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spirlì al consiglio regionale della Calabria

Spirlì: la soluzione per la sanità è l’azzeramento del debito e Irto incalza Longo

Per il presidente f.f. della Regione Calabria, Nino Spirlì, l’unica soluzione percorribile per la sanità calabrese «è un intervento straordinario dello Stato che non sottragga alla Regione i poteri di organizzazione e di coordinamento, ma imponga, attraverso un piano straordinario, la verifica e la determinazione certa del debito e il conseguente azzeramento di tutte le pendenze pregresse».

È quanto ha dichiarato nel corso dei lavori in Consiglio regionale della Calabria, dedicata alla situazione della Sanità calabrese, Spirlì, aggiungendo che «nei giorni scorsi, ho inviato una richiesta accorata al presidente Draghi, in quanto convinto che, senza l’azzeramento del debito sanitario, questa regione non potrà mai ambire a offrire ai propri cittadini il sacrosanto diritto alla salute».

«Noi – ha affermato – siamo al fianco del commissario ad acta. Il prefetto Longo è arrivato in Calabria nel momento più drammatico della storia dell’umanità e non poteva che essere accolto in amicizia. In qualità di rappresentanti eletti o nominati, non avremmo potuto lasciarlo solo».

Il commissario Longo, dal canto suo, ha ribadito di aver «accettato perché si trattava della Calabria, qui ho pochissimi amici ma i più fidati e sinceri, e sono reggini. Ho sentito di compiere questo sforzo per il popolo calabrese, non ho altri interessi, men che mai economici», e che ha «trovato una sanità in situazioni precarie sotto l’aspetto gestionale e funzionale. Le prestazioni sono quelle che sono, abbondantemente al di sotto dei livelli essenziali di assistenza».

Nel corso dell’incontro, Spirlì ha parlato del caso del Sant’Anna Hospital di Catanzaro, ricordando che ha inviato una lettera indirizzata ai ministri Roberto Speranza e Luciana Lamorgese, ai rispettivi capi di gabinetto e al sottosegretario Molteni, in cui chiedo che venga disposto un team di ispettori sul caso Sant’Anna. Certi atteggiamenti non possono essere più tollerati. Chi ha sbagliato dovrà pagare».

«Su Villa Bianca – ha aggiunto – non è più possibile aspettare che si coordinino interessi che devono essere dichiarati. Questa struttura può e deve recuperare 100 posti di degenza. Il generale Pirro è al fianco del commissario Longo nella campagna vaccinale e sta dando una grande risposta alla nostra terra. Chiunque altro ci avrebbe lasciato il dubbio, l’Esercito no. Abbiamo ottenuto risultati a Cosenza, Catanzaro, Lamezia Terme e nella Piana».

Il commissario Longo, invece, ha dichiarato che «l’accreditamento e le verifiche sono state fatte, tutto è risultato secondo legge, ho intessuto interlocuzioni con l’Asp affinché proceda alla firma dei contratti per il 2021, fermo restando il procedimento penale pendente. Interloquirò con la Procura per quanto possibile».

«Sulle prestazioni della struttura – ha proseguito Longo – si sono espressi tutti, anche l’Agenas. Non per nulla era stata inserita fra le strutture sanitarie nella rete ospedaliera di prestazioni sanitarie. È un discorso che si cercherà di definire nel modo più equo possibile, perché ne va della salute dei calabresi».

Per quanto riguarda le vaccinazioni, «siamo passati dalle 2.500 somministrazioni al giorno alle 12mila di venerdì, alle 19mila di sabato e alle 15mila di domenica scorsi. Questi numeri sono possibili solo utilizzando la piattaforma, gestita in maniera centralizzata dalla struttura che è all’apice: commissario, Protezione civile ed Esercito. Le 23mila schede mancanti stanno per essere inserite in piattaforma e confluiranno nei dati che saranno ufficiali a livello nazionale» ha dichiarato Spirlì, aggiungendo che «la nostra sanità è offesa e non può andare con lo stesso passo di altri. Chi attacca in maniera strumentale la Regione non rende un buon servizio. Ereditiamo un dipartimento azzoppato, ma che, grazie al direttore generale Brancati, sta ritrovando una propria dignità, col passo lento di chi deve costruire sulla roccia e non sulla sabbia».

