AEROPORTO DELLO STRETTO, ADDIO LIMITI
PER PREPARARE IL RILANCIO DELLO SCALO

Forse è la volta buona che si prepara sul serio il rilancio dell’Aeroporto dello Stretto. Le limitazioni operative dello scalo hanno fino ad oggi penalizzato Reggio e il suo traffico: per poter atterrare i piloti devono avere una speciale abilitazione con formazione aggiuntiva che non tutte le compagnie aeree richiedono. Piuttosto che investire nella formazione specifica per particoli condizioni di atterraggio “difficile”, RyanAir, per esempio ha preferito ignorare nelle proprie rotte lo scalo reggino. Qualcosa sta, però, cambiando grazie all’encomiabile attivismo dell’on. Francesco Cannizzaro, il deputato reggino famoso per gli emendamenti dell’ultimo minuto a favore di Reggio: ha “strappato” 27,5 milioni per l’Aeroporto nella finanziaria 2019, e 15 milioni, in quella attuale, per la portualità di Reggio. Cannizzaro ha chiesto una riunione operativa all’Enac (l’Ente Nazionale di Aviazione Civile) per discutere delle “limitazioni operative” dell’Aeroporto dello Stretto.

Un incontro di due ore al quale hanno preso parte il Direttore generale dell’Ente Alessio Quaranta ed il Direttore centrale vigilanza tecnica Claudio Eminente. Con il parlamentare reggino c’erano il Presidente della Sacal, la società di gestione degli aeroporti calabresi, Giulio De Metrio ed il Direttore generale della stessa società Piervittorio Farabbi, l’assessore ai Trasporti della Regione Calabria Domenica Catalfamo ed il Dirigente del settore Giuseppe Pavone.

Francesco Cannizzaro e Giulio De Metrio
Francesco Cannizzaro e Giulio De Metrio all’Enac

Nell’incontro con Enac sono stati affrontati vari temi relativi al rilancio dell’Aeroporto di Reggio Calabria, due in particolare quelli più rilevanti: l’accelerazione degli investimenti relativi ai 27,5 milioni di euro disponibili grazie all’Emendamento Cannizzaro che ha portato alla firma della Convenzione Mit-Enac-Sacal nel luglio scorso, per i quali oggi sono stati definiti gli impegni di tutte le parti per addivenire il più rapidamente possibile all’avvio dei lavori; la rimodulazione delle limitazioni all’atterraggio, che rappresentano una barriera all’ingresso da parte di molti vettori aerei. E si è registrata grande disponibilità da parte dell’Ente di Aviazione a superare un ostacolo allo sviluppo dello scalo reggino: abbattere l’atavico intoppo delle limitazioni renderebbe immediatamente appetibile l’Aeroporto, attraendo nuovi vettori.

Dal canto suo, il presidente della Sacal De Metrio ha predisposto la documentazione che fornisce nuovi elementi di giudizio per supportare l’Enac nell’eliminazione le delle limitazioni esistenti, rendendo fruibile lo scalo a tutte le compagnie aeree e con costi operativi ridotti rispetto ad oggi. Enac, condividendo l’opportunità di rilancio dell’Aeroporto e recependo le richieste in tal senso dell’on. Cannizzaro e dell’Assessore regionale Catalfamo, effettuerà in tempi stretti un’attenta e scrupolosa verifica della documentazione, con l’obiettivo di giungere al più presto all’eliminazione delle restrizioni.

Da segnalare l’impegno del presidente De Metrio, che si sta spendendo oltremodo nel dare nuovi impulsi dando le giuste attenzioni all’infrastruttura reggina in chiave di rilancio dell’intero territorio calabrese e di tutto il suo sistema aeroportuale. Fondamentale anche il supporto tecnico dell’assessore Catalfamo costantemente impegnata a dare il suo apporto per la definitiva soluzione del problema. Tutte le componenti tecniche oggi hanno cooperato sedute allo stesso tavolo per addivenire ad una soluzione efficace, manifestando ampia apertura verso un rapido superamento dell’annosa problematica.

Calabria.Live ha chiesto all’ing. Michele Buonsanti, professore di Modleli per la Sicurezza dei Trasporti al Dipartimento di Ingegneria dell’Università Mediterranea di Reggio e grande conoscitore dei problemi dello scalo reggino, come valuta l’iniziativa dell’on. Cannizzaro presso l’Enac.

«Apprendo con moderata soddisfazione – afferma l’ing. Buonsanti – la notizia del qualificato, quanto importante  incontro avvenuto in sede Enac tra la delegazione calabra, diretta dall’on.le Cannizzaro ed i vertici dell’Autorità preposta al controllo dell’aviazione civile e commerciale italiana. Mi compiaccio, poiché finalmente qualcuno ha messo sul giusto  tavolo  il vero ed unico problema dello scalo reggino, ovvero la sicurezza operativa di atterraggi e decolli. Problema atavico che  periodicamente si ripete specie quando l’evoluzione dei velivoli commerciali compie un salto di scala in termini di performance operativa e non solo per capacità di trasporto.

Era successo al salto F27 con DC9-30 quando operava l’ATI, si ripeté quando avvenne il cambio DC9-30 / MD80 con Alitalia concludendosi al passaggio finale con la classe Airbus 320.

La problematica riscontrata è sempre la stessa ovvero la fase  finale di avvicinamento che per particolarità orografiche non consente un perfetto allineamento alla pista in tempi quote e velocità normalmente utilizzate in altri aeroporti.

Questo ha impedito la classificazione come strumentale del nostro aeroporto (ed invece sarebbe bastato poco anche in passato intervenire con opportune radioassistenze, sulla pista 15 lato testata 33,  per  ovviare questo annoso problema che comporta la non operatività dello scalo quando le condizioni di visibilità scendono sotto le minime del volo a vista e quindi, paradossalmente un velivolo da turismo vola (VFR Speciale) e la linea resta a terra.

Ad ogni modo quello che ho potuto apprezzare è che finalmente  si parla di intervenire sulle restrizioni operative che toccano la pista 15/33. Queste non sono poche, ben 2 pagine di AIP (Aeronautical  information publication). Tra l’altro non è solo un problema di giusta quanto opportuna qualificazione e mantenimento delle current specifiche per l’avvicinamento RWY 33,  bensì limitazioni sono presenti per vento al traverso, pista bagnata ed altro, che rendono oggettivamente complesso un uso normale della infrastruttura.

