CATANZARO – Il progetto “Costruire Cultura e spazi di libertà” di Mondo Rosa

Si intitola Costruire Cultura e spazi di libertà il progetto del Centro Antiviolenza Mondo Rosa del Centro Calabrese di Solidarietà, finalizzato a potenziare azioni di sostegno territoriale per garantire alle donne vittime la fattiva possibilità di uscita dalla violenza.

Il punto centrale del progetto è la competenza del personale impiegato nell‘ascoltare e raccogliere la sofferenza delle donne che diventa “forza”: è il lavoro con le donne che subiscono violenza e maltrattamenti, che hanno difficoltà a nominare i propri vissuti.

E, soprattutto, particolare è il metodo utilizzato: si tratta di un percorso individualizzato che parte dal dare credito al racconto della donna e dalla fiducia costruita nella relazione.

«Si tratta di offrire prestazioni trasformate in relazioni – spiegano le referenti del progetto –. Ulteriore elemento che appare importante dal punto di vista qualitativo è il lavoro di rete per favorire le donne nei loro percorsi di uscita dalla violenza, nel riconoscimento dei loro diritti, nella capacità di valorizzare un processo di ampliamento delle proprie possibilità per aumentare la capacità di agire nel proprio contesto e di operare delle scelte».

«La propensione delle donne alla denuncia, in particolare nei confronti del padre dei propri figli, per quanto sia aumentata, è ancora lontana da raggiungere la meta di ridurre l‘incidenza negativa della violenza – spiegano ancora le responsabili del progetto –. A questa tendenza nazionale, si aggiunge la criticità del periodo che limita ulteriormente le agenzie educative all’intercettare i segnali di disagio ed agire di conseguenza. Resta il fatto che tutti questi elementi marcano l’importanza di un intervento globale, che miri a far emergere la violenza dentro e fuori le case, a sostenere donne e minori intrappolati in questo circolo vizioso, a favorire la sensibilizzazione della comunità verso questa piaga sociale, che tutt’ora risulta scarsa nel territorio calabrese».

Compito della Casa Rifugio è di accompagnare la donna e sostenerla nella fase di uscita dal circolo della violenza, accogliendola e proteggendola e favorendo quel percorso di empowerment che è alla base di una vita autonoma e libera dagli abusi, attraverso azioni di: consulenza psicologica, che mira a facilitare quei cambiamenti a livello cognitivo, emotivo e comportamentale; supporto alla donna nella riacquisizione della propria dignità personale, eliminando eventuali sensi di colpa e attivando la sua motivazione al cambiamento.

Fondamentale è il sostegno sociale, così come l’orientamento e il bilancio di competenze. L’autonomia futura delle donne vittime di violenza è strettamente correlata alla collocazione lavorativa stabile della stessa. Per questo motivo, il Progetto prevede un’attività continua di orientamento specialistico mediante percorsi di bilancio di competenze strutturati in incontri settimanali della durata di 45 minuti cadauno, per un totale di 5 incontri riservati a ciascuna beneficiaria. II percorso ha l’obiettivo di realizzare un’indagine sulle competenze specifiche individuali delle utenti valorizzandone le risorse personali e integrando le stesse con le opportunità presenti sul territorio.

La particolarità di questo progetto è, infine, quella di introdurre le donne al “rilassamento muscolare Jacobson” (una tecnica basata sull’alternanza contrazione/rilasciamento di alcuni gruppi muscolari): una modalità corporea finalizzata a contrastare l’ansia e lo stress, entrando in contatto con sé stesse ed essere quindi maggiormente disponibile nello stare con gli altri, i metodi di rilassamento possono essere una risorsa indispensabile per gli operatori della salute. (rcz)

CATANZARO – Al via il progetto “Visibility”

È stato presentato a Villa Emilia di Catanzaro, Visibility – Sperimentazione di percorsi formativi innovativi, il nuovo progetto del Centro Calabrese di Solidarietà, associazione di volontariato che opera nel campo del disagio e dell’emarginazione giovanile, sostenuto da UniCredit.

Si tratta di un percorso formativo rivolto a giovani del territorio e suddiviso in due moduli: il primo dedicato a pasticceria e cake design ha una durata di 50 ore; il secondo, social media marketing durerà invece 32 ore. Il progetto vuole favorire la formazione dei giovani coinvolti anche al fine di dare loro possibili sbocchi lavorativi nel campo della ristorazione.

Il nome del progetto è stato scelto dagli ospiti e dalle ospiti presenti nella Comunità Terapeutica di Villa Emilia del Centro Calabrese di Solidarietà: sono 8 i beneficiari coinvolti, ma a trarre beneficio dalla realizzazione del progetto saranno anche le famiglie, la comunità locale, altri Enti del Terzo Settore, le aziende territoriali e le Istituzioni pubblico/private.

