collaboratori e professionisti di primo piano: siamo certi che la sua esperienza gli permetterà di guidare la Procura del capoluogo di regione verso le sfide poste dall’evoluzione anche tecnologica della criminalità».

La senatrice della Lega, Tilde Minasi, ha rivolto le sue congratulazioni «ai dottori Salvatore Curcio e Domenico Guarascio per la loro nomina a Procuratore della Repubblica, rispettivamente di Catanzaro e di Crotone».

«Si apprestano a ricoprire due ruoli delicati e impegnativi, che sicuramente sapranno onorare», ha detto la senatrice, sottolineando come «la giustizia, soprattutto in Calabria, ha bisogno di professionisti seri e capaci e certamente i due magistrati, peraltro entrambi calabresi, non potranno che operare bene, forti soprattutto della loro grandissima esperienza».

«Il dottore Curcio – ha detto ancora – arriva da altre procure e territori difficili, dove ha lavorato per tantissimi anni anche in ruolo di vertice, il dottore Guarascio, invece – che è peraltro il più giovane procuratore d’Italia – viene confermato nel distretto dove già operava, ma anch’esso insistente su un’area critica. Entrambi vantano, dunque, un lungo impegno e una grande competenza nel contrasto alla criminalità organizzata, fattori indubbiamente indispensabili per poter continuare a combattere, con forza, contro lo strapotere mafioso che attanaglia la nostra terra».

«Sono certa che anche le comunità di Catanzaro e Crotone li accoglieranno con entusiasmo – ha concluso –. Dunque intanto, da parte mia, buon lavoro a entrambi!». (rcz)

Don Alberto Torriani è il nuovo Arcivescovo di Crotone – Santa Severina

di PINO NANO Crotone ha da oggi il suo nuovo Arcivescovo. È don Alberto Torriani, 53 anni, nato a Bollate, periferia di Milano, e ordinato sacerdote nel 2000.

L’annuncio è stato dato da monsignor Claudio Maniago, Arcivescovo di Catanzaro e Amministratore Apostolico della diocesi, alla presenza di una folta rappresentanza fedeli, presbiteri e religiosi. Monsignor Claudio Maniago ha espresso gratitudine a Papa Francesco per «il dono del nuovo vescovo e per la disponibilità con cui don Alberto Torriani ha accolto questa responsabilità pastorale».

Don Alberto Torriani sarà consacrato vescovo il 22 febbraio prossimo, alle ore 15, nel Duomo di Milano e poi subito dopo si trasferirà in Calabria dove la Chiesa di Crotone – Santa Severina già si prepara ad accogliere il nuovo arcivescovo.

Don Alberto Torriani, che succede a monsignor Angelo Raffaele Panzetta – ha spiegato l’Arcivescovo di Catanzaro – «ha maturato negli anni una significativa esperienza pastorale ed educativa, ricoprendo ruoli di rilievo nella pastorale e nella guida di prestigiose istituzioni scolastiche cattoliche».

La prima reazione viene dalla Conferenza Episcopale Calabra: «“I vescovi della Calabria – si legge in una nota ufficiale- esprimono la loro gioia ed esprimono un augurio fraterno al neoeletto implorando su di lui la benedizione del Signore per un fruttuoso ministero pastorale in terra di Calabria».

«Caro don Alberto – gli scrive invece mons. Francesco Savino   come Vescovo della Chiesa di Cassano all’Jonio e Vice presidente della Conferenza Episcopale Italiana, desidero farti giungere il mio affettuoso augurio, insieme a quello dei presbiteri e dell’intera Comunità diocesana affidata alla mia premura pastorale. Ti è stato richiesto un “sì” che ti ha certamente sorpreso».

«La nostra Calabria – “nostra” perché da oggi è anche “tua” – è una terra benedetta da Dio, bella per le sue risorse naturali, bella per la genuinità della fede di tanta gente semplice, bella per tanta generosità. È, allo stesso tempo, una terra che continua a “gridare” l’urgenza dell’inculturazione del Vangelo, perché solo il Vangelo di Gesù può sanare le grandi ferite che segnano la storia del popolo calabrese. Noi Vescovi, insieme a tutte le donne e agli uomini di buona volontà, camminando insieme, abbiamo il dovere di promuovere il bene che lo Spirito continuamente semina per contribuire a costruire un presente e un futuro di Speranza. Ti accompagno con la preghiera in questo tempo di grazia della tua vita e, mentre ti assicuro la mia amicizia, ti rinnovo l’augurio di un ministero fecondo e profetico nell’Arcidiocesi di Crotone – Santa Severina».

