Con l’elezione di Daniele Diano, sono quattro i calabresi al Consiglio generale di Confindustria

La presenza calabrese all’interno del Consiglio generale di Confindustria nazionale si è rafforzata, con l’elezione nel Consiglio generale del calabrese Daniele Diano, che già ricopre l’incarico di presidente del Comitato regionale Piccola industria.

Adesso, infatti, sono quattro i componenti espressi da Unindustria Calabria all’interno del “parlamentino” di viale dell’Astronomia che costituisce l’organo di indirizzo politico, di raccordo e di coordinamento tra il vertice e la base associativa: oltre a Diano, infatti, ci sono anche Natale Mazzuca, vicepresidente nazionale con delega all’Economia del Mare, Aldo Ferrara, presidente di Unindustria Calabria e Marella Burza, presidente dei Giovani Imprenditori di Unindustria Calabria.

Lo rende noto il presidente di Unindustria Calabria, Aldo Ferrara: «siamo molto soddisfatti per il risultato ottenuto che, in questo particolare momento, rafforza la presenza della Calabria in Consiglio generale, consentendoci di rappresentare in maniera ancora più forte e coesa il mondo imprenditoriale della nostra regione».

«Un risultato associativo reso possibile – ha sottolineato il presidente Ferrara – grazie alla lungimiranza del progetto che ha portato a costituire un unico soggetto rappresentativo del mondo industriale regionale. Adesso iniziamo a cogliere i frutti e a comprendere la portata del valore di Unindustria Calabria, anche per merito del lavoro competente e appassionato svolto nella fase di ‘start up’ sotto la presidenza del mio predecessore Natale Mazzuca».

«Sono onorato di assumere questo nuovo prestigioso incarico – ha dichiarato il neo consigliere generale Daniele Diano – e cercherò di portare il mio contributo con impegno e serietà, consapevole della responsabilità che deriva dall’assunzione di funzioni e compiti associativi così rilevanti».

Anche Domenico Vecchio, presidente della sezione territoriale di Reggio Calabria, congratulandosi con Diano ha sottolineato «la necessità di far giungere sempre più nitida la voce della nostra regione, ed in particolare della città metropolitana di Reggio Calabria, ai tavoli nazionali di discussione e di decisione. In questa e in tutte le altre sedi, istituzionali e associative, il nostro compito deve essere quello di spenderci per colmare il gap produttivo tra il Nord e il Sud, aggravato dall’emergenza covid-19, promuovendo lo sviluppo locale in una chiave di crescita complessiva del sistema Paese».

Nei giorni scorsi, inoltre, il Comitato di Piccola industria Calabria, durante la riunione svoltasi a Catanzaro, ha eletto vicepresidente regionale Alessandro Cuomo, attuale presidente di Piccola industria di Confindustria Crotone.

Cuomo, imprenditore illuminato, è titolare di un’importante realtà produttiva (Arredo Inox) che ha provveduto, tramite il brevetto Stagionello, con autorevoli riconoscimenti nazionali, a costruire armadi brevettati per la stagionatura e la cottura della carne, dei salumi e del pesce con controllo naturale del ph.

Il presidente di Unindustria Calabria, Aldo Ferrara, ed il presidente di Confindustria Crotone, Mario Spanò, formulano a Cuomo le più vive congratulazioni per la prestigiosa nomina.  (rrm)

CATANZARO – I giovani di Confindustria aiutano i ragazzi del centro per la giustizia minorile

È con il progetto Liberi di scegliere che i Giovani imprenditori di Confindustria Catanzaro organizzeranno una serie di iniziative volte ad aiutare i ragazzi del Centro per la giustizia minorile di Catanzaro nel percorso di inserimento nel mondo del lavoro.

Un impegno, quello dei giovani imprenditori, che è stato ribadito nel corso dell’incontro con la dirigente del Centro per la giustizia minorile di Catanzaro, Isabella Mastropasqua, a cui hanno partecipato anche Aldo Ferrara, presidente di Unindustria Calabria, e la pedagogista del Centro per la Giustizia minorile di Catanzaro, Mirella Petrillo,.