Atteso che  si parla di interventi idonei alla eliminazione (personalmente  mi sembra  una parola troppo prematura, visto lo stato dell’arte) delle restrizioni, anche una loro adeguata riduzione potrebbe consentire attività operative più spedite aprendo la fruibilità a più operatori, con meno limitazioni.

Non sono pochi gli interventi mirati per garantire  una maggiore sicurezza del volo  ma ribadisco, dovranno essere mirati a risolvere un problema vero e concreto, non intervenire, avendo le somme a disposizione, per spendere  comunque.

Ho avuto modo di leggere il piano di intervento e non posso che apprezzare il primo della lista appaltato (così leggo dalla stampa). Gli aiuto visivi, cui l’intervento è proposto sono una componente fondamentale nelle procedure di avvicinamento ma anche nelle fasi di taxi durante  le operazioni notturne. Ma in ogni modo il punto debole e critico di tutto il sistema  è la fase finale dell’avvicinamento per la pista 33 ove il raggio di virata (migliorabile) comporta per i velivoli di linea l’allineamento finale a quote variabili tra 200 e 300 ft., poco, molto poco specie nella distanza tra allineamento e touchdown. Se poi si pensa che il velivolo pesa intorno a 70 tonn. e viaggia a  circa 5 km al minuto si comprende la grande energia in gioco, per portare in stato di fermo pista il velivolo. (e qui si spiegano quelle non dolci frenate cui spesso è necessario ricorrere)

Ecco quindi la necessità di un intervento profondo e radicale per gli avvicinamenti per RWY33, evitando di pensare che l’evoluzione tecnologica, specie degli apparati GPS, possa essere la completa  risoluzione del problema. Certamente eccellenti ausili ma a volte, impossibilitati a risolvere alla radice il problema, che da noi è il tratto in curva, necessariamente manuale, tale da non consentire nessun automatismo. Logica la richiesta di garanzie per gli equipaggi che volano questa procedura.

Personalmente, in funzione delle mie conoscenze  non penso che l’introduzione di nuove tecnologie possa eliminare totalmente una restrizione dettata dalla morfologia dei luoghi. Ovvero, l’autorità manterrebbe la richiesta di qualifica sull’aeroporto per i comandanti di velivoli commerciali, ma certamente  potranno allentarsi altri vincoli e questo è un bene che se realizzato andrà riconosciuta la brillante iniziativa del parlamentare reggino.

Nondimeno, ritengo sempre in funzione della mia esperienza che potrebbero essere percorse altre strade atte a verificare la possibilità di una modifica, sempre con procedura RNAV, del sentiero di avvicinamento al fine di aumentare il più possibile il raggio di virata ovvero, avere distanze finali, dopo il livellamento,  molto più consistenti e tali da consentire manovre di modifica delle traiettorie finali.

Importante in ogni caso mirare gli interventi il più possibile alla Sicurezza del Volo: serve più una procedura di sicurezza, una radioassistenza, un aiuto visivo, rispetto a maquillage che certamente hanno la loro dignità ma sulla scala delle funzionalità, mi permetto esprimere dubbi». (rrm)

 

Michele Buonsanti*

 

*Michele Buonsanti è professore al dipartimento di Ingegneria di Reggio Calabria, di Modelli per la Sicurezza dei Trasporti. Parimenti è docento presso lo Stato Maggiore Aeronautica Istituto per la Sicurezza Volo, per i corsi di S.V. agli ufficiali della F.A. . E’ qualificata Ufficiale Sicurezza Volo ed Investigatore oltre ad essere  Istruttore CRM.

Pilota Civile dal 1980

2021: ultima chiamata per l’Aeroporto dello Stretto (e S. Anna di Crotone)

di SANTO STRATI I segnali sembrano promettenti, anche se il Covid ha tagliato il traffico in maniera drastica e i costi sono rimasti pressoché immutati: per gli aeroporti della Calabria il 2021, però, potrebbe essere l’anno del rilancio. Soprattutto per l’Aeroporto dello Stretto, dimenticato, trascurato, destinato (?) alla chiusura.

I quattrini trovati dal deputato Francesco Cannizzaro nella finanziaria 2019 per l’ammodernamento dello scalo reggino finalmente cominceranno a essere spesi, la Sacal – oggi retta dal nuovo presidente Giulio De Metrio – mostra di non voler trascurare l’area metropolitana, c’è un nuovo e forse decisivo impegno della Città Metropolitana. C’è da essere ottimisti?

Andiamoci piano, stiamo parlando di segnali, di indicatori che fanno immaginare un nuovo ruolo per l’Aeroporto di Reggio che è, unitamente a Crotone e Lamezia, affidato in concessione alla Sacal. Società in cui la Città di Reggio non è mai voluta entrare con quote – è bene dirlo – e la cui gestione, eccellente dal punto di vista amministrativo di Arturo De Felice (tutti i bilanci chiusi in attivo), non ha brillato per il raggiungimento dell’obiettivo prioritario: fare rete.

È impensabile in una regione come la Calabria, con tre aeroporti, non prevedere un lavoro di rete in modo da articolare risorse e opportunità per il territorio. Da quando è nata, la Sacal è apparsa, obiettivamente, orientata a fare solo gli interessi di Lamezia: un aeroporto cresciuto a dismisura, con eccellenti livelli di traffico (pre-covid) e con ulteriori prospettive di sviluppo. Su Crotone si conoscono le battaglie del Comitato per evitare la chiusura del S. Anna, ma i numeri sono troppo modesti per sperare in un rilancio immediato: andrebbe studiato un piano operativo che valorizzi lo scalo che potrebbe servire adeguatamente tutta la fascia dell’alto Jonio.

Di Reggio, ugualmente si conoscono le vicissitudini e le battaglie sindacali (perse) per mantenere occupazione e voli. C’è un limite per l’atterraggio all’aeroporto di Reggio, in quanto lo scalo richiede specifiche competenze da parte dei piloti. Tanto per fare un esempio, RyanAir non ha mai considerato lo scalo reggino per le sue rotte per evitare costi di addestramento (al simulatore) per i propri piloti e far acquisire loro gli skill necessari per essere abilitati all’atterraggio.

Il presidente De Metrio (ex direttore esecutivo degli aeroporti milanesi gestiti dalla Sea), con una grande competenza e una vasta esperienza di traffico aereo, sta lavorando al nuovo piano industriale e infrastrutturale che dovrebbe vedere la luce a giorni.