L’iniziativa è stata realizzata grazie al contributo di UniCredit, realizzato grazie ai fondi del progetto “Carta E”, la carta di credito a contribuzione etica che, con il semplice utilizzo e senza alcun costo aggiuntivo, alimenta un fondo destinato a sostenere iniziative di solidarietà sul territorio

L’inaugurazione è avvenuta oggi alla presenza di Isolina Mantelli, Presidente del Centro Calabrese di Solidarietà, di Aldo Ferrara, presidente di Unindustria Calabria, di Antonio Riccio, Referente Territorial Development per il Sud di UniCredit, di Vito Piccolo Area manager Calabria Unicredit e di Katia Vitale, responsabile del Centro studi del CCS nonché referente del progetto.

«UniCredit ha sostenuto il Centro Calabrese di Solidarietà grazie ai fondi di “Carta Etica” – ha spiegato  Antonio Riccio, Referente Territorial Development per il Sud di UniCredit – si tratta di un progetto di beneficenza che prevede che il 2 per mille delle spese effettuate nel mese con una delle carte di credito ‘etiche’ emesse dalla Banca, vada ad alimentare – senza alcun onere a carico del titolare della carta – uno  a specifico fondo le cui disponibilità sono destinate a diverse iniziative e progetti di solidarietà realizzate da organizzazioni senza scopo di lucro, che si prefiggono obiettivi socialmente utili. Siamo particolarmente lieti di aver sostenuto con questa iniziativa Centro Calabrese di Solidarietà porprio perché con la sua attività va ad agire su un territorio fragile che necessità di una rete sociale che va sostenuta».

«Il Centro Calabrese di Solidarietà ringrazia UniCredit per aver reso possibile la realizzazione di questo progetto – ha aggiunto Isolina Mantelli, Presidente del Centro Calabrese di Solidarietà – dando così una possibilità in più di reinserimento attivo nella società, alle ragazze ed ai ragazzi ospiti delle sue strutture».

«Oggi abbiamo aggiunto alla bontà la dolcezza – ha aggiunto la presidente Mantelli –. Nel laboratorio di pasticceria che presentiamo oggi, i ragazzi hanno avuto modo di apprendere un nuovo talento che potranno spendere all’esterno costruendo parte del proprio futuro. Sono davvero bravi, i dolci sono buonissimi. Il settore del food ha molta richiesta: quindi, valorizzato questo talento possono pensare anche di lavorare autonomamente, o di costruire una cooperativa. E’ un ulteriore impegno riuscito del Centro Calabrese che ha potuto realizzare questo laboratorio grazie ad Unicredit e offrire l’opportunità di un futuro più roseo in un mondo dove il lavoro non c’è, e molto spesso bisogna inventarselo».

«Quella di Unicredit non può essere definita una semplice donazione: offrire le risorse per la realizzazione di questo laboratorio di pasticceria va oltre il semplice ‘dono’ – ha affermato il presidente del Unindustria Calabria, Aldo Ferrara –. In un settore particolare come il food, che in Calabria è tra quelli di maggiore forza, questo progetto può determinare delle prospettive effettive di futuro lavorativo per questi giovani particolarmente vulnerabili».

«Unindustria ha fatto da facilitatore – ha spiegato – quando Unicredit ci ha investito della problematica di individuare una struttura che potesse legare un gesto solidale all’occasione di creare prospettive di sviluppo non abbiamo avuto alcun dubbio nell’indicare il Centro calabrese di solidarietà. E siamo già oltre la presentazione del progetto: dalle cucine già attrezzate sono stati sfornati i prodotti che abbiamo già avuto modo di assaggiare verificando la bravura dei ragazzi e dello staff che li ha formati».

II settore della ristorazione, con la nascita dei social ha fatto un grande passo avanti, professionisti chef, gelatai e pasticceri, dopo decenni di anonimato dietro alle quinte di cucina e laboratori hanno conquistato il proprio meritato posto sotto ai riflettori. Sono diventati coloro che, attraverso un’immagine o un video, riescono a trasmettere tutto l’amore per un mestiere antico quanto la tradizione che la cucina italiana da secoli tramanda e a raccontare emozioni, veicolando la propria filosofia e valori importanti.

Grazie all’impiego degli strumenti social, come per esempio Instagram stories o dirette live, é possibile far percepire e quasi “toccare con mano” l’eccellenza del prodotto, la qualità degli ingredienti, la magia che sta dietro alia costruzione creativa di un piatto e di un dolce. L’ingresso del digital marketing nelle cucine e nei laboratori ha permesso a professionisti, come i pasticceri, di rendersi più visibili, farsi amare dalle persone, comunicare l’essenza stessa del loro lavoro. E per farlo bisogna saper usare i social in maniera corretta. (rcz)

CATANZARO – Il progetto Invincibili Positivi Meritevoli del Centro Calabrese di Solidarietà

Si intitola Ipm – Invincibili Positivi Meritevoli, il progetto del Centro Calabrese di Solidarietà che vuole dare nuove possibilità ai minori e giovani adulti ristretti all’interno degli Istituti penali minorili, rafforzando le competenze e le abilità.