  Semplicemente bellissimo, invece, il saluto del nuovo Arcivescovo Alberto Torriani alla terra e al popolo che si prepara ad accoglierlo e che parte da una citazione dotta di Italo Calvino. 

«Inutilmente, magnanimo Kublai, tenterò di descriverti la città di Zaira dagli alti bastioni. Potrei dirti di quanti gradini sono le vie fatte a scale, di che sesto gli archi dei porticati, di quali lamine di zinco sono ricoperti i tetti; ma so già che sarebbe come non dirti nulla. Non di questo è fatta la città, ma di relazioni tra le misure del suo spazio e gli avvenimenti del suo passato».

«In questi giorni di trepidazioni e di attese – scrive il nuovo pastore della Chiesa di Crotone – di immaginazioni e curiosità, di ascolti e di organizzazioni, ho trovato nelle parole di Italo Calvino una forma ai pensieri rincorsi e alle parole spesso zoppicanti, orientando scelte e incoraggiando passi. All’ingresso del mio ufficio da dove vi scrivo c’è un cartello con questa citazione, una sorta di ‘biglietto da visita’ in ingresso. In quel romanzo citato da quelle righe, il protagonista esploratore (Marco Polo) si ritrova alla fine del suo viaggio a dover raccontare all’imperatore tutte le città che ha visitato, i posti che ha visto, le storie che ha ascoltato e le persone che ha incontrato e che hanno abitato pezzi del nostro cuore e delle nostre memorie. Nella descrizione – e qui viene il bello – si attarda a descrivere vie e porticati, strade e gradini… eppure dice che raccontare tutto questo è come descrivere il nulla. Il segreto di quelle città immaginarie sono le relazioni».

Cosa vuol dire?

 «Vuol dire che tutto ciò che nei prossimi giorni e nelle prossime settimane raccoglieremo di informazioni e racconti reciproci sarà sempre la parte residuale di un tutto più grande visitato dalla creatività dello Spirito. Qui è scritta la ‘città’, ma mi piace sostituire questa parole con ‘la nostra Chiesa di Crotone – Santa Severina’: questa comunità raccolta attorno al Vangelo di Gesù ha il suo motore nelle relazioni buone e vere tra le persone che la abitano, tra le Istituzioni che ne garantiscono il funzionamento, tra le generazioni che ne segnano la vivacità, tra i luoghi che ne definiscono i confini… e credo di poter continuare a lungo questo elenco».  

Un uomo, dunque, che si prepara a scendere tra gente che non conosce, ma che sente già di poter amare. 

«Nel vangelo di Giovanni – scrive il nuovo Arcivescovo – c’è un racconto che voglio qui rilanciare: è al capitolo 21. Lì è descritto un incontro tra Gesù e alcuni suoi discepoli sulla riva del mare di Galilea, ignari costoro che Lui fosse il loro maestro Risorto. Ad un certo punto lo sconosciuto li saluta con una domanda: ‘Avete qualcosa da mangiare?’. Che vuol dire anche: ‘Avete di che vivere?’. Gesù si interessa di loro, alle loro vite concrete, e loro si sentono da Lui conosciuti. Questa domanda sorprendente fa venire voglia di dare fiducia a questo sconosciuto che è Gesù. Fa venire voglia di prendere sul serio le parole di Papa Francesco quando invita a coltivare la passione dell’incontro e farla divenire così lo stile del nostro essere Chiesa».

Eccola, dunque, la parola magica del nuovo pastore della Chiesa crotonese, “l’incontro”.