Cosa prevede per Reggio? Non è ancora chiaro, anche De Metrio ne riconosce l’ appetibilità per le compagnie low cost grazie «anche in virtù del suo straordinario patrimonio paesaggistico». Ma non è col panorama che si crea traffico.

La soluzione numero uno si chiama “continuità territoriale”  ovvero l’intervento dello Stato per ridurre i prezzi dei biglietti per i residenti. Una formula che compensa le difficoltà delle aree svantaggiate (in Sicilia e Sardegna è già operativa) ma che in Calabria non trova applicazione complice la colpevole disattenzione della ministra Paola De Micheli.

Se i lavori di ammodernamento cominceranno presto, se si attuerà la continuità territoriale, se ci sarà la giusta attenzione per un’area che dovrebbe servire 600mila abitanti, l’Aeroporto dello Stretto potrebbe ricominciare a vivere una nuova vita. Il suo coefficiente di redditività nel 2006 era risultato il migliore, oggi è una disperazione, a causa anche delle chiusure per Covid e assenza di un masterplan regolatore. Sarà il 2021 l’anno del decollo? È l’ultima chiamata, imbarco immediato… (s)

REGGIO – Il videospot di Klaus Davi sull’Aeroporto dello Stretto

Torna a occuparsi dell’Aeroporto dello Stretto il massmediologo Klaus Davi, candidato sindaco di Reggio Calabria, rilanciando lo spot realizzato nel 2017 dalla sua agenzia di comunicazione contro la chiusura dell’aeroporto di Reggio Calabria.
«Uno spot – afferma Klaus Davi – che attaccava frontalmente la politica e che, al di là di alcuni passaggi, conserva ancora oggi tutta la sua drammatica attualità. Lo spot, commissionato all’agenzia di comunicazione Klaus Davi & Co. e al graphic designer Saverio Toscano, ha come “testimonial” i Bronzi di Riace, i quali si appellano ai cittadini per salvare l’aeroporto Tito Minniti dalla chiusura. Un’azione di marketing virale finalizzata a sollevare l’attenzione dell’opinione pubblica sull’ennesima umiliazione del Meridione. Nello spot, i due Bronzi incalzano: “Salve. Siamo i Bronzi di Riace, e se ci volete ammirare vi consigliamo di scendere subito a Reggio Calabria, città mozzafiato dove ci troviamo. Ma il cui aeroporto verrà chiuso. Nessuna pietà  per noi. I finanziamenti sono andati tutti al Nord… Milano ha goduto per l’evento Expo di un ‘sostegno’ di 3 miliardi di euro… Una politica incredibilmente miope potrebbe consentire la chiusura dell’aeroporto di Reggio Calabria. La Calabria è la regione più povera d’Italia e ora, con questo irresponsabile atto, la si vuole seppellire definitivamente». (rrc)

 

Riparte il volo giornaliero Reggio-Roma, ora si ‘combatte’ per il Reggio-Milano Linate

Da oggi, mercoledì 2 settembre, ritornano i voli giornalieri Reggio Calabria-Roma con la compagnia Alitalia.

«È una notizia buona – ha commentato il prof. Pasquale Amato su Facebook – ma aspettiamo conferme per autunno e inverno. È bene insistere anche sul ritorno Reggio-Milano Linate mattina-sera. Osservando che si tratta solo di ripristini di due voli storici pre-Sacal. Non sono nuovi. Sarebbe solo come rimettere la palla al centro per un vero e proprio attacco per il rilancio».

Intanto, è anche nato il Comitato Difendiamo l’Aeroporto dello Stretto: da Milano, guidato da Alessandro Panuccio, con lo scopo di sensibilizzare l’opinione pubblica circa le condizioni del Tito Minniti e di ripristinare il volo giornaliero Reggio Calabria- Milano Linate.

«I punti su cui faremo battaglia – ha spiegato il presidente Panuccio – sono ben precisi, intanto l’aumento dei voli da e per Reggio, oltre ad una scelta di orario comoda per l’utenza e, chiaramente la diminuzione delle tariffe».

«Quello che vogliamo far capire – sottolineano dal Comitato – è che c’è un’utenza che vive a Milano ed in Lombardia e che al pari di chi vive nelle province di Reggio e Messina è ben determinata e si vuole battere e si batterà per affermare il diritto sacrosanto alla mobilità. Si tratta di un vero e proprio esercito di cittadini che, se avesse la possibilità, tornerebbe con più frequenza nei luoghi d’infanzia e in quelli dei propri cari».

Intanto, il prof. Amato ha ribadito come «la gestione Sacal è stata disastrosa. Ha tagliato servizi, rotte, voli con un comportamento punitivo che ha ridotto allo stremo l’Aeroporto dello Stretto», e augura che «il nuovo presidente-manager dia la dimostrazione di un cambio di rotta ripristinando un volo mattina-sera Reggio-Milano che è stato sempre positivo sebbene le tariffe non siano state le stesse ma molto più alte di Lamezia. Altrimenti dichiari pubblicamente la rinuncia della Sacal alla gestione dell’Aeroporto dello Stretto». (rrc)

 

 

Klaus Davi: Reggio non ha sviluppo senza un aeroporto funzionante

Il massmediologo Klaus Davi, candidato sindaco di Reggio Calabria, ha affrontato con la usuale irruenza la gravissima situazione dell’Aeroporto dello Stretto. Lo scalo reggino, gestito dalla Sacal, ha ripreso da poco a funzionare, dopo la chiusura imposta dal lockdown. Secondo Davi, «Non si può pensare a uno sviluppo del turismo, ma neanche a una ripresa economica, senza un aeroporto funzionante. La questione “Tito Minniti” è centrale».
In più occasioni il massmediologo si è scagliato contro i vertici della Sacal e contro la classe politica e dirigente, colpevole, a suo dire, di una vera e propria svendita dello scalo che, invece, potrebbe essere funzionale anche per chi deve recarsi in Sicilia.

