La Calabria non sa utilizzare, oltre a non sapere spendere i fondi dell’Europa. Due notizie di questi giorni confermano questa insopportabile verità. Occorre dunque rivedere, riprogrammare e utilizzare capacità e competenze per usufruire delle opportunità che i Fondi europei offrono. La prima notizia riguarda la metro leggera che avrebbe dovuto collegare Cosenza con Rende e l’Università della Calabria: i ritardi sul progetto hanno costretto l’autorità di gestione del Por Calabria a comunicare alla Commissione Europea la volontà di ritirare il grande progetto della metro-tranvia. Da un lato esultano una parte di cittadini del centro storico che temevano di dover sopportare un lungo sventramento della città e il Movimento 5 Stelle che si è da sempre schierato contro, dall’altro è la conferma del fallimento, dell’incapacità progettuale della nostra classe dirigente. Come per tutte le opere destinate a cambiare la mobilità delle città e del centro storico, erano evidenti i disagi richiesti alla popolazione, ma dall’altro si trascura di pensare ai vantaggi futuri che qualsiasi miglioramento nei trasporti è destinato a portare. Come se non bastasse, è arrivata anche la conferma che il progetto del nuovo terminal dello scalo internazionale di Lamezia Terme è stato accantonato.
È stata il commissario europeo Elisa Ferreira, che si occupa di coesione e riforme, a comunicarlo all’europarlamentare Laura Ferrara che aveva chiesto notizie con una interrogazione a Bruxelles. Il motivo dell’accantonamento? Semplice: troppi ritardi nella programmazione e quindi esclusione del progetto dai finanziamenti già previsti e predisposti nel 2016. Quattro anni buttati via, un investimento di oltre 51 milioni di euro, di cui 17 ascritti al piano regionale di azione e coesione, svanito e con esso l’obiettivo di dotare lo scalo di Lamezia, che – ricordiamolo – risulta uno dei 12 aeroporti strategici per l’Italia di un’aerostazione degna di un aeroporto internazionale. Invece, niente.
Secondo quanto ha dichiarato il sindaco di Lamezia Terme Paolo Mascaro, «Già da almeno due anni si aspettava l’intervento della Sacal, la società di gestione dei tre aeroporti calabresi, che doveva investire 34 milioni di euro». La Sacal – secondo Mascaro – non è riuscita a reperire attraverso un mutuo bancario la somma necessaria ed è stato necessario cercare altre soluzioni. Il sindaco Mascaro ha detto che vi è una continua interlocuzione per l’adeguamento dell’aerostazione e, a quanto pare, esistono 25 milioni di fondi accantonati a tal proposito, per i quali si attende la rimodulazione del progetto.
L’intervento europeo faceva riferimento al Por regionale Calabria 2007-2013, scaduto il quale senza alcuna progettazione valida, non è stato più possibile agganciarsi al Piano operativo regionale 2014-2020 che non preveda investimenti destinati allo scalo di Lamezia. Era un sogno la nuova aerostazione che avrebbe dovuto prendere il posto della “baracchetta” che attualmente viene spacciato per terminal: in un’area di 24 mila mq avrebbe dovuto vedere la luce un’aerostazione avveniristica e funzionale, in grado di poter gestire un traffico vicino ai 3-4 milioni di passeggeri l’anno (attualmente sono 2,5 milioni). Il Covid, in questo caso, non c’entra niente, è l’incapacità di progettare e saper accedere ai soldi che, regolamrnete, vengono retsituiti – inutilizztai – alle Ue e che vanno a finire a Paesi più furbi e svegli del nostro.
Il deputato Nicola Carè di Italia Viva, eletto nella circoscrizione estera Africa, Asia, Oceania e Antartide, calabrese originario di Guardavalle, ha stigmatizzato la perdita del finanziamento: «Non posso che essere deluso e amareggiato – ha dichiarato – per l’accantonamento, a causa di ritardi nella realizzazione dell’opera, del progetto di 51 milioni di euro, approvato dalla Commissione europea nel mese di luglio del 2016, che prevedeva la realizzazione della nuova Aerostazione nell’Aeroporto Internazionale di Lamezia Terme. Un’opera necessaria, in quanto lo scalo calabrese, tra i 12 aeroporti nazionali ritenuti a rilevanza ‘strategica’, non è più sufficiente ad accogliere il transito di passeggeri sempre crescente che si attesta sui tre milioni circa all’anno. La comunicazione ufficiale dell’esclusione del progetto, peraltro già nota, da parte del Commissario Europeo per la coesione e le riforme Elisa Ferreira, implica l’assunzione di un forte senso di responsabilità e la necessità di rilanciare l’idea e realizzare un’infrastruttura che è indispensabile per lo sviluppo della Calabria. Da quanto si apprende, infatti, esistono accantonati fondi pari a 25 milioni di euro destinati proprio alla realizzazione dell’Aerostazione che attestano la volontà dell’amministrazione regionale di procedere alla materializzazione dell’opera e la necessità di procedere entro la data del 31 dicembre 2020 alla rimodulazione del progetto. Questa volta, però, è necessario – ha concluso l’on. Carè – rispettare tempi, termini e modi di realizzazione dell’opera. Non bisogna più sbagliare. Solo così è possibile rilanciare il sistema aeroportuale calabrese, incrementando le rotte internazionali su Lamezia Terme e creando uno sviluppo sinergico con gli scali di Reggio Calabria e Crotone».