«Sarà questa la mia prima preoccupazione dei prossimi mesi.  Ripenso a quell’incontro all’alba – così come scritto nel Vangelo – e a quella domanda, immaginandola che risuona sulle coste del nostro mare, o suoi monti della nostra campagna, o nelle strade della nostre città o nei saloni, nei cortili e nelle Chiese delle nostre parrocchie e comunità, così come nelle cucine e nelle stanze delle nostre case.  So che molti hanno preparato il nostro incontro con operosità nella preghiera e nella corresponsabilità ecclesiale affinché continuasse la fase profetica del Cammino Sinodale in vista anche del Giubileo della Speranza del 2025 che per la nostra comunità diocesana vuol dire l’arrivo di un nuovo Pastore».  

Ma va oltre il nuovo Arcivescovo, parlando alla sua nuova gente: «Chiedo a voi di continuare l’attesa vigile e operosa del nostro incontro, e così come è scritto nella preghiera vi chiedo di affidarmi in particolar modo all’intercessione della Madonna di Capocolonna e ai nostri santi patroni Dionigi e Anastasia.  Il Signore vi benedica tutti!»  

Ben arrivato in Calabria anche da parte nostra, padre. (pn)

Antonio Scigliano eletto presidente del Comitato Consultivo Provinciale Inail per la Provincia di Crotone

Prestigioso incarico per Antonio Scigliano, che è stato eletto presidente del Comitato Consultivo Provinciale presso l’Istituto Nazionale per l’Assicurazione contro gli Infortuni sul Lavoro (Inail) per la Provincia di Crotone.

Le consultazioni, svoltesi ieri, hanno visto anche la designazione di Natallia Rusanava della Coldiretti, che assumerà il ruolo di Vicepresidente del Comitato.

«Ringrazio tutti i componenti designati per la fiducia che mi è stata accordata – ha dichiarato il presidente Scigliano, designato dalla Cgil come componente del settore Industria –. Sono onorato di assumere questo incarico e consapevole della responsabilità che esso comporta. Il Comitato Consultivo Provinciale è un organismo fondamentale per garantire la sicurezza e la tutela dei diritti dei lavoratori, ed è nostro compito fare in modo che le politiche di prevenzione e sicurezza sul lavoro diventino sempre più efficaci e vicine alle reali necessità del territorio».

«Siamo chiamati – ha ricordato – a lavorare in sinergia con tutte le parti sociali per affrontare le sfide in materia di infortuni sul lavoro, salute e sicurezza, e per migliorare le condizioni di lavoro in tutta la provincia di Crotone».

Il Comitato Consultivo Provinciale dell’Inail ha la funzione di supportare l’Istituto nelle sue attività di coordinamento e prevenzione infortuni sul lavoro, attraverso la raccolta di pareri e proposte sui temi legati alla sicurezza sul lavoro, alla salute dei lavoratori e alla distribuzione dei premi assicurativi. Il Comitato è costituito da rappresentanti organizzazioni sindacali, datoriali e istituzioni.

«“La sicurezza sul lavoro è un tema che ci sta particolarmente a cuore – ha aggiunto Scigliano – e, per questo, siamo determinati a proseguire il nostro impegno affinché il territorio calabrese possa essere sempre più sicuro per tutti i lavoratori. In particolare, il Comitato avrà il compito di monitorare l’andamento del fenomeno infortunistico e delle malattie professionali, e di promuovere tutte le iniziative utili a prevenire incidenti e migliorare le condizioni di lavoro, con il coinvolgimento delle istituzioni locali, degli enti di previdenza e dei sindacati».

Il Comitato si occuperà anche di esprimere pareri sulla formazione delle tariffe dei premi Inail, sull’applicazione delle leggi e sulle proposte relative al miglioramento dei servizi offerti dall’Istituto a livello provinciale. (rkr)

Don Mimmo Cittadino onorario di Catanzaro

di FRANCO CIMINO – Io, se non fossi stato io, ma altri da me, alle 16, 45, nel momento esatto in cui Francesco stava ricevendo, dal passo tremante d’emozione e paura, il nostro don Mimmo per coprirlo dei simboli del suo nuovo stato cardinalizio, avrei fatto suonare a festa le campane di tutte le chiese della Diocesi. In particolare, quelle di Catanzaro.

E della Basilica, che il giorno dopo avrebbe festeggiato la sua Madonna Immacolata, tanto cara ai catanzaresi. E non solo perché della Città è stata eletta Patrona. Se io fossi il indaco, che diciotto anni fa avrei potuto essere e che un giorno, tra diciotto anni, sarò, convocherei il Consiglio e proporrei “l’elezione” di don Mimmo a cittadino onorario di Catanzaro.