«L’impossibilità di raggiungere agevolmente Reggio Calabria – afferma Klaus Davi – costa a cittadini, esercenti, negozianti e artigiani dello Stretto almeno 20 milioni di euro”. La stima effettuata da Klaus Davi è impietosa e, allo stesso tempo, inquietante. 20 milioni di euro: «Tanto è l’impatto economico che
avrebbe un collegamento regolare fra la città dello Stretto, Milano, Roma ma anche capitali estere. Reggio ha un potenziale attrattivo costituito dai Bronzi di Riace, ma non solo: con un aeroporto funzionante si potrebbe sviluppare il turismo nella bellissima Scilla, ma anche verso il mare della costa ionica e Gambarie d’Aspromonte, luogo incantevole, tra i pochi al mondo in cui è possibile sciare riuscendo comunque a vedere il mare».

Klaus Davi è seriamente innamorato della Calabria e ultimamente ha deciso di occuparsi del brand Reggio che a suo avviso è vergognosamente svalutato e per nulla valorizzato, quando in realtà ha delle potenzialità grandissime, a cominciare dai Bronzi fino al Bergamotto di Reggio Calabria. Qualcuno, maliziosamente, vede nel suo interesse per la Città dello Stretto un fine elettorale: quand’anche fosse, Davi sta mostrando di avere gli attributi che molti politici di professione non hanno mai avuto. E sulla vicenda dell’aeroporto prende posizione con chiarezza e lucidità: i reggini dovrebbero apprezzare e chi, fino ad oggi, ha “malamente” gestito lo scalo portandolo alla quasi chiusura dovrebbe farsi un esame di coscienza. Senza aeroporto la Città Metropolityana non ha senso e non serve Klaus Davi a dirlo, ma almeno gli va riconosciuta la sensibilità e l’attenzione per una città che non è “sua” (ma dovrebbe al più presto”adottarlo”) che meritano stima e apprezzamento. (s)

Alitalia sconta il 20% per volare in Calabria e Trenitalia promuove Scilla

Sulla scia delle polemiche provocate dagli insulti di Easy-Jet, Alitalia lancia uno sconto del 20% per chi voglia andare in Calabria a Lamezia o Reggio. Lo sconto vale per i biglietti acquistati dal 24 al 29 giugno per i voli da e per la Calabria da Lamezia e Reggio Calabria. Il claim della campagna è uno spot a favore della Calabria e recita: «Una terra unica per i suoi abitanti, che ti accolgono sempre a braccia aperte.  Unica per i luoghi, incantevoli e suggestivi come il Parco Nazionale della Sila, sito di Eccellenza UNESCO. Unica per la sua storia segnata da opere senza tempo, come i Bronzi di Riace, e da personaggi che hanno reso famosa questa terra, come il Premio Nobel Renato Dulbecco. Unica per il suo mare che annovera ben 14 spiagge che hanno ottenuto, nel 2020, il riconoscimento della Bandiera Blu. Unica perché è la Calabria. E come te, non c’è nessuno. E per dimostrare il nostro amore verso questa terra, fino al 29 giugnosconto del 20% per visitare la Calabria. Vola in Calabria e scopri quanto è unica questa terra».

Per un ns errore avevamo segnalato che lo sconto si applicava solo per i voli entro il 29 giugno e avevamo evidenziato l’assenza, fino al 1° luglio, dell’operatività dell’aeroporto di Reggio. Siamo lieti di essere noi in torto e osservare l’intento “positivo” della campagna di amicizia dell’Alitalia nei confronti della Calabria. È un ottimo segnale per il futuro dello scalo reggino. Da ricordare, come ha annunciato il presidente della Sacal Arturo De Felice, che da settembre riprende il volo giornaliero mattutino che collega Reggio con Roma e permette il rientro in serata col volo notturno Roma-Reggio.

Intanto da segnalare anche Trenitalia che pensa a promuovere la Calabria, con una bellissima immagine di Scilla con il Castello dei Ruffo, scelta per la pubblicità. Chi non conosce l’incantevole angolo di paradiso che è Scilla si chiederà dov’è. Un Frecciarossa serve anche a scoprire la Calabria. (rrm)

Scilla per la pubblicità di Trenitalia

Basta fake news: il 1° luglio si torna a volare a Reggio e il 3 a Crotone

Di prima mattina erano apparse notizie destinate a seminare ulteriore delusione tra i viaggiatori di Reggio e Crotone: qualcuno, interpretando a modo proprio il decreto del ministero dei Trasporti per razionalizzare il servizio aereo nel post-Covid, aveva lanciato la voce (anzi la fake news) che l’aeroporto di Reggio sarebbe rimasto fermo fino al 14 luglio. Ci ha pensato la Sacal, la società che gestisce i tre scali calabresi, a fugare ogni dubbio: «L’avvio delle attività – si legge nella nota diffusa – sugli aeroporti di Reggio e Crotone è, dunque, per Sacal prevista in linea con l’avvio dell’attività volativa dei vettori, Alitalia su Reggio Calabria, dal 1 luglio, per come comunicato a mezzo stampa e pubblicato sul sito della Compagnia e Ryanair su Crotone dal 3 luglio, nelle medesime modalità».

Che cosa dice il decreto? «In considerazione delle numerose richieste dei gestori aeroportuali, della collocazione geografica degli aeroporti in grado di servire bacini di utenza in modo uniforme sul territorio e della loro capacità infrastrutturale… L’Ente nazionale per l’aviazione civile, può sulla base delle ulteriori richieste ed esigenze di trasporto aereo, previo parere del Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, modificare e integrare l’elenco» degli aeroporti di cui è prevista l’operatività: Alghero, Ancona, Bari, Bergamo – Orio al Serio, Bologna, Brindisi, Cagliari, Catania, Firenze – Peretola, Genova, Lamezia Terme, Lampedusa, Milano Malpensa, Napoli Capodichino, Olbia, Palermo, Pantelleria, Parma, Pescara, Pisa, Roma Ciampino, Roma Fiumicino, Torino, Venezia Tessera e Verona Villafranca. Mancano nell’elenco Crotone e Reggio e questo ha indotto a riaccendere gli animi ormai esasperati di crotonesi e reggini.

La Sacal ha fatto presente che «Ancor prima della pubblicazione del Decreto Ministeriale. in data 12 giugno u.s. aveva già provveduto ad incontrare il Comitato Utenti partecipato dal suo Presidente e dai responsabili degli handler attivi sui tre scali, per comunicare la volontà del gestore aeroportuale di mantenere la chiusura degli scali succitati solo fino al 28 giugno. E se la verità è incontrovertibile, – si legge nella nota diffusa dalla Sacal – prova della forte volontà del gestore di ritornare alla normalità operativa è la pubblicazione dei due Notam (avviso ufficiale agli aeronavigamenti a livello globale) B3037/20 e B3038/20, pubblicati in data 14 giugno 2020 in cui Sacal comunica la chiusura dei due scali solo fino alla data indicata. Resta inteso che fino alla data del 28 giugno sugli scali di Reggio e Crotone ci sarà la possibilità di operare con un preavviso minimo di 2 ore, anche per eventuali voli commerciali (charter). Pertanto, alla luce di quanto sopra, dal 29 giugno gli scali di Reggio e Crotone garantiranno la regolare operatività dei voli già programmati».