L’obiettivo, è la organizzazione di una serie di iniziative che consentiranno agli ospiti del Centro per la giustizia minorile di Catanzaro di svolgere percorsi di tirocinio e stage nelle aziende, di partecipare ad attività di formazione su temi imprenditoriali e manageriali, condividendo le esperienze aziendali dei componenti del gruppo dei giovani imprenditori,  di essere coinvolti in visite aziendali e di essere informati in relazione alle opportunità di partecipazione a bandi e finanziamenti destinati allo sviluppo dell’imprenditoria giovanile.

«Sentiamo di avere una responsabilità morale nei confronti di questi ragazzi. Il ruolo della società ed in modo particolare delle aziende – ha dichiarato Antonia Abramo, presidente del Gruppo Giovani imprenditori di Confindustria Catanzaro – è determinante per aiutarli ad avere una visione ampia del contesto che li circonda con l’obiettivo di stimolarli e aiutarli a scoprire le proprie attitudini, a seguire i propri sogni, a costruire nuove ambizioni partendo dal territorio».

«In passato – ha concluso Antonia Abramo – ho avuto l’occasione di accogliere alcuni giovani per una visita aziendale e sono rimasta profondamente colpita dalla loro curiosità e dalla loro voglia di imparare». (rcz)

Unindustria Calabria all’assemblea nazionale di Confindustria

Unindustria Calabria, guidata dal presidente Aldo Ferrara, ha partecipato all’assemblea nazionale di Confindustria, svoltasi nella giornata di ieri, alla presenza del presidente del Consiglio Giuseppe Conte e del ministro per lo Sviluppo Economico, Stefano Patuanelli.

All’incontro, in cui il presidente di Confindustria, Carlo Bonomi,ha ribadito che «serve un nuovo grande patto per l’Italia» per rilanciare l’economia italiana, presenti anche il direttore di Unindustria Calabria, Dario Lamanna,  il vicepresidente nazionale di Confindustria con delega all’Economia del Mare, Natale Mazzuca, i presidenti delle territoriali di Confindustria Fortunato Amarelli (Cosenza), Domenico Vecchio (Reggio Calabria), Rocco Colacchio (Vibo Valentia), Mario Spanò (Crotone), e il presidente della Camera di Commercio di Catanzaro Daniele Rossi.

«L’intervento del presidente Carlo Bonomi – ha dichiarato Aldo Ferrara, presidente di Unindustria Calabria – ha fotografato la situazione delle imprese italiane che si sono ritrovate ad affrontare la crisi causata dall’emergenza covid-19 con una serie di problematiche produttive pregresse dovute anche ai 25 anni di stasi. I vari incentivi e bonus non sono sufficienti, gli imprenditori chiedono di poter lavorare e offrire lavoro puntando su azioni e strumenti incisivi per stimolare gli investimenti. È forte il bisogno di un grande patto per l’Italia finalizzato alla crescita dell’intero Paese».

«È necessario – ha aggiunto – accendere i motori dell’economia del Mezzogiorno per dare nuovo slancio all’economia e per poter essere competitivi con le altre realtà economiche europee maggiormente performanti».

«Il tema delle infrastrutture, sia fisiche che digitali, è diventato centrale. Unindustria Calabria – ha sottolineato Ferrara – lo sostiene da tempo. Gli investimenti sulle infrastrutture, soprattutto nella nostra terra, potrebbero portare ad una svolta decisiva e a una nuova produttività;  un altro elemento chiave per il cambio di passo è rappresentato dalla necessità di una execution per mettere a terra in maniera rapida i provvedimenti che saranno programmati».

«L’incontro di ieri – ha concluso Ferrara – è stato molto importante in quanto ha declinato le proposte di Confindustria al Governo per costruire il futuro dell’Italia e per rilanciare l’economia». (rrm)

Alfredo Citrigno direttore della rivista “Quale Impresa” dei Giovani Imprenditori

Prestigioso incarico per l’imprenditore calabrese Alfredo Citrigno, presidente della Sezione Sanità di Unindustria Calabria, che è il nuovo direttore della rivista nazionale Quale Impresa l’house organ dei Giovani Imprenditori di Confindustria.