Il progetto è stato approvato dalla Caritas Diocesana e finanziato con i Fondi 8 per mille- Italia 2022.

L’intenzione del Centro Calabrese di solidarietà, presieduto da Isolina Mantelli, con la realizzazione di questo progetto è quella di riaccendere i riflettori su soggetti considerati “invisibili”, sia all’interno del carcere che nella fase successiva di fuoriuscita attraverso azioni di formazione, orientamento e tirocinio presso aziende del territorio site nel territorio dell’Arcidiocesi di Catanzaro-Squillace, contesto nel quale – secondo i dati di Eurostat del 2020 – la disoccupazione presenta un tasso tra i più alti d’Italia nel target di età compresa fra i 15 e i 24 anni.

Il progetto intende: innescare il processo di cambiamento nei soggetti beneficiari in modo da favorire l’inclusione sociale e lavorativa; incrementare le opportunità di inserimento lavorativo dei beneficiari; aumentare le competenze socio-professionali stimolando la crescita del loro status lavorativo; sensibilizzare il mondo profit ad accogliere lo status produttivo dei soggetti svantaggiati per l’importanza in senso pedagogico e di riscatto sociale che per essi riveste; aumentare la collaborazione interistituzionale in materia di reinserimento socio lavorativo dei detenuti; contribuire alla riduzione dello stigma sociale correlato.

«L’idea progettuale è, quindi, quella di rafforzare la relazione tra l’interno e l’esterno – ha spiegato Katia Vitale, referente del progetto per il Ccs – tra Istituto penale minorile e territorio (comunità) costruendo relazioni positive con le forze sane della comunità, un modo anche per ideare e gestire nuove opportunità di interazione con l’esterno sensibilizzando la comunità educante sul tema del disagio giovanile in un’ottica quindi, di prevenzione, abbattimento dei pregiudizi e contrasto alla stigmatizzazione dei ragazzi entrati nel circuito penale per la loro inclusione sociale e lavorativa futura».

Il Progetto intende focalizzare l’attenzione sull’integrazione socio-lavorativa dei detenuti minori/giovani adulti, con l’obiettivo specifico di promuovere l’autonomia del detenuto, attraverso il rafforzamento delle competenze pro-sociali e tecnico- professionali del soggetto detenuto, mediante la sperimentazione ed il consolidamento di dispositivi di politica attiva per il lavoro.

L’Istituto Penale Minorile di Catanzaro ospita, attualmente 17 ragazzi, di cui dieci maggiorenni di età compresa tra i 18 ed i 21 anni; e sette minori di età compresa tra i 15 ed i 17 anni.

I reati più diffusi all’interno dell’I.P.M. di Catanzaro sono quelli contro il patrimonio (furto, rapina, estorsione, usura, truffa), reati per detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti e reati contro la persona.

Il progetto si suddivide in cinque moduli: i ragazzi saranno formati e accompagnati al lavoro Tra i corsi previsti quello d’informatica che avrà lo scopo di attirare l’attenzione dei ragazzi, coinvolgendoli e catapultandoli in una nuova realtà, diversa, interessante e particolare. Attraverso un semplice pc, assimileranno la conoscenza dei nuovi metodi di comunicazione ma non solo, i ragazzi scopriranno il mondo di internet, impareranno ad utilizzare i Social Network ritrovando vecchie amicizie e parenti, impareranno a costruire il proprio curriculum vitae, scrivere una semplice lettera, creare una tabella ed utilizzare il power point e/o publisher per “progettare” una brochure, bigliettini da visita, di auguri etc. Un  laboratorio che li aiuterà ad inserirsi, più facilmente, nel mondo del lavoro e nella nuova società definita ormai “digitalizzata”. (rcz)

“La Befana della Biodiversità” del Comando Unità Forestali, Ambientali e Agroalimentari fa tappa al Centro Calabrese di Solidarietà

“La Befana della Biodiversità” del Comando Unità Forestali, Ambientali e Agroalimentari ha fatto tappa al Centro Calabrese di Solidarietà.

Il Comandante dei Carabinieri Biodiversità, colonnello Nicola Cucci, infatti, – accompagnato dall’appuntato Raffaele Viscomi e dalle guide naturalistiche Alfredo Rippa e Antonio Mancuso – ha consegnato ad una delegazione del direttivo del Centro, guidato dalla presidente Isolina Mantelli, le “calze” per i bambini e alle bambine ospiti della casa rifugio-Centro Antiviolenza “Mondo Rosa”.