E gli chiederei scusa di averlo fatto così tardi e solo quando, come è successo per quasi tutte queste nomine, Egli è diventato assai importante. Un uomo celebrato, una personalità nota, direi pure famosa, di quelle che richiamano giornali e televisioni, e riempiono di gente la sala consiliare. Quella da decenni quasi sempre vuota di cittadini, fragile di partecipazione democratica, accesa sola per le liti di questa nostra politica. Gli chiederei scusa per il dubbio che questa Sua chiamata al ministero più vicino al servizio del Papa, potesse essere da noi concepita come assunzione di un ruolo di potere.

E di quello che possa avere(già ci si sta pensando nell’agitazione di fedeli e non), l’ultima sua estensione. Con conseguente cambio di colore della veste. “Vuoi vedere che…? Ci pensi? Si affaccerà dal balcone e dalla finestra più importanti del mondo. Tra quelli più importante della storia”. No, direi, nella motivazione che accompagnerà la delibera del Consiglio, che la nomina a Cittadino Onorario(aggiungerei onorato e onorevole), è data solo da quel che don Mimmo ha fatto qui. Dal suo essere sempre quel prete (e non chiamiamo più di strada, per favore, ché pure a Lui procura un qualche fastidio) che ha applicato il Vangelo con fermezza di fede e coerenza civile. Sì, anche civile, perché come Egli ha scritto nella nota lettera, da Napoli ai potenti d’Europa, per essere anche dei buoni “cristiani” in senso lato, dovremmo avere sul tavolo, o idealmente in tasca, il Vangelo e la Costituzione.

Che non a caso si rassomigliano per volontà della seconda di ispirarsi, o involontariamente essere ispirata, ad e da esso. Il lavoro che, silenzioso, don Mimmo ha fatto qui, è stato straordinario, incessante. In qualche modo anche “eroico”, ché eroismo e santità, camminano insieme lungo i sentieri più impervi e le strade più buie e “bucate”. Il silenzio, il suo, fatto di umiltà. E anche di intelligente prudenza, onde evitare che nonostante il sostegno e la fiducia di quel Vescovo bellissimo( un altro bel prete, Antonio Cantisani, l’altro Cittadino Onorario per il Suo dedicato amore alla nostra Città), venisse “scoraggiato” dai piccoli mediocri potenti nostrani, cui avrebbe provocato il prurito al naso l’idea che il “Capoluogo tranquillo”, l’isola felice tanto decantata, avesse, invece, tanti angoli di bruttezza. Quei ristretti spazi in cui si rinchiudevano per farsi male non poche persone, quasi tutti giovanissimi.

Gli esseri umani scartati ed emarginati da una società ipocrita ed egoista, della falsa opulenza e della civiltà negata. Un tessuto sociale sfilacciato, che già allora si presentava quale cartolina strappata proprio per la disattenzione delle istituzioni e delle stesse chiese locali nei confronti delle povertà crescenti e delle fragilità diffuse. E delle solitudini terrificanti. Il lavoro silenzioso di don Mimmo per le nostre vie senza luce, né dei lampioni, né degli occhi delle persone, rafforzatosi poi in quel Centro Calabrese di Solidarietà, divenuto sotto la sua guida una delle strutture sociale più importanti del Mezzogiorno, è stato un urlo nella notte dell’Umanità smarrita. Quell’urlo del cuore si riempì delle parole di quel giovane prete.

Le parole, quelle umane, prima della Parola, l’uomo, simile a quelli cui si chinava, prima del prete. Questo umile atteggiamento, per poter entrare nella fiducia dei diseredati e nella loro necessità di sentirsi abbracciati come persone da salvare e non come uomini e donne da convertire. Don Mimmo, faceva a trent’anni ciò che il suo illustre sconosciuto vescovo a Buenos Aires praticava da tempo, “curare gli esseri umani” per la bellezza della loro umanità e per il dolore di vedersela oltraggiata da tutti noi. Inginocchiarsi davanti a loro, senza condizioni e interesse alcuno. Per questa naturale rassomiglianza tra i due, è stato facile l’incontro a Roma tra il Papa e quel prete.