Già componente del Comitato di redazione, l’industriale e giornalista Alfredo Citrigno è stato proposto alla direzione della rivista dal presidente dei Giovani Imprenditori Riccardo Di Stefano, che è anche vicepresidente di Confindustria, ed è stato ratificato dal Consiglio Centrale degli industriali italiani under 40.

Quale Impresa è lo storico strumento di comunicazione del Movimento che, dal 1973, ha mantenuto nel tempo la sua capacità di aggregare, informare, formare e dare spazio alle realtà del territorio. (rrm)

FERRARA ALLA GUIDA DEGLI INDUSTRIALI
«IN CALABRIA SERVE CULTURA D’IMPRESA»

di ANTONIETTA MARIA STRATI —Una nuova guida, che guarda al futuro della Calabria con progetti ambiziosi. Si è insediato a Unindustria Calabria il nuovo presidente Aldo Ferrara, un “giovane” che vanta una militanza di 30 anni nel sistema associativo. La sua elezione è stato ratificata ieri dall’assemblea degli iscritti, che gli ha affidato il mandato 2020-2024. Una sfida non facile, a cominciare dalla ripartenza post-covid per finire alle tante urgenze della regione che può sollevarsi solo con l’impegno e il sostegno degli industriali. Serve lavoro e per farlo servono gli imprenditori, ai quali occorre riservare un fisco meno oppressivo, serie opportunità per nuovi investimenti, e la massima attenzione della politica regionale: non dimentichiamo i tanti problemi che la categoria deve riuscire a risolvere per il bene della Calabria e dei calabresi, in una terra dalle mille risorse fin qui sottoutilizzate, se non sprecate.

La Calabria non è territorio di industria pesante: deve puntare su cultura, turismo, agricoltura e soprattutto innovazione. Ha un capitale umano eccezionale: ottimi imprenditori e magnifiche risorse giovani che aspettano solo di poter mostrare competenza, capacità e voglia di arrivare. La tecnologia ha mutato la vita delle imprese, migliorando produttività e introducendo opportunità di crescita È molto più rapide rispetto al passato. Lo spirito imprenditoriale è ben marcato in una regione che disperde gli aiuti europei e non incentiva le aziende a investire, a crescere. È un panorama di piccole e medie imprese, ma in questo caso il “nanismo” aziendale non è un handicap se si fa rete e si guarda a una crescita comune per superare gli impedimenti della logistica, della mobilità, della specializzazione. È, dunque,  un compito difficile quello che spetta agli imprenditori calabresi che possono davvero trasformare un territorio ancora tutto da “inventare”. Naturalmente, nel rispetto del lavoro e dei suoi aspetti sociali, nella valorizzazione dei lavoratori e le garanzie di tutela della loro sicurezza, nella formazione di una classe classe dirigente che abbia chiaro il modello di cultura d’impresa. Servono impegno ed entusiasmo, competenza e visione strategica: quelli che sembra, chiaramente, portare con sé il nuovo capo degli industriali della Calabria.

Succede a Natale Mazzuca, diventato vicepresidente Confindustria, su chiamata diretta del presidente Bonomi. Mazzuca si è detto «davvero felice di passare il testimone al collega Aldo Ferrara con il quale abbiamo condiviso, insieme ai colleghi del Consiglio Generale, le attività fin qui svolte che sono sicuro continuerà a portare avanti con vigore ed entusiasmo. Abbiamo lavorato – ha detto il presidente uscente Mazzuca – con passione ed impegno in direzione della promozione dell’innovazione tecnologica, dell’internazionalizzazione, dell’affermazione della legalità e dell’etica d’impresa invocando maggiore trasparenza e semplificazione dei processi amministrativi, sburocratizzazione, e rilancio degli investimenti in opere pubbliche ed a sostegno del sistema della imprese per nuovi investimenti produttivi».

Il presidente Ferrara, nel suo progetto battezzato Calabria & Futuro – Missione 2030, individua cinque grandi driver per la crescita economica della Calabria: infrastrutture e mobilità, innovazione dei sistemi produttivi e trasformazione digitale, internazionalizzazione, capitale umano e cultura d’impresa, attrazione investimenti e reshoring.