Presenti, infatti, anche la responsabile della struttura “Mondo Rosa” Assunta Cardamone e l’assistente sociale Gabriella Papa, che consegneranno i doni questo pomeriggio.

Si tratta di uno zainetto ecologico contenente gadgets e materiale informativo/educativo per promuovere il valore della legalità e della sostenibilità ambientale stimolando la conoscenza e l’amore per la natura e la biodiversità.

«La Befana della Biodiversità – ha spiegato il colonnello Cucci – è un evento speciale di educazione ambientale e solidarietà che ha luogo il giorno dell’Epifania nei reparti pediatrici delle province e capoluoghi italiani. Appena abbiamo avuto la possibilità di visitare anche centri di accoglienza, sedi di associazioni, oltre che reparti di pediatria e oncoematologia pediatrica, abbiamo pensato subito di fare visita al Centro Calabrese di Solidarietà».

Oltre agli zainetti contenenti il materiale divulgativo, giochi e colori per sensibilizzare all’ambiente, i Carabinieri della Biodiversità hanno consegnato una piantina di “Ficus macrophilla columnaris magnoleides” denominata “Albero di Falcone”, nell’ambito del progetto nazionale di educazione ambientale “Un Albero per il Futuro” promosso dal 2020 dai Carabinieri della Biodiversità a favore degli Istituti Scolastici.

La talea proviene da gemme prelevate dalla pianta che cresce nei pressi della casa del giudice assassinato nel 1992 dalla mafia e che è divenuta albero simbolo dell’impegno verso lo Stato e la lotta alle mafie. La piantina, che verrà geolocalizzata e inserita nel portale web “unalberoperilfuturo.it”, farà parte del grande bosco diffuso che i Carabinieri insieme a bambini e ragazzi stanno realizzando sul territorio nazionale.

«Attraverso questo progetto nazionale di Educazione Ambientale – ha detto ancora il colonnello Cucci – l’Arma sta coinvolgendo il mondo della scuola, le Associazioni e gli Enti nella realizzazione di un “bosco diffuso” sul territorio nazionale per contribuire a migliorare la qualità dell’aria ed avvicinare le nuove generazioni al patrimonio naturale ed ai valori di eco-sostenibilità verso una maggiore qualità ambientale a vantaggio della salute dell’uomo. E visto che la piantina viene consegnata in luoghi simbolici, abbiamo pensato che per quello che il Centro Calabrese di solidarietà rappresenta e per il grande lavoro che conduce sul territorio, già fa parte di quella rete di legalità che vogliamo alimentare».

«Questi doni andranno a bimbi feriti, che hanno assistito alla violenza da parte dei genitori e sistemeremo la piantina che ci avete donato a Villa Samuele, una delle nostre strutture – ha dichiarato la presidente Mantelli –. Attraverso la cura di questa talea, e quindi della natura, così come nella cura dell’essere umano, proseguiremo nel percorso di cura e attenzione che ci permetterà di far rifiorire questi bambini e di farli crescere, nonostante tutto». (rcz)

Il Centro Calabrese di Solidarietà festeggia i dieci anni di “Mondo Rosa” con uno spettacolo emozionante

È con lo spettacolo Donne al Centro, andato in scena al Teatro Comunale di Catanzaro, che il Centro Calabrese di Solidarietà ha festeggiato i dieci anni di Mondo Rosa, la casa della speranza e del coraggio tanto è stato fatto per trasformare incubi in storie di rinascita.

In questi dieci anni, i numeri dicono che tanto è stato fatto: hanno contattato “Mondo Rosa” 850 donne, sono state ospitate 138 tra donne e bambini, e 162 sono state le rinascite nel centro antiviolenza.

E tanto altro ancora si farà grazie anche a chi, da domenica sera, ha deciso di intraprendere un percorso comune al Centro calabrese di Solidarietà certificando la condivisione di un progetto sociale e umano. Perché donare – non solo danaro ma prima di tutto tempo e passione – significa innescare un circuito virtuoso di crescita e condivisione.

Gli occhi lucidi e la voce tremante di Pietro, Luca, Giovanni e Fabrizio hanno saputo dare voce, con tutta l’autenticità e il coinvolgimento di chi ha capito cosa significa dare valore alla bellezza dei sentimenti, in ogni declinazione, a chi per anni non ha avuto fiato per gridare la rabbia e paura, la frustrazione per catene che non si riescono a spezzare, all’ingiustizia di una vita spezzata dal possesso e dalla prepotenza.