Prima del chiarimento di Sacal, l’imprenditore turistico Demetrio Lavino, titolare del Torrione Hotel di Reggio, aveva diffuso un avvelenato comunicato stampa per stigmatizzare l’ulteriore rinvio dei voli da e per Reggio che di fatto non esiste. Nella nota di Lavino si legge tra l’altro una considerazione di tutto rispetto: «Reggio e Messina unite hanno un bacino di passeggeri pari a 600.000 abitanti considerando il solo circondario cittadino. Praticamente Reggio e Messina insieme rappresentano la settima città d’Italia! Roma, Milano, Napoli, Torino, Palermo, Genova, Reggio-Messina, Bologna, etc. Quindi chi gestisce l’aeroporto dello Stretto, sì perché è stato costruito per le due città, abbandona totalmente queste comunità e le sgretola dividendole tra Catania e Lamezia. Tutto ciò avviene o perché non si ha una visione prospettica o perché si è in malafede. Non so quale delle due sia peggio, oppure non si sa come superare i 12 km di mare per unire le due Città che, in coppia, fanno paura ai big e, pertanto, meglio tenerle separate.

«L’altro punto inquietante – sostiene l’imprenditore reggino – è che quando si parla di destinare all’aeroporto dello Stretto 25.000.000 di euro, i cittadini semplici e normali, gli operatori economici semplici e normali pensano nella loro ingenuità che si possano spendere al meglio per il rilancio dello stesso. Un aeroporto per essere rilanciato deve essere attrattivo per numero di voli, prezzi e facilità di collegamento. Invece no, non possiamo essere registi di come spendere i soldi ma solo comparse, neanche attori. Tutto viene stabilito a tavolino, 25.000.000 di euro destinati alla sicurezza dell’aeroporto. Ciò vuol dire che ci hanno fatto viaggiare non sicuri fino a prima del covid? L’aeroporto deve per legge seguire un rigido protocollo di sicurezza e pertanto è sicuro cosi come lo sono la gran parte degli aeroporti nazionali. Gli aeroporti più “pericolosi” d’Italia sono Firenze e Genova. A leggere poi le voci di spesa dei 25.000.000 si capisce bene che forse solo una minima parte ricadrà sulla città di Reggio in termini di forza lavoro, per piccole opere accessorie, mentre la gran parte ricadrà in aziende “europee”. Siamo sicuri che servano 3.000.000 di euro per abbattere dei ruderi o un vecchio sistema di avvicinamento come il Gbas? Ma questa è un’altra storia». Lavino conclude invitando la Sacal a confrontarsi con le istituzioni locali «ammesso che le stesse abbiano chiesto un incontro». (rrc)

 

Partono i lavori per l’Aeroporto dello Stretto
ma l’Alitalia scoraggia a volare da e per Reggio

di SANTO STRATI – Arriva la bella notizia che finalmente il presidente della Sacal (la società di gestione dei tre aeroporti calabresi) ha firmato la convenzione con il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti e l’Enac, per dare il via ai lavori previsti per l’Aeroporto dello Stretto. Evviva, nuova vita per lo scalo reggino. Ci sono da spendere i 25 milioni di euro “strappati” abilmente dal deputato reggino Francesco Cannizzaro nell’abituale corsa alla diligenza di fine anno, nella finanziaria di due anni fa. Una nota positiva che va a cancellare l’onta del finanziamento europeo perduto per mancanza di progetti destinato all’aerostazione di Lamezia Terme (che rimane brutta, “provinciale” e trascurata). E giunge, con una nota dello stesso Cannizzaro, la notizia che l’Alitalia «conferma la centralità della Regione Calabria riprendendo gli operativi sugli aeroporti di Lamezia Terme e Reggio Calabria a partire dal mese di luglio». Poi si guarda l’orario dei voli da e per Reggio e si è presi dallo sconforto. Con la netta sensazione che l’ex Compagnia di bandiera (che in un certo senso ritornerà tale, visti i soldi dei contribuenti che continua a consumare) voglia scoraggiare reggini e messinesi a utilizzare l’aeroporto di Reggio, proponendo orari che non servono a nessuno e che rendono inutile il ricorso all’aereo.

La firma di Arturo De Felice, presidente Sacal, della Convenzione per “interventi di ristrutturazione e messa in sicurezza dell’aeroporto di Reggio Calabria” è molto importante, perché sblocca un impasse imbarazzante. La somma prevista dalla finanziaria 2018 (25milioni a valere sul Fondo Sviluppo e Coesione Infrastrutture 2014-202) era immediatamente disponibile già ai primi mesi del 2019, ma mancavano le procedure di autorizzazione per cominciare a lavorare. Lo scorso agosto, proprio a Reggio, De Felice e Cannizzaro avevano presentato con grande entusiasmo nove interventi «indispensabili per il miglioramento dell’Aeroporto di Reggio Calabria» consentendo di «adeguare lo stesso ai requisiti del Regolamento Europeo», ma si erano poi perse le tracce degli investimenti in programma.

Considerato che da più parti si erano sollevate molte perplessità sul futuro dello scalo (che il senatore Marco Siclari aveva cercato di far qualificare come “strategico”), l’idea di mettere mano all’aeroporto aveva aperto nella calda mattinata agostana dello scorso anno, nuove prospettive. I tempi, si sa, sono lunghi, una pratica per passare da una stanza all’altra a volte impiega tempi biblici (se le stanze sono sullo stesso piano) quando non immaginabili (se per caso deve passare da un palazzo all’altro). Ma non è di storie di ordinaria burocrazia che vogliamo parlare. Parliamo di qualcosa che si muove, a vantaggio dei calabresi. La Sacal diventa la Stazione Appaltante  e avvierà (speriamo subito) tutte le «procedure necessarie, a iniziare dalle progettazioni definitive degli interventi, già preliminarmente definite dai propri uffici tecnici». Peccato che accanto ai progetti di “ristrutturazione” nessuno (né Sacal, né Città Metropolitana, né Regione) abbia avuto il garbo o sentito il dovere di dare almeno un’occhiata a un progetto gratuito (ripetiamo gratuito) offerto da un un gruppo di giovani progettisti (tra cui alcuni calabresi innamorati della propria terra che fanno riferimento a Porto Bolaro, l’avveniristico centro commerciale alle porte di Reggio). È un’idea che, forse, poteva costituire un punto di grande rilancio per lo scalo, oltre che a creare molta più occupazione e lavoro indotto.