«A partire dalle grandi criticità che tutti conosciamo – ha dichiarato Ferrara – occorre favorire il cambiamento, impegnandosi nella missione di costruire nuovi paradigmi di sviluppo per produrre uno shock economico con pochi e ben individuati obiettivi, avendo cura di guardare al lungo periodo e di utilizzare con efficacia risorse finanziarie adeguate. La nostra disponibilità verso la Regione e gli altri stakeholders del territorio è come sempre massima. Mettiamo a disposizione competenze e professionalità per puntare alla Calabria del 2030 con fiducia».

Facendo il punto della situazione economica, il presidente Ferrara si è soffermato sui tre cicli di programmazione comunitaria di cui la Calabria ha beneficiato, per un totale di 18 miliardi di euro, con l’obiettivo di recuperare il divario di sviluppo. «Purtroppo i dati non sono positivi: la regione fa registrare la perdita del 14% di Pil negli ultimi 10 anni, un reddito procapite di appena 17 mila euro, l’invecchiamento della popolazione e una importante migrazione giovanile, la presenza di piccole imprese con bassa propensione all’innovazione, una occupazione che si aggira intorno al 42% (contro la media europea del 73,1% e quella italiana del 59,2%)».

Sconfortanti anche i dati emersi dall’indagine del Centro Studi Confindustria, che ha rilevato come la produzione di giugno sia in recupero, ma a livelli inferiori del 18.9% rispetto a un anno prima.

«Nel secondo trimestre – si legge nell’indagine – si accentua la caduta dell’attività (-21,6% dopo -8,4% nel primo). La domanda resta debole, in particolare quella estera, sulla quale continua a pesare la diversa tempistica nella diffusione del virus nel resto del mondo (in questa fase risultano più penalizzate le esportazioni italiane in Usa e Sud America)».

Il Centro Studi Confindustria ha rilevato, infatti, una diminuzione della produzione industriale del 18,9% in giugno sullo stesso mese dell’anno precedente e del 29,1% in maggio sui dodici mesi. In termini congiunturali, ovvero rispetto al mese precedente, si è avuto un rimbalzo del 3,9% in giugno, dopo +32,1% rilevato in maggio. Gli ordini in volume sono diminuiti del 34,6% annuo in giugno (+6,3% sul mese precedente) e del 48,5% in maggio (+13,7% su aprile).

«Dopo la riapertura delle attività industriali e dei servizi a partire da maggio, l’aumento della domanda –  benché  ancora modesto – ha attivato un recupero dell’offerta che nei due mesi della rilevazione è stato significativo in termini percentuali. I livelli, invece, restano notevolmente depressi e lontani da quelli pre-Covid (-21,4% l’indice di produzione rispetto a gennaio). Nel secondo trimestre l’attività nell’industria è stimata diminuire del 21,6%, in netto peggioramento rispetto all’andamento registrato nel primo (-8,4% sul quarto 2019)» prosegue l’indagine, che ha evidenziato «una significativa differenza della performance per tipologia di impresa: quelle con un’elevata propensione all’export (quota di fatturato esportato maggiore del 60%) hanno evidenziato un recupero più lento rispetto a quelle più orientate sul mercato interno. Tale tendenza è spiegata  dalla diversa tempistica nella diffusione del virus nel resto del mondo; a causa di ciò la domanda di prodotti italiani si è interrotta o si è notevolmente ridimensionata nei partner commerciali che stanno attraversando la fase acuta della pandemia (in particolare Usa e Sud America)».

Sempre secondo l’indagine del Centro Studi, per quanto riguarda la domanda interna, «il recupero dovuto alla riapertura delle attività è soffocato da un’estrema incertezza sui tempi di uscita dalla crisi sanitaria in Italia. I dati recenti sono positivi, nonostante i timori legati alle riaperture; tuttavia, l’esplosione di alcuni focolai in diverse regioni e nuove misure restrittive nei Paesi che erano già stati duramente colpiti dal virus, accrescono la paura di un possibile peggioramento della crisi sanitaria dopo l’estate. Questo accentua negli operatori economici (famiglie e imprese) un atteggiamento prudenziale nella gestione dei bilanci, già evidente sin dal primo trimestre, che continua a frenare consumi e investimenti».