Con la sensibilità di chi sta riaprendo gli occhi su una vita riconquistata che merita di essere vissuta – dal palcoscenico del Teatro Comunale di Catanzaro, nel centro del centro storico – guidati dalla mano sapiente e solida di Francesco Passafaro, prendendo in prestito le parole di attori, registi, scrittori, hanno raccontato storie di violenza, soprusi, prepotenza, trasformata in liberazione dando voce alle donne

Lo spettacolo è il primo degli eventi realizzato dal Settore Fundraising organizzato nell’ambito della campagna “Aiutaci ad Aiutare” del Centro Calabrese di Solidarietà grazie al contributo del personale, dei volontari e degli sponsor (Globe Office, Frigorcarni, Nitidus E Salubris, Integra , Mc Donald’s).

Importante la vicinanza dimostrata dalla presenza di tanti cittadini, rappresentanti istituzionali e di associazioni che operano nel settore del volontariato, ed in particolare del sottosegretario di Stato all’Interno, Wanda Ferro – madrina di “Mondo Rosa” dalla sua fondazione – e l’arcivescovo metropolita di Catanzaro-Squillace, monsignor Claudio Maniago.

«Essere qui alle prime dieci candeline di “Mondo Rosa” è un ritorno al passato, che ha segnato una visione totalmente diversa nell’approccio alla difesa dei più deboli – ha dichiarato l’on. Ferro, ricordando l’operato di don Mimmo Battaglia, oggi arcivescovo di Napoli –. Per continuare in questo percorso serve l’impegno della politica, una politica che per la prima volta deve finalmente lavorare tutta quanta insieme. Dobbiamo parlare di prevenzione, di affiancamento a queste donne, della rete dei Centri antiviolenza che vanno sostenuti con maggiore impegno da parte di tutti, anche sul piano finanziario”. L’auspicio della sottosegretaria Ferro è che “Mondo Rosa possa appartenere a un futuro per tutte le donne e gli uomini che possano mettere al bando la violenza sulle donne».

«Voglio prima di tutto ricordare la straordinaria accoglienza che mi è stata riservata dal Centro Calabrese di solidarietà sin dal mio arrivo – ha detto monsignor Maniago –. Isa mi ha fatto conoscere sin da subito la bellezza. Quella di “Mondo rosa” è una realtà che ha dieci anni di vita che sono così pochi, e così tanti. Tanti perché hanno già fatto dei miracoli, pochi perché ancora c’è da lavorare. Vedo “Mondo Rosa” come un germoglio – ha affermato l’arcivescovo -. Siamo nell’Avvento, e il profeta Isaia diceva ‘aprite gli occhi e guardate questo germoglio: da questo verrà qualcosa di bello, un fiore, e qualcosa di buono, un frutto. Mondo Rosa è un bel germoglio, dal quale vengono cose belle e anche buone».

«Questo ci fa sentire che il Centro calabrese di solidarietà è amato, che il Centro è importante non solo per noi che ci lavoriamo quotidianamente ma per la città – ha concluso la presidente Isolina Mantelli –. E questa è una garanzia, la garanzia che sarà aiutato e potrà sopravvivere. Mondo Rosa è cresciuto, affiancando donne tradite dall’amore e dagli uomini che hanno amato, bambini che hanno visto la violenza sui corpi delle loro madri. Abbiamo affiancato donne fragili che sono diventate leonesse e che sono uscite non più vittime ma cittadine di un mondo con tutta l’autorità di un’autodeterminazione. È questo Mondo Rosa: dà forza a donne deboli”.

Importante la testimonianza della responsabile della Casa Rifugio-Centro Antiviolenza, Assunta Cardamone, a nome delle operatrici di Mondo Rosa.

Abbiamo assistito a nuovi inizi, traballanti e incerti e condiviso nuovi percorsi, nascite e conquiste insperate – afferma Cardamone -. Abbiamo trovato nuove amiche, le loro storie di rinascita hanno reso più credibile ciò che agli occhi di giovani vittime sembra impossibile. Dalla violenza si può uscire e vivere una vita normale, quella che di diritto spetta a tutte”.

La responsabile del Centro Studi, Katia Vitale, invece ha raccontato del laboratorio di scrittura creativa ideato dal Centro Calabrese di solidarietà e destinato ai minori vittime di violenza assistita, ospiti della Casa Rifugio “Mondo Rosa” con l’obiettivo di sensibilizzare tutta la comunità contro gli stereotipi di genere. Il laboratorio che – grazie al progetto “La storia di..” dedicato al sostegno dei minori vittime di violenza assistita, degli orfani di crimini domestici e alle loro famiglie affidatarie e finanziato dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri (Dipartimento per le Politiche della Famiglia) – ha portato alla realizzazione del volume per l’infanzia intitolato “Controfiabe – 5 storie per ragazzi liberi e ragazze forti”.

Come ha spiegato Francesco Passafaro prima e Nino Piterà alla fine dello spettacolo, a nome del gruppo che si occupa del settore, quella del fundraising non può essere semplicemente considerata come l’attività per “raccogliere fondi”: si tratta di coltivare, far crescere e sviluppare le risorse necessarie alla realizzazione di un progetto sociale, puntando anche al coinvolgimento delle persone che implementano le singole attività, siano esse volontari o dipendenti dell’organizzazione, e soprattutto i “donatori” che sono chiamati a diventare parte attiva nella declinazione progettuale di questo percorso di sviluppo.