E poi, le successive tre chiamate, fino ai piedi dell’altare della Basilica di San Pietro, sabato scorso. L’ultimo nella fila degli ordinati, e primo ad inizio del Concistoro, quando da Francesco, don Mimmo, ha ricevuto l’alto onore di pronunciare il giuramento a nome degli altri venti Cardinali. Fatto questo assai significativo, che è sfuggito a molti. Cittadino Onorario, catanzarese, dunque! E presto. Perché tra poco don Mimmo non avrà neppure un minuto per sé, chiamato come sarà a girare per il mondo. A dire della Bellezza dell’uomo. Che si trova, non solo nei sofferenti, nei “vinti”, negli abbandonati alla solitudine di tutte le povertà. Ma nell’uomo, che si riscatta dalle sue miserie e dal suo egoismo, si china su poveri e li salva. Costruendo da lì un percorso di vera Giustizia per la vera Pace. (fc)

Montalto Uffugo pioniere nella Sperimentazione del Polo Digitale PA

È da Montalto Uffugo che partirà la sperimentazione del Polo Digitale PA, finalizzata alla promozione e all’attuazione della transizione digitale nelle amministrazioni locali.

L’annuncio è stato fatto nel corso del convegno “Innova Comune: Avvio della Trasformazione Digitale e Alfabetizzazione con il Ruolo dell’RTD“, organizzato dal Polo Digitale Calabria e svoltosi nella Sala Consiliare del Comune.

Questa scelta sottolinea l’impegno del Comune e il suo ruolo pionieristico nel processo di digitalizzazione, diventando così un esempio per altri enti locali.

L’Associazione Polo Digitale PA avrà un ruolo centrale nel rafforzare la rete tra gli Enti locali e le figure dell’Amministrazione Pubblica, come gli RTD e e degli ICT, sottolinea De Rango, all’interno di ciascuna realtà. Questo aiuterà a favorire la collaborazione e l’integrazione delle competenze necessarie per una transizione digitale efficace e condivisa. Il Polo Digitale PA si propone di essere un punto di riferimento per tutti gli enti locali, promuovendo la sinergia tra le diverse competenze e supportando gli amministratori nell’attuazione dei progetti di digitalizzazione.

L’evento, che ha visto la presenza di esperti del settore, amministratori locali e operatori pubblici, ha offerto uno spazio di confronto sulla trasformazione digitale nelle amministrazioni comunali, con un focus particolare sull’importanza della figura dell’RTD (Responsabile per la Transizione Digitale) e sul ruolo strategico delle tecnologie nell’ambito della Pubblica Amministrazione.

Ad aprire i lavori è stato il sindaco di Montalto Uffugo, Biagio Antonio Faragalli, che ha sottolineato l’importanza della digitalizzazione come strumento per migliorare la qualità dei servizi offerti ai cittadini e per rendere la pubblica amministrazione più efficiente e trasparente.

Il consigliere comunale con delega ai servizi digitali, Davide Lauria, ha approfondito il tema della digitalizzazione dei servizi per i cittadini e le imprese, mettendo in evidenza le opportunità offerte dalla tecnologia per semplificare le interazioni tra pubblica amministrazione e utenti.

Anche Ida Pasqua, Assessore alle attività produttive, ha dato il suo contributo, evidenziando come l’amministrazione comunale sia ben predisposta a perseguire i processi digitali e a sostenere l’innovazione tecnologica sul territorio.

Il punto focale dell’evento è stato il contributo di Emilio De Rango, Presidente del Polo Digitale Calabria/Polo Digitale PA, che, dopo aver presentato l’associazione e i suoi obiettivi, ed evidenziato come il Polo abbia lavorato instancabilmente per promuovere la trasformazione digitale nella regione, con particolare attenzione al rafforzamento della collaborazione tra il mondo imprenditoriale, quello accademico e le istituzioni locali, ha affrontato il tema cruciale della “Transizione Digitale negli Enti Pubblici“, indicando come il Polo Digitale PA stia guidando un cambiamento significativo nelle amministrazioni locali.