«In questa fase – conclude l’indagine – la fiducia di imprese e famiglie rappresenta il fattore determinante per la ripartenza. In assenza di un miglioramento delle condizioni interne e internazionali che alimentano tale fiducia, l’efficacia delle politiche di sostegno alla domanda rischia di essere molto limitata e di aumentare ulteriormente il risparmio, vanificando in parte gli sforzi fatti finora».

Si prospetta, dunque, per il neo presidente, una grand sfida, non solo a livello economico, ma anche a livello sociale e internazionale che, però, sembra essere ben inquadrata nella visione futura di una Calabria moderna e innovativa di un giovane presidente che, già quando fu eletto “presidente designato”, era già consapevole che non sarebbe stato facile, in quanto «i tempi che viviamo sono tra i peggiori che si ricordino – dichiarò Ferrara lo scorso 16 giugno –. Ma è proprio in queste circostanze che occorre far emergere le competenze, dare fiato e far avanzare le idee innovative, valorizzare le risorse endogene, avere il coraggio di rischiare proposte dal respiro lungo, necessarie ad una visione di futuro, come meritano le imprese ed i cittadini calabresi. Sono consapevole che la sfida è particolarmente impegnativa ma so di poter contare sull’apporto qualificato dei colleghi Presidenti delle Territoriali così come di quello delle sezioni merceologiche, della Piccola Industria e dei Giovani Imprenditori». (ams)

Due calabresi nel Consiglio nazionale dei Giovani Imprenditori di Confindustria

Prestigioso incarico per due calabresi, l’imprenditore Fabio Falvo, dei Giovani Imprenditori Confindustria Catanzaro e  Giorgio Franzese, di Confindustria Cosenza, che sono stati eletti tra i 15 membri del Consiglio Centrale dei Giovani imprenditori di Confindustria in occasione del rinnovo della squadra guidata dal presidente Riccardo Di Stefano.

«La meritata nomina di Fabio Falvo –ha commentato Antonia Abramo, presidente del Gruppo Giovani imprenditori di Confindustria Catanzaro –  premia la competenza e l’impegno di un nostro amico e collega ed è motivo di grande orgoglio per tutti noi».

«Siamo certi che Falvo – ha concluso la presidente Abramo – saprà esprimere le sue grandi qualità umane e professionali attraverso importanti proposte e progettualità. A lui vanno le nostre più vive congratulazioni per questo nuovo prestigioso incarico. I nostri complimenti vanno anche a Giorgio Franzese, collega imprenditore di Cosenza, anche lui eletto nel consiglio centrale. A tutta la nuova squadra ed al neo presidente Di Stefano i nostri migliori auguri di buon lavoro». (rrm)

COSENZA – Unindustria condivide l’appello del presidente Bonomi (Confindustria)

Sono tre le priorità che Carlo Bonomi, presidente di Confindustria ha indicato al Governo, e che Unindustria Calabria rilancia: tagliare l’Irap, pagare i debiti della pubblica amministrazione alle imprese private, sbloccare i fondi già finanziati per le opere pubbliche.

Il presidente Bonomi ha avuto modo di sottolineare che le misure economiche già varate «non arrivano, non producono i loro effetti. Abbiamo chiesto espressamente un taglio dell’Irap che si può attuare in occasione degli acconti di giugno e che vale 9 miliardi. E’ un processo semplice, automatico, lo Stato non deve fare nulla ed ha un impatto immediato».

Sollecitato dai giornalisti a parlare della cosiddetta “fase 2”, Bonomi ha riferito che la stessa è partita «male, ma lo sapevamo. Purtroppo da cinque settimane chiedevamo un metodo per la fase due, ma non ci hanno ascoltato. Gli imprenditori hanno aperto assumendosi tutta la responsabilità».