Sul palco anche la testimonianza di Patrizio Mirante, presidente dell’Associazione nata dall’invincibile ricordo di Sergio Mirante, giovane della nostra comunità, “nuotatore instancabile, sportivo inarrestabile, architetto mirabile, figlio, fratello e amico inestimabile. Fin dalla sua costituzione, l’associazione “Sergio Mirante” promuove e sostiene attività ricreative sportive e culturali, a fini educativi, pedagogici, di promozione sociale, di stampo solidaristico”. E da domenica sera ha assicurato la propria vicinanza anche a “Mondo Rosa”.

Lo spettacolo ha visto succedersi sul palcoscenico del comunale le storie di donne vittime di violenza interpretate da quattro ospiti delle strutture del Centro, oltre che la musica del gruppo “Le Hibou” e le intense coreografie legate al tema del contrasto alla violenza sulle donne della compagnia di danza di Luisa Squillacioti(rcz)

CATANZARO – Domenica al Teatro Comunale “Donne al Centro”

Domenica 4 dicembre, alle 20, al Teatro Comunale di Catanzaro, in scena lo spettacolo Donne al Centro del Gruppo Hibou.

Si tratta del primo evento del settore Fundraising del Centro Calabrese di solidarietà, con l’obiettivo di raccogliere fondi da destinare al centro antiviolenza e casa rifugio “Mondo Rosa” che quest’anno festeggia i dieci anni di attività.

Quella del fundraising non può essere semplicemente considerata come l’attività per “raccogliere fondi”: si tratta di coltivare, far crescere e sviluppare le risorse necessarie alla realizzazione di un progetto sociale, puntando anche al coinvolgimento delle persone che implementano le singole attività, siano esse volontari o dipendenti dell’organizzazione, e soprattutto i “donatori” che sono chiamati a diventare parte attiva nella declinazione progettuale di questo percorso di sviluppo.

«Donne al Centro è il primo spettacolo organizzato dal nostro gruppo di Fundraising – ha avuto modo di spiegare nei giorni scorsi, in occasione della conferenza stampa di presentazione dell’evento, Nino Piterà, consulente del CCS e componente del gruppo Fundraising – amiamo definirci all’anno zero, inteso come primo anno di attività, proponendoci di coordinare una serie di raccolta fondi a sostegno di tutti i bisogni del Centro Calabrese di Solidarietà».

È questo il risultato di un lungo percorso, di una lunga storia che «è partita dalla nascita del centro come luogo strategico per il recupero delle tossicodipendenze e che, piano piano, è cresciuta per aprirsi a tutte le fragilità, accogliendo anche le donne vittime di violenze con la nascita della casa», ha rimarcato Piterà.

«Donne al Centro è uno spettacolo in cui ad essere protagoniste sono proprio le donne, ma raccontate dagli occhi degli uomini – ha sottolineato Francesco Passafaro, direttore artistico del Teatro Comunale – daremo voce a storie emozionanti, alcune allegre e altre meno e lo faremo attraverso cinque ragazzi che racconteranno cinque storie di donne e le interpreteranno da donne. E’ stato interessantissimo percepire le emozioni negli occhi degli uomini mentre leggevano i brani e speriamo che quando saliranno sul palco il pubblico riuscirà ad emozionarsi».

«Donne al Centro è un messaggio di apertura verso tutta la città – ha concluso il direttore amministrativo del CCS Vittoria Scarpino, assieme alle altre componenti del settore presenti, Katia Vitale (responsabile Centro Studi) e Carmen Locandro (volontaria del Centro) – vogliamo che tutti sappiano che le porte del Teatro Comunale sono aperte a chi vorrà sostenere Mondo Rosa per i suoi dieci anni di attività».

Sarà presente anche il sottosegretario all’Interno, Wanda Ferro, che di “Mondo Rosa” è stata madrina e sostenitrice dalla sua nascita.

Il costo del biglietto è di 10 euro, una cifra simbolica che può fare la differenza nel portare avanti le iniziative di una realtà catanzarese che merita di essere sostenuta: “Aiutateci ad aiutare”. (rcz)

CATANZARO – Donati nuovi giochi alla Casa rifugio/ Centro antiviolenza “Mondo Rosa”

A “Mondo Rosa” il “Giardino di Ines”, sono stati donati nuovi giochi alla Casa Rifugio/Centro Antiviolenza del Centro Calabrese di Solidarietà.