Longo, sempre sui vaccini, ha ricordato che «la Calabria è l’unica regione in Italia che ha tre piani vaccinali, le altre si sono adeguate al piano nazionale. Noi ci siamo voluti calare nella realtà» e ha riferito che «contiamo di andare avanti e superare il limite delle 20mila vaccinazioni al giorno. Non abbiamo nulla da invidiare a nessuno sul piano delle somministrazioni».

«L’emergenza sanitaria in Calabria ha raggiunto, da anni – ha spiegato Spirlì – livelli ormai insostenibili. La pandemia ha, di fatto, aggravato la situazione facendo emergere l’incapacità del sistema sanitario regionale di offrire livelli minimi di assistenza sanitaria. Sebbene abbia manifestato pubblicamente la mia contrarietà alla riproposizione del Decreto Calabria, ho inteso, fin dal primo giorno, insieme alla Giunta, avviare un percorso di collaborazione e di sostegno alle attività che l’organo commissariale ha inteso perseguire».

«Tra i primi atti posti in essere – ha sottolineato Spirlì – vi è stata la decisione di sancire formalmente il supporto di tutte le risorse umane e strumentali del dipartimento Salute che, a seguito di deliberazione della Giunta regionale, sono stati formalmente messe a disposizione della struttura commissariale. Abbiamo inoltre avviato una serie di manifestazioni di interesse per l’assunzione di funzionari e personale dirigente per completare ulteriormente il contingente del dipartimento».

«La Giunta, inoltre – ha continuato – ha recentemente completato l’iter di assegnazione di 175 milioni di euro, per investimenti e per l’assunzione di nuove professionalità nel servizio sanitario regionale e per favorire una più celere attuazione delle relative procedure di spesa».«Con senso di responsabilità, nonostante la confusione dettata dalle norme vigenti che attribuiscono al commissario ad acta l’attuazione del piano operativo Covid e del piano vaccinale, abbiamo fronteggiato l’emergenza istituendo le zone rosse, approntato un piano straordinario di riconversione delle strutture per l’ampliamento dei posti letto e distribuito ingenti risorse per far fronte alle nuove assunzioni, grazie, soprattutto, a un costante lavoro degli uffici regionali, dei dipartimenti di prevenzione e di tanti amministratori locali».

«Per rappresentare il quadro del nostro sistema sanitario – ha concluso Spirlì – basterebbe un solo dato: nell’ultimo decennio nelle strutture sanitarie calabresi sono stati investiti circa 15 euro pro capite, mentre, nello stesso periodo, la media nazionale è stata di 45 euro. Il Piano di rientro della Regione Calabria, del 2009, prevedeva una serie di interventi finalizzati a ristabilire un equilibrio economico-finanziario. Ma così non è stato. Troppe le criticità e le inadeguatezze che hanno portato alla nomina di commissari e a vari interventi del Governo culminati con i due Decreti Calabria che, di fatto, hanno completamente esautorato la Regione di poteri di organizzazione e coordinamento».

Il commissario Longo, nel suo intervento, ha ricordato che «abbiamo due aziende sciolte per mafia. In una ho potuto nominare un commissario, nell’altra permane  lo scioglimento e finirà a ottobre. La commissione straordinaria di Reggio non ha sortito gli effetti e sperati sul piano della gestione aziendale, perché i problemi che riguardano l’Asp di Reggio Calabria sono noti, ma non ho poto constatare passi avanti. Sto concordando con il nuovo commissario la strategia per cercare almeno di quantificare il debito, anche se secondo me è che sarebbe necessaria una gestione stralcio in modo da separare passato e presente, altrimenti non se ne può uscire»

«Lo stesso dicasi – ha aggiunto – per l’altra Asp oggi falcidiata, quella di Cosenza, dopo un’inchiesta giudiziaria che ha accertato la falsità di tre bilanci (2015-16-17) e quindi impedendo di fare i bilanci successivi. Ai tavoli ministeriali, ho proposto la sospensione del termine trimestrale in modo da dare al nuovo commissario di quantificare almeno il debito del contenzioso e poi poter ripartire. Aspetto la risposta, si vedrà. Le altre Asp non sono in situazioni eccellenti. Non ho potuto approvare i bilanci 2018-19 dell’Asp di Vibo Valentia perché c’erano risultanze negative, lo stesso per l’Asp di Crotone e il Pugliese di Catanzaro. La situazione non rende tranquilli ma con i muovi commissari stiamo vedendo come correggere le questioni contabili. L’Asp di Catanzaro ha anch’essa problemi di bilancio, non come le altre ma ha problemi di disavanzo».