Per quanto riguarda il rapporto con le banche, il presidente Bonomi ha esortato a «lavorare insieme», affermando la necessità di «fare un grande patto ed evitare l’errore del 2008 quando lo scontro è stato tra imprese e banche». Il problema di questi giorni nell’accesso al credito, per Bonomi è in «come è stato fatto il decreto, nella “burocrazia”, nei “19 documenti” e nelle condizioni che prevede. Se tutti noi avremo la capacità di lavorare insieme, che è quello che ci chiedono i nostri concittadini– ha concluso il presidente designato di Confindustria – forse faremo di nuovo grande questo Paese come hanno fatto i nostri padri». (rcs)

Natale Mazzuca, l’imprenditore cosentino vicepresidente di Confindustria

Ha ha la delega per il Mezzogiorno e all’economia del Mare: il presidente degli industriali calabresi Natale Mazzuca è diventato uno dei vicepresidenti nazionali di Confindustria, scelto al neopresidente Carlo Bonomi che riceverà il consenso dell’assemblea il prossimo 20 maggio per il  quadriennio 2020-2024. Il 31.mo presidente di Confindustria Bonomi, con la sua squadra, si troverà ad affrontare la sfida più difficile dei 110 anni di storia della confederazione degli industriali.

Per il cosentino Mazzuca, che guida brillantemente Unindustria Calabria, la nomina alla vicepresidenza nazionale è il giusto riconoscimento a un’incessante attività a favore degli imprenditori calabresi svolta sempre con passione ed entusiasmo nel rispetto dei lavoratori e delle parti sociali. È motivo d’orgoglio per tutta la regione avere un proprio rappresentante nell’associazione degli industriali, soprattutto in vista dei tanti progetti – a cominciare dal Piano per il Sud – che l’epidemia hanno soltanto frenato ma che dovranno portare a una nuova era di crescita e sviluppo, all’insegna della tecnologia, della formazione e degli investimenti mirati al rispetto del territorio e delle sue specificità.

Il presidente di Ance Calabria, Giovan Battista Perciaccante ha voluto sottolineare il rilievo di questo incarico. «L’elezione del collega Natale Mazzuca a vicepresidente nazionale di Confindustria – ha dichiarato – ci inorgoglisce e ci riempie di gioia. Le deleghe, che il presidente designato di Viale dell’Astronomia Carlo Bonomi ha inteso affidare all’attuale presidente di Unindustria Calabria, riguardano l’Economia del mare ed il Mezzogiorno. Deleghe importanti se consideriamo che il sistema della portualità nazionale e territoriale, con ciò che comportano anche le Zone Economiche Speciali, e lo sviluppo del Sud, potrebbero dare una spinta importante alla ripresa di tutto il Paese. Conoscendo l’impegno profuso da Natale Mazzuca, alla guida degli industriali calabresi e come responsabile delle Politiche di Coesione di Confindustria, insieme ai colleghi delle sezioni provinciali dei costruttori, siamo certi che non farà mancare l’apporto necessario per guardare avanti e saprà focalizzare l’attenzione sugli aspetti più concreti e sulle opzioni strategiche per lo sviluppo del territorio».

Sulla stessa lunghezza d’onda il presidente di Confindustria Cosenza Fortunato Amarelli che fa notare come «la presenza di un calabrese tenace e perseverante come Natale Mazzuca all’interno dell’esecutivo di Confindustria è motivo di sincera soddisfazione e di rinnovata fiducia rispetto alla possibilità di porre il nostro territorio ed il Mezzogiorno tra le priorità dell’agenda nazionale. Dalla sua postazione prestigiosa saprà, con la guida del presidente Carlo Bonomi, apportare il giusto contributo per far valere le ragioni legittime delle imprese e la visione di un Sud come risorsa per l’intero Paese».

La nomina di Mazzuca avviene quasi contemporaneamente alla riconferma del presidente della Camera di Commercio di Cosenza Klaus Algieri alla Borsa Merci Telematica, alla presidenza del Comitato di controllo delle società consortili. Il segretario regionale della Cisl Calabria Tonino Russo ha inviato ad entrambi un caloroso augurio di buon lavoro. Secondo Russo si tratta per Algieri della prosecuzione di un impegno che lo ha già visto protagonista e per Mazzuca di un’esperienza che inizierà nelle prossime settimane. La presenza di due imprenditori calabresi in posizioni importanti di livello nazionale in organizzazioni fondamentali per la società italiana – il sistema camerale e il sistema industriale – è un segno di apprezzamento per il valore delle persone e per il lavoro da esse svolto e un segnale di attenzione verso un territorio che sicuramente entrambi sapranno ben rappresentare in questa fase particolarmente delicata, segnata da una grave emergenza. Siamo tutti consapevoli – conclude Russo – che impresa vuol dire lavoro e che rilanciare l’economia è fondamentale per le persone, le famiglie, il Paese». (gsp)