Non abbiamo competenza per valutare la realizzabilità del progetto Zicourat, ma i tanti reggini che sono rimasti affascinati dall’idea dell’Aeroporto del Mediterraneo avrebbero avuto il diritto di sapere se era valido o irrealizzabile. Se è un semplice esercizio di stile, oppure i numeri indicati sono corretti e meritavano di essere valutati. Il fatto è che, mentre i lavori da 25 milioni che la Sacal andrà ad appaltare riguarderanno soltanto un’“ammodernamento” della struttura, dimenticando ogni altro lavoro utile al rilancio anche strutturale dell’aeroporto, l’idea dei giovani progettisti calabro-milanesi prendeva in considerazione tutta l’area aeroportuale e i collegamenti esistenti ma abbandonati, ossia la stazione ferroviaria e il pontile di attracco per gli aliscafi. Visto che il sindaco metropolitano Giuseppe Falcomatà sta portando avanti l’idea del Parco lineare sud, quale migliore occasione per inglobare anche l’aeroporto e le strade di accesso? Ma anche da lui non è venuto il minimo riscontro al progetto offerto gratuitamente alla MetroCity. Niente, nessun commento, nessun rifiuto motivato. Niente di niente.

Gli interventi previsti da Sacal riguardano anche l’adeguamento antisismico. Ci viene un dubbio: ma l’Aeroporto dello Stretto, in piena area a rischio, è stato forse costruito senza le necessarie strutture a prova di terremoto? Attenzione, non abbiamo alcuna riserva nei confronti della Sacal, calabria.live fa solo gli interessi dei calabresi e difende le buone idee di tutti, esprimendo le legittime perplessità che certe scelte possono suscitare tra i cittadini. E un giornalista ha il dovere di raccogliere e riferire. Quindi, lo chiediamo per la terza volta: perché è stato scartato un progetto gratuito che prevedeva un investimento complessivo di 31 milioni per il completo rifacimento dello scalo (a fronte dei 25 milioni destinati solo a lavori di “adeguamento”)? Se l’idea avesse qualche validità, andrebbe avviato lo studio preliminare, appaltata e assegnata non necessariamente ai progettisti che l’hanno proposta e regalata, ma ai migliori constructor del mercato in grado di vincere l’eventuale gara. Invece, continua il silenzio e si pensa solo a incensare l’investimento dei 25 milioni. Così che – come capita abitualmente dalle nostre parti – finiti i soldi e rimasta un’aerostazione inadeguata qualcuno potrà rinfacciare che gli investimenti sono stati fatti ed è il traffico (assente) che porterà alla chiusura dello scalo.

E, a proposito del traffico, proprio ieri il deputato Cannizzaro ha riferito del suo «proficuo» incontro con i vertici Alitalia, sottolineando che «la prevedibile crescita della domanda consentirà inoltre di incrementare i servizi e distribuire gli orari di partenza in modo da intercettare i diversi segmenti di traffico, in particolar modo per quanto riguarda Reggio Calabria anche verso le popolari attrattive circostanti durante il periodo estivo».

Cannizzaro ha sottolineato «il pragmatismo dell’incontro con il Direttore Generale di Alitalia, Giancarlo Zeni, e il responsabile dei rapporti istituzionali della compagnia, Pietro Calderoni: abbiamo parlato a lungo – ha detto l’on. Cannizzaro – e abbiamo discusso a 360° del futuro dell’Aeroporto di Reggio Calabria e del rinnovato impegno di Alitalia al ‘Tito Minniti’. Ho chiesto la continuità dell’impegno di Alitalia a Reggio Calabria, non solo per il mantenimento dei voli pregressi ma anche per adattarli alle esigenze dei viaggiatori, affinché si possano avere collegamenti giornalieri con Roma e Milano che partano al mattino e rientrino la sera. Hanno recepito l’istanza e sono contento che Alitalia continui a dare grande considerazione all’Aeroporto di Reggio Calabria. Ci siamo soffermati sul post-emergenza Coronavirus, in modo particolare sul ripristino dei voli con le principali città d’Italia, Roma e Milano, e sugli orari degli stessi. Dal 1° Luglio Alitalia torna operativa, ma non in tutti gli scali quindi questo risultato non era scontato».

Abbiamo buona stima del deputato Cannizzaro, ma vorremmo chiedergli se, quando è andato a parlare “proficuamente” con l’Alitalia, avesse sott’occhio gli orari dei voli da e per Reggio. Li trova nelle schermate che corredano questo testo.

Reggio-MIlano Alitalia

Ci permettiamo – a beneficio dei poveri volatori mancati – di esporre la situazione che viene proposta dal 1° luglio. Non ci sono più i voli del mattino per Roma e Milano (operativi invece da Lamezia), in modo che le centinaia di passeggeri che riuscivano a fare tutto in una giornata (sia per Roma che per Milano) dal 1° luglio, quando riprende l’operatività dello scalo, avranno un inutile aereo delle 15.15 per Roma Fiumicino: arriva alle 16.30, quindi lo sventurato avio-viaggiatore non sarà a Roma centro prima delle 18/18.30. In tempo per un aperitivo e magari a seguire due rigatoni con la pajata e andare a dormire. Salvo che non sia Superman, dovrebbe riuscire a sbrigare il suo daffare entro le ore 11 del mattino dopo, per riuscire a prendere il volo per Reggio alle 13.15. Peggio le cose per Milano: da Reggio il volo parte alle 17.40 (quando a Milano hanno smesso da oltre mezz’ora di lavorare) e arriva a Malpensa (MPX) – attenzione non più a Linate – alle 19.25. L’avventato viaggiatore, che sarà così in centro a Milano non prima delle 20,30/21, si potrà rifare con una ricca cena e una buona dormita. Al mattino dopo per riprendere il volo Malpensa-Reggio delle 13.55 dovrà avere concluso i propri impegni almeno entro le 11. Diversamente, in entrambi i casi, sia per Roma sia per Milano, prevedere due pernottamenti. E con questi orari si pensa di attrarre traffico?