De Rango ha ribadito la necessità di adottare soluzioni innovative per rispondere alle sfide della modernizzazione e ha evidenziato il ruolo fondamentale dell’RTD nel garantire una gestione efficace del processo di digitalizzazione. Il suo intervento ha catalizzato l’attenzione dei partecipanti, confermando l’importanza di una visione strategica e di un coordinamento efficiente per una trasformazione digitale di successo.

Nel corso dell’incontro, Francesco Cannataro, Coordinatore Nazionale del Polo Digitale PA, ha fornito un bilancio a due anni dall’avvio del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr), analizzando gli sviluppi e le criticità emerse nelle amministrazioni pubbliche. Giuseppe Stumpo, RTD del Comune di Corigliano Rossano, ha presentato alcuni casi di successo legati all’implementazione del PNRR nel proprio comune, dimostrando come le politiche digitali possano concretamente migliorare i servizi ai cittadini.

Antonio Infantino, Coordinatore Regionale del Polo Digitale Calabria, ha poi approfondito il Piano Triennale della Transizione Digitale, illustrando le linee guida per gli enti locali e il ruolo chiave dell’RTD nella sua attuazione.

Francesco Beccari, consulente esperto in materia, ha discusso delle prospettive future della trasformazione digitale negli enti pubblici, con un focus sugli obiettivi da raggiungere nei prossimi due anni di PNRR.

Carmine Gallo, direttore del Polo Digitale Calabria e Presidente AICA Calabria, ha concluso il convegno evidenziando l’importanza delle certificazioni AICA per promuovere l’alfabetizzazione digitale nei dipendenti pubblici e negli amministratori locali.

Un momento particolarmente significativo dell’evento è stato il conferimento, da parte del Presidente Emilio De Rango, della qualifica di Socio Onorario per l’anno 2025 al Sindaco di Montalto Uffugo, Biagio Antonio Faragalli. Questo riconoscimento, deciso e votato all’unanimità durante l’ultima riunione del consiglio direttivo del Polo, celebra l’importante impegno del Comune nell’avanzare la trasformazione digitale sul territorio e la sua attiva volontà di collaborare alla promozione di un cambiamento digitale condiviso.

Il convegno ha fornito stimoli concreti per una riflessione sulla trasformazione digitale nelle amministrazioni locali, sottolineando l’importanza di una visione condivisa, di una governance strategica e di un forte impegno nella formazione del personale pubblico per affrontare le sfide del futuro digitale.

L’evento è stato un’occasione fondamentale per ribadire il ruolo centrale del Polo Digitale Calabria / polo digitale PA nel guidare la trasformazione digitale del territorio calabrese e nazionale, con un’attenzione particolare alla formazione e all’innovazione nei processi amministrativi. Un passo importante verso il futuro della pubblica amministrazione e dei suoi cittadini. (rcs)

Sarà restaurato il Duomo di Catanzaro

Catanzaro e i catanzaresi riavranno il loro Duomo. Una notizia «tra le migliori che Catanzaro potesse ricevere. Sicuramente, era tra le più attese», ha scritto in una nota la consigliera comunale Daniela Palaia, esprimendo apprezzamento «per quanti, Regione e ministeri competenti, non senza difficoltà e a distanza di molto tempo dalla chiusura al pubblico del sacro edificio, sono riusciti a mettere insieme le risorse necessarie per un intervento che certo non è semplice, tutt’altro e per l’esecuzione del quale occorrono know how e specializzazione».

«La privazione del suo duomo – ha continuato Palaia – è stata per il Capoluogo una vera e propria ferita dell’anima e la prospettiva concreta di un restauro tanto complesso quanto profondo, oggi ci fa tirare un vero e proprio sospiro di sollievo».

«Non si tratta solo di recuperare una componente fondamentale del centro storico – ha spiegato – si tratta anche di ritrovare un luogo identitario, che ha riempito di sé la vita di laici e credenti, catanzaresi che continuano a confidare nella possibilità che la città torni a riconoscersi positivamente nella propria storia migliore».

«Mentre attendiamo che diventi definitiva l’aggiudicazione della gara bandita dal Provveditorato alle opere pubbliche, quindi – conclude la consigliera – auspichiamo che anche la gara per il totale completamento dell’intervento faccia rapidamente il suo corso e che questa parentesi triste e dolorosa possa presto essere chiusa per sempre». (rcz)