L’intera Calabria “zona economica speciale”. L’idea di Confindustria piacerà al Governo?

di SANTO STRATI – Non è una frase ad effetto, ma una proposta seria e sensata e viene da un’autorevole fonte: il presidente di Confindustria Vincenzo Boccia, ieri a Cosenza, con l’assemblea degli industriali cosentini ha lanciato l’idea di far diventare tutta la Calabria una ZES, ovvero una “zona economica speciale” con tutti i vantaggi che essa comporta per attrarre investimenti. Un’idea che tutte le forze politiche calabresi dovrebbero condividere e sostenere e che il Governo potrebbe tenere in seria considerazione. Attualmente in Calabria c’è la ZES di Gioia Tauro che si estende dal Porto fino a Reggio: è appena agli inizi e mostra ancora qualche criticità (soprattutto dalo punto di vista burocratico) ma promette di cambiare radicalmente l’economia di tutta l’area. Perché quindi non valutare, in maniera adeguata, di allargarla a tutta la regione?

Come ha evidenziato l’ultimo rapporto Svimez, la Calabria è l’ultima regione del Sud in tutti i sensi: quest’anno avrà una crescita negativa dello 0,3% sul Pil e dopo un triennio di pur debole ripresa (2015-2017) mostra un forte cedimento negli investimenti (-40%). Il quadro non è allarmante, è disperatamente allarmante. Occorre, dunque, fare del Mezzogiorno una questione davvero nazionale e, come abbiamo pubblicato in questi giorni, il Manifesto per l’Italia, prima, e la successiva garbata lettera di del Presidente del Consiglio Giuseppe Conte al Quotidiano del Sud/L’AltraVoce dell’Italia, dopo, danno un segnale preciso che farebbe ben sperare in un’attenzione crescente del Governo nei confronti del Mezzogiorno. E la scelta del nuovo ministro per il Sud, Peppe Provenzano, uno studioso che conosce a fondo i problemi del Mezzogiorno, che avrà un bel po’ di dossier da analizzare ed avviare a soluzione, è un’ulteriore manifestazione di rinnovata sensibilità del Conte 2. Quella del direttore Quotidiano del Sud/L’AltraVoce dell’Italia Roberto Napoletano è una battaglia sullo “scippo” delle ricche regioni del Nord ai danni delle regioni povere del Sud, è un sipario strappato su una realtà che in molti fingono di ignorare e che, invece, il premier Giuseppe Conte, da uomo del Sud, ritiene inaccettabile. Il divario crescente nella distribuzione delle risorse: “Vogliamo – ha scritto Conte a Napoletano – realizzare un piano straordinario di intervento, approntare una cintura di protezione per le aree che soffrono di maggiori disagi dal punto di vista economico e sociale». Quale migliore premessa per prendere in considerazione l’idea di una ZES per tutta la Calabria?

Com’è nata questa proposta? Lavoro, crescita e debito sono state le parole chiave del presidente degli industriali Boccia, per sottolineare la necessità di fare del Mezzogiorno una questione nazionale. E da qui l’idea di creare le condizioni perché ripartano gli investimenti, si realizzino infrastrutture, si offrano opportunità ai giovani. Il presidente Conte ha scritto una cosa molto bella nella lettera inviata al Quotidiano del Sud: «Sono i giovani le uniche eccellenze che non vorremmo più ‘esportare’». Ecco, i giovani, le infrastrutture, un nuovo corso nella mobilità e nei trasporti, serie opportunità di occupazione (ed eventualmente formazione specialistica) per laureati e non, in una terra dove la disoccupazione giovanile segna il 55%. Basta il dato della nuova “emigrazione” intellettuale: negli ultimi dieci anni sono stati 120mila i laureati che hanno lasciato la Calabria, a chiedere il ricorso a iniziative “speciali” (come la ZES) e a una terapia d’urto in grado di fermare quest’emorragia di giovani risorse.