Il buon Andreotti diceva che a pensar male si fa peccato, ma spesso ci s’azzecca: non è che questi orari “assurdi” siano in realtà un modo velato di spostare a Lamezia tutto il traffico con la capitale  e il capoluogo lombardo? Già, perché Lamezia offre “comodi” voli (quelli che prima c’erano a Reggio, con grande soddisfazione di professionisti, avvocati, giudici, pazienti con visite specialistiche, etc) che permettono di sbrogliare agevolmente entro la giornata gli impegni e tornare la sera a casa. Ma perché un messinese o un reggino (inteso come cittadini metropolitani) dovrebbero sobbarcarsi un’ora e mezza o due e più ore (dalla Sicilia) per partire alle 6,35 da Lamezia (in codice aeroportuale SUF) (dopo una levataccia nel cuore della notte) per avere un aereo “comodo” per Roma? E lo stesso per tornare in Calabria col volo delle 21.35 (arrivo a Lamezia 22.40)? Questo equivale a un chiaro invito a non prendere i voli da e per Reggio, con buona pace di chi da anni finge di strapparsi le vesti per lo sfortunato scalo reggino. L’idea di un’unica società di gestione per tutt’e tre gli aeroporti della Calabria, sarebbe di sé molto apprezzabile, perché consentirebbe di fare rete, ma la crescita esponenziale (e ne siamo felici) dello scalo lametino anche a livello esponenziale non deve avvenire ai danni di Crotone e di Reggio. Un buon collegamento aereo è il presupposto inderogabile per qualsiasi piano di attrazione turistica.

Ma come si pensa di far crescere il già desolante numero di arrivi e partenze di vacanzieri, se già si deprimono le esigenze di chi vorrebbe viaggiare da e per Reggio? Ci piacerebbe una risposta da parte di Alitalia e dell’onorevole Cannizzaro che, probabilmente, tutto preso dall’entusiasmo per la Reggina in B non ha guardato l’orario estivo di Alitalia da e per l’Aeroporto dello Stretto. E poi dicono che i reggini s’incazzano per poco… (s)

 

Attenzione alta per l’aeroporto di Reggio. Il vicesindaco Mauro: anticipare la riapertura

La data ufficiale di riapertura dell’Aeroporto dello Stretto, a Reggio, è prevista per il 1° luglio, ma i voli già in vendita nelle biglietterie online rivelano una scarsa attenzione alle esigenze dei viaggiatori, con orari non certo comodi per andata e ritorno nella stessa giornata. Una prima reazione viene dal vicesindaco della Città Metropolitana.

L'immagine può contenere: Riccardo Mauro
Il vicesindaco Riccardo Mauro

«Se da un lato troviamo conforto dal raddoppio delle corse dei traghetti verso la Sicilia, – afferma il vicesindaco metropolitano di Reggio Riccardo Mauro – dall’altro teniamo alta l’attenzione sull’aeroporto “Tito Minniti” rispetto al quale nessuna richiesta di riapertura pare essere stata espressa da Sacal».

Il vicesindaco metropolitano Riccardo Mauro torna a parlare di trasporti e lo fa analizzando l’ultimo importante Decreto emanato dal Governo. «Il Ministero – spiega Mauro – ha portato ad otto il numero dei collegamenti da e vero l’isola, recependo gli appelli della città Metropolitana, più volte espressi anche dal sindaco Giuseppe Falcomatà, affinché fossero ridotti al minimo i disagi per pendolari, forze dell’ordine, personale sanitario e quanti, quotidianamente, fanno la spola fra le due regioni. È una notizia cha accogliamo con favore e che lascia presagire un lento e proficuo ritorno alla normalità. Per questo, corre l’obbligo di ringraziare il prefetto, Massimo Mariani, per il prezioso lavoro messo in campo in termini di coordinamento fra le istanze dell’Ente periferico e l’operato del Governo».

A preoccupare l’esponente di Palazzo Alvaro, invece, è l’imminente riapertura di alcuni aeroporti, ma non del “Tito Minniti” perché, per quanto scritto nel Decreto ministeriale, gli scali oggi operativi sono stati individuati sulla base “delle richieste pervenute dai gestori aeroportuali” e pertanto, per quanto riguarda Reggio Calabria, nessuna richiesta in tal senso è arrivata dalla Sacal, la società di gestione dello scalo reggino».

«Sappiamo – dice Riccardo Mauro – che Alitalia ha messo in vendita i voli da e per Reggio Calabria dal primo di luglio. Ciò farebbe presumere che, un’eventuale riapertura, potrebbe essere prevista a fare da quella data. Troppo tardi. Chiediamo alla società di gestione di riuscire, quanto meno, ad anticipare il ritorno alle normali attività dell’infrastruttura ed a tenere in forte considerazione l’aerostazione reggina. È notizia di queste ore, infatti, della graduale riapertura di moltissimi scali nazionali anche in zone d’Italia che, purtroppo, hanno pagato un prezzo altissimo in termini di vite umane al dramma Covid».

Tuttavia, anche riflettendo sugli orari imposti da Alitalia, il vicesindaco rileva che «potrebbero penalizzare ulteriormente la nostra utenza». «Abbiamo il dovere di non abbassare la guardia rispetto ad una questione fondamentale per lo sviluppo socioeconomico dell’intero territorio». È un il pensiero di Mauro che aggiunge: «Si è riscontrata, purtroppo, l’impossibilità di andare e rientrare da Roma in giornata, visto che sono stati modificati gli orari. I voli mattinieri, con rientro previsto per la sera del medesimo giorno, sono stati sostituiti da un unico volo in previsione per l’ora di pranzo. Questo, di fatto, obbligherebbe quanti si recano nella capitale per motivi di lavoro, studio o questioni sanitarie, a dover attendere il primo collegamento disponibile per il ritorno previsto soltanto il giorno successivo». Una medesima esigenza, Mauro la avverte per gli spostamenti da e per Milano che «devono poter essere garantiti nella stessa giornata».

Dunque, il vicesindaco invita «Sacal e ogni istituzione, per quelle che sono le rispettive competenze, ad attrezzarsi ed a fare gioco di squadra, a partire dalla rimodulazione delle possibilità offerte da Alitalia di prenotare voli con orari che impediscono un’omogenea e fattibile opportunità di spostamento».