Nello spazio che è stato ribattezzato “Il Giardino di Ines”, i giochi che sono stati donati a “Mondo Rosa” nel ricordo di una donna straordinaria che ha dedicato la propria esistenza alla cura del prossimo, prima di tutto dei più piccoli: Ines Pelaggi, amatissima ginecologa catanzarese scomparsa nei mesi scorsi.

Le amiche e gli amici di Ines hanno acquistato tanti giochi da donare alla Casa Rifugio/Centro Antiviolenza che hanno ricevuto anche la benedizione speciale dell’arcivescovo della diocesi di Catanzaro-Squillace, monsignor Claudio Maniago, per la prima volta in visita a “Mondo Rosa”, accompagnato dalla presidente del Centro Calabrese di solidarietà, Isolina Mantelli, da componenti del direttivo e dalle operatrici che si prendono cura delle mamme e delle bambine e dei bambini ospiti della struttura.

«Entrando tra queste mura ho avuto subito l’impressione di accedere in una casa. Si chiama “Mondo Rosa” ma il clima è proprio quello che respiriamo entrando in famiglia – ha detto monsignor Maniago –. E che sia un ‘rifugio’ non stona perché la nostra casa è sempre un rifugio: è il posto in cui sappiamo trovare il calore degli affetti più cari. E che questa sia una casa è anche dimostrato dal bene che c’è, il bene delle persone che qui vivono e che sanno comunicare agli altri. Del resto tutti, anche chi è ferito, ha una grande capacità di dono d’amore”. Ed è così che nelle parole di Maniago emerge l’essenza di questo luogo di accoglienza: una casa rifugio che è tale “anche per chi viene a visitarla, perché si sente un clima che può guarire tensioni e ferite».

L’arcivescovo di Catanzaro-Squillace parla anche del “dono della memoria e del ricordo”, benedicendo i giochi, le mamme e i bambini e la memoria dell’amica speciale che di fatto li ha portati in questa casa.

«Speriamo davvero che il Signore dia un’occhiata particolare a questa casa e ci aiuti anche benedicendo questi giochi – ha detto monsignor Maniago –. Attraverso questa benedizione vogliamo invocare la presenza del Signore su questi bambini, ma anche chi li ha voluti, e su tutte le persone che come Ines hanno vissuto la propria vita con un’attenzione particolare verso gli altri, con una dedizione e una generosità che avrà la sua ricompensa».

Dopola benedizione, monsignor Maniago si è intrattenuto con le ospiti della casa rifugio, con gli amici e le amiche di Ines Pelaggi presenti, in un momento conviviale addolcito dalla torta e dai pasticcini prodotti dal Laboratorio di pasticceria animato dai ragazzi e dalle ragazzi che seguono il percorso nella struttura di Villa Emilia. (rcz)

CATANZARO – Al via “Save”, il servizio del Centro Calabrese per le vittime di violenza

Si chiama Save – Sicure Acccolte Vere, il progetto finanziato dalla Regione Calabria del Centro Calabrese di Solidarietà con l’obiettivo di sostenere l’emersione del fenomeno della violenza domestica.

Il progetto è finanziato nell’ambito della ripartizione delle risorse del Fondo per le Politiche relative ai diritti e alle pari opportunità (anno 2019) ed è frutto di un’approfondita attività di analisi e monitoraggio condotta dal Centro – guidato dalla presidente Isolina Mantelli – partendo dal forte aumento dei casi di violenza contro le donne tra le mura domestiche registrato nel corso dell’emergenza pandemica da Covid 19. Stando ai dati Istat 2020, infatti, si registra un aumento del 72% delle chiamate al numero antiviolenza nazionale 1522.

Le vittime, inoltre, soprattutto in questo periodo in cui sono state costrette a condividere gli spazi con il “maltrattante”, e a causa del divieto di spostamento, hanno avuto maggiore difficoltà a rivolgersi ai servizi di supporto e ai centri di violenza “tradizionali”. Isolamento, marginalità e solitudine hanno compromesso la presa in carico di vittime di abusi, nonostante le porte dei Centri antiviolenza – come “Mondo Rosa” gestito dal Centro calabrese di solidarietà – siano rimaste sempre aperte.

Da queste considerazioni nasce e si sviluppa il progetto “Save – Sicure Accolte Vere” che ha determinato l’Ente gestore del Cav “Mondo Rosa” a dotarsi di strumenti innovativi e non tradizionali che permettano alle operatrici di reinventare le modalità di sostegno alle donne.

Si tratta, quindi, di un nuovo servizio di sostegno e consulenza psicologica completamente online a favore delle vittime di violenza per «garantire un’adeguata protezione alle vittime, in considerazione delle esigenze straordinarie ed urgenti derivanti dalla diffusione del covid- 19», fornendo strumenti utili e necessari per intercettare la richiesta di aiuto e alleviarla.