Sulla bocciatura del progetto di Lamezia da parte della Commissione europea, è intervenuto anche Pippo Callipo, leader di Io resto in Calabria: «È la cronaca di un fallimento annunciato, un’altra occasione persa per l’intera Calabria. È indispensabile che si faccia prima possibile una seria operazione verità sui fondi europei. Tra l’altro, è di qualche giorno fa anche l’audizione del ministro per il Sud e la Coesione Territoriale, Giuseppe Provenzano, in Commissione Affari europei del Senato, durante la quale è emerso un ritardo della Calabria sul Fondo europeo di sviluppo regionale, il cui utilizzo è fermo al 25%. Un dato preoccupante, tanto quanto quello emerso dalla risposta del Commissario europeo per la coesione e le riforme Elisa Ferreira all’interrogazione dell’europarlamentare Laura Ferrara sul progetto dell’aerostazione di Lamezia».
«In quest’ultimo caso la Commissione europea – prosegue il capogruppo di IRIC – conferma ciò che si sapeva già da tempo, ma resta il fatto che è stato presentato un progetto ambizioso e poi tutto è rimasto sulla carta, con i lavori che non sono mai partiti. Regione e Sacal ora almeno dicano cosa intendono fare per investire sull’aeroporto che rappresenta la nostra principale porta d’ingresso internazionale, visto che anche in relazione ai collegamenti di “ultimo miglio” tra la stazione ferroviaria e l’aeroporto si registrerebbero notevoli ritardi».
«Tutto ciò è grave e non può passare sotto silenzio. È doveroso che i calabresi sappiano di chi sono le responsabilità di questi clamorosi insuccessi e che chi ha dimostrato tanta inadeguatezza politica e gestionale ne risponda pubblicamente. Non si può perdere altro tempo. Se non si mette in campo una pianificazione seria che porti a ricadute reali sull’economia – conclude Callipo – è inutile anche solo parlare di qualsiasi ipotesi di sviluppo per la nostra regione».
Un’interrogazione alla presidente Santelli è stata a questo proposito presentata dal consigliere del Gruppo Misto Francesco Pitaro per sapere «se ha contezza di quanto evidenziato dagli organi di stampa, in merito al fatto che il progetto relativo alla realizzazione della nuova aerostazione di Lamezia Terme è stato escluso dal programma di investimenti europeo; quali interventi intende porre in essere, con riferimento alla Sacal di cui la Regione è detentrice di importanti quote azionarie, al fine di comprendere le ragioni dei ritardi a cui è imputata l’esclusione del progetto e le eventuali responsabilità; quali atti e interventi politici e amministrativi intende adottare al fine di permettere all’Aeroporto internazionale di Lamezia Terme, in cui vi è un importante flusso di passeggeri, e che è centrale e fondamentale per gli spostamenti da e per la Calabria oltre che strategico per qualsivoglia progettualità di sviluppo reale, di realizzare la nuova aerostazione moderna e tecnologica che tutto il territorio e i calabresi attendono da anni».
Per quel che riguarda, invece, la bocciatura della metro Cosenza-Rende, il sindaco Mario Occhiuto sarà ascoltato venerdì prossimo 29 maggio dalla Commissione Trasporti del Comune di Cosenza. Gisberto Spadafora, presidente della Commissione Trasporti unitamente alla collega Anna Rugiero della Commissione Lavori Pubblici, ha chiesto di sentire il sindaco Occhiuto «per conoscere lo stato dell’arte dei lavori», sulla prosecuzione o meno degli stessi, «alla luce delle dichiarazioni rese in questi giorni dall’eurodeputata Laura Ferrara, prontamente smentite dall’Amministrazione comunale». «È importante – ha detto Spadafora – fare chiarezza nell’interesse dei cosentini che, rispetto alla fattibilità o meno dell’opera, mostrano, in questo particolare momento, una sorta di comprensibile disorientamento».
Il sindaco Occhiuto, com’è noto, difende l’opera che di fatto è bloccata, dividendo il centro storico della città. Una mega impresa “incompiuta” da 220 milioni che, a causa dei ritardi, rischia di perdere definitivamente i finanziamenti europei senza i quali diventa impossibile portare a termine il collegamento. «Fermare la metrotranvia è una follia – ha detto il primo cittadino di Cosenza -.
Mentre tutto il mondo va nella direzione del traporto pubblico urbano e della riduzione del traffico veicolare e dell’inquinamento, qui si decide, dopo aver appaltato un’opera, di fare il contrario, con quale risultato? La ditta esecutrice pretenderà non solo il mancato utile ma anche il risarcimento danni per i lavori avviati e non completati». Il progetto – secondo il sindaco di Rende Marcello Manna, è invece da rimodulare «anche perché ha quasi 20 anni». (rp)