«La Città Metropolitana – afferma – continuerà a fare la propria parte, in un contesto di collaborazione con Regione e Sacal, affinché si modifichino gli orari di partenza e ritorno sulle piste del “Tito Minniti”. Contrariamente, infatti, si darà adito ai passeggeri di dover usufruire delle comodità offerte da Lamezia Terme, facendo tremendamente scendere il numero effettivo di viaggiatori da Reggio e sancendone, di fatto, la morte alla fine di una lunga ed inesorabile agonia».

«Questo non possiamo permetterlo», sostiene Riccardo Mauro concludendo: «Uniamoci e restiamo compatti per la difesa di una infrastruttura fondamentale per il territorio metropolitano e per l’intera area dello Stretto». (rrc)

C’era una volta l’Aeroporto a Reggio: una lettera al ministro Provenzano

Chissà se il ministro per il Sud, Peppe Provenzano avrà tempo e voglia di leggere questa bella lettera che Maria Zagari, una hostess di terra di Alitalia che lavora (lavorava) all’Aeroporto dello Stretto, a Reggio Calabria gli ha scritto. È lo sfogo di una lavoratrice delusa, ma va considerato come il comune sentire di tanti, tantissimi calabresi, reggini, che – ancora una volta – si sentono defraudati, beffati e delusi dal Governo centrale. Caro Ministro, se vorrà rispondere Calabria.Live è a sua disposizione. (s)

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Caro Ministro Provenzano,

sono una dipendente di Alitalia, lavoro in qualità di hostess di terra per l’aeroporto ‘Tito Minniti’ di Reggio Calabria da più di venti anni. Forse sarebbe stato meglio scrivere ‘lavoravo’, visto che, oggi più che mai, il mio futuro è incerto e avviluppato da una fitta coltre di nebulosa, al pari di quello dello scalo aeroportuale, a tal punto che sussistono dubbi giganteschi sulla sopravvivenza fattuale e sulla continuità funzionale dell’Infrastruttura.

Non le farò l’elenco dei sacrifici sostenuti durante il mio percorso professionale (una laurea e un’infinità di corsi e attestazioni da appendere con dignità al mio curriculum vitae) e di sofferenze familiari e personali attraversate in questo lasso di tempo.

La presente lettera aperta non vuole suscitare pietismo compassionevole, non fa parte della pubblicistica della cultura del lamento, di cui sono infarcite certe narrazioni sul nostro Mezzogiorno.

Una cosa però vorrei ribadirla: ho avuto spesso la possibilità di cambiare aria, avrei potuto abbandonare la mia terra, il mio mare, i miei tramonti. Ma se ce ne andiamo tutti, questo territorio, già sottoposto a devastazioni predatorie secolari, non potrà mai rialzare la testa, mi sono sempre detta. E l’ho ripetuto ancora adesso, più che mai determinata, per rivitalizzare la mia testardaggine anche nei momenti più cupi e avvilenti. Lo devo ai miei figli, in primo luogo.

Maria V. Zagari
L’hostess Alitalia Maria V. Zagari

Oggi più che mai, avverto però anche un sentimento di desolazione, misto a sconforto e sfiducia nelle Istituzioni, in tutte le articolazioni territoriali. Assisto a stucchevoli palleggi di responsabilità tra Enti e politici che fanno a gara di visibilità, in primo luogo sui social network, a fare proclami, senza avere piani di intervento ben definiti. Non mi sento rassicurata da chi tenta in ogni modo di fare finta che non ci siano problemi all’orizzonte e che andrà tutto bene, o vuole indurre me e i miei colleghi al silenzio. Anzi, tutto ciò fa aumentare la mia indignazione a livelli esponenziali.

Per i 40 lavoratori dell’hub aeroportuale le speranze di tornare al lavoro, quando avremo ‘preso le misure’ alla pandemia sembrano ridotte al lumicino. Vorremmo essere persuasi del contrario. Oggi non è possibile prenotare alcun volo da Reggio Calabria per qualsiasi altra destinazione italiana per un arco temporale indefinito e, quest’aspetto, tradotto in soldoni, significherebbe sancire la fine di un aeroporto, già boccheggiante. È come se fossimo stati usurpati del nostro diritto alla mobilità, unitamente a quello alla dignità. Approfittando perlopiù del favore delle tenebre del Coronavirus, per usare una locuzione del Presidente del Consiglio dei Ministri Giuseppe Conte. Con una lettera asettica siamo stati messi in cassa integrazione.

Capisco che di garanzie all’orizzonte ve ne siano ben poche, per milioni di lavoratori, ma chiudere un aeroporto o azzopparlo in maniera definitiva, equivarrebbe a lanciare un segnale di inequivocabile rassegnazione in una delle aree più depresse d’Europa, nonché un messaggio di disattenzione da parte dello Stato nei confronti di un bacino di quasi un milione di abitanti, che si sentono atavicamente cittadini di serie B.

A seguito delle disposizioni introdotte dai vari decreti legge per il contenimento e la gestione dell’emergenza epidemiologica da Coronavirus, l’attività aeroportuale è completamente azzerata, bloccata. Come ribadito, sono perfettamente consapevole che la situazione di paralisi accomuna moltissime imprese su tutto il territorio nazionale, a livello globale e che l’Italia, soprattutto il Settentrione del Paese, abbia pagato un prezzo altissimo per questa emergenza di carattere sanitario.

È superfluo, per chi si è occupato di Svimez, sottolineare cosa rappresenti nella percezione globale e nella realtà effettuale vivere in una città problematica (eufemismo) e in un contesto caratterizzato da forti squilibri e da servizi ridotti all’osso, con lo strapotere tentacolare delle organizzazioni criminali e un clientelismo asfissiante, che impedisce qualsiasi forma di sviluppo.

Sono altrettanto consapevole del fatto che non sia lei il titolare del Ministero competente (da quanto mi risulta, la sua collega del Ministero dei Trasporti è stata costantemente informata nei minimi dettagli sul caso), ma mi rivolgo a Lei, benché non titolare del ministro competente, in quanto da Ministro del Sud, ha mostrato di comprendere la complessità della partita in atto a queste latitudini, come manifestato in più occasioni. Che fare?”

Con stima, Maria V. Zagari

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