«Il servizio di consulenza online – ha spiegato la coordinatrice del progetto, Katia Vitale – prevede un percorso di fuoriuscita dalla violenza strutturato completamente in modalità a distanza con videochiamate programmate, l’idea è quella di rafforzare l’efficacia dei servizi offerti, prestando particolare attenzione alla situazione pandemica». (rcz)

Centro Calabrese di Solidarietà: Non c’è nessuna raccolta fondi a sostegno dell’Ente

Il Centro Calabrese di Solidarietà ha ribadito che nessuno è stato autorizzato a chiedere offerte per conto e a sostegno dell’Ente, in alcuna forma: le campagne di raccolta fondi sono promosse direttamente dal CCS e non da singoli che si muovono individualmente con le modalità segnalate.

«Nelle ultime ore – si legge nella nota – sono arrivate segnalazioni in tal senso dal centro storico di Catanzaro: persone non autorizzate stanno bussando a diverse abitazioni per l’avvio di una raccolta fondi per conto e a sostegno della nostra struttura. Gli organi direttivi e amministrativi invitano nuovamente a segnalare alle Autorità competenti chiunque si presenti come volontario del CCS con l’intento di chiedere soldi con queste modalità e sottolineano che quanti procederanno con donazioni e offerte devono essere consapevoli che non un centesimo è entrato o entrerà nelle casse dell’Ente. E ancora una volta la Presidenza sarà costretta a sporgere denuncia contro ignoti». (rcz)

A settembre il progetto del Centro Calabrese di Solidarietà sull’importanza del reinserimento sociale

A settembre prende il via il progetto Fasi del Centro Calabrese di Solidarietà, che vuole dare «una seconda occasione, di quelle che capitano e vanno afferrate con gratitudine per ricominciare a vivere “nella luce”, dopo il buio e le brutte cadute sul percorso accidentato della vita».

Il progetti, finanziato dalla Fondazione Banco di Napoli, a cui la presidente Isolina Mantelli e il direttivo tutto rivolgono un sentito ringraziamento per la sensibilità – interessa principalmente agli ospiti del reinserimento sociale per accompagnarli in questa delicata fase di transizione, con l’obiettivo di rafforzare le capacità personali e le attitudini lavorative dei ragazzi.

II progetto, funge da accompagnamento nella delicata fase di transizione dell’utente, l’unità abitativa, infatti, costituisce un luogo di transito protetto dalla comunità al complesso mondo esterno, strutturando percorsi individualizzati e “protetti” che partendo dall’analisi del bisogno, offrano opportunità utili ad un percorso di inclusione sociale completo.

“Villa Wanda”, un bene confiscato alla criminalità organizzata, e affidato dal Comune di Catanzaro al Centro Calabrese di Solidarietà diventa la casa per chi ha vinto la lotta contro le dipendenze da alcol e droga, ed è pronto a rimettersi in cammino con la forza di chi ha conosciuto l’amore e la fiducia.

«II Progetto FA.S.I. vuole rendere possibile la graduale acquisizione di abilità di self- management e di empowerment personale, quali indispensabili fattori protettivi, e, accompagnare gli utenti nell’individuazione e verifica delle loro personali capacità e attitudini lavorative, da incrociare proficuamente con la ricerca e valutazione dell’offerta lavorativa sul territorio – spiegano i responsabili del progetto del Centro Calabrese di solidarietà –. II progetto agisce in una cornice sociale ulteriormente gravata dagli effetti devastanti della pandemia da Covid-19, che ha provocato un abbassamento generaLe del livello delle condizioni di vita, con speciale riferimento alle categorie svantaggiate».

Gli indicatori sociali relativi alla Regione Calabria, infatti, permangono tra i più critici in Italia ed  evidenziano alcune problematiche strutturali quali: un alto tasso di povertà e deprivazione materiale e un rilevante numero di gruppi in stato di disagio sociale con notevoli difficoltà di accesso ai servizi di cittadinanza; una bassa organizzazione strutturale dei servizi pubblici che pregiudica un’efficace attuazione della strategia di inclusione sociale attiva; un modesto livello di innovazione, collaborazione e rete tra le realtà del privato-sociale; un basso grado di partecipazione civica e un insufficiente utilizzo di strumenti di innovazione sociale.

«Abbiamo deciso di coinvolgere, come partecipanti ai laboratori, tutti gli ospiti delle strutture terapeutiche del CCS: Villa Samuele, Comunità Terapeutica Villa Emilia e Mondo Rosa, nonché i volontari e tutti i ragazzi che frequentano la  Prevenzione – spiegano ancora i referenti del CCS –. Sono tre i laboratori previsti dal progetto si realizzeranno a partire da settembre nella sede del Centro Studi e Formazione professionale: informatica di base; gestione del bilancio “familiare”; accompagnamento al lavoro. E con questo progetto puntiamo a migliorare il livello del benessere e la qualità della vita delle persone e della coesione all’interno della comunità». (rcz)