Reggio, chiude l’aeroporto, si apre la polemica.
Dalla crisi, idee e progetti per gli scali calabresi

di SANTO STRATI – Chiude l’aeroporto di Reggio, si aprono le polemiche. Una chiusura fino al 25 marzo ufficialmente per l’emergenza coronavirus, ma anche per insostenibile mancanza di passeggeri. È, però, in buona compagnia, visto che sono 23 in totale gli scali dove il traffico aereo si ferma, tra cui Ciampino, Linate e Trieste. Una decisione dell’Enac (l’Ente nazionale dell’aviazione civile) che fa parte integrante di quei provvedimenti che dovrebbero garantire la limitazione del contagio. Provvedimenti che, è bene ricordarlo, non sono suggerimenti o “inviti al buonsenso” (che evidentemente manca) ma disposizioni di legge che vanno rispettate da tutti. Probabilmente, una parte di italiani non ha ancora purtroppo compreso la gravità della situazione: c’è ancora chi prende sottogamba le distanze di sicurezza e, stupidamente, non riesce a rinunciare a bere un bicchiere di vino con gli amici su una panchina, visto che bar e osterie sono chiusi. E soprattutto sono i giovani a preoccupare di più visto che ancora in tanti non si rendono conto che l’unica trasgressione possibile è quella rivolta al loro abituale modo di essere e cioè di non rispettare i divieti: quindi che trasgrediscani alla non osservanza delle regole e seguano, senza riserve,  le norme imposte dal Governo. Questa volta la cosa è grave e seria, ma non l’hanno capito nemmeno gli incoscienti, per non usare un termine dispregiativo più consono e in questo caso giustificato, i tantissimi che hanno di nuovo preso d’assalto i treni per tornare al Sud. A infettare, a propagare, quasi sempre inconsapevolmente ma non vale come giustificazione, un contagio che pare inarrestabile.

E allora ben venga la chiusura anche degli aeroporti, incluso Reggio, perché l’unico sistema per bloccare un esodo nefasto è questo: bloccare tutti i mezzi di trasporto interregionali o nazionali. Occorre fermare i treni, i pullman, controllare le auto in direzione casello e basta uno sguardo  al portabagagli per capire che si tratta di una folle fuga verso genitori, nonni, familiari, amici che vivono al Sud e che rischiano di pagare caro questa insensatezza.

L’aeroporto chiuso, ma non è un castigo per Reggio, come qualcuno vuol farci credere. I soliti “talebani” difensori fino all’eccesso della regginità sempre unica ad essere sacrificata nel panorama regionale dovranno ricredersi, questa volta, anche se immaginiamo il presidente Sacal Arturo De Felice tirare un respiro di sollievo, visto che lo scalo reggino, con sempre meno passeggeri, costituisce una spina dolorosa che, qualcuno, avrebbe voluto estirpare, dirottando tutti i voli verso Lamezia. Un aeroporto quest’ultimo,  internazionale solo per il traffico che riesce a generare, ma con un’aerostazione degna da terzo mondo e una rete di servizi accessori di cui non c’è da vantarsi.

Secondo il sindaco di Reggio Giuseppe Falcomatà  che aveva vanamente scritto al ministro dei Trasporti Paola De Micheli e insistito sulla necessità di mantenere aperto lo scalo, anche a servizio della dirimpettaia Messina, bisognerebbe almeno garantire un volo giornaliero. Gli ha replicato il deputato azzurro di Reggio Francesco Cannizzaro dicendo di condividere la scelta di chiusura dell’Aeroporto in questo momento di grande emergenza sanitaria. «Non avrebbe senso – ha detto Cannizzaro – tenere aperto uno scalo che nessuno può utilizzare perché tutti devono rimanere chiusi in casa. Bisogna in tutti i modi possibili e immaginabili tentare di arginare l’epidemia del nuovo Coronavirus ed evitare che arrivi in Calabria. È quindi giusto che rimanga il solo Aeroporto di Lamezia Terme come scalo di servizio per le emergenze e per i movimenti straordinari di chi è costretto a recarsi fuori dalla Calabria soltanto per motivi più che necessari. Io stesso due giorni fa sono andato a Roma per contribuire in Parlamento al raggiungimento del numero legale necessario per approvare un provvedimento fondamentale rispetto a questa crisi senza precedenti, e ho volato praticamente da solo».

Cannizzaro è ancora più esplicito nel ricordare che occorre rispettare le misure d’emergenza imposte: «Reggio e la Calabria oggi devono rimanere isolate per evitare che l’epidemia possa dilagare anche nel nostro territorio come già accaduto al Nord, con conseguenze devastanti sulla popolazione. Ben venga, quindi, la momentanea chiusura dell’Aeroporto che è legata a quest’emergenza. Insieme a Reggio Calabria, infatti, il Ministero ha chiuso anche altri scali più grandi come Milano Linate, Bergamo Orio al Serio, Verona, Firenze e Brindisi. Non dobbiamo quindi considerarci vittime: non c’è nessuna volontà di colpire l’Aeroporto dello Stretto, ma semplicemente una necessità di tutelare la popolazione e gli operatori aeroportuali da rischi di contagio. Niente complottismi e dietrologia: stiamo vivendo un’emergenza sanitaria senza precedenti, ben venga quindi la chiusura momentanea dell’Aeroporto per evitare il dilagare del contagio. Piuttosto, ribadisco l’invito a tutti i cittadini: rimanete a casa, evitate i contatti sociali, rispettate le norme imposte dalle autorità e istituzioni. E’ un sacrificio richiesto, speriamo per poco tempo, torneremo alla normalità e potremo recuperare tutto il tempo perduto»

Di diversa opinione l’apprezzato storico reggino Pasquale Amato che, con dichiarata sofferenza, non si tiene quello che gli ribolle dentro: «A che serve il “muso duro” dopo 5 anni di assoggettamento alla strategia di affossamento guidata da Mario Oliverio e attuata con velenosa determinazione da un Presidente Sacal “nato a Reggio Calabria”? È una dichiarazione di facciata inutile e a delitto compiuto. Ricordo che abbiamo più volte chiesto – il sottoscritto e il collega Domenico Gattuso – di essere ascoltati per esporre le proposte del Movimento per l’Aeroporto senza mai ricevere una risposta; che abbiamo inviato più volte la nostra proposta senza mai ricevere una risposta; che l’abbiamo riproposta inutilmente nelle due uniche occasioni pubbliche: il Consiglio Comunale aperto e il Consiglio Metropolitano aperto. Due finte aperture alla Città e alla Città Metropolitana cui non ha fatto seguito nessun atto. Al termine del Consiglio Metropolitano aperto venne votato all’unanimità un documento ufficiale in cui il Sindaco della Città Metropolitana assumeva l’impegno di nominare un Consigliere Delegato per l’Aeroporto. Non lo ha mai nominato». Amato parla di «ennesimo scippo alla nostra Reggio Metropolitana che segue a tanti che si sono verificati in 50 anni dopo il 1970. E purtroppo devo rilevare che ci sono ancora persone che fanno di tutto per cancellare o ridimensionare il valore della Rivolta del popolo reggino nel 1970, dando una mano a chi continua a scippare, a chi subisce gli scippi e ai giuda che se ne fanno esecutori». 

Volendo evitare di alimentare una conflittualità che non servirebbe a nulla, in questo momento, ci permettiamo alcune osservazioni sul problema aeroporto. La chiusura forzata può diventare – come tutte le cose buone che generalmente il dopo-crisi riesce a partorire – una seria opportunità per mettere sul tappeto tutti, ripetiamo, tutti i problemi legati alla dissennata non-gestione dell’Aeroporto dello Stretto, alle promesse mai mantenute, alla progettualità mai presentata, alle reali possibilità di rilancio di uno scalo che nel quadro della mobilità regionale (e dello Stretto, non dimentichiamoci di Messina) diventa strategico.

Qualche domanda è d’obbligo. Al sindaco Falcomatà: dov’è stato in questi cinque anni di amministrazione mentre si distruggeva qualunque ipotesi di rilancio dello scalo? Al deputato Cannizzaro e al presidente De Felice: presentati in pompa magna l’arrivo e l’immediata disponibilità di 25 milioni, frutto della capacità politica del deputato reggino, la scorsa estate, dopo sei mesi non c’è traccia né di un bando di gara né di progetti di attuazione. E non era ancora scoppiata la crisi del Covid-19. Un’altra domanda agli amministratori, ai parlamentari, alla Regione (che, per la verità non è ancora nelle sue funzioni operative): perché nessuno ha guardato, analizzato, discusso il progetto Aeroporto del Mediterraneo offerto gratuitamente alla Città metropolitana dagli architetti Nicola Zera Falduto e Pino Falduto con un costo complessivo di 33 milioni per fare ex novo aerostazione e viabilità? Non ci risulta che qualcuno con potere decisionale abbia confutato progettualità o costi, semplicemente è stato ignorato.