«Farò, a breve – ha annunciato – il programma operativo 22-24, partendo ovviamente dalla emergenza Covid, che ha reso il precedente programma un po’ inattuale. Procederò immediatamente, in tempi più o meno brevi, partendo dall’emergenza Covid e affrontando anche le problematiche che si porranno post Covid, perché il post Covid imporrà scelte diverse rispetto al passato, valutazioni e programmi diversi, ahimè purtroppo».

«Il presidente Spirlì e la Giunta – ha spiegato ancora Longo – mi hanno dato tutto un Dipartimento, anche se è un po’ falcidiato negli anni. Mancano capi settore, ma abbiamo la fortuna di avere come il dirigente generale del Dipartimento Brancati, che non è secondo nessuno per competenza e professionalità. Mi sono stati affiancati di recente due sub commissari e stiamo avendo un grosso supporto da parte dell’Agenas: sono arrivate 15 unità, ne mancano ancora 21 ma hanno bandito nuovi concorsi e ci manderanno gente qualificata e che ha già lavorato in Calabria. Stiamo andando avanti e conto molto di poter ridisegnare la sanità calabrese sulla base del programma 2022-24».

Nel corso del dibattito in Consiglio regionale, il vicepresidente Nicola Irto ha incalzato il commissario Longo: «Qual era lo stato dell’arte della Sanità al momento del suo insediamento a dicembre scorso, con riferimento ai numeri dei posti letto di Terapia Intensiva e di Terapia Sub-intensiva in regione? E a che punto è il famoso “piano anti Covid”?». Sono alcune delle domande poste al commissario regionale alla Sanità, Guido Longo da Nicola Irto, consigliere regionale del Partito democratico e candidato alla presidenza della Regione Calabria.

«Vorremmo inoltre sapere – ha proseguito Irto – a quanto ammontano gli stanziamenti pervenuti dal Governo centrale alla Regione Calabria, a vario titolo, per l’emergenza Covid e come sono stati spesi o impegnati. E sulle vaccinazioni: al netto degli annunci spot e delle televendite, la Calabria è la peggior regione italiana per dosi somministrate in rapporto alla popolazione. Molte delle problematiche che stanno causando rallentamenti al piano vaccinale e più in generale alla macchina organizzativa, – ha evidenziato Irto – sono dovuti alla carenza di dosi e alla poca chiarezza sul fronte dell’approvvigionamento. Sappiamo che nei prossimi giorni è in programma un incremento in tal senso. Può dirci quali sono le scadenze previste e il piano di distribuzione sul territorio? Come si pensa di somministrarle nel più breve tempo possibile?».

«Abbiamo pieno e assoluto rispetto della sua persona e del suo ruolo – ha poi aggiunto Irto rivolgendosi al commissario Longo –, e l’abbiamo apprezzata come uomo di legge e come espressione alta delle istituzioni dello Stato, ma un generale senza esercito non può vincere la guerra. Così com’è necessario che una risposta arrivi dal presidente facente funzioni Spirlì e dalla sua Giunta su temi strettamente connessi alla gestione dell’emergenza Covid e più in generale alla gestione del Servizio Sanitario Regionale. A cominciare dalla mancata approvazione, in diverse aziende, o alla ormai inattualità, degli Atti aziendali, passando per la rete ospedaliera cannibalizzata dalle gestioni del passato, a cui non solo dobbiamo il commissariamento della sanità calabrese, ma anche i provvedimenti che hanno avviato lo smantellamento di presidi da Trebisacce, Cariati, Praia a Mare, Amantea fino a Siderno o Oppido. Ospedali che oggi devono essere riaperti come presidi di prossimità o come strutture di zona disagiata. Stessa sorte che non vorrei fosse riservata ai fondi Invitalia specifici per i nuovi ospedali che devono nascere in Calabria: il governo regionale si sta occupando di monitorare la situazione? Sta marcando stretta Invitalia affinché quei fondi siano finalmente disponibili? Non lo sappiamo, anche di questo argomento non se ne parla né qui, né tantomeno sui giornali. Su questi e su molti altri temi aperti per la Sanità calabrese non si può attendere che la regione torni al voto, ma urgono interventi immediati e concreti». (rrc)