Il prof. Pasquale Amato, apprezzato storico e profondo studioso di cose del Sud, ha citato ieri su FB il dialogo con la nipote Giada invitata a organizzare per le sue amiche una visita al Museo dei Bronzi: «Zio – ha risposto la ragazza – ne è rimasta solo una. Le altre sono scese per le vacanze ad agosto ed ora sono tornate nelle città del Nord dove si sono trasferite». Una malinconica dichiarazione che la dice lunga sull’emorragia, inarrestabile, dei nostri giovani costretti a “fuggire” dalla propria terra in assenza di qualsiasi opportunità. La Calabria rischia di diventare come i paesi dei nostri emigrati oltreoceano degli inizi del secolo scorso: un lontano ricordo dove, con struggente nostalgia, se si può, tornare per qualche settimana e lasciare nuovamente affetti, amicizie, e soprattutto sogni irrealizzabili.

Non possiamo più tollerare che la Calabria, con l’immensa ricchezza di risorse che possiede (clima, paesaggi, tesori archeologici inestimabili, un mare da favola, montagne meravigliose e tantissimo altro) sia abbandonata a se stessa: l’opportunità di creare una ZES dove vivono due milioni di persone oltre che suggestiva è straordinariamente fattibile. E la crescita e lo sviluppo che deve passare soprattutto sulla culture e la formazione ha bisogno di contare, sugli industriali, sulla voglia di fare impresa di chi crede e scommette su questa terra. E va incoraggiato.

Fortunato Amarelli, eletto ieri presidente degli industriali cosentini, è un giovane di 47 anni, un imprenditore che tiene il timone di un’azienda famosa, conosciuta in tutto il mondo, che risale al 1731. Ha scritto su FB: «Un po’ di anni fa quando entrai per la prima volta nella sede di confindustria Cosenza, non avrei mai immaginato quanto l’associazione diventasse importante nella mia vita. Confindustria esaudisce la mia grande voglia di occuparmi di un interesse più collettivo, di poter dare il mio contributo alla società. Credo che sia una responsabilità di tutti, impegnare una parte del loro tempo per il bene comune, ancora di più in Calabria, per il suo riscatto, perché è in assoluto la regione più bella al mondo». Servono dieci, cento, mille Amarelli per questa terra. (s)

COSENZA – Boccia all’Assemblea di Confindustria Cosenza

Questa mattina, a Cosenza, alle 11.00, l’assemblea pubblica organizzata da Confindustria Cosenza.

L’evento, che verterà sul tema Voglia di futuro: legalità, occupazione, sviluppo, vedrà la partecipazione di Vincenzo Boccia, numero uno di Confindustria.

Dopo i saluti istituzionali, il programma dell’Assemblea pubblica prevede l’intervento del presidente di Unindustria Calabria, Natale Mazzuca, la relazione programmatica del presidente di Confindustria Cosenza Fortunato Amarelli e le conclusioni del presidente di Confindustria Vincenzo Boccia. I lavori, moderati dal direttore Rosario Branda, faranno registrare, tra l’altro, la consegna di un riconoscimento alle aziende che hanno maturato 25 e 50 anni di adesione all’Associazione.

Qualche ora prima, gli imprenditori iscritti all’organizzazione, nella seduta privata ed a loro riservata, eleggeranno il presidente che guiderà l’Associazione per il prossimo quadriennio. Si tratta dell’imprenditore Fortunato Amarelli, designato dalla base associativa al termine di una procedura di consultazione articolata.

L’Assemblea degli industriali cosentini rappresenta un importante momento di confronto tra le istituzioni, gli stakeholder e la pubblica opinione con l’organizzazione di rappresentanza che conta più di novant’anni di storia e, che nel tempo, continua a dare voce alle istanze ed ai progetti di centinaia di imprese che producono ricchezza e creano occupazione nel territorio.

La scelta di parlare di futuro, ponendo alla base della discussione tre parole chiave, legalità, occupazione e sviluppo, conferma l’impegno dell’Associazione di continuare a lavorare con approccio propositivo alla crescita dell’economia del territorio, della regione e del Paese, aiutando le imprese a superare un difficile momento congiunturale che si protrae da più tempo. (rcs)