Per questa ragione, in questi dieci giorni di chiusura (se non si andrà oltre) è utile una chiamata a raccolta, con umiltà e passione, di tutti gli attori interessati allo scalo di Reggio. SI chiami dello Stretto o del Mediterraneo, questo aeroporto, lo ribadiamo, dev’essere considerato strategico nel piano di rilancio e di crescita di tutta la Calabria. Ci sono anche i soldi del Piano per il Sud a disposizione: certo, quanto tutto sarà passato si potrà pensare alle infrastrutture e mettere mano ai progetti veri e propri. Però, parliamone, parliamone tutti insieme, coinvolgendo da subito la Presidente Santelli e il nuovo Consiglio regionale. L’errore più grande che continua a ripetersi è non vedere i tre scali calabresi (Crotone è a perenne rischio chiusura) come opportunità di fare rete. È quest ala parola magica che può fare la differenza. (s)

COVID-19 – Contro la chiusura dello scalo di Reggio si muove il sindaco Falcomatà

Nei piani dell’Enac (l’Ente nazionale dell’aviazione civile) di chiusura di alcuni aeroporti a causa del rischio contagio del Covid-19, c’è anche lo scalo di Reggio. L’Enac ha sottoposto al ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Paola De Micheli «uno scenario aeroportuale minimo» utile a «garantire la mobilità del trasporto aereo all’interno del territorio nazionale», che prevede il mantenimento del solo scalo di Lamezia in Calabria.

Immediata la reazione del sindaco metropolitano di Reggio Giuseppe Falcomatà che ha scritto al ministro De Micheli «perché possa intervenire a modificare l’assetto che si sta dando, in queste ore, l’Ente Nazionale per l’Aviazione Civile. Al tempo stesso, diventa quanto mai urgente ed ugualmente importante un’azione sostanziale ed incisiva dei rappresentanti parlamentari e della Regione Calabria». La nostra città – ha messo in evidenza il sindaco – potrebbe ritrovarsi disperatamente fuori da ogni rapido collegamento.

Conscio delle difficoltà legate al diffondersi del Coronavirus e consapevole delle esigenze espresse dai gestori aeroportuali per la riduzione dei voli, Falcomatà esprime «forte preoccupazione per una programmazione che penalizza oltremisura l’intero territorio della Città Metropolitana di Reggio Calabria condannato, altrimenti, ad un isolamento, anche e soprattutto commerciale, che mina la serenità e le possibilità di una popolazione già afflitta dai rischi Covid-19 e indebolita da strategie che stanno, evidentemente, portando verso la rapida dismissione di un aeroporto fondamentale per il Mezzogiorno ed il bacino dello Stretto qual è il “Tito Minniti”».

«Fra le prerogative individuate nella selezione delle aerostazioni che continueranno la loro attività – spiega il sindaco – c’è la garanzia dei collegamenti insulari ed il “Tito Minniti” è, indiscutibilmente, indispensabile per mantenere la continuità territoriale agli abitanti delle Città Metropolitane di Reggio Calabria e Messina e delle isole Eolie che, complessivamente, rappresentano una popolazione di oltre un milione di cittadini».

«Quindi – incalza Falcomatà – l’aeroporto reggino non può e non deve chiudere. È il momento di difenderlo con la forza della ragionevolezza. Ognuno di noi, dunque, deve essere consapevole dello sfascio in cui è stato fatto precipitare lo scalo e che, adesso, si trova nella fase più delicata della sua turbolenta storia. Nel rispetto dell’attuale emergenza e delle misure che il Governo sta prendendo per limitare al massimo ogni pericolo di diffusione del virus, dobbiamo comunque fissare dei paletti: l’aeroporto “Tito Minniti”, ripeto, non va chiuso e, anzi, bisogna mettere in campo strategie alternative e condivise che possano servire a mantenere vive percezioni di serenità ed equilibrio».

«Insieme – conclude il sindaco Falcomatà – usciremo fuori da questa situazione ed insieme dobbiamo sostenere ogni azione possibile che possa dare sollievo e certezza per il presente e per il futuro della nostra comunità, fatta di uomini e donne che non si arrendono e combattono, ogni santo giorno, per il riscatto economico e sociale della propria terra». (gsp)

Arriva il progetto Aeroporto del Mediterraneo. Ultima chiamata perché decolli lo scalo reggino

di SANTO STRATI – Era una bella mattinata d’agosto dello scorso anno. A mezzogiorno, mentre i reggini stavano a mollo nelle tiepide acque dello Ionio, all’Aeroporto dello Stretto, in pompa magna, si celebrava il personale successo dell’on. Francesco Cannizzaro: con un abile colpo di mano il deputato reggino aveva fatto assegnare nella legge finanziaria 25 milioni allo scalo reggino per lavori di adeguamento e ristrutturazione. Una grande, grandissima boccata d’ossigeno per un aeroporto declassato e destinato a venire cancellato. Con Cannizzaro c’era il viceministro grillino all’Economia Laura Castelli e lo stato maggiore della Sacal, la società che gestisce i tre scali calabresi, guidata dal prefetto Arturo De Felice. Un po’ di slides, annunci roboanti, e assenza polemica del sindaco Falcomatà, non invitato. Bum, la bolla di sapone (perché così va considerata) è scoppiata: sono passati quasi sei mesi e dell’utilizzo di questi 25 milioni – trovati tra le pieghe del tradizionale assalto alla diligenza della legge finanziaria di fine anno – i calabresi, i reggini, non hanno notizie. Si sa soltanto, da fonte Sacal, che il 14 gennaio scorso c’è stato un incontro al ministero delle Infrastrutture stabilendo di rinviare a febbraio la firma della convenzione Sacal-Enac per l’avvio delle procedure (mentre sarebbero già in via ultimativa i progetti per l’utilizzo dei fondi). Viva la burocrazia che tutti i progetti si porta via: per quanto la si voglia rigirare, sono sette mesi buttati via. Sette mesi vitali per la sopravvivenza di uno scalo destinato, così facendo, alla chiusura, nonostante ci siano le risorse pronte da spendere…

Senza stare a questionare sulla complessità dei lavori previsti utilizzando tali risorse (ripavimentazione e qualche altro piccolo ridicolo ritocco, oltre alla giustissima attenzione alla sicurezza e all’adeguamento del sistema radioguidato di assistenza all’atterraggio, visto che non tutti i piloti sono in grado di scendere a Reggio), ai calabresi e soprattutto ai reggini piacerebbe sapere il motivo di questo ritardo. L’opinione della gente è che dello scalo di Reggio interessi poco o niente ai piani alti, ovvero alla Regione, alla Sacal, all’ANEC, all’ENAC e a chiunque abbia un minimo di competenza nella materia. In poche parole, l’impressione condivisa anche dal sindacato regionale della Uil trasporti guidato da Luciano Amodeo, è che si voglia far morire questo scalo (e quello di Crotone) a tutto vantaggio di un Hub unico da costituire a Lamezia. Con buona pace dei dipendenti lasciati senza occupazione e dei viaggiatori (anche messinesi) privati di una comoda opportunità di viaggio. Ma perché un reggino o un messinese, dopo un’ora di volo Roma-Lamezia dovrebbe accollarsi un’altra ora e mezzo (se tutto va bene) in pullman per raggiungere la propria città? A cosa serve una Città Metropolitana se, pur disponendo di un aeroporto, non riesce a utilizzarlo? A che servono gli stanziamenti (ad utilizzo immediato, già pronti e disponibili, fate bene attenzione!) se solo per l’«avvio delle procedure» non sono bastati sei mesi?

Il problema però non è solo delle infrastrutture, sta nello scarso utilizzo dello scalo. Il reggino De Felice, giustamente, da presidente Sacal ha sempre sostenuto che se non c’è la domanda non si può pensare a un’offerta (per volare): potremmo anche esser d’accordo se non fosse che in assenza della pur minima offerta (non indecente, viste le tariffe praticate e gli orari impossibili) risulterebbe persino difficile a Mandrake farci vedere la sala d’attesa dell’aeroporto Tito Minniti affollata, come sarebbe giusto che fosse, tutti i santi giorni. I numeri sul traffico dello scalo reggino sono spaventosi: 365,391 nel 2019 contro i 2.978.110 di Lamezia, quasi la metà del 2018). Ma con tariffe impossibili e orari impraticabili come si poteva immaginare di attrarre passeggeri?

Nelle interviste video a Luciano Amodeo e allo storico reggino Pasquale Amato (un ammirevole “talebano” quando ci sono da difendere gli interessi di Reggio) che accompagnano questo articolo ci sono le preoccupazioni dei lavoratori e dei viaggiatori. «È un problema noto – afferma Amodeo – quello dello scalo reggino sia alle istituzioni che alle parti politiche che oggi continuano ad ignorare lo stato fatiscente della struttura. Siamo al quinto sciopero in un biennio per rivendicare, come Uil Trasporti, il potenziale che l’infrastruttura reggina potrebbe offrire se si rendesse accessibile e soprattutto se si attivasse un piano di intermodalità utile, indispensabile e necessario per il rilancio dello scalo. Ma, ancor di più, servono le compagnie aeree: per farle arrivare qui bisogna rendere appetibile un aeroporto che in questo momento rappresenta solo delle limitazioni che con investimenti importanti possono essere superate. La Sacal dovrà far interagire i tre aeroporti calabresi in un regime di complementarietà e non di concorrenzialità: in questo momento sembra non voler affrontare il problema relativo allo scalo aeroportuale di Reggio non rispettando neanche quelle che devono essere le buone relazioni industriali, sottoponendosi al confronto con le parti sociali. Serve un tavolo di confronto su cui discutere su una progettualità concreta e su un piano di investimenti, nonché di incentivi per le compagnie aeree. Serve un piano di intermodalità che coinvolga tutta l’aerea metropolitana e che faciliti i collegamenti di tutti i cittadini metropolitani con un aeroporto attivo e funzionante».

Il prof. Amato, tenace assertore del rilancio dello scalo, sostiene che in Calabria non si  è fatto come in Puglia. Amato coglie nel bando ENAC che ha assegnato alla Sacal i tre scali calabresi le contraddizioni del sistema aeroportuale. «Non è stato messa in atto – secondo Amato – un’azione di potenziamento dell’intero sistema aeroportuale calabrese e la Sacal ha concentrato ogni sforzo su Lamezia col risultato della chiusura temporanea dello scalo di Crotone (poi riaperto parzialmente) e del decadimento costante e continuo dell’aeroporto dello Stretto, mai chiamato dello Stretto ma di Reggio, di fatto negando la specificità della nostra posizione geopolitica e geografica».

Luciano Amodeo
Luciano Amodeo, segretario regionale Uil-Trasporti Calabria

LE INTERVISTE  A LUCIANO AMODEO E PASQUALE AMATO

E torniamo ai 25 milioni di euro in dotazione aggiuntiva allo scalo (ci sono fondi inutilizzati del 2018): siamo certi che le scelte preannunciate per la loro destinazione siano le più indicate per il rilancio dell’aeroporto della città di Reggio? Arriva a questo proposito, il progetto del gruppo privato Zicourat, guidato dagli architetti Nicola Zera Falduto e Pino Falduto (quest’ultimo già assessore comunale del sindaco Italo Falcomatà, il padre dell’attuale primo cittadino), presentato alla Regione, alla Città Metropolitana, alla Prefettura, e a tanti altri attori istituzionali. Un progetto innovativo e lungimirante, che parte da un’idea di base: dimenticarsi della parola “Stretto” (troppo riduttiva) e far nascere un nuovo scalo da ribattezzare “Aeroporto del Mediterraneo”. Con un costo complessivo di poco meno di 33 milioni che andrebbero utilizzati per abbattere la vecchia e obsoleta aerostazione, edificare un nuovo, moderno e funzionale terminal, dal lato mare, con tutti i necessari adeguamenti di sicurezza e di accessibilità e atterraggio per qualsiasi tipo di aereo e, naturalmente, un nuovo piano di viabilità che darebbe nuova vita a un’area pressoché abbandonata. In pratica, con gli stessi fondi destinati alle “ristrutturazioni” si potrebbe – secondo il progetto regalato da Zicourat alla Città di Reggio – costruire un aeroporto nuovo.

È un’ipotesi progettuale che ai calabresi piace molto e dovrebbe legittimamente coinvolgere chi ha a cuore il futuro dell’aeroporto e il futuro della Calabria. Non perché viene “regalato” alla città di Reggio deve sottostare a pregiudizi senza senso: è quanto meno una buona base di partenza, un’alternativa ai “ritocchi” strutturali che ha in mente la Sacal, un’idea che merita la dovuta attenzione. La neo-presidente Santelli, appena operativa, metta subito in agenda questa proposta, la faccia valutare da tecnici competenti e disinteressati, e, se ci sono i presupposti di fattibilità, si renda protagonista di questa “rivoluzione dei cieli” di Reggio, invertendo la rotta fin qui negativa che ha caratterizzato la gestione dell’aeroporto “Tito Minniti”. E lo stesso dovrà fare la Città Metropolitana perché un aeroporto che funziona è il volano dello sviluppo possibile, sia in termini di business di commercio e turismo che di qualità della vita: la mobilità in Calabria è ormai alla frutta: zero la qualità dei trasporti, zero l’intermodalità, zero i collegamenti veloci. Si cominci da qui ad avviare il processo di rinnovamento e di cambiamento, dimenticando però la gattopardesca abitudine del “cambiare tutto perché nulla cambi”. Il ministro delle Infrastrutture Paola De Micheli ha annunciato novità sul piano dei trasporto ferroviario per accorciare le distanze: abbinare treni e aerei nel rilancio della mobilità calabrese sarebbe un bel regalo a chi in questa terra ci abita, ha investito passione e quattrini, vorrebbe vedere tornare i propri figli lontani.

progetto Aeroporto del Mediterraneo

Come e cosa dovrebbe essere il nuovo Aeroporto del Mediterraneo? Innanzitutto una grande risorsa, secondo le idee dell’imprenditore “illuminato” Pino Falduto, da sempre innamorato della sua terra, inguaribile “visionario”, ma mica tanto: è suo il grande centro commerciale di Pellaro, Porto Bolaro, e suo è il megaprogetto del  Mediterranean Life (vedi Calabria.Live del 24 agosto) che mira a trasformare tutta l’area sud di Reggio in uno straordinario paradiso per il turismo diportistico e congressuale. Il nuovo terminal dovrebbe diventare «il cuore pulsante della Città di Reggio Calabria, in quanto lo stesso verrà utilizzato non solo per le attività aeroportuali, ma anche per ospitare un incubatore d’impresa in modo da offrire a tutti i giovani un luogo fisico in grado di poter avviare e poi sviluppare le attività che la ZES prevede per l’area dello scalo». Quindi non solo potenziamento dello scalo e dei suoi utilizzi, ma l’aeroporto dovrebbe diventare un attrattore per startup innovative e i neo-laureati in cerca di formazione, specializzazione e affermazione.

Progetto Aeroporto del Mediterraneo

Il progetto prevede che il nuovo piazzale principale destinato agli aeromobili abbia una superficie complessiva di circa 109mila mq, in grado di consentire lo stazionamento contemporaneo di sei velivoli commerciali. Gli aerei saranno collegati al terminal attraverso i fingers, ovvero i manicotti mobili che permettono l’imbarco e lo sbarco diretto dei passeggeri dentro il terminal, come avviene in quasi tutti gli aeroporti del mondo. Il terminal e l’aeroporto utilizzerebbero la stazione ferroviaria (esistente, ma inutilizzata) per attivare un collegamento metropolitano di superficie con la città di Reggio, il porto, Gioia Tauro e l’aeroporto di Lamezia. Anche il piano viabilità verrebbe completamente rivisto con i collegamenti verso la SS 106 e l’A2 Autostrada del Mediterraneo.

Progetto Aeroporto del Mediterraneo

Un progetto che non richiede investimenti di miliardi, ma la dovuta attenzione della Città metropolitana e soprattutto della nuova presidente della Regione. Il progetto prevede l’utilizzo della aree ZES previste per l’Aeroporto di Reggio e viene offerto come «contributo spontaneo con l’unico fine di una collaborazione al miglioramento della nostra città». In poche parole, perché utilizzare i 25 milioni stanziati per lo scalo reggino (e non ancora impegnati se non informalmente in discutibili “ristrutturazioni”), quando si potrebbe avere un terminal completamente nuovo e una nuova “rigenerazione urbana” che valorizzi tutta l’area dello Stretto? Il progetto presentato dagli architetti Falduto non è vangelo ma può costituire una seria e solida base per una riflessione sul corretto utilizzo delle risorse pubbliche e nell’ottica di un non più rinviabile rilancio dello scalo. Se ne facciano carico la neo-presidente Jole Santelli e il futuro consiglio metropolitano e comunale di Reggio: il sindaco Falcomatà, magari assorbito dall’ormai imminente campagna elettorale, forse non avrà occasione di valutare la proposta che invece dovrebbe promuovere e spingere. O spiegano ai cittadini, chiaramente e con dati alla mano, perché non si può fare, oppure mettano tutti l’impegno comune e trasversale delle forze politiche che hanno detto di avere a cuore il futuro della Calabria. Questa è l’occasione per dimostrare che Reggio può finalmente “decollare”.

La Città metropolitana di Reggio non può permettersi di non avere un aeroporto efficiente e moderno, ma soprattutto funzionale ai progetti di rilancio turistico di tutta la Calabria. Anche il nuovo nome proposto sembra di buon auspicio, il Mediterraneo farà la fortuna della Calabria, ma, attenzione, come per i voli che si rischia di perdere perché si giunge in ritardo o perché distratti, questa è l’ultima chiamata, con imbarco immediato… (s)

La Calabria che vola e quella che non decolla. Reggio e Crotone, aeroporti a rischio chiusura

di SANTO STRATI – C’è una Calabria che vola (quella di Lamezia) e quella che non riesce a “decollare”: parliamo ovviamente dei due aeroporti “figli di un dio mInore” di Reggio e Crotone, avviati inesorabilmente verso un declino che porterà soltanto all’inevitabile chiusura, se non si prenderanno immediati e concreti provvedimenti.. Alla faccia della tanto conclamata Città Metropolitana, disastrata nei trasporti aerei, e, nel caso di Crotone, svilendo uno scalo che funziona a corrente alternata. Quest’estate, complice il turismo straniero e i numerosi resort e villaggi presenti nella zona, ha sviluppato un’interessante mole di traffico. Arriva l’inverno e il Sant’Anna, malinconicamente, vede due soli voli al giorno (Bergamo e Bologna) anche se a prezzi appetibili (Il Crotone-Bologna del 15 gennaio partenza 13.35 e arrivo alle 15.10 costa 14,71 euro con RyanAir).

La Calabria che non vola vede a Reggio la situazione più drammatica: lo scalo dello Stretto, per fare un esempio, da sempre avvantaggiato da un volo per Roma al mattino con ritorno serale, comodissimo per molti professionisti con interessi nella Capitale, non ce l’ha più e i pochi voli disponibili sono a prezzi impossibili. Inoltre, gli orari di Reggio penalizzano i viaggiatori, indicando necessariamente soluzioni alternative su Lamezia. Perché un cittadino di Reggio (o di Messina) dovrebbe andare a Lamezia (131 km, 1 ora e 17 minuti di percorso, A2 permettendo) quando potrebbe decollare al mattino dall’Aeroporto delle Stretto e ritornare la sera da Roma?

Non crediamo all’ipotesi di una volontà “politica” di far chiudere l’aeroporto di Reggio, ma certamente c’è una buona dose di cecità commerciale se si profilano orari dei voli che scoraggiano i passeggeri, il cui numero è costantemente in picchiata (-5 %), al contrario delle sorprendenti performance di Lamezia, su cui si concentrano non solo voli di linea ma anche un buon numero di charter, con un traffico in continua ascesa. Guardiamo i numeri da gennaio a settembre di quest’anno: Lamezia oltre 2,3 milioni di passeggeri (+ 8,8% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno); Crotone 131 mila (+110,3); Reggio Calabria 299 mila  (+13,5%). Non inganni il segno + per Reggio: nel 2018 aveva registrato 358 mila passeggeri e 381mila nel 2017, ben lontani dai 485/490 mila del 2016 e 2015, quando c’era più voli e l’aeroporto era in buona efficienza. Cosa significano queste cifre? Molto semplicemente che se c’è l’offerta, cresce la domanda, se l’offerta non è competitiva e gli orari poco convenienti, il traffico crolla.

In poche parole, se ci sono voli (e orari che permettano andata e ritorno nello stesso giorno) la domanda è destinata a crescere. Se viaggiare da o per Reggio diventa un’avventura, sembra evidente che la domanda vada in caduta libera e i passeggeri cerchino altre soluzioni. Anche perché, non dimentichiamo, che un volo Reggio-Milano costa poco meno di un Milano-New-York, mentre un Milano-Lamezia diventa ragionevolmente accettabile (a partire dai 31 euro di RayanAir ai 73 di Alitalia – nelle tariffe speciali). C’è indubbiamente una inspiegabile discriminante a favore dello scalo di Lamezia: qualcuno dovrebbe spiegare il perché ai tanti cittadini di Reggio che domani mattina, in piazza Italia, si mobiliteranno per chiedere soluzioni per l’aeroporto. Una manifestazione promossa dal Comitato pro Aeroporto dello Stretto: l’organismo guidato da Fabio Putortì mostra qualche contraddizione nelle sue logiche di denuncia. Secondo Putortì, «la manifestazione servirà a denunciare e voltare definitivamente pagina con un sistema politico-amministrativo distorto dove le logiche di partito hanno prevalso sugli interessi della collettività e dello sviluppo del territorio». Ma Purtortì non vuole politici alla manifestazione: «I rappresentanti istituzionali – sostiene – hanno le sedi opportune per compiere il proprio dovere». In poche parole non si vuole che la manifestazione diventi il palcoscenico (di comodo) di amministrazioni e consigli comunali e regionali «che hanno dimostrato e stanno tuttora dimostrando tutta la loro indolenza ed insensibilità politica». Ovvero la piazza aperta ai cittadini e basta. Sembra una cavolata: i politici bisogna chiamarli a dare spiegazioni, a rispondere dell’inazione fin qui manifestata. E i sindacati? Non bisogna ascoltare quello che hanno da dire?

La UIL Trasporti proprio qualche settimana fa ha aperto «un nuovo stato di agitazione dei lavoratori della SACAL in forza presso l’Aeroporto di Reggio Calabria, per la mancanza di un piano lungimirante, da parte della stessa società, che possa rilanciare l’infrastruttura reggina con mediante l’arrivo di nuovi collegamenti, necessari per ridare respiro ai lavoratori in continuo stato di disagio dettato dalla persistenza dei contratti a tempo determinato, nonché di quelli part-time e di tutte le questioni messe più volte in evidenza e di non facile risoluzione a fronte delle ostilità dettate dallo stato di fatto». Il segretario regionale UILT Calabria, Luciano Amodeo, aveva dichiarato a un’emittente radiofonica nazionale che «si è assistito a un tacito e graduale disimpegno da parte di alcune compagnie, precedentemente operanti, oltre che alla riduzione dei collegamenti programmati Alitalia». Amodeo ha parlato con chiarezza: «Nonostante gli investimenti proposti recentemente, non si intravvede il piano di sviluppo e di rilancio necessario, che dovrebbe essere accompagnato da un progetto di trasporto intermodale, per ripristinare la giusta funzionalità di un aeroporto che non riesce a sfruttare l’importanza strategica dettata dalla propria ubicazione».

Gli investimenti (25 milioni per l’Aeroporto, ottenuti grazie ad un emendamento della legge di bilancio dello scorso anno dal deputato azzurro Francesco Cannizzaro) annunciati trionfalmente dal Presidente di Sacal, il reggino Arturo De Felice con lo stesso Cannizzaro, qualche mese addietro, a proposito della modernizzazione dello scalo. In tale occasione, De Felice aveva dichiarato a Calabria.Live che se non ci sono passeggeri un aeroporto non può funzionare. Il riferimento – esplicito – allo scalo reggino è evidente. Niente passeggeri, niente voli. Ma se non ci sono voli come possono esserci passeggeri? Un bel busillis. E siamo sicuri che con i 25 milioni ottenuti con mano felice da Cannizzaro possano risolvere i problemi dello scalo? Ancora non sono stati neanche fissate le gare di appalto, mentre al contrario la ventilata chiusura dell’aeroporto sembra molto vicina a diventare una drammatica realtà. E i lavori di adeguamento del volo strumentale (senza il quale RyanAir si rifiuta – parrebbe – di atterrare a Reggio)? Altro che nuovi vettori pronti a fare scalo a Reggio per servire (comodamente) anche Messina.

Per l’utilizzo dei 25 milioni per l’aeroporto (la cui destinazione appare discutibile), c’è uno studio – gratuito – proposto da un gruppo di progettisti che fa capo all’arch. Pino Falduto che ha ipotizzato una completa rivisitazione dello scalo, proprio utilizzando le risorse che – in realtà – serviranno a “rappezzare” una aerostazione piuttosto squalliduccia e risolvere qualche problema di recinzione intorno allo scalo (la sicurezza, va garantita, per carità!). Il progetto, onestamente, mostra un grande appeal e risulta una gran bella proposta, a vedere i rendering. I disegni CAD non bastano, ovviamente, ma – a quanto pare – c’è anche un conto economico dettagliato dei costi.

Pensate che qualcuno di quelli che decidono ha voluto appena appena sbirciare il costo industriale del progetto? Assolutamente no. Reggio non deve volare e con essa Crotone. Se lo ricordino i calabresi alla ormai vicinissima tornata elettorale: le soluzioni gattopardesche (cambiare tutto perché nulla cambi) non vanno più bene, occorre reagire. Democraticament e con l’arma del voto, non disertando le urne. Mandare a casa chi non ha fatto e isolare chi pensa di crearsi nuovi “pascoli” per fini strettamente privati.

E ha ragione uno storico di valore come Pasquale Amato che sogna di vedere (al contrario del Comitato pro Aeroporto) tanti politici alla manifestazione reggina, magari pronti a battersi il petto e dichiarare pubblicamente un impegno serio per il rilancio dello scalo. I politici diranno di non essere stati invitati, una comoda scusa per svicolare. Non servono inviti, serve la volontà di servire Reggio e difendere i suoi interessi. Serve la passione di far diventare non meno importante lo scalo di Lamezia, ma di far crescere Crotone e Reggio e con essi la Calabria. Non addormentatevi, al risveglio, si capirà che, purtroppo, è anche questo un sogno. (s)

Ecco come l’arch. Pino Falduto e il suo team di progettisti vedono il futuro aeroporto di Reggio. Per ora è solo un rendering, ma qualcuno si degnerà di chiedere il conto economico per la sua realizzazione? Il progetto (ideale) del nuovo aeroporto di Reggio

REGGIO – Stamattina la mobilitazione collettiva per l’aeroporto e l’emergenza territoriale

Stamattina, a Reggio, alle 10.30, a Piazza Italia, la Mobilitazione Collettiva per l’aeroporto e l’emergenza territoriale promossa dal Comitato pro Aeroporto dello Stretto.

«In seguito al declino strutturale ed economico – si legge in una nota degli organizzatori – in cui è stato condotto il nostro territorio, come Comitato pro aeroporto dello Stretto, abbiamo deciso di avviare una mobilitazione collettiva invitando all’adesione tutti i nostri concittadini interessati allo sviluppo incondizionato dell’Area dello Stretto».

«Una mobilitazione apartitica – hanno precisato gli organizzatori – Il 16 novembre, quindi, tutti coloro che sono veramente esasperati dai disservizi, dalle varie emergenze e dalle continue speculazioni, di cui la questione aeroporto ne é il paradigma, sono invitati a partecipare per voltare definitivamente pagina verso il sistema che ha causato il degrado economico e sociale del territorio poiché non consentiremo ai soliti noti di continuare a banchettare dal giorno dopo sulle spoglie della città».

Per il prof. Pasquale Amato, apprezzato storico reggino, si tratta di una «mobilitazione generale per salvare e rilanciare l’aeroporto dello Stretto, strategico e internazionale».

«Sabato – scrive su Facebook il prof. Amato –  in Piazza Italia vorrei incontrare il Presidente della Camera di Commercio, i Presidenti di tutte le categorie economiche e Associazioni di qualsiasi tipo, di tutti gli ordini professionali, i rettori delle due Università, i dirigenti sindacali, Presidenti del Conservatorio e dell’Accademia di Belle Arti, il Sindaco Metropolitano e i Sindaci dei Comuni metropolitani, i Consiglieri Metropolitani e Comunali, i Consiglieri regionali e i deputati e senatori reggini».

«Non per una parata elettorale – prosegue il post su Facebook – Ma con l’impegno di riunirsi subito per una battaglia che non si esaurisca in una passerella momentanea. Una battaglia comune per l’equità delle tariffe, per creare una nuova società di gestione autonoma pubblica-privata e per cacciare la SACAL dall’Aeroporto dello Stretto». (rrc)

REGGIO – PD/”Sempre avanti” sull’Aeroporto dello Stretto

“Operazione verità” sull’Aeroporto dello Stretto “Tito Minniti”: il gruppo Pd “Sempre avanti” in una conferenza a Palazzo San Giorgio, a Reggio, ha fatto il punto sugli sviluppi dello scalo reggino, dopo gli annunci della Sacal sui prossimi lavori finanziati dal Cipe.
All’incontro hanno preso parte il capogruppo dem al Comune di Reggio, avv. Antonino Castorina, Tina Foti, assessore di Montebello Jonico e componente dell’Assemblea nazionale del PD, Francesco Danisi, segretario nazionale dei giovani democratici, e il vicesindaco di San Ferdinando di Rosarno Luca Gaetano.

«È un dibattito surreale – ha detto Castorina – basato su contraddizioni strumentali, che esige un momento di chiarezza». L’avv. Castorina ha ricordato gli anni della passata gestione Sogas e gli interventi del Comune di Reggio e della Città Metropolitana (quasi tre milioni di euro per scongiurare la chiusura dello scalo). Stigmatizzando lo sgarbo istituzionale della Sacal nei confronti del presidente della Regione e del sindaco Giuseppe Falcomatà, il capogruppo dem ha sottolineato la necessità di rilanciare lo scalo non solo dal punto di vista strutturale, ma con la dovuta attenzione al territorio e ai suoi abitanti.

Occorre – ha detto la Foti – rivitalizzare l’aeroporto e prevedere azioni di sostegno alle tariffe, troppo alte per i reggini, penalizzati da un traffico ridotto. Sulla stessa posizione il vicesindaco Luca Gaetano che ha insistito sulla necessità di un piano di mobilità che investa tutta la Piana di Gioia Tauro, in modo da far diventare lo scalo di Reggio un punto di riferimento centrale per tutta l’area metropolitana. (rrc)

 

IL PROGRAMMA DEGLI INTERVENTI PREVISTI PER L’AEROPORTO DELLO STRETTO

ECCO IN DETTAGLIO IL PIANO DEGLI INTERVENTI PER L’AEROPORTO DI REGGIO CALABRIA

Piano interventi Aeroporto di Reggio Calabria

  1. ADEGUAMENTO ANTISISMICO AEROSTAZIONE PASSEGGERI (€ 3.500.000,00)
  • L’intervento si rende necessario per la messa in sicurezza della struttura utilizzata come aerostazione principale nonché sede istituzionale per tutti gli Enti di Stato presenti presso lo scalo.
  • Accesso, anche attraverso l’eventuale rimozione di pavimentazioni e/o controsoffittature, a travature, setti portanti, solai dell’originale infrastruttura a costruita nel 1976 e loro consolidamento antisismico. Realizzazione di ulteriori elementi strutturali, secondo necessità.
  • Il vincolo principale è dettato dalla necessità di operare in corso di attività, ovvero salvaguardando l’operatività
  • La verifica strutturale si rende ancor più necessaria alla luce del rilevato aumento delle attività sismiche collegate ai vulcani Etna. L’intervento consentirebbe anche l’emissione di certificato di agibilità in accordo alle nuove norme tecniche.
  1. RISTRUTTURAZIONE AREE COMUNI CON ADEGUAMENTO IMPIANTI DI ILLUMINAZIONE E CONDIZIONAMENTO (3 .500.000,00)
  • L’intervento è volto  all’adeguamento  alle nuove  normative  in tema  di sicurezza sul lavoro ed efficientamento energetico.
  • In collegamento con le opere previste in Scheda 01 (adeguamento antisismico), gli interventi prevedono la ristrutturazione delle aree comuni e di quelle destinate agli Enti  di Stato operanti   in  aeroporto,  con  specifico  riferimento  anche  agli   impianti  di condizionamento dell’aria e di illuminazione.
  • Realizzazione nuovo controsoffitto antisismico e nuova pavimentazione, nuovo impianto di illuminazione con pannelli a led, nuovo impianto di climatizzazione, nuovo impianto di rilevazione incendi,
  • Il vincolo principale è dettato dalla necessità  di operare in corso di attività, ovvero salvaguardando  l’operatività
  • Interventi di efficientamento energetico ed adeguamento degli impianti di trattamento dell’aria erano  stati   inseriti  nel  progetto di ampliamento dell’aerostazione mai portato a compimento.
  1. SISTEMA GBAS-GROUND BASED AUGMENTATION SYSTEM (1.500.000,00)
  • Il GBAS viene utilizzato principalmente per facilitare l’utilizzo di procedure di approccio GNSS, specie laddove (come nel caso di Reggio Calabria) non sia possibile l’istallazione di un Lo scopo principale di un GBAS è garantire l’integrità del segnale GPS ed al contempo aumentarne l’accuratezza.
  • Installazione di un sistema GBAS ed aggiornamento delle procedure di volo GNSS per lo scalo di Reggio Calabria, in collaborazione con ENAC ed ENAV.
  • Procedure GNSS sono state approvate o sono in fase di valutazione/approvazione da parte di ENAC/ENAV.
  • Miglioramento dei livelli di sicurezza dell’aeroporto attraverso l’introduzione di procedure IFR di approccio di
  • Supporta un aeromobile nell’avvicinamento, nell’atterraggio, nel decollo e in tutte le operazioni in superficie all’interno della sua area di copertura.
  • Miglioramentodeilivellidisicurezzadell’aeroportoattraversol’introduzionediprocedureIFRdiapprocciodi
  • Supporta un aeromobile nell’avvicinamento, nell’atterraggio, nel decollo e in tutte le operazioni in superficie all’interno della sua area di copertura.
  1. RIQUALIFICA PAVIMENTAZIONI ZONA AlRSIDE AIUTI VISIVI LUMINOSI (AVL)
    (€ 5.500.000,00)
  • Miglioramento  dei livelli di sicurezza relativi alla movimentazione  degli aeromobili ed all’utilizzo delle piste e piazzali.
  • L’intervento prevede la riqualifica delle pavimentazioni  della pista principale e delle aree destinate alla sosta degli aeromobili, con relativo adeguamento degli AVL.
  • Aiuti visivi luminosi (AVL) si intendono tutte quelle apparecchiature che concorrono al funzionamento delle luci dell’area di movimento di un aeroporto: dette luci servono al pilota dell’aeromobile per avere le opportune informazioni visive, necessarie durante le fasi di decollo, atterraggio e movimento a terra degli aeromobili.
  • Si prevede la sostituzione del tappetino di usura della pista principale (ultimo intervento 2004), della pista secondaria, di alcune aree di sosta aeromobili, la rimozione di  un  helipad  e l’adeguamento degli ausili visivi correlati (marketing, light, signage).
  • Completa sostituzione delle lampade esistenti. Messa in opera di segnali a tecnologia LED (luci e tabelle). Le lavorazioni definiranno un economia gestionale e una maggiore sicurezza per la significativa visibilità dei segnali e la nitidezza dei lavori.
  1. DEMOLIZIONI DI RUDERI E MANUFATTI PERICOLOSI E RIQUALIFICA DELLE AREE DI PERTINENZA (€ 3.000.000,00)
  • L’intervento prevede la demolizione e successiva riqualifica di aree in zona airside comprese (principalmente) tra il Varco Doganale e la palazzina SACAL, lungo la recinzione perimetrale prospiciente via  Ravagnese Inferiore. Altri manufatti sono dislocati in altre aree del sedime aerooortuale.
  • Abbattimentodei manufatti ammalorati/fatiscenti e sistemazione e messa in sicurezza dell ‘area di risulta.
  • Già oggetto di valutazioni preliminari in sede di conversione del certificato di operatore aeroportuale ai sensi del REG EU 139/2014.
  1. ADEGUAMENTO VIABILITÀ LATO CITTÀ E NUOVO PARCHEGGIO ENTI DI STATO
    (
    € 1.500.000,00)
  • L’intervento prevede la messa in sicurezza dell’area ex cantiere aerostazione e la costruzione in situ di un nuovo parcheggio per Enti di Stato, adeguando al contempo la viabilità complessiva land’ìide, anche al fine di garantire corretti livelli di
  • Abbattimento di manufatti fatiscenti, costruzione di muro di contenimento e creazione nuovo Sistemazione sede stradale fronte aerostazione.
  • L’area, già destinata all’ampliamento dell’aerostazione avviato dalprecedente gestore, è libera  ed utilizzabile e consentirebbe di separare il parcheggio Enti di Stato da quello operatori, attualmente presente presso varco.
  1. ADEGUAMENTO SALA IMBARCHI E APPARATI DI CONTROLLO PASSEGGERI BAGAGLI
    (€ 2.000.000,00) 
  • L’intervento prevede l’ampliamento dell’area destinata agli imbarchi passeggeri al fine di completare la sistemazione dell’area assegnata ai controlli di sicurezza, secondo il progetto già avviato nel 2019. Questo al fine di consentire la corretta esecuzione dei controlli di sicurezza, aumentando al contempo le linee destinate ai controlli passeggeri.
  • Installazione di un manufatto prefabbricato di circa 800 mq, in cui spostare parte delle aree di imbarco ed ampliamento, nel manufatto esistente, delle aree destinate ai controlli di sicurezza, ivi inclusi uffici di Enti di Stato.
  • Il progetto è stato già avviato con il trasferimento dal piano superiore dei sistemi (apparati RX e portali magnetici) destinati al controllo di passeggeri e bagaglio a mano.
  1. INTERVENTI  PER   LA  SICUREZZA   AL  VOLO ED IL CONTROLLO   DEL TRAFFICO  AEREO
    (€ 1.500.000,00)
  • Le opere previste per la sicurezza ed il controllo del traffico aereo sono le opere necessarie per la risoluzione delle diverse Deviazioni dette DAAD (deviation acceptance and action document) allegate al Certificato di certificazione rilasciato da ENAC ai sensi del REG EU 139/2014.
  • Si tratta di una serie di interventi richiesti da ENAC per progressivamente riallineare le infrastrutture airside esistenti a Reggio Calabria alle nuove normative europee sulla certificazione di aerodromo.
  • Adeguamento di alcuni specifichi sotto-sistemi aeroportuali (area di manovra e area di movimento) ai requisiti di sicurezza del Reg EU 139/2014.
  1. RIQUALIFICA IMPIANTI CONTROLLO SMISTAMENTO BAGAGLI DA STIVA (€ 1.500.000,00)
  • L’intervento previsto tiene conto dei nuovi requisiti di sicurezza relativamente ai controlli dei bagagli da stiva; le nuove normativa europee richiedono infatti l’istallazione di sistemi EDS (explosives detection system) a partire dal settembre 2020, istallazione che in molti casi (Reggio incluso) richiederà l’adeguamento dcl sistema di smistamento dei bagagli (Baggage Handlìnf {System -BHS).
  • Si tratta di una serie di interventi atti a consentire l’istallazione di una nuova macchina EDS in linea con il BHS esistente, che dovrà essere necessariamente adeguato per garantire la piena funzionalità dell’EDS.
  • Intervento reso  obbligatorio  dalle nuove  nonne  europee,  quali  il  REG  EU 1087/2011, in tema di sicurezza aeronautica (AVSEC).
  • Adeguamento del dispositivo dei controlli di sicurezza
  1. SISTEMI ANTINTRUSIONE PERIMETRALE E PROTEZIONE DA DRONI (€ 2.000.000,00)
  • L’intervento è relativo alla messa a norma del sistema perimetrale di sicurezza, invi inclusa l’istallazione di un sistema di anti-intrusione integrato da un sistema di protezione da droni (tipo DroneShield) , al fine di adeguare l’infrastruttura alle minacce emerse negli ultimi anni.
  • Installazione, su rete perimetrale aggiornata ed adeguata, di sistemi di rilevamento di possibili intrusioni e controllo con CCTV IR dell’area L’intervento comprende anche un sistema per la protezione del sito da interferenze indebite da traffico droni/UAV.
  • Adeguamento del dispositivo dei controlli di sicurezza ed atti di interferenza illecita.
Presentazione pèiano interventi Aeroporto dello Stretto
Il presidente dell’ANEC Nicola Zaccheo, il presidente della Sacal Arturo De Felice, il viceministro dell’Economia Laura Castelli e l’on. Francesco Cannizzaro  alla presentazione del piano di interventi per l’Aeroporto dello Stretto. (leggi l’articolo di Santo Strati)

 

 

Aeroporto dello Stretto, imbarco immediato. Ecco i fondi per la riscossa dello scalo reggino

di SANTO STRATI – Lo davano tutti per spacciato, invece è vivo e pronto alla riscossa: lo scalo reggino, l’Aeroporto dello Stretto, ha i fondi necessari per rinascere e ripartire. Fondi già disponibili, in pronto cassa che il CIPE, con  una rapidità impensabile, ha sbloccato per gli interventi necessari. 25 milioni immediatamente spendibili grazie all’emendamento alla legge finanziaria proposto dall’on. reggino Francesco Cannizzaro e approvato il 3 dicembre scorso all’unanimità in Commissione Bilancio della Camera. E dire che era stato in un primo momento dichiarato inammissibile, invece, poi, è successo il miracolo (Cannizzaro santo subito?) perché non c’era un minuto da perdere. L’on. Cannizzaro ha ricordato che il 30 dicembre la Finanziaria è diventata legge con la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale e lo scorso 24 luglio il CIPE ha svincolato i fondi da destinare all’aeroporto di Reggio. Un tempismo eccezionale.

Così, stamattina all’aeroporto di Reggio sono arrivati a dare il crisma dell’ufficialità il presidente dell’ENAC (l’ente dell’Aviazione civile) e il viceministro Laura Castelli, altra artefice del “miracolo”, ospiti di un soddisfattissimo Arturo De Felice, presidente della Sacal, la società che gestisce i tre scali calabresi, e di un altrettanto fiero Cannizzaro, un deputato che fa della sua regginità un punto d’orgoglio in ogni occasione, non mancando mai di sottolineare che i suoi sforzi non riguardano la “sua” provincia, ma l’intera regione.

Cannizzaro è un abile politico che, al di là delle appartenenze partitiche, riesce a dialogare anche con gli antagonisti e gli oppositori: il raggiungimento del bene comune come fine ultimo, a volte, riesce a far trovare intese politicamente impensabili. Tant’è che Laura Castelli, viceministro MEF e deputata grillina, sembra ormai destinata a diventare una benemerita della Città di Reggio: a lei si deve la soluzione del paventato dissesto che affliggeva il Comune e a lei si deve, oggi, lo sblocco immediato dei fondi necessari a rendere l’aeroporto di Reggio uno scalo che può ambire al traffico internazionale. L’intesa – pur su posizioni rigidamente opposte – con l’on. Cannizzaro ha dato frutti saporiti (per la Città Metropolitana e il Comune) e occorre, pubblicamente, riconoscere che la “ragazza” (è un complimento, non s’offenda viceministro) è tosta e in gamba, disponibile («sempre pronta a rispondere a qualunque ora del giorno e della notte» – ha sottolineato Cannizzaro nel ringraziarla per l’impegno profuso in questa vicenda) e certamente con un bel caratterino. Lei, del resto, nata e cresciuta a Torino, fa un vanto delle sue origini siculo-pugliesi, che le fanno amare particolarmente il Sud.

La presenza del presidente dell’ANEC, Nicola Zaccheo, è, peraltro, un segnale molto importante per lo scalo di Reggio: all’ANEC sarà affidato il compito di seguire gli appalti e gli affidamenti per i lavori necessari «a migliorare l’aeroporto, soprattutto renderlo più sicuro per i passeggeri e per i piloti». Il presidente Zaccheo ha fatto uno specifico riferimento agli scali pugliesi: fare rete – ha detto in sintesi – guardando all’esempio pugliese, significa incrementare traffico, finalizzare obiettivi comuni, ottimizzare risorse e attrarre utenza.

È, difatti, l’utenza il vero handicap dell’Aeroporto dello Stretto. Il presidente De Felice – come si può ascoltare nell’intervista a Calabria.Live – indica nella scarsa utenza l’impossibilità di attuare nuove rotte, applicare tariffe low cost, dare, insomma, il carburante necessario per uno sprint che l’aeroporto merita. Ovviamente non va trascurata l’ingombrante presenza dello scalo catanese di Fontanarossa (8 milioni passeggeri) che toglie all’aeroporto di Reggio (229mila passeggeri, un dato in confortante crescita) i potenziali viaggiatori di Messina e dintorni, ai quali lo scalo reggino risulterebbe sicuramente più comodo. E non si dimentichi che siamo in una zona ad alto rischio sismico: «possibile – ha evidenziato De Felice – che in una situazione del genere, questo scalo non abbia strutture antisismiche?».

Dunque, non si abbatte l’aerostazione (l’attuale traffico non giustificherebbe l’investimento) ma si utilizzano i fondi CIPE per adeguare le strutture esistenti, ampliare i margini di sicurezza per evitare intrusioni («oggi entra chiunque nell’area aeroportuale, impegnando a dismisura le forze dell’ordine»), garantire condizioni di sicurezza ai piloti. Il sistema radioguidato di assistenza all’atterraggio GMAS sarà presto operativo: questo significa che potranno atterrare tutti i i piloti, non solo quelli – ormai superesperti – dell’Alitalia o di Blue Panorama. Andranno inoltre adeguati viabilità e parcheggi e ristrutturate le sale d’imbarco per offrire maggiore comfort a chi viaggia. Un programma di tutto rispetto che trasformerà l’aeroporto reggino in uno scalo importante non solo per la regione, ma per l’intero Mediterraneo.

L’obiettivo di De Felice di fare rete con i tre aeroporti (Lamezia ormai arriverà a 3 milioni di passeggeri) trova una comoda sponda nei lavori migliorativi dell’Aeroporto dello Stretto. Ad essi dovrà, però, seguire un’attenta e opportuna strategia di marketing territoriale che coinvolga i partner delle principali aerolinee e che trovi adeguata udienza in sede regionale (dove sono bloccati i fondi già stanziati?). L’impegno del presidente ANEC Zaccheo, in questo senso, è stato ampio e chiaro, ma è evidente che alla base occorre una seria politica di programmazione che metta il turismo al centro dell’attenzione.

Come può attrarre traffico dall’estero un aeroporto che tutt’intorno non  ha strutture alberghiere adeguate  o centri turistici in grado di soddisfare la domanda? L’esempio di Crotone che il presidente De Felice ha citato («Il volo di Norimberga per Crotone è quasi sempre pieno: contate quanti villaggi turistici ci sono nell’area di Isola Capo Rizzuto e nella provincia!») è significativo: in una regione che – inspiegabilmente – in questa consiliatura ha fatto a meno di un assessorato al turismo, l’assenza di una politica seria sul turismo ha fatto danni. Si può rimediare? Forse.

Il turista vorrebbe venire in Calabria (la reputazione della regione in termini turistici è entusiasmante, vedi Calabria.Live, il 1° luglio scorso), ma si scontra col problema trasporti, mobilità e strutture. Bisogna smetterla di pensare in piccolo e cominciare a costruire una rete regionale di opportunity e di accoglienza. L’Aeroporto dello Stretto, col nuovo restyling e i lavori opportuni, ci metterà del suo, occorre una visione progettuale di lungo respiro con player adeguati e capacità imprenditoriali ed esecutive: la sfida della California d’Europa (la Calabria) parte anche da qui. (s)

Il dettaglio degli interventi programmati


LA STRIDENTE ASSENZA DEL SINDACO METROPOLITANO GIUSEPPE FALCOMATÀ

Non è sfuggita nell’affollata sala della conferenza stampa della SACAL la stridente assenza del sindaco metropolitano di Reggio Giuseppe Falcomatà. «Non è un cocktail party, non abbiamo invitato nessuno se non i giornalisti, è un incontro aperto, sono intervenuti spontaneamente autorità (tra tutte il questore di Reggio Maurizio Vallone), e molti cittadini» – ha detto il presidente De Felice a chi chiedeva perché non era presente il sindaco. Che, a nostro modesto avviso, doveva essere presente, soprattutto perché non formalmente invitato. Rappresenta Reggio e la Città Metropolitana e oggi è un giorno decisamente importante per tutti i reggini.

A replicare a De Felice ci ha pensato un piccato comunicato del vicesindaco metropolitano Riccardo Mauro, lanciando una polemica che rischia di finire in rissa pre-elettorale. «L’aeroporto ed i diritti dei cittadini – ha scritto in una nota Mauro – non possono essere agitati in aria come fossero una clava da usare a ridosso degli imminenti impegni elettorali. A mio avviso, nella conferenza stampa di oggi, Sacal è venuta meno al rispetto istituzionale nei confronti di Reggio e della sua Città Metropolitana». Ricordando come, negli ultimi anni, Palazzo San Giorgio e Palazzo Alvaro abbiano «contribuito con finanziamenti e servizi alla salvaguardia ed al rilancio dell’aeroporto reggino», Mauro ha sottolineato che «Più di un milione di euro Comune e Città Metropolitana hanno deliberato per non far chiudere il Tito Minniti nel periodo della gestione provvisoria ed un cospicuo impegno contrattuale lega Palazzo Alvaro alla Sacal, senza considerare i servizi messi a disposizione dalle amministrazioni Falcomatà: dal ‘ChiamaBus’, che conduce i viaggiatori messinesi fin dentro l’aeroporto, all’Atam che fa lo stesso coi cittadini in transito verso le Isole Eolie. Tutte attività fatte con gli impegni finanziari dell’ente e con il solo scopo di aumentare il numero di passeggeri da e per l’aeroporto dello Stretto».

«Oggi – continua Mauro – nulla è stato detto da Sacal su come i nuovi finanziamenti potranno agevolare l’arrivo dei voli low-cost promessi in passato e che, per adesso, riempiono soltanto le piste di decollo ed atterraggio di Lamezia e Crotone. Nulla è stato detto su un piano di sviluppo, concreto e reale, che possa far sperare ad un rilancio serio dell’infrastruttura prevedendo, ad esempio, l’integrazione tra lo scalo e la stazione ferroviari. Sacal non ha spiegato – sostiene il vicesindaco – modi e tempi del programma di sviluppo, cosa abbia fatto con gli oltre 10 milioni di euro che, allo scopo, la Regione aveva rimesso in cantiere e rispetto ai quali sono state fatte diverse riunioni tecnico/istituzionali e per i quali, ormai da tempo immemore, si attendono risposte da Sacal».

«Siamo contenti davvero – spiega Riccardo Mauro – e ringraziamo il Governo per gli ulteriori 25 milioni di euro che, leggiamo da Sacal, verranno utilizzati per adeguamenti sismici, per i nastri trasportatori dei bagagli o per i droni, ma niente è stato detto su come questi investimenti possano portare un vero programma di incremento dei voli e di abbassamento dei costi.  Ecco perché, ascoltando la conferenza stampa di stamane, nasce legittimo il dubbio che, nuovamente, i diritti costituzionalmente garantiti dei nostri concittadini vengano usati per tirare la volata politica a qualcuno, cosa già letta spesso negli ultimi tempi su molti quotidiani locali. In questo senso, bene hanno fatto i consiglieri comunali ed ex assessori delle giunte di centrodestra a prendere parte, pur se non da tecnici, all’iniziativa che vedeva schierato in prima linea un loro parlamentare. Ad alcuni di loro – sostiene Riccardo Mauro – va riconosciuto il merito di aver votato insieme a noi provvedimenti importanti per l’aeroporto. Penso al finanziamento di oltre un milione per l’allora gestione provvisoria della fu Sogas, dichiarata fallita negli ultimi mesi della ex Provincia di Reggio Calabria guidata da Forza Italia. Lo abbiamo fatto all’unanimità, maggioranza e minoranza insieme, perché quando di mezzo ci sono i diritti e gli interessi della città non devono esistere colori d’appartenenza».

«Ecco perché – stigmatizza Mauro – le sortite odierne sui “cocktail party” stonano: a pochi mesi dalle prossime campagne elettorali, l’aeroporto non deve diventare sede di convention da dove lanciare stoccate agli avversari politici e senza, tra l’altro, chiarire come e quando, somme così importanti permetteranno di avere nuovi vettori, nuove tratte o quando i reggini potranno prendere un volo da Reggio Calabria senza dover rivolgersi alla banca per un mutuo. Venire a Reggio Calabria spesso costa quanto viaggiare in direzione New York da altri scali e, per quanto sia stupenda la nostra terra, temo seriamente che i turisti possano preferirle Manhattan». (rrc)

 

 

Arrivano i fondi Cannizzaro per l’Aeroporto dello Stretto, a Reggio torna il sorriso

Era stato battezzato emendamento Cannizzaro il “miracolo” dei 25 milioni stanziati nella legge di bilancio a favore dell’Aeroporto dello Stretto Tito Minniti: era stato l’on. Francesco Cannizzaro (Forza Italia) a chiudere l’operazione con un’abilissima mossa da fine politico che tiene moltissimo alla propria terra. Bene, i soldi sono in arrivo, non era una fake news: sono 25 milioni che faranno tornare il sorriso ai reggini e la voglia di volare da uno scalo che potrebbe agevolmente servire le due sponde dello Stretto, con importanti numeri nel trasporto passeggeri.

Stamattina si è tenuta la riunione della Cabina di Regia del Fondo Sviluppo e Coesione, presieduta dal Ministro per il Sud sen. Barbara Lezzi, nel corso della quale è stato previsto lo stanziamento dei 25 milioni di euro per l’aeroporto di Reggio Calabria che erano stati inseriti nella legge di bilancio grazie all’emendamento dell’on. Cannizzaro. L’odierna cabina di regia preposta ha sancito legittimamente la proposta attuativa per lo stanziamento a favore dell’aeroporto reggino, ma non si deve dimenticare il grande lavoro a monte che ha permesso alla norma finanziaria aggiuntiva di uscire indenne dalle insidie della legge di bilancio, un notevole sforzo profuso a margine di confronti spesso duri e serrati.

Aeroporto dello Stretto

«La cospicua somma, – ha dichiarato il deputato azzurro – che ricordo essere destinata ai lavori di ristrutturazione,  messa in sicurezza e ammodernamento dell’aeroporto reggino, prevede un complessivo di 25 milioni di euro a valere sul Fondo di Sviluppo e Coesione, e la legge di bilancio ne ha autorizzato la spesa di 15 mln per l’anno 2019 e di 10 mln per il 2020. Un successo che certifica unilateralmente la validità dell’investimento, oltre alla sua indispensabilità, solo ed esclusivamente nell’interesse dell’aeroscalo metropolitano ed a cui sono state legittimamente riconosciute la posizione e la funzionalità di rilievo nazionale ed internazionale, a differenza delle considerazioni deleterie poste dal governo precedente, inconcludente e per molti versi ipocrita. Fortunatamente, oggi raccontiamo un’altra storia e, in maniera concreta, di come è stato definito l’ultimo aspetto dell’iter procedurale del finanziamento posto. Difatti, nella riunione svolta, considerato che la norma non prevedeva le modalità di attuazione, si è deciso di procedere con l’integrazione finanziaria del Piano Operativo Infrastrutture FSC 2014/2020 del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, al fine di poter garantire proprio il necessario supporto al rifacimento strutturale dello scalo di Reggio Calabria, dove il soggetto beneficiario del finanziamento è la società ENAC, mentre il soggetto attuatore che, ricordiamo, è anche il soggetto gestore dell’aeroporto, è la S.A.CAL SpA.».

«In ogni caso, – ha concluso l’on. Cannizzaro – il nulla osta finale è questione di pochi giorni, cioè quando la commissione CIPE convocata per la prossima settimana, si pronuncerà definitivamente su quanto stabilito in data odierna. Successivamente, e comunque (prima della pausa estiva), saranno presentati in dettaglio gli interventi previsti per le opere da realizzare presso l’aeroporto dello stretto. Concretezza e realismo, due aspetti imprescindibili per lo sviluppo e la crescita del nostro territorio, spesso bistrattato e dimenticato. Un rilancio strutturale che rappresenta anche il riscatto morale di un intero territorio troppo spesso rilegato ad essere subalterno di interessi altrui. Ma come ho già avuto modo di dire in passato, queste risorse guardano esclusivamente al futuro, non rappresentano un risarcimento per i tanti torti subiti ma devono essere un solido investimento in termini di credibilità e sostenibilità per la crescita e lo sviluppo della nostra amata Reggio e dell’intera area Metropolitana». (rp)

Siclari (FI) I nuovi voli non bastano, la Calabria è in emergenza

Il senatore Marco Siclari commenta con spirito critico le scelte annunciate ieri da Sacal a Lamezia sulla ripresa dei voli da tutti e tre gli aeroporti calabresi: «La Calabria si è accontentata per troppi decenni ecco perché abbiamo una disoccupazione al 70%, il reddito procapite più basso di Italia, la sanità fallita ecc. Noi, nuovi politici, se vogliamo distinguerci dalla politica del passato che ha procurato i peggiori fallimenti della Calabria, non dobbiamo e non possiamo sposare l’idea del contentino o della rassegnazione, ne possiamo accontentarci delle scelte che vengono prese se esse servono a garantire una sopravvivenza difficile e provvisoria di un’azienda il cui servizio è determinante e vitale per la crescita della Calabria. Partendo da questa considerazione mi sento in dovere di affermare che oltre ad avviare questo nuovo percorso, il Tito Minniti così come l’aeroporto di Crotone hanno necessità di essere rilanciati garantendo i voli anche nelle stagioni invernali per permettere a chi vive a Reggio e lavora fuori di partire la mattina e rientrare in giornata, almeno verso le destinazioni principali del nostro Paese e rafforzare con altre rotte la stagione estiva. Le scelte della Sacal rappresentano, senza dubbio, un punto d’inizio fondamentale per gli scali calabresi e, in particolare per quello reggino, ma non di certo un punto di arrivo.
«Per la Calabria – afferma il giovane senatore azzurro – non esiste altro futuro possibile se non quello che passa dal rilancio delle infrastrutture, dal sistema di trasporto, dai porti turistici e dal porto di Gioia Tauro. Per questo motivo la mia attività in Senato sugli scali reggini, sui porti e sull’alta velocità rimarrà sempre costante e continua nel monitorare e sollecitare gli interventi necessari affinché la nostra regione esca dall’isolamento a cui è stata costretta da anni di cattiva gestione e politica assente. Non capisco perché il Ministro Toninelli non ha ancora voluto rispondere alla mia interrogazione parlamentare dove chiedo di finanziare la continuità territoriale dello scalo reggino e crotonese garantendo così sempre più rotte e più voli. Ringrazio De Felice per il suo difficile lavoro e per questo importante passo di Sacal che, comunque, non rappresenta l’obiettivo finale a cui auspichiamo e che non può non coincidere con la spinta di tutto il territorio reggino. L’obiettivo della politica calabrese deve essere quello di creare LAVORO, e questo può avvenire soltanto se si investe negli aeroporti, porti e alta velocità, permettendo ai turisti di venire a visitare una terra meravigliosa e incentivando gli imprenditori, calabresi e non, a investire sul settore turistico creando lavoro utilizzando il potenziale inespresso dei nostri luoghi.
«Serve uno sforzo comune e dopo De Felice tocca agli amministratori locali e regionali, che fino a oggi non hanno fatto niente per incrementare lo sviluppo imprenditoriale e turistico nemmeno investendo su quei servizi che mancano e che sono necessari per accogliere chi vuole investire.  Lo stesso vale per il Governo che ha approvato il Def prevedendo investimenti inferiori per diversi miliardi al Sud rispetto al Nord destinando il 28% dei fondi (includendo anche i fondi europei) rispetto al 34% che spetta di diritto al sud. Serve un impegno concreto della politica e servono progetti in assenza dei quali il Governo continuerà a tagliare risorse e fondi al Sud» – ha concluso il senatore Siclari